Alla conquista del grande nord: la Lapponia e Capo Nord

Andare a Caponord è un viaggio ai confini del mondo, oltre il circolo polare artico, verso le “colonne d’ercole del mare del nord”, su su sempre più dove la terra finisce nel mare e oltre orizzonte il nulla.
Scritto da: MissMuel
alla conquista del grande nord: la lapponia e capo nord
Partenza il: 03/08/2009
Ritorno il: 10/08/2009
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Perché andare a CapoNord! Beh perchè per raggiungerlo vi immergerete in una natura stupenda. Km e km di fiordi, di montagne innevate che si buttano a capofitto nel mare, di nulla, di pace e tranquillità interrotte solo dal passaggio di qualche renna e di qualche uccello acquatico. Ma non basta, Caponord non è solo questo è molto molto di più. Caponord è un viaggio ai confini del mondo, oltre il circolo polare artico, verso le “colonne d’ercole del mare del nord”, su su sempre più dove la terra finisce nel mare e oltre orizzonte il nulla.

Inizia il viaggio verso il circolo polare artico:

Inizia il nostro viaggio ai confini del mondo oltre il circolo polare artico. Partiamo come al solito da Orio al Serio in un assolato pomeriggio e l’arrivo a Oslo Torp è previsto per le 17:15. Il clima all’arrivo è decisamente autunnale, ma incuranti della pioggia prendiamo la navetta Torp express fino alla stazione degli autobus di Oslo (tempo di percorrenza 1 ora e 45 minuti, costo A/R 300 NOK) e quindi un tram che ci porterà fino allo Scandic KNA (per informazioni su orari e tariffe dei tram www. trafikanten.no). L’albergo è abbastanza centrale, a 15 minuti dalla Karl Johans e meno di 10 minuti dall’Aker Brygge. Dopo un’ottima cena nel ristorante dell’albergo (a base ovviamente di salmone norvegese) nonostante la pioggia che continua a cadere incessantemente decidiamo di andare alla stazione dei treni sotto il NationalTheatret per fare i biglietti per l’aeroporto di Gardermore (domani ci aspetta un altro bel volo per Tromso, la porta per il Nord). Per andare all’aeroporto si possono scegliere due mezzi o il flytoget (tempo di percorrenza 20 minuti e costo A/R circa 140 NOK) o il servizio regionale dei treni altrettanto comodo (tempo di percorrenza 30 minuti circa e costo A/R 110 NOK, per maggiori info e orari www.nsb.no). Decidiamo per quest’ultimo.

Tromso: la porta del grande nord

Partenza di prima mattina per l’aeroporto. Il volo è solo alle 9:55 ma non conoscendo il posto meglio essere prudenti. In realtà la stazione dei treni è proprio sotto l’aeroporto, basta fare le scale mobili, manco a dirsi i treni spaccano il secondo e tutte le aree sono ben segnalate. Il volo per Tromso dura circa un paio d’ore ed è effettuato da Wideroe, un partner SAS. Arriviamo a Tromso che è ormai mezzogiorno, un veloce shuttle in una decina di minuti ci scarica proprio sotto il nostro albergo il Grand Nordic, della catena Rica. Lo shuttle fa un servizio impeccabile ma non è proprio a buon mercato, per 4 persone per un percorso di 10 minuti vuole 255 NOK. Dopo un giro orientativo della città scopriremo che anche gli autobus di città 40 e 42 fanno un servizio molto simile per 1/3 del prezzo, lo terremo presente per il ritorno. A proposito di mezzi di trasporto, chi viaggerà in Norvegia ricordi che il costo della vita è piuttosto caro e per un globetrotter questo incide non tanto nei voli o nei soggiorni alberghieri (dove spulciando è possibile trovare delle buone offerte), quanto negli altri trasporti (treni , bus, battelli), nei noleggi delle automobili, nei pedaggi e anche al ristorante dove non troverete nessun piatto principale per meno di 250 NOK. A Tromso splende un sole stupendo e dopo una visita alla Storgata con le graziose case in legno e al porto, decidiamo di prendere l’autobus n° 26 che ci porterà alla funivia. La funivia si inerpica su una collina ad est di Tromso e da lì è possibile scorgere una bellissima visione sulla baia. Dalla collina si dipartono numerosi sentieri, noi optiamo per una passeggiatina in costa ce che ci regala un susseguirsi di vedute sulla baia. Di ritorno l’autobus ci consente di vedere più da vicino la bellissima cattedrale artica. Una volta ritornati in centro decidiamo di visitare il Polar Museum dove sono riprodotti in modo molto veritiere una serie di scene di vita artica (dai villaggi sami, alle carovane con i cani da slitta, agli orsi polari, alle baleniere, ai pescatori etc..). Il museo presenta anche una sezione sulla vita del grande scienziato dei poli e filantropo norvegese Nansen. Si è fatto ora di cena e decidiamo di cenare da Egon, una catena norvegese molto particolare, il cui salone è composto da tante piccole stanzettine che riproducono le vecchie abitazioni in legno o le cambuse delle navi. Inizia la nostra prima notte artica o la meglio mancanza di notte visto che come scopriremo il buoi sembra non arrivare mai.

In battello attraverso i fiordi:

Riusciamo a convincere l’addetto della Europcar a consegnarci la macchina in hotel senza dover andare in sede e partiamo alla volta del grande nord. La destinazione finale è Capo Nord, ma il percorso è di 641 km con un tempo di percorrenza stimato sulle 9 ore e mezza a causa della scarsa scorrevolezza della strada. Dobbiamo quindi spezzare il percorso in due tappe, per stasera arriveremo ad Alta. E’ possibile arrivare ad Alta percorrendo la strada costiera E6 (404 km), oppure dirigersi verso Brevikedeidet e da qui prendere un battello che in 20 minuti taglia il Sorfjorden e arriva a Svensby e poi attraversando il Parco Nazionale di Lyngen si arriva Lyngenseidet da cui parte un altro battello che in 40 minuti arriva a Oldardalen sulla E6 (distanza da Alta 220 Km). Decidiamo di optare per questa seconda strada che non solo è più corta (in realtà in termini di tempo tra attesa del battello etc. non si risparmia molto) ma ha il vantaggio di attraversare il parco del Nazionale di Lyngen e di darti una prospettiva del paesaggio diversa, dal mare. Qui come in buona parte della Norvegia del Nord non ci sono grossi centri da visitare e non è molto importante la destinazione di arrivo ma la suggestività della strada per arrivarci, qui ad esempio è tutto un susseguirsi di fiordi circondati da superbe catene montuose innevate (raggiungono anche 1200-1400 mt, altezza ragguardevole per la Norvegia). Manco a dirsi ci fermiamo un sacco di volte a fare foto un po’ ovunque in particolare in due punti panoramici, sul promontorio di Spakenes, appena scesi dal battello, e sul passo del Kvaenangsfjell. Lungo il percorso incontriamo anche parecchi accampamenti Sami con le loro casettine in legno e tende che vendono pelli di renna, corna e abiti tradizionali. Arriviamo ad Alta al Rica hotel verso sera e ci resta poco tempo per un veloce giro di Alta. La città è stata quasi interamente distrutta durante la seconda guerra mondiale e restano da vedere la chiesa in legno, il nucleo urbano di Bosseko che si affaccia su una bella baia e il Sentrum che è così moderno da sembrare un centro commerciale a cielo aperto. Cena al Rica con antipasto di carpaccio di Renna e salmone.

NordKapp:

Oggi si va a NordKapp (237 km). La strada E6 lascia la costa ovest per attraversare l’interno e portarsi sulla costa est della Norvegia. Il paesaggio muta radicalmente. Lasciato il mare ci aspettano prima foreste di betulle e poi un altopiano più brullo interrotto da alcuni laghetti e punteggiato da piccoli fiori, siamo in pieno territorio lappone. Ritornati sulla costa si continua verso nord sulla E69 che si snoda lungo la frastagliata costa del Posrsangerfjord, caratterizzata da alte montagne di roccia stratificata e piccole insenature. Inizia anche la terra delle renne, ci sono renne ovunque che attraversano la strada, sui bordi, in riva al mare, grandi e piccole, marroni e albine bellissime. I nostri tempi di percorrenza si allungano perchè dobbiamo stare attenti a non fare loro male e a fare tantissime fotografie. Ci fermiamo a vedere un grazioso paesino di pescatori Repvag con le tradizionali palafitte dei pescatori. Dopo aver percorso un tunnel sottomarino di quasi 7 km (nota dolente è a pagamento sia in entrata che in uscita) arriviamo finalmente sull’isola di Mageroy. Prima tappa Honninsvag, la cittadina più grande dell’isola dove ci aspetta il nostro hotel il Rica Honningsvag, che ha stanzette piccolissime ma carine, sembrano la cabina della nave e danno sul porto dove arriva anche l’Hurtirute. Da qui si godrà un panorama stupendo sulla non notte artica. Adesso è proprio giunto il grande momento, attraversiamo i 35 km di tundra dell’isola e dopo aver pagato l’ennesimo pedaggio (con questa tassa potrete però ritornare due volte a NordKapp in 48ore) arriviamo su questo altopiano solitario e battuto dai venti con le sue falesie grigie che si infrangono nei flutti del Mare del Nord. Si dice che Capo Nord o lo si ama o lo si odia. Per me è semplicemente affascinante, ha un che di magico, ed è proprio così che mi ero immaginata il punto di terra ferma più a nord d’Europa una lingua di terra maestosa e solitaria sferzata dai venti e in continua lotta con i flussi impetuosi del mare. Dopo le foto di rito alla sfera passeggiamo un po’ per l’altopiano, e poi ci dirigiamo al centro visitatori per gustare il filmato che illustra Capo Nord nelle altre stagioni dell’anno. Visto che purtroppo è appena passata la stagione del sole di mezzanotte non aspettiamo la notte e in prima serata ritorniamo a Honningvag per cenare nell’unico ristorante aperto che è quello del nostro albergo (per fortuna anche molto rinomato per i piatti di pesce). Prima di cena ci concediamo un altro squarci di terra artica visitando il borghetto di Kamyvaer situato a ridosso di uno stretto fiordo.

Passeggiata nella tundra artica:

Oggi ci aspetta un’altra piacevole passeggiata di un oretta all’interno della tundra dell’isola Mageroy. Arriviamo al villaggio di Skarsag e da qui un facile sentiero conduce alla porta del sole, una rarità geologica costituita da una spaccatura nella roccia di parecchi metri a forma di porta. Dalla porta si ha una bellissima visione del mare e sui promontori circostanti. Di ritorno al villaggio, visitiamo la casa del natale, un simpatico negozio con oggetti natalizi tutto l’anno e il centro visitatori con un’interessante mostra fotografica, una serie di stoccafissi appesi ad asciugare e un filmato sulla vita nel’isola. Si è fatto tardi dobbiamo ripiegare verso sud. Nel primo pomeriggio ri-inizia la nostra discesa, non senza una deviazione ad Hammerfest. In realtà con il senno di poi ce la saremmo anche evitati perché la strada per Hammerfest presenta degli scorci carini, ma la città di per sé non offre molto. Sono le 16:05 e il vivace mercatino del porto ha già chiuso, come pure la società dell’Orso polare, non resta che ficcarsi in un centro commerciale per una superba fetta di torta (cremosissima come in tutto il nord) e una veloce visita alla chiesa che è a forma di rastrelliere per appendere lo stoccafisso. Ripartiamo alla volta di Alta, stavolta alloggeremo in un hotel della catena Thon (Thon Vica). Si tratta di un vecchio fienile restaurato ed è in tipico stile lappone, anche la cena artica è insuperabile, e così la vista sulla baia di Bosseko.

L’isola di Kvaloy:

Partiamo di buon mattino lungo la E6 verso Tromso. Questa volta percorreremo tutti i 404 km della strada costiera per tuffarci da un’altra angolazione in questo paesaggi fatato con la montagne innevate che scendono verso il mare. Arriviamo a Tromso nel pomeriggio, ci fermiamo a visitare al chiesa artica (purtroppo possiamo sbirciare solo dalle finestre perché c’è un matrimonio in corso) e prima di riportare la macchina facciamo un ultimo giretto nel Troms. La nostra meta è l’isola di Kvaloy, la quinta isola norvegese in ordine di grandezza. Attraversato un lungo ponte prendiamo la via verso sud ed ecco spuntare una serie di prati verdi e fertili punteggiati da fattorie. Sulla nostra sinistra il mare e una serie di squarci sulle montagne circostanti. Purtroppo dobbiamo rientrare, ri-consegnamo la macchina e via a cena, stasera Burgher king (sapete che quello di Tromso è quello più a nord d’Europa!!!!!!). Ultimo giro serale di Tromso.

Tromso città di arte e natura:

Il tempo è decisamente peggiorato armati di pile e maglioni andiamo a visitare il giardino botanico di Tromso. Visto che è domenica e tutti gli autobus iniziano il servizio nel pomeriggio gambe in spalla e prendendo la strada costiera in 40 minuti raggiungiamo un bellissimo giardino. Il giardino botanico è curato dai ricercatori dell’Università di Tromso e presentante una notevole varietà di piante provenienti dalle regioni più fredde del mondo. Sempre a piedi ritorniamo verso la Storgata, come è diverso e triste il paesaggio con la pioggia e tutti i negozi chiusi, ci vuole proprio un bel gelato per tirarci sù, ossia un gelato espresso che le commesse fanno letteralmente “rotolare” nel tipo di granella che preferite….

Visto che ci mancano ancora un paio d’ore prima di recarsi all’aeroporto decidiamo di visitare il Museo d’arte della Norvegia settentrionale, dove è possibile gustare dei bei quadri di paesaggi artici (riconosciamo la porta del sol) e una mostra temporanea di Sverre Bjertnaes uno dei più promettenti pittori Norvegesi, chissà se un giorno potremo dire di aver visto la mostra di un famosissimo pittore. Si è fatto l’ora di recarsi all’aeroporto con autobus 40 per prendere il volo delle 17:00. Arriviamo all’hotel KNA di Oslo che è ormai sera. Non riusciamo a crederci ma non piove e la temperatura è straordinariamente mite. Decidiamo di andare a cena all’Aker Brygge, una zona commerciale realizzata proprio sul porto turistico di fronte alla piazza del municipio. La posizione è molto bella proprio sul molo ma i localini sembrano molto turistici, tanto vale ripiegare su Mac Donald, quando ci ricapita un Mac con i tavolini che si affacciano sul porto. Dopo cena fatte le foto di rito visto che tutta la gente sembra essersi riversata in strada e Oslo è piacevolmente vivace ci perdiamo a passeggiare nella Karl Johans.

Oslo:

Poichè quasi tutti i musei di Oslo li abbiamo già visti qualche anno fà in una visita precedente e visto che anche oggi non piove (mi ripeto……ma quando ci ricapita Oslo con un tempo così) decidiamo di andare un po’ a zonzo per la città. Il nostro tour tocca il palazzo reale, il giardino, tutta la Karl Johans con i vari negozietti, il Duomo con il porticato antistante, la stazione, l’Opera, l’Akershus slott e poi giù di nuovo al municipio e all’Aker Brigge. Stanchi morti ma soddisfatti torniamo in hotel e nel primo pomeriggio e ci aspetta il Torp Express che ci accompagnerà a Torp per il volo del ritorno. Torniamo a casa con gli occhi pieni di paesaggi fatati e anche con un ricordo di Oslo molto più positivo della volta precedente.

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Troms

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Oslo

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Troms

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Le Renne

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Tromso

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Capo Nord

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Isola Di Mageroy

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Villaggio di pescatori

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Capo Nord

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Isola Di Mageroy



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