Alla scoperta del Monferrato

Quattro giorni a ritmo lento
Scritto da: Barbie13
alla scoperta del monferrato

Svegliarsi ammirando la catena delle Alpi, con il Monviso che le domina; leggere un libro avendo come sottofondo solo il cinguettio degli uccellini; sentire la carezza di un venticello leggero tra i capelli mentre torni bambina spingendoti su un’altalena appesa tra gli alberi, che ti riconduce alla spensieratezza dell’infanzia; trovare ispirazione per scrivere o semplicemente guardare il paesaggio; rilassarsi sul dondolo della terrazza, perdendo il proprio sguardo in uno scenario unico, dove il bianco delle cime innevate contrasta con l’azzurro del cielo ed il verde delle colline. Se cerchi tutto ciò, questo è il posto ideale dove alloggiare, punto di partenza comodo per scoprire il Monferrato, patrimonio UNESCO.

Qui potrai staccare la spina, allontanandoti dai ritmi frenetici della città, in un’oasi di pace, a contatto con la natura, i suoi suoni, colori e profumi. Senza fare troppi chilometri, potrai visitare i borghi tipici della zona, dove il tempo sembra essersi fermato, degustare gli ottimi cibi e vini locali, passeggiare nei boschi o tra le vigne. Tante sono le attività possibili in questa parte del Piemonte che si trova al confine tra le provincie di Asti ed Alessandria, un luogo straordinario dove riappropriarti del tuo tempo, ritrovando i ritmi lenti, assaporando il gusto delle cose semplici.

I quattro giorni di totale relax che mi sono regalata per il mio compleanno sono iniziati alloggiando presso una struttura bellissima, trovata tra quelle che hanno aderito all’iniziativa promossa dalla regione per incentivare il turismo locale. Così, acquistando un voucher anzitempo, durante il primo lockdown, ho potuto fare tre notti pagandone soltanto una.

Nel Maggio del 2021, sono partita con la mia auto alla scoperta di una zona dell’Italia inserita meritatamente tra i preziosi patrimoni del nostro stivale che tutto il mondo ci invidia.

Oltre alla visita del borgo medievale in cui si trova il b&b scelto, Grazzano Badoglio appunto (con la sua “big bench” rosso fuoco che domina i vigneti circostanti ed i ristoranti che permettono di cenare con vista sui filari), nei dintorni ho potuto ammirare il Parco naturale del Sacro Monte di Crea (anch’esso patrimonio UNESCO, un’oasi di pace immersa nella natura, con il famoso Santuario di Santa Maria Assunta, da cui si gode di un paesaggio spettacolare), il Belvedere di Cantavenna (in località Gabiano, una terrazza panoramica con vista sulle ordinate risaie del vercellese, sull’arco alpino e sulla piana del Po).

Imperdibili anche Moncalvo (la città più piccola d’Italia), Ottiglio (un borgo antico con la suggestiva chiesetta di Sant’Eusebio), Casale Monferrato (una cittadina a misura d’uomo dove perdersi per le vie del centro lasciandosi trasportare dall’inebriante profumo dei famosi Krumiri), Cellamonte (uno dei borghi più belli d’Italia, una vera bomboniera in cui tassativo è prenotare una visita con degustazione in uno degli Infernot, le caratteristiche camere sotterranee scavate nella pietra, usate per custodire il vino imbottigliato) e, da ultimo, prima di tornare verso casa, Vercelli (raggiunta passando per scenari resi unici dal contrasto tra la luce delle risaie, del cielo, del verde della vegetazione, del bianco dei numerosissimi aironi che vi trovano il loro naturale habitat e dove le cascine sembrano sospese sugli specchi d’acqua in cui cresce una delle qualità di riso più pregiate).

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