Alla scoperta di un paese solidale e responsabile
Domattina finalmente si parte alla volta della Repubblica Dominicana. Sono un po’ nervosa è il mio primo viaggio responsabile, chissà cosa mi aspetta, chi saranno i miei compagni di viaggio, come ci riconosceremo. Io che quando parto per le vacanze ho sempre tutto programmato, nulla viene lasciato agli imprevisti, questa volta mi sono fatta convincere da mia cugina e da una sua amica per questa nuova esperienza. Spero di non dovermene pentire.
I giorno E’ mattina. Intorno alle 9.00 ci troviamo al check-in di Roma Fiumicino e ci stiamo domandando chi saranno i nostri compagni “d’avventura”. Il mistero si dissolve quasi subito, i nostri sguardi vengono attirati da altri che sono alla ricerca dei nostri. Ancora non ci conosciamo ma ci siamo subito riconosciuti, sarà l’entusiasmo per il viaggio che stiamo per intraprendere che ci illumina lo sguardo diversamente dagli altri turisti in coda per il check-in o forse l’abbigliamento o le valigie o tanti altri piccoli particolari che ci fanno capire che il gruppo formato dall’agenzia Viaggi Solidali si sta riunendo per iniziare insieme questa vacanza. Bella già questa sensazione: partire senza sapere cosa aspettarsi, con dei compagni ad ora sconosciuti, ma con cui divideremo nei prossimi giorni tutto: emozioni, sensazioni, opinioni, odori, atmosfera, cibo. Partiamo. Dopo 10 ore di volo atterriamo a Santo Domingo, l’accoglienza non è delle migliori, sta imperversando un temporale pazzesco, non è quello che ci aspettavamo. Sapremo più tardi che la Repubblica Dominicana è attraversata dall’uragano Ernesto che eccezion fatta per qualche temporale notturno non ci pregiudicherà troppo il viaggio, però il grigiore del cielo viene subito scordato grazie alla calorosa accoglienza di Ramon, la nostra guida che ci accompagnerà per la prima parte del viaggio e Lorenzo che starà con noi per tutto il tempo. La prima notte a Santo Domingo la passiamo a casa di due signore fiorentine, sorelle, di cui una dottoressa che dopo un programma di vaccinazione sul posto, in accordo con il nostro paese, ha scelto di rimanere per dare una mano ai dominicani a riscattarsi da un lungo periodo di dittatura e che ora sta provando a rinascere a vita nuova.
II giorno Partenza con pullman turistico alla volta di Salcedo, una tra le province più povere della Repubblica Dominicana con destinazione Loma, un piccolo villaggio sulle colline dedito alla coltivazione del caffè. Grazie all’aiuto, alla cooperazione di Ucodep, un’organizzazione di Arezzo, gli abitanti del posto sono stati coinvolti nel recupero delle già esistenti piantagioni di caffè, abbandonate negli anni passati, perché il prodotto non era concorrenziale sul mercato internazionale, a causa delle multinazionali straniere che coltivano e vendono il caffè a prezzi più bassi, prezzo ottenuto dallo sfruttamento della manodopera. La popolazione negli anni passati migrava nella capitale sperando in una vita migliore, finendo invece ai margini della metropoli e andando ad ingrassare la fiumana di poveri che già vi risiedeva. Ad attenderci troviamo Elias, il responsabile del posto per Ucodep., che ci spiega più in dettaglio il progetto, che si chiama “ruta del caffè” e ci farà assaggiare il primo di tantissimi caffè “Jamao”che berremo per tutto il soggiorno a Loma. E’ veramente ottimo. La sera dopo aver cenato in un “restaurante recomendado” a base di “pescado” e “platano frito”; anche il ristorantino fa parte del percorso “ruta del caffè”, veniamo portati nelle famiglie che ci ospiteranno a casa loro per tutto il tempo che staremo lì. III giorno La mattina io e Giuliana, altra compagna di viaggio, ci svegliamo al profumo di “platano frito” mischiato all’aroma del caffè. Olga, la figlia del padrone di casa ci sta già preparando la colazione e in nostro onore, visto che l’ospite è sacro, sta organizzando un pasto completo quasi continentale. Caffè, marmellate fatte con frutti squisiti che non saprei riconoscere, salame fritto, uova sbattute, caffelatte, platano fritto, noi assaggiamo tutto perchè anche attraverso il cibo si riesce ad avvicinarsi ad un’altra cultura e condividerne i gusti. Olga è curiosa vuole sapere tutto di noi, del nostro paese, chi siamo, cosa facciamo, perché abbiamo scelto di visitare il suo paese. Ci racconta che vorrebbe anche lei scappare da quel “posto”, fare quello che facciamo noi, ci vede belle, ricche, perché abbiamo la macchina fotografica digitale, il cellulare ma purtroppo queste cose non sono per lei, sa che tutto questo rimarrà un sogno, non può lasciare la sua famiglia che ha bisogno di lei e poi non se lo può permettere economicamente. Partiamo per la passeggiata alla scoperta di una piantagione di caffè. Camminando lungo il sentiero “El cafetal” abbiamo la possibilità, grazie a Denio, la guida locale, di osservare ed apprendere i sistemi di coltivazione del caffè arabica d’ombra: lo sviluppo del frutto, la raccolta e la trasformazione finale. Scoprire l’ambiente naturale di una piantagione, le tecniche di coltivazione ed il lavoro delle famiglie che da generazioni si dedicano a produrre caffè è un ottimo modo per valorizzare la deliziosa e aromatica bevanda che caratterizza la vita quotidiana di ognuno di noi. La giornata nonostante il temporale notturno e le nebbie si mostra bellissima e il pomeriggio veniamo accompagnati a visitare una piantagione di cacao e la casa/museo delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabel trucidate dal dittatore Trujillo. La sera ci aspetta una festa in nostro onore, la comunità che ci ospita a Loma ha organizzato una serata danzante al ritmo della bachata e merengue.
IV giorno Partenza con minibus privato alla volta di Samanà, la penisola resa famosa grazie al reality italiano “L’isola dei famosi”. I protagonisti dello show italiano hanno sporcato, distrutto parte del patrimonio naturale della zona, depredato i luoghi dove hanno vissuto e lo staff della trasmissione grazie all’appoggio di politici locali ha impedito per mesi interi l’accesso ai turisti ad alcune spiagge, tra quelle più belle dell’isola. Vaste spiagge di sabbia bianchissima, mare tranquillo e turchese che permette di osservare e ammirare la fauna acquatica variegata ci stavano attendendo per alcuni giorni di completo relax . Arriviamo nel primo pomeriggio a Las Galeras, ed ad aspettarci troviamo Juan Carlos, l’altra guida che starà con noi per tutto il tempo. Juan Carlos è molto giovane, ma sa già cosa vuole dalla vita. Il suo sogno è diventarne protagonista, non dipendere da nessuno e riuscire a contribuire con il suo lavoro al sostentamento della sua famiglia. Riscattarsi dalla povertà, dalla miseria, non attraverso un lavoro che prevede lo sfruttamento sessuale che si consuma nei grandi villaggi turistici tutto compreso, oppure lo sfruttamento salariale in quanto le paghe del personale del luogo in queste strutture non raggiunge mai il minimo salariale, ma un lavoro pulito, onesto e a volte anche faticoso. Tutto questo Domenico Mirabile, responsabile dell’Associazione San Benedeto al Puerto, l’ha capito e dal 2003 con la comunità locale ha creato il progetto “Guariquen”, un progetto di turismo responsabile e solidale. Con l’aiuto della popolazione locale sono state costruite delle casette con caratteristiche tipiche dominicane ”Le Mariposas” immerse nel verde per ospitare i turisti. La gestione della struttura in parte è già nelle mani della comunità locale.
V giorno La giornata si presenta splendida e le nostre guide, Lorenzo e Juan Carlos, ci spiegano orgogliosamente che oggi ci condurranno a fare un bagno di sole in una tra le 5 più affascinanti spiagge del mondo: Playa Rincon, una distesa di sabbia dorata lunga 4 km, con un mare trasparente abitato da pesci variegati e coloratissimi e tutto questo dominato da una foresta di palme di cocco gigantesche. E’ veramente un paradiso, è proprio come si vede nelle cartoline caraibiche. La spiaggia è quasi tutta a nostra disposizione, eccezion fatta per alcuni turisti tedeschi, ancora il turismo di massa non l’ha invasa, forse perchè non ci sono ancora “per fortuna” grandi strutture ricettive e mi auguro che rimanga così per moltissimo tempo. Dopo un’abbondante grigliata di pesce fresco in un ristorantino locale, arriva il momento tanto atteso: la visita all’Iguanario di Los Tocones, la nostra curiosità finalmente sarà appagata, vediamo l’iguana rinoceronte, osserviamo da vicino questo rettile che oggi è in pericolo di estinzione; i responsabili dell’Iguanario, in parte persone del posto, ci parlano del progetto per conservare la specie e consentirne la riproduzione. La sera ci aspetta uno dei tanti localini all’aperto di Las Galeras dove il divertimento dei vibranti ritmi musicali caraibici, le danze merengue, salsa ecc. Ci permettono di trascorrere una bellissima serata.
VI giornata Il gruppo si divide, l’agenzia Viaggi Solidali aveva previsto una giornata libera da organizzare come volevamo e una parte ha deciso di andare al Parco Nazionale “Los Haitises”, famoso per le antiche grotte ricche di incisioni rupestri dei primi indios, affascinante per la sua foresta subtropicale e ricco di mangrovie, mentre io, mia cugina, Silvia a Giuliana ci facciamo convincere da Domenico e preferiamo sperimentare un nuovo progetto: una passeggiata a cavallo in mezzo ad una foresta di palme da cocco, platani, felci per raggiungere la “Laguna del Diablo”, un laghetto di acqua salata, circondato da un prato ricoperto da miriade di farfalle. Ad aspettarci troviamo alcune donne del paese, che sono partite la mattina all’alba per prepararci sul posto il pranzo. Con i pochi strumenti che avevano a disposizione ci hanno preparato un ottimo pollo fritto, riso e l’immancabile caffè e tutto questo condito da un’allegria che ha contagiato tutti. Ancora adesso ricordo il sorriso radioso della cuoca, la sua gioia di condividere con noi il pranzo. Le donne non possono mangiare insieme agli ospiti, solo agli uomini è consentito sedersi insieme a noi, ma la situazione era diventata talmente familiare che dopo un primo attimo di imbarazzo nessuno ha più notato questa “nota stonata”.
VII giornata Playa Fronton ci attende. La bellissima spiaggia dove si trovano specie di palme uniche al mondo, chiusa tra muraglioni di arenaria e barriera corallina, doveva essere raggiunta dopo una breve passeggiata a piedi nella foresta, ma purtroppo i collaboratori di Domenico ci dicono che nella spiaggia accanto stanno girando un reality colombiano e l’accesso è interdetto dalla terraferma quindi dobbiamo raggiungere la spiaggia attraverso il mare. Un pescatore con la sua barca ci ha accompagnato; grazie a questa gita “fuori programma” anche oggi è riuscito a guadagnarsi la giornata. Juan Carlos e Lorenzo si divertono a dimostrarci la loro bravura nell’arrampicarsi a piedi nudi sulle palme fino a raccogliere per noi le noci di cocco, che poi con le sciabole e precisione chirurgica apriranno per farci gustare il latte. Il nostro soggiorno a Las Galeras è arrivato alla fine, come il nostro viaggio. La sera, dopo l’ultimo incontro con i tutti i collaboratori del progetto Guariquen, tra l’altro abbiamo avuto anche la fortuna e l’onore di conoscere Alfredo Somoza, che negli anni passati è stato presidente di Aitr e che si trova alle Mariposas per organizzare un congresso sul turismo responsabile a Santo Domingo, abbiamo salutato i nostri amici davanti ad una grigliata di crostacei al piccolo ristorantino sulla spiaggia gestito dalle donne di Las Galeras.
Ultimo giorno Non rimangono che poche ore per comprare gli ultimi regali da portare in Italia, salutare tutti gli amici di Las Galeras e partire alla volta di uno dei cinque aeroporti intercontinentali di Santo Domingo. Il nostro minibus privato freccia per le strade dominicane attraversando sterminate coltivazioni di platano o di costeggiando foreste di vegetazione lussureggiante grazie all’abbondanza di acqua e sole, casette di legno dai mille colori con sul portico genti allegra e pigra che chiacchiera del più e meno. Il nostro viaggio è giunto al termine, arriviamo all’aeroporto di Santo Domingo e non rimane che salutare i nostri nuovi amici, Lorenzo e Juan Carlos. Un’altra Repubblica Dominicana, si è mostrata ai nostri occhi, vera, naturale e solidale. Grazie infinitamente a tutti coloro che mi hanno permesso di vivere questa meravigliosa esperienza.