Alla scoperta dell’Azerbaijan
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13/07/2018
Partiamo con voli Turkhis Airlines da Bologna e Malpensa scalo ad Istanbul dove incontro Maria Luisa, arrivo a Baku in serata. Sbrigate le pratiche aeroportuali in tempi normali e senza problemi individuiamo velocemente quella che sarà la nostra guida per tutto il tour. Fatte le presentazioni Punhan ci accompagna all’auto per andare in hotel, prima di salire non posso esimermi dallo scattare due foto al vecchio terminal dell’aeroporto costruito in epoca sovietica . L’aeroporto dista circa venti minuti dal centro di Baku, durante il viaggio veniamo informati del programma della giornata successiva e con stupore scopriamo che il gruppo è composto dalle persone che si trovano in auto, io Maria Luisa, Punhan e l’autista della Mercedes, meglio di così non si può iniziare. Proseguendo iniziamo a farci una prima idea di Baku, metropoli di oltre 3 milioni di abitanti, in continua evoluzione palazzi ultra moderni in costruzione, zone storiche che riportano al passato,pozzi petroliferi ai lati della strada e abbondanza di luci. Arriviamo all’Hotel Sapphire Inn e finalmente si riposa.
14/07/2018
Giornata dedicata alla visita di alcuni dei punti più importanti della capitale. Dopo colazione alle 9 puntualissimi, come sarà per tutto il viaggio, partiamo per la parte alta della città ai piedi delle Flame Towers, 3 palazzi a forma di fiamma completati nel 2012, praticamente il simbolo di Baku, visibili da ogni parte anche di notte quando sono illuminati in colorazioni variabili dai colori della bandiera Azera al colore del fuoco. A lato delle torri all’interno di un parco ci sono diversi monumenti commemorativi. Iniziamo da un monumento commemorativo ai soldati Turchi caduti durante la prima guerra mondiale, non lontano, in maniera se vogliamo un po’ controversa, c’è un muretto che riconosce i soldati britannici caduti nello stesso conflitto. Ai lati del piazzale la Moschea dei Martiri, conosciuta anche come Moschea dei Turchi, costruita all’inizio degli anni 90 con l’assistenza del governo turco.
Vediamo il monumento dedicato all’eroe di guerra russo Azi Aslanov. Entriamo nel Vicolo Dei Martiri, una lunga teoria di tombe nere memoriale alle vittime dell’attacco dell’esercito russo a Baku nel così detto” Gennaio Nero”in particolare quelli caduti il 19-20 gennaio 1990 e alle prime vittime della guerra in Nagorno -Karabakh. Il lungo viale porta all’Eternal Flame Memorial, monumento inaugurato il 9 ottobre 1998 composto da una tomba e una stella ad 8 punte dalla quale esce la fiamma eterna. Essendo il punto più alto della città permette una visione completa della città è il punto panoramico per eccellenza. Facciamo una passeggiata nel vicino Parco Dagustu per raggiungere l’auto che ci porterà alla Città Vecchia ‘Icheri Shaher’, il centro storico di Baku. Nel dicembre 2000 la Città Vecchia assieme al Palazzo degli Shirvanshah e alla Torre delle Vergini sono stati i primi monumenti dell’Azerbaijan ad essere dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Iniziamo dal Palazzo Shirvanshah, durante il medioevo questo complesso di palazzi di arenaria era la sede della dinastia Shirvan Shah patroni dell’ordine religioso Helwati Sufi e Khalilullah regnanti in quel periodo nella zona nord-orientale dell’Azerbaijan. Oltre al palazzo, divenuto museo nel 1964, vediamo la moschea del palazzo, il mausoleo dello studioso Seyid Yahya Bakuvi e i resti delle terme. Le strette stradine della Città Vecchia ci portano al viale sotto mura dove incontriamo la casa galleria d’arte dell’artista contemporaneo Ali Shamsi facilmente riconoscibile essendo anch’essa una variopinta opera d’arte. Sosta culinaria per assaggiare il pane appena sfornato. Pochi passi e troviamo l’antica piazza del mercato,oggi ospita una esposizione di pietre storiche, a fianco ci sono scavi archeologici considerati il luogo dove fu martirizzato San Bartolomeo. Alle spalle troviamo la Torre delle Vergini. Assieme alle Flame Towers si può considerare uno dei principali simboli di Baku. Costruita nel XII secolo con un altezza di 29 mt. e mura che variano da 5 mt. alla base ai 4,2 della sommità. Per raggiungere la sommità e godere del bellissimo paesaggio sulla città saliamo 8 piani di scale. Tante e fantasiose sono le storie legate al suo nome, ma che fosse una torre di avvistamento ,un faro, osservatorio astronomico, torre difensiva o altro le troviamo proposte in allestimento multimediale nei diversi piani dell’edificio.
Ormai terminate le visite in programma pranziamo in uno dei tanti ristoranti all’interno della Città Vecchia. Dopo una rinfrescata e riposino scendiamo verso Piazza delle Fontane, ci lasciamo alle spalle la statua del poeta Nizami e di fronte abbiamo la bellissima facciata del museo Nizami della Letteratura decorata da statue dei più famosi poeti e scrittori Azeri, soggetto magnifico per foto in particolare di sera. Eccoci in Piazza delle Fontane sempre affollata di gente a passeggio, ammiriamo le numerose fontane tra le quali la più appariscente sormontata da sfere argentate che riflettono alberi e palazzi della piazza. Già da questo primo passaggio nella zona pedonale rimango colpito dalla libertà di abbigliamento anche all’interno della stessa famiglia,ragazze in minigonna a fianco di ragazze con abito lungo e capo coperto. Ceniamo in uno dei tanti ristoranti che fanno da contorno alla piazza scegliendo due piatti tipici e ci facciamo una prima idea del costo della vita visto che con 26 Manat (13 Euro) ceniamo in due.
15/07/2018
Destinazione odierna la penisola di Abseron ad un trentina di km da Baku circa mezz’ora di viaggio accompagnati da centinaia di pozzi petroliferi e decine di vivai di piante a farne da contrasto,arriviamo allo Yanar Dag la ‘montagna di fuoco’. Già nel XIII secolo Marco Polo menzionò nelle sue cronache di viaggio i numerosi focolai spontanei alimentati da gas naturale nella zona della penisola di Abseron. L’unico che continua ad ardere è Yanar Dag, si tratta di una quindicina di metri di terra lungo un versante di una collina lambito da lingue di fuoco già dagli anni 50. Sembra che il fuoco si stato acceso in maniera casuale da una sigaretta caduta ad un pastore. Visto di giorno non dice molto,nel sito non ci sono strutture turistiche ma resta sicuramente una delle curiosità più strane dell’Azerbaijan. Meta successiva il castello di Mardakan con torre quadrangolare del XIV secolo. Dentro le mura sono custodite lapidi di diversi periodo, il terreno è cosparso di buche che fungevano da aperture dei magazzini di scorta sotterranei, saliamo 5 rampe di scale non illuminate per raggiungere la cima dalla quale si può godere di vista a perdita d’occhio fino al mare. A pochi km visitiamo la Moschea Amirjan dove siamo accolti con gentilezza e ci viene spiegato che vi possono pregare sia Sunniti che Sciiti,gli interni sono molto semplici ma belli. Tocca ora al pezzo forte di giornata Ateshgan Tempio del Fuoco Suraxani,il tempio nel suo stato attuale fu costruito nel XVII XVIII secolo,ancor’oggi meta di pellegrinaggio. Tuttavia la sua storia è molto più lunga, all’inizio era il luogo sacro degli zoroastriani adoratori del fuoco al quale attribuivano un significato mistico. Il tempio fu distrutto dopo l’introduzione dell’islam, ma i mercanti indiani lo ricostruirono. Si presenta in forma quasi rettangolare con altare centrale di forma quadrata dal quale si sprigiona il fuoco,sormontato da una cupola sorretta da quattro colonne con condotte laterali dalle quale escono fiamme. Tutto intorno ci sono celle atte ad ospitare i devoti oppure utilizzate come ricovero per il bestiame ora trasformate in museo e negozi. Prima di rientrare in hotel pranziamo nelle vicinanze del tempio.
Nel pomeriggio decidiamo di risalire nella parte alta della città dove eravamo stati il giorno precedente per vedere il paesaggio al tramonto,abbiamo una visione completa partendo dalla Crystal Hall, costruita in 8 mesi nel 2012 per ospitare l’Eurovision Song Contest. , fino alla fine del golfo passando per il Bulvar, parco affacciato sulla baia, il museo dei tappeti a forma di tappeto arrotolato, la Città Vecchia e tutti i palazzi centrali. Scendiamo a fianco della funicolare fino al Bulvar passando per la Piccola Venezia, un piccolo parco tematico che vuole ricordare Venezia dove si può fare un giro in barca. Tra una foto e l’altra raggiungiamo il centro per la cena.
16/07/2018
Fatta colazione carichiamo le valige e partiamo in direzione di Sheki (300 km). Appena fuori Baku il paesaggio è collinoso quasi desertico, l’autostrada è in ottime condizioni ci sono numerosi autovelox e telecamere oltre a polizia, a un punto di controllo veniamo fermati ma non ci sono problemi anche perché l’autista ha sempre rispettato i limiti. Capita di fare incontri particolari con mezzi che in Italia non vedremmo mai in autostrada: trattori, falciatrici, mietitrebbie. Questo ci suggerisce un cambiamento di paesaggio, la terra arida e stepposa ha lasciato il posto a grandi estensioni di cereali pronti alla trebbiatura. Prima sosta a Maraza, cittadina conosciuta per il suo monumento, il mausoleo Diri Baba, è una delle tombe più imponenti dell’Azerbaijan, costruita su due piani attaccata alla roccia da un senso di sospensione nell’aria. Saliamo al primo piano dove ci sono una sala a cupola con pennacchi e un paio di stanze. Al secondo piano troviamo una camera incavata nella roccia uno stretto passaggio la collega al reale punto di sepoltura. Il mausoleo è una destinazione popolare sia per pellegrini che per turisti. Sosta successiva a Shamakhi, una delle città commerciali più antiche d’oriente trovandosi sulla via della seta. Si trova a circa 800 mt di altezza che la rende famosa per la viticoltura e frutticolture, oltre ad essere famosa per la tessitura di tappeti. La zona è altamente sismica si contano almeno 11 forti terremoti che hanno distrutto molto del patrimonio storico. Uno dei pochi edifici sopravvissuti anche perché ricostruita e restaurata in più occasioni è la Moschea Djuma risalente al X secolo, la più grande del Caucaso, occupa l’area di un tempio zoroastriano. Entriamo e rimaniamo estasiati dalla bellezza delle volte e dai grandi lampadari. Ci spostiamo appena fuori città per visitare il mausoleo delle sette cupole, Addy Gyumbez luogo di sepoltura dei membri delle famiglie reali degli Shah di Shirvan per i quali Shamakhi fu capitale per diversi secoli. Le cupole all’interno di un cimitero non sono in buone condizioni e mostrano i danni causati dai vari terremoti, non sono illuminate ma si vedono comunque diverse tombe e obelischi colorati.
Ripartiamo, la zona è molto verde e coltivata, a bordo strada ci sono molte bancarelle con verdure e frutta in vaso ma ad incuriosirci sono dei dischi colorati appesi alle bancarelle ci fermiamo e scopriamo essere marmellate. Qualche km e sosta pranzo, il ristorante dalla strada non si vede lo scopriamo immerso nel verde con tavoli all’aperto lungo un viale fiorito che porta ad un laghetto, pranzo stra abbondante in compagnia di “api”. Il programma prevede il paese di Lahic per raggiungerlo abbandoniamo la strada principale e l’asfalto lascia il posto ad una strada sterrata con buche sulle sponde di un canyon costeggiando pareti a strapiombo da mettere a dura prova la guida di molti. Sani e salvi siamo a Lahic, sembra essere tornati indietro di 50 anni, strade in ciottolato, gente a cavallo,botteghe di spezie e laboratori di artigianato. Camminiamo nella via principale visitando le varie botteghe e laboratori e facendo foto con residenti e turisti.
Riprendiamo la via principale per Sheki facendo attenzione ai continui attraversamenti di strada di pecore, mucche oche,capre, secondo me hanno il navigatore per ritornare a casa . In serata arriviamo all’hotel Sheki Saray nella parte vecchia della città . Ceniamo con Punhan al ristorante Gagarin sotto ad un pergolato e all’arrivo del conto rimaniamo sbalorditi dall’importo totale 29 Manat (15 Euro) per 3 zuppe,3 secondi con contorni, 3 dolci, 2 birre,2 bottiglie d’acqua.
17/07/2018
Ci alziamo con una sorpresa piove, la temperatura è gradevole dopo la calura dei giorni precedenti, fortunatamente quando usciamo smette. Sheki è una delle città più antiche del Caucaso, situata in una pittoresca zona montuosa a 700 mt di altezza, è considerata la capitale architettonica dell’Azerbaijan. La principale attrazione storica il palazzo di Sheki Khan (1762)si trova all’interno della fortezza. Siamo i primi ad entrare e rimaniamo estasiati, le pareti e i soffitti sono decorati da disegni finissimi e colorati che danno la sensazione di esservi immersi. Ma ancor più ci colpiscono le singolari coloratissime vetrate, costruite senza uso di chiodi e colle con il metodo del mosaico nazionale, chiamate shebeke, il vetro per le vetrate arrivava da Venezia,inoltre le vetrate si possono alzare e le sale si trasformano in verande. L’ultima stanza del palazzo è stata lasciata bianca per non distrarre operai e artigiani che vi lavoravano. Vietato fotografare. Nella facciata esterna ci sono volte argentate e disegni blu. Sempre all’interno della fortezza ci sono una chiesa Albanese Caucasica ora trasformata in museo, ed il museo dell’artigianato, appena dentro troviamo il laboratorio di shebeke e assistiamo al minuzioso lavoro che porta alla creazione delle vetrate senza uso di chiodi e colle mettendo assieme centinaia di pezzettini di legno intagliati a mano con altrettanti di vetro. Usciamo dalla fortezza ed incontriamo il Karvansaray un ex caravanserraglio con un porticato a due piani e arcate possenti ora trasformato in hotel ristorante. Scendiamo nella via principale fiancheggiata da un ruscello canalizzato e da negozi, per gli amanti del caffè vi è anche un Illy Caffè ma noi facciamo tappa in una delle tante pasticcerie alla ricerca della pakhlava migliore. Prendiamo l’auto per raggiungere il villaggio di Kish nel quale si trova la chiesa di San Elishe, la più antica del Caucaso restaurata e trasformata in museo grazie al contributo del ministero degli esteri norvegese. Attraverso una pavimentazione in vetro si possono vedere gli scavi di siti funerari con ossa risalenti all’età del bronzo. E’ il posto migliore per scoprire la storia dell’Albania Caucasica, la nazione Cristiana che in passato comprendeva questa parte dell’Azerbaijan. La chiesa è immersa in un giardino colorato con profumatissime rose . Pranziamo e ritorniamo in hotel sotto ad un diluvio. Maria Luisa decide di rilassarsi alla SPA dell’hotel io sistemo foto e leggo. In serata ceniamo nella parte nuova della città.
18/07/2018
Con un pizzico di tristezza lasciamo Sheki in direzione di Ganja, la seconda città per grandezza dell’Azerbaijan del quale è stata anche la prima capitale. Arrivando ci colpiscono giganteschi libri in pietra, a bordo strada, si tratta di riproduzioni delle poesie del poeta Nizami nativo proprio di Ganja . Alle porte della città facciamo una visita fuori programma al Mausoleo Nizami, ha una forma architettonica moderna, l’interno è decorato con le tradizionali opere d’arte in vetro,sul fondo vi è la tomba . Nel parco esterno troviamo fontane e statue rappresentanti scene di poesie del poeta.
Entriamo in Ganja e appare evidente, nonostante gli sforzi dell’ultimo periodo, l’influenza architettonica russa. Raggiungiamo la Bottle House, questa casa è diventata un opera d’arte e punto di orgoglio per gli abitanti di Ganja, la casa è decorata con 50. 000 bottiglie di vetro di diverse dimensioni,è sicuramente particolare. Ci dirigiamo alla chiesa Ortodossa Alexander Nevsky costruita nel 1887 durante l’occupazione russa fu chiusa poi riaperta nel 1946. Gli interni sono di colore azzurrino/verde, alle pareti sono appese diverse icone,severamente vietato fotografare, merita comunque la visita. Arriviamo nella grande piazza Shah Abbas, l’edificio principale è un immenso palazzone, sede del comune, esempio di classicismo socialista,la facciata è composta da grandissimi archi e grandi porte. Poco avanti c’è la Moschea Shah Abbas conosciuta anche come Moschea del Venerdì. Le origini risalgono al 1606, nel 1776 vennero aggiunti i due minareti, altri restauri nel 1910 e ricostruita nel 2008. Di fronte alla moschea vediamo i bagni di Chokak un tempo bagni turchi della piazza, a pochi passi il mausoleo di Javad Khan considerato eroe nazionale morto in battaglia durante la guerra russo-persiana nel 1804,è possibile vedere la tomba attraverso le colorate vetrate. Impossibile non notare il Ganja Filarmonya si rimane incantati dalla sua architettura grandiosa e delicata con tetti verdi e anticipato da due bellissime fontane. Rimaniamo sorpresi sapendo che è stato inaugurato poco meno di un anno fa. Si è fatta ora di pranzo, ormai siamo abituati ai classici ristoranti in stile turco/azero. Dopo circa 4 ore di viaggio siamo di nuovo all’hotel Shappire Inn di Baku. In serata visitiamo il Fizuli Park un parco frequentato da famiglie con bambini che scorazzano in pattini e bici,contornato da palazzoni stranamente non illuminati,ritorniamo in Piazza delle Fontane per la cena.
19/07/2018
La meta odierna si trova ad una sessantina di chilometri dalla capitale. Quando arriviamo dobbiamo cambiare auto ed entriamo nel Parco Nazionale Gobustan salite e discese ripidissime su terreno sconnesso degno di fuori strada per arrivare ai vulcani di fango, un’altra delle particolarità dell’Azerbaijan, una serie di vulcanetti alti 4-5 metri dai quali scendono colate di fango freddo. Dalla sommità si possono vedere delle bolle di fango che si formano per poi scoppiare,sembra una pentola che bolle anche per il rumore. C’è un laghetto di fango dove ci si può immergere avendo potere terapeutico il fango viene usato anche in farmacologia. Sono considerati patrimonio Nazionale dell’Azerbaijan sul quale territorio si trovano la metà dei vulcani di fango esistenti sul pianeta. Si tratta di un fenomeno naturale reso possibile dalla grande quantità di gas e olio presenti nel sottosuolo, è entrato nella lista per le “sette meraviglie della natura”. Tra uno scossone e una risata rifacciamo il percorso per arrivare alla nostra auto. A breve distanza visitiamo il nuovo Gobustan National Park Museum, davvero notevole con molte sale interattive dove la storia del territorio viene spiegata molto chiaramente,diciamo che è un museo straordinario anche perchè non ti aspetti di trovare nel bel mezzo di una zona semi desertica un centro con le più avanzate tecnologie. Qualche centinaia di metri e siamo nella riserva vera e propria, dichiarata nel 2007 patrimonio dell’Umanità dall’ Unesco,su una superficie di 537 ettari si trova una delle più antiche collezioni al mondo di incisioni rupestri”petroglifi”. Il percorso aperto al pubblico è molto affollato di turisti, quasi fanno a gara per vedere più incisioni, fortunatamente l’essere in tre ci facilita la visione di queste rocce sulle quali son incise . persone, piroghe, buoi, cavalli, vale veramente la pena visitare il parco.
Rientriamo a Baku per il pranzo che segna la fine dei servizi della nostra guida Punhan che ringraziamo per la professionalità serietà e capacità dimostrate. Nel tardo pomeriggio facciamo una lunga passeggiata sul Bulvar e ceniamo al Terrace Restaurante bella veranda con vista sulla Torre delle Vergini.
20/07/2018
Siamo alla fine di un viaggio che ci ha fatto scoprire un paese molto vario sia dal punto di vista naturalistico che culturale, che sta volando in alcuni settori mentre in atri sta arrancando, ma che non ha tradito le nostre aspettative. Prima di andare in aeroporto una puntatina in pasticceria per fare scorta di pakhlava e dolcetti vari. Come sempre puntualissimo arriva il nostro autista al quale va il nostro ringraziamento. Sbrigate in tempi non veloci le pratiche aeroportuali ci resta solo il tempo per ammirare il nuovissimo terminal con 16 cocoon in legno. Sempre con voli Turkhis Airlines rientriamo in Italia.