Alla scoperta della Nuova Caledonia
Abbiamo alloggiato all’Hotel Le Meridien, molto grande, molto bello e con un servizio veramente impeccabile.
Il giorno dopo abbiamo preso in consegna un auto a noleggio e siamo partiti verso nord sulla parte ovest della Grande Terre. Questa costa, viene chiamata anche costa europea in quanto il paesaggio é ricco di praterie e veri e propri ranch dove viene allevato il bestiame.
Ci siamo fermati a Burail per la notte ed abbiamo pernottato al Poé Beach un posto molto tranquillo su una immensa spiaggia. Poco lontano, sul mare si trova la Roche Percée detta anche Le Bonhomme perché ha la forma della testa di un uomo, e la stupenda Baia delle Tartarughe.
Abbiamo proseguito fino a Kone, un altro minuscolo centro dove abbiamo pernottato al Monitel Hibiscus, durante questa tappa non c’é molto di particolare da vedere ma é un piacere guardarsi in giro e vedere il paesaggio. Il giorno seguente abbiamo raggiunto Poum all’estremo nord dell’isola. La struttura che ci ha ospitato, il Malabou Beach, é un bel posto che sorge su una grande spiaggia dotata di tutto l’occorrente per gli sport d’acqua. Vengono inoltre organizzate uscite per gli amanti della pesca e del diving. Qui abbiamo passato due notti così ci siamo riposati un po’ ed abbiamo iniziato a formare il primo strato di cottura al sole. Una cosa: il periodo nel quale siamo andatii é per loro l’inizio dell’inverno ed é paragonabile ad una nostra bella primavera. Anche se lo vorrei io un inverno così, non ci sono smpre state le temperature che avevamo creduto. L’aliseo che soffiava sempre era piacevole durante il giro in auto ma quando si trattava di restare al sole dopo un bagno in mare… Ci voleva l’asciugamano per coprirsi. Ad ogni modo siamo contenti che il tempo é sempre stato bello, non abbiamo avuto bisogno di giacche o maglioni e la notte si dormiva benissimo con la coperta di lana!!! La cosa che ci faceva ridere é che gli indigeni, visto che era “inverno”, chiedevano spesso se avevamo freddo, vestivano con giacche in pile (che ci facevano schiattare dal caldo solo a vederli) e poi calzavano le ciabattine infradito! Torniamo all’itinerario. Da Poum abbiamo attraversato la catena montuosa che divide l’isola da nord a sud e siamo passati sulla costa est detta anche costa melanesiana perché al contrario della costa ovest dove ci sono per lo più “métropoles” (francesi trasferitisi in Nuova Caledonia), qui ci sono solo Kanaki, gli indigeni che sono la maggioranza della popolazione totale del Paese.
Anche il paesaggio é totalmente diverso: le praterie ed i pascoli lasciano il posto a vegetazione e spiaggie tipicamente tropicali.
Abbiamo passato la notte al Club Med, una immensa struttura che si trova a Hienghène. Abituati alla “solitudine” dei posti visti sin ora é stato un po’ uno choc rivedere flotte di vacanzieri francesi che facevano la fila al buffet e per le attrezzature sportive…
Comunque bel posto e bel mare specialmente per chi pratica sub.
Nelle vicinanze ci sono due bellissime rocce, una che raffigura vagamente la Sfinge che le da il nome, l’altra invece sembra una chioccia ed é veramente particolare.
Da qui siamo tornati a Noumea per visitare un po’ i dintorni ed il sud. A questo proposito vorrei darvi un consiglio visto che le auto a noleggio consegnate sono in genere delle auto “normali” cioé che vanno bene sulle strade in buono stato. Per raggiungere molti luoghi di interesse in tutta l’isola, bisogna percorrere delle strade veramente mal ridotte, noleggiate dunque un fuori strada e non avrete problemi di nessun tipo. Il sud é un paesaggio ancora diverso, il colore rosso della terra crea un contrasto con il blu del lago. Da visitare (per chi ha l’auto adatta) c’é il parco della Rivière Blue dove dicono che sia possibile incontrare il Cagou, l’uccello simbolo della Nuova Caledonia, che ha la particolarità di non saper volare e quando si arrabbia il suo verso sembra quello di un cane che abbaia.
La tappa successiva é stata la stupenda Isola dei Pini. Questa piccola isola (ca 18 km per 14) é veramente un paradiso e le sue spiagge hanno la sabbia più fine al mondo. L’hotel che ci ha ospitato, il Kou Bougny, si trova in mezzo a due baie da sogno: la baia di Kuto e la baia di Kanumera. Quando ci siamo stati noi l’aqua del mare era fredda, era comunque impossibile resistere poiché era limpidissima e di un turchese abbagliante.
Consigliamo di fare una cappatina alla piscina naturale, com’é da loro chiamata, per immergersi in un vero e proprio acquario pieno zeppo di pesci e godersi questo luogo magico.
L’ultima isola visitata é Lifou, la più grande delle isole della Loyoté. E’ grande più o meno come la Martinica. Anche qui é un’ oasi di pace e tranquillità. L’isola offre da visitare chiese, piantagioni di vaniglia, giardini e spiagge stupende (e l’acqua non era fredda: ne abbiamo fatto una pelle!). Abbiamo alloggiato al Drehu Village che é una struttura composta da bungalows direttamente sulla bellissima spiaggia di Chateaubriand una delle più belle di Lifou. Il servizio é buono e la cucina anche. Come anche all’Isola dei Pini, si possono noleggiare scooter o auto. Gli alberghi solitamente organizzano dei tour delle isole di mezza giornata.
Consigliamo questa vacanza a chi ama il mare ma non la vita mondana (altrimenti fuori da Noumea vi sparate!).
Per fare il tour della Grande Terre, bisogna amare molto la natura poiché é questo tutto ciò che c’é a disposizione del viaggiatore.
Dunque se ci state facendo il pensierino, noi non abbiamo riserve nel consegliarvi questo viaggio.