Alla scoperta del Montenegro… dal mare alle montagne

Due settimane percorrendolo in lungo e in largo, in auto, in coppia. Pro e contro di questo paese così vicino ma anche così diverso dal nostro
Scritto da: DiariDiAnna
alla scoperta del montenegro... dal mare alle montagne
Partenza il: 04/08/2016
Ritorno il: 19/08/2016
Viaggiatori: 2
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Avendo un budget non particolarmente alto, in Agosto 2016 abbiamo deciso di andare in vacanza in Montenegro, alternando giorni al mare ad altri in montagna. Tirando le somme, quest’area dei Balcani ci ha piacevolmente stupito sotto certi aspetti ma un po’ deluso per altri.

Iniziamo dai lati negativi riscontrati, per poi dedicarci unicamente alle esperienze soddisfacenti. Per cominciare, se state valutando di andare in Montenegro e passare del tempo al mare (specialmente se in Luglio o in Agosto), io vi consiglierei vivamente di cambiare meta! Il Montenegro ha una lunga costa che confina a Nord con la Croazia e a Sud con l’Albania: di tutte le località di villeggiatura che si susseguono, ci è sembrato che solo un paio fossero degne di nota. Il mare e le spiagge che possono reggere il confronto con quelle dell’Italia meridionale si contano sulle dita di una mano: per il resto sono peggio delle nostre romagnole o venete. A Sud (da Bar in giù) si trovano spiagge e mare uguali a Rimini ma peggio attrezzate. A Nord, lungo le belle Bocche di Cattaro, le spiagge sono quasi inesistenti e le rare piattaforme di cemento a bordo del mare sono prese d’assalto. L’eccessivo affollamento delle località balneari è un problema diffuso un po’ ovunque in Luglio e Agosto in Montenegro, con picchi che sfiorano l’invivibilità. In alcune spiagge piccole e carine si recano ogni giorno così tante famiglie (quasi tutte con tanti bambini) da non riuscire nemmeno a trovare lo spazio per stendere un asciugamano. E se pensate di trovare scampo dalla folla in acqua, vi accorgerete presto che i primi 100 mt dalla spiaggia sono delimitate da boe oltre le quali non si può nuotare poiché regno delle numerose moto d’acqua che sfrecciano e rombano da mattina a sera. I fiumi umani (per lo più di gente locale, russi, serbi e albanesi), che inondano le spiagge di giorno, di sera si trasferiscono sul lungomare o nelle stradine principali dei paesi. La scelta è tra seguire con piccoli passi il lento procedere della folla fra negozietti e ristoranti, oppure risalire la corrente come un salmone. A questo va aggiunto che in tutta la costa Montenegrina si mangia medio-male e c’è poca varietà (zuppa, insalata, cevapi e hamburger con patate fritte sono una costante). Per noi Italiani abituati alla buona cucina, non è facile sentirsi appagati nemmeno nei ristoranti più votati.

Sia chiaro che i luoghi degni di nota ci sono anche in Montenegro ma, tornando indietro, vi dedicherei meno giorni e opterei invece per qualche giorno di mare veramente bello in Croazia.

Detto questo, passiamo agli aspetti positivi del nostro viaggio e al racconto di cosa abbiamo visto e come.

BARI-BAR

Per raggiungere il Montenegro, abbiamo optato per la traversata notturna della Montenegro Lines, con il traghetto Sveti Stefan II. Abbiamo preso una cabina da 2 con bagno andata e ritorno, più l’automobile, e abbiamo speso 450€ prenotando con largo anticipo su Directferries.com. La nave è vecchiotta e malandata. Molta gente ha passato la notte dormendo lungo i corridoi (nel caso, portatevi un materassino morbido e un piccolo cuscino) ma noi abbiamo preferito un minimo di comodità e privacy in più. Le cabine sono molto semplici ma per una notte vanno bene: ci sono anche lenzuola, cuscino e un asciugamano. Il bagno non è certo il massimo, ma ci si accontenta. Il vero problema della Montenegro Lines sono i costanti ritardi (almeno un paio d’ore è la norma) e le lunghissime attese. Ci vuole più di un’ora per fare il check-in, poi ti lasciano ad aspettare l’imbarco incolonnati in auto per altre 2 ore. E invece che attraccare a destinazione alle 7 di mattina, prima delle 9/9:30 non si raggiunge la terra ferma. Portatevi anche qualcosa da magiare perché c’è solo un ristorante poco fornito a bordo e non accettano carte di credito.

Alla dogana montenegrina controllano i passaporti (anche la C.I. va bene, ma è meglio avere il passaporto con sé), la patente, il libretto di circolazione dell’auto e l’assicurazione. Se la carta verde dell’auto non è valida per il Montenegro, vi fanno pagare l’integrazione al momento (circa 15€). Se guidate un’auto intestata ad altri, è bene munirsi di delega a condurre firmata dal proprietario con allegata la fotocopia del suo documento.

La nostra prima destinazione in Montenegro è stata Petrovac dove abbiamo passato 2 giorni. Il primo giorno siamo andati nella spiaggetta subito dopo il paese, Lucice, che sarebbe molto graziosa ma era così affollata che si faticava a trovare posto. Il parcheggio è a pagamento, ma si raggiunge tranquillamente a piedi dal paese. Lungo la spiaggia ci sono ristorantini e fruttivendoli. Una cosa molto positiva di tutte le spiagge in Montenegro è la presenza di docce gratuite e di cabine per cambiarsi.

Noi ci siamo sempre portati dietro il ns ombrellone, una stuoia un po’ imbottita per sdraiarsi sui sassi (le vendono anche lì) e le scarpette da scogli (con la suola di gomma): si sono rivelati quasi sempre utili. Può valer la pena acquistare un materassino gonfiabile per allontanarsi dalla ressa e rilassarsi al largo (sempre entro le boe, per non essere falciati da motoscafi e moto d’acqua).

La sera, cena da Ambassador (buona) sul lungo mare con piacevole passeggiata fino al faro.

PETROVAC

Di giorno siamo andati al mare nella caletta di Rijeka Reževići, poco più a Nord di Petrovac. Consiglio di parcheggiare l’auto su (a bordo strada) e scendere a piedi (anche se al ritorno sarà faticoso) perché la risalita in auto è drammatica, a causa dei parcheggi selvaggi e della strada molto ripida. La spiaggia è molto carina (anche se ovviamente affollata), con ristorantini e bar.

La sera siamo tornati a piedi alla spiaggia di Lucice a cenare in uno dei locali sul mare: molto più semplici e senza pretese rispetto a quelli in centro, però abbiamo mangiato benissimo e speso poco. Per concludere, Petrovac è molto carina: è più orientata verso le famiglie e non ci sono molti bar o locali per giovani ma è stato uno dei nostri posti preferiti.

BUDVA

Dopo aver passato la giornata alla bellissima spiaggia di Drobnji Pjesak (secondo noi la più bella), nel tardo pomeriggio ci siamo spostati a Budva dove avevamo affittato un altro miniappartamento per 2 giorni. In tutta la vacanza, siamo stati sempre in monolocali o appartamentini con bagno e cucinotto. In tutti c’era il frigo, in qualcuno anche lavatrice e stendino. Di media, abbiamo speso 40€ a notte in due, senza colazione (ce la preparavamo noi nella minicucina).

Budva non ci è piaciuta molto: caotica e rumorosa, con una Stari Grad (citàà vecchia) fatta di vicoletti ma nel complesso un po’ anonima. Però è decisamente più grande di Petrovac e offre di più. Si trovano ristoranti asiatici, qualche negozio occidentale, locali per la sera e casinò. Si può visitare il castello della Stari Grad e anche qualche museo. Gradevole il porto con diversi yatch di lusso ancorati.

La prima sera abbiamo cenato molto bene al thai Taste of Asia; bene anche la seconda sera nel minuscolo Konoba Bocun (suggerito da Trip Advisor): conviene prenotare oppure si rischia di aspettare (come noi) oltre 30 minuti. Ma il cibo era molto buono ed il titolare simpaticissimo!

Il secondo giorno, causa tempo incerto, abbiamo visitato la Stari Grad di Budva e abbiamo raggiunto in auto Przno da cui parte un sentiero pedonale molto bello (è bene indicato all’ingresso del paese) che, fra alberi e tenute signorili, porta prima alle graziose (ma costosissime: oltre 70€ al giorno per lettino e ombrellone) calette di Milocer e di Kraljičina Plaža, e poi all’immancabile Sveti Stefan. Riguardo a questa famosa lingua di terra tappezzata di casette dai tetti rossi, c’è da dire che è proprietà privata e non si entra neanche pagando (solo su invito): è piacevole però vederla da fuori e sostare nelle due spiaggette adiacenti o passeggiare fra le boutique di lusso proprio davanti.

BAIA di KOTOR

Lasciamo Budva per dirigerci verso le Bocche di Cattaro: inutile dire che la stradina che le costeggia è davvero bella e regala scorci emozionanti. E’ anche molto stretta e in vari punti bisogna fermarsi per far passare le auto in senso opposto. Procedere lentamente, però, offre l’opportunità di ammirare meglio il panorama. Prima tappa a Stolivo, un minuscolo paesino di pescatori, al termine del quale si può lasciare l’auto e inizia un cammino di circa 40-45 minuti in salita (ripidissima e molto faticosa) fra gli alberi. Conduce ad un antico villaggio in cima alla collina fatto di case di pietra, oggi completamente disabitato. Si può gironzolare fra le case abbandonate e raggiungere la chiesa (semi-abbandonata, ma il campanile ancora rintocca le ore). E’ faticoso, soprattutto col caldo, ma ne vale la pena e offre una vista dall’alto notevole di nota. In seguito ci siamo recati a Perast, grazioso villaggio sul fiordo con qualche banchina di cemento da cui tuffarsi. Su tutto il lungomare trovate ragazzi che vi offrono passaggi in barca di un’ora o due all’isola della Madonna dello Scalpello, proprio di fronte a Perast. Arrivando in auto, si può lasciare in un comodo parcheggio subito fuori dal paese per un paio di euro. I ristoranti sul lungo mare sono abbastanza turistici e si mangia abbastanza male: bisogna farsene una ragione in Montenegro.

Nel tardo pomeriggio siamo tornati indietro fino a Kotor e abbiamo raggiunto il ns appartamento al Kotor Sunrise Apartments. Il monolocale, seppur piccino, era molto grazioso e moderno. Cucina ben equipaggiata e anche lavatrice e stendino disponibili. Il problema principale è stato arrivarci: strade così ripide e strette che l’auto non saliva neanche in prima, nessuna indicazione e quindi alcuni giri a vuoto. Questo è un problema un po’ diffuso ovunque lungo la costa montenegrina. Kotor, fra i vari paesini del fiordo, è sicuramente il più carino: la Stari Grad è adorabile, con tanti ristoranti (consigliamo di cuore Cesarica: buonissimo, e Tanjga, una macelleria appena fuori dalle mura del centro che griglia la carne al momento). Bellissima anche la montagna dietro alla Stari Grad, attraversata da un percorso di migliaia di gradini (noi non l’abbiamo fatto, ma ne abbiamo sentito parlare) che conduce alle rovine di una roccaforte. Il sentiero di notte è illuminato e incendia la montagna con bellissimi giochi di luci. Una nota particolare, invece, la merita il porto di Kotor che è forse il più grande della gola e concede alle navi da crociera di attraccare proprio davanti alla Stari Grad. La nostra impressione è stata che – di giorno – la presenza di questi transatlantici sia molto sgradevole in quanto oscura completamente la vista del fiordo. Tuttavia, scesa la sera, le grandi navi si illuminano, riflettendosi nell’acqua attorno alla città vecchia e lo spettacolo cambia nettamente.

Il giorno successivo abbiamo passato la mattinata al mare nella spiaggia Plavi Horizonte di Przno. Ovviamente era molto affollata, poiché è una delle rare spiagge della baia di Kotor, che altrimenti offre solo banchine di cemento. Il mare è bello e la sabbia fina. Possibilità di parcheggiare gratuitamente un po’ distante, oppure a pagamento (qualche euro) più vicino.

Una nota su Herceg Novi: è l’ultimo paese sul fiordo prima della Croazia. Si presenta con un notevole lungo mare pieno di ristoranti e negozi ed un’ampia spiaggia di sabbia sempre affollatissima. In acqua, centinaia di pedalò, moto d’acqua e anche scivoli gonfiabili piuttosto grandi. L’unico motivo per cui siamo passati da Herceg Novi era per fare la gita in barca alla Blue Grotto e all’Isola di Mamula, di cui avevo letto commenti positivi. Purtroppo ho scoperto che le gite partono verso le 11:30/12:00 e si rientra solo per le 18:00. Il costo è abbastanza contenuto. Non avevamo tutto il giorno a disposizione e abbiamo dovuto rinunciare. Le gite si possono prenotare contattando le varie agenzie che mettono stand o cartelloni lungo la spiaggia.

RAFTING NEL DURMITOR

Dalle Bocche di Cattaro, ci siamo spostati al confine con la Bosnia per fare rafting nel parco nazionale del Durmitor, dove le gelide acque del fiume Piva si incontrano con quelle del Tara e generano un nuovo fiume più largo chiamato Drina. In questa zona di confine ci sono varie minuscole località (Brijeg in Montenegro, oppure Bastasi e Tečići in Bosnia) in cui pullulano i campeggi che organizzano giornate di rafting e canyoning. Per attraversare il confine, bisogna passare dalla frontiera e mostrare tutti i documenti dei passeggeri e dell’auto. Non sono richiesti visti.

Noi abbiamo trascorso due giorni al Rafting Centar Drina-Tara a Bastasi (Bosnia), avendo prenotato in anticipo un bungalow con bagno: abbiamo speso abbastanza (190€ per 2 persone, per 2 giorni, con tutti i pasti inclusi e una giornata di rafting) però non abbiamo rammarichi poiché la comodità di non dover utilizzare i bagni comuni è impagabile. Il camping è fortemente disorganizzato (ma credo sia un difetto comune in queste zone), ma i bungalow erano molto carini e puliti, ci sono state date lenzuola e coperte, l’acqua della doccia era caldissima (la sera fa abbastanza freddo, anche in piena estate) ed il cibo era buono e abbondante. Il rafting è stato bellissimo e fattibilissimo anche per chi non l’ha mai fatto prima. In estate, infatti, il fiume è molto tranquillo e si incontrano solo alcune rapide abbastanza semplici. Tutto l’equipaggiamento è fornito da loro: muta, scarpette e salvagente. Per chi ha un’action-cam (Go-pro o altre), si può anche chiedere il caschetto con l’attacco. Il rafting è durato quasi 5 ore, più un’ora di jeep su strade sterrate e malmesse per raggiungere il punto da cui partire. Si fa una colazione molto abbondante, e poi servono un pranzo/cena poco dopo l’arrivo. Consiglio vivamente di fare quest’esperienza anche ai meno sportivi perché è stato stupendo: il fiume e i panorami che si aprono alla vista sono indescrivibili e le 5/6 ore sembrano volare! Non portatevi il celullare, a meno che non sia waterproof: qualsiasi cosa entri nel gommone si bagnerà sicuramente.

DURMITOR E MONASTERO DI OSTROG

Il giorno seguente abbiamo guidato attraverso buona parte del parco nazionale per visitare Zabljak ed il lago Nero (Crno Jezero) e poi siamo arrivati a Niksic e da lì al Monastero di Ostrog.

Premetto che bisogna armarsi di calma e pazienza, e fare il pieno alla macchina, perché le strade sono in brutte condizioni, piene di tornanti e molto strette. Anche se i km da percorrere non sono tanti, considerate che si va al massimo ai 40/50 km all’ora. Però la natura ripaga la fatica: bellissimi panorami si susseguono e cambiano a seconda della zona, tanto che si passa dalla montagna vera e propria ad altopiani brulli dall’aspetto “lunare”. Lungo la strada ci sarebbero anche innumerevoli punti dove fare trekking, ma noi purtroppo non avevamo tempo e non eravamo attrezzati. Se lungo la strada vedete dei bambini o ragazzini che cercano di vendervi qualcosa, probabilmente sono cestini di frutti di bosco buonissimi appena raccolti.

Zabljak è un piccolo paese di montagna con chalet e qualche ristorante: in fondo al paese si accede al lago Crno Jezero (parcheggio libero ma 3€ per l’ingresso alla riserva naturale). Il lago è davvero bello e balneabile. Si può fare una piacevole passeggiata di circa un’ora e mezza per vederlo tutto oppure sentieri più brevi. Per i più spericolati, c’è un sentiero che conduce a due zip-line, ovvero due funi che attraversano il lago, a cui ci può attaccare con l’idonea imbragatura.

Niksic è una grossa cittadina che non merita una sosta, ma abbiamo dovuto attraversarla per raggiungere il Monastero di Ostrog. Personalmente consiglio di andarci se si è in zona (o se si è molto credenti): è stato piacevole ma non bellissimo e la strada è lunga e tortuosa. Non vale la pena guidare per molte ore se si è lontani.

LAGO SKADAR E ULCINJ

Ci siamo poi diretti verso il lago Skadar, il lago più grande che il Montenegro condivide con l’Albania. Premetto che questo lago non ha strade che ne costeggino le sponde. Noi ci siamo fermati per la notte a Rjieka Crnojevica: si tratta di un minuscolo paesino situato poco prima di dove il fiume omonimo confluisce nel lago. C’è un grazioso ponte, e qualche ristorantino sul fiume. Da qui, come dalla ben più caotica e turistica Virpazar, partono gite in barca per vedere il lago e la variegata fauna. Noi abbiamo saltato questa attività sia per mancanza di tempo sia per scarso interesse: il lago è sicuramente bello ma è un po’ più “paludoso” rispetto ai laghi di alta montagna visti nel Durmitor.

Successivamente ci siamo diretti verso la nostra tappa finale: Ulcinj. Qui abbiamo alloggiato in un monolocale prenotato online (Apartments Tati), con una bellissima vista ma decisamente troppo piccolo e abbastanza scomodo perché situato in cima ad una salita impervia (la sera dovevamo scendere per arrivare alla città vecchia o al lungomare, e poi risalirla tutta a piedi dopo cena) e al 4° piano senza ascensore. Quello che non ci capisce, prenotando online, è che molte strade sono fortemente in salita. Per evitare questo inconveniente, consiglio di cercare alloggio proprio vicino alla Stari Grad o alla piccola mezzaluna di spiaggia adiacente, oppure lungo la strada perpendicolare chiamata Hafiz Ali Ulqinaku. Ma in tutta sincerità, sconsiglierei proprio di visitare Ulcinj: la città vecchia è una delle meno belle che abbiamo visto, fortemente danneggiata da un terremoto e popolata unicamente da ristoranti per turisti con enormi insegne pacchiane. Le piccole calette limitrofe sono prese d’assalto e per trovare un po’ di pace bisogna spostarsi 20 minuti a sud nelle spiagge di Velika Plaza o nella (parzialmente) nudista Ada Bojana. Il problema è che qua il mare è identico a quello di Rimini: spiaggiona di sabbia fine, acqua bassissima e torbida, meduse, ecc… Scordatevi le acque cristalline promesse dalle guide turistiche. Per quanto riguarda la spiaggia nudista, se siete habitués o se vi interessa provare l’esperienza, di seguito qualche dettaglio: entrare nei pressi della spiaggia di Ada Bojana in auto costa 6€, dopodiché si spendono altri 10€ per un ombrellone e due lettini. Non è obbligatorio affittarli, ma la sabbia fine è molto fastidiosa se ci si stende col telo sulla spiaggia. A noi è parsa una spesa un po’ eccessiva, considerato che il mare è abbastanza deludente. Per lo più vi sono coppie tedesche di mezza età, ma anche giovani. Qualche persona in costume si vedeva, quindi non credo che si venga rispediti fuori se non ci si vuole spogliare. Comunque nessuno farà particolarmente caso alla vs nudità e in pochi minuti vi sembrerà perfettamente normale. E’ consigliato rimettersi almeno gli slip se si desidera pranzare nel (pessimo) ristorante sulla spiaggia. Ristoranti molto validi, invece, si trovano lungo il fiume appena prima della spiaggia (letteralmente 2 minuti in auto), da cui pescano direttamente con grandi reti. Il problema è che, una volta in spiaggia, bisognerebbe riprendere l’auto per pranzare sul fiume. Non è molto comodo e non so se poi bisogna ripagare l’ingresso di 6€.

BAR – BARI

L’ultimo giorno avevamo la partenza del traghetto prevista per le 22 da Bar, quindi abbiamo deciso di passare la giornata in spiaggia. Per essere più vicini al porto di Bar, ci siamo spostati 20 minuti a Nord di Ulcinj fino alla spiaggia di Dobra Voda. Ennesima delusione: spiaggia talmente affollata da non riuscire a stendere un asciugamano. Abbiamo affittato due lettini, ma erano cosi ravvicinati fra loro che non potevano essere spostati dalla posizione iniziale. Il mare era meglio di quello a sud di Ulcinj ma le centinaia di persone che vi sguazzavano dentro impedivano qualsiasi sorta di relax. Infine siamo giunti al porto di Bar, dove la nave Montenegro Lines è arrivata con ben 2 ore di ritardo, ma poi il viaggio in cuccetta è stato tranquillo.

Le conclusioni su questo viaggio sono un po’ stridenti fra loro. Da un lato il Montenegro presenta alcune rare bellezze, soprattutto a livello naturalistico. Nonostante ci riteniamo assolutamente “animali da spiaggia”, del Montenegro abbiamo apprezzato specialmente la zona montuosa, con panorami bellissimi e molto diversi dai nostri, graziosi laghi ad alta quota e splendidi torrenti. Siamo invece rimasti abbastanza delusi dalle spiagge, poiché se ne trovano davvero poche che reggano il confronto con le nostre, e dall’accoglienza ai turisti. Spesso i montenegrini hanno molta strada da fare per imparare le norme base dei servizio e dell’ospitalità, e questo rovina certamente l’impressione che un visitatore si fa di un paese. Infine, se vi aspettate un paese estremamente più economico dell’Italia…. siete arrivati tardi! Forse qualche anno fa era così, ma direi che ora costa un 20% in meno ma non di più.

CONSIGLI PRATICI

Per chi ha intenzione di girare a fondo il Montenegro, si prospetta una vacanza divisa fra mare e montagna, con climi e situazioni molto diversi. Se viaggiate in auto, e avete la possibilità di portarvi più dei 23kg da stiva di aereo, suggeriamo di dotarsi di:

– Ombrellone (non in tutte le spiagge ci sono strutture attrezzate)

– Stuoia di vimini o materassino (tipo da yoga) per le spiagge di sassi

– Borsa termica

– Scarpette da scogli con suola di gomma

– Navigatore con mappe aggiornate del Montenegro oppure scaricatevi un’app per lo smartphone che vada anche offline (spesso in montagna prende solo il GPS, non la rete). Ne esistono di gratuite in cui scaricare solo le mappe dei paesi che ti interessano e funzionano mediamente bene.

Quando guidate in Montenegro ricordatevi SEMPRE di accendere i fari (anche di giorno) e di non guidare scalzi. In Agosto abbiamo visto spesso polizia che fermava le auto per i controlli e facevano la multa a chi aveva i fari spenti.

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Rijeka Crnovica

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Affluente del lago Skadar

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Sveti Stefan

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Perast

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Petrovac

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Kotor

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Crno Jezero

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Perast

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Bocche di Cattaro

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Crno Jezero

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Manastir Ostrog



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