Alla scoperta dell’entroterra della Sardegna: Oschiri
Oggi siamo nel territorio storico del Monteacuto e Oschiri, con i suoi 3200 abitanti vive soprattutto di produzioni agropastorali, conosciuto in tutto il territorio regionale e nazionale per il suo prodotto tipico: “Sa Panada”, una pasta sfoglia ripiena di carne e aromi naturali, una vera e propria delizia.
OSCHIRI
Questo è un paese che, oltre che arricchito dalla forte tradizione agropastorale deve la sua bellezza allo straordinario fascino paesaggistico che fa da contorno al paese. Il suo centro storico è un bellissimo classico dei paesi sardi con vie strette e ciottolose che mettono in risalto le basse e indipendenti abitazioni. Prendete nota della piazza centrale, della Parrocchia della Beata Vergine Immacolata e di una zona da picnic nel Bosco Comunale, ammirerete i suoi pini alti decine di metri.
SCULTURE RUPESTRI
Un “Must” della zona di Oschiri è sicuramente l’altare rupestre di Santo Stefano che deve il suo nome alla piccola chiesa presente all’interno del sito archeologico. E’ un unicum nel Mediterraneo e nel momento in cui mi sono soffermato di fronte all’altare rupestre il mio cervello si è stranamente inceppato con una serie interminabili domanda a cui non riesco tuttora a darmi risposta. Guardavo le figure e mi chiedevo, perché proprio queste forme? Come mai sono così profonde e sono distanziate in questo modo? Ma soprattutto, perché sono state fatte? L’Altare rupestre è un banco di granito sul quale sono state incise con precisa sequenza una serie di incavi con diverse forme geometriche tra cui triangoli, quadrati, cerchi ma anche decine di coppelle e croci. Nella stessa zona sono presenti diverse rocce intrise di fascino e sacralità tra cui incavi usati per riti dell’incubazione. Il sito che ha un enorme valenza storica e archeologica, con datazioni incerte (6000-3000 A.C.) e pensate che anni fa è venuto anche il famoso egittologo Robert Bauval che ha associato alcune figure alla cintura di Orione e alle piramidi di Giza.
NOSTRA SIGNORA DI CASTRO
Lo stesso giorno ho anche visitato Nostra Signora di Castro, una chiesa con un grande fascino e visitata da tantissimi turisti durante l’anno, è stato un piacere conoscere l’anziano signora che sorveglia la chiesa da molti anni, mi ha spiegato e dato informazioni storiche di notevole importanza. La chiesa deve il suo nome a Castro (castrum), un forte romano di cui si trovano tuttora i ruderi e che sono oggetto di scavi archeologici per recenti scoperte. Questa chiesa, edificata circa 800 anni fa, è un esempio di come in tempo medievale le cattedrali non dovessero possedere grandi dimensioni, è strutturata con pietre vulcaniche rosse tagliate e ben squadrate. E’ stata una bella scoperta ed è ammirevole anche il contesto paesaggistico, la ricchezza storica e archeologica di tutta la zona limitrofa alla chiesa.
SU FILIGOSU
Un’area appartenente al comune di Oschiri è l’area forestale di Su Filigosu che fa parte del demanio regionale e ho potuto ammirare la sua bellezza solo nella parte iniziale e quella raggiungibile con l’auto. All’interno del sito regionale si possono trovare maggiori dettagli sui sentieri da percorrere, io personalmente non ho fatto alcuna escursione ma sono comunque rimasto colpito dallo splendido paesaggio che iniziava a intravedersi direttamente dalla zona del cantiere forestale, con il Rio Mannu che attraversa parte della foresta e crea effetti di riflesso spettacolari, la natura qua è mozzafiato.
SA MESANA
In zona lago Coghinas e in una porzione di terra appartenente al comune di Oschiri c’è un cartello che indica località Sa Mesana, “posto di mezzo”. Uno stazzo di case che ormai è considerata una zona fantasma ma posso garantirvi che tempo fa era una zona attiva e piena di vita con le sue poche case ospitava una decina di persone, c’era anche una scuola elementare che serviva ai bambini nono solo del posto ma anche quelli che vivevano in zona lago Coghinas. Tutto questo mi è raccontato da Tonino, un signore che ho conosciuto sul posto. E’ un eremita che ha deciso di eliminare la vita sociale e vivere a Sa Mesana, senza cellulare, senza TV, senza corrente. Ho scambiato 2 chiacchiere con lui, non ha raccontato niente della sua vita privata, una persona molto riservata e allo stesso tempo intelligente ed educata che mi ha comunque raccontato molti aneddoti del luogo. A Sa Mesana il tempo ha portato via la vita e sembra che le persone abbiano abbandonato tutte le case da un giorno all’altro, lasciando oggetti e ricordi che sicuramente gli anni futuri distruggeranno. Vecchie TV, letti con materassi sfondati, qualche rivista lasciata per caso, ma anche sedie arrugginite, un asse da stiro e ancora delle stoviglie sullo scolapiatti. Il fascino e il mistero regna a Sa Mesana, un paese fantasma.
LAGO COGHINAS
Il mio finale di giornata è stato uno dei momenti più belli mentre ammiravo uno splendido tramonto sul lago Coghinas con vista Ponte Diana. Questo lago artificiale è l’invaso più grande del Nord Sardegna, creato dopo lo sbarramento nel Limbara. Il lago è divenuto prezioso dal punto di vista naturalistico nonostante sia artificiale, infatti sia le caratteristiche ambientali sia quelle del bacino stesso hanno facilitato la vita a moltissime specie vegetali e animali come il persico reale, il persico trota, carpe e gamberi della Louisiana solo per citarne alcuni. E’ una meta ambita per coloro che praticano pesca sportiva ma non solo, è perfetta per il Bird Watching e durante la stagione estiva vengono organizzate escursioni in canoa e kayak. Vi consigliamo di passare una giornata in questa zona, vi divertirete e sicuramente verrà valorizzata di più. Da considerare anche l’incredibile e maestosa opera architettonica del ponte Diana, una costruzione fatta nel 1925 che è stata, soprattutto nel passato, la più importante via d’accesso da Tempio verso il Logudoro e il Goceano. Grazie per la lettura, ci vediamo la prossima settimana con un altro piccolo borgo da raccontare.
Scritto da DAVIDE FANCELLU Travel Designer, esperto Sardegna e titolare del sito www.travelplannerfamily.com