Alla scoperta di L’Avana e Varadero con bambino al seguito
Il volo Madrid-Havana non è stato tra i più confortevoli anche perché non c’erano gli schermi individuali ma un unico schermo, quindi niente cartoni animati che invece sarebbero stati un valido aiuto per far passare il tempo più velocemente.
Tuttavia tra disegni, giochi, passeggiate nel corridoio, snack e pisolini le dieci ore di volo sono passate.
Al contrario delle nostre aspettative i controlli doganali sono stai veloci.
All’aeroporto Josè Martì dell’Havana c’è una corsia preferenziale per le famiglie con bimbi piccoli, quindi senza fare code in un batter d’occhio eravamo fuori dall’aeroporto.
Ad attenderci c’era il taxista che avevamo prenotato, insieme alla casa particular, sul sito www.casaperticular.org.
Il servizio di bienvenida all’aeroporto costa 30 CUC,poco di più di un normale taxi però arrivando alle 20 non volevamo avere pensieri.
Si è rivelata una scelta azzeccata perché, su nostra richiesta, il taxista ci ha accompagnati alla cadeca di cambio dell’aeroporto dove non abbiamo fatto fila perché apparentemente a Cuba le famiglie con bimbi piccoli non fanno fila(ci è piaciuta fin da subito!)
Alle 21 circa siamo arrivati alla casa particular Villa Azul, situata in Habana vieja in Calle Curazao No. 24 e siamo andati direttamente a dormire perché eravamo tutti e tre stremati da viaggio e fuso orario.
Alle 5.00 di mattina, sempre a causa del fuso, ci svegliamo tutti e mentre Diego gioca con i giochi portati dall’Italia noi attendiamo l’alba dal balcone della casa particular ammirando il lento e affascinante risveglio dell’Havana.
Già alle 7.00 la strada brulicava di gente indaffarata in ogni sorta di lavoro dal panettiere ambulante, al rigattiere, al meccanico intento a smontare motori in mezzo alla via.
Greisy, la padrona di casa, appena tornata dal mercato,ci ha preparato un’ ottima colazione a base di frutta fresca, pane e frittelle appena sfornate, yogurt, uova, prosciutto, latte e caffè.
I padroni di casa hanno un bimbo di 3 anni Jean e in pochi minuti, nonostante le differenze linguistiche, lui e Diego diventano ottimi amici.
Iniziamo il nostro primo giorno di visita alle 8.30 quando il sole è già caldo, armati di numerose bottiglie d’acqua.
Arrivati alla nostra prima tappa della mattinata, plaza vieja, ci sembra di essere in un’altra città. La casa particular infatti si trova nella parte non ancora ristrutturata dell’Havana e molto fatiscente ( ma certo non priva di fascino) mentre gli edifici di Plaza vieja sono quasi tutti già tornati al loro antico splendore in seguito alla ristrutturazione.
In plaza vieja saliamo sulla camara oscura, una torre dalla quale si ha una bellissima vista della città e da dove, in una stanza buia, grazie ad un gioco di lenti costruito in base al progetto di Leonardo, si può avere una visione telescopica su alcuni punti interessanti della città.
Lasciata plaza vieja ci dirigiamo a plaza san Francisco e poi diretti in calle Obisbo , la via più centrale dove si affollano negozi di souvenir e locali da cui già la mattina provenivano note di salsa.
Visitiamo il museo della Farmacia Habanera, più che altro siamo incuriositi dai ricchi dettagli degli arredi interni e dal fatto che sia ancora attiva per la vendita di erbe e di altri prodotti omeopatici.
Trascorsa così la mattinata torniamo alla casa particular dove ci riposiamo e pranziamo, nelle ore centrali della giornata il caldo è veramente insopportabile.
Dopo la sosta riprendiamo con la visita della città e passando per avenida de Belgica arriviamo al Floridita dove però non ci fermiamo per il classico daiquiri perché ci sembra un po’ troppo turistico, proseguiamo per Obisbo fino a plaza de Armas, dove c’è un interessante mercatino di libri usati tra cui anche edizioni dell”800.
Torniamo poi in Plaza vieja perché siamo curiosi di provare la birra della brewery “taberna della muralla” che la mattina ci era sembrata molto invitante.
Non rimaniamo delusi, la birra è davvero deliziosa e anche Diego si gusta la sua acqua ascoltando della buona musica live.
Il primo giorno volge al termine e torniamo a cena nella casa particular dove Diego può giocare con il suo amico Jean e dove ci attende un’ottima cena a base di “pescado”, riso e verdure fresche oltre ad un delizioso dulce de leche.
Mangiamo tutti e tre a sazietà poi a letto (fortunatamente in camera c’è l’aria condizionata!)
Il secondo giorno, partiamo con la visita al Capitolio nacional che però è chiuso per restauri quindi possiamo ammirare la sua magnificenza solo da fuori.
Dietro al Capitolio c’è la fabbrica di tabacco e poco più lontano la porta d’ingresso alla vecchia chinatown che però di cinese ormai non ha pressappoco più nulla se non qualche ristorante.
Optiamo per passeggiare lungo il Parque central che è contornato dapprima dai maestosi alberghi che ricordano la ricchezza dei decenni passati per poi riportarci al presente con la fatiscenza degli edifici man mano che ci si allontana dal Capitolio.
Percorriamo tutto il Paseo del Prado fino al Parque de los enamorados e di lì ritorniamo per plaza 13 marzo, passando davanti al museo de la revolucion e all’edificio Bacardi. Vorremmo visitare anche il museo de Bellas artes, ma vista l’ora decidiamo di fare la solita sosta alla Taberna de la Muralla per birra e hamburgesa (3,50 CUC) accompagnati da ottima musica.
Tornati alla casa particular pranzo e riposino per Diego per poi ripartire con le visite del pomeriggio.
Nel pomeriggio ci aspettano il museo del Automovil che contiene dei rari modelli di auto e moto (anche se in realtà tutta l’Havana è un museo dell’auto a cielo aperto), plaza de la catedral con tappa alla famosa boteguita del medio dove però non prendiamo il mojito che preferiamo gustare in un locale non lontano dove veniamo attratti dalla buona musica.
Sera: cena ,gioco con il piccolo Jean e nanna per Diego mentre noi restiamo a parlare fino a tardi con Michel e Greisy della vita a Cuba sorseggiando un ottimo rum legendario con ghiaccio e osservando dal balcone la vita animata della noche de la Habana.
Il terzo giorno partiamo con il bus tour (T1) che ci porta a fare il giro di Havana centro e del Vedado; scendiamo in Plaza de la revolucion per le foto di rito con l’immagine del Che e di Fidel.
Dopo pranzo andiamo alla maestranza, un parco divertimenti molto frequentato dai bambini del posto.
Con 3 CUP (pari a circa 0,09 €) Diego può saltare sui gonfiabili, poi un giro sul pony (3 CUP) e passeggiata sul malecon per ammirare il tramonto.
Il giorno seguente salutiamo Michel Greisy e Jean che ci hanno veramente fatto sentire come a casa e con i quali abbiamo avuto modo di conoscere il volto non turistico di Cuba e partiamo con il viazul alla volta di Varadero per un po’ di mare e relax.
Prendiamo un autobus della linea viazul, molto confortevole, che per 10 cuc a testa (Diego non paga) ci porta in 3 ore circa alla turistica Varadero.
Varadero è un’altra Cuba, costruita ad uso e consumo dei turisti.
Ci sono lunghissime spiagge bianche e un mare cristallino da cartolina, sicuramente uno dei più belli che abbiamo mai visto.
Soggiorniamo al Barlovento che abbiamo prenotato senza agenzia on line dall’Italia pagandolo molto meno dei 180 CUC che chiedono in loco.
L’hotel è sconsigliato per qualità della cucina e dell’intrattenimento ma pulito e dotato di ogni confort.
Lo spazio bambini è inutilizzabile ma a Diego sembra non importare perché passa tutta la giornata tra mare, spiaggia e piscine.
A Varadero trascorriamo una vacanza di vero totale relax.
Non rinunciamo comunque a visitare qualche piccola attrazione locale come: la cueva ambrosio, dove sono stati scoperti disegni di 2500 anni fa attribuiti ai ciboney, popolazione pre-colombiana, vissuta a Cuba in quell’epoca; il piccolo museo di Varadero. che contiene qualche oggetto utilizzato dal Che durante la sua visita, alcuni cimeli della breve storia della città e degli esempi di fauna locale impagliati tra cui anche un piccolo squalo con due teste. (vero!)
Impareggiabile è la vista dal balcone del primo piano e anche la struttura della casa che ospita il museo è molto bella , ricorda le case coloniche degli Stati Uniti meridionali. All’uscita il gentilissimo guardiano del museo che ci ha fatto anche da guida ci fa assaggiare dei frutti di hicaco un albero locale che ha dato il nome alla penisola ( il sapore però non è molto buono).
Da ultimo visitiamo la casa delle vacanze di Al Capone che ora è un ristorante e si affaccia su un tratto di costa mozzafiato.
Per spostarci utilizziamo il bus turistico oppure i coco-taxi perchè il Barlovanto si trova un po’ distante dal centro.
A Varadero restiamo 10 giorni che sembrano veramente volare. Per il ritorno abbiamo prenotato dall’Italia ( al cubapoint di Milano) un transfer che ci ha portato dall’albergo direttamente all’aeroporto dell’Havana in poco più di due ore.
Sia l’aeroporto dell’Havana che quello di Madrid sono attrezzati con aree gioco per bambini: così l’attesa sia per Diego che per noi risulta meno noiosa.
Dall’aereo salutiamo questa bellissima e accogliente isola ricca di contrasti e di luoghi meravigliosi, pensando già al prossimo viaggio e sicuri che questo sia solo un arrivederci.