Alla ricerca dell’orso di e non solo… in Canada

Tra Vancouver Island e parchi con una piccola deviazione per Seattle
Scritto da: medea77
alla ricerca dell'orso di e non solo... in canada
Partenza il: 02/06/2016
Ritorno il: 19/06/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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Finalmente arriva giugno e con esso la nostra vacanza canadese che prevede anche una breve deviazione per Seattle a trovare una coppia di amici.

Partenza 2 giugno con Air Canada alle 11.30 con scalo a Toronto alle 15.00 (ora locale), partenza per Vancouver alle 16.20 e arrivo alle 18.30 alla final destination. Ritorno previsto per il 17 giugno, con partenza da Vancouver alle 23.30, scalo di 10 ore a Toronto (arrivo alle 6.24 e partenza alle 17.05) per arrivare a Venezia alle 7.30 di domenica 19. Il tutto per 734 euro a testa comprensivo di assicurazione sanitaria e annullamento viaggio. È il primo volo intercontinentale dove non ci sono schermi interattivi, c’è la possibilità di noleggiarli a 10$, ma resistiamo alla dipendenza da tecnologia optando per libri e cruciverba. Il sedile non è molto reclinabile, cosa che sarebbe fondamentale per i viaggi lunghi, rendendo difficile il pisolino durante il volo. Ma il bello arriva allo scalo a Toronto. Abbiamo solo 1 un’ora e venti minuti comprensivi di controlli alla dogana e ci affrettiamo verso la zona connection flight, rassicurati sia a Venezia che dal capitano durante il volo precedente che il nostro bagaglio sarebbe arrivato direttamente a Vancouver. E invece ci attende il primo imprevisto del viaggio: mandano uno di noi a prendere le valigie che sono state scaricate lì a Toronto per i controlli e questo ci fa perdere il volo!! Veniamo comunque imbarcati su quello successivo, quindi nel male perdiamo solo un’ora e mezza che non incide sui nostri piani. La pessima organizzazione stupisce anche l’addetta Air Canada che ci segue in tutto il processo di cambio volo, che alla domanda “come mai ci avevano detto che i bagagli sarebbero arrivati direttamente alla destinazione finale?” si limita a commentare “’cause they are so stupid…” . Il secondo volo dura la metà del primo ma, causa stanchezza, sembra il doppio…e ovviamente rischiamo il congelamento da aria condizionata. Questa volta ci sono gli schermi ma sprovvisti di cuffiette e la cena è a pagamento (due panini ci costano 20$ canadesi). Insomma, Air Canada non è una delle migliori compagnie con cui abbiamo viaggiato, ma l’offerta era irresistibile! All’arrivo non ci sono più controlli in dogana ed è piuttosto facile arrivare a Downtown grazie allo Skytrain (7.95$ canadesi); il biglietto si acquista alle macchine direttamente sulla piattaforma che prendono anche la carta di credito. Ci impiega 25 minuti per arrivare a Waterfront ma noi scendiamo alla fermata prima, a Vancouver City Centrum che da direttamente su Granville Street, a due passi dall’ostello. Granville Street stupisce subito per la quantità di locali festosi e le libertà espressive di alcuni personaggi che gironzolano per strada. Posiamo i bagagli e andiamo a bere una birra in un pub appena sotto l’ostello.

Johnny Fox 1033, Granville Street. Ottima birra irlandese e un bicchiere di sidro, più un delizioso piatto doppio di Pochos per 35CAD comprensivo di mancia.

Alloggio- HI-Vancouver Central – Prezzo: 115CAD (al prezzo originale va aggiunto il 10% perchè non siamo tesserati) – Indirizzo: 1025 Granville Street, Vancouver

Ostello della catena Youth International Hostel, è un ostello classico e spartano in ottima posizione nella strada più viva del centro. Camera doppia, volendo anche tripla perché è dotata di un letto a castello con matrimoniale di sotto e un singolo di sopra. Non c’è l’armadio ma per essere un ostello la camera è spaziosa. In camera c’è il lavandino e i bagni in comune sono abbastanza puliti. Inoltre. è tranquillo nonostante il casino in strada. C’era soltanto un asciugamano. Nel prezzo era inclusa anche la colazione: non un granchè, con caffè e succhi , però è un buon momento per avere scambi con altri viaggiatori.

03/06/2016

Causa jetlag, alle 6 siamo già svegli nonostante le poche ore di sonno, facciamo colazione con calma e andiamo all’autonoleggio che si trova a 300 metri dall’ostello, dove sbrighiamo velocemente tutte le pratiche. Ci danno un bel macchinone (suv), il concetto di compact, quello che dovevamo avere prenotato, in America è un po’ diverso dal nostro. Per noi un’auto così è lussuosissima: telecamere posteriori e sensori per il parcheggio, avvisi di vario tipo quando crede che il guidatore sia stanco, aria condizionata con temperatura differenziata, navigatore incluso, tettuccio apribile…wow!

Autonoleggio: Enterprise Rent-A-Car – Indirizzo: Unit 2-1250 Granville Street – Costo: 794, 90 CAD.

Alle 10 ci mettiamo in viaggio per Seattle dove andremo a trovare una coppia di amici. Al confine con gli Stati Uniti dobbiamo fare un’ora di coda. Nonostante avessimo letto su internet che per il passaggio via terra, una volta fatto l’ETA (il visto turistico canadese) non era necessario fare l’ESTA, in realtà dobbiamo fare anche il visto per gli Stati Uniti, e questo rallenta un po’ la nostra tabella di marcia. Ma dopo il confine non abbiamo altri intoppi e raggiungiamo la casa di F. che, ormai calata nelle tradizioni statunitensi, ci accoglie con uno splendido barbecue.

I nostri ospiti hanno da fare al pomeriggio e noi iniziamo a muoverci nel centro di Seattle. C’è una zona con le attrazioni principali costruita intorno allo Space Needle. Tra queste c’è una fontana con effetti speciali che getta a passo di musica ed è divertente osservare i bambini che corrono sfidando l’acqua. Tra l’altro oggi, nella città più piovosa del mondo, splende il sole e ci stendiamo un po’ a riposare sul prato.

Dovendo scegliere tra le varie visite possibili decidiamo per un combo, spendendo 76$ per il museo Chihuly Garden and Glass e lo Space Needle dopo le 19 (perché costa meno). Vale la pena fare il Seattle City Pass solo se ci si ferma qualche giorno in più e se si visitano anche altre attrazioni o si vuol fare la gita in barca, ma noi non avevamo tempo a sufficienza. ll museo ci è piaciuto molto: questo artista poco conosciuto fa opere di vetro, alcune le mescola alla natura imitando gli alberi e i fiori con le sculture di vetro stesse, ecco perché si chiama Garden and Glass. Chihuli Garden and Glass – Indirizzo: 305 Harrison St – Orari: 9.00-21.00 – Prezzo: 27$ – Sito: www.chihulygardenandglass.com.

Lo Space Needle bisogna farlo perché è l’attrazione principale di Seattle, soprattutto in una bella giornata come questa per godersi il panorama e vedere il Monte Rainer, simbolo della città. Il prezzo del biglietto è comunque troppo caro e non è sufficiente regalare la foto pacchiana che è possibile fare prima di salire sull’ascensore e un selfie sopra la torre che poi si può comodamente scaricare sul cellulare.

SPACE NEEDLE – Indirizzo: 400 Broad St – Orari di apertura: 8.00-00.00 – Prezzo: 25$ – Sito: www.spaceneedle.com/home.

Quando scende il sole scende un po’ anche la temperatura ma ci fermiamo ugualmente a mangiare qualcosa al Banthai, buon ristorante thailandese. I piatti sono economici (circa 12$), le porzioni sono abbondanti e c’è un ottimo rapporto qualità prezzo. Il jetlag si fa ancora sentire e rimandiamo la notte a Seattle a domani.

04/06/2016

Anche oggi sveglia presto a causa del fuso ma un’ora dopo…è già qualcosa!! Oggi ci aspetta un tour alternativo di Seattle: i nostri amici ci fanno visitare i loro luoghi di lavoro! Al mattino facciamo il giro al Campus universitario dell’Università di Washington dove lavora F.: è enorme, di architettura classica, circondato da prati e giardini fioriti, tra cui una che ha la vista sul Monte Rainer, piste ciclabili e corsie pedonali dove gli studenti, e non solo, corrono e fanno sport. In pausa pranzo mangiamo al messicano Cactus (nella media, il messicano ha lo stesso sapore in tutto il mondo), peccato che la digestione duri circa 7 ore… probabilmente non mi abituerei mai ai condimenti extra strong degli americani! Subito dopo facciamo un salto all’Istituto di ricerca dove lavora il compagno di F., che si occupa di ingegneria elettrica, in particolare di sistemi per l’analisi oculare; come test mi scannerizza gli occhi e per fortuna godono di ottima salute!

Ora non ci resta che andare all’EMP Museum, spacciato come museo del Grunge, in realtà ha anche una sala dedicata a Jimi Hendrix, anche lui nato a Seattle, una dedicata ad altri musicisti famosi (ad esempio la sala delle chitarre dove se ne trova anche una di Eddie Van Halen e una di Eric Clapton) ed altre aree interattive dedicate alla fantascienza. La sala del grunge è in realtà dedicata principalmente ai Nirvana e comprende strumenti musica, foto della band e soprattutto di Kurt Cobain, nonché i suo disegni di adolescente, e documentari. Quello che stupisce è il poco spazio dedicato ad altre band molto più rappresentative del periodo grunge, tant’è che i Nirvana professavano di portare tra le masse il punk rock e non erano nemmeno di Seattle, ma bensì di Olympia. I Soundgarden e i Pearl Jam hanno continuato a sfornare album per anni partecipando alle lotte per la musica alla portata di tutti, ma i musei sono sempre dedicati a chi si suicida o trasgredisce… Molto più bella è la parte del museo dedicata alla science fiction e alla mostra temporanea su Star Trek che comprende anche delle parti interattive. In questo periodo il museo è aperto fino alle 17.

EMP Experience Music Project and Science Fiction Museum and Hall of Fame – Indirizzo: 325 5th Ave N – Orari: 10.00-19.00 – Prezzo: 27$ – Sito: www.empmuseum.org/

Siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia e arriviamo a Pike Place Market che tutte le bancarelle di pesce sono già chiuse. Peccato ma sarà una buona scusa per tornare a trovare i nostri amici, così come per fare l’escursione sul lago di Washington in bici fino alla casa di Kurt Cobain, vedere il Black Hole che ha ispirato i Soundgarden e altre mete grunge.

Ceniamo su Waterfront vicino alla famosa ruota panoramica sul mare, bellissimo tramonto. Il ristorante si chiama Iver’s e ha prezzi nella media trattandosi di pesce. Siamo ancora in fase digestiva dopo il messicano perciò dividiamo un antipasto di cozze con discutibile salsa al vino. Ottimo il vino e spettacolare il salmone bianco dell’alaska.

La serata dovrebbe essere giovane, e con grandi sogni ci rechiamo a Capitol Hill, strada piena di locali completamente cagiti di gente. Andiamo prima all’Unicorn e poi al Bimbo, finchè il jetlag non piomba di nuovo implacabile su di noi!

05/06

Ultima tappa a Seattle prima di partire.

Colazione alla Cheesecake Factory, dove assaggiamo tutto ciò che è possibile. E ci piace davvero tutto, soprattutto la triplo cioccolato e la cheesecake al dulce du leche. Partenza ore 11.45 per tornare a Vancouver.

Questa volta la coda per rientrare in Canada è rapida, così come il controllo dei passaporti. Appena superato il confine c’è un cambio più vantaggioso di quello dell’aeroporto (di circa 40 dollari) e ne approfittiamo…

Ci dirigiamo verso Tswassen a prendere il traghetto per Vancouver Island. Le indicazioni sul navigatore sono sbagliate, perciò ad un certo punto bisogna soltanto seguire le indicazioni stradali. Arriviamo alle 15, un traghetto è appena partito ma, anche senza prenotazione, non abbiamo nessun problema a prendere quello successivo. A Tswassen c’è un traghetto ogni ora e spendiamo 88,20CAD per due persone e l’automobile (56,45 auto-34,40 2 pax). Dalla baia di Vancouver si arriva a Swartz Bay e in una mezzora di auto arriviamo a Victoria.

Alloggio: Red Lion Inn.

Prezzo: 176CAD tasse incluse per due notti. All’arrivo ci bloccano 50$ sulla carta di credito come caparra per eventuali danni e la restituiscono direttamente al check-in.

Indirizzo: 3366 Douglas Street.

Si tratta di un mini appartamento con tutti i confort, bagno e cucina che possiamo sfruttare al massimo per risparmiare un po’ sul cibo. La posizione non è molto comoda, per raggiungere il centro bisogna avere l’auto. Ci sono anche una piscina e un bar al piano superiore. Il personale è gentile, peccato solo per i muratori nella stanza a fianco che hanno iniziato a lavorare presto. Purtroppo lungo la strada non abbiamo trovato supermercati, quindi, nonostante la disponibilità della cucina, ci tocca uscire a mangiare e ne approfittiamo per fare un giro in centro. I parcheggi la domenica sono gratuiti.

Facciamo un giretto a Chinatown e ci infiliamo in un ristorantino…non male, ma anche questo un po’ pesantino (contate 12 ore per digerirlo). Per smaltire passeggiamo per downtown fino ad arrivare ad Inner Harbour dove vediamo l’immagine da cartolina tipica di Victoria: l’Hotel Express, il tramonto sul porto e il palazzo della legislatura illuminato come a Natale. Passiamo da 7/23 per due provviste per la colazione e andiamo a dormire.

06/06

Questa mattina finalmente sconfiggiamo il jet lag e ci svegliamo alle 9.00, facciamo colazione e andiamo in centro. Lasciamo un paio d’ore l’auto in un parcheggio coperto (Victoria, pur facendo 300.000 abitanti, ne è piena!) per 2.50CAD; questo è il tempo che abbiamo a disposizione per fare un giro in bici ed esplorare i dintorni. Noleggiamo le bici a Cycle BC Rentals in Humboldt Street dove il noleggio costa 7,5CAD all’ora, spendendo un totale di 25CAD per 1 h e 45 minuti e ci facciamo consigliare il tour per il poco tempo che abbiamo. Sfrecciamo con le nostre biciclette dirigendoci a Beacon Hill Park, bellissimo parco nel centro cittadino abitato da scoiattoli, pavoni e centinaia di anatre che vagano liberi; c’è anche una piccola fattoria, consigliata ai più piccoli, in cui non siamo entrati perché a pagamento. Proseguiamo verso la costa dove, ai confini del parco, è situato il palo totemico più alto del mondo, e oltre si trova il lookout di Clover Point, da dove si vedono le montagne sulla terraferma oltre il mare; andiamo avanti ancora un po’ lungo il litorale ma per non rischiare di fare tardi al tour per l’osservazione delle orche, torniamo indietro senza concludere il giro consigliatoci.

Riprendiamo l’auto e andiamo verso Fisherman’s wharf, un grazioso porticciolo dove, oltre ad agenzie che organizzano escursioni e piccoli moli da cui partono i gommoni, ci sono ristoranti etnici, negozi di pesce fresco e piccole case sull’acqua: queste abitazioni galleggianti sembrano uscite dal paese delle meraviglie, coloratissime, disegnate, cosparse di vasi fioriti e gingilli vari, alcune a forma di barca o altre forme molto kitch. Inoltre, nel molo abitano le simpatiche foche dell’Inner Harbour, cicciotte e con occhi grandi, continuamente sfamate dai turisti pur di farle uscire allo scoperto. Alcune di esse, se si sentono trascurate, hanno imparato a sbattere le zampe in acqua e stracciare la folla per attirare l’attenzione ed avere anch’esse la loro parte di pesce.

Mangiamo velocemente i nostri sandwich prima di partire per il tour e ci mettiamo in coda da Eagle Tour per ricevere l’attrezzatura che ci servirà per affrontare il freddo che troveremo in mare aperto.

EAGLE WING TOUR – Indirizzo: 1 Dallas Rd, Victoria – Orari: durata 3,5, vari orari di partenza disponibili. Costo: 125CAD – Sito: www.eaglewingtours.com.

Oltre alle giacche, l’agenzia offre berretti di lana e binocoli; i gommoni sono anche previsti di bagni. Il capitano fa un paio di briefing e poi fa salire su uno zodiac (che a dire il vero somiglia di più ad un motoscafo). Il tour dura tre ore ed è principalmente tarato sull’osservazione delle orche anche se, a volte, capita di vedere anche balene o altri animali, a noi solo qualche cormorano. In compenso di orche ne vediamo parecchie sotto la baia di un’isola. Ci spiegano che molte sono residenti in quella zona e altre si spostano. Oltre qualche codata e pinne che spuntano vediamo i musi e qualche tuffo laterale: sono tutte forme di comunicazione tra le orche, e pare che ogni branco abbia il proprio. Avevamo prenotato lo zodiac perché avevamo letto da qualche parte che si avvicinano di più alle orche rispetto alle barche più grandi, ma in realtà non è così: giunti nella baia, tutti si tenevano a debita distanza, ci sono delle regolamentazioni che danno dei limiti per non disturbare troppo l’habitat di questi bellissimi animali.

Dopo il tour ci lanciamo nella difficile ricerca di un supermercato come si deve, sembra che siano poco segnalati e l’impresa è ardua, ma alla fine riusciamo a far scorte provvidenziali per i prossimi giorni. Stasera cena di pesce casalinga …sarà ma tutte quelle orche ci hanno fatto venire una gran fame J

Dopo cena saliamo al bar dell’albergo ma non c’è molta gente. Il bar chiude alle 23.

07/06

Dopo una bella colazione nella nostra cucina facciamo il check out e partiamo verso i Butchart Garden, costosi ma meravigliosi.

BUTCHART GARDENS Indirizzo: 800 Benvenuto Ave, Brentwood Bay – Orari: 9.00-22.00 in estate. Prezzo: 31CAD. Sito: www.butchartgardens.com

La visita dura circa 1 h e 15 minuti più un giretto nel gift shop dove ci sono, tra le altre cose, bizzarri gadgets da giardino. I giardini sono curati e rispecchiano lo stile britannico anche se ce n’è uno in stile giapponese: prima si attraversano i sinkan Gardens, visibili anche dalla cima di una scalinata e da una torretta situata al loro centro, segue lo splendido giardino delle rose, quello giapponese, non molto fiorito ma con spettacolari intagli, e il minuscolo giardino italiano.

Poi si riparte alla volta di Duncan. Siamo indecisi se fermarci subito ad una vineria durante il tragitto, oppure proseguire fino all’albergo dove noleggiare 2 bici e fare il pic-nic più tardi, ma sopraggiunge un leggero languorino e decidiamo per la prima opzione. Ci fermiamo alla Blue Grouse Winery (2182 Lakeside Road, Duncan, http://www.bluegrouse.ca/ ), dove ci fanno assaggiare un paio di vini bianchi e, dopo aver scelto una bottiglia di pinot Grigio (23CAD) ci fanno accomodare per il nostro pic-nic nel loro grazioso patio con vista vigneto all’aria aperta. C’è pace…calma… Abbiamo cibo e ottimo vino. Cosa desiderare di più? Poi proseguiamo la strada verso l’albergo, il nostro primo motel.

Alloggio: Thunderbird Motor Inn – Prezzo: 101CAD incluse le tasse. Indirizzo: 5849 York Road.

Siamo un po’ emozionati nell’essere nel nostro primo motel, nei film e nelle serie tv nei motel succede sempre qualcosa!!! Arriviamo alle 14.00 un’ora in anticipo rispetto all’orario di check-in, ma il custode è gentilissimo e cerca di farci finire la preparazione della camera il prima possibile e ci dice che sarà pronta in mezzora.

Intanto andiamo all’Experience Bike, noleggio di bici proprio lì accanto per informarci per il noleggio. Alla luce dei fatti abbiamo fatto bene a fermarci prima ad una vineria perché oggi non faremo più in tempo a fare nulla: il negozio chiude alle 17.30, loro ci potrebbero anche lasciare le bici fino a domani mattina, ma guardiamo sulla mappa e quasi tutte le vinerie chiudono tra le 17 e le 18, quella più vicina il martedì è proprio chiusa…e noi siamo un po’ fuori forma. Mesti e mogi torniamo al motel senza sapere quanto ci sarebbe costato il noleggio.

Il motel è dotato di ampia camera con divano, letto matrimoniale, tv con oltre 50 canali (difficile resistere alla tentazione di guardare le stagioni delle serie tv non ancora arrivate in Italia), zona giorno e un paio di sedie fuori dalla porta. Ci riposiamo un po’ e facciamo un giro in centro, in fondo Duncan è la città dei Totem, avrà sicuramente qualcosa da offrire! In un’oretta facciamo la passeggiata che dal motel ci porta al Totem Tour, alcuni più, altri meno belli, non si tratta di opere storiche ma recenti di intagliatori del legno residenti in zona che tengono vive le tradizioni dei popoli nativi da cui discendono.

E poi…se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto: troviamo un’ottima vineria! The Old Firehouse (40 Ingram St, http://theoldfirehouse.ca/), dove scegliamo una degustazione tris, una della Cowichan Valley, dove ci troviamo, e una dell’Okanagan Vallewy per 31CAD. Sono sempre tutti molto gentili quando sentono che siamo italiani e veniamo da così lontano, e molti hanno almeno un lontano parente nel nostro paese.

Ritorniamo al motel per cenare in economia, grazie ad un’insalata e al forno a microonde e, dopo aver visto altri che non si fanno problemi a bere la birra sul terrazzo, cominciamo a pensare che le leggi canadesi non siano poi così restrittive e insieme alla cena fai date te, ci finiamo all’aria aperta la bottiglia acquistata nella vineria. Anche stasera a nanna presto, domani ci aspetta il viaggio fino a Nanaimo, la traversata è un breve ma intenso itinerario lungo la Sea To Sky Highway.

08/06

Oggi prima giornata nuvolosa. Sveglia alle 8 per prendere il traghetto a Nanaimo. A Nanaimo ci sono due porti: Duke Bay, da cui si raggiunge Tswassen (da dove siamo partiti qualche giorno fa), da qui parte un traghetto ogni ora; la Departure Bay che arriva Horseshoe Bay a West Vancouver, qui ci sono meno traghetti e probabilmente è una linea meno frequentata, ma per noi è più comoda per guadagnare mezzora di strada nel tragitto verso Whistler e trovarci già sulla Sea To Sky Highway. La durata del viaggio e il costo sono sempre gli stessi (95 minuti, 88,75$). Non abbiamo difficoltà nemmeno questa volta a salire sul primo traghetto senza prenotazione.

Dall’Horseshoe Bay fino all’ostello di Whistler c’è poco più di un’ora e mezza di strada, ma la Sea to Sky Highway, nonostante la pioggerellina fastidiosa, richiede diverse tappe e quindi ce la godiamo con calma nonostante la pioggia che prosegue incessante nella prima parte del pomeriggio. Vista la giornata, e con la speranza che spiova, decidiamo di fermarci anche al Britannia Mine Museum

BRITANNIA MINE MUSEUM Indirizzo: Forbes Way, Britannia Beach – Orari: 9.00-17.30 -Prezzo: 29CAD – Sito: www.britanniaminemuseum.ca.

La cosa più interessante è il tour nella miniera. Il viaggio inizia con un trenino che vi porta in mezzo alle rocce, condotto da una simpatica guida che vi racconterà della vita dei minatori: state pronti a tapparvi le orecchie per attenuare il rumore delle trivelle e ad acuire la vista quando l’unica luce è una candela. Potrete poi sbizzarrirvi a cercare l’oro con i setacci. Il tour prosegue con l’osservazione dei macchinari d’epoca, le case originali degli ingegneri e i giochi scientifici per i più piccoli.

Proseguiamo il viaggio, a soli 7 minuti ci sono le prime cascate, le Shannonn Falls che si raggiungono con una breve passeggiata. Sono le più alte della British Columbia, ma, a mio avviso, le ultime che vedremo in questa giornata sono molto più belle e suggestive.

La pioggia continua a scrosciare e siamo costretti a mangiare i nostri panini in auto. Proseguendo nel nostro cammino, alla nostra destra ammiriamo la Stawamus Chief, una ripida e altissima parete rocciosa.

Dopo altri 7 minuti arriviamo ad Alice Lake. Qui per fortuna esce un po’ di sole e per compensare il mezzo triste pranzo di prima ci portiamo i nostri secondi panini. Alice Lake è un grazioso laghetto il cui percorso che lo circonda è di circa un km e mezzo, molto rilassante. Ci sediamo su una panchina a mangiare i nostri panini, ma non appena li apriamo veniamo circondati da uno stormo di anatre affamate! Poi una mamma anatra si fa spazio tra le altre per lasciare il cibo ai suoi cuccioli, e gli anatroccoli cercano di attirare la nostra attenzione tirandomi i pantaloni con il becco! Nonostante questo, riusciamo a finire il nostro pranzo e ritorniamo alla macchina.

Lungo la strada ci fermiamo ai punti panoramici per fotografare il Monte Garibaldi (Tantalus Lookout) e poi arriviamo alle Brandywines Falls, un’unica grande cascata a scroscio visibile con una passeggiata di 10 minuti. Spettacolare! A quest’ora ormai è spuntato il sole a far risaltare il colore dell’acqua.

10 minuti ci separano dall’arrivo in ostello. Posiamo le valigie e visto che sono solo le 19.00 andiamo alla ricerca del sentiero del Chekamus Lake ma scopriamo che i 3 km promessi sono solo di andata, così ci accontentiamo del breve sentiero di 1200 metri (a/r) che arriva fino al ponte del fiume Chekamus. Alloggio HI-WHISTLER – Prezzo: 107CAD

Indirizzo: 1035 Legacy Wa.

Ostello costruito per le olimpiadi del 2010 e per le paraolimpiadi, della catena YIH, anche qui, senza tessera, paghiamo il 10% in più. La camera è molto grande e pulita con bagno interno, provvisto di doppi asciugamani. C’è la cucina in comune dove possiamo finalmente farci un bel piatto di pasta. Ci sarebbe piaciuto conoscere altri viaggiatori, ma purtroppo ci sono poche persone e a quanto pare nessuno ha voglia di chiacchierare. La posizione non è molto comoda, ci vogliono 10 minuti di auto per arrivare in paese. Il wifi non funzionava molto bene e riusciamo a connetterci solo al mattino.

Dopo cena facciamo un giro in centro e scopriamo che è proprio vero quello che si dice di Whistler…ci si perde! Probabilmente abbiamo anche preso una multa avendo scoperto troppo tardi di trovarci in piena zona pedonale. Finalmente arriviamo a uno dei parcheggi gratuiti dopo le 17.00, ora vuoti ma probabilmente pieni durante la stagione sciistica e in pieno centro vediamo passare un procione! Lo inseguiamo e lo osserviamo un po’ da lontano per non disturbare la sua quiete.

09/06

Questa mattina ci aspetta la zipline.

SUPERFLY ZIPLINE Indirizzo 211 – 4293 Mountain Square Whistler BC. Orari 9.30 (3 ore). Costo 149CAD. Sito internet www.superflyziplines.com/ziplines.

L’indirizzo non è quello segnalato sul sito, ma quello indicato molto bene nella mail di risposta alla prenotazione: occorre proseguire per la Sea To Sky Highway dopo Whistler per circa un quarto d’ora e appena superato il Green Lake sulla dx infilarsi subito a sinistra su una strada con un cartello marrone che indica la Cougar Mountain. Dopo poche centinaia di metri si arriva nel parcheggio. Abbiamo portato la nostra action cam e ci prestano gentilmente un selfish stick. Dopo poco arrivano le nostre guide Sara e Brandon, simpatici ed efficenti. Ci spiegano che non andremo a schiantarci e tutte le istruzione del caso sulla bardatura. Ci danno i caschi e saliamo su una gip che ci porta alla prima zipline, dove sostituiamo i caschi con gli elmetti protettivi e ci lanciamo, in tandem, giù dalla zipline più alta del percorso. La seconda zipline è la più lunga, la terza la più veloce (e anche la più divertente) e la quarta la più romantica: si scende in tandem così vicini che ci si può tenere per mano. Era la prima volta che facevamo la zipline ma non sarà certo l’ultima perché ci è piaciuto molto. Sconsigliato a chi soffre di vertigini. Ultimo consiglio: copritevi molto perché se non c’è il sole fa molto freddo. Unica perplessità: avevamo scelto questa compagnia perché aveva 6 zipline ma in realtà ne abbiamo fatte solo 4, inoltre il tour dura un paio d’ore anziché le 3 dichiarate.

Ora ci aspettano un po’ di ore di viaggio ma non prima di aver fatto una sosta a Pembertom a pranzare al famoso Pony (392 Pemberton Portage Rd,, http://www.thepony.ca/. Di solito evitiamo i locali segnalati dalle guide, ma questo ci ispirava proprio! E non ci sbagliamo: ordiniamo due sandwich più alti che larghi e che richiedono una certa abilità nel mangiarli! Uno con hamburger, pancetta e blue cheese e l’altro con un calamaro intero fritto. Il tutto accompagnato da ottime patatine fritte, simbolo del paese. Il tutto favoloso per 43CAD.

Il nostro itinerario di circa 3 ore e mezza viene allungato solo da qualche sosta fotografica, un pieno di benzina e una tappa al supermercato di Cache Creek (piccola deviazione) per comprare un po’ di viveri per i prossimi giorni. E finalmente arriviamo a Kamloops. Alloggio: Maverick Motor Inn. Prezzo: 94 CAD. Indirizzo: 1250 West Trans Canada Highway.

E’ un po’ fuori dal centro ma buonissimo per una sosta verso i parchi. Vista l’assenza dell’ascensore e le dimensione delle nostre valigie, il brav’uomo alla reception ci propone un upgrade al piano terra per lo stesso prezzo (con colazione inclusa), e così abbiamo un’ampia camera con ben due letti matrimoniali, bagno privato con tutti i confort e, soprattutto, angolo cottura che ci permette di finire la pasta al sugo. L’albergo offre anche una comoda lavanderia a gettoni (2,4CAD per la lavatrice, 1,5 per l’asciugatrice e 2 per il detersivo), così ne approfittiamo per lavare mutande e calzini. Inoltre, si può accedere gratuitamente alla piscina con vasca idromassaggio…si prospetta una serata relax!

10/06

Giornata di viaggio con partenza alle 9.00 per percorrere i 440 km che ci separano da Jasper. Ci impieghiamo 4 ore con qualche sosta a causa del brutto tempo. All’ingresso del parco c’è un casello dove si paga l’ingresso per i parchi e noi facciamo direttamente il pass per 6 giorni e lo attacchiamo al vetro dell’auto e appena entriamo ecco subito ad accoglierci un Wapiti, detto anche alce canadese, non è la vera alce ma una specie di cervo molto grande con le corna molto più grandi. Ci fermiamo a bordo strada a fare qualche foto e poi proseguiamo per il b&b.

Alloggio: Celtic Heaven. Prezzo: 135CAD. Indirizzo: 916 Bonhomme Street.

Delizioso cottage B&B con un paio di stanze, tutto in legno; i proprietari abitano al piano superiore e sono molto disponibili, ci mettono a disposizione il barbecue che utilizzeremo la sera e, volendo, anche la lavanderia. E’ dotato di bagno interno, frigorifero, caffè e piatti a disposizione, anche se non capiamo bene dove lavarli. Vi possono fornire di uno spray anti-orso.

I laghetti di Jasper sono a pochi minuti dal paese e ne approfittiamo per fare subito un giro al Patricia e al Pyramid Lake, anche se purtroppo continua a piovere e col cielo grigio non danno il meglio di sé. Ma ciò non ci impedisce di fare una passeggiata nel bosco di 4,5 km. Nei sentieri bisogna fare rumore per segnalare agli animali la propria presenza, se presi di sopravvento rischiano di avere una reazione aggressiva. In caso di raro attacco di orsi consigliano di stare calmi e parlare con calma all’orso, in caso diventi aggressivo bisogna sdraiarsi e fingersi morti, se dopo due minuti l’attacco persiste…allora combattere!?

Dopo cena splende il sole, così decidiamo di tornare a fare un paio di foto agli stessi laghi, ora finalmente si specchiano le montagne sull’acqua e il panorama sembra sdoppiarsi. Concludiamo la serata al Whistler Pub in centro a bere un meritato Fireball contro il freddo, superalcolico consigliato dai nostri amici di Seattle. Questo pub è un ambiente caloroso, gente allegra e rilassata in stile country, tipicamente montano, dove non bisogna preoccuparsi dell’eleganza e i camerieri sanno esattamente ciò di cui avrete bisogno!

11/06

Si prospetta una giornata di grandi avvistamenti! Prima facciamo un salto ai piccoli laghi Annette ed Edith, molto graziosi, e per fortuna oggi c’è qualche squarcio di sole in più. Da segnalare: intorno al lago Edith vivono molti wapiti ma dicono di non avvicinarsi troppo perché le femmine con i cuccioli possono diventare pericolose!

E poi verso Maligne Lake. Ci avvisano che la strada è un continuo avvistamento di animali ed effettivamente è proprio così: vediamo subito un cervo che velocemente scompare tra gli alberi e non facciamo in tempo ad immortalarlo. Dopo poco una fila di macchine accostate al bordo strada ci fa presagire che ci sia qualcosa di grosso: infatti, un orso bruno sta brucando appena giù dalla strada, all’ingresso del bosco, incurante di tutte le persone che lo stanno fotografando. A vederlo così sembra molto coccoloso! Felici per aver incontrato il nostro primo orso e anche un altro cervo, ci fermiamo anche per guardare l’aquila che sta covando le sue uova su di un albero a bordo del Medicine Lake. Purtroppo questo lago è circondato da alberi che hanno subito un brutto incendio nel 2015, ma il panorama è comunque gradevole.

Arrivati al Maligne Lake, dopo un caffè caldo, facciamo una passeggiata per il Moose Loop Trail, di 2,7 km, chiamato così perché capita spesso di incontrare alci, anche se in realtà la cosa succede soltanto durante la stagione estiva, quando i fiumi si alzano e le alci vanno ad abbeverarsi.

Visto che è uscito un po’ di sole, decidiamo di sfruttare il nostro coupon per la gita in barca. Possiamo scegliere tra il Maligne Lake e il Lago di Banff, ma questa dura mezzora in più (un’ora e mezza in totale), inoltre dicono che gli scenari siano meravigliosi, ed effettivamente chi lo dice non ha torto. La barca ci porta dall’altra parte del lago, dove c’è la famosa Spirit Island, altrimenti raggiungibile con un lungo trekking di una giornata intera. Arrivati alla meta si può scendere per un quarto d’ora sull’isola.

Tornati dalla gita riprendiamo l’auto e nel tragitto incontriamo altri due orsi… questo rallenta di molto il nostro cammino ma ne vale la pena! Questa volta è ancora più spettacolare della prima visto che l’orso si spinge fino ad attraversare la strada. Questo crea un notevole ingorgo stradale, le auto si fermano anche in contromano per guardare, ma l’orso non ne sembra troppo turbato. Nonostante queste numerose soste riusciamo a raggiungere il Maligne Canyon, percorriamo solamente il breve sentiero di 500 metri per arrivare ad ammirare quest’altro spettacolo della natura, dove l’acqua scorre tra una fitta e profonda gola, gettandosi poi improvvisamente in una piccola ma potente cascata. Poi andiamo fuori Jasper e dall’altra parte della strada vediamo un altro orso (e con questo fanno 4!) e un cervo dalla coda bianca che ci osserva incuriosito pronto a scappare.

Sulle 19 arriviamo all’ostello e non ancora troppo stanchi, dopo aver lasciato le valigie in camerata, andiamo a vedere le famose Athabasca Falls, prima attrazione dell’Icefield Columbia Parkway. Le cascate sono imponenti e ci si può arrivare con un km circa di camminata dall’ostello.

Alloggio: HI-Athabasca.

Prezzo: 94,22CAD.

Indirizzo: L’Hi-Athabasca fa parte sempre della catena della Youth International Hostel ed è una baita di legno locata a margini del bosco, tant’è che un paio di volte sono stati avvistati orsi nei paraggi. Nella baita c’è luce ma non c’è acqua corrente, né internet, c’è acqua depurata nelle cisterne che serve per cucinare e bere, ma ci sono solo bagni chimici. Sapevamo di queste cose quando abbiamo prenotato ma avevamo voglia di dare un po’ di spirito di avventura al nostro viaggio, conoscere altri viaggiatori e stare più a contatto con la natura, perciò è un’esperienza che consigliamo. Ci sono camerate in comune e una baita in comune con la cucina e un salottino, lo staff (una persona) è una persona disponibile e di compagnia.

12/06

Stamattina cerchiamo di partire presto perché abbiamo il nostro coupon per la gita sul ghiacciaio e dicono sia meglio arrivare prima delle 11.00 per evitare le orde di turisti, ed effettivamente arriviamo giusto a pelo prima di diversi pullmann. L’escursione dura circa 2 ore e mezza. La prima tappa è il ghiacciaio Athabasca, un pullman ci porta al parcheggio degli snowcoach, autobus con gomme enormi costruite apposta per salire sui ghiacciai. Giunti alla meta si può scendere per la passeggiata in un punto non pericoloso del ghiacciaio, ma io resisto solo 5 minuti, per me fa troppo freddo nonostante sia tutta ricoperta di sciarpa e cappello di lana, sta persino nevicando! Unica coraggiosa: una sposa giapponese a spalle nude: banzai! Molto carina è anche la seconda parte dell’escursione: un altro autobus ci porta all’ingresso dello Skywalk: una terrazza costruita con una tripla lastra di vetro che sembra sospesa sul nulla, da cui ammirare il panorama costellato di ghiacciai. Peccato per il tempo bigio e nessuna capretta all’orizzonte. Si può stare quanto si vuole e tornare alla fermata dell’autobus per ritornare all’Icefield Centre.

Durante il tragitto facciamo una sosta fotografica al Weeping Wall, imponente parete rocciosa, dove i ghiacciai dovrebbero sciogliersi e creare graziose cascatelle, ma finora nulla! Sarà colpa delle neve che a giugno cade incessante?

Ci fermiamo a mangiare a Coleman Creek, area di sosta popolata da scoiattoli. Un paio di foto le merita anche il Saaskatwchewan River Crossing, un ponte sul fiume omonimo.

Ultima sosta lungo la strada è il Peyto Lake, non raggiungibile sulla riva, ma con una piacevole passeggiata di un quarto d’ora si può ammirare dall’alto da una terrazza panoramica. Ci sono nuvole scure e nevica a tratti, ma nonostante questo il lago mantiene il suo colore turchese, sembra della consistenza del latte! In generale tutta la Icefield Parkway dovrebbe essere percorsa con calma, ci sarebbe da fare una foto ogni due minuti, per questo merita di essere annoverata come una delle più belle strade panoramiche del mondo!

Alloggio: Great Divide Lodge

Prezzo: 119CAD.

Indirizzo: 1 Highway 1, Field.

Seguendo indicazioni poco chiare del navigatore, arriviamo all’albergo, ma in realtà si rivela più facile del previsto: lasciata la Icefield parkway si entra nella Transcanada Highway in direzione Field ed è la prima struttura che si vede dopo il confine tra il Banff National Park e lo Yoho. Questo albergo ha degli appartamenti simili ad un motel ma con vista sul lago (altro tipico posto dove nei film muore sempre qualcuno!), ed è il più caro tra tutti quelli prenotati per questo viaggio, ma la fortuna ci viene incontro: siccome hanno un problema idraulico ci offrono una sistemazione nella struttura superiore (nel senso che è staccata da quella principale e bisogna fare una stradina che sale) per il 20% di sconto e noi accettiamo volentieri! Lo staff è molto gentile, purtroppo per l’assenza dell’acqua non si può mangiare nel ristorante e improvvisano una colazione con frutta, caffè del termos e yogurt (che comunque non era compresa nel prezzo ma ora lo diventa!). Inoltre ci hanno aiutato a metterci in contatto con l’agenzia prenotata per il rafting del martedì.

Siccome abbiamo ancora un po’ di energie andiamo all’Emerald Lake, bellissimo lago dalle acque color smeraldo e intraprendiamo il trekking dolce intorno al lago di 5,3 km che facciamo in circa 1 h e mezza con varie soste fotografiche nella speranza di vedere l’alce, ma incontriamo di nuovo soltanto scoiattoli. Stremati andiamo a Field per mangiare, ma l’unico ristorante ha già chiuso la cucina alle 20! Così andiamo al Lake Louise e dopo essere entrati in 2-3 posti, troviamo finalmente qualcuno che ci fa mangiare: Lake Louise Inn (210 Village Rd, http://www.lakelouiseinn.com/), un fish and chips e un hamburger di bisonte per 40CAD, non male per essere un posto chick.

13/06

Questa mattina sveglia alle 7.30 perché a causa dell’ora di differenza di fuso non vogliamo arrivare troppo tardi al Lake Louise. Avendo quasi finito i viveri prendiamo un paio di panini allo Chateau Lake Louise per la bellezza di 25CAD, probabilmente c’è dentro l’oro! E poi partiamo con passo tranquillo alle 10.00 per il trekking che passa per il Lake Mirror fino ad arrivare al Lake Agnes con una deviazione al Little Beehive, punto di osservazione in cui ci rendiamo conto di quanto siamo saliti. Non essendo abituati a camminare così tanto facciamo diverse soste, la più lunga al Lake Agnes alla famosa Tea House(accettano solo cash) dove oltre al the assaggiamo anche i loro famosi cookies che ci ridanno energia. Il lake Louise è molto bello, il classico paesaggio da cartolina i cui colori cambiano in base al tempo, ma anche il Mirror lake e l’Agnes sono favolosi. Visto che le nuvole stanno arrivando anche oggi, decidiamo di non intraprendere gli altri 6 km per la piana dei 6 ghiacciai e torniamo indietro, ma che fare ora?

Nella speranza che il cielo regga andiamo anche al Lake Moraine e arriviamo in meno di un quarto d’ora, con l’idea di fare un pic-nic. Il navigatore vi dirà che ci metterete un paio d’ore, ma non ascoltatelo, la considera strada chiusa perché d’inverno non è possibile accedervi, e quindi indica la durata del tragitto a piedi. Anche questo lago è pieno di turisti, anche se meno rispetto al Lake Louise, perciò, nonostante sia anch’esso incantevole grazie alle montagne che si specchiano nelle sue acque chiare e celesti, ci torna la voglia di passeggiare nei sentieri, che sono comunque meno frequentati, e prendiamo il sentierio di 2,9 km verso il Consolation Lake: pare che li si possa addirittura sentire il fischio della marmotta e stanarla sotto qualche pietra. Purtroppo a circa un km dall’arrivo inizia a diluviare e anche il fischio della marmotta che avevamo iniziato a riconoscere, scompare, e, seppur abbardati di impermeabili, torniamo indietro. Ovviamente, giunti alla fine del sentiero splende il sole ma siamo ripagati da un altro incontro: gli scoiattoli in questo posto sono particolarmente socievoli, si avvicinano senza alcun timore, fino ad annusare le nostre mani in cerca di cibo (probabilmente qualcuno li ha nutriti nonostante sia severamente vietato in tutti i parchi nutrire gli animali selvatici). Questi scoiattoli sono di una razza diversa da quelli incontrati ieri a Coleman Creek, e presa confidenza protendono le zampette verso l’alto e si arrampicano sulle nostre spalle!! Uno ha tentato persino di infilarsi in uno zaino!

Ora siamo veramente cotti e ci avviamo verso lo Yoho dove ci attende la notte al Beaver Foot Lodge, scelto un po’ per l’ambiente rustico, un po’ per la vicinanza con il rafting di domani mattina.

Alloggio: Beaver Foot Lodge.

Prezzo: 45CAD.

Indirizzo: 4220 Beaverfoot Forest Service Road, Box 388 V0A1H0 Golden. Si tratta di un ranch per cavalli, stupendo panorama con i cavalli che pascolano liberi, e dietro le montagne rocciose. C’è un’ala in comune con sala da pranzo e wi-fi. Ci sono diversi chalet, ma noi abbiamo optato per la soluzione più spartana: i vagoni! Chissà dove la proprietaria si è procurata dei vagoni di carovana!! In pratica ci sono questi vagoni disposti in modo circolare e al centro la sera si accende un fuoco (purtroppo stasera piove). Dentro non c’è corrente, solo qualche lucina alimentata a pannello solare (ma…boh…non funzionano!) e quindi fa molto freddo. Quando avevo prenotato questo posto non avevo pensato che fuori potessero fare ancora 5 gradi!! Ma risolviamo l’assenza di riscaldamento con un doppio piumone che ci da la signora. I bagni in comune sono un po’ lontani, speriamo di non doverne usufruire notte tempo. Consiglio di venire in questo posto, nelle belle giornate dev’essere meraviglioso, i vagoni costano poco e volendo c’è anche una sauna. La signora fa un’ottima pizza ma bisogna prenotare la cena perché il primo ristorante è a 40 minuti di strada. Si può fare la colazione per 15 euro ma noi ci accontentiamo del caffè.

14/06

Con questo freddo è passata un po’ la voglia di fare rafting, ma ormai bisogna buttarsi.

WILD WATER RAFTING

Indirizzo: RiverBase DaylodgeGolden, BC V0A 1H0

Orari: 8.45-13.00.

Costo: 95CAD.

Sito: https://wildwater.com/kicking-horse-rafting-trips/

Appena arriviamo ci offrono un caffè e ci spiegano come prepararci nello spogliatoio. Ci danno tutto l’occorrente: muta, giacca termica e impermeabile, elmetto, guanti.. Noi dobbiamo solo portare un costume da bagno e un asciugamano, volendo si può portare anche l’action cam. Ci fanno salire su un pullmino che ci porta fino al fiume e ci dividono in 2 gommoni diversi. La nostra guida, Carlos, ci spiega come funzionerà quest’avventura, come si rema, e cosa dobbiamo fare in base ai comandi che ci dà, come posizionarci e come comportarci in caso di caduta in acqua… ma speriamo di non averne bisogno! Anche al rafting abbiamo fatto un upgrade: avevamo scelto il giro tradizionale (whitewater exciter) con rapide di forza II e IV perché c’era scritto sul sito che era adatto anche ai principianti, ma siccome non avevano raggiunto il numero minimo di iscritti, ci fanno passare a quello di un’ora in più (il traditional) che comprende il gentle, per famiglie con rapide di massimo forza III e il whitewater exciter. Questo ci permette di imparare a fare il lavoro di squadra e quando le acque sono più morbide remo un po’ anch’io. Fa veramente freddo, l’acqua entra da tutte le parti, ma a parte questo è un’esperienza emozionante e divertente: prendiamo diverse secchiate d’acqua ghiacciata e Carlos ci racconta vari aneddoti sul rafting e sugli animali che ha visto. Il personale è tutto molto disponibile, ci danno uno snack a metà mattina e alla fine cioccolata e biscotti. Unica critica: dovrebbero spiegare meglio il perché occorrono il costume e l’asciugamano: noi siamo tornati fradici e, anche se i vestiti erano asciutti in spogliatoio, non avevamo con noi la biancheria di ricambio e il costume bagnato ha bagnato anche tutto il resto, bisognerebbe specificare che occorre portare biancheria asciutta per cambiarsi alla fine……e sarebbe bello anche poter fare una doccia calda!!

Dopo il rafting decidiamo di dirigerci verso una meta non programmata: siamo rimasti incuriositi da un volantino trovato al Beaverfoot: il Buffalo Ranch di Golden e così facciamo una deviazione prima di andare a Banff.

ROCKY MOUNTAIN BUFFALO RANCH

Indirizzo: 1739 Oberg Johnson Rd, Golden

Orari: sempre.

Costo: 12CAD, solo cash.

Il ranch è tenuto da un allevatore, Leo, che ha circa 20 buffali, il tour dura 45 minuti. Il posto è bellissimo, in campagna e i bufali hanno un grande spazio in cui vivere. Durante la visita Leo ci porta vicino al recinto: quando li chiama, e grazie anche ad un po’ di cibo, loro arrivano, come se stessero caricando e ci spiega molto sulla vita dei bufali. Il capo branco, Chester, è decisamente il suo preferito, maestoso, Leo dice che diventerà due volte più grande. Segue la seconda parte del tour, sulla dimostrazione dell’accensione del fuoco. Leo ci racconta la sua vita: viene dalla California, prima di diventare allevatore voleva vivere come gli indiani ed ha imparato ad arrangiarsi con ciò che gli offriva la terra. Sinceramente questa parte non vedo cosa c’entri con i bufali e potrebbe anche essere tolta dal tour. Leo è comunque una persona molto gradevole e alla mano, disponibile a rispondere a tutte le vostre domande.

Visto che siamo a soli 100 metri, decidiamo di passare anche al Northern Light Wolf Centre, una riserva di lupi.

NORTHERN LIGHT WOLF CENTRE

Indirizzo: 1745 Short Road, Golden.

Orari: 9.00- 17.00 o 19.00 dipendentemente dalla stagione.

Costo: 12CAD.

Sito internet: http://www.northernlightswildlife.com/.

Il tour dura 25 minuti in cui vi spiegheranno come funziona e com’è organizzata la vita dei lupi, molto interessante, e poi si può stare all’interno ad osservare questi splendidi animali quanto si vuole. Purtroppo li si può osservare solo dentro le gabbie, ci spiegano che, essendo nati in cattività, non sono in grado di cavarsela da soli in natura e 3-4 volte la settimana li lasciano liberi ma ritornano sempre indietro. Più interessante sarebbe stato fare il tour fotografico con una guida per poterli vedere in libertà e, se a loro va, poterci anche interagire, ma è molto costoso (335CAD per 1h e mezza).

Ora ci separano da Banff solo due ore di strada e prendiamo il percorso più lungo e panoramico, la Bow Valley Road, famosa perché si vedono numerosi animali, ma purtroppo inizia a piovere a dirotto e vediamo solo qualche wapiti, di cui un esemplare maschio con corna enormi!

Arriviamo a Banff verso le 19.00

Alloggio: L’Holiday Lodge Cabin.

Prezzo: 111CAD.

Indirizzo: 311 Marten Street.

E’ in un’ottima posizione a 3 minuti a piedi dal centro, su un angolo della strada c’è un supermercato e sull’altro un negozio di alcolici (in Canada sono separati). Abbiamo una graziosa dependance con bagno interno e cucina, possibilità di parcheggio sul retro della casa. Il posto è pulito e ben riscaldato. La signora non solo è molto gentile ma è anche un’ottima cuoca. Il mattino dopo ci prepara una deliziosa colazione con muffins ai frutti di bosco e waffels con fragole, panna e sciroppo d’acero, e i muffins avanzati ce li fa portare via. La colazione tra l’altro non doveva nemmeno essere inclusa e quindi è stata una grande sorpresa.

Stasera ceniamo a casa, poi facciamo un giro e scegliamo un pub. Fa ancora più freddo a Banff, ma domani dovrebbe migliorare.

15/06

Dopo la lauta colazione andiamo al Minnewanka Lake, conosciuto anche come lago di Banff; dopo qualche foto a questo lago, poco meno bello di quelli visti finora, vaghiamo in auto (il percorso è stradale perciò è meno adatto ad una passeggiata) per il Minnewanka loop, ovvero il tour della pecora montana (bighorn sheep) che sembra viva attorno a questo lago, e infatti eccone una abbarbicata sopra ad una rupe: all’inizio non sono sicura sia vera, è immobile come una statua, poi muove la testa e accostiamo. Facciamo un secondo giro intervallato da soste con vari scoiattoli sempre molto amichevoli e la capra è scesa, cammina in mezzo alla strada incurante di tutti. E anche noi la lasciamo fare.

Siccome ieri la Bow Valley Parkway non ci ha soddisfatto, torniamo indietro, ma nessun avvistamento nemmeno oggi. Facciamo una piacevole passeggiata per il panoramico Johnston Canyon, poi è ora di andare alla Banff Gondola, abbiamo già il biglietto cumulativo. Il panorama lassù è molto bello, ma è comunque troppo caro l’ingresso e non lo consiglierei. Anche qui si possono fare incontri con capre e scoiattoli. Inoltre, inizia a nevicare, quindi cerchiamo di scendere più in fretta possibile.

Boicottiamo le terme, con questo tempo saranno piene di gente e rischia di non essere molto rilassante. Inoltre, dobbiamo ancora comprare qualche regalo e così facciamo un giro per Banff che è comunque un bel paesello di montagna. Giunge il momento di dire addio alla nostra automobile. Il rientro del noleggio è al parcheggio sotterraneo vicino al Caribou Lodge, sulla strada principale. Lasciamo l’auto negli appositi spazi e portiamo le chiavi alla reception visto che l’autonoleggio a quest’ora è già chiuso. Il tutto dopo aver fatto il pieno. Non ci rimane che andare alla stazione degli autobus con le nostre valigie, per prendere l’autobus notturno della Greyhound per Vancouver, partenza ore 20.35. Ci mettiamo circa 10 minuti. Tutto quasi perfettamente organizzato in questo paese, tranne gli autobus della Greyhound…visto che avevamo prenotato i biglietti un mese fa, mi aspettavo di avere un posto assegnato, invece abbiamo rischiato di non salire e non eravamo nemmeno vicini.

16/06/2016

Dopo una pessima notte di viaggio in cui si è dormicchiato, non mi pento di aver prenotato il peggior ostello del mondo…o forse sì?!

Alloggio: C&N Backpacker Hostel.

Prezzo: 70CAD.

Indirizzo: 927 Main St .

Le recensioni non sembravano così pessime, inoltre il prezzo è basso per una doppia con bagno in comune e il posto a soli 500 metri dalla stazione degli autobus. L’avevamo scelto scelto anche perché è l’unico che fa il check-in dalle 8.00 e dopo il viaggio notturno era la soluzione migliore, perciò l’obiettivo di riposare un poco prima di andare alla scoperta di Vancouver è stato raggiunto. Nell’ostello c’è un pessimo odore ovunque, puzza di sporco mescolato a tutti gli odori possibili provenienti dalla cucina. I bagni sono sporchi, non c’è un angolo che si salva, occorre toccare tutto con i guanti ed entrare in doccia con le ciabatte. Il personale è gentile ma poco informato: ad esempio secondo loro non ci sono noleggi di biciclette prima dello Stanley Park, ma noi ne troviamo più di uno lungo la strada, e probabilmente hanno a che fare con gente con un very low budget…infatti, ci consigliano di andare a piedi fino a Vancouver Island perché il Sea Bus (5,5CAD) costa troppo…La zona è pessima, vicino a Chinatown in Main Street, poco più in là vivono centinaia di barboni. Poco pulite anche le lenzuola e la cucina. Per fortuna tutto funziona.

Decidiamo di non dare ascolto ai consigli e prendiamo l’AcquaBus che in 5 minuti ci porta a Granville Island. Il programma è quello di prendere del cibo take away e fare un pic-nic allo Stanley Park. Il mercato pubblico coperto di Granville Island è molto caratteristico, si possono trovare cincaglierie varie, oggetti originali, ma soprattutto tutto il cibo possibile e immaginabile: dal macellaio al fruttivendolo, dalle caffetterie ai ristoranti cinesi. Compriamo qualche torta salata e un dolce e riprendiamo il Sea Bus per raggiungere Granville Street, che poteva anche essere raggiunta con un ponte ma non capiamo dove inizia…

Dopo un paio di strade troviamo un noleggio di biciclette (Bicycle Sport Pacific, 933 Pacific Street) e ne noleggiamo due, 24CAD ciascuna per mezza giornata comprensive di taxi paghiamo un totale di 67,20CAD. Ci danno una cartina con le piste ciclabili e facciamo un giro per il centro, passando per Waterfront vicino a Canada Place, fino ad arrivare allo Stanley Park, dove seguiamo la bellissima strada costiera. Oggi c’è qualche nuvola ma fa abbastanza caldo e la pedalata è piacevole. Lo Stanley Park è enorme, un vero polmone verde per la città, c’è pieno di gente che corre, che va in bici, che passeggia. Si può anche ammirare il Lion Bridge che collega Downtown a North Shore. Nel parco ci sono diversi bar ma anche tavoli dove poter fare il proprio pic-nic. Tra le main attractions del parco ci sono i pali totemici, l’acquario(noi non abbiamo tempo per visitarlo), diversi punti di osservazione, la Lost Lagoon, e nel parco vivono varie specie animali tra cui castori e procioni, ma come al solito vediamo soltanto anatre e scoiattoli. Riportiamo la bici al negozio un po’ prima del previsto e torniamo sul lungomare di Inner Harbour all’ostello con una camminata di circa 45 minuti. Dopo un po’ di riposo torniamo in centro e decidiamo di passare per un paio di zone che non abbiamo ancora visto, Chinatown e Gastown. Purtroppo ci perdiamo il mercato cinese notturno che non è aperto di giovedì e scopriamo di trovarci nella zona con più alta densità di skid row di tutto il nordamerica. In generale, nonostante avessimo sentito spesso parlare di Vancouver come di una bellissima città, una delle più vivibili del mondo, passare in questa zona ci ha lasciato ben altre impressioni. In tutte le zone c’è contrasto tra ricchezza e accattonaggio, ma qui c’è davvero solo quello!! Dicono che sia comunque a basso rischio di criminalità, ma non abbiamo dubbi: stanotte per tornare a casa chiameremo un taxi!

Giunti a Gastown lo scenario cambia completamente: sembra di essere in una piccola Parigi, con graziosi bistrò, tavolini all’aperto, l’orologio a vapore e la statua di Jesse Jack. E poi verso downtown, cosparsa di grattacieli, ristoranti e locali notturni; dopo una cena all’indiano beviamo giusto un digestivo in un pub e ritorniamo in ostello.

17/06

Ultimo giorno. Per fortuna la North Shore di Vancouver offre uno spazio verso la natura. Anche se non si tratta di mete imperdibili, il Capilano Suspencion Bridge e la Grouse Mountain rappresentano delle valide alternative alla città. Ma a noi, visto che non ne abbiamo avuto occasione ai parchi, interessa soprattutto vedere i grizzly della Grouse Mountain. Visto che questa ha una quantità maggiore di attività ed è un po’ più lontana decidiamo di raggiungerla come prima meta, scelta che, alla luce dei fatti, si presenta azzeccata. Entrambi i parchi offrono uno shuttle gratuito che parte davanti al Canada Place (lì ci si arriva con lo Sky Train per 2.75CAD), ma, al ritorno, lo shuttle della Grouse Mountain può fare una fermata al Capilano Suspencio Bridge, cosa che non era scritta sul sito. L’unica alternativa sarebbe stata prendere un autobus.

GROUSE MOUNTAIN

Indirizzo: 6400 Nancy Greene Way, North Vancouver.

Orari: 9.00-22.00 in estate.

Prezzo: 43CAD pacchetto base.

Sito: https://www.grousemountain.com/.

Saliamo sullo shuttle e, arrivati, scegliamo il pacchetto base per 43CAD che comprende salita e discesa con la SkyRide, la visita alla riserva dei grizzly, lo spettacolo degli uccelli rapaci, lo spettacolo dei taglialena (che saltiamo) e l’osservazione di un alveare. Facendo un upgrade è possibile salire ancora più in alto con la seggiovia e salire su una turbina elettrica per vedere dall’alto tutta Vancouver. La montagna è famosa anche perché c’è una specie di gara, chiamata Grind, per chi la percorre più velocemente correndo o camminando, in quel caso si può salire a piedi e pagare 10CAD solo per scendere.

Grinder e Coola sono due bellissimi orsi di, ormai, 15 anni, due orfanelli trovati nello stesso anno in due zone diverse. Uno gironzolava nel bosco senza mamma, l’altro è stato trovato vicino al corpo della mamma investita da un auto o da un camion. Siccome i cuccioli di orso devono stare con la mamma per due anni e da soli sarebbero morti a sole poche settimane di vita, sono stati portati in questa riserva dove hanno un po’ di spazio per muoversi e giocare.

E’ discreto anche lo spettacolo degli uccelli rapaci e, mentre il falco pellegrino si esibisce, nel cielo compare anche un’aquila selvatica!

CAPILANO SUSPENCION BRIDGE

Indirizzo: 3735 Capilano Rd, North Vancouver

Orari: 8.30-20.00.

Prezzo: 39.95CAD.

Sito: https://www.capbridge.com/.

Per quanto riguarda il Capilano Suspencion Bridge, è abbastanza impressionante il ponte sospeso più lungo del mondo, ma per il resto è una gita carina per le famiglie senza grosse sorprese, con la treetop adventure, un percorso di ponti sospesi tra gli alberi, ponti e passeggiate nel bosco.

Prendiamo lo shuttle e ritorniamo in centro, ci fermiamo a mangiare una pizza e con lo skytrain raggiungiamo l’aeroporto. Dopo l’orario lavorativo e nei festivi il costo corrisponde a quello di una zona, anche se se ne attraversano due.

Al check in questa volta ci confermano che le nostre valigie arriveranno direttamente a Venezia, meno male così possiamo approfittare delle 10 ore di scalo a Toronto per dare uno sguardo alla città.

18/06

Purtroppo non usciamo abbastanza riposati dalle poche ore di volo. Andiamo comunque verso il centro di Toronto con il treno che in 25 minuti ci porta esattamente sotto la CN Tower; il biglietto del treno di 12CAD dura per 7 ore quindi lo potremo utilizzare anche al ritorno. Scartata l’idea di partenza di visita l’Ontario Science Museum perché troppo lontano, è veramente difficile scegliere cosa fare, un po’ perché il tempo scarseggia, un po’ perché ci sentiamo due zombie, ci si chiudono gli occhi e siamo incapaci di decidere…quindi andiamo un po’ a casaccio.

La CN Tower è altissima, fa venire le vertigini al contrario, così come tutti i grattacieli che la circondano. Vista la bella giornata facciamo un giro per il lungomare e ci appisoliamo un po’ sull’erba per riprendere due energie, vediamo un po’ di piazze, e in generale l’impatto con Toronto è positivo, perciò ciao Canada, ma presto ritorneremo per esplorare il tuo lato est!

Itinerari e distanze

Vancouver-Seattle 2 h 30 min- 229 km a/r

Swartz Bay-Victoria 31 km-33 min

Victoria- Butchart Garden 22 km -26 min

Butchart Garden- Duncan 68 km – 1 h

Duncan- Nanaimo 54 km- 48 min

Vancouver- Whistler 121 km – 1 h 35 min

Whistler – Kamloops 300 km 4ore

Kamloops-Jasper 440 km – 4 h 45 min

Jasper- Maligne Lake 48 km- 1 h 6 min

Distanze da Jasper ai laghi principali:

Lake Annett 12 min- 10 min Lake Edith- 14 min Pyramid Lake- Patricia Lake 10 min

Maligne Lake- Maligne Canyon 38 km- 57 min

Maligne Canyon- Hi-Athabasca 42 km- 27 min

Hi-Athabasca- Athabasca Glacier 73 km- 57 min

Athabasca Glacier- Lago Peyto 86 km- 1 h 19 min

Lago Peyto-Field 64 km- 47 min

Field –Baver Lodge Golden 45 km- 40 min

Field- Lake Louise 28 km- 23 min

Field- Lake Emerald 12 km- 16 min

Lake Louise-Lake Emerald 37 km- 29 min

Baver Lodge- Kicking Horse Rafting 14 km- 20 min

Kicking Horse Rafting- Lake emerald 39 km- 31 min

Lake Emerald- Lake Moraine 51 km

Lake Louise-Lake Moraine 14 km

Lake Moraine- Banff 71 km

Lake Louise- Banff 58 km – 41 min

Consigli pratici

Moneta: cambiate solo il minimo indispensabile in aeroporto, il tasso è meno vantaggioso e si paga troppo di commissione (secondo il tasso odierno cambiando 300 euro dovrebbero darci 439CAD ma ce ne danno solo 380!!!).. Trovate molti cambi nelle grandi città, ma in generale dappertutto si può pagare con la carta di credito!

Mance: ricordatevele…ma se pagate con carta di credito è tutto più facile, vi porteranno lo scontrino con i calcoli già fatti dovrete solo scegliere se lasciare 10%, il 15% o il 20%.

Wi-Fi: è presente praticamente ovunque: negli alberghi, nei bar e persino nella maggior parte delle attrazioni.

Tra lo yoho e il Banff National Park c’è un’ora di differenza di fuso orario, quindi bisogna tenerne conto se si passa da uno all’altro

Parcheggi nei parchi: una volta pagato il pass per i parchi, tutti i parcheggi sono inclusi nel prezzo.

Vestirsi a cipolla: nei parchi si passa in 5 minuti da sole, neve, pioggia, nuvolo, sole con neve, sole con pioggia….Non è possibile avere delle previsioni del tempo affidabili!

Pacchetti tour: ne troverete pochi, vi consigliamo quello che comprende la Banff Gondola, l’escursione al ghiacciaio Athabasca e una gita in barca a scelta tra il Maligne Lake e il Lago di Banff.

Http://www.brewster.ca/canadian-rockies/destinations/banff/activities/explore-rockies-combo-packages/

Costo 150CAD.

Benzina: costa più o meno come in Italia. Abbiamo speso all’incirca 350CAD.

Spesa complessiva 2600 euro a pax.

Guarda la gallery
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Un orca a Victoria

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Wapiti

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Space Needle

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Vancouver

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L'orso bruno

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Red squirrel



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