Alla scoperta di Tunisi
Indice dei contenuti
La decisione sulla meta della vacanza di fine anno arriva tardi, causa lavoro della mia compagna e dei pochi giorni a disposizione, prenoto il biglietto a fine novembre e tra Belgrado e Malta decidiamo di scegliere Tunisi per la convinzione di un clima più mite e della cucina araba che amiamo.
3 Gennaio
Il volo, nonostante un’ora di ritardo e il poco spazio tra i sedili, scorre velocemente (circa 50 minuti di volo). Atterrati facciamo la fila per il visto sui passaporti e usciamo, non prima di aver cambiato i soldi, non ho trovato grande differenza tra il cambio in aeroporto e quello nelle banche. Sulla guida avevo letto di stare molto attenti ai tassisti che cercano di non mettere il tassametro e di altre truffe, cosicchè ho cercato di scegliere bene. Ho chiesto a un poliziotto e mi ha indicato le fermate dei taxi, ho preso il primo della fila e mi sono assicurato che mettesse il tassametro. Dall’aeroporto al mio Hotel ci saranno voluti 15 minuti circa, e prima di arrivare vedo il tassametro che indica 27 dinari. Incomincio a insospettirmi e a lamentarmi, lui dice che c’è il tassametro… io continuo con le mie lamentele, ma alla fine vuole 20, così, pur consapevole della truffa appena subita scendo e vado in Hotel. L’hotel è molto bello, un quattro stelle proprio a ridosso della Medina, unica pecca il fatto di non avere il wi-fi in camera ma solo nella hall.
Sono le due, così decidiamo di iniziare la visita della Medina, patrimonio dell’Unesco, passiamo sotto la porta di Francia (si dice che porti fortuna) e ci addentriamo in queste strettissime viuzze piene di negozi che vendono di tutto, dai classici cammelli di pezza all’oro, si tratta del classico suk arabo, ma molto carino. Ci ritroviamo casualmente in piazza della Kasbah, molto carina e piena di bandiere turche, però la cosa che ci colpisce è vedere i militari armati a presidiare la piazza e intorno a loro filo spinato. Un po’ perplessi ci rimettiamo in cammino, costeggiamo le mura fino ad arrivare all’ingresso di Bab ej Jazira. Questo lato della città mi ha ricordato molto Aleppo e le sue mura, confusione inclusa. Una volta entrati ci dirigiamo passando dentro viuzze piccolissime e un po’ troppo sporche verso il Tourbet el Bey, riconoscibile per la sua cupola verde a squame di pesce. È un Mausoleo che custodisce le tombe di re, principesse e ministri, sfortunatamente è chiuso per restauri, quindi niente visita. Allora ci dirigiamo verso il museo Dar Ben Abdallah, centro per le arti e le tradizioni popolari, distante pochi metri. Sfortunatamente anche questo e chiuso, è in uno stato di semi abbandono, cosi come il caffè del teatro situato di fronte pubblicizzato dalla Lonely Planet. Adesso non so i motivi di queste chiusure, ma secondo me non hanno più riaperto da dopo la rivoluzione di due anni fa!
Fallite queste due visite ci ributtiamo nel suk fino a che torniamo in Hotel, incominciavamo a sentire la fame, così ci fermiamo in un locale proprio a ridosso dell’ingresso del suk, prendiamo 2 kebab con patatine fritte e una bottiglia di acqua pagando 8 dinari, tutto ottimo. Dopo un po’ di riposo in hotel usciamo verso le 8 e 30. Sulla guida i ristoranti che mi avevano maggiormente incuriosito erano due: Chez slah, in una parallela di Habib Bourguiba, e Dar el Jed nella medina. Essendo un po’ diffidenti sulla medina di sera optiamo per il primo. Appena usciti dall’hotel notiamo che la confusione del pomeriggio era un lontano ricordo, le strade erano quasi deserte, le uniche persone erano gruppetti di uomini, oltre che i militari a presidiare punti strategici. Percorriamo tutta Habib Bourguiba cercando la traversa del ristorante, ma con scarsi risultati. Ho chiesto anche a diverse persone, ma nessuno sapeva di preciso dove fosse, tanto che ho pensato che il locale avesse chiuso, visto che la guida era aggiornata a ottobre 2010. Percorrere le stradine interne, poi, non mi sembrava il massimo della sicurezza, cosi optiamo per tornare in Hotel e cenare lì. Il ristorante dell’Hotel, The Dome è molto bello e si mangia in maniera eccellente, prendiamo una zuppa del giorno, un cous cous di carne, dolce e acqua spendendo 35 dinari.
4 Gennaio
Oggi decidiamo di effettuare l’escursione a Sidi Bous Said e Cartagine e visitare il Museo del Bardo. Contratto con un taxi 90 dinari, starà con noi tutto il giorno e ci spiegherà anche qualcosa a Cartagine. Come prima tappa optiamo per il Museo del Bardo, si trova nella periferia della città, paghiamo l’ingresso, 7 dinari a testa più 3 per la macchina fotografica. Il museo è molto bello, soprattutto la collezione di mosaici romani, peccato che sia ancora in fase di completamento. Le statue erano ancora tutte coperte, passiamo lì due ore. Quando usciamo l’autista ci aspetta e ci porta a Cartagine, distante 10 minuti. Iniziamo vedendo solo dal di fuori. Poi facciamo un giro all’antico porto militare e per finire andiamo sulla collina di Byrsa dove ci sono la cattedrale e il museo archeologico. Da qui si ha una splendida visuale su tutta la città. Eravamo consapevoli di non trovare più molte tracce dell’antica città, essendo stata rasa al suolo e poi cosparsa di sale, per questo abbiamo deciso di dedicargli poco tempo. Ci rimettiamo in macchina e dopo pochi minuti arriviamo a Sidi Bous Said, la città degli artisti, caratterizzata da tre colori, il blu del mare, il verde della vegetazione e il bianco delle case. Il paesino che sporge da una parete rocciosa domina il Mediterraneo e pare essere il posto giusto per trascorrere una giornata lontano dal caos e dalla gente della città. Facciamo un giro prima sul lungomare e poi saliamo nella parte alta, il paesino è molto carino, anche se non molto diverso da molte località di mare delle mie parti, San Felice Circeo a Latina! Ci addentriamo dentro le viuzze del paese, molto suggestive e facciamo molte foto dai punti panoramici, poi andiamo a pranzo mangiando molto bene e poi prendiamo il nostro primo the con i pinoli al Cafe Neptune, molto bello. In alta stagione credo ci sia troppa gente e perda molto del suo fascino. Verso le cinque ci incontriamo con l’autista e torniamo a Tunisi. Eravamo molto stanchi così pensiamo di riposarci un po’ e poi uscire. Il tassista ci aveva fatto vedere dove si trovava Chez Slah, vicino a dove eravamo il giorno precedente, ma non ci saremmo mai arrivati. Purtroppo ci svegliamo verso le 21 cosi l’idea del ristorante sfuma, decidiamo di ordinare due club sandwich in camera con succhi d’arancia, ottimi, spendendo 27 dinari.
5 Gennaio
Oggi decidiamo di esplorare la medina con i raggi del sole, visto che di notte non lo ritengo sicura, volevamo visitare la moschea di Zitouna, ma con rammarico scopriamo che dopo la rivoluzione non è permesso entrare ai cristiani, cosi che ci consigliano di andare sul terrazzo dell’antica residenza del sultano per ammirare il cortile della moschea. Ci facciamo accompagnare da una persona, che diventerà poi la nostra guida, per 15 dinari. Ci fa passare per vicoli molto poco turistici, che non mi sarei mai azzardato ad attraversare, però poi alla fine raggiungiamo l’obiettivo e arriviamo alla casa dell’ultimo pasha ottomanno, ma adesso c’è un negozio di tappeti anche se ci sono ancora il letto e molti dei suoi abiti. Effettivamente, dal terrazzo si ha una splendida visuale di tutta Tunisi. Ci facciamo poi accompagnare davanti Darl Jam e prenotiamo per l’ora di pranzo. Ci porta anche da un suo presunto parente che vende essenze, ne prendiamo qualcuna (ancora dobbiamo diluirle nell’alcol, quindi non posso esprimermi). Ci lascia in piazza della kasbah, cosi che dopo un pò di foto andiamo a pranzo, sul ristorante che dire, già appena arrivi e vedi il portone giallo incominci a capire che mangerai in un posto da favola, gli interni sono bellissimi, il servizio eccellente e la cucina squisita. Noi prendiamo dei briq al formaggio, antipasti misti, cous cous, dolce, acqua e the ai pinoli, spendendo 80 dinari. Devo dire che i soldi sono veramente ben spesi. In Italia credo avrei pagato minimo 100 euro. Dopo pranzo ci dedichiamo allo shopping, poi posiamo gli acquisti in Hotel e decidiamo di passeggiare in Habib Bourguita, per arrivare fino alla torre dell’orologio. Di giorno l’ambiente è totalmente diverso, pieno di gente, tutti i bar e locali aperti sono, anche se la presenza dei militari con i mezzi blindati un po’ stona.
Visitiamo la Cattedrale, molto bella e andiamo a prendere un the al cafe dell’opera, molto stile liberty. Torniamo in Hotel verso le 19 consapevoli che anche questa sera avremmo cenato all’ottimo ristorante dell’Hotel.
6 Gennaio
Ultimo giorno in Tunisia, avevamo l’aereo alle 14, quindi, facciamo tutto con calma, colazione e bagagli. Verso le 10 decidiamo di uscire e farci l’ultima passeggiata per il centro e di comprare qualche dolce tipico loro, datteri in primis. Verso le 12 prendiamo il taxi e ci dirigiamo all’aeroporto, questa volta pago 10 dinari. Le pratiche per il chek in sono lentissime, la Tunis Air non permette di fare in chek in online, in più il nastro bagagli si rompe, fortunatamente noi viaggiando solo con il bagaglio a mano passiamo avanti. All’interno del gate solo un negozio accetta dinari, quindi siamo costretti a comprare datteri e patè di olive per spendere gli ultimi dinari rimasti. Come all’andata partiamo con un ora di ritardo, però il viaggio scorre veloce.
In conclusione, un viaggio che non rimarrà nella nostra memoria, l’idea era quella di andare in un posto dove le temperature fossero di un decina di gradi maggiori alle nostre, risultata infondata per il clima anomalo dell’Italia in quei giorni, e l’atmosfera non idilliaca che abbiamo trovato, carri armati e esercito ovunque, secondo me vigeva un mezzo coprifuoco, hanno fatto si che il viaggio non risultasse soddisfacente al 100%. La città nel suo insieme è carina, la medina, i ristoranti, Cartagine, Sidi bous Said posti che meritano così come da non sottovalutare il costo della vita molto basso, in definitiva… Tunisi 6+!