Alla scoperta del Messico 2

Cambio circa 1€ =14 MEX$ Spesa media per il cibo: 20 € a testa a Cancun e Tulum spiaggia, 10-12 € a testa nel resto del paese (sempre in ristorante) Alberghi: mediamente 4 - 500 pesos/notte (circa 35 € a stanza, escludendo Cancun), pagati tutti cash. Assicurazione Globy: 90 € a testa Volo A/R: 1.100 € a testa (incluso il volo...
Scritto da: babisa
alla scoperta del messico 2
Partenza il: 24/12/2006
Ritorno il: 09/01/2007
Viaggiatori: in coppia
Cambio circa 1€ =14 MEX$ Spesa media per il cibo: 20 € a testa a Cancun e Tulum spiaggia, 10-12 € a testa nel resto del paese (sempre in ristorante) Alberghi: mediamente 4 – 500 pesos/notte (circa 35 € a stanza, escludendo Cancun), pagati tutti cash.

Assicurazione Globy: 90 € a testa Volo A/R: 1.100 € a testa (incluso il volo interno MEX – Cancun) Noleggio auto: 630,00 € Km percorsi: 2.600 Costo benzina: mediamente 0,40 €/l Nota preliminare: non siamo esattamente viaggiatori stile “zaino in spalla e ci adattiamo”: facciamo una vacanza l’anno, e la nostra prioritá è viverla bene. Ció nonostante, abbiamo sempre trovato sistemazioni confortevoli spendendo poco di piú (Cancun a parte, ma lí non è Messico, è come essere in Florida, prezzi inclusi) di quello che avermmo potuto spendere adattandoci a sistemazioni meno comode. Comunque era Natale, perció i prezzi erano sicuramente molto piú alti che in altri periodi.

Tirando le somme, sul suolo messicano abbiamo speso circa 3.000 euro in due, di cui però 600 erano di noleggio auto e altrettanti nei tre giorni di lusso a Cancun.

Qualche nota pratica: I soldi: scordatevi pure a casa la carta di credito: vi sará utile solo se pensate di prenotare gli alberghi via internet durante la vacanza, ma non per pagare: eccetto che a Cancun, non viene accettata quasi da nessuna parte, neanche dagli alberghi (!!), e quei pochi che la accettano, nel caso paghiate con carta, applicano comunque una commissione alta, pari all’ 8% della spesa. Se non volete partire con tanti contanti, portate con voi un bancomat del circuito Maestro: noi lo avevamo e abbiamo trovato spotelli bancomat (ATM) dove ritirare contante praticamente dappertutto. La Postepay non funziona.

La corrente è a 110V, e la spine sono diverse: se avete la fotocamera digitale, ad esempio, vi conviene procurarvi prima possibile un adattatore (non tutti gli alberghi ne hanno). Comunque caricabatterie, radio, asciuga capelli… Funzionano, anche se ovviamente a metà potenza.

Punti Internet: si trovano ovunque e i collegamenti sono quasi sempre abbastanza veloci. Telefonare in Italia costa parecchio.

Zanzare: noi abbiamo portato due bombolette di Autan, non di quello da supermercato bensì di quello più potente comprato in farmacia. In ogni caso, anche perché era inverno, ce n’erano proprio poche e tutte nel Chiapas.

Lingua: nessuno o quasi parla inglese: però dopo i primi due-tre giorni di adattamento, si riesce a comunicare abbastanza facilmente (noi siamo del tutto digiuni di spagnolo e abbiamo persino prenotato un albergo per telefono…) Souvenirs: lungo le statali incontrerete a volte capannoni dall’aspetto non proprio invitante, dove vengono venduti souvenir di tutti i generi: vincete la diffidenza e fermatevi se volete comprare qualche ricordino, si fanno ottimi affari, molto di piú che nelle cittá o nei siti archeologici. A grandi linee conviene comprare tutto in Chiapas dove tutto costa molto poco.

24/12 Sabato 24 dicembre, ore 7 e 30: siamo in partenza per la nostra prima vacanza messicana. Arriviamo in aereoporto in orario perfetto, solo per scoprire che, il nostro volo Venezia–New York è stato cancellato! Inizialmente temiamo sia a causa della neve, che potrebbe creare altri problemi e impedirci di partire anche domani, ma al banco informazioni della Delta Airlines ci comunicano che si tratta di un non meglio precisato motivo tecnico. Vabbé, pazienza…Accettiamo l’ospitalitá della Delta Airlines che ci offre il pernottamento al Courtyard Mariott, albergo nuovissimo nelle vicinanze dell’aereoporto. Scarichiamo i bagagli e saltiamo sul primo autobus per Venezia. La giornata si rivelerá molto meglio del previsto: c’è il sole, è la vigilia di Natale quindi Venezia è quasi deserta, facciamo un ottimo pranzo a base di pesce, insomma ci godiamo la giornata, del resto siamo in ferie, e la Delta si accolla tutto…

25/12 Venezia – Mexico city Oggi nessun problema, siamo al check-in prima delle 8, e tutto é a posto! Alle 11 ci imbarcano e finalmente si parte.

Il volo fino a New York è praticamente vuoto, quello da New York a Mexico City no, ma dal momento che noi siamo stati imbarcati come passeggeri in sovrannumero, e che in classe turistica non ci sono piú posti liberi, facciamo il viaggio fino a Mexico City in classe business. Unico neo, a NY dobbiamo ritirare i bagagli, fare il controllo per l’immigrazione in territorio USA e rifare i controlli di sicurezza e il check-in: per fortuna ci siamo informati al momento dell’imbarco a Venezia: se non li avessimo ritirati, i bagagli non ci avrebbero seguito, e addio.

Atterriamo nel DF alle 11 di sera, mentre aspettiamo le valige ritiriamo un po’ di pesos al Cajero automatico ATM, e una volta ritirati i nostri averi prendiamo un taxi prepagato – ci sono le casette che vendono i “biglietti” all’uscita dell’aereoporto, e in una ventina di minuti siamo in albergo: Hotel Lepanto, in una camera che loro chiamavano “suite”, ma vi assicuro che era come stare in un qualunque motel americano, senza infamia e senza lode. Comunque abbiamo speso 105 Euro per tre notti e due prime colazioni a testa, che si pagavano a parte. Qui abbiamo fatto la prima conoscenza con le Huevos Rancheros, due uova servite con frijoles, formaggio, nachos e quant’altro. Favolose per cominciare al meglio la giornata.

26/12/2006 Xochimilcho – Museo di antropologia Dal nostro hotel alla fermata del metró (2 pesos/viaggio) ci sono solo 10 minuti di cammino, cosí scendiamo fino alla fermata e ci dirigiamo verso lo Zocalo per fare colazione in un locale tipico e imergerci da subito nella vera atmosfera messicana. Lo Zocalo è molto grande, ci sono diversi baracchini che vendono cibo o dove i militanti fanno propaganda per l’uno o l’altro personaggio politico. Stranamente questa mattina c’erano solo foto di Lenin, Stalin, bandiere con la falce e martello e megafoni a tutto volume. Non ho potuto resistere a fare una foto, sembrava di vedere un film “archeologico” di propaganda sovietica. La zona pedonale della piazza è circondata da una strada multicorsia dove i messicani sfrecciano in macchina (sono guidatori incapaci e abbastanza spericolati…). Siamo un po’ spaesati, e non abbiamo ancora fatto colazione. Gironzoliamo nelle vie intorno allo Zocalo e finiamo in mezzo a un enorme mercato dove innumerevoli ambulanti vendono principalmente giocattoli e cibarie, nessuna delle quali peró sembra invitante. Alla fine troviamo una specie di tavola calda, entriamo e ci sediamo per la colazione, che purtroppo si è rivelata pessima e ci ha fatto temere per il resto dei nostri pasti. Fortunatamente però, nel proseguo del nostro viaggio, abbiamo mangiato in media molto bene.

Una volta rifocillati, torniamo alla stazione della metropolitana e prendiamo il tren ligero per andare a Xochimilcho. Lungo la via principale c’è mercato (deve essere la giornata…) dove possiamo comprare frutta (2 banane per 2 pesos…14 centesimi) e dove veniamo pedinati da una coppia che vuole a tutti i costi venderci una escursione sui canali a bordo della loro lancia. Alla fine ci lasciamo convincere e facciamo l’escursione di 1 ora (130pesos), nonostante il barcaiolo insista nel dire che 1 ora non è sufficiente. Come scopriremo, con il giro di 1 ora si evita di essere assillati da barche di venditori ambulanti e Mariachi e ci si gode l’escursione in tranquillitá. Nonostante gli urti, é molto rilassante starsene su questo barcone che il barcaiolo spinge su per i canali con una specie di pertica, tipo i gondolieri, e ogni tanto sbatte piú o meno violentemente contro le barche di altri “colleghi” anche loro col loro carico di turisti. Tornati in centro nel primo pomeriggio, ci dirigiamo al Museo di Antropologia, che consiglio assolutamente di visitare prima di recarsi nei siti archeologici. Durante la visita, che, se pur veloce, ha richiesto circa tre ore, riusciamo ad accodarci a diversi gruppi in visita guidata e ad origliare un po’ le spiegazioni.

All’uscita, riusciamo a prendere un taxi “regolare”, il taxista si rivela molto gentile e inizia ad illustrarci le varie cose che vediamo lungo il tragitto verso lo Zocalo…Finché si distrae una volta di troppo, e tampona violentemente la macchina davanti! Scendiamo lievemente scioccati ma sani e salvi, e dopo un po’ riusciamo a prendere un altro taxi: pessima idea, perché il traffico è pazzesco e ci mettiamo 20 minuti per fare poco piú di 500 metri…Scoraggiati, scendiamo dal taxi e proseguiamo a piedi. Arriviamo al Café de Tacuba, nostra meta per la cena, aspettiamo un po’ ma riusciamo ad avere un tavolo, e finalmente ci sediamo e mangiamo. Il cibo non è niente di eccezionale, anzi, peró l’ambiente è carino e ci sono i Mariachi che allietano la nostra cena. All’uscita, il traffico non è diminuito neanche un po’, quindi, seppure non entusiasti, prendiamo la metro per tornare in albergo. In realtá le nostre preoccupazioni non avevano ragione di essere, nella metro c’è ancora un sacco di gente anche se sono le 23, e anche la strada dalla fermata all’albergo è molto tranquilla.

27/12/2007 Teotihuacan Stamattina colazione in albergo e via di corsa verso la metro, per raggiungere il Terminal Norte da dove prenderemo l’autobus per Teotihuacan. Il terminal è sterminato, ci sono decine di banchi dove acquistare i biglietti per tutte le destinazioni possibili in Messico e in USA: i biglietti per Teotihuacan si comprano nell’ultimo banco a sinistra rispetto all’entrata principale, subito prima del parcheggio dei bus vero e proprio. Il nostro bus é… spartano, si fa fatica a credere che possa circolare, ma in poco piú di 1 ora ci porta a destinazione. All’entrata del sito ci sono 4 personaggi (simil-sacerdoti?) seduti in cima ad un bastone alto 10 metri che salmodiano qualcosa, a puro beneficio dei turisti. Il sito è cosí pulito e ordinato da sembrare finto. Le piramidi ai lati della Camminata dei Morti sono imponenti, e ci accorgeremo a nostre spese di quanto siano ripide… questo è uno dei pochi siti dove si possa ancora arrampicarsi sulle piramidi, ma tra il sole e l’altitudine, quando arriviamo in fondo al Viale dei Morti siamo esausti. Peccato aver fatto tardi, perché l’atmosfera del luogo deve essere del tutto diversa senza un milione di persone che si arrampicano e affollano ogni angolo libero, quindi non ce lo godiamo appieno. Lungo il percorso ci sono innumerevoli venditori di souvenirs di pietra e argento, che come scopriremo in seguito, sono piú economici che altrove.

Tornati in cittá, prendiamo un aperitivo alla Cantina La Opera, poi partiamo per l’unica brutta avventura o quasi della vacanza. Piccola premessa: siccome una delle tre notti nel DF ce la siamo persa a causa del disguido con la Delta, abbiamo deciso di seguire i consigli della Lonely Planet per le due uniche cene nel DF, e abbiamo scelto quelli che credevamo essere i migliori ristoranti della città: Il Cafè de Tacuba-il “preferito dall’autore”-e La Fonda del Hotentote che era la scelta della guida. Il Cafè de Tacuba era mediocre, e soprattutto strapieno probabilmente per via del fatto che è stato inserito nella guida, ma tutto sommato, abbastanza caratteristico. Ma La Fonda del Hotentote era una cosa da film dell’orrore.

Insomma, dopo il nostro aperitivo, ci siamo diretti verso Las Cruces, ma appena fuori dalla stazione della metro, ci accorgiamo che qualcosa non va: poliziotti con giubbotto antiproiettile e armi in pugno a gruppi di tre, facce poco raccomandabili e prostitute in quantitá… sperando di aver solo sbagliato fermata della metro, camminiamo rapidamente lungo la via in direzione del decantato “ristorante di classe”, svoltiamo a sinistra e ci troviamo in un viottolo buio e poco invitante, pieno di cartoni sul marciapiede e facce da galera. Arriviamo al ristorante, che si trova all’angolo con l’hotel Las Cruces (NON andateci!! Pensare che era nella lista di quelli papabili quando abbiamo cercato un albergo da prenotare dall’Italia…Brrrr), ed è deserto. Facciamo un precipitoso dietro-front, e torniamo di corsa alla Cantina La Opera dove consumiamo un’ottima cena a base di carne che concludiamo con un Tequila Reposado con Sangrita (una specie di succo di pomodoro piccante, da provare!). Senza dubbio la migliore cena nel DF.

28/12 Mexico City – Cancun – arrivo a Chichen Itzá Ci facciamo chiamare un taxi dall’albergo e ci facciamo portare in aeroporto per 130 pesos. Ai controlli di sicurezza ci aprono le valigie che verranno imbarcate nel gavone dell’aereo, e ci fanno togliere il repellente antizanzare in quanto secondo loro può essere esplosivo (!!!); dalla perquisizione al check in riusciamo furtivamente a ributtarle dentro e a salvare le preziose bombolette che comunque, fortunatamente, serviranno molto poco.

Senza ulteriori intoppi, saliamo sull’aereo che ci porterá da Mexico City a Cancun, dove arriviamo all’una e fa caldo! Andiamo subito a ritirare la macchina prenotata dall’Italia e partiamo in direzione Chichen Itzá. Decidiamo di percorrere la statale, dal momento che l’autostrada non ha uscite fino a 30 Km da Chichen Itzá, e speriamo che in 180 Km ci sia qualcos’altro da vedere…In realtá avremmo fatto meglio a prendere direttamente la strada a pagamento, perché la statale si rivela disastrata e quindi molto lenta. Inoltre non c’è veramente nulla da vedere a parte i villaggi – poverissimi – in corrispondenza dei quali i famigerati topes ci costringono a procedere a passo d’uomo.

Arriviamo a Chichen alle 19.00 circa, giusto in tempo per depositare i bagagli all’hotel Dolores Alba (420 pesos, attaccato alla statale. Necessari i tappi se come noi non siete abituati al rumore del traffico perché i camion che passano fanno letteralmente vibrare i vetri.. Inoltre il proprietario non è cordialissimo, ma nel complesso l’hotel è bello e pulito.) e correre al sito archeologico per assistere allo spettacolo di luci e suoni. Prendiamo le cuffie per il commento in italiano ma la trasmissione è disturbata e non si capisce un granché, peró lo spettacolo è comunque molto suggestivo.

Andiamo a cena a Pisté, in un posto che riteniamo essere l’unico quasi decente che ci sia nel paese, ma a dire il vero abbastanza squallido. Il cibo è appena appena decente, il cameriere peró quando scopre che siamo italiani si lancia in un entusiasta elogio del calcio italiano, in particolare di Baggio e Materazzi. Questa si rivelerà una costante di tutto il viaggio, ai Messicani il calcio italiano piace un sacco. El Carusel, tanto decantato dalla Lonley, è deserto ed è piú simile a una baracca per sfollati che ad un ristorante.

29/12 Chichen Itzá Ci alziamo presto, e cosí riusciamo a entrare nel sito archeologico di C.I. Poco dopop l’apertura. I venditori di souvenirs stanno appena iniziando a disporre la merce, intorno alla piramide non c’è quasi nessuno, non ci si puó piú arrampicare ma questo permette di apprezzare molto di piú l’atmosfera. Nel sito c’è un campo per la pelota, (una specie di calcio dove il capitano della squadra vincitrice spesso veniva sacrificato agli dei) un cenote (pantanoso) dove venivano fatti sacrifici umani in onore del dio dell’acqua, e vari altri edifici degni di nota. Verso le 12 inizia ad essere affollato, peró noi abbiamo quasi finito la visita, cosí compriamo qualcosa dagli ambulanti, torniamo in albergo e andiamo a nuotare nel cenote Ik-Kil che si trova direttamente davanti al nostro albergo. Il cenote è una pozza profondissima ma pulita, dove è possibile tuffarsi e nuotare mentre sulla testa piove l’acqua che filtra attraverso le rocce sottostanti. Attorno al cenote hanno costruito un villaggio turistico con bungalow molto belli, ma non ci sono aree attrezzate e quindi una volta fatto il bagno, per prendere un po’ di sole torniamo al Dolores Alba e ci mettiamo a bordo piscina. Ceniamo in albergo, non male. Fin’ora, il cibo ci ha piuttosto deluso.

30/12 Chichen Itzá – Izamal – Merida Izamal é una cittadina carina, quando parcheggiamo nella piazza principale veniamo istruiti da un gentilissimo vigile che ci indirizza verso le attrattive turistiche della zona. Prima di tutto però, giretto al mercato locale e conoscenza con un’altra prelibatezza che diventerà un “must” a colazione: gli Huevos Motulenos, uova fritte servite su tortillas e inondate di salsa di pomodoro con prosciutto, patate e salsa piccante.

Finita la colazione, visitiamo il Convento di Sant’Antonio da Padova, edificato con le pietre della piramide, che gli indios hanno dovuto smontare, scalpellare per eliminare le incisioni, e infine usare per costruire la chiesa sotto la direzione dei conquistadores. Un po’ come se costringessero noi a smontare le chiese per fare le moschee o qualche altro tempio…

Dalla cima del porticato si vede la punta dell’altra piramide di Izamal che per fortuna è sfuggita alla furia distruttrice degli Spagnoli. Una volta a Merida, depositiamo le valige in albergo (Hotel Maria del Carmen, prenotato via Internet) e andiamo a fare un giro. Arrivati nella piazza principale, veniamo abbordati da un ragazzo dell’ente del turismo che ci spiega che questa sera (è sabato 30 dicembre) ci sará una specie di festa per le vie come ogni sabato, ma che domani, 31 dicembre, tutte le manifestazioni sono sospese e alle 18:00 chiude tutto (!!!!) ristoranti compresi, fino al 3 gennaio. E noi che avevamo programmato di passare l’ultimo dell’anno a Merida perché speravamo ci fosse un po’ di vita… A quanto pare i Messicani non festeggiano il Capodanno, pazienza. Dopo pranzo – un ottimo taco nel ristorante sotto il municipio nella piazza principale – andiamo a fare un giro alla Casa Maya (cara, forse lo shopping piú costoso di tutte le ferie…), che secondo il tipo dell’ufficio turistico dovrebbe essere l’unica vera artesianas con prodotti originali Maya – peró nel corso della giornata incontreremo almeno altri tre tizi che ci indirizzeranno verso diverse altre artesianas garantendoci tutte le volte che quello e nessun altro è l’unico vero originale negozio Maya… Prima di cena torniamo in albergo, annulliamo la prenotazione per il giorno successivo, lasciamo le borse con gli acquisti e torniamo in centro dove sta iniziando la festa. Passiamo un’oretta nella piazza, seduti sulle panchine da due, poi andiamo a cena in un bel posto chiamato La Parranda in Calle 60. Di fronte c’è un palco con un gruppo che suona, ad un certo punto fanno salire sul palco uno dei clienti, che deve essere una celebritá locale perché tutti strillano come pazzi e fanno la fila per farsi fare l’autografo. Mangiamo benissimo, un filetto al pepe flambato sul momento, pero ci fregano spacciandoci per reposado, ben piú costosa, una tequila blanco…Morale, chiedete sempre chiaramente che cosa volete, anche piú di una volta se serve. 31/12 Merida – Uxmal – Palenque Lungo la strada verso Palenque, ci fermiamo a visitare le rovine di Uxmal; siamo davanti ai cancelli prima dell’apertura e una accettiamo l’invito di una famiglia di Roma – genitori piú quattro figli – a dividere la spesa della visita guidata; per inciso, al momento di pagare, nonostante loro siano 6 e noi solo due, si fa proprio…”alla romana”, ma nel senso di gruppi! 225 pesos a famiglia, e mentre noi lasciamo 250 pesos (nota bene che 25 pesos sono circa 1,75 euro di mancia, non milioni) il nostro co-accompagnato conta le monetine senza aggiungere nemmeno un centesimo. Come in altri casi viaggiando all’estero, purtroppo, una volta di più ci siamo ritrovati nella condizione di vergognarsi di essere italiani, visto il comportamento di certi connazionali…

Prendere la guida, peraltro gentilissima e molto competente, è stata una buona scelta, ma non indispensabile, noi l’abbiamo presa solo qui e le altre volte ci siamo arrangiati accodandoci a gruppi organizzati, cosa fattibilissima se si parla inglese. Ad ogni modo, le rovine sono molto interessanti e ben conservate, qui c’erano i Maya e quindi non si facevano sacrifici umani (almeno cosí ci dice la guida), ci sono bellissimi bassorilievi e molte iguana. La visita è durata circa 3 ore e mezza, è quasi mezzogiorno quando ci rimettiamo in marcia. Il trasferimento è lungo e noioso, la strada non è malissimo, topes a parte, ma cerchiamo di fare autostrada dove possibile e quindi non ne incontriamo tanti. Arriviamo a Palenque in serata, e qui scopriamo che non avevamo ragione di preoccuparci per non avere una prenotazione per la notte, pur essendo l’ultimo dell’anno. Ci sono infatti moltissime strutture, dalle piú spartane alle piú lussuose: noi troviamo una camera presso l’Hotel Kin-Ha (700 pesos a notte) – si tratta di un bungalow con terrazza che dá sulla giungla, spazioso e con aria condizionata (indispensabile, come quasi dappertutto nel Chiapas, qui l’umiditá è veramente alta). A cena sperimentiamo Don Mucho, di cui avevamo letto su questo forum, ambiente molto simpatico, ottimo cibo, e camerieri che parlano inglese, qui assaggiamo per la prima volta i Nopales (cactus tagliato a fettine e stufato). Nonostante sia l’ultimo dell’anno, siamo stanchi dal viaggio e non c’è nessun motivo di stare svegli fino a mezzanotte visto che sembra non ci siamo festeggiamenti particolari, quindi andiamo a nanna presto…Decisamente un 31 dicembre alternativo! 01/01/2007 Palenque (visita sito), Misol-Ha e Agua Azul Al mattino facciamo colazione sulla terrazza con latte al cioccolato e biscotti acquistati la sera prima in un supermarket di Palenque, la nebbiolina sulla giungla e i versi delle scimmie urlatrici rendono il paesaggio quasi irreale.

Le rovine di Palenque sono le piú suggestive tra tutte quelle visitate: il sito è molto grande, vale assolutamente la pena girarlo quanto piú possibile perché ad ogni angolo si vede qualcosa di interessante; accodandoci al solito gruppo organizzato scopriamo che solo una piccola parte degli edifici è stata portata alla luce, la giungla nasconde ancora chissá quanti tesori. Il caldo e l’umiditá sono opprimenti, peró resistiamo e scendiamo fino al bagno della Regina, una cascata che forma delle vasche dove era possibile nuotare. Il percorso e le cascate sono bellissimi, ma al ritorno la salita è piuttosto dura. Al ritorno alla macchina, scopriamo che i ragazzini che avevamo scambiato per parcheggiatori abusivi in realtá sono dei…Lavamacchine abusivi, che in cambio di 10 pesos tirano a lucido le macchine dei turisti… Prima di andare via, ci fermiamo ad acqiustare dei glifi che rappresentano i segni del calendario Maya da una bambina che avrá si e no 8 anni.

Nel pomeriggio ci dirigiamo verso le cascate di Misol-Ha e Agua Azul: per arrivare a Misol-Ha da Palenque ci vuole circa mezz’ora, ma da Misol-Ha ad Agua Azul ci si mette almeno 1 ora e mezza, la strada non è troppo dissestata ma è comunque in salita e piena di curve. Ogni tanto si incontrano dei villaggi – con persone che vendono un po’ di tutto a bordo strada, dalle banane ai vestiti, e case sulle quali campeggiano cartelli che dicono “se vende gasolina”, ma nessun distributore. Arriviamo ad Agua Azul sotto una pioggia torrenziale, nonostante la quale saliamo fin dove possibile lungo la cascata, e anche se l’acqua non è proprio “azul”, lo spettacolo valeva la pena. Qui si che ci sono i parcheggiatori abusivi, ma non dimostrano piú di 10 anni: uno di loro si avvicina ma parla solo spagnolo, e quindi immediatamente ne arriva un’altro vestito come un giocatore di poker, caccia il suo amichetto e siccome parla un po’ di italiano, si fa figo e ci spiega che può essere pericoloso lasciare la macchina incustodita… Ci accordiamo su un forse, e alla fine della visita, oltre a non vedere i soldi, si becca pure un pistolotto di mezz’ora su come sia scorretto quello che fa, perché dovrebbe andare a scuola e non estorcere denaro ai turisti eccetera, tutto sotto gli occhi degli altri mocciosi che sorridono evidentemente soddisfatti che gli sia andata male, cosí impara a scippare i clienti altrui… Ceniamo a ristorante Rincon Ranchero in Palenque, un posto dove entriamo solo perché lo vediamo pieno di Messicani e vogliamo immergerci nell’atmosfera locale, e dove consumiamo una delle migliori cene della nostra vacanza (bistecca alla Tampiquena con enchiladas di mole poblano memorabili!) per soli 230 pesos in due (circa 17 euro).

Stasera cambiamo albergo, questo lo avevamo prenotato in anticipo su consiglio della Lonley Planet e stavolta non rimaniamo delusi.

02/01/2007 Yachilan – Bonampak (Rio Usumacinta) Sveglia prima dell’alba per l’escursione sul Rio Usumacinta, prenotata il giorno dell’arrivo con l’agenzia Kukulcan (ce ne sono tante tutte in fila, noi abbiamo preso la prima a caso). Il nostro autista Oscar arriva con 40 minuti di ritardo ma per lui non sembra essere un problema, e quindi nonostante la levataccia inutile non ci lasciamo innervosire. Saliamo sul piccolo van giá carico di altri gitanti, e partiamo alla volta di Yachilan. Lungo la strada ci fermiamo a fare colazione (ottima) in una specie di chiosco: a questo proposito, se avete voglia di mangiare qualcosa lungo la strada, cercate di fermarvi dove vedete i pullmini delle gite organizzate, il cibo è buono e avete buone possibilitá di sfuggire alla vendetta di Montezuma… Per raggiungere Yachilan percorriamo il Rio Usumacinta su una barca a motore, il fiume è molto calmo e dalla barca abbiamo il primo assaggio della giungla Lacandona, veramente una selva impenetrabile. Appena arrivati a Yachilan si mette a diluviare; ci rifugiamo sotto gli alberi e vediamo finalmente le scimmie urlatrici! Sono grandi e abbastanza spaventose, per fortuna loro sono lassú e noi quaggiú… Poco dopo smette di piovere, cosí riusciamo anche a visitare il sito, anche se è molto difficile arrampicarsi sulle rocce rese scivolose dall’acqua. Qui vediamo alcune pitture abbastanza ben conservate (ma niente rispetto a quello che vedremo piú tardi a Bonampak) e bellissimi bassorilievi sulle pareti degli edifici.

Dopo pranzo, risaliamo sul pulmino e ci dirigiamo verso Bonampak. Arriviamo nel bel mezzo di un diluvio torrenziale, ma siamo rassegnati ad essere zuppi e saliamo sotto la pioggia fino all’edificio principale. Qui ci fanno togliere impermeabili e zaini ed entrare tre alla volta nelle casupole sulla sommitá della piramide…Sulle cui pareti e soffitti ci sono degli incredibili dipinti quasi perfettamente conservati che ovviamente non si possono fotografare col flash (portatevi una pila!!!), che raffigurano scene di battaglia e sottomissione di nemici. Sulla via del ritorno lasciamo scendere un ragazzo cinese che viaggia da solo – senza parlare né inglese né spagnolo – e che domani proseguirá la gita in Guatemala, e dopo un viaggio che sembra interminabile, raggiungiamo l’albergo. Andiamo a cena al Mi Mexico Lindo, piú costoso e di qualitá nettamente inferiore al Rincon Ranchero di ieri sera. Dopo cena facciamo un giretto per Palenque, compriamo qualche souvenir e rientriamo. Domai ci aspetta la tappona di trasferimento fina a Tulum.

03/01/2007 Palenque – Tulum (solo trasferimento) Giornata di trasferimento, da Palenque a Tulum sono 600km circa; come sempre, prendiamo l’autostrada a pagamento dove possibile. Arriviamo a Tulum in serata; cerchiamo inutilmente una cabaña libera lungo la spiaggia, ma sono tutte piene e comunque estremamente costose, cosí ripieghiamo su un albergo a 5 minuti di cammino dalla spiaggia, che ci costa un terzo e offre molte piú comoditá…Una nota sulle cabañas: lungo la spiaggia ci saranno una quarantina di complessi abitativi: alcuni sono favolosi, e i prezzi lo sono altrettanto, (parliamo di alcune centinaia di USD), altri sono veramente spartani, ossia le casette sono fatte da tronchi legati assieme con lo spago e piantati nella sabbia, senza pavimento e con amache come letto (uno di questi spartani costava 150USD a notte, tanto per dare un’idea). Tutta l’area è biocompatibile, l’energia è eolica o viene dai pannelli solari, l’acqua viene trasportata con le cisterne e a una cert’ora da molte parti sia la corrente elettrica che l’acqua vengono sospese fino alla mattina dopo. Nei tre giorni che abbiamo passato a Tulum, in spiaggia tirava sempre un forte vento dal mare, tanto che era impossibile stare sdraiati a terra per piú di 5 minuti senza essere ricoperti dalla sabbia. Le porte delle cabañas per la maggior parte danno proprio sul mare, quindi al mattino capitava di vedere gli occupanti scavare nel mezzo metro di sabbia accumulatasi davanti alla porta per poter uscire.

04/01/2007 Tulum (visita sito in mattinata e poi spiaggia) Al mattino andiamo a visitare le rovine di Tulum: sono abbastanza deludenti in effetti, nel complesso il sito assomiglia ad un resort con aiuole con le palme e viottoli di ghiaia bianca con qualche edificio neanche troppo ben conservato piantato qua e lá – l’influenza statunitense qui inizia a farsi evidente…Peró è molto suggestivo dal momento che l’edificio principale si trova a strapiombo sull’oceano. Inoltre da lí si puó scendere in spiaggia, e qui facciamo il primo di una lunga serie di bagni. Facciamo anche la conoscenza con un gruppetto di iguana, che il solito intelligentissimo turista (italiano…Sic) pensa bene di nutrire con pezzi di banana, rendendole molto piú “socievoli” del necessario e costringendo gli altri presenti sulla spiaggetta ad allontanarle a calci. Col passare del tempo i turisti sulla spiaggetta sotto le rovine aumentano, cosí usciamo e ci infiliamo tra le cabañas del complesso “El mirador” (ricordate le capanne di tronchi…?) e raggiungiamo la spiaggia, che invece è molto bella, poco affollata e non attrezzata – da quel che ho visto, qui a Tulum nessun tratto di spiaggia lo é. Peró ci sono le palme per fare ombra, il mare è fantastico e per tutta la settimana che abbiamo passato sul mare ci sono sempre state onde piuttosto alte con cui giocare. Dal 4/01 al 9/01 Trascorriamo tre giorni a Tulum, altri 3 a Cancun (Hotel Flamingo, 114€/notte in zona Hotelera prenotato via internet da Palenque) nei quali ci dedichiamo al dolce far niente. L’ideale per ricaricarsi prima di tornare alla solita vita (con un’abbronzatura da far invidia…).

Nel complesso Cancun è molto costosa, piena di americani e deludente per quel che riguarda i ristoranti e i locali in genere, a meno che non si voglia andare nei posti per americani dove sembra veramente di essere a Miami piuttosto che in Messico.

A Cancun in tre giorni abbiamo speso circa un terzo di tutti i soldi spesi sul suolo messicano (a parte l’auto ovviamente), ma avevamo voglia di essere coccolati per un po’.

Ultima annotazione: anche a Cancun ci hanno deluso i locali consigliati dalla Lonely, non per l’arredamento o l’ambiente, quanto piuttosto per la qualità del cibo. La nostra impressione è che non appena i ristoranti o i bar vengono menzionati sulla Bibbia delle Guide, se ne approfittano abbassando la qualità e aumentando i prezzi, infatti non è raro venire fermati dai camerieri mentre si cammina per la strada, che ti dicono di guardare la guida, e che loro sono menzionati.

Comunque, questi sono i locali che abbiamo frequentato a Tulum: sulla spiaggia: EsmeraldaK e Mezzanine(bellissimo bar con anche musica dal vivo). In centro ci sono molti ristoranti dove cenare o anche solo prendere un aperitivo. Noi abbiamo avuto una brutta esperienza con un piatto di sottaceti misti, che erano la cosa piú piccante che avessimo mai assaggiato – e che ci hanno rovinato la cena. Se vi portano un piattino di peperoncini assortiti, diffidate… Locali a Cancun: tutti in Cancun Pueblo: ci sono tanti locali in Av. Yachilan, noi abbiamo provato questi: Ristorante La Parrilla, sulla LP e buono; Rist. La Farola, churrascheria Argentina non eccezionale; Margaritaville per l’aperitivo, sempre in Av. Yachilan, carino anche se il margarita era industriale.



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