Alla scoperta di Parigi
7 Settembre: mi aspetta una giornata intensissima, esco dal residence alle 8.00 diretta al Parco della Villette. Sarà che è troppo presto ma c’è poca gente in giro e l’atmosfera è un po’ triste, tutto il complesso ha l’aria desolata. Mi concedo una lauta colazione alla francese alla Brasserie dell’Horloge: 50 centimetri di pane con burro e marmellata, succo d’arancia, cappuccino; mi ci vuole praticamente un’ora per finire tutto, ma ne frattempo mi gusto il via vai di gente per le vie di Parigi e lungo la Senna, che è trafficata quanto un’autostrada. Riprendo il metrò sino a Montparmasse dove mi aspetta il treno per Chartres. La linea attraversa la bellissima campagna francese, fatta di ampie distese di campi di grano e boschi, senza le orrende case abusive che sono invece tanto frequenti in quella italiana. Chartres è una cittadina bellissima, sembra di passeggiare in un set cinematografico: i ponti di pietra sul fiume, le case con le travature dei muri a vista e la bellissima cattedrale che custodisce le preziosissime vetrate a mosaico (la scuola di Chartres è famosa in tutto il mondo per la realizzazione di queste vetrate) e il misterioso labirinto della Vergine, realizzato nel pavimento della chiesa. La salita sulla torre è emozionante: vale la pena salire 388 gradini per gustarsi il panorama dell’intera cittadina. Nel tardo pomeriggio riprendo il treno per tornare a Parigi e concludo la giornata con una lunga passeggiata sui boulevards.
8 Settembre: oggi mi aspetta la visita al Louvre e comincio la giornata con la solita colazione alla francesce ipercalorica, in una deliziosa brasserie davanti allo storico edificio della Conciergeries. Prima della visita al Louvre visito la piccola chiesa di S. Marguerite, secondo una leggenda, nel piccolo cimitero annesso alla canonica è sepolto il figlio di Maria Antonietta e Luigi XVI scampato alla furia della rivoluzione. Mentre mi dirigo al Louvre incontro un ragazzo di colore che vende cartoline e che vorrebbe farmi credere che è bresciano abbronzato!!! La visita al Louvre si rivela faticosissima, ho letto da qualche parte che se si dedicasse un solo minuto ad ogni opera custodita nel museo, ci vorrebbero sei mesi per vederle tutte!!! Naturalmente non ho questa intenzione e così mi limito a fare una passeggiata nelle sale. Dedico qualche minuto in più alla sezione egizia, non molto ricca ma ben allestita, e poi assisto con curiosità alla coda chilometrica davanti alla Gioconda. Alla fine della visita sono esausta e decido di tornare al residence e di consumare una frugale cena a base di baguettes farcite nella mia camera.
9 Settembre: alle 9.30 parto dalla Gare de Lyon per raggiungere Fontainebleu, residenza reale; il castello è carino e ben tenuto e circondato da un parco immenso, con tanto di lago, giardino segreto, serra. Torno verso Parigi e con la metro arrivo alla Defence, il quartiere moderno nato a nord il cui edificio più imponente è il grosso cubo scavato che ospita uffici. Fa davvero impressione, le persone sedute sotto lo scalone sembrano tante formiche!!! Qui c’è il centro commerciale 4 Temps, il più grande d’Europa. Torno presto al residence stanca morta.
10 Settembre: oggi passerò la giornata a Versailles, la residenza del Re Sole ormai entrata nel mito. All’arrivo, dopo una fila chilometrica per entrare, visito gli appartamenti reali. Riesco ad infiltrarmi in un gruppo e approfitto della loro guida per apprendere, oltre le informazioni classiche, anche un sacco di informazioni curiose e piccanti che in genere non si conoscono, è una guida decisamente preparata. Dopo la visita dei lussuosi interni, compresa la celeberrina galleria degli specchi, decido di fare un giro nel parco della reggia, le cui dimensioni sono inimmaginabili. Le foto viste sui libri di storia dell’arte non rendono che in parte la magnificenza di tutta la residenza. Con il trenino raggiungo il Petit Trianon e poi visito l’Hameau, il villaggio contadino fatto costruire da Maria Antonietta per i suoi “noiosi” pomeriggi. Il posto comunque è una delizia, fiori di tutti i colori sono la più grossa attrazione, oltre alle costruzioni vere e proprie che sembrano tante case di bambola. Il pomeriggio passa con la visita completa del parco e alle 20.30 sono di nuovo in camera stanchissima.
11 Settembre: la giornata comincia con la visita della Tour de Montparnasse, niente di eccezionale, a parte l’altezza. Da qui passeggiando per Rue de Quinet arrivo al Cimitero di Montparnasse, che sembra un parco pubblico, le persone passeggiano tranquillamente oppure leggono il giornale comodamente sedute sulle panchine. Non è la prima volta che noto come, al contrario che in Italia, i cimiteri sono vissuti in questo modo, come facessero parte del quotidiano. Montparnasse in particolare è diventato famoso perchè qui riposano molte persone famose, a partire dai grandi poeti e letterati francesi per passare a grandi attori come Ives Montand e a grandi musicisti come Jim Morrison. Sempre passeggiando arrivo ai giardini Lussemburgo e subito dopo inizia l’esplorazione del mitico quartiere latino, con la chiesa di S. Etienne du Mont e il Pantheon. Poi proseguo per Rue Rollin e Rue du Cardinal Lemaine, poi per Rue Cujas e da qui imbocco Rue de la Huscette, la vera anima del quartiere latino, certamente il più caratteristico di Parigi. Le stradine sono strettissime e ci sono una infinità di ristorantini caratteristici, la maggior parte greci, qui si respira la vera atmosfera parigina, quella di certi vecchi film come “Un’Americano a Parigi”. Passo davani alla Rue du Chat qui Peche (la via del gatto che pesca), conosciuta come la via più stretta di Parigi: in effetti sarà al massimo settanta centimetri di larghezza. La attraverso per dirigermi a Notre Dame. Purtroppo la facciata della basilica è coperta da teli, è in ristrutturazione. L’interno è suggestivo, ma mi è piaciuta di più la cattedrale di Chartres. Salgo sulla torre, la mitica torre sulla quale si arrampicava Quasimodo, e da qui la visuale è mozzafiato. Quassù si è circondati dalle curiose e non sempre allegre figure allegoriche che adornano la costruzione. Da Notre Dame visito l’Isle Saint Luois, e la gelateria Berthillon, pare che qui facciano io miglior gelato di Parigi, e in effetti non è male. Prossima tappa la Saint Chapelle che è uno spettacolo unico. Dopo pranzo passeggiata lungo la Rue S. Andrè des Artes e poi in Rue de Beaux Arts. La giornata prosegue con la visita alla Gare d’Orsay, ex stazione ferroviaria restaurata e adibita a museo, dedicato completamente alla pittura impressionista. Da Renoir a Van Gogh, da Sisley a Degas, tutti gli impressionisti qui sono presenti, ci sono le opere più belle di tutti questi grandi maestri. Probabilmente la cosa più bella vista a Parigi. Rimango in estasi davanti a tele conosciute sui libri, viste dal vivo danno un’emozione difficile da spiegare. Da qui proseguo la visita nel quartiere di Monmartre, il quartiere degli artisti, con la celebre basilica del Sacro Cuore. La cosa più bella del quartiere è la piazzetta piena di pittori. Mi incammino in salita verso il Mulino della Gallette, immortalato da Renoir nell’omonimo dipinto, certo che non ha più la stessa atmosfera, oggi è un ristorante soffocato da costruzioni più recenti. Ceno alla Brasserie Omnibus, di fronte all’ingresso del Moulin Rouge, davanti al quale c’è una fila chilometrica di persone in attesa di entrare ad assistere ud uno dei celebri spettacoli osè per il quale è famoso. Dopo cena faccio ancora una passeggiata e poi torno al residence.
12 Settembre: ultima giornata a Parigi, dedicata alla visita del più grande parco della città: il Bois de Boulogne. Si tratta di un grandissimo parco fatto di prati e boschi percorsi da ruscelli e laghi, attrezzato con aree di sosta, zone riservate al gioco dei cani, spazi attrezzati per il fitness, piste ciclabili e per pattinaggio; ma la cosa più bella al suo interno è il giardino di Shakespeare, un piccolo teatro all’aperto che ha più l’aspetto di un giardino, diviso in varie zone, ognuna dedicata alle opere del drammaturgo inglese, e in ognuna di queste zone sono coltivate piante e fiori citate proprio nelle opere. Così nella zona dedicata a Romeo e Giulietta si possono trovare, oltre alle immancabili rose, anche le piante officinali coltivate da Frate Lorenzo. Così come per Amleto e Giulio Cesare e per tutte le altre opere. Pranzo al Bistrot Romain: insalata di cetrioli e peperoni con salsa allo yogurt; mousse di pesce e sformato di riso al burro fuso e per finire un fondant: fetta di mousse al cioccolato affogata in mezzo chilo di crema al cioccolato calda!!! Una vera goduria!!! Il resto del pomeriggio lo impiego a visitare Les Halles, altro quartiere storico recentemente risistemato con costruzioni moderne. Niente di imperdibile. Proseguo per il Centre Pompidou, progettato da Richard Rogers e da Renzo Piano, il mio mito. Peccato che sia chiuso per restauri, mi accontento di vedere l’esterno. Prossima tappa Palais Royal e Place Vendome e poi l’immensa spianata di Place de la Concorde. E’ il momento di visitare la Tour Eiffel, che ho voluto lasciare per ultima. La vista è ovviamente superba. Decido di scendere a piedi invece che con l’ascensore. Appena scesa mi incammino sul Lungosenna e poi vado verso l’Operà. Il ritorno al residence è un po’ malinconico, la vacanza è finita, domani si parte!!! Adieu Paris!!! Conclusioni: ogni volta che visito una grande città, soprattutto una capitale europea, mi viene naturale fare il paragone con Roma; beh Parigi è una bellissima città, da vedere sicuramente, ma non è Roma.