Alla scoperta di Tokyo
Ricordo ancora la mia prima impressione quando sono sceso dal bus. Mi sentivo una formica in mezzo a tutti quei grattacieli altissimi mai visti prima d’ora.
I disagi della giornata non sono finiti. Arrivati al “presunto” hotel, la reception non trovava la nostra camera prenotata. Semplice: avevamo sbagliato hotel. In realtà il nome era quello perchè si trattava di una catena, ma in un altra zona, per nostro fortuna a poche fermate di metro. La tipa ci ha dato una mappa e ci ha spiegato come raggiungere l’altro hotel. Finalmente siamo riusciti a raggiungere il nostro hotel, Vile Fontaine Achabori 4* con WiFi e colazione. Posati i bagagli era già abbastanza tardi, oltre le 23. Eravamo stanchissimi. Siamo usciti nel quartiere per andare a mangiare udon in un fast food della zona.
Le linee della metro probabilmente sono infinite, ma c’è da dire che non ti perdi assolutamente. Ogni fermata ha il proprio codice formato dalla lettera della linea e numero di fermata.
Il giorno dopo abbiamo notato subito che in realtà la colazione era alquanto deludente. C’era pochissima roba in un buffet organizzato di fronte la reception con qualche tavolo qua e là. Puntalmente, dopo aver fatto colazione e tornati giù per uscire, passavamo a prendere un caffè/the con una brioche.
La prima tappa di quel giorno sono stati i giardini imperiali. Al palazzo si entra solo 2 giorni l’anno che, se non ho capito male, dovrebbero essere il 23/12 e il 2/1. Sono giardini molto curati ma peccato che, a differenza di quelli a Kyoto non sono visitabili. Puoi arrivare fino alle mura di cinta. Così dopo qualche foto siamo andati via. Abbiamo raggiunto la piazza con la statua del samurai dove abbiamo assaggiato gli “ibanochi” che sono delle polpette con dentro il polpo a forma di spiedini.
Quel giorno, come in quelli successivi, abbiamo optato per il biglietto giornaliero: potevamo muoverci al centro di Tokyo con 600Y. Ogni tempio aveva il proprio catino dove i fedeli, prima di pregare o entrare al tempio, lavavano le mani. Questo è il “dong” di ogni tempio. Si trova all’entrata e, per come ho capito, serve a chiamare spiriti protettori o simili. Diffondi la pace in terra. Siamo andati al parco di Ueno a visitare il tempio dedicato agli studenti. Nella zona c’erano vari negozietti tipici e ci siamo fermati alla “Curry House” un locale doveva tutte le pietanze erano a base di curry.
Ueno Park è grandissimo e tra tutti i templi e i grandissimi fiori di loto abbiamo perso l’intero pomeriggio.
La sera siamo stati al cimitero. Hanno il culto dell’anima e della reincarnazione quindi ogni statua del bambino aveva, per esempio, il cappello per riscaldare, a volte coperte o giochi.
Il tempio di Tenno-ji con l’imponente e suggestiva statua del Buddah. L’ingresso principale era chiuso ma siamo stati fortunati nel trovare un piccolo ingresso laterale e abbiamo potuto visitare la statua e il giardino indisturbati. Vicino vi è una sorta di totem con un messaggio di pace. Abbiamo fatto una passeggiata lì vicino in una zona molto poco turistica per capitare in un ristorante di Sushi e Sashimi chiamato “Chinney”. Abbiamo trascorso la serata, un pò piovosa, al quartiere di Shibuja, dove c’è un grande incrocio a X che è considerato il più affollato per l’affluenza di persone. E infatti io stesso non ho mai visto così tante persone a Tokyo, e in particolare in quel’incrocio. C’erano anche vari locali e negozi con insegne enormi sui grandi grattacieli sempre illuminate.
Il giorno dopo volevamo provare ad andare al Fish Market ma è stato praticamente inutile. Intanto, sulla strada si intravedeva la famose torre di Tokyo (grande copia della torre Eiffel di Parigi) anche se c’era un sacco di nebbia con a volte pioggerella ma non ci siamo fermati perchè avevamo già in mente di tornarci un altro momento. Arrivati al Fish Market, sapevamo che chiudeva alle 14 invece alle 12 stavano già sbaraccando tutto. C’era una puzza nauseante di pesce e praticamente come siamo arrivati, abbiamo giusto fatto un giro al volo e siamo andati via.
Ci siamo spostati al quartiere di Akumasa. Grandissimo e gremito di gente e locali con alla fine i templi a entrambi i lati. Abbiamo pranzato al mc ma solo perchè c’era un panino che non avevamo mai provato prima, ovvero con l’avocado. Subito ci siamo buttati fuori dal mc perchè abbiamo notato dalla finestra che c’era qualcosa di strano per le vie. Infatti siamo usciti e abbiamo notato musica e gente come fosse un corteo, a ballare e suonare. Abbiamo fatto una lunga passeggiata su quelle strada pieni di negozietti di tutti i tipi e ne abbiamo approfittato per qualche souvenir.
Cena vicino l’hotel, in un ristorante famoso per le anguille, oltre alla zuppa di farro e miso. Si trattava di una catena di locali chiamata “yoshimaya”. Il menù preso era molto povero e cosi abbiamo optato per qualche pezzo di sushi in un locale lì vicino.
Il giorno dopo siamo stati al parco Yogiyo, parco famoso per i cosplay (persone vestite come i fumetti che in Giappone sono una vera e proprio arte!). Pioveva. Abbiamo preso un tipico ombrello giapponese: grande e trasparente. C’erano degli stand dove facevano delle patate molto lunghe, la banana con nutella e le classiche polpette di polpo. Una volta ripresa la metro siamo arrivati fino a Akiabasha, la zona famosa dell’elettronica e hi-fi così siamo entrati in un grosso centro commerciale dove c’erano tutti apparecchi elettronici: telefoni, tablet, pc, reflex e cose così. Abbiamo pranzato con uno spuntino al Family Markt optando per un riposino in hotel. La seria abbiamo raggiunto la torre, ma purtroppo c’era brutto tempo così siamo stati al suo interno nei vari negozietti. C’era un grande negozio tutto interamente dedicato al manga di “One Piece”. Abbiamo mangiato Udon e siamo stati in un parco che abbiamo scoperto camminando. Non è raro trovare per Tokyo, così come per tutto il Giappone, persone vestite con abiti tradizionali. Ma ho visto anche geishe e lottatori sumo.
Il giorno dopo era quello della partenza. La mattina abbiamo rifatto i bagagli e ne abbiamo approfittato per un altro giro in città. Volevamo raggiungere la ruota ma c’era brutto tempo e non valeva la pena. Siamo finiti in una zona un pò periferica dove c’era un laghetto. Ma gia all’ora di pranzo abbiamo ripreso i nostri bagagli e trasferiti in aeroporto per tornare a Roma.
Spero di non essere frainteso in ciò che sto per dire ma penso che il vero Giappone, quello storico, quello di cui sentiamo parlare sia a Kyoto o Osaka. Tokyo è una città stupenda, ricca di belle costruzioni, palazzi e grattacieli ma di Giappone ha ben poco, tranne qualche zona ricca di templi, ovviamente. La prossima volta farò un tour in Giappone dove darò più priorità ad altre città, sicuramente rimanendo qualche giorno in più a Kyoto e Osaka. [Tratto da: www.orizzontidiviaggio.wordpress.com]