America dell’Ovest on the road

GIORNO 1 -16.09.2002 - VERONA- FRANCOFORTE-PHOENIX Il nostro viaggio di nozze inizia lunedì 16 settembre 2002 dall’aereoporto di Verona, dove prendiamo il volo per Francoforte alle 07.00 del mattino. Non ho mai preso l’aereo prima e sinceramente al decollo mi sento leggermente preoccupata. La giornata è serena, splende il sole, il cielo è...
Scritto da: chiarettaG.
america dell'ovest on the road
Partenza il: 16/09/2002
Ritorno il: 03/10/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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GIORNO 1 -16.09.2002 – VERONA- FRANCOFORTE-PHOENIX Il nostro viaggio di nozze inizia lunedì 16 settembre 2002 dall’aereoporto di Verona, dove prendiamo il volo per Francoforte alle 07.00 del mattino. Non ho mai preso l’aereo prima e sinceramente al decollo mi sento leggermente preoccupata. La giornata è serena, splende il sole, il cielo è limpido. Attorno a me ed M. Ci sono un buon numero di coppiette e dalle fedi luccicanti al dito capiamo subito che si tratta di freschi sposini in luna di miele proprio come noi. Alle 8.55 siamo atterrati all’aereoporto di Francoforte. Abbiamo subito i controlli più rigorosi e accurati ma ce lo aspettavamo, dato che siamo partiti proprio nei giorni ‘caldi’ del primo anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle. Partiamo per Phoenix con la Lufthansa alle 10.55, vicini a due ragazzotti tedeschi obesi che non fanno altro che ingurgitare il maggior numero di snack e schifezze possibili oltre a giocare col game boy e farci annusare il ‘soave’ profumino dei loro calzini di spugna per tutta la traversata. Guardandoci intorno ci rendiamo immediatamente conto della mole mastodontica degli americani, incluse le donne. ‘Bisteccone’ Galeazzi negli Usa si sentirebbe totalmente a suo agio! Dopo 11 ore di viaggio alle 13.05 (ora locale) siamo atterrati a Phoenix. L’aereoporto è immenso, fa un caldo bestiale (38 gradi centigradi), il paesaggio è arido, cactus ovunque, ma quel che conta è che le valigie sono arrivate entrambe a destinazione! Noleggiamo tramite la Hertz una Mazda beige molto spaziosa e confortevole con NEVER LOST, il navigatore satellitare, che consiglio spassionatamente a chiunque intenda compiere un lungo viaggio on the road. E’ semplicissimo da usare, trova qualsiasi strada, via o piazza, propone scorciatoie ed è utilizzabile in molte lingue diverse, anche l’italiano naturalmente, ad un costo ragionevole (25 euro circa). La nostra prima meta da raggiungere entro sera è il Grand Canyon, precisamente Tausayan, dove ci attende il Best Western Grand Canyon Inn, motel carino e confortevole, vicinissimo all’entrata del Parco. Avremmo preferito dormire nel parco, ma tutti i lodge erano prenotati con grande anticipo. GIORNO 2 – 17.09.2002 – GRAND CANYON Il Grand Canyon ti appare così, all’improvviso, e ti lascia letteralmente senza fiato. Prima di vederlo dal vivo io e M. Ci siamo chiesti più volte se sarebbe stato realmente bello come nei film western e la risposta è no, perché è veramente molto più spettacolare. Indescrivibile. Abbiamo percorso tutto il South Rim (il bordo sud), ad un’altitudine media di 2000 m, in una giornata piena di sole e di forte vento, in compagnia di vari turisti di diverse nazionalità. Il tragitto è percorribile a piedi o attraverso dei bus navetta che sostano nei punti di maggior interesse turistico. E’ consigliabile cercare di percorrere a piedi la maggior parte del tratto in modo da gustare il più possibile i panorami mozzafiato, la natura selvaggia, scoiattoli, alci e cerbiatti, i giochi di colore che il sole fa con le rocce, l’azzurro intenso del cielo che contrasta con le nuvole bianchissime. Il cielo d’America incanta, è unico, impossibile da descrivere. Dicono che solo in Irlanda altrettanto spettacolare. GIORNO 3 – KAYENTA – MONUMENT VALLEY Ci siamo svegliati presto e prima di ripartire abbiamo fatto colazione da un punto panoramico sul Grand Canyon, assistendo all’alba. Siamo giunti quindi a Kayenta nello Utah, ci siamo sistemati nel motel della Best Western e diretti verso la Monument Valley, un po’ preoccupati per un temporale in atto, che minacciava di rovinarci la visita. In realtà appena entrati nel parco, gestito interamente da indiani navajo e quindi estremamente caratteristico, l’acqua è cessata ed un fantastico cielo terso ha fatto capolino sopra di noi e ci ha accompagnati per tutto il giro all’interno. Le immense rocce color cioccolato erose dal vento sono sensazionali. Ognuna di loro ha un nome, come l’Elephant mutte, che assomiglia appunto ad un elefante, o le Three sisters. Abbiamo scattato almeno un rullino di foto, è impossibile trattenersi, vorresti immortalare ogni centimetro di terra, di roccia, di cielo, in un’infinita gamma di colori che variano al variare della luce.Grazie al navigatore satellitare che ci proponeva una scorciatoia al ritorno, ci siamo imbattuti in un luogo fantastico che non compare sulle guide, nemmeno le più apprezzate: la Valle degli dei (Valley of gods). Il paesaggio è simile alla Monument, qui però le rocce sembrano strane divinità. La Valle degli dei è sulla strada di ritorno per Kayenta, non è a pagamento e se siete fortunati, potrete godere di una pace assoluta perché girano pochissimi turisti (a quanto pare non è molto conosciuta). Sempre tornando a Kayenta ci siamo imbattuti nella Mexican hat rock, cioè la roccia a forma di cappello messicano. GIORNO 4- 19.09.02 – PAGE-LAKE POWELL Partiamo da Kayenta alle 6.30 di mattina. LA strada che ci conduce a Page ci riserva ancora dei panorami mozzafiato. Page si trova presso il Lago artificiale Powell, splendido per l’azzurro delle sue acque che contrasta con gli spuntoni di roccia rossa che emergono dalla sua superficie. Qui ci godiamo la vita da spiaggia e prendiamo il sole fino al tramonto. Alla sera abbiamo cenato al Pizza Hut (la pasta della pizza è alta almeno tre centimetri, ma tutto sommato finora è una delle cene migliori e più digeribili. Il cibo americano è veramente indecente e composto al 90% di schifezze estremamente grasse e disgustose).

GIORNO 5- 19.09.02- BRYCE CANYON Il Bryce Canyon National Park vale da solo 11 ore di viaggio. Non ho mai visto il mio maritino incantarsi come ha fatto di fronte ad esso. Siamo rimasti ad osservarlo estasiati per un tempo infinito. Per visitarlo veramente bene e a fondo occorre camminare su e giù un po’, ma quel che si vede val bene il sacrificio. Gli scorci panoramici, la vicinanza con le rocce, le grotte sono fantastiche! Siamo rimasti quasi un intera giornata all’interno, poi, spinti dall’entusiasmo ci siamo diretti anche al cedar breaks, ad un’ora di strada, dove ci aspettava un anfiteatro roccioso sullo stile del Bryce.

L’unica nota dolente di questa splendida giornata è il Bryce View Lodge, motel in cui avremmo fatto volentieri a meno di imbatterci.

GIORNO 6 – ZION-LAS VEGAS Lasciato di buon mattino il Bryce Canyon, ci siamo diretti allo Zion National Park, bello, certo, ma assolutamente non sullo stesso livello degli altri parchi finora visitati. Consigliamo di evitarlo e spendere il biglietto di ingresso per qualche cosa d’altro, a meno che non siate patiti scalatori di roccia. Nel pomeriggio ci siamo spinti fino a Las Vegas. Se come noi provieni dalla pace e dalla tranquillità di boschi e fiumi ti ritroverai profondamente spaesato di fronte alle migliaia di luci al neon, colori, gente di tutti gli strati sociali e razze che ti abbagliano tutto ad un tratto unendosi al caldo torrido. E’ incredibile cosa la fantasia dell’uomo abbia creato: hotel ispirati alle più grandi città del mondo, riproduzioni di monumenti, parchi dei divertimenti, casinò, ristoranti, locali a luci rosse, animali esotici, fontane, lusso sfrenato. Il nostro hotel è il Luxor, completamente ispirato all’antico Egitto. Si presenta come un’enorme piramide di vetro, con sfingi e obelischi ovunque. La hall è immensa, come pure il casinò all’interno, dove abbiamo giocato con le slot machines.Data l’ampiezza e la confusione ci siamo quasi persi per trovare la nostra camera! GIORNO 7- 22.09.02- DEATH VALLEY – SEQUOIA NATIONAL PARK Oggi M. Ha guidato per 800 Km tra i deserti, con una piccola deviazione per la Deth Valley, estremamente inquietante, bollente, arida. Siamo giunti in California, nei pressi del Sequoia National Park. L’Holiday Inn è ad un passo dal parco, che visiteremo domani data la stanchezza. Ci siamo dedicati in compenso ad un salutare tuffo in piscina e ad una pizzetta prosciutto formaggio.

GIORNO 8 – 22.09.02 – SEQUOIA NATIONAL PARK Il parco delle sequoie giganti è infinitamente grande, quindi cercate di assicurarvi di avere un bel pieno di benzina, altrimenti fare rifornimento nel parco si rivelerà impresa ardua, sia per la penuria di stazioni di servizio, sia per i prezzi esagerati del carburante (il doppio rispetto all’esterno). Stupendo il General Shermann Tree, l’albero più vecchio del mondo e il più grande (circa 84 m).Lo tallona da vicino per età e altezza il General Grant Tree (81m) che gli americani hanno eletto albero di Natale nazionale.

Torniamo al motel stanchissimi e ormai un po’ allergici all’auto (fino ad oggi abbiamo percorso 3500 Km!) GIORNO 9 – 24.09.02 – Verso Lo YOSEMITE NATIONAL PARK Tutto il giorno è stato impiegato per viaggiare dall’uno all’altro parco. Abbiamo raggiunto il Cedar Lodge, simpatico motel pieno di orsetti intagliati, e ci siamo rilassati in piscina.

GIORNO 10 – 25.09.02 – YOSEMITE NATIONAL PARK Lo Yosemite è spettacolare: monti interi di granito luccicante, alberi abbarbicati alle rocce,scoiattoli, cervi, cerbiatti e cascate. Purtroppo non abbiamo gustato lo scroscio dell’acqua di alcune delle più famose cascate, a causa del periodo di siccità. Anche qui sequoie giganti, laghetti incantevoli, pace e aria buona. Incantevole.

GIORNO 11 – 26.09.2002 – SAN FRANCISCO Ed eccoci arrivati nella città che io e M. Abbiamo trovato assolutamente deliziosa, una delle più affascinanti che ci sia capitato di vedere: San Francisco. Siamo alloggiati nel quartiere più turistico, affollato, colorato e stravagante: il Fisherman’s warf. E’ fantastico ammirare da qui la baia e l’isola di Alcatraz, il Golden Gate Bridge, l’oceano. Il Pier 39 è un immenso molo con miliardi di negozietti e attrattive da cui si possono ammirare anche un centinaio di leoni marini buffi, rumorosi e puzzolenti che vivono qui, per la gioia dei turisti e dei bambini. Lombard street è la famosa via a zig zag, salire e scendere tra le vie della città è meraviglioso e la fatica non si sente. La cena ce la siamo procurata al molo (pesce fritto unto e straunto).

GIORNO 12 – 27.09.2002 – SAN FRANCISCO Oggi abbiamo noleggiato un tandem al Fisherman’s warf , scelta molto indovinata, poco costosa e divertente per girare in lungo ed in largo la città. Siamo stati al Golden Gate Bridge, al Golden Gate Park, di cui abbiamo visitato il Japanese tea garden, (giardino giapponese molto curato e carino). Poi, dopo due hot-dogs, abbiamo pedalato fino al quartiere dove si trovano le Painted Ladies, le famosissime sei villette vittoriane in colori pastello di Alamo Square, dietro le quali spuntano i grattacieli del Civic Center. Quindi ci siamo diretti a Chinatown, il quartiere cinese coloratissimo e pieno di chincaglierie curiose e a North Beach, il quartiere italiano (che di italiano ha ben poco ormai), fino a Telegraph hill, collina del telegrafo che si raggiunge dopo una salita rapidissima (impossibile da fare in bici) che gode di una vista sensazionale sulla città.

M. È riuscito finalmente a bere un vero caffè espresso in un bar del Civic center, “Torrefazione Italiana”.San Francisco è fantastica, di mattina con la foschia e di giorno col sole e la brezza che ti accarezza il viso. Siamo innamorati di questa città! GIORNO 13 – 28.09.2002 – SAN FRANCISCO Oggi, ultimo giorno dedicato a questa affascinante metropoli, ci siamo dedicati allo shopping in centro, nei dintorni di Union Square, dove sono concentrati i negozi di lusso. La puntata al grande magazzino Macy’s e allo store della Levi’s è tappa obbligata ( si risparmia un po’ rispetto all’Italia).

Per raggiungere il centro abbiamo preso il cable car ed è stata un’esperienza davvero entusiasmante! GIORNO 14 – 29.09.02 – MONTEREY-CARMEL Piccola tappa a Sausalito, piccola e graziosa cittadina al di là del Golden Gate Bridge con sosta allo Starbucks coffee per una specie di caffè, quindi ci siamo diretti verso Monterey, lungo l’oceano, e qui abbiamo visitato l’acquario. Verso sera abbiamo raggiunto Carmel, paesino elegante e curato sull’oceano. Abbiamo assistito al tramonto in spiaggia ed è stato bellissimo.

GIORNO 15 – 30.09.02 – CARMEL Al mattino abbiamo percorso la 17 Mile drive (impedibile!): diciassette miglia lungo l’oceano tra scogli, spiagge bianche, leoni marini, campi da golf, ville lussuose, onde e cipressi, che in questa zona hanno una forma particolarissima, in quanto la loro chioma viene modella dal vento: spettacolare a questo proposito il Lone Cypress, cipresso solitario abbarbicato su una roccia a strapiombo sull’oceano.

Nel pomeriggio relax: spiaggia e shopping, con un piccolo ‘furto’: un sacchettino di sabbia prelevata dalla spiaggia! GIORNO 16 – 01.10.02 – Verso LOS ANGELES Altro tour de force in macchina alla volta di Los Angeles, ultima tappa, tra i meravigliosi paesaggi del Big Sur. Pranzo messicano, puntatina a Santa Barbara (deludente) e arrivo in serata all’hotel di Beverly Hills.

GIORNO 17 – 02.10.02 – LOS ANGELES Abbiamo visitato il quartiere di Beverly Hills con la famosa Rodeo Drive (“Pretty woman”…) e ci siamo diretti verso Hollywood Boulevard, dove ci siamo soffermati presso la Walk of Fame e il Mann’s Chinese Theatre. Purtroppo stavano girando un film, sicchè la nostra visita è stata un po’ disturbata. Hollywood è eccessiva e stravagante come mi aspettavo, ma Los Angeles in generale ci ha un po’ deluso. Non è affatto affascinante come sembra nei film. E’ tutto molto superficiale, fasullo e triste.

GIORNO 18 – 03.10.02 – LOS ANGELES-VERONA Ebbene sì la nostra luna di miele è finita e ce ne torniamo a casa, estremamente felici del nostro viaggio ma anche un po’ stanchi, dopo aver percorso 5500 Km! Goodbye America!



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