American dream

Un viaggio al centro del mondo Occidentale, nella Grande Mela, patria delle mille patrie, culla del cosmopolitismo
Scritto da: chiaraall
american dream
Partenza il: 04/08/2014
Ritorno il: 15/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Terra di opportunità e contraddizioni, di spropositate ricchezze e di abominevole povertà. Icona di bellezza e modernità per l’Occidente ma simbolo di satanica e peccaminosa Babele per altri. Città delle città, aperta e splendente, ma badate, oggi, vive quasi in apnea, nel terrore dell’ignoto. Preparatevi, allora, a una serie interminabile di controlli, praticamente ovunque sul suolo Americano, perché la sicurezza è un pallino fisso… d’altronde, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Ciò nonostante pazientate e godete senza remore il grande sogno Americano

SPESE DI VIAGGIO PER 2 PERSONE

Volo Roma-Londra-new york 1100 E con American Airline

Hotel New York airport (1 notte)118 dollari

Hotel Wyndham Garden Long Island (9 notti) 879.48 Euro

Assicurazione sanitaria Columbus 118 euro

Modulo esta 22 euro

Abbonamento metro 62 dollari (metro card valida 7 giorni)

Broadway ticket (chiacgo) 187.66 dollari

New York city pass 218 dollari

Ticket corona statua della libertà 32 euro

Tutto prenotato con largo anticipo, ed in particolare il volo, approfittando di una conveniente offerta con American airline, e l’ hotel, posizionato in zona Long Island nel Queens ad una sola fermata dalla Lexington avenue, e a due fermate da times square.

Partenza il 4 agosto da Roma Fiumicino con scalo tecnico a Londra (tratta operata da British), stop di circa 2 ore (giusto il tempo di correre nella flight connection ed espletare i controlli di rito), e in breve ci ritroviamo accomodati sul velivolo della American Airline per l’ultima parte del viaggio da Londra a New York)

In particolare sulla compagnia aerea Americana:

Compagnia aerea che sconsiglio vivamente. Con il senno del poi posso tranquillamente invitarvi ad evitarla.

Pessima da tutti i punti di vista, al momento di scegliere il posto risultava che l’aereo fosse al completo, il sito dell’american consentiva di prendere solo i posti nella fila centrale, sebbene prenotato con mesi e mesi di anticipo(in verità una volta saliti ci accorgiamo che buona parte dei sedili, finanche alcuni adiacenti ai finestrini erano vuoti. L’aeromobile incredibilmente vecchio. Se prenotate con loro attenzione a portarvi dei film da vedere. Ovviamente in italiano non troverete nulla. Poco male per noi che di buon grado avremmo gradito guardare un bel film in lingua originale, peccato che anche quelli scarseggiassero, ragione per la quale per tutte e 7 le ore della traversata gli schermi di tutti i passeggeri erano bloccati su un film (tutte contro lui con Cameron Diaz) che sebbene simpaticissimo, visto per 3 volte di fila, alla fine ha anche stancato.

In particolare a proposito dell’hotel… Se fate qualche giro sui vari siti internet (trip advisor, trivago, ecc..) vi accorgete che alloggiare a new york comporta un esborso di denaro non indifferente, una spesa molto alta tanto più se come noi siete intenzionati a restare per più dei soliti 5-6 giorni di rito. Noi per fortuna abbiamo trovato un’ottima offerta per il Wyndham a long Island, all’inizio titubanti per la zona ci siamo alla fine persuasi(anche grazie alle recensioni) che trattandosi di un hotel a sole due fermate da times square poteva andare bene.

Pro dell’hotel Effettivamente considerate le condizioni della stragrande maggioranza degli hotel newyorchesi, fatiscenti e cari allo stesso tempo, l’hotel Wyndham appare la soluzione più saggia. Hotel confortevole, camera al 4 piano spaziosa, con vista sul Queensboro bridge, pulita, con connessione internet gratuita e con personale che sebbene apparentemente freddo, all’occorrenza è disponibile. A 5 minuti a piedi dell’hotel la fermata della metro. In teoria l’hotel sarebbe munito di servizio navetta da e per la metro, in pratica non so dire quanto funzioni questo servizio, nonostante gli orari siano programmati. Noi in 10 giorni siamo riusciti a prenderla una sola volta, ma d’altro canto il percorso a piedi è veramente breve.

Di fronte la metro potrete fermarvi a fare le vostre colazioni in un posto carinissimo chiamato ToZT Cafè(noi abbiamo fatto colazione lì quasi sempre), si mangia veramente molto bene. Io ho sempre preso pancakes e strawberrys, inondati di sciroppo d’acero (veramente squisiti) e cappuccino, e Marc ha preferito omelette e americanate varie, dal gusto cmq prelibato e caffè americano. Il tutto a un prezzo che se paragonato a quelli di Manhattan è quasi ridicolo, 10-11 dollari. Credetemi super conveniente, tanto più se ci si sofferma a guardare i prezzi di altri luoghi dalle decantate prelibatezze culinarie, es pershing square, di fronte alla grand central terminal, dove le identiche cose sono di certo buone ma ad un prezzo ben più importante 40 dollari, almeno.

Contro dell’hotel La nota dolente dell’hotel è tuttavia, indubbiamente la zona. È vero che la fermata della metro è a pochi passi, ma altrettanto vero è che il percorso tra l’hotel e la metro non è in zona commerciale, ma perlopiù interessata da officine e rimesse di taxi e camion, quindi di notte è scarno di pedoni e quasi privo di vita. Se fate tardi meglio evitare la metro e prendere un taxi, di notte, infatti, potreste anche non fare piacevoli incontri.

Metro card

Essenziale e super conveniente, New York è grande e difficile da girare a piedi in un tempo limitato. La card 30 dollari per 7 giorni consente di salire e scendere dalla metro e dai bus e di andare da una parte all’altra con facilità.

NY City pass 109 dollari a testa

Calcolatene la convenienza tenendo conto del tempo della vostra permanenza e delle cose che siete interessati a vedere.

La city pass comprende:

-statua della libertà e Ellis Island o crociera circle lines(35 dollari per persona)

-empire state building, il pass include due biglietti uno per il giorno e uno per la sera dello stesso giorno.(29 dollari)

-museo di storia naturale,incluso spettacolo al plenatario.( 8 dollari)

-moma (25 dollari)

-Metropolitan museum (25 dollari)

-Top of the rock (25 dollari)

Sommando queste cifre vi sarà facile comprendere che qualora vogliate visitare tutte queste attrazioni la pass vi risulterà molto conveniente.Noi siamo riusciti a visitarle quasi tutte escluso il metropolitan museum che era chiuso al nostro arrivo. Sono tutti luoghi veramente affascinanti, ciascuno a proprio modo, e per questo vi consiglio vivamente di visitarli.

Dovete sapere, inoltre, che durante alcuni giorni della settimana la visita di alcune attrazioni è gratuita.

Eccovi un promemoria:

-martedì, gratis 9/11 memorial museum dalle 17 alle 19; Brooklyn botanic garden gratuito tutto il giorno.

-Venerdì, Moma libero dalle 16 alle 20; new york acquarium gratis dalle 15 fino alla chiusura

-sabato, Guggenheim, offerta libera dalle 17.45 alle 19.45; giardino botanico di Brooklyn ingresso libero dalle 10 alle 12

LUNEDì 4 AGOSTO

Arrivo a New York alle ore 20 circa. Ritirati i bagagli, controllo passaporti e via a prendere lo shuttle bus, ne usufruiamo per giungere al nostro hotel. Già consapevoli del fatto che dopo 24 ore di viaggio saremmo arrivati totalmente sfiniti, abbiamo prenotato la prima notte in un hotel vicino all’aeroporto. Orientarsi al jfk appena arrivati non è semplice, le indicazioni lasciano a desiderare e non sappiamo bene quale shuttle bus prendere e soprattutto in che direzione andare, ci rivolgiamo ad un caro signore americano, che ci invita a seguirlo e ci accompagna fino alla nostra navetta(evento più unico che raro, forse perché il tizio è si Americano, ma di certo non è newyorchese, cosa non da poco, visto che durante la nostra permanenza scopriremo che i newyorchesi sono persone tutt’altro che gentili). Per regolarsi sui vari spostamenti consigliatissimo google maps perché a indicazioni e mappe in America non sono messi benissimo, oppure chiedete ,se avete fortuna potete incontrare persone garbate ben disposte ad aiutarvi.

Arrivati in hotel ci sistemiamo per la notte… finalmente!!! Siamo approdati sul suolo Americano, le bandiere svolazzanti qua e là ce lo ricordano, ma noi per oggi siamo troppo stanchi per gioirne. Domani è un’altro giorno.

A proposito dell’hotel Garden inn e suite jfk. Per fortuna l’esperienza di una sola notte, pagato 118 dollari ma hotel davvero, davvero terrificante, ha tutto l’aspetto di uno scarsissimo motel squattrinato da 4 soldi, sporco, bagno vecchio e cosa non da meno maleducazione sufficienza e menefreghismo del personale. Noi scoraggiati e stanchi ci mettiamo a dormire, ma causa la polvere e il jet lag alle 6 siamo già svegli, scendiamo per la colazione e se è possibile restiamo ancor più basiti. La colazione è una robaccia, non c’era disponibilità neppure di una tazza di latte caldo. Non parliamo poi della scorbutica cameriera che alla richiesta di latte mi guarda come se l’avessi appena mandata, senza tanti complimenti, a quel paese. Cosa che, giuro, avrei gradito vivamente fare, ma che mi astengo dal fare solo per buona educazione e anche perché la donnona alta e di stazza imponente potrebbe facilmente abbattermi con un semplice soffio!! Scherzi a parte, restiamo digiuni e andiamo via veloci come fulmini dalla squallida sala colazione e dall’hotel, mangeremo altrove. Luogo desolante, come inizio non c’è male, se questa è l’America, l’America a me non piace.

Martedì 5 AGOSTO

Scappiamo dall’hotel, veramente atterriti, dalla navetta ci facciamo lasciare all’aeroporto e da li prendiamo la metro per il Queens. Dopo circa un’ora di viaggio, intorno alle 9 arriviamo all’hotel Wyndham, ma è presto per check in, la camera non è pronta. Alla reception ci diranno di uscire a fare un giro e tornare per le 3, loro prendono in carico le valige e noi di buon grado usciamo alla scoperta della città. Di fronte alla metropolitana ci fermiamo a fare colazione al tozt cafè, veramente una bella scoperta e persone amorevoli. Finita la colazione prendiamo la metro E che dal Queens in due fermate ci lascia a Times Square.

Usciti fuori dalla metro ecco lì la celeberrima piazza newyorchese, quella che abbiamo imparato tutti a conoscere e ad amare attraverso film culto e serie tv americane, un tripudio di luci, colori e rumori dove i neon dei cartelli pubblicitari si fondono con i colorati e caratteristici taxi gialli e con altrettanto colorati bus a due piani che a massa invadono le strade, accecano la vista e ispirano il sorriso. Attorno a te c’è gente, davvero tanta gente, occorre scansare le masse di turisti che imbambolati alla vista dal luccichio degli schermi rischiano di franarti addosso mentre vanno qua e là destreggiandosi a stento, tra i semafori e il traffico oceanico, disordinato della grande mela. Insomma Times squadre è il luogo adatto per fare una bella e convulsa passeggiata nel sogno americano, lungo il cammino ci si rende conto di quanto realmente l’America ami se stessa, sia capace di sponsorizzarsi nel mondo e faccia del suo nazionalismo modello di fierezza e vanto esasperato. In poche altre metropoli, infatti, vi capiterà di incontrare così tanti vessilli disseminati lungo la città. Camminiamo anche noi rapiti, ci guardiamo intorno e scopriamo una realtà a misura di turista, ci sono i personaggi Disney che fanno le foto con i più piccoli e non solo, c’è l’uomo statua della libertà che si fa immortalare ora con l’uno ora con l’altro, c’è il bel giovanotto texano(perché ha il tipico abbigliamento del Texas stivaloni e mutande a stelle e strisce)che con chitarra alla Elvis Presley nel bel mezzo del traffico suona e canta(a ben vedere la gente si sofferma a rimirarlo non certo per le sue doti canterine), ci sono i new York gifts e il favoloso negozio MeM, insomma quasi un paese dei balocchi.

Totalmente rapiti dallo scenario cinematografico a cielo aperto camminiamo senza metà, oggi ci muoveremo così come viene, senza prefissare alcuna destinazione, ci godremo lo spettacolo e nei giorni a venire si vedrà. Camminando camminando ci ritroviamo a Broadway, nella via lumineggiante dei musical più famosi del mondo. Ci torneremo più avanti per vedere Chicago. Non vedo l’ora !!! Nel frattempo il tempo scorre, l’ora è tarda e noi torniamo all’hotel

E fu sera e fu mattina il terzo giorno

MERCOLEDI 6 AGOSTO

Giro nell’Upper west side, pranzo a sacco da Zabar’s , dove troverete un infinità di prelibatezze culinarie da asporto, che potrete gustare a breve distanza a Central Park. Dopo pranzo bella passeggiata per il parco.

Il Central Park è molto grande, impossibile percorrerlo da parte a parte per l’intero, cosi decidiamo di visitarlo a zone e a più riprese con calma. Percorriamo, dunque il perimetro di parco che comprende la statua di Alice in wonderland, loeb boathouse(dove è possibile noleggiare delle barchette a remi),the lake, la bethesda terrace e lo strawberry fields(nella zona del parco corrispondente alla abitazione di John Lennon che l’8 dicembre 1980 proprio davanti al portone di casa venne assassinato). Più tardi nel pomeriggio, ci spostiamo a Lower Manhattan, a Ground zero, là dove un tempo sorgevano le sventurate torri gemelle, al posto delle quali, oggi, restano giusto due vasche, simbolo silenzioso di una tragedia senza tempo, che dietro di sé, ha lasciato solo il nulla, il vuoto incolmabile. Sul parapetto i nomi incisi delle tante vittime, ricordano che quella è stata davvero una tragedia immane. E basta guardarsi intorno, per percepire in pieno, quanto questi eventi siano ancora assai recenti e il dolore ancora bruciante, ci si trova, infatti, immersi in religioso silenzio e nuda contemplazione. Vi potrà anche capitare di vedere un fiore, posato su alcuno dei nomi dei caduti dell’11 settembre, quel fiore vi comunicherà che quello è il giorno del compleanno della persona cui il nome appartiene. Ground zero, insomma, non è di certo luogo gioioso, evoca tristi ricordi e ingenera lacrime(ne abbiamo viste scorrere tante in giro, probabilmente non provenienti da noi turisti, bensì da chi lì quel giorno ha perso una persona cara e che sul parapetto legge il nome di un amico o un familiare) ma merita sicuramente una visita, anche per non dimenticare che là ove ora è rimasto solo il vuoto, scorreva la vita. Passata la fase dello sgomento contemplativo ci avviamo al museo 9/11 memorial(a tal proposito vi ricordo che qualora siate interessati il martedì dalle 17 alle 19 vi saranno consegnati dei ticket gratuiti per l’entrata al museo). Giro al memorial di circa 2 ore. Il museo è organizzato veramente bene. Una voce narrante vi spiegherà passo passo quel che vedrete. Anche questo museo non manca di ingenerare un pizzico di melanconia, tutto vi riporterà alle ore convulse dell’attacco al cuore dell’America con le immagini fotografiche delle torri in fiamme e della gente che disperata viene giù, con le immagini di tutte le vittime affisse alle pareti e i loro oggetti miracolosamente scampati al disastro. Troverete fisicamente le carcasse della camionetta dei pompieri e di una delle ambulanze, distrutte perché travolte dalla caduta delle torri. Un luogo triste ma commemorativo.

Finito il giro ci accorgiamo che il tempo scorre in fretta quando si hanno troppe cose da fare, sono già le 21, così ci fermiamo solo ad acquistare un po’ di insalata di frutta fresca e stanchi o per meglio dire esausti ci avviamo verso l’hotel.

Giovedì 7 agosto

Solita colazione Americana alla nostra caffetteria preferita(sarà quasi una costante del nostro viaggio). Oggi, passeggiata alla scoperta della famosissima fifth avenue costellata lungo tutto il suo percorso dei grandi marchi di fama mondiale. Prima fermata il mitico Apple store di Manhattan, Marc non vedeva l’ora, io dal canto mio non vedevo l’ora di fare un bel giretto da Tiffany e ovviamente alla Louis Vuitton. Visitiamo la Trump Tower ove è possibile salire con le scale mobili ai piani superiori per affacciarsi da giardini interni e godersi la vista tra i grattacieli di Manhattan. Andiamo, poi alla St patrik’s cathedral, che attualmente è in ristrutturazione ma la visita è cmq consentita, tuttavia l’interno è interamente coperto dalle impalcature. Di fronte alla cattedrale il Rockefeller center. Saliamo al top of the rock. Per nostra fortuna la fila non è esagerata e, peraltro, è bene organizzata, infatti, al momento in cui viene rilasciato il biglietto, è fissata un ora precisa per la salita; All’orario prestabilito basterà farsi trovare davanti l’entrata per l’ascensore. L’attesa è breve circa 40 minuti, in cui però siamo liberi di allontanarci e girare per il center. Noi ne approfittiamo per rifocillarci bevendo qualcosa di fresco comodamente seduti nelle poltrone ovunque disseminate all’interno. I minuti passano in fretta ed è già tempo di presentarsi all’entrata, fatti i controlli di sicurezza(stile aeroporto) entriamo in nutrito gruppo dentro l’ascensore, che nel giro di un attimo ci porta al top. Bella, bellissima la vista che si gode da lassù, ci concediamo il tempo di perderci con lo sguardo nell’immensità di quello spettacolo magnificente. Scattiamo decine e decine di foto da tutte le prospettive possibili. Scendiamo soddisfatti e ci fermiamo a mangiare all’interno del Rockefeller, io prendo un’insalata con pollo, marc pollo e patate, paghiamo un po’ ma mangiamo bene. Camminiamo sulla fifth avenue ancora per un po’, entriamo da Zara dove vorrei fare razzia di un po’ di tutto poiché tra gli sconti e il cambio i vestitini e il resto costano pochi euro, ma le misure che non si trovano e il tempo che corre via veloce giocano contro di me, il negozio chiude e io, infelice, resto a bocca asciutta. Ma prometto, ci tornerò! Povero Marc che deve sopportarmi.

Venerdì 8 agosto

Oggi sveglia e colazione di buon mattino. A suo tempo, e cioè almeno 4 mesi or sono, abbiamo prenotato la visita alla statua della libertà fino alla corona. Occorre prenotare per tempo se si vuole visitarla, perché i tickets sono limitati, e con il senno del poi se ne capisce il perché. Prendiamo la metro in direzione battery park, dove ci imbarchiamo per raggiungere lady liberty. C’è la fila, come sempre in questo periodo a NY, ovunque si vada. Dopo una buona mezz’ora saliamo sul traghetto che ci porta alla statua. Per la prima volta vediamo dal vivo la mitica statua della libertà,che a dir la verità non pare poi così grande. Certo a pensarci bene tutt’altro effetto doveva fare alle migliaia di immigrati che sbarcavano ad Ellis Island, loro che viaggiavano per mesi rincorrendo il sogno Americano, dopo settimane trascorse per mare a bordo di un transatlantico, di certo dovevano percepirla come qualcosa di enorme. Siamo giusto in orario per salire sulla corona(quando si acquista il ticket occorre scegliere a che ora effettuare la visita), facciamo i soliti controlli di sicurezza e cominciamo salire dentro la statua della libertà. La prima tranche di scale è quella che porta a metà della statua, li ci si può affacciare e godere della vista su Manhattan con la sua freedom tower e con la vista della baia. La seconda tranche di scale è tutt’altro che un gioco, da evitare se si soffre di claustrofobia. Il guardiano toglie dalle mani qualsiasi cosa i visitatori stiano tenendo, le mani, infatti, devono essere libere, gli ipad e le macchine fotografiche vanno risposte dentro i pantaloni,oppure appese al collo. Io perplessa mi chiedo il perché, poi pian piano capisco. La scala che porta sulla corona, infatti, è una scala a chiocciola tortuosissima e strettissima e quasi completamente al buio, in più essendo assai ripida la si deve salire sostenendosi saldamente, con ambedue le mani, al passamano, ma devo dire che il tutto è risultato essere veramente divertente. Si sale, sembrerebbe all’infinito, poi si arriva in cima eeeeeee…chissà cosa ci si aspetta e invece… c’è un signore che simpatico che vi dice: the eyes, the nause, the lips, tu perplesso lo guardi(specie dopo aver fatto quelle scale allucinanti e ti chiedi ma mi prende in giro?)poi realizzi che sei all’interno del viso di lady liberty, davanti a te vedi gli occhi, il naso, la bocca. E poi attraverso degli stretti vetri vedi la baia dell’Hudson ma anche la dichiarazione di indipendenza che la lady stringe tra le sue mani. Un’occhiata veloce, 1-2 foto, ricomincia la discesa perché lo spazio è angusto e occorre fare posto a chi sta dietro! Altra discesa al buio, da paura, ma ripeto assieme alla salita forse il momento in assoluto più bello dell’esperienza sulla corona. Scendiamo e passeggiamo ai piedi della statua godendoci il fresco venticello che nel frattempo tira. Pranzo veloce con fresco gelato, seduti, di fronte a noi lo skyline di lower manhattattan, e la freedom tower. Forza e coraggio nuova fila, ci si imbarca per Ellis Island, là dove i nostri antenati giunsero dopo lunghi viaggi attraverso l’atlantico, portando con sé giusto la speranza di una vita migliore. Giungiamo ad Ellis Island ed entriamo al museo e scopriamo che gli immigrati giunti ad Ellis Island, più che un benvenuto nel sogno americano si guadagnavano, loro malgrado, un benvenuto all’inferno(almeno la maggior parte di loro), poiché non tutti ottenevano il permesso per entrare nel nuovo mondo bensì solo una limitata parte di essi, altri era rimandati a casa, altri ancora trascorrevano settimane o addirittura mesi nel centro di accoglienza di Ellis Island che a ben vedere è un luogo tutt’altro che decoroso(visitandolo capirete). Finito il giro dobbiamo tornare a Battery park, ma la fila impressionante ci chiarisce senza alcun dubbio che non sarà affare da poco. Di fatto 2 ore e oltre di fila per salire sul traghetto e tornare a battery park. Cena a Times square e via i hotel.

Sabato 9 agosto

Oggi visita al Moma, il museo di arte moderna che contiene al suo interno opere celeberrime come the Starry night di Van Gogh e tante altre.

Usciti dal Moma fissiamo come meta un altro luogo che il cinema americano ha contribuito a rendere estremamente famoso, la public library che ha fatto da sfondo ad una pellicola del genere catastrofico- apocalittica, cioè the day after tommorw. Alle spalle della pubblic library, il Bryant park, bellissima oasi di verde, disseminata di locali sedie e tavoli ove comodamente fermarsi a sorseggiare un cocktail rinfrescante.

Decidiamo di trascorrere il pomeriggio da century 21, tutti ne parlano e noi siamo curiosi di sapere se è vero ciò che si dice in giro. Sarà per la confusione, sarà per il disordine ma non si trova granché come abbigliamento, Marc trova giusto una polo Ralph Lauren decente, perché per il resto, se è vero che i prezzi sono convenienti, è altrettanto vero che i modelli sono orrendi, robaccia a righe e quadri con colori blasfemi per la moda italiana. Niente robaccia inqualificabile. Anche per me, che neanche a dirlo non trovo nulla. Altro discorso merita di certo il reparto accessori che, invece, è molto fornito. Compriamo occhiali da sole, Calvin Klein e Ralph Lauren a prezzi scontatissimi. Prendiamo dei pensierini da portare in Italia, dei portafogli con annesso portachiavi di Calvin Klein 14 dollari circa. Le cinture sia maschili che femminili, sono convenientissime da Boss a Calvin Klein per uomini (a prezzi variabili da 14 a 30 dollari),e Guess, Calvin Klein e Micael Kors per le donne(ne acquisto 2 per 50 dollari circa). Tante tantissime borse, borsette portafogli per tutti i gusti, basta mettere mano al portafoglio, ma cmq il risparmio è assicurato.

Domenica 10 agosto

Oggi è tanto atteso giorno del Gospel ad Harlem. Saliamo sulla metro e il percorso è molto lungo, impieghiamo quasi più di 40 minuti, arriviamo ad Harlem per le 11 circa e ci incamminiamo per raggiungere la Abyssinian Church, la chiesa più sponsorizzata da guide e internet tra le svariate chiese di Harlem. Giungiamo davanti alla chiesa assieme ad altri turisti che così come noi, sono lì per assistere alla funzione. E proprio qui la doccia fredda, la funzione è già cominciata da 5 minuti e quindi non si entra “andate altrove”, ci dicono. Noi non demordiamo e giriamo per il quartiere alla ricerca di altre chiese ove poter entrare, ne troviamo una più piccola e raccolta e riusciamo a entrare, lo spettacolo è comunque emozionante.

Finita la messa ci fermiamo ad Harlem per il brunch e io un po’ intimidita e speranzosa(che il mio stomaco regga il duro colpaccio)mangio uova sbattute, bacon, patate a forno e limonata. Pesantino ma il gusto è buono e lo stomaco pare reggere…tanto meglio !! Alla fine del nostro brunch ci imbarchiamo nella grande impresa… salire sull’empire state building. Perché si tratti di impresa è presto detto:la città è stracolma di turisti e le file, ovunque, fanno paura. Stranamente al nostro arrivo non vediamo file, il lungo e serpeggiante cordone che conduce all’ascensore è stranamente sgombro, facciamo i soliti controlli di routine e saliamo sul primo ascensore che però si ferma all’incirca al 80esimo piano, una volta usciti dall’ascensore ci accorgiamo della presenza di un ulteriore cordone di fila per prendere il secondo ascensore fino all’86esimo piano. Arrivati a destinazione, ci attende un’altra strabiliante, magnifica vista dall’alto di Manhattan, vista la ressa anche solo affacciarsi a guardare è complicato figuriamoci fare un foto, ma con pazienza si può fare anche quello!! Dopo il Bel giretto panoramico riscendiamo a piano terra e facciamo un bel giro a Park avenue, il dominio incontrastato dei ricchi newyorkesi, e si vede. Park avenue è quasi un mondo a parte, altra gente, altre case, altra new york, in poche parole altro mondo! Decidiamo di recarci al molo per approfittare del biglietto city pass e fare la crociera serale sull’Hudson, ma impieghiamo parecchio tempo dalla 5 strada ad arrivare in orario. Purtroppo però arriviamo alle 19, troppo tardi per l’imbarco, che chiude proprio alle 19 e sebbene la nave sia ancora ormeggiata in porto, non ci fanno salire a bordo. Poco male perché scopriamo un’area di New york veramente molto bella, quella di South Street seaport a sud di Manhattan. Una sorpresa piacevole che non ci si aspetta, la vista sull’Hudson, le navi antiche ormeggiate, ()?i palchi allestiti sul pontile per un pomeriggio danzante ove amanti del ballo improvvisano bei balletti. Ci fermiamo qualche minuto a guardarli, belle le musiche e bella la vista. Il sole lentamente si abbassa, fino a sparire nell’orizzonte, mentre noi poggiati sulla balaustra antistante l’Hudson , guardiamo il sole svanire all’orizzonte e ci lasciamo cullare dalla quiete inaspettata di quel luogo che sebbene immerso nella città, è ben lontano dal caos del centro.

Lunedì 11 Agosto

Giornata all’insegna dello shopping, Marc deve comprare il mac nuovo. Pomeriggio giretto rilassante per central park. Stavolta ci dirigiamo alla buonora al porto per salire sul traghetto della Circe line, alle 6 del pomeriggio siamo già la, ci mettiamo in fila e ci imbarchiamo intorno alle 6e 30. Il giro dura 2 ore circa. L’esperienza è sicuramente bellissima. Due intere ore, a bocca aperta, di fronte lo skyline di new york, che con il tramonto diventa sempre più affascinante. Mille foto e un paesaggio cartolina che riempie gli occhi e il cuore

Martedì 12 agosto

Stamattina il tempo è incerto, speriamo non piova perché ci attende una bella camminata sul ponte di Brooklyn.

Solita colazione a base di pancake per me e omelette per marc. Lo stomaco è pieno e possiamo avviarci verso la metro, direzione Brooklyn. Usciti dalla metro ci troviamo di fronte il famosissimo ponte, un gran colpo d’occhio! Magnificente e con una vista fantastica d’insieme su Manhattan, sull’Hudson, sulla statua della libertà.

Facciamo le solite foto di rito, restiamo per un po’ a mirare e rimirare lo splendido spettacolo. Scendiamo dal ponte e andiamo alla scoperta di Brooklyn, un tempo area assai sottovalutata, ma oggi, considerata come una delle zone più cool della grande mela. Camminando lungo le strade ci accorgiamo che effettivamente Brooklyn ci pare veramente molto carino, bei locali bei posti pullulanti di gente molto elegante. Ci dirigiamo al Brooklyn Botanic Garden in cui il martedì l’entrata è gratuita. Il giardino è una piccola oasi verde gradevolissima al suo interno un pezzo di Giappone, troverete, infatti, un tempio shintoista, varie rocce artistiche tra meli ornamentali, ciliegi e azalee. Il tutto seguendo la tradizione giapponese religiosa e sociale ideato dall’architetto paesaggista Takeo Shiota nel 1915 il quale ha anche ricreato un laghetto e una piccola cascata. Vi sono anche da visitare il museo dei bonsai, il Giardino delle Rose, un giardino dedicato ai bambini in cui possono apprendere i rudimenti dell’orticoltura e della botanica e lo Shakespeare Garden. Nel frattempo una pioggerella fastidiosa ci complica un pochino le cose.

Ci dirigiamo verso Brooklyn Heights Promenade a godere della vista sullo skyline di Manhattan. Ci fermiamo a mangiare un gustosissimo hot dog da shake shack, all’interno la vista sul ponte è imperdibile. Di nuovo in forze, ci incamminiamo alla scoperta di DUMBO(acronimo che sta per down under the Manhattan overpass), un tempo quartiere desolato, casa di artisti hip ma soprattutto di malavitosi, ragion per cui nessuno voleva metterci piedi. Ma come spesso accade nelle favole, la bistrattata area di Brooklyn si è trasformata in un’area elegante e raffinata capace di attirare creativi da tutto il mondo ! Si è levato il vento e la pioggia non più leggera ci sorprende con forza mentre attraversiamo il ponte per tornare a Manhattan, corriamo per sottrarci a quella furia di vento e acqua. Quando arriviamo alla metro in Lower Manhattan, siamo fradici. Prendiamo la metro in direzione Broadway, questa sera si va a teatro a guardare Chicago, finalmenteeee, ho aspettato tanto questo momento!

Arrivati all’AMBASSADOR THEATRE ci accomodiamo ! Marc in generale non è amante dei musical ma è curioso di vedere come sarà. Io, invece, non sto nella palle e canticchio tra me e me ALL THE JAZZ e ROXY HEART. Inizia lo spettacolo e … che SPETTACOLOOOOOO… VERAMENTE FANTASTICO, COINVOLGENTE, APPASSIONANTE. Marc è anche lui catturato alla vista di tanta bellezza. Musica e danza si fondono perfettamente in un’esecuzione magistrale, ma d’altronde questa è la bellezza della grande Broadway. Usciamo soddisfatti ed entusiasti. Le strade sono allagate, il tempo è stato inclemente stasera, ciò nonostante facciamo un altro giro, ci riforniamo di MeM presso l’omonimo store, ci soffermiamo ad osservare presso il cinestore a times square i cartelli celebrativi del grande ROBIN WILLIAMS, morto suicida la notte scorsa. Stanchi ma soddisfatti torniamo in hotel.

Mercoledi 13 agosto

Penultimo giorno nella grande mela. Mattinata alla scoperta di china town e little Italy.

Un po’ deludente little Italy, quartiere piccolissimo, che di Italiano ha poco o niente, di certo Italiani non ce ne sono, eccetto i turisti. China town, si gira in tre minuti, secondo me non vale la pena trattenersi più di tanto. Visita di un piccolo tempio Buddhista, anche questo non è che una lontana trasfigurazione dei veri templi. Il giro prosegue a soho con i suoi bellissimi negozi e poi a tribeca quartiere dal sapore retrò ed elegante, li potrete trovare la celebre centrale dei ghostbusters. Passeggiata a casa della mia adorata Carry(sex and the city) a greenwich village, un quartiere residenziale privo di grattacieli ma vivibile e meno frenetico, in sostanza, ben lontano dal caos urbano della 5 strada. Ci concediamo una bella passeggiata lungo le sue via alberate ammirando le casette colorate e basse tipicamente americane. Tutt’intorno negozietti vintage, locali e bar popolatissimi di giovani studenti, poiché non lontana è la sede della NY University. Infine, Washington square park tra giocatori di scacchi e cagnolini a passeggio. Serata in locale di Greenwich ascoltando musica jazz dal vivo.

Giovedi 14 agosto

Ultimo giorno nella grande mela, stasera purtroppo si riparte. Fatto il check out e lasciati i bagagli nel deposito dell’hotel, ci avviamo alla nostra ultima camminata per new york. Non ci allontaniamo molto, ma trascorriamo la giornata all’insegna dello shopping da macy’s, victoria’s secret ecc… !! che bellezza !! Nel primo pomeriggio, passeggiata a long Island dove ci soffermiamo ad un caffè affacciato sull’East river con un panorama fantastico sullo skyline di Manhattan.

Da qui salutiamo New York, la nostra lunga vacanza nella big Apple è quasi conclusa, con un po’ di tristezza, mentre ci dirigiamo all’hotel, scorriamo con lo sguardo i luoghi divenuti a noi così familiari negli ultimi giorni. Preleviamo le nostre valige e ci incamminiamo verso il JFK.

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