Alla scoperta dei castelli di Ludwig e del paese dipinto Oberammergau con sosta a Innsbruck
Usciti dal castello non potete rinunciare alla vista da brivido che si gode dal ponte di Maria. Guardate verso il basso le verticali pareti di roccia dell’orrido di Pollat nelle quali serpeggiano le acque spumeggianti del torrente e poi sollevate lo sguardo, per godervi il panorama sul bosco incantato popolato da folletti e fate che sorvegliano attenti questo luogo.
Più in basso e nascosto dalla rigogliosa vegetazione è adagiato il castello di Hohenschwangau del padre di Ludwig II, nel quale il monarca trascorse la sua infanzia. L’esterno, ricostruito in stile medievale, è meno fastoso e imponente di Neuschwanstein e gli interni raccolti risultano certamente più adatti per vivere la normale esistenza di tutti i giorni.
Abbandoniamo il turistico paese di Fussen ai piedi dei castelli di Hohenschwangau e Neuschwanstein per seguire una strada sinuosa che si snoda tra alte pinete di conifere e costeggia un lago dalle limpide acque fino a raggiungere Linderhof. Qui, nella lussureggiate vegetazione al centro di un ampia tenuta, una bianca struttura contrasta con il verde brillante del prato e si specchia nella fontana sulle cui acque sembrano galleggiare le statue dorate. Re Ludwig II di Baviera amava rifugiarsi in questo paradiso. Le ricche decorazione degli spazi interni ci abbagliano con il loro luccichio, i dipinti dai curatissimi particolari regalano movimento e leggerezza alle pareti e gli enormi lampadari di cristallo incombono al centro delle sale. Colori forti si alternano a tinte pastello e statue, vasi e ceramiche abbelliscono ancor di più i già meravigliosi ambienti. La bellezza di Linderhof non si limita al castello ma si estende al giardino all’inglese con le curate aiuole, le numerose fontane a zampilli, la cascata e le tantissime sculture. Passeggiando tra la folta vegetazione troverete la bassa ‘casa marocchina’ con le caratteristiche strisce rosse orizzontali delle pareti esterne, il ‘tempietto di venere’ che domina dall’alto di una collina terrazzata il castello, la ‘capanna di hunding’ che si sviluppa intorno ad una pianta di frassino, il ‘chiosco moresco’ in stile orientale con la cupola dorata e la misteriosa ‘grotta di venere’ alla quale si accede attraverso un piccolo squarcio nella roccia. Anche qui la magia delle favole si respira in ogni angolo del parco e scatena in noi una fervida immaginazione facendoci sognare un altro mondo, dove tutto è in armonia con la natura e la serenità regna sovrana.
Dobbiamo guidare un bel po’ prima di raggiungere le rive del lago Chiemsee in Baviera e una volta giunti al porticciolo abbandoniamo l’auto e ci imbarchiamo sul primo traghetto per l’isola di Herrenworth, dove Re Ludwig II di Baviera costruì la fastosa reggia di Herrenchiemsee. La reggia domina la scena al termine di un lungo e ampissimo spazio aperto dove i viali si alternano ad aiuole e fontane. Se vi sembra di averla già vista da qualche parte non vi sbagliate; infatti la facciata principale è la fedele riproduzione della più famosa reggia di Versailles. Appena entrati, il magnifico ‘salone delle scale’ vi accoglierà con la luminosità proveniente dalla vetrata sul tetto e la sontuosità delle sue decorazioni. Anche a Herrenchiemsee il lusso, lo sfarzo, i meravigliosi dipinti e i grandi lampadari sono il comune denominatore di tutti gli ambienti che raggiungono la massima espressione nella ‘camera da letto ufficiale’ e nell’incredibile ‘salone degli specchi’ con la sua serie di 17 alte finestre per ogni lato.
Risaliamo sul traghetto godendoci il rilassante tragitto fino al porticciolo, poi entriamo in auto e ci dirigiamo verso il caratteristico paese di Oberammergau, nelle vicinanze della famosa località sciistica di Garmisch. Oberammergau è conosciuto per il grande numero di affreschi che si ispirano a temi religiosi, favolistici o tradizionali e adornano le facciate esterne delle case, facendo da sfondo ogni dieci anni alla rappresentazione della ‘Passione di Cristo’. Credetemi, ogni abitazione è un capolavoro e merita la vostra, se pur breve, ammirazione. Qui inoltre, la pratica della lavorazione del legno si tramanda di generazione in generazione; i bellissimi negozietti di manufatti vi attrarranno come api al miele e senza nemmeno accorgervene tornerete a casa con almeno un souvenir artigianale.
Prima di rientrare in Italia non possiamo non fermarci a Innsbruck per una fugace visita del centro storico, una pausa gustosa nel celebre ‘Cafè Sacher’ (sorseggiando un thè accompagnato da una golosissima fetta di torta sacher) e uno scatto all’impressionante trampolino olimpico del salto con gli sci. Spero di tornare al più presto a Innsbruck per un intero week-end, in modo da scoprirne gli angoli più nascosti e potergli dedicare un intero diario di viaggio e le foto che sicuramente merita.