Alla scoperta di Istanbul

Il fascino di diverse culture a cavallo tra Occidente ed Oriente
Scritto da: PAPERINA69
Partenza il: 01/05/2014
Ritorno il: 04/05/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Dopo soli 4 mesi eccoci di nuovo in volo verso una meta da tanto ambita b>Istanbul! Questa volta proviamo la Turkish Airlines, compagnia di cui non avevo una gran fiducia ed invece mi ha piacevolmente sorpreso: gentilezza, efficienza e comfort con un buon rapporto qualita’-prezzo. Durante il volo la vicina di posto, una signora vicino alla ottantina, di rientro ad Istanbul, inizia a colloquiare in un ottimo inglese; approfitto della gentilezza per chiederle alcune cose. Ci informa che nell’area di Istiklal Caddesi sono in corso degli scontri tra la polizia e i manifestanti, proprio nelle vicinanze del ns hotel, e ci invita a prestare molta attenzione rendendosi disponibile in caso di bisogno (non mi è mai successo in tanti viaggi di incontrare una perfetta sconosciuta che mi lascia sia il numero di telefono di casa che il cellulare!). Sbrigate le formalità in aeroporto (coda spaventosa al controllo passaporti!) usciamo e cerchiamo la navetta prenotata su internet (Istanbul Airport Shuttle) per Eur 40 ( A/R x 2 persone) ma sebbene un paio di telefonate (di un dipendente dell’aeroporto, anche questo mai visto prima!) nessuno si presenta… Ricorriamo ad un taxi per la modica cifra di 45 Lire Turche (circa Eur 16) ed un tragitto di circa 30 minuti. Anche il tassista parla un ottimo inglese e riconferma la cordialità e disponibilità dei Turchi! Durante il tragitto anch’esso ci invita ad evitare la zona dell’hotel almeno fino alle 20,00 facendomi promettere che avrei stravolto il programma della giornata che prevedeva proprio la visita di quella zona… A causa dei posti di blocchi della Polizia è costretto a lasciarci a circa 200 mt dall’hotel ma ci da le indicazioni per arrivare. All’Elan Hotel siamo accolti con estrema gentilezza: ennesima riprova di come siano i turchi! Lasciati i bagagli in camera ( piccola ed essenziale ma pulita) approfittiamo del receptionist per alcune informazioni e con la mappa ci dirigiamo a piedi Vs la Torre di Galata (Galata Kulesi- ingresso Eur 6,5 – costruita nel 1348 dai Genovesi su una precedente struttura bizantina in legno distrutta da un incendio, divenne prigione sotto la dominazione ottomana, e in seguito torre di avvistamento per gli incendi ) che, con i suoi 67 metri, domina il panorama del Corno d’Oro di Istanbul. Oggi la terrazza del ristorante, che occupa la circonferenza dell’edificio, regala una vista imperdibile sulla città. Mentre scrutiamo l’orizzonte e giochiamo con un gabbiano furbetto, che si mangia tutti i ns pistacchi, udiamo degli spari: gli animi in Piazza Tacsim non sono ancora pacati! Scendiamo a piedi verso il Ponte di Galata – Galata Köprüsü che collega il quartiere Beyoglu con Sultanhammet e curiosiamo tra i banchi, ormai vuoti, del mercato del pesce dove ristorantini improvvisati offrono pasti veloci approfittando del panorama mozzafiato. Attraversiamo il Ponte che si sviluppa su due piani (al piano inferiore una serie di ristoranti e bar con tanto di sofà mentre al piano stradale un largo marciapiede ospita numerosi pescatori e qualche venditore ambulante. Raggiunta la sponda opposta troviamo a dx una grande piazza con ristoranti tipici mentre a sx la Nuova Moschea di Eminonu (Yeni Cami – moschea imperiale ottomana -La sua costruzione, commissionata da Safiye Sultan, moglie del sultano Murad III, iniziò nel 1597. L’esterno presenta sedici cupole e semicupole disposte in forma piramidale e due minareti. La cupola principale di 36 metri di altezza è circondata da quattro semicupole. Il cortile è 39 metri di lato, ed al suo interno ospita un colonnato coperto da 24 piccole cupole. Un elegante şadirvan (fontana per abluzioni) si trova al centro, prevalentemente con funzioni ornamentali, dato che le purificazioni rituali avvengono presso i rubinetti collocati nel lato meridionale della moschea. La facciata dell’edificio è decorata con piastrelle di İznik. Per la costruzione dell’edificio vennero usati blocchi di pietra provenienti da Rodi. L’interno della moschea è un quadrato di 41 metri di lato. L’area centrale è definita da quattro grandi pilastri che rappresentano il ptent-Disposition: form-data; nama, il cui diametro interno è di 17,5 metri e si innalza dal suolo 36 metri. Lo spazio interno è esteso da semicupole lungo l’asse est-ovest, con piccole cupole al di sopra di ogni angolo della navata e anche sopra gli angoli delle gallerie. L’angolo nord-est della galleria ha una schermo dorato, dietro il quale i membri della corte imperiale partecipavano al culto. Questa galleria è collegata da un lungo passaggio a un elevato Padiglione reale, nell’angolo nord-est del complesso. L’interno della moschea è decorato con piastrelle di Iznik di colore blu, verde e bianco, Il mihrab è decorato con stalattiti dorate, il minbar ha un baldacchino conico con sottili colonne di marmo).

Dopo aver tolto le scarpe (approfittando dei sacchetti all’ingresso) e coperto il capo con un foulard, entriamo in Moschea per ammirare l’enorme tappeto che copre il pavimento e la maestosità delle cupole e dei loro decori. Una volta usciti visitiamo il Bazar Egiziano –( Mısır Çarşısı, aperto tutti i giorni) un grande mercato coperto, dove poter acquistare Lokum (dolci tipici a base di zucchero e pistacchi) , spugne naturali ed una infinità di spezie. Torniamo Vs la Torre di Galata alla cui base si trovano alcuni ristoranti e per soli Eur 26 ceniamo in due.

La mattina successiva utiliziamo il Tunel (una breve linea funicolare sviluppata completamente sotterranea, costituita da sole due stazioni che collegano Karaköy e Beyoğlu, e che sale per la collina per un percorso di 573 metri. Inaugurata il 17 gennaio 1875, è la seconda più antica linea sotterranea urbana al mondo dopo la metropolitana di Londra) dopo aver acquistato una card ricaricabile (10 lire = eur 3,60 di cui circa la metà di credito) utilizzabile in tutti i mezzi pubblici. In soli 3 minuti arriviamo a Karakoy dove prendiamo il tram in direzione di Sultanhammet. Attraversando il Grand Bazar ci incamminiamo verso la Moschea di Solimano il Magnifico (Süleymaniye camii – edificata tra il 1550 e il 1557, su un colle nella parte occidentale di Istanbul dall’architetto Mimar Sinan, che si ispirò alla chiesa bizantina di Santa Sofia (Aya Sofia). L’edificio presenta una cupola centrale circondata da semicupole e quattro minareti con balconi. Il cortile dell’edificio, inserito in giardini curati, è circoscritto su tre lati da un muro con grate e al suo centro si trova una fontana per le abluzioni, sormontata da una cupola. L’interno è caratterizzato da grandezza e semplicità, con decorazioni contenute eccetto il mihrab, rivestito con maioliche di Ïznik; le vetrate policrome e le quattro colonne mastodontiche di rimpiego: di queste due sono state prelevate da due palazzi bizantini di Istanbul, una da Alessandria d’Egitto e l’ultima da Baalbek, città del Libano .Vicino al muro di cinta si trova il cimitero con le tombe di Solimano e della moglie Rosselana entrambe decorate con cupole maiolicate).

Riscendendo verso Sultanhammet ci fermiamo al Grand Bazar (Kapalı çarşı , costruito nel 1435 circa, paradiso dello shopping: manifattura Turca, gioielli, lampade, candele, oggetti in argento, souvenir, ceramica, onice, e ancora pelle, tappeti… Questo mercato coperto contiene migliaia di negozi affacciati su 61 strade coperte che si intersecano in un labirinto.. Attenzione ai prezzi, qua si tratta!). Per non passare il resto della giornata nei labirinti di viuzze che lo caratterizzano scappiamo verso l’Ippodromo dove, per non fare la solita interminabile coda, ci uniamo ad altri turisti e paghiamo (lire 20 a testa ingresso incluso) una guida per entrare subito alla Cisterna Basilica – Yerebatan Sarniçi chiusa il giovedi -(una delle grandi opere realizzate da Giustiniano nel 532, utilizzata come deposito delle acque di Istanbul durante l’epoca bizantina e in seguito garante dell’approvvigionamento idrico per il palazzo Topkapi, è costituita da 336 colonne con capitelli e pietre scolpite divise in 12 file da 28 ciascuna, 140 metri di lunghezza, 70 di larghezza, capace di contenere 80.000 metri cubi d’acqua. Le colonne hanno stili e forme diverse perché provengono da vari templi: oltre quelle corinzie, ce ne sono anche alcune scolpite con noduli, occhi e lacrime e a forma di tronco d’albero. Le più affascinanti sono quelle poggiate su due enigmatiche teste di Medusa, una di profilo e una capovolta). Affascinati dalla struttura, dalle luci aranciate e dagli enormi pesci che vivono li dentro ci congediamo alla volta del Museo di Aya Sofia– Hagia Sophia,(Lire 30 a testa- chiuso il lunedi) (commissionata dall’Imperatore Giustiniano I e costruita tra il 532 e 537 questa chiesa Cristiana di rito bizantino fu la chiesa cristiana più importante e grande di Costantinopoli fino al 1054, sede patriarcale greco-ortodossa, venne poi trasformata in moschea dai Turchi nel 1453. Oggi è un museo, nota per la sua gigantesca cupola, apice dell’architettura bizantina e per le decorazioni dei magnifici mosaici, composti da circa 30 milioni di tessere dorate: domina la piazza di Sultanahmet. All’esterno si possono vedere l’antico Battistero, le tombe di Selim II, Murat II e Mehemet III e la stupenda fontana delle abluzioni a pianta ottagonale e cupola di piombo che poggia su 8 colonne di marmo ). Concludiamo la serie con la Moschea Blu (- Sultanahmet camii conosciuta come la Moschea Blu per le 21.043 piastrelle di ceramica turchese inserite nelle pareti e nella cupola. È infatti il turchese il colore dominante nel tempio. Pareti, colonne e archi sono ricoperti dalle maioliche di İznik , decorato in toni che vanno dal blu al verde. Rischiarate dalla luce che filtra da 260 finestrelle, conferiscono alla grande sala della preghiera un’atmosfera suggestiva quanto surreale Risalente al XVII secolo, è anche l’unica a poter vantare ben sei minareti, superata in questo solo dalla moschea della Ka’ba, alla Mecca, che ne ha sette).

Ci soffermiamo all’Ippodromo – Atmeydani (per dimensioni secondo solo al Circo Massimo di Roma con i suoi 400 m di lunghezza e 120 di larghezza; poteva ospitare fino a 100 mila persone. Purtroppo, a causa della IV Crociata, quando Costantinopoli è stata saccheggiata, le opere di maggior valore dell’ippodromo sono andate perse. Rimangono l’Obelisco di Teodosio la Colonna serpentina e l’Obelisco murato) dove assistiamo alle riprese per uno spot della Vodafone. Rientriamo a Beyoglu e terminiamo la giornata a Istklal Caddesi con una cena presso uno dei tanti ristoranti che si affacciano sulla via. Dedichiamo la mattina successiva alla visita del Palazzo Topkapi (chiuso il martedì – terminato nel 1465 fu residenza e palazzo del governo durante l’Impero Ottomano. Il palazzo con le sue tre enormi corti è circondato da 1400 metri di mura che lo separano dal resto della città. In tempi antichi Topkapi era a tutti gli effetti una città nella città dove Sultano, concubine ed eunuchi trascorrevano l’intera vita isolati dagli altri cittadini. L’Harem del Palazzo Topkapi, composto da 259 meravigliose stanze decorate, era l’abitazione del Sultano, sua madre, fratelli, sorelle concubine ed eunuchi) dove, sebbene arrivati prestissimo c’è una coda kilometrica per accedere. Acquistiamo il biglietto di ingresso sia per il Palazzo che per l’Harem (30 + 15 lire) e non ce ne pentiamo! Oltre ad una serie di suppellettili preziosi , abiti ed armi dei vari sultani succedutisi , si possono ammirare numerosi gioielli tra cui un diamante gigante di decine di carati… luce per i miei occhi! Peccato non si possa fare foto : le guardie sono ovunque! Ripreso il tram raggiungiamo il terminal di Beyazit in attesa del Bus nr 90/B verso Draman per ammirare la Chiesa di San Salvatore in Chora (Kariye Müzesi 15 lire –chiusa il mercoledi –uno dei più importanti esempi di architettura bizantina sacra ancora esistenti. L’edificio, nato come chiesa ortodossa. Nel XVI secolo la chiesa fu trasformata in moschea dai Turchi Ottomani, èer poi divenire museo statale nel 1948. L’interno è decorato con mosaici e affreschi, fra le massime espressioni dell’arte bizantina. La chiesa fu edificata in origine, nel V secolo, fuori dalle mura di Costantinopoli, all’esterno delle mura Costantiniane, distrutta forse da un terremoto fu ricostruita con pianta a croce greca inscritta Dopo la conquista ottomana, la chiesa fu trasformata in moschea nel 1511 da Hadim Ali Pascià, gran visir di Bayezid II. A causa della contrarietà islamica nei confronti della rappresentazione di figure umane, i mosaici e gli affreschi furono ricoperti di calce, ma non distrutti. le sue piccole dimensioni rispetto agli altri luoghi di culto di Istanbul (la sua superficie è di 742,5 m²) sono compensate dall’imponenza degli interni. L’edificio è composto da tre zone principali: l’ingresso o narthex, Il corpo principale della chiesa o naos, e la cappella o paracclésion. I mosaici e gli affreschi presenti sono tra le produzioni più importanti della pittura bizantina. Il tema principale di questi mosaici è l’Incarnazione e la Salvezza, nella cappella funeraria il motivo iconografico è centrato sulla Risurrezione).

Dalla fermata si raggiunge Chora attraversando uno dei quartieri piu’autentici di Istanbul, con le sue case in legno malandate. Per il ritorno prendiamo il bus nr 90 fino ad Eminonu dove approfittiamo per un ulteriore visita del Bazar delle Spezie. Per la cena optiamo di nuovo per lo stesso ristorante della sera prima….e si riconferma buono! Dedichiamo il resto della serata per passeggiare lungo la bella ed affollatissima Istiklal caddesi dove i negozi rimangono aperti fino a tarda sera quando aprono i battenti una miriade di locali tra discobar e pianobar. La musica arriva da ogni dove e la gente continua ad arrivare. Essendo l’ultima sera ci concediamo un the alla menta ed una shisha in uno dei tanti locali della stessa via ed abbiamo l’occasione di fare conoscenza con un gruppo di ragazze ed un ragazzo ns vicini di sofà: l’ennesima conferma della cordialità del popolo turco! Scattiamo un po’ di foto e conversiamo come amici di vecchia data. L’ultima giornata la dedichiamo alla visita del Palazzo Dolmabahce (Dolmabahçe Sarayı,chiiso il lunedi- Il palazzo fu il principale centro amministrativo dell’Impero Ottomano dal 1856 al 1922, fatta eccezione per un periodo di venti anni (18891909) durante i quali fu usato il Palazzo Yıldız. Nasce a scopo di emulazione e confronto delle principali regge europee, realizzate nell’epoca del barocco,e conserva diversi quadri donati dai capi di stato dell’epoca, quale simbolo di amicizia e pace.). Chiuso il lunedì e martedì – per il cui ingresso si consiglia di arrivare presto (verso le 8,30) visto il numero giornaliero di accessi limitato e visita esclusivamente accompagnata dalla guida (inglese e arabo) con doppio biglietto (Palazzo + Harem 40 lt). Sarete seguiti passo dopo passo da zelanti guardie per evitare che scattiate foto: tentazione molto forte dinnanzi alla celeberrima Scalinata di cristallo. Tutte le sale, gli studi e i saloni, conservati in condizioni eccellenti, sono quantomeno… sfarzosi Alla fine della prima parte della visita vi troverete nella Sala cerimoniale, concepita per contenere… 2500 persone, col lampadario in cristallo più pesante del mondo – Per visitare l’Harem basta girare l’angolo 2 volte e rimettersi in coda. Proprio di fronte troverete i servizi igienici. Bellissimo il giardino con statue e fontane in cui e’ immersa tutta la struttura, affascinante l’attracco e la porta sul Bosforo, dal quale ci si affaccia sull’Oriente. Arriviamo in taxi (4 euro) al quartiere Ortakoy, proprio sotto il Ponte del Bosforo . Essendo ora di pranzo ci facciamo preparare, in uno dei tanti chioschi, una enorme Kumir, la tipica patata ripiena di qualsiasi cosa vogliate (salse, piselli, mais, carne, formaggio, burro , prosciutto, etc…) che solo qui è possibile mangiare. Passiamo un pò di tempo tra le bancarelle lungo il molo ed ammiriamo la sponda opposta del Ponte: l’Oriente! Ci resta ancora qualche ora e ce la godiamo al sole in uno dei sofa’ di un locale del Ponte di Galata, davanti ad una birra, un dolce e con l’aroma emanato dal nostro Narghile’ osservando il tramonto su Sultanahmet. Vacanza finita, quattro giorni belli ed intensi che consiglio a tutti.



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