Alla scoperta delle Canarie di Fuerteventura e Lanza

Ho pensato che dovevo "riempire" con un viaggio le giornate resesi libere dagli impegni "ospedalieri" programmati per gennaio, (anche per giustificarne in parte la disdetta :-)). Il primo pensiero è stato per la Sicilia, da tempo in lista, ma le condimeteo per il sud non sono per nulla entusiasmanti e mi torna alla mente una "sparata" della...
Scritto da: arf
alla scoperta delle canarie di fuerteventura e lanza
Partenza il: 26/02/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Ho pensato che dovevo “riempire” con un viaggio le giornate resesi libere dagli impegni “ospedalieri” programmati per gennaio, (anche per giustificarne in parte la disdetta :-)). Il primo pensiero è stato per la Sicilia, da tempo in lista, ma le condimeteo per il sud non sono per nulla entusiasmanti e mi torna alla mente una “sparata” della moglie di qualche settimana fa : “Canarie”! Beh, perchè no ? Mi documento in internet: Fuerteventura = vento “fuerte” (strano!) ma temperatura tra 18 e 25 e chi c’è stato ne parla come di un’isola poco abitata e molto interessante per il paesaggio e le spiaggie tra le migliori del mondo. Tenerife = stesso clima (+ o -) ma molto più turisticamente affollata; ne parlano come una “Rimini” delle Canarie (ovviamente in alta stagione). Sempre in internet trovo un “last minute” per Tenerife dal 26 gennaio al 2 febbraio, ne parlo con la moglie e decidiamo che .. Si può fare. Manco a farlo apposta la mattina dopo arriva una telefonata dall’ospedale (è diventato un classico) che mi fissa una ecografia di controllo per il 3 febbraio; lasciamo perdere il viaggio. Alla sera ci ripenso … Perchè lasciar perdere ? Il ritorno è previsto per il 2, l’esame è per il 3 … Tutto combacia; prenoto il last minute per Tenerife ! E la mattina dopo altra telefonata, per Tenerife non c’è più posto … Però per Fuerteventura sì … E costa anche qualcosa meno (1014 € all inclusive) … Vada per Fuerteventura. Travagliata la vicenda! Lunedì 26 Gennaio – Sul documento d’imbarco giunto via mail venerdì sera è scritto che dobbiamo trovarci in aeroporto per le 14 ma la nostra vacanza inizia dal mattino ed alle 12 siamo già al parcheggio di Caselle (preventivamente prenotato via internet) con la “Pandina”. Pagato il dovuto (30€ x 7 giorni) veniamo caricati sul pulmino che ci trasporterà in aerostazione. Dopo un paio di km il ragazzo si ferma, chiede scusa … E torna indietro. Il suo istinto di sopravvivenza lo aveva fatto svoltare verso la tavola imbandita di casa sua anzichè verso l’aeroporto ! Gli dico che per noi andava bene anche mangiare a casa sua … Ma lui ci scarica davanti al terminal del “Valerio Catullo”. Un panino con cotoletta, due passi per l’aeroporto slalomando tra un centinaio di surfisti di ogni età in attesa del check-in per nonsodove ed eccoci in attesa al terminal “Arrivi” dove è stato tempporeaneamente trasferito il Banco accettazione Tour operator. Alle 14 in punto si accendono i visori dei Tour operetor e noi siamo i primi per il nostro. Superato senza difficoltà il check-in (unica rottura mettere … “a nudo” il piccolo pc che ho nel bagaglio a mano) attendiamo al gate 7 l’imbarco sul volo GJ 544 dell’EuroFly previsto per le 16,20 (avendo circa 20 minuti di ritardo). Atterriamo a Bologna sotto una insistente pioggia e vedendo avvicinarsi un’autobotte dei pompieri capisco che dovremo fare rifornimento. Appena sbarcati i passeggeri locali difatti inizia il pompaggio di JA1; non pensavo lo facessero con persone a bordo! Fatto il pieno combustibile si passa al pieno passeggeri, dopodichè decollo e rotta per Fuerteventura. A dir la verità non mi pare di andare verso Sud/Ovest per una diretta; e difatti quando scendono gli schermi e mostrano la rotta effettuata, vedo che abbiamo puntato su Genova ed abbiamo poi seguito la costa passando per Albenga e Monaco ed ora ci troviamo su Barcellona. Intanto che consumiamo la “lauta cena” (pasta, formaggino e dolcetto) mi viene spontaneo un sorriso; anche il nostro pilota non ama il mare aperto e segue la costa … Proprio come me ! Proseguiamo su Tangeri, Rabat, Agadir e qui tagliamo diretti sull “Aeropuerto del Rosario”; a terra un autobus ci accompagna al nostro aparthotel dove ci vengono assegnati gli alloggi. Il nostro orologio segna mezzanotte quando entriamo nei nostri letti (separati), ma non abbiamo ancora sottratto l’ora della differenza di fuso.

Martedì 27 Gennaio – Cielo velato, vento discreto ma temperatura decisamente piacevole. Alle 9 breafing con il nostro referente che ci indica le cose da vedere e le eventuali escursioni organizzate. Dedichiamo la mattinata ad una lunga passeggiata nel centro di Corralejo. Caleta del mar dista circa 1,5 km dal centro della città ma è una piacevole camminata tra palme da dattero, bianca sabbia desertica e nera roccia lavica. Ci facciamo il “periplo” del centro abitato e rientriamo “a casa” per il pranzo. Il nostro “Aparthotel” è un miniappartamento composto da camera da letto, cucina/soggiorno con terrazza e servizi; decisamente più spazioso di una camera da letto d’albego! I pasti sono del tipo a buffet ed il trattamento “all inclusive”. Nel pomeriggio proseguiamo la visita dei paraggi attraversando le “Dunas de Corralejo” ovvero il parco naturale “El Jable”, un piccolo deserto (completo di dune) di circa 10 km x 2. Attraversato il deserto (!) completiamo la visita del centro e rientriamo dalla spiaggia concedendoci una (anzi due) Sprite al bar della piscina. La zona è protetta dal vento da un’alta vetrata e il sole scalda piacevolmente. Ne aprofittiamo per programmare il soggiorno: mercoledì visita all’isola di Lanzarote, giovedì tour in Jeep della zona nord/ovest e poi tre giorni di auto a noleggio a zonzo per l’isola. Durante la cena facciamo conoscenza con una simpatica coppia di Milano (Mariangela e Davide) che ci dicono avere le stesse intenzioni e così decidiamo di “fare gruppo” e comunichiamo le nostre intenzioni al referente che subito ci prenota il tutto. Dopo cena subito nel nostro appartamento; domani si parte presto ed oggi, ridendo e scherzando ci siamo fatti quasi una decina di km a piedi! Un attimo di tv (italiana) e poi … A nanna! Mercoledì 28 Gennaio – Alle 7 passa il pullman che ci porta al porto e da quì il traghetto ci traghetta a Lanzarote (chiaro no!). A Playa Blanca sono in attesa 3 pullman; saliamo su quello “italiano – spagnolo” e aspettiamo la partenza della carovana che si addentrerà nello stupendo parco naturale di Timanfaya. Un paesaggio vulcanico affascinante, un deserto lavico con colorazioni inaspettate, un panorama assolutamente inusuale e fuori dal normale, quasi lunare. Dopo una breve sosta al “Centro Visitatori di Mancha Blanca”, dove assistiamo a qualche dimostrazione che conferma il “calore” del terreno sottostante, rieccoci su una stradina impervia e tortuosa che, in un continuo saliscendi, penetra in questo ambiente unico e spettacolare. Abbandonato il parco (percorribile esclusivamente in pullman) il panorama passa dal rosso al nero; ci stiamo avvicinando a “La Geria”, la zona del vino, dove ogni singola piantina d’uva è protetta dal vento da un muretto a semicerchio! Breve sosta e degustazione (per gli altri) del vino locale, quindi ripartenza per il pranzo dalle parti di Tao (credo, forse, non sò!). Nel pomeriggio escursione della zona nord, molto verdegiante, dell’isola. Breve sosta al “Mirador de Haria” a 750m. Che è la parte più alta dell’isola. Seguiamo poi la valle “delle 1000 palme” (delle Canarie e africane) per giungere alla fine alla grotta “Jameos del agua”, parte di un tunnel di 7 km (+ 1,7 sottomarino), dove si possono vedere i granchi bianchi e ciechi che vivono normalmente in profondità e che quì invece si “mostrano” (unico posto al mondo) in 50 cm d’acqua. Rientriamo attraversando le piantagioni di cactus dalle quali viene raccolta la cocciniglia (che ne è parassita) che viene utilizzata in cosmesi e negli alimentari come colorante rosso-carminio. Passiamo per le città di Tahiche (con case max di 2 piani di colore bianco e con impostre verdi o di colore naturale), Tias e Yaiza e fiancheggiando le “Salinas de Janubio” giungiamo infine al porto di Playa Blanca dove vediamo attraccare il traghetto che ci riporterà a Fuerteventura. Cena con gli avanzi (quasi) di mezzogiorno e poi sul divano a vederci un pò di tv prima del riposo. Giornata molto interessante e piacevole. Giovedì 29 Gennaio – Alle 10, puntuale, arriva la Jeep che ha già a bordo 2 ragazzi ed una ragazza; da quattro siamo diventati sette. Saliamo sulle “panche” posteriori e dopo essere passati dal centro per un buon caffè (italiano!), imbocchiamo un sentiero sterrato che passando tra i crateri del monte “De Bayuyo” ci porta nei pressi di un mulino a vento in località Lajares. Ripresa la strada asfaltata scendiamo sino a Tindaja per una breve sosta al bar adiacente al monte sacro e torniamo poi sullo sterrato verso la costa ovest per contemplare le varie baie, spiaggie, spiaggette ed una simpaticissima famiglia di scoiattoli di terra che uscendo a decine da un muretto a secco ci vengono a rubare dalle mani i semi che l’autista ci ha appositamente fornito. A El Cotillo sosta al ristorante “Azzurro”, gestito da simpatici toscani, per il pranzo a base di pesce. Breve passeggiata sulla bianca spiaggia e, scambiandoci le posizioni, risaliamo in fuoristrada per risalire tutta la costa sino al rientro alla Caleta del Mar. Bella e varia anche questa giornata che ci ha portato a vedere zone inavvicinabili con l’auto a noleggio. Venerdi 30 Gennaio – Con la nostra Hyundai Getz, affittata per tre giorni a 93 €, ci apprestiamo a visitare la parte sud dell’isola; prima sosta dopo pochi km per una breve passeggiata tra le dune del piccolo deserto sabbioso nel parco naturale. Percorriamo tutta la costa est sino al El Castillo per una occhiata alla playa e al castello (che scopriamo essere solo una piccola rocca come quella del Cotillo). Poco dopo abbandoniamo l’asfalto per seguire uno sterrato che si presenta in buono stato (al massimo torniamo indietro!) e che ci dovrebbe portare (sulla carta) al piccolo paese di “Pozo Negro”; e così è. Scendendo dall’auto sentiamo un forte vento di terra, ma portandoci in riva al mare, dietro una casa di pescatori chiusa al riparo dal vento, consumiamo i nostri panini godendoci il paesaggio in una temperatura decisamente primaverile. Sfamato anche un bastardino che ci aveva accolto abbaiando ma che alla vista dei panini è passato a più miti consigli, riprendiamo l’asfalto e continuiamo il nostro viaggio verso il nostro obiettivo primario: il faro de Jandia. A Morro Jable iniziano i 20 km di sterrato che portano al faro. In qualche occasione bisogna andare a passo d’uomo per evitare buche e sconnessioni, ma nel complesso è tranquillamente percorribile con l’auto con un minimo di attenzione. Unico centro abitato della zona è il “Puerto de la Cruz”, un piccolo villaggio al momento disabitato con roulotte e baracche che ne rivelano un utilizzo estivo. Al faro troviamo un forte vento fresco e fastidioso che non ci impedisce però di percorrere l’ultimo km a piedi per giungere alla punta più ad ovest dell’isola. Caratteristici e simpatici i cuori con varie scritte ed iniziali degli innamorati disegnati col pietrisco che tapezzano letteralmente la zona. Il vento è veramente forte e risaliamo in auto per prendere la via del ritorno; a circa metà strada dello sterrato troviamo un bivio con indicazione “Cofete”. Proviamo? Proviamo! Ci inerpichiamo su uno stradello abbastanza ripido e per niente adatto ad eventuali manovre sperando di non trovare altri che scendono. Dopo un paio di km parcheggiamo nel piccolo spiazzo del “Mirador 7” che domina Cofete e tutta la costa nord/ovest della “Peninsula de Jandia”. Ci accontentiamo della vista dall’alto e decidiamo di non proseguire oltre. A Costa Calma deviamo a sinistra per “La Pared” e la sua bella Playa per l’ultima “Panoramica” della giornata; con calma, guardandoci attorno, rientriamo ai nostri appartamenti per una doccia tonificante e desabbiante assolutamente necessaria. Nel recarci a cena noto una particolarità impensata: il nostro detto “Gobba a levante luna calante, gobba a ponente luna crescente” quì non ha alcun senso! Quì la gobba è … In alto o in basso !!! Sono rimasto shoccato, cosa avrebbero pensato di noi i nostri vecchi se gli avessimo detto che abbiamo visto la luna con “la gobba di sopra e la gobba di sotto” ??? Sabato 31 Gennaio – Oggi si visita la parte centrale dell’isola. Superati Villaverde, La Oliva, e Tefia, deviamo verso “Los Molinos”, uno dei tanti bianchi e puliti paesini di pescatori apparentemente disabitati e che probabilmente “risorgono” in periodi più frequentati. Sulla carta vediamo uno sterrato che porta all’omonimo lago e prosegue poi verso “Llanos de la Concepcion” e ci addentriamo; giunti però al lago troviamo un tratto percorribile solo con fuoristrada e rientriamo sull’asfalto. Aguas Verdes ci delude; un grosso complesso turistico deturpante e ancora in espansione. Molto carino e in posizione strategica troviamo invece il “Mirador Morro Velosa”, sulla strada per Betancuria. Betancuria è un bel paese “vivo” e con molti negozietti “turistici”. Le donne vengono “accalappiate” da un “italomilanesedelsud” che le indottrina sui magici poteri dell’aloa betancuriana. Io e Davide ci guardiamo negli occhi ed acconsentiamo all’acquisto (veloce) di un “elisir” pur di placare il brontolio dei nostri vuoti stomachi. Poco dopo troviamo un bel belvedere (potrebbe essere un brut belvedere ?) che ci consente di placare i brontolii anche degli stomachi delle decine di scoiattoli che ci si fanno attorno; sono simpaticissimi e mi saltano addirittura sulle gambe. Raggiungiamo a piedi una vicina cresta e ci rimettiamo in strada per Ajuy che ritengo essere il posto in assoluto più bello fra quelli visitati. Spiaggia nera e pareti rocciose stupende, scopriamo anche una scalinate che porta ad una grotta seminascosta con onde che si infrangono all’ingresso; incantevole. Ci rechiamo a Tuineje per il rifornimento e rientriamo cercando di percorrere strade nuove, facendo deviazioni che ci permettono nuove visuali pur allungando il percorso . Domenica 1 Febbraio – Rifinitura dei viaggi precedenti, da Playa del Cotillo a El Castillo, passando per centri commerciali e mercatini alla ricerca di formaggi locali ed altro. Prima di parcheggiare definitivamente l’auto e consegnare le chiavi, memore del giro turistico di Lanzarote, metto un cappello sul cruscotto e dico agli amici milanesi che se sono rimasti soddisfatti dell’autista … Ma il cappello rimane vuoto e un cruccio mi assale: che significhi che ho guidato da cane ? E’ un cruccio che mi porterò dietro per tutta la vita! Ci salutiamo affettuosamente (loro partiranno nel pomeriggio) dandoci appuntamento … Prima o poi … In Italia! Lunedì 2 Febbraio – Alle 7 saliamo sul pullman per l’aeroporto; lunga coda al check-in dove torno in possesso del mio giubbino dimenticato sulla Jeep-safari; si è fatto tre “jeep safari” completi e assolutamente “aggratis”! L’aereo è in ritardo di circa mezz’ora e il maltempo è un pò ovunque, temo un rientro alquanto “shakerato”. Ed invece è un viaggio tranquillo e senza scosse; a Villafranca però atterriamo sotto l’acqua ed anche il rientro in Panda è umido! Porcaccia misreria … Siamo tornati in padania! Scarichiamo mestamente i bagagli (chissà perchè le cose piacevoli finiscono più in fretta!) e ci rechiamo silenziosamente in pizzeria. Consuntivo – Soggiorno piacevole e, non lo escludo, ripetibile. Il Tour operator è sempre stato presente e disponibile. La prenotazione on-line è stata facile e puntuale, unico punto negatiivo il dover comunicare i dati della carta di credito in modo chiaro e non protetto; ci ho pensato parecchio … Prima e dopo! L’Aparthotel è una bella soluzione spaziosa, comoda e sufficientemente pulita; i pasti (cena sopratutto) sono sicuramente migliorabili sia in qualità che in varietà. La visita organizzata di Lanzarote vale sicuramente la pena di essere fatta, se non altro per rendersi conto di quello che l’isola è in grado di offrire. Il prezzo (72€ a testa pranzo incluso) è tutto sommato accettabile e probabilmente più basso di quello che verrebbe a costare andandoci in proprio, tenendo conto del traghetto e che per visitare il parco di Timanfaya si paga il biglietto ed è comunque obbligatorio prendere il pullman. L’isola meriterebbe una visita più accurata, ma già così è soddisfacente e da non perdere. Il “Jeep safari” è interessante e piacevole ma a mio parere un pò troppo caro anche in considerazione del fatto che il prezzo non varia sia che si sia in 4 persone che in 8. La cifra di 55€ a testa (pranzo escluso!) che potrebbe (forse) essere accettabile per 4 persone, dovrebbe certamenrte essere rivalutata e diminuita in presenza di 8 persone. Anche Fuerteventura è un’isola che offre molto dal punto di vista paesaggistico ed una settimana è sufficiente per passare velocemente in rassegna tutti i punti interessanti senza però poter usufruire delle stupende spiaggie con acqua incontaminata che sicuramente meriterebbero … Almeno un’altra settimana di approfondimento! Per chi volesse vedere le foto le trova nella sezione “diario di bordo … Strada” sul mio sito www.Ulm.It/hangar/arf linkabile da “siti per caso”



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