Alle Azzorre con famiglia
Prima di raccontare il nostro viaggio, dal momento che non esistono praticamente guide in italiano sulle Azzorre, potrebbe essere utile offrire alcune informazioni a chi desidera organizzare in proprio il viaggio; informazioni che noi abbiamo trovato solo in parte prima della partenza, anche perchè abbiamo deciso e organizzato il viaggio in due settimane. Innanzitutto la dislocazione delle isole dell’arcipelago. Le nove isole si suddividono in tre gruppi: Sao Miguel (la principale) e Santa Maria costituiscono il gruppo occidentale, Pico, Faial, Terceira, Sao Jorge e Graziosa il gruppo centrale, Flores e Corvo il gruppo occidentale. I collegamenti tra i vari gruppi di isole avvengono principalmente tramite voli aerei; esistono anche dei traghetti, probabilmente solo in estate, che però hanno tempi di percorrenza molto lunghi e prezzi non così competitivi rispetto agli aerei (come esempio, noi abbiamo fatto tre voli interni e in quattro abbiamo speso 540 euro totali). Tra le isole di ogni gruppo è invece possibile spostarsi via mare. Da Lisbona verso le isole e tra le isole i collegamenti sono assicurati dalla Sata, compagnia aerea portoghese. Dal sito della Sata (www.Sata.Pt) è possibile prenotare comodamente i voli e se le prenotazioni vengono effettuate almeno 15 giorni prima della partenza si usufruisce di tariffe vantaggiose. I biglietti arrivano via e-mail qualche giorno dopo la prenotazione: è sufficiente stamparli e con questi presentarsi al banco del check in. L’aspetto interessante è che si possono fare concatenazioni di voli, a partire già dalla tratta Lisbona vs. Isole, che permettono di risparmiare ulteriormente sul costo totale. Per raggiungere Lisbona noi abbiamo scelto un volo easyjet da Milano Malpensa.
La spesa complessiva del viaggio per quattro persone è stata di circa 4000 € dei quali: 1850 € per i voli 850 € per l’alloggio 500 € per noleggio auto e benzina Il 10 luglio siamo quindi partiti per Lisbona dove abbiamo pernottato alla Pensao Residencial Avenida Alameda (80 euro una stanza per quattro con colazione, prenotata sul sito booking.Com) praticamente in Praça do Marques de Pombal a circa 25 minuti di autobus dall’aeroporto e 10 dal centro.
Il mattino successivo alle 6.30 abbiamo preso l’aereo per Ponta Delgada dove alle 8.00, all’aeroporto, ci aspettava Luis il gentilissimo proprietario della Casa da Falesia, di Mosteiros, sul lato occidentale dell’isola (www.Casadafalesia.Com), di cui si è già detto molto su questo sito: splendido e rigoglioso giardino, con tanto di laghetto con le rane, orto da cui si può prendere la verdura che si desidera, piscina che, soprattutto Marta e Agnese, rimpiangono ancora adesso e un tramonto indimenticabile sui faraglioni. Noi abbiamo soggiornato in uno dei due appartamenti più piccoli, un monolocale con letto a castello e angolo cottura rifornito di tutto, anche forno a microonde e caffettiera. Il costo è stato di 50 euro al giorno (i prezzi sono sempre riferiti a due adulti più due bambini), più 30 euro per il noleggio dell’auto. Luis è solito aspettare i propri ospiti all’aeroporto e accompagnarli in un primo giro della parte occidentale dell’isola, prima di raggiungere la casa da Falesia; e così ha fatto anche con noi, introducendoci al fascino della natura azzoriana in una luminosa mattina di sole, che ci ha dato il benvenuto nell’arcipelago. Il seguito della nostra prima giornata a Sao Miguel l’abbiamo trascorso gustando un ottimo polipo in uno dei ristoranti di Mosteiros, riposandoci, godendo della tranquillità della nostra dimora e facendo amicizia con gli altri quattro ospiti, tutti italiani. Al pomeriggio siamo andati alla piscina naturale di Ferraria, a pochi chilometri ad est di Mosteiros, dove le acque fresche dell’oceano si mischiano con le acque bollenti geotermali e dove fare il bagno è un’esperienza davvero singolare.
Il giorno successivo abbiamo visitato Furnas e le sue “caldeiras”, sparse per la cittadina, assaporando anche il Cocido, piatto di carne cucinato nelle fosse scavate nell’area geotermale dove, se si arriva verso mezzogiorno, si assiste all’estrazione dei pentoloni dalla terra. Sulla via del ritorno hanno poi meritato una visita le piantagioni di the (cha, in portoghese) uniche in Europa, ubicate sulla costa nord, nei pressi di Porto Formoso. Il 13/07 il tempo non è stato clemente e dopo un tentativo di camminata a Sete Cidade sotto la pioggia e con un vento che ci spostava, siamo tornati a casa per un pomeriggio di nanna (Marta e Agnese) e di lettura sul bordo della piscina. Prima di cena visita del caratteristico villaggio di Mosteiros.
Il 14/07 siamo andati a fare il bagno a Caldeira Velha nella piscina di acqua naturale ferrosa e tiepida che viene giù da un’allettante cascata sotto la quale ci siamo divertiti a “fare la doccia”. Il luogo è molto gradito ai bimbi anche per via dell’acqua tiepida e bassa. Proseguendo la strada siamo arrivati alla Lagoa do Fogo, dove dopo una splendida vista dall’alto, siamo scesi lungo un ripido sentiero fin sulla riva del lago e abbiamo percorso una parte del periplo, non tutto, per via del tempo, che minacciava pioggia, e perchè pare che in un tratto si debba scendere in acqua. Un luogo veramente particolare è Lombados, ci si arriva da Ribeira Grande, costa nord, percorrendo una splendida strada lastricata in mezzo a siepi di ortensie. Vi si trovano alcuni edifici abbandonati e semidistrutti, ubicati lungo un corso d’acqua che in occasione di grandi piogge opera un’attività torrentizia notevole, a giudicare dalla quantità di depositi detritici presenti. Ma l’aspetto curioso è che in uno di questi edifici, sulla sinistra idrografica del torrente, c’è una sorgente di acqua freschissima e, sorpresa … Naturalmente frizzante! L’ultimo giorno a Sao Miguel (15/7) siamo finalmente riusciti a fare la camminata lungo una parte del cratere della Lagoa di Sete Cidade con il sole. Al pomeriggio rientro a casa, ultimo bagno in piscina, saluti ai coinquilini e alle 20.50 aereo per Faial. A Faial abbiamo soggiornato in una bellissima casetta a Praia do Norte sulla costa nord occidentale dell’isola. Il sito di riferimento è www.Oceancottage.Com.Pt. Zelda, la proprietaria, vive in Canada e ha iniziato solo quest’anno ad affittare la casa ai turisti; è gentilissima e per e-mail ci ha mandato un sacco di notizie. Sul posto, la gestione la cura Sonia, una simpatica ragazza che vive vicino al cottage e che fa la guida turistica a Faial, quindi anche lei è un’ottima fonte di informazioni. La casa è praticamente nuova, ha due camere da letto, cucina (per la verità non ancora molto attrezzata, ma Zelda ha detto che provvederà al più presto!), soggiorno e una bella terrazza sul tetto; è l’ultima casa della strada costiera, di fronte l’oceano e gli scogli con i granchi e una pace assoluta. Il costo è stato di 60 euro al giorno: consigliata! Anche qui abbiamo noleggiato un’auto, al costo di circa 45 euro al giorno, rivolgendoci per questo a ww.Autoturisticafaialense.Com.
Faial merita sicuramente una visita di alcuni giorni. La nostra permanenza è stata accompagnata quasi sempre da un grigio cielo atlantico che ci ha comunque permesso di scoprire dapprima l’affascinante paesaggio lunare di Capelinhos, ossia la porzione di isola che si è creata tra il 1957 e il 1958, dove non si può non fare la camminata fin sulla parte sommitale da cui si gode di una vista incantevole sulla frastagliata e multicolore costa sottostante; l’incantevole baia di Porto Pim posta proprio alle spalle della cittadina di Horta, nel cui porto sbarcano i velisti che affrontano la traversata atlantica e, per tradizione, lasciano un murales sulle banchine e sui moli. A Horta, di fronte al porto, siamo andati a prendere l’aperitivo al celebre Peter’s Cafe, locale frequentato dai velisti, dove abbiamo gustato delle ottime polpette di baccalà. Abbiamo poi fatto il giro della grande Caldeira di Faial immersi in una vegetazione prorompente: 2 ore circa di saliscendi sul filo di cresta del cratere, di cui l’ultima parte letteralmente sepolti dalle ortensie. Consigliamo di effettuare il giro in senso orario, perchè il sentiero nella prima parte, dopo le antenne, è rovinato dal passaggio delle mucche (in gran numero su tutte le isole) che lo rendono un po’ sdrucciolevole ed è quindi più agevole percorrerlo in salita piuttosto che in discesa. L’ultimo giorno (18/07) l’abbiamo dedicato all’immancabile Pico: sveglia alle sei sotto la pioggia, ma non ci siamo fatti scoraggiare e dopo poco più di un’ora ci siamo imbarcati verso Pico su cui già splendeva il sole. Mezz’ora di traghetto (biglietto a/r 20 euro in quattro). Giunti a Pico abbiamo preso un taxi (20 euro per circa 20 Km) che ci ha portati alla partenza del sentiero. Così intorno alle 11.40, con grandissima soddisfazione di Marta e Agnese per la divertente “scalata” finale, abbiamo messo le mani e i piedi sulle calde e fumose rocce della cima. La vista dall’alto è stata eccezionale, nonostante ci fossero un po’ di nuvole che, circa 1000 metri più in basso, abbracciavano come un anello il vulcano. La salita parte dai 1200 metri di Cabeco Gordo per arrivare ai 2351 m della cima, circa 1150 metri di dislivello su un sentiero, nella prima parte terroso e in mezzo ai cespugli e poi via via sempre più roccioso, ma ben segnalato da paracarri e percorribile agevolmente, fino alla parte finale, gli ultimi 100 metri circa, dove si sale aiutandosi anche un po’ con le mani. Pare che alla partenza del sentiero ci siano solitamente delle guardie forestali dalle quali è necessario registrarsi prima della salita: noi non le abbiamo incontrate alla partenza, forse perchè era ancora presto, in effetti però al ritorno, nel primo pomeriggio, erano presenti.
Il giorno dopo (19/07), dopo una rapida visita al Morro di Castelo Branco, siamo partiti per Flores dove abbiamo trovato il primo e in effetti unico intoppo del viaggio: le due camere che avevamo prenotato per telefono erano veramente tristi! Quindi dopo avere comunque trascorso lì la prima notte, il mattino successivo abbiamo noleggiato un’auto all’aeroporto e siamo partiti alla ricerca di una sistemazione migliore. Fortunatamente l’abbiamo trovata a Lajes, sull’estremo meridionale dell’isola, in una ex base della marina militare, proprio vicino al faro: è una serie di casette bianche, dotate di cucina, soggiorno, tre camere, bagno, circondate da pratini e ortensie, con tanto di giochi per i bimbi e a due passi dalla spiaggia. Insomma, con una spesa di 50 euro a notte non potevamo trovare di meglio (l’indirizzo è www.Hospedariatelmasilva.Com). A richiesta i gestori della residenza offrono il noleggio dell’auto a 30 euro. Per la verità siamo anche andati a vedere la famosa Aldeia da Cuada, dove non c’era più posto, ma il padrone gentilissimo ci ha fatto visitare una casetta ed in effetti, prenotando per tempo, un soggiorno là varrebbe davvero la pena. Flores è un’isola piccola (lunga circa 20 Km e larga poco più di 12) che, ospita però una natura splendida fatta di laghi e caldere una diversa dall’altra nella parte interna e di una costa varia, resa ancora più affascinante dal sapere di trovarsi sull’estremità più occidentale d’Europa. Le caldere le abbiamo scoperte tra la nebbia e poi man mano che questa si dissolveva, verso il tardo pomeriggio, si è rivelato un panorama mozzafiato. Un aspetto sorprendente che abbiamo colto praticamente per tutti e 5 i giorni della nostra permanenza è stata la variabilità del tempo tra il lato occidentale, quasi sempre nebbioso e il lato orientale più soleggiato. Quasi tutte le sere verso le 19.00 siamo andati alla spiaggetta di Lajes a fare il bagno nelle acque dell’oceano, non proprio calde ma neppure gelide e inaspettatamente calme. Abbiamo anche tentato di andare a Corvo, l’isola vicina a Flores, ma l’unico collegamento è costituito da barche che trasportano al massimo 12 persone e la mattina in cui avevamo prenotato il passaggio c’era anche un gruppo di biologi dell’università che doveva spostarsi a Corvo. Così con la giustificazione del vento forte, del mare un po’ grosso e del possibile pericolo per le bimbe, il ragazzo che conduceva la barca ci ha convinti a rinunciare. Peccato sarà per un’altra volta. Che dire ancora di Flores? E’ un’isola su cui è bello perdersi girando anche senza meta con la consapevolezza di essere veramente isolati e lontano da tutto e su cui ci piacerebbe tornare e soggiornare per un po’, soprattutto per ripercorrere, con il sole, la splendida passeggiata lungo la costa da Faja Grande a Ponta Delgada, che purtroppo abbiamo fatto immersi nella nebbia, ma non per questo meno affascinante. Da Faja Grande parte un sentiero che percorre la costa anche verso sud, ma purtroppo non abbiamo avuto il tempo di scoprirlo. Per tornare a Faja Grande da Ponta Delgada, per recuperare l’auto, non ci sono autobus e quindi o ci si accorda con un taxi o, come abbiamo fatto noi, si fa l’autostop e prima o poi qualcuno che vi carica passerà! Altro motivo per cui la visita di Flores è fortemente raccomandabile è la possibilità di assaporare i deliziosi piatti cucinati dall’unico ristorantino di Ponta Delgada, sulla punta nord dell’isola,dove si gustano le famose Lapas (molluschi grigliati e serviti con burro fuso) a 5 euro (dalle altre parti lo stesso piatto si trova minimo a 10 euro), ottimi pesci fritti e un indimenticabile agnello. Noi abbiamo mangiato là due volte e ogni volta abbiamo speso circa 30 euro Un altro ristorante dove si mangia bene è il “Por do Sol” a Fajazinha, dove probabilmente vale la pena andare soprattutto la sera per godere oltre che della cucina anche del tramonto, così come promesso dal nome. Si spende un po’ di più: circa 50 euro in 4 (sempre con il vino!).
Da Flores siamo rientrati a Sao Miguel, dove abbiamo trascorso un pomeriggio-sera a Ponta Delgada, città dal sapore decisamente continentale, almeno rispetto alle altre viste durante il viaggio, ma non per questo meno interessante. Abbiamo cenato in un ottimo ristorante vegetariano: si chiama Rotas da Ilha Verde e si trova in una via del centro: cucina vegetariana, per l’appunto, ma decisamente sfiziosa e gustosa.
Il mattino dopo aereo per Lisbona, dove abbiamo avuto il tempo di fare un giro sul famoso tram 28 che Marta e Agnese hanno apprezzato più di una giostra. A Lisbona l’aeroporto è molto vicino al centro città e, se si ha un po’ di tempo di attesa tra un volo e l’altro, vale la pena prendere l’Aerobus subito fuori dall’atrio degli arrivi, costa 3 euro, impiega circa 30 minuti a raggiungere il centro città, da diritto a viaggiare su tutti gli autobus e tram della città fino alla mezzanotte e naturalmente a tornare all’aeroporto. Alla sera del 25/07 ultimo volo verso l’Italia e, purtroppo, fine del viaggio.
Abbiamo lasciato le Azzorre veramente a malincuore e senz’altro con l’intenzione di tornarci al più presto. Uno degli aspetti che più abbiamo apprezzato, oltre chiaramente alla natura, i colori, la luce, il cielo e il mare delle Azzorre, è che sono ancora un luogo dove andare in vacanza senza per questo sentirsi turisti e basta, grazie anche alla grande disponibilità e gentilezza degli abitanti e, per fortuna, alla mancanza di un vero e proprio turismo organizzato di massa. Speriamo si preservino così ancora a lungo. Buon viaggio! Puni, Enrico, Marta e Agnese