Alla scoperta delle US Virgin Island

Si chiamano St.Thomas, St. John e St. Croix e sono le tre isole principali che compongono le Virgin Islands. Paradisi tropicali degni dei migliori Caraibi, sembrano tuttavia essere poco “gettonate” dal turismo nostrano e, almeno in estate, è raro incontrarvi italiani (non che questo sia un male…). Certo, la nostra estate da quelle parti è...
Scritto da: polette
Partenza il: 26/07/2006
Ritorno il: 16/08/2006
Viaggiatori: in coppia
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Si chiamano St.Thomas, St. John e St. Croix e sono le tre isole principali che compongono le Virgin Islands. Paradisi tropicali degni dei migliori Caraibi, sembrano tuttavia essere poco “gettonate” dal turismo nostrano e, almeno in estate, è raro incontrarvi italiani (non che questo sia un male…). Certo, la nostra estate da quelle parti è considerata bassa stagione; in realtà, a parte qualche repentino acquazzone, il tempo è ottimo e il clima piacevole, con temperature dell’aria che si aggirano attorno ai 30°C e dell’acqua attorno ai 28°C. Le isole hanno in comune il fatto di essere americane, di essere verdissime e di offrire un mare incredibilmente bello. Per il resto sono molto diverse tra loro. In circa 20 giorni le abbiamo girate tutte e tre, con il consueto metodo del fai-da-te, cercando di spendere il meno possibile. Questi posti, infatti, sono tutt’altro che a buon mercato ma, con un po’ di accortezza, non è difficile contenere il budget. Un consiglio? Portatevi da casa l’attrezzatura per lo snorkelling (che diversamente viene affittata a caro prezzo) e scegliete alberghi con cucina: un buon modo per risparmiare e per salvarvi lo stomaco da una dieta a base di patatine e pollo fritto. St. Thomas St. Thomas è il punto d’approdo obbligatorio per chi proviene dalla terraferma, è l’isola meno interessante dal punto di vista naturalistico e di sicuro la più commerciale delle tre. A nostro personalissimo parere, ci è sembrata un po’ deludente. Nel porto della capitale, Charlotte Amalie, attraccano ogni giorno fino a sette grandi navi da crociera e le vie, in genere tranquille, sono prese d’assalto da turisti assatanati di shopping. Tutte le US Virgin Islands sono porto franco ma è in particolare qui che si trovano gioiellerie, boutique, profumerie, negozi di elettronica di consumo dove si compra a prezzi vantaggiosi. Basta però allontanarsi di qualche isolato e fare una passeggiata nella zona di FrenchTown per ritrovare un’atmosfera più autentica e rilassata. Ci si sposta facilmente da una parte all’altra dell’isola utilizzando i simpatici Gibsy Cab, gli autobus collettivi a prezzo fisso di un dollaro. Bisogna però imparare a riconoscerli (sono quelli che trasportano i locali, e i locali sono per lo più di pelle nera) perché anche i taxì sono collettivi e si assomigliano molto. Ci sono alcune spiagge carine come Cooky Beach o Magents Bay ma, ancora una volta troppo “commerciali” e nell’insieme niente di eccezionale. Alla sera le navi da crociera ripartono e Charlotte Amalie si trasforma in una sorta di città fantasma, desolata e malinconica.

Da St.Thomas si raggiunge St. John con un traghetto che impiega circa 20 minuti di tragitto (10$) e, sempre da St.Thomas, ci s’imbarca a bordo di barche veloci per raggiungere la più lontana St. Croix in circa 90 minuti (36$), oppure si sceglie l’idrovolante che impiega solo 25 minuti (75$). Per le informazioni sui traghetti è utile dare un occhio qui: http://www.Isoleverginiusa.It/trasporto-marittimo.Htm Abbiamo dormito a Charlotte Amalie al Galleon House (75$ a notte), un albergo semplice e carino, con una spettacolare terrazza sulla città. Molto consigliato.

St. Croix St. Croix, antico possedimento olandese dove per due secoli si è coltivata la canna da zucchero, è un’isola tranquilla e aristocratica, ancora impregnata del suo passato coloniale. Qui si respira un’atmosfera fantastica. Nel centro di Christiansed, la capitale, sopravvive, ancora oggi ben conservato, l’antico fortino danese tutto colorato di giallo e, nelle vie, si susseguono i begli edifici coloniali rosa, azzurri, verdi. Dal porto, su tutto il lungomare pulito e ordinato, è un susseguirsi di locali e ristoranti dove è piacevole fermarsi per una birra e guardare la gente che passeggia. St. Croix ha anche un’altra città, Frederiksted, un tempo anch’essa centro turistico, oggi invece piuttosto sonnacchiosa perché non vi arrivano più i traghetti. Per girare l’isola è necessario affittare una macchina (circa 60$ al giorno), dal momento che i mezzi pubblici sono praticamente inesistenti. Da un capo all’altro si trovano belle spiagge ampie e selvagge con i palmeti alle spalle, come Cane Bay Beach o Carambola Beach. Abbiamo scoperto che la maggior parte delle spiagge più belle ha accesso (gratuito) proprio dai resort migliori… In alcune zone il vento a volte è forte e il mare increspato, senza però perdere le sue incredibili tonalità di verde e turchese. Veramente fantastico. All’interno dell’isola si trova un’intera zona ricoperta da una vera e propria foresta pluviale (con tanto di liane che scendono fino sulla strada asfaltata), una distilleria di rum che è possibile visitare e, sparsi qua e la, gli antichi mulini a vento utilizzati nelle piantagioni, oggi simbolo dell’isola. Tutti vi diranno infine che la gita in barca a Buck Island (50$), isolotto dalla spiaggia bianca finissima e paradiso dello snorkelling, è imperdibile. Fatela, ma solo se non avete intenzione di andare anche a St. John. Lì, sia lo snorkelling che le spiagge sono davvero molto meglio. Abbiamo dormito a Christiansed al Pink Fancy (100 $ a notte), simpatico, con piscina, camere grandi e cucina.

St. John St. John è incredibile, da sola meriterebbe il viaggio. Aspra e selvaggia è, per due terzi, costituita parco nazionale protetto, terrestre e marino. Pochissimi gli insediamenti umani, con soli due centri abitati: Cruz Bay, che appare come un piccolo villaggio di pescatori, e Coral Bay, nella parte sud dell’isola. Anche qui, per un paio di giorni abbiamo noleggiato una jeep (80$ al giorno) e ci siamo avventurati alla scoperta della costa. La strada è panoramicissima e ci si può fermare nelle piazzole che danno accesso a vedute mozzafiato sulle spiagge e sulle colline circostanti. Lungo la costa a nord è tutto un susseguirsi di baie e calette come Cinnamon Bay, Hawksnest Bay, Caneel Bay, Francis Bay e Maho Bay, tutte con spiaggia bianca corallina e acqua calma, calda e azzurrissima. La spiaggia più conosciuta è forse quella di Trunk Bay (ma anche la più affollata) che deve la sua fama al percorso subacqueo con la segnaletica per l’individuazione dei coralli e dei pesci. Una delle poche spiagge raggiungibile con l’unico autobus che effettua il servizio pubblico è quella di Coral Bay: è un po’ lontana ma vale la pena di andarci perché è bellissima e solitaria. St. John è anche il posto migliore per lo snorkelling. Il mare non è particolarmente ricco di pesci tropicali ma offre scenari notevoli, con incredibili gorgonie viola, spugne e coralli di tutti i tipi. Saremo stati fortunati, ma siamo anche riusciti a vedere una grande tartaruga e una razza che volteggiava in due metri d’acqua, proprio sulla riva di Salomon Bay, una caletta che si raggiunge solo a piedi “via sentiero”. Sull’isola è infatti presente anche una varietà di sentieri per passeggiate che includono le antiche strade delle piantagioni danesi, tra cui le rovine della piantagione di zucchero Annaberg, ancora oggi in buono stato di conservazione e visitabile. Meglio però armarsi bene contro le zanzare! Abbiamo dormito a Cruz Bay al Samuel Cottage (108$ a notte): una vera e propria casa, deliziosa, con cucina e con tanto di veranda, giardinetto e barbecue.

In conclusione: una destinazione più che consigliabile!



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