Alto Adige, terra del Sublime
Non credo che Caspar David Friedrich sia mai stato in Alto Adige, ma se lo avesse visitato lo avrebbe sicuramente dipinto.
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Giorno 1 – Viaggio e scoperta della città vecchia di Brunico
Partiti da Milano in macchina, dopo circa 4 ore di viaggio siamo arrivati al nostro hotel a Riscone dove si respira aria di campagna tra filari di pannocchie, campi di patate e alberi da frutto, ai piedi di Plan de Corones. È un luogo meraviglioso in cui soggiornare se amate la quiete e si è anche rivelato comodo per spostarsi.
Una volta arrivati all’hotel (a proposito, molti offrono l’opzione soggiorno + colazione + cena; vi consiglio di approfittarne dato che è a base di prodotti locali e piatti tradizionali), ci siamo lanciati all’avventura andando a Brunico. E dico avventura perché anziché scegliere di prendere la macchina (durata: 5 minuti) o il bus (la linea 420.1 ci impiega circa 10 minuti e passa ogni mezz’ora), abbiamo scelto di scoprire la campagna e farci 45 minuti a piedi; lo so, vedendo il tempo di percorrenza c’è da pensare che fossimo impazziti, ma avevamo tutto il tempo del mondo e la camminata è stata molto piacevole: c’è il marciapiede per tutto il tragitto e accanto si hanno campi e casette di campagna.
Indipendentemente dal mezzo di trasporto, la prima tappa fondamentale di Brunico è il castello vescovile del XIII secolo; si erge su una collinetta da cui si può raggiungere il centro della città o il cimitero militare dei caduti nella Prima e Seconda Guerra Mondiale. Abbiamo deciso di visitare la città; per farlo, se si arriva da Riscone come noi, consiglio di non proseguire sulla strada, ma di salire verso il castello perché da lì si diramano dei sentieri che portano a Brunico e che te la fanno vedere dall’alto. è stato prendendo una di queste vie alternative che siamo incappati in una chiesetta dal campanile splendidamente decorato, e cioè la Chiesa di Santa Caterina “Am Rain” (vedi foto).
Da lì è facilissimo arrivare al centro storico di Brunico dove si possono vedere il Convento delle Orsoline, la Chiesa di Santa Maria Assunta e le casette particolari di Via Ragen di Sopra (vedi foto) oltre che mettere il naso nelle diverse boutique e negozi gastronomici.
Al ritorno, grazie ai consigli di persone del luogo abbiamo intrapreso una strada diversa che passava per il bosco e i campi di pannocchie; non l’avessimo mai fatto! Passeggiata molto bella, peccato che abbiamo finito col perderci completamente. Siamo stati salvati da un contadino che ci ha indicato di prendere “una strada stretta stretta” (non vi dico la difficoltà nel trovare anche questa). Alla fine – sempre che fosse la strada stretta stretta corretta – abbaimo attraversato le altissime piante di pannocchie sentendoci un po’ come degli esploratori.
La sera non abbiamo fatto nulla di impegnativo se non per il nostro stomaco: una bella cena a base di piatti tradizionali del posto presso il nostro hotel. Consiglio per chi va in estate: aprite le finestre e andate sul balcone; mentre guardate la stellata – sempre che non ci siano nuvole – potrete farvi cullare dal cicaleggio dei grilli.
Giorno 2 – Escursione alle Tre Cime di Lavaredo
Basta 1 ora circa di macchina per arrivare alle Drei Zinnen, conosciute in italiano come Tre Cime di Lavaredo, o come diceva la figlia di una mia amica in un modo molto più fantasioso, “i denti del troll”. Inutile dire che il viaggio è da fare con la testa fuori dal finestrino perché il panorama che scorre sotto ai nostri occhi è mozzafiato: paesini pittoreschi, laghi azzurri, montagne scoscese e verdi pascoli; bisogna impegnarsi per non fermarsi ogni 5 minuti. La meta da segnare sulla mappa è il Rifugio Auronzo (2.320 m). L’ultimo tratto di strada è a pedaggio (aperto solo nel periodo estivo e autunnale; costo 30 euro per l’auto); in alternativa, si può prendere il bus oppure farsela a piedi (è una vera escursione, quindi in questo caso bisogna calcolare bene i tempi e le energie). Nel nostro caso, dato che volevamo sfruttare completamente il tempo a disposizione su in vetta, abbiamo deciso di continuare con la macchina; temevamo che la strada potesse essere difficoltosa, invece – a parte alcuni tratti di maggiore pendenza – è stata piacevole, soprattutto per la vista panoramica che offre.
E finalmente, eccoci: a due passi dalle Tre Cime. Il Rifugio Auronzo – dove si arriva – si trova sul versante meridionale, ma grazie al giro ad anello (sentiero n. 101) si possono ammirare da ogni angolazione. Camminando su un largo sterrato si ha alla sinistra le cime e a destra un panorama da brividi; è qui che ho pensato a Friedrich, ed ecco perché lo nominavo: la piccolezza che si prova di fronte a tutta questa immensità, il timore e l’ebrezza dati dai picchi aguzzi mi hanno ricordato i suoi quadri e il Sublime del Romanticismo. È emozionante e sconvolgente, ma allo stesso tempo ti mette una serenità addosso che vorresti fermare il tempo e godere per sempre di quella sensazione di trepida quiete, quel tipo di pace che in realtà ti scuote dentro da quanto è forte. Ed è con questi pensieri che ho fatto tutto il tragitto dal Rifugio Auronzo alla chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice in memoria dei caduti in montagna, al Rifugio Lavaredo e alla Forcella Lavaredo, dove le Tre Cime appaiono una dietro l’altra e dove è posta una targa in memoria di Papa Giovanni Paolo II che aveva meditato lì nel 1996 (vedi foto). Il giro ad anello ovviamente non finiva qui, ma abbiamo preferito fare dietro front: il tragitto era ancora lungo e noi a furia di fermarci per bearci del panorama avevamo fatto tardi. Lo completeremo un’altra volta. Tanto, non credo che le montagne fuggiranno.
Giorno 3 – Gita in barca sul Lago di Braies
La prima volta che vidi “A un passo dal cielo” pensai che quei luoghi fossero il Paradiso sulla Terra e con il passare degli anni mi ero totalmente dimenticata che si trattasse dell’Alto Adige. Infatti fu un vera sorpresa scoprire che il Lago di Braies è stata la location principale, ma partiamo dal principio.
A soli 30 minuti circa di auto da Riscone c’è il Pragser Wildsee (cioè il Lago di Braies) che sembra finto da quanto è bello, ma come tutta la Val Pusteria in realtà. Si può scegliere se fare il giro del lago a piedi o noleggiare la barca a remi; noi non siamo riusciti a resistere al fascino delle acque del lago e quindi abbiamo optato per la barca. La si noleggia sulla palafitta (vedi foto) e il costo è di €18,00 per 30 minuti e di €28,00 per 1h. Vero, non è proprio economico, ma per un’esperienza del genere ne vale la pena. Non importa nemmeno se non si ha esperienza nel remare (sì, siamo noi che dobbiamo fare andare i muscoli ed è anche questo il bello): per noi è stata la prima volta e dopo un primo momento in cui non riuscivamo nemmeno ad allontanarci dal molo, siamo riusciti a prendere dimestichezza e abbiamo pure aiutato una coppia su un’altra imbarcazione. È stato davvero divertente, soprattutto quando remavo io: non si sa perché, ma non facevo altro che girare in tondo! Inoltre abbiamo fatto bene a scegliere l’ora intera perché in questo modo siamo riusciti ad arrivare fino all’altra sponda del lago e tornare indietro, facendo delle pause per riposare le braccia, darci il cambio e ammirare la Croda del Becco che si riflette sulle acque (vedi foto).
Quando sei lì in mezzo ti sembra di essere ai limiti del mondo, dove il confine tra cielo e terra si fa più lieve. E parte ancora il Sublime, a un passo dal cielo. Poi, il caso ha voluto che la felpa fosse pure a tema (vedi foto).