Alby e Roby in Canada
Dopo qualche ricerca in internet (il materiale disponibile è molto meno rispetto a quello per gli USA) decidiamo di trascorrere i primi 3 gg a Toronto e i successivi 11 nella parte ovest del paese che a detta di molti è la più bella.
12/08/2006 Venezia – Amsterdam – Toronto A causa del recente allarme terrorismo nei cieli londinesi, i controlli negli aeroporti si fanno più intensi, ma, a parte qualche ritardo, il volo verso il Canada si svolge nel migliore dei modi. Dopo lo scalo ad Amsterdam al mitico Schipol, arriviamo a Toronto verso le 16.00 ora locale. Dopo le veloci formalità dell’immigrazione ci dirigiamo al banco Hertz dove ritiriamo l’auto (una Chrysler Impala) prenotata dall’Italia e ci dirigiamo verso un piccolo paesino chiamato Fenwick che si trova sulla strada che porta alle Niagara falls dove saremo ospiti di Erin e della sua famiglia. Abbiamo conosciuto Erin e la sua famiglia i mitici Cunningham (sì come quelli di Happy Days) tramite l’hospitality club (www.Hospitalityclub.Org) e le abbiamo chiesto ospitalità per la prima notte in Canada; loro hanno accettato e noi con qualche legittima titubanza da novellini ci siamo diretti verso Fenwick. Una volta individuato il numero civico (una piccola impresa) abbiamo la prima bella sorpresa del viaggio: la casa ha un vialetto immerso negli aceri ed è circondata da un parco di circa 4 ettari! Bellissimo!!! La casa è in tipico stile nord america cioè a due piani ed in legno; posteggiamo l’auto e dalla casa escono due ragazze, Erin e sua sorella Lindsay che per l’occasione è venuta a trovare i genitori (è sposata ed abita a circa 80 km da Fenwick).
L’accoglienza è calorosa ed una volta entrati in casa conosciamo anche i genitori: due Personaggi con la “P” maiuscola che hanno girato mezzo mondo zaino in spalla! Daddy ci sta preparando un Canadian BBQ mentre mammy ci mostra le nostre due opzioni per la notte: una camera al primo piano con vista sul parco oppure una camera nel seminterrato con le pareti fucsia abbinate al copriletto; decidiamo per la “camera con vista” e mettiamo giù i trolley. Mentre prendiamo una birretta in veranda iniziamo a conoscerci meglio…Dopo qualche chiacchiera ci accomodiamo a tavola (tutti rigorosamente scalzi, noi abbiamo lasciato le scarpe all’ingresso!) e gustiamo pollo con salsa piccante, patatine, pomodori e pannocchie. La serata scorre via benissimo parlando di viaggi (dad e mum ci mostrano il loro passaporto: hanno tutte le pagine piene di timbri specialmente del sud est asiatico e per loro il più bel viaggio è stato quello in Myanmar!) e di usi e costumi diversi. Erin conosce un po’ l’Europa dato che è venuta a Torino per le olimpiadi e poi è stata in Francia dove ha conosciuto il suo attuale ragazzo che nel frattempo ha raggiunto a Strasburgo (è partita dal Canada giusto una settimana dopo il nostro arrivo per andare ad insegnare inglese in Francia!).
Scopriamo subito che ci sono molte differenze tra noi, relative soprattutto al nostro modo di vedere la vita, la famiglia e gli spostamenti; tutte queste diversità ci arricchiscono e parlare con le persone “comuni” rende me ed Alberto realmente felici perché per noi è questo il vero viaggio. Nel frattempo ci raggiunge anche il marito di Lindsay che lavora come fisioterapista a Niagara on the lake (a suo dire lì si guadagna di più perché ci sono molti turisti che pagano molto bene). Dopo qualche sana risata, una proposta di changing house, un caffè lunghissimo, una carezza a Tyson, il gatto di casa e qualche consiglio su cosa vedere a Toronto e sulla strada migliore per arrivare alle Niagara falls (naiagra fols come le chiamano qui) ce ne andiamo a letto anche perchè sono circa 24 ore che siamo svegli! Salutiamo quindi Lindsay ed il marito che se ne tornano a casa e daddy che il giorno dopo si alzerà presto per andare a giocare a golf e poi a nanna! 13/08/2006 Niagara falls Toronto Nel mitico lettone dormiamo da Dio e ci svegliamo solo perché abbiamo messo la sveglia! Dopo esserci vestiti scendiamo per la colazione e troviamo Erin e mummy pronte con una marea di frutta fresca ed il caffè caldo, ci sediamo in veranda e facciamo un ottima colazione.
A questo punto dobbiamo salutarci perché dobbiamo andare a vedere le cascate…Facciamo le ultime foto di rito, baci ed abbracci e arrivederci in Italia (forse)! Sulla strada per le cascate stranamente vediamo un outlet dove facciamo un’”allegra” sosta memori dei super acquisti dell’anno scorso (vedi racconto “Alby e Roby tra i parchi dell’Ovest”) tuttavia questo outlet non è un granché e ce ne’andiamo praticamente subito.
Dopo pochi chilometri iniziamo ad avvicinarci alla zona delle cascate, lo deduciamo dalla confusione (oggi peraltro è domenica) e dalla massa di negozi ed attrazioni turistiche di vario tipo. Non voglio fare commenti inutili su come sono state gestite qui le cascate…Eravamo preparati al fatto che fosse come un luna park e quindi non ci siamo sorpresi più di tanto.
Lasciamo l’auto in un parcheggio a pagamento e ci dirigiamo verso il punto dove crediamo ci siano le cascate quando ecco che le vediamo al di là della strada. Fortunatamente eravamo preparati anche al fatto che non fossero altissime e secondo alcuni nemmeno belle ed oltretutto inserite in un contesto da luna park che non fa altro che sminuirle, quindi per noi, preparati al peggio, sono state una piacevole sorpresa! Le cascate scendono in 3 rami diversi e coinvolgono una massa enorme di acqua che con la sua forza dirompente solleva tantissime micro particelle di acqua creando nuvole bianche proprio sopra le cascate.
Naturalmente non possiamo rinunciare al classico Maid of the Mist che per 14 $ a testa ti porta sotto le cascate muniti della mitica mantellina blu per il fronte canadese e gialla per quello americano (le cascate sono, infatti, spartite tra i due stati). L’esperienza ci piace molto e tutta quest’acqua mi mette molto appetito così ritornati sulla terra ferma ci fermiamo da un ambulante a prenderci un buon hot dog. Ci dirigiamo quindi verso il punto in cui il marciapiede si trova giusto sopra lo strapiombo delle cascate e stiamo lì a guardare dopo esserci fatti largo tra la folla. Vorremmo fare anche la breve escursione con la quale si scende a piedi fin sotto le cascate, purtroppo però il primo posto libero è tra troppe ore e noi dobbiamo tornare a Toronto per la serata e quindi dobbiamo rinunciarci.
Passeggiamo ancora un po’ in giro e poi andiamo a riprendere l’auto dirigendoci verso Niagara on the lake. Ho letto, prima di partire, che questa cittadina che si affaccia sul lake Ontario è molto carina e richiama un po’ la vecchia Inghilterra; per raggiungerla passiamo in mezzo ad una zona ricca di frutteti ma soprattutto vitigni. Memori del film Sideways decidiamo di prendere una stradina laterale e di fermarci in qualche azienda vinicola sperando che si possa fare qualche degustazione; ne troviamo una che ci ispira, ci fermiamo e chiediamo di degustare un cabernet ed un chardonnay poi, proviamo una particolare produzione di vini fruttati alla pesca ed ai mirtilli. Il fatto che siamo a stomaco vuoto da diverse ore contribuisce a spalmarci sulla faccia l’ormai classico sorriso ebete, guardandoci capiamo che dobbiamo darci un taglio e ripartiamo alla volta di Niagara on the lake dove troviamo un parcheggio sulla strada principale che è una cittadina ricca di negozietti e di perone che passeggiano su è giù, un po’ European style. Ho voglia di un gelato così ci fermiamo in una gelateria e prendiamo probabilmente i due gelati più dolci e schifosi del mondo, io al gusto fragola e Albi addirittura al gusto maple, e li sconsigliamo vivamente! Passeggiammo per il centro e davanti ad una chiesa cattolica troviamo ciò che resta di una manifestazione di beneficenza dove per pochi dollari si potevano comprare nocepesche, panini, oggetti di artigianato e quant’altro. Purtroppo noi arriviamo quando tutto è finito e non ci resta che ascoltare la cantante che con la sua chitarra intona quella che crediamo essere una canzone cattolica.
Vogliamo vedere anche il lake Ontario e quindi facciamo ancora qualche minuto di passeggiata ed arriviamo sulle sponde del lago dove la domenica si riuniscono le famiglie e i singles con il cane; dato che oggi il cielo è terso riusciamo a vedere i grattacieli di Toronto anche se sono piuttosto lontani.
Dopo averla vista da distante partiamo alla volta della più importante città dell’Ontario ma non prendiamo l’highway perché c’è molto traffico ed optiamo per delle stradine alternative, viaggiamo tra frutteti e casette di legno, vigne e banchetti dove si può comprare la frutta fresca direttamente dal produttore (anche noi ci fermiamo per comprare qualche pesca anche se dobbiamo dire che le pesce della California sono molto più buone!).
Facciamo anche una deviazione per Hamilton ma la città fa piuttosto schifo ed è pieno di ubriaconi così fuggiamo a gambe levate verso Toronto.
Arriviamo al nostro hotel (il Victoria) che si trova proprio in centro, scarichiamo i bagagli e parcheggiamo l’auto in un parcheggio coperto che si trova a circa 100 metri dall’hotel (costo del parcheggio per circa 20 ore 13 $).
Siccome è tardi ci facciamo una doccia ed usciamo subito per cena, su consiglio del portiere andiamo nel vicino Ridgecrest, un fantasmagorico self service in cui con una specie di carta magnetica vai nei diversi tavoli e prendi ciò che vuoi facendo “strisciare” la carta al cuoco/cameriere di turno. L’offerta è vastissima, dall’italiano al cinese, dal francese al giapponese) e mentre io prendo una bisteccona ai ferri con patatine e pannocchia, Albi mangia sushi e sashimi, ci alziamo sazi e alla cassa scopriamo piacevolmente che ce la siamo cavata con meno di 40 $ in due nonostante il sushi.
14/08 Toronto- Calgary La colazione di questa mattina la facciamo nel bar/ristorante che si trova dentro all’albergo; Albi si “cucca” una fantastica English breakfast per la gioia del suo colesterolo mentre io provo una cialda con lo sciroppo di fragole che mi si piazza come un bi-mattone sullo stomaco dato che non sono abituata a questo tipo di colazioni ipercaloriche! Partiamo a piedi per il centro e notiamo che c’è veramente poca gente in giro: camminiamo lungo il lago Ontario e poi ci dirigiamo verso la Cn tower, la famosa torre per telecomunicazioni alta 533 metri (costo del biglietto 21 $ circa). Prendiamo l’ascensore superveloce con tanto di vetro trasparente, subito dopo essere passati in una specie di scanner super tecnologico con tanto di getto d’aria che serve per vedere se portiamo armi o esplosivi; in pochi secondi si arriva alla terrazza panoramica dove si domina la città. Questi pazzi canadesi non contenti del normale panorama hanno perfino fatto un pavimento in plexiglas o qualcosa di simile dove si può camminare guardando giù; a me fa molta paura ma ad Albi ed ai bambini giapponesi che ci stanno saltando sopra evidentemente no! Camminiamo anche all’esterno ma il vento è molto forte almeno quanto il mio fastidio per l’altezza (non soffro di vertigini, ma stare così in alto mi fa un po’ di impressione!).
Quando scendiamo decidiamo di visitare ancora un po’ la città con i suoi grattacieli e le persone da ogni parte del mondo ancora più numerose oggi, dato che c’è il congresso internazionale sull’AIDS. Entriamo a anche nell’Eaton Centre, forse il centro commerciale più importante di Toronto per comprarci un paio di t-shirts, poi andiamo a prendere l’auto, le valigie e ci facciamo uno dei nostri personali sightseeing tours del centro in macchina così da vedere tutto ciò che non siamo riusciti a vedere a piedi.
Ore 16.30 siamo in aeroporto (che è stato rimodernato di recente e che è molto bello) in coda per fare il check-in per il volo air Canada per Calgary prenotato da internet circa un mese prima; nell’attesa mangiamo qualcosa, scriviamo le prime cartoline e poi ci imbarchiamo.
Il volo dura 4 ore, ma Calgary, che si trova in Alberta, è due ore indietro rispetto a Toronto e quindi in viaggio “perdiamo” solo 2 ore. Il volo procede abbastanza tranquillamente se non fosse che ad un certo punto un’hostess chiede se c’è un medico a bordo! “cacchio!” pensiamo è come nei film non riusciamo a capire chi sta male e se la cosa sia grave, fatto sta che l’aereo arriva a Calgary senza che nessun ritardo.
Mentre Albi aspetta i bagagli al ritiro bagagli un po’ retrò con finti dinosauri che ci ricordano che qui hanno trovato molti fossili, io vado ad uno dei telefoni gratuiti per chiamare l’albergo (il quality) per sapere come organizzare il nostro trasporto dato che è un servizio compreso con il costo della camera. La signorina alla reception ci dice che possiamo prendere un taxi qualsiasi così dopo avere ritirato le valigie ci mettiamo in coda e aspettiamo che l’ometto che coordina i taxi ci faccia un segno per accomodarci su uno di quelli che arrivano. Saliamo in auto e diciamo all’autista il nome dell’hotel e poi li diciamo che l’hotel pagherà per noi; non l’avessimo mai fatto! Il tipo si incazza a morte e ci dice che dovevamo prendere un altro tipo di taxi che lui non ha la convenzione con il nostro hotel e che se vogliamo che lui ci porti dobbiamo pagarlo noi e non l’hotel albi ed io siamo un po’ perplessi ma alla fine gli diciamo che ci riporti all’aeroporto affinché possiamo prendere il giusto taxi. Quando scendiamo il taxista inveisce contro di noi nella sua lingua (l’arabo) e poi contro l’ometto che organizza i viaggi in taxi e cerca di spiegargli l’accaduto, noi nel frattempo aspettiamo fino a ché non ci fermano un taxi e dopo qualche minuto di contrattazione decidono che è quello che fa per noi. Finalmente arriviamo all’albergo che si trova proprio lungo l’highway che porta al centro della città: insomma un postaccio! Buttiamo le valigie in camera e chiediamo dove si può mangiare qualcosa; ci dirottano verso un paio di locali che si trovano proprio fuori l’albergo. Noi optiamo per l’Hampty’s che con i suoi divanetti in simil- pelle ci ricorda un po’ happy days; il menù è il classico: hamburger, patatine, anelli di cipolla due birre ed una coca per 35,19 $.
Rotoliamo verso la camera…Doccia…Piano d’attacco per il giorno dopo e poi un lungo sonno corroborante. Dimenticavo: chiediamo alla signorina della hall che ci sveglino alle 8 in modo tale da organizzare il nostro trasporto verso l’aeroporto dove noleggeremo l’auto per il resto del nostro viaggio. 15/08 Calgary-Banff Mi sveglio, guardo l’ora e vedo che sono le 8.45 e dico ad Albi: “Ma che ore sono?” e lui: “ le otto e tre quarti” segue un silenzio di circa 2 secondi e poi : “SIAMO IN RITARDO!!!!”. In un baleno siamo vestiti lavati con i bagagli fatti e di fronte al banco dell’hotel dove chiediamo spiegazioni sul fatto che non ci hanno chiamato!!!!!! La signorina si giustifica dicendo che la collega ha chiamato più volte ma che nessuno ha risposto!!! Porca Puzzola ci sarà il telefono rotto!!!! Anyway organizziamo il trasporto verso l’aeroporto e dividiamo il taxi con un altro ragazzo di poche parole! Finalmente arriviamo al banco hertz e siamo pure giusti con l’orario!la signora che ci segue è un po’ in là con gli anni ma è molto gentile anche se un po’ lenta…Ci fa capire che la macchina che abbiamo ordinato con il navigatore satellitare non c’è e che c’è da aspettare qualche minuto…Alla fine ci comunica che la macchina sarà un po’ più grande di quella prenotata (avevamo chiesto una Taurus) ma che ce la daranno allo stesso prezzo! Noi siamo felici della cosa ma ancora non sappiamo cosa ci aspetta nel garage! Scendiamo al piano sotterraneo alla ricerca dell’auto che deve essere un’altra ford. Ci guardiamo un po’ in giro fino a ché non vedo un mega SUV o più che un SUV una nave da crociera rossa bordeaux (una ford Explorer) e chiedo ad Albi se non sia la nostra; lui con fare da uomo di mondo mi guarda male e mi dice: “ Ma va!!!!!” e giusto per confermare la sua ipotesi punta il telecomando verso l’auto e schiaccia il bottone per l’apertura e così come per magia la “nave” si illumina tutta! E’ la nostra!!!!! Siamo presi da un’euforia infantile quando scopriamo che l’auto ha 2000 km di vita e che è dotata di ogni comfort (perfino due schermi LCD per i passeggeri dei sedili posteriori e il sistema di riscaldamento dei sedili!) solo più tardi vedendo scendere la tacchetta della benzina ci renderemo conto di quanto sia spiacevole un’auto che fa 7 km con un litro!!!!!! (una volta a casa e dopo diversi tentativi per cambiare l’auto con una più piccola abbiamo protestato con la hertz e abbiamo ottenuto un rimborso seppure simbolico per il disservizio!).
Partiamo quindi alla volta di Calgary, è previsto solo un brevissimo giro del centro giusto per farsi un’idea per poi partire subito verso Banff. La città personalmente non mi è piaciuta molto (il forte non è degno di nota) ma sono contenta di averla vista…Non vedo l’ora invece di arrivare a Banff, la città che sarà la prima tappa del tour sulle rocky mountains! La strada verso Banff é lunga e senza nessuna particolare attrazione se non gli impianti sportivi che furono costruiti per le olimpiadi invernali! Arriviamo a Banff in tarda mattina e la cittadina ci fa subito una bella impressione: molto carina e curata e circondata da splendide montagne! Sistemiamo le valigie al Red carpet inn un hotel dignitoso sulla main street ed uno dei pochi trovati liberi circa 2 mesi fa e poi a piedi andiamo verso il centro alla ricerca del visitor center per decidere cosa fare nel pomeriggio! Andiamo anche in un supermercato dove compriamo un po’ di cibo (pane affettati frutta e acqua) da consumare al sacco per oggi e per domani evitando inutili soste in fast food poco salutari! Guardiamo un po’ i negozi e poi andiamo al Visitor Center per cercare qualche spunto: le attrattive sono molte e non sappiamo veramente da cosa partire, decidiamo anche di organizzare un po’ il nostro soggiorno a jasper e le tappe del giorno dopo in modo da fare il più cose possibili. Pranziamo in camera studiando guide e brochure ed alla fine optiamo per il vicino (60 km) lake Louise e il più piccolo Morraine lake.
Seguendo la mitica bibbia dei viaggiatori cioè la lonely planet, per raggiungere lake Louise prendiamo la strada secondaria e cioè la Bow Valley Parkway e non la highway perché dicono ci siano maggiori possibilità di vedere animali selvatici e così è; dopo pochi chilometri vediamo uno splendido esemplare di cervo che è notevolmente più grande di quelli che si vedono da noi in Italia e che sfoggia tranquillamente un grosso paio di maestose corna! Pochi chilometri dopo ne vediamo un altro un po’ più piccolo, probabilmente più giovane, che bruca vicino alla strada! Che bello abbiamo visto i primi animali!!!!! Arriviamo a lake Louise e troviamo una marea di turisti venuti ad ammirare questo lago di origine glaciale ed il suo albergo costruito in stile chalet di montagna canadese ed ormai divenuto parte del paesaggio e che personalmente non ho particolarmente apprezzato! Il lago è di una bellezza incredibile; l’acqua ha un colore che ricorda appunto il ghiaccio e sopra l’altra sponda del lago si erge un maestoso ghiacciaio che dà origine al lago stesso! Qui si possono noleggiare le canoe ed anche se il prezzo non è proprio democratico noi non possiamo esimerci! I ragazzi del noleggio ci forniscono un giubbino salvagente a ci fanno da deposito bagagli mentre noi saliamo sulla canoa…Io ho un po’ paura anche perché la canoa non è molto stabile ed Albi mi fa scherzi in continuazione, poi l’acqua è gelida e caderci dentro significa morire congelati in pochi minuti! Il giro in canoa nel silenzio rotto solo dalle risa di qualche bambino che tenta di remare è un esperienza indimenticabile: cerchiamo di riempirci gli occhi di ogni possibile fotogramma e di ogni sfumatura del paesaggio affinché niente ci possa sfuggire e tutto rimanga bene impresso nella nostra memoria di viaggiatori globali sempre alla ricerca di un luogo nuovo e di nuovi paesaggi! Dopo un’oretta siamo di nuovo a terra, ci guardiamo ancora un po’ in giro e camminiamo in mezzo alla folla che inevitabilmente circonda il lago.
Lake Louise è stato il primo di una lunga serie di laghi di origine glaciale che abbiamo visto in Canada ognuno di essi è caratterizzato da un colore e da un’atmosfera così unica che non ci si annoia mai! La nostra prossima tappa è il lake Morraine che si trova a circa 12 chilometri da lake Louise, questo lago ha un colore che nessuna parola umana potrà mai descrivere, quando lo vedo rimango ferma come in preda ad una sindrome di Stendhal solo che non sono davanti alla Gioconda ma davanti ad uno smeraldo incastonato tra le Rockies Mountains! Non so a cosa crediate voi se a Dio, Buddha, Allah o la Madre Terra ma io credo che un modo per avvicinarsi ad una entità superiore che per me è Dio sia guardare la natura con occhi di bambini, solo in questa maniera hai un contatto con Lui; io guardando questo lago ho avuto questa percezione ed è stato bellissimo! Sulla riva più vicina al parcheggio si sono depositati numerosi tronchi e i bambini ci giocano sopra tentando di non cadere dentro a lago verde, poco più un là c’è una grossa roccia o meglio un pezzo di montagna che ha creato la diga naturale che ha portato alla formazione del lago stesso dove ci si può arrampicare naturalmente dopo essere passati incolumi sopra i tronchi galleggianti. Albi parte subito per l’esplorazione sulla roccia io invece sono un po’ titubante per via dei tronchi ma alla fine invogliata dalla vista sul lago che sicuramente da lassù sarà migliore mi avventuro e fortunatamente arrivo in cima incolume! Qui è pieno di scoiattolini che non hanno assolutamente paura dell’uomo e si avvicinano senza alcun timore e comunque la vista è da mozzare il fiato e facciamo tantissime foto ma la nostra macchinetta seppure di buona qualità e con alta definizione non riuscirà a riportare in Italia quel fantastico color verde del Morraine lake. Lasciamo a malincuore questo splendido lago certi che non ce lo scorderemo più e ci dirigiamo verso il percorso (circa 7 km) che costeggia il Johnston Canyon e che ci fa ammirare le Lower e le upper Falls; dato l’orario, sono quasi le sette di sera, non c’è quasi più nessuno e poichè è pieno di cartelli che segnalano la presenza di orsi io cerco di fare un po’ di rumore per evitare spiacevoli incontri (ho letto che è bene non spaventare gli orsi perché questi si potrebbero arrabbiare, è sempre meglio fare un po’ di rumore per segnalare la propria presenza!), l’orario, la luce particolare della sera ed il fragore dell’acqua che si infrange sulle rocce di granito rendono questa passeggiata veramente piacevole e visto che si trattava di un fuori programma ne siamo ancora più contenti. Ormai è tardi e quindi decidiamo di stare direttamente fuori per mangiare, vogliamo provare il Melissa’s che è consigliato dalla Lonely…Qui però c’è da aspettare una mezz’oretta, lascio comunque il mio nome e prendo il numero che il cameriere mi consegna anche se credo non torneremo; giriamo un po’ il paese ma tutti luoghi dove si può avere un pasto decente sono pieni decidiamo allora di andare in camera a cambiarci dato che ormai fa parecchio freddo per poi uscire a piedi a andare al Melissa’s come programmato. Il locale è veramente bello e naturalmente ci sono molti turisti che come noi hanno letto la lonely placet; ordiniamo un rib eye e un filetto con le immancabili patatine (ma tanto prima del main corse ci hanno offerto un’insalata quindi un po’ di sana verdura l’abbiamo mangiata!); il cibo è veramente buono e gustoso e alla fine della serata ci sentiamo piuttosto soddisfatti dato che paghiamo 60 $ che è un prezzo non basso ma neanche esagerato per il locale e la qualità del cibo. Prima di tornare in camera ci facciamo un bel giretto in centro entrando nei negozi di souvenir e chiedendo informazioni per il rafting (naturalmente pensare di trovare posto questa sera per domani mattina è un sogno ed infatti dovremo rimandare l’esperienza a quando saremo a jasper).
Questa sera sul lettone alto un metro e mezzo e sotto una calda trapunta facciamo proprio una bella dormita! 16/08 Banff- Jasper Oggi partiamo per Jasper, questa volta prendiamo la highway verso lake Louise che poi si trasforma nella mitica Icefields Parkway che è annoverata tra le più belle strade panoramiche del mondo.
La “strada” non ci delude: oltre ad essere ben curata sono segnalati ottimamente tutti i punti di maggiore interesse: ci fermiamo subito per fotografare il Hector lake e poi subito dopo il Bow lake che naturalmente è un lago alimentato dalle acque di scioglimento di un ghiacciaio (il Bow glacier). A pochi chilometri troviamo un’altra piazzola dove poter lasciare l’auto per fare un breve sentiero che conduce su un piccolo spiazzo panoramico che sia affaccia sopra il lago Peyton che ha un intenso color verde. Qui c’è molta gente compreso un gruppo di rumorosissimi cinesi che con il loro chiasso non permettono di ammirare completamente lo spettacolo naturale e che indispettiscono tutti gli altri turisti che in religioso silenzio ammirano il lago! Siamo a metà mattina ma fa ancora piuttosto freddo, d’altra parte siamo sopra i 2000 metri ed anche se siamo nella stagione più calda non si può certo dire che ci sia un clima mite.
Proseguiamo il nostro road tour attraverso questa fantastica strada e guardando attraverso il finestrino scorgiamo vette maestose e laghi mozzafiato. Lungo la strada che ci porta all’Athabasca glacier vediamo anche delle capre di montagna che brucano allegramente per niente disturbate dalle numerose automobili che passano di là.
Pochi kilometri dopo, scorgiamo un grande ghiacciaio e dall’altra parte della strada un affollatissimo visitor center: siamo finalmente arrivati all’Athabasca glacier un ghiacciaio raggiungibile a piedi o con dei particolari mezzi di trasporto chiamati snow-coach. Io vorrei andare con gli snow-coach ma Albi mi convince del fatto che sono troppo da turista di massa e che è meglio raggiungere la base del ghiacciaio direttamente a piedi. Lasciamo l’auto nel parcheggio alle pendici del ghiacciaio e con le nostre pedule ai piedi iniziamo il breve sentiero che ci porterà sul ghiacciaio. Lungo il percorso vediamo dei cartelli con delle date, esse indicano il ritiro del ghiacciaio negli ultimi settanta anni a causa del surriscaldamento della terra! Oltre a questi cartelli ce ne sono altri che avvertono della pericolosità di avventurarsi sul ghiacciaio al di fuori dei percorsi indicati a causa dei crepacci; c’è addirittura un cartello con raccontata la storia di un bambino caduto, pochi anni prima, in un crepaccio e morto in pochi minuti a causa del freddo! Caspita! Noi proseguiamo fino a raggiungere il ghiaccio: che bello! Camminiamo qualche metro sul ghiaccio ed è una esperienza troppo divertente anche se fa un po’ freddino ed io non sono poi così vestita! Il sole è splendido e nonostante il vento forte stiamo lì come imbambolati ad ammirare il ghiacciaio e le vette innevate che lo circondano. Nel frattempo qualche sciagurato si avventura sul ghiacciaio al di fuori dei percorsi: ma come si fa a mettere a repentaglio la propria vita così stupidamente, costringendo poi altre persone, i soccorritori, a mettere a repentaglio la loro per te? Si sta avvicinando l’ora di pranzo e noi siamo piuttosto affamati ma anche attrezzati dato che al supermercato di Banff avevamo già comprato tutto l’occorrente per il pranzo al sacco. Decidiamo di non fermarci lì in mezzo alla confusione ma di procedere lungo la Icefields alla ricerca di un posticino più tranquillo. Dopo qualche minuto troviamo una piazzola di sosta che costeggia il Sunwapta river e così ci fermiamo. Scendiamo lungo il ciglio della strada e ci “accomodiamo” con i nostri teli da mare e i nostri panini lungo la riva del fiume che scorre placido. Stando sotto il sole fa anche caldo tanto che rimaniamo in canottiera e ci godiamo questa pausa di relax e tranquillità aiutati dal fatto che siamo praticamente da soli in compagnia del limpido torrente.
Ripartiamo ripercorrendo la Icefields parkway la prossima tappa sono le Athabasca falls cioè le cascate prodotte dal fiume Athabasca, anche qui c’è molta gente e anche molti cretini che se ne fregano dei divieti e fanno come gli pare camminando sulle rocce umide e rischiando continuamente la vita comunque le cascate offrono un bello spettacolo e grazie al sole producono anche uno splendido arcobaleno! Da questo punto in poi, per raggiungere Jasper prendiamo una strada che corre parallela alla precedente ma che è molto più piccola e poco frequentata, da questa strada facciamo una deviazione di circa 8 km verso il moab lake, un piccolo lago con un altrettanto piccolo approdo per canoe ed una moltitudine di libellule che qui ovviamente si chiamano dragonfly! Siamo solo noi due, ci sediamo sulla sponda del lago e immergiamo i piedi nell’acqua tutt’ altro che calda ma è così spiritualmente appagante stare qui, questo sì che è un locus amoenus.
Dopo questa corroborante sosta proseguiamo verso Jasper o meglio verso Patricia lake dove pernotteremo per due notti al Patricia lake bungalow. Arriviamo ai bungalow e l’impressione che abbiamo è veramente positiva: ci sono diversi bungalow con il tavolini di legno davanti, poi c’è il BBQ comunitario, la hot tube ed infine un magnifico lago. Ci fermiamo alla reception per chiedere dove sia la camera che abbiamo prenotato, i bungalows erano troppo costosi per noi e quindi abbiamo optato per le camere di motel . La ragazza della reception ci indica due bungalow proprio di fronte e ci dice che la camera è quella! Meraviglia: da un bungalow hanno ricavato due camere con bagno indipendente. La camera è piccola ma molto carina e c’è tutto il necessario compreso frighetto e riscaldamento. Data la precedente esperienza a Banff chiediamo alla ragazza di prenotarci un rafting per il giorno successivo ma lei ci dice che è troppo tardi! Noi non ci perdiamo d’animo, poi andremo in paese a vedere se c’è ancora qualcosa di aperto, ma prima ci facciamo un giretto al lago. Il Patricia lake non è un lago grandissimo ma al tramonto è molto suggestivo e soprattutto non è così frequentato come i laghi visti in precedenza! Ci sediamo sul pontile e parliamo un po’ con un tipo di Calgary che d’estate si trasferisce lì per stare in mezzo alla natura, nel frattempo arriva anche una coppia di allegri settantenni in costume da bagno, salgono sul porticciolo e poi si tuffano nelle gelide acque del lago per farsi un’allegra nuotata. Alby che aspettava solo uno spunto decide che “se lo fanno ‘sti vecchi posso farlo anche io”, va a cambiarsi e pochi minuti dopo è sul porticciolo pronto per una nuotata. Ci ha raggiunto anche una signora con sua figlia di circa 5 anni la quale sta guardando incuriosita Albi che sta facendo delle strane mosse per auto convincersi che può farcela! Il tuffo è molto coreografico e lo stesso vale per l’espressione di Albi che pare dire “caspita quanto fredda è quest’acqua!”. La bambina si è molto divertita è adesso incita Alberto a rituffarsi, se non fosse per lei mio marito sarebbe già in doccia ma quando c’è un pubblico che ti incita non puoi tirarti indietro e quindi lui si rituffa nel lago un altro paio di volte fino a ché decide che è ora di ritornare in camera e poi cambiarci per andare giù in paese e vedere se troviamo da fare rafting per domani mattina. Parcheggiamo in centro e così scopriamo che qualsiasi accommodation è completa e che se fossimo arrivati qui senza prenotazione avremmo dormito in auto! Ci sono diverse compagnie che fanno rafting noi scegliamo la Maligne e prenotiamo il rafting per le 9 della mattina successiva sul Fraser river, durata dell’escursione circa 7 ore! Facciamo un giretto perlustrativi in centro giusto per vedere cosa offre, è sicuramente più “trasandato” di Banff ma le montagne ed in generale il paesaggio circostante è più bello qui.
Non sappiamo dove mangiare, e alla fine andiamo in un ristorante vicino al tourist office dove albi ordina una english breakfast ed io naturalmente hamburger! Anche questa volta rotoliamo fin alla macchina e poi su a Patricia lake dove sotto una pesante trapunta ci sistemiamo a guardare le stelle, qui non c’è inquinamento luminoso e la via lattea si vede benissimo. Mentre Albi legge la guida del Canada io mi addormento guardando la magica stellata immaginando cosa mai ci possa essere di interessante a Regina la capitale del Saskatchewan! 17/08 Jasper Questa mattina sveglia presto e pronti per l’avventura rafting, ci hanno consigliato di indossare abbigliamento a cipolla e noi siamo qui a 8 gradi centigradi con i pantaloncini corti ed il pile: mamma che freddo! Fortunatamente l’auto tamarra che ci hanno dato al noleggio ha i sedili riscaldati ed io ne approfitto ricordando ad Albi che dobbiamo assolutamente andare alla hertz di jasper e tentare di farci cambiare l’auto! Quando ci troviamo in ufficio siamo circa 24 persone: un gruppo particolarmente eterogeneo composto da famiglie, da coppie e pure da un nonna con suo nipote! Come raggiungiamo il luogo di partenza del rafting che si trova a circa un’ora da qui (ricordate che qui in Canada un luogo vicino è un luogo raggiungibile in 30 40 minuti!)? Ma naturalmente con un tipico scuola bus giallo! Bellissimo!!!!! Il tipo che ci accompagna e che è un istruttore di rafting ci informa che gli scuolabus sono il mezzo di locomozione su quattro ruote più sicuro ed è per questo che lo usano, vabbé sarà anche vero ma a me sembra solo un autobus! La strada ci sembra durare un eternità perché siamo veramente eccitati di fare questa esperienza, ci fermiamo in una specie di autogrill dove possiamo andare in bagno e dove ci vengono date le mute e le scarpette e dove ci viene fatta una lezione di circa venti minuti circa il modo di paddlare (dal verbo to paddle cioè pagaiare) e cosa fare nel caso cadessimo in acqua e fossimo trascinati dalla corrente! La spiegazione mi mette un po’ di agitazione, ma se lo fa la nonna perché non posso farlo io! Cambiamo autobus ed andiamo nel punto di partenza dove ci viene fornito un remo, il caschetto protettivo ed il giubbotto di salvataggio e poi ci viene chiesto di formare dei gruppi di 6 persone…Noi capitiamo con una coppia di Montreal e con due ragazzi del Quebec, una gioia per il nostro accompagnatore dato che quelli che sapevano più inglese eravamo noi due! Comunque saliamo sul gommone e assestiamo i piedi sotto le anse del gommone stesso come ci hanno appena spiegato e così siamo pronti per partire! Alla prima sosta stiamo già facendo battaglia d’acqua con le altre “squadre” ed una ragazza di un altro gommone è già caduta nell’acqua! L’esperienza è fantastica e le rapide sono precedute e seguite da tratti più tranquilli dove possiamo riposarci, ad un certo punto ci troviamo di fronte a delle rapide troppo pericolose e così dobbiamo scendere e portare il gommone pieno d’acqua su per una salita tremenda e poi calarlo giù con un cavo. Dopo questo sforzo sovrumano, giuro che stavo per sentirmi male, il nostro accompagnatore decide che albi ed io dobbiamo stare davanti per prenderci sostanzialmente litri e litri d’acqua in faccia che sono una manna per le mie lenti a contatto (ma con gli occhiali è meglio non andare!).
Alla fine del percorso riposiamo in un’ansa del fiume dove ci viene detto che possiamo buttarci e fare un bagnetto rinfrescante! Io sono un po’ titubante dato che l’acqua mi è sembrata piuttosto fredda ma Albi ovviamente insiste e io mi dico che un’altra occasione come questa non mi capiterà mai più e quindi mi butto! Non l’avessi mai fatto! l’acqua è talmente fredda che mi scappa pure una parolaccia (fortuna che nessuno sa l’italiano) senza che neppure me ne accorga! Resisto poco nonostante la muta e salgo di nuovo sul gommone fino al punto di approdo dove scendiamo e ci cambiamo per poi salire di nuovo in autobus e far ritorno a casa. Noi da bravi europei siamo gli unici che non si sono portati da mangiare e guardiamo con un “importante” languorino ciò che mangiano i ragazzi davanti a noi, per non morire di fame crediamo che sia meglio dormire. In fondo tutta quest’acqua e questo sforzo fisico ci hanno stancati e quindi dormiamo fino quasi a jasper. Quando scendiamo ci viene comunicato che verso sera avremmo potuto vedere le foto della nostra esperienza direttamente in ufficio e che avremmo potuto comprale. Arrivati a jasper mangiamo qualcosa e poi partiamo per vedere il famoso maligne lake.
Lungo la strada vediamo qualche cervo ma è quando vediamo una decina di macchine ferme che capiamo che c’è qualcosa in incredibile: ci fermiamo e vediamo una mamma orsa con due piccoli! Che emozione! Non posso credere ai miei occhi! Non avrei mai pensato di vedere degli orsi così da vicino (saremo a circa 6 metri) e poi due piccoli orsetti che stanno mangiando con voracità delle bacche! Ripartiamo alla volta del maligne lake e per arrivarci passiamo vicino ad un grande lago quasi tutto prosciugato e di fianco ad una capra di montagna che cammina lungo la strada come se niente fosse. Finalmente arriviamo a questo splendido lago, ma dato il tardo orario crediamo che non valga la pena fare l’escursione con il battello fino all’isola Spirit e quindi prendiamo il sentiero che corre lungo il lago e ci facciamo una sana passeggiata fermandoci lungo la riva per ammirare le paperelle e fare saltare i sassi sulla superficie del lago. Anche qui è tutto così tranquillo e rilassante che non vorremmo mai muoverci! Dopo questa sosta rinvigorente ripartiamo per tornare a Jasper, questa volta Albi decide di farmi provare il macchinone con il cambio automatico! All’inizio sono un po’ titubante ma alla fine è divertente, percorriamo appena pochi Kilometri quando io mi accorgo che mamma orsa con i due orsetti sta gustando un po’ di bacche poco distante da dove l’avevamo vista poche ore prima! Naturalmente accosto l’auto dal lato opposto della strada e poi mi avvicino, quel tanto da non disturbare, e mi godo lo spettacolo! Sono emozionata come una bambina: quegli orsetti sono lì a pochi metri da me che stanno facendo merenda…Come l’orso Yogi! Dopo pochi minuti altre auto iniziano a fermarsi per godere di questo show naturale e quindi ripartiamo. Arriviamo in città e andiamo al desk della hertz per cercare di cambiare l’auto con una un po’ meno dispendiosa dal punto di vista del carburante, la signorina è molto gentile ma ci dice che hanno solo fuori strada e poi dopo averci chiesto dove saremmo andati il giorno dopo ci consiglia di provare a Kamloops, con un po’ di amaro in bocca facciamo una capatina al supermercato per comprare qualcosa da mangiare per il giorno dopo, dato che ci aspetta un viaggio piuttosto lungo da jasper a Kamloops (più di 400 km). Una volta entrati nel market pensiamo che potremmo anche approfittare del BBQ del Patricia lake e di cucinare qualcosa per conto nostro: adocchiamo della carne macinata in offerta, poi compriamo sottilette, pane da hamburger, pannocchie, birre e coca cole e ripartiamo per il nostro personale locus amoenus! Arrivati al PL ci rendiamo conto che a parte un coltello non abbiamo alcun altro utensile, contrariamente ai nostri vicini di bungalow che invece hanno tutto il kit del buon campeggiatore! Noi non ci perdiamo d’animo e dopo aver chiesto in prestito solo una forchetta procediamo alla cottura, per la verità fa tutto albi, accende il BBQ e si ustiona le mani per preparare il cibo mentre io cerco di preparare al meglio il tavolino di legno fuori dal bungalow. Alla fine dopo circa 15 minuti di cottura i nostri mega hamburger sono cotti, sistemati sul nostro pane abbrustolito e coperti con una fetta di formaggio filante: perfetti! I più buoni hamburger mai mangiati! Seguono un paio di pannocchie, anch’esse abbrustolite e un paio di kiwi giusto per regolarizzare l’intestino! Dobbiamo dire che è stata una cena perfetta e con così pochi mezzi! Siamo contentissimi ed anche sta sera ci sediamo fuori dal bungalow sulle nostre poltrone, completamente coperti dalle trapunte per ammirare un’altra splendida stellata ascoltando i rumori della natura che ci circonda! 18/08 Jasper-Kamloops Questa mattina prima di partire per Kamloops vogliamo fare un sentiero consigliato da una piccola guida presa al tourist office di Banff: si tratta del sentiero che ci porterà giusto ai piedi dell’Angel Glacier (ghiacciaio chiamato così perché ricorda le ali di un angelo). Partiamo in macchina per la strada che porta all’imbocco del sentiero e dopo circa 25 minuti eccoci al parcheggio; la giornata è splendida e dopo circa 20 minuti di cammino scorgiamo un laghetto di un colore azzurro tenue sorto ai piedi del ghiacciaio e famoso perché in esso si sono formati piccoli iceberg di ghiaccio che si sono staccati dal sovrastante ghiaccio: un vero spettacolo! Non c’è moltissima gente e quindi facciamo tante foto per ricordarci il laghetto degli iceberg che credo sia stato per noi uno dei posti più belli visti in Canada! Dobbiamo per forza partire per Kamloops, questa giornata (a parte la breve escursione al angel glacier) sarà, per così dire, una giornata di transito che ci consentirà di passare dall’Alberta alla British Columbia; poiché i Kilometri che separano Jasper da Vancouver sono tanti abbiamo optato per una sosta intermedia nell’unica cittadina con un po’ più di 1000 abitanti lungo il tragitto che collega le due città. Un centinaio di Kilometri dopo Jasper ci fermiamo a Valemount, dove dovremmo vedere i salmoni che risalgono la corrente. Una volta entrati in paese ci fermiamo all’information center per chiedere dove si posso vedere questi salmoni, le ragazze mi guardano divertite e poi mi indicano la strada di fianco al loro ufficio: a circa 15 metri c’è il punto di osservazione e noi non ce ne eravamo accorti! Parcheggiamo e approfittando del fatto che ci sono dei tavolini in legno per i pic-nic mangiamo qualcosa senza accorgerci che a non più di 2 metri da noi in quel insignificante fiumiciattolo ci sarà una ventina di salmoni che risalgono la corrente! Personalmente rimango allibita: l’acqua è veramente bassissima meno di 50 cm e i salmoni sono proprio grandi tant’é che spesso parte del loro corpo esce dall’acqua e mentre si dimenano esausti fanno molto rumore.
Dopo questa pausa ripartiamo di slancio verso Kamloops dove arriviamo verso le diciassette e subito cerchiamo l’ufficio della hertz inutilmente! Alla fine esausti dal viaggio e delusi dal posto (Kamloops fa proprio schifo, non c’è assolutamente niente da vedere, è un crocevia con tante strade, tanti negozi di grosse catene in ordine sparso e una desolazione infinita) cerchiamo il Travelodge dove dobbiamo dormire. Sistemazione economica (25 E a testa comprese le tasse che poi ci saranno rimborsate!) e capiremo il perché dato che il posto fa abbastanza schifo e la camera non è proprio pulitissima (non ci andate!). Lasciamo giù tutto e partiamo alla ricerca di un internet point per contattare i ragazzi di Seattle che ci devono ospitare e la mia amica di Vancouver che dobbiamo incontrare. Girovaghiamo in lungo ed in largo alla ricerca di un internet point sapendo che sicuramente ci deve essere (anche perché strano ma vero in questo posto dimenticato da Dio c’è pure un’università: che gioia!); chiediamo un po’ di informazioni, ma nessuno ci sa aiutare più di tanto. Alla fine quando stiamo ormai perdendo ogni speranza eccolo: vedo un bar che potrebbe fare al caso nostro, e bingo! L’abbiamo trovato! Ci sediamo e mentre albi scrive un po’ di mail anche ai genitori in Italia, a me viene un mal di testa terribile (che sia l’aria di Kamloops ?). Ci fermiamo una quarantina di minuti e poi io devo assolutamente tornare in camera per prendere una pastiglia perché non ne posso più! La nostra serata nella ridente (?) cittadina di Kamloops finisce così: con me devastata a letto con un mal di testa importante e con albi che finisci gli avanzi del pranzo guardando la Paperissima americana! 19/08 Kamloops- Victoria Questa mattina sveglia presto e partenza per Kamloops subito dopo una colazione da starbucks, io mi sono completamente ripresa e sono pronta per il lungo tragitto (360 km) in cui la strada sale e scende ed in cui non ci sono praticamente paesi, ci fermiamo per sgranchire le gambe e bere qualcosa in un paesetto di poche case dove pare esserci un imminente rodeo poi la strada scende ancora e ci troviamo vicini a Vancouver.
La nostra meta è precisamente Tsawwassen dalla quale parte il traghetto per Victoria, noi ne abbiamo prenotato uno per le 15.00, stando abbastanza larghi con i tempi per prevenire qualsiasi possibile ritardo, infatti quando arriviamo agli imbarchi la signora che legge la prenotazione molto gentilmente ci dice che prova a metterci sull’imbarco prima così da non farci aspettare troppo! Quindi ci disponiamo ordinatamente sulla nostra fila di imbarco ed aspettiamo il nostro turno. Nel frattempo Alby fa la conoscenza di un gruppo di ragazzi che vengono da un po’ tutto il mondo: c’è un sudafricano, un australiano, e due canadesi della costa est che non sono mai stati da queste parti. Iniziano subito a fare passaggi a rugby e a raccontarsi un po’ di avventure mentre io leggo la guida. Una volta saliti sul traghetto faremo una parte del viaggio insieme parlando di Australia ecc ed ammirando il paesaggio intorno costituito da le isolette verdissime con ville mozzafiato! Arriviamo a Swartz Bay il punto di arrivo più comodo a Victoria e dopo aver salutato i guys ci avviamo verso il centro dove si trova il nostro hotel il Douglas uno storico hotel dove alla concierge troviamo ad accoglierci un ragazzo molto gentile e disponibile. Portiamo i bagagli in camera e notiamo che questa è veramente grande (si vede che hotel ha qualche annetto) e i sanitari del bagno sono color verdino un po’ liberty! La posizione è ottima dato che in cinque minuti siamo di fronte all’Empress hotel (il famoso e super “charmoso” hotel ricoperto di edera) e al palazzo del parlamento. Victoria, come è scritto in ogni guida che si rispetti, è un pezzettino di Inghilterra in Canada questo grazie agli autobus a due piani, al the, all’ordine delle aiuole etc. Il clima qui è veramente mite rispetto a jasper! Ne approfittiamo subito dato che è pomeriggio per farci un giretto in centro ammirando un mercatino, diversi spettacoli di strada e gustando un buon succo di frutta. In questi giorni si sta svolgendo anche un festival cinese e appese nella zona del porto ci sono coloratissime lanterne di carta e poi c’è una gara di dragoni vale a dire lunghe imbarcazioni a remi con un equipaggio di circa 10 persone. È veramente molto divertente stare seduti sul molo a guardare le barche al tramonto, prima di tornare in hotel per cambiarci prenotiamo anche un’escursione per il giorno dopo per andare a vedere le orche che qui chiamano erroneamente whales (balene), l’escursione costicchia (188 $ in due, ma crediamo ne valga la pena! Una volta cambiati ce ne ritorniamo tra le luci dell’House of Parliament alla ricerca di cibo…Naturalmente per il fatto che Victoria è molto British andiamo a mangiare in un chiassoso pub dove facciamo amicizia con un canadese di origine mediorientale ed un insegnante di inglese che ha portato fuori le sue alunne! Una volta cenato ce ne ritorniamo fuori e assistiamo ad uno spettacolo assolutamente esilarante creato dagli equipaggi dei dragoni! Ogni squadra deve fare una specie di scenetta musicale in stile ironico…La più bella in assoluto sarà quella che riproduce in maniera sbalorditiva il film dei Ghostbusters con tanto di canzone! Siamo piegati dalle risate e se non fosse stato che lo spettacolo era finito così pure come il riscaldamento del fungo ce ne saremmo rimasti lì tutta la notte! Passeggiamo ancora un po’ ammirando questa festa di “paese” canadese e mescolandoci tra la gente e poi torniamo a letto, il giorno dopo ci riserverà sicuramente delle sorprese! 20/08 Victoria – Tofino Abbiamo la prima escursione, quella delle nove e quindi ci svegliamo prestino per fare colazione e per presentarci un po’ prima per firmare, naturalmente, la liberatoria! Poco dopo eccoci davanti all’ufficio che ammiriamo le numerose foto di orche, foche etc. Fino a ché una ragazza non ci accompagna al molo dove ci aspettano i due accompagnatori che guideranno gli zodiac con i quali faremo l’escursione. Fa piuttosto freschetto ed al molo ci sono gli equipaggi dei dragoni che stanno facendo aerobica per riscaldarsi prima delle gare! Indossiamo subito le tute gialle stile Greenpeace e poi dopo qualche breve spiegazione partiamo con il mitico zodiac (per chi non lo sapesse lo zodiac è un velocissimo gommone che si vedeva spesso nella serie TV Baywatch). Subito vediamo un paio di delfini e di foche ma poi ecco che all’orizzonte vediamo le pinne delle orche! In pochi minuti ne vediamo moltissime, alcune piuttosto vicine e perfino una mamma con un piccolo! Siamo esterrefatti e così meravigliati che non sappiamo più da che parte girarci! Io ho sempre desiderato vedere le balene ed anche se queste sono orche e non proprio balene sono super emozionata! L’escursione dura quasi due ore, ma sembrano due minuti ed io vorrei stare lì in mezzo all’oceano ancora un po’ per ammirare questi splendidi animali! Una volta tornati a terra, prendiamo i nostri bagagli, carichiamo l’auto e partiamo alla volta di tofino che si trova sempre sull’isola vittoria, ma molto più a nord. Sulla cartina la strada sembra corta, ma in realtà sembra che non arriviamo più, quando ci stiamo per avvicinare a Tofino ed entriamo nel Pacific Rim national Park Riserve ad Albi pare di vedere una spessa coltre di fumo, in realtà scopriamo essere la tipica nebbia di questa zona portata dall’oceano pacifico e che ci accompagnerà anche nei giorni successivi. Verso le 18 arriviamo al nostro B&B il Watersedge ) dove ci accolgono Steve e Crystal! Il B&B è stupendo e noi siamo nella camera Sand Dollar praticamente divina! Dalla nostra finestra si vede l’albero sullo scoglio simbolo del B&B dove ogni sera si appollaia una grande aquila americana: we can’t believe it! Steve e Crystal sono molto gentili e simpatici e ci suggeriscono un po’ di posti da visitare per il giorno dopo e dei ristoranti in centro dove mangiare la sera stessa! Dopo una passeggiata nella vicina spiaggia immersi in un’atmosfera surreale creata dalla luce del tramonto filtrata dalla nebbia ci cambiamo ed andiamo a cenare. Il centro di Tofino è proprio carino e si nota subito che era una meta molto ricercata dagli Hippies. Andiamo a mangiare al Sea Shanty all’approdo degli idrovolanti dove tofino ci regala uno dei suoi splendidi tramonti arancioni! Mangiamo del buon pesce (55 CAD in due) e passiamo una splendida serata! Poi torniamo al B&B e ci facciamo una dormitona nel nostro super lettone! 21/08 Tofino Questa mattina ci facciamo una fantastica colazione in compagnia degli altri ospiti del B&B: una coppia di ungheresi trapiantati a Vancouver ed una ballerina della TV canadese con la madre. La colazione preparata da Steve ed illustrata perfettamente da Crystal è a dir poco entusiasmante (pan cake, frutta fresca, toast, yogurt, marmellata, uova e beacon e chi più ne ha più ne metta!). Appesantiti ma felici iniziamo la nostra giornata con un po’ di escursioni varie nei luoghi più caratteristici del parco naturale e su indicazione di Steve facciamo qualche sentiero (per esempio il South Beach Trail) dove non incontriamo praticamente nessuno e siamo solo noi, gli alberi, la sabbia, l’oceano e la nebbia! Prima di andare a vedere la famosissima Long Beach andiamo a Ucluelet da dove inizia il Wild Pacific trail, un sentiero piuttosto selvaggio dove i cartelli avvertono i visitatori di stare attenti perfino ai coguari! Camminiamo per un po’ fino al faro e poi decidiamo di tornare indietro per vedere la Long Beach; tuttavia come ci ha suggerito Steve non parcheggiamo l’auto nel parcheggio destinato alla spiaggia, ma raggiungiamo la stessa attraverso il sentiero denominato Schooner Beach Trail che attraverso passerelle di legno poste tra gli alberi della foresta raggiunge la spiaggia da una cosiddetta entrata di servizio! La spiaggia è meravigliosa, anche se il tempo non è dei migliori e approfittando della bassa marea facciamo molte foto a ricci di mare e stelle marine (non ne abbiamo mai viste così tante e così grandi!). Senza quasi accorgercene cominciamo a camminare tra gli scogli (fortuna che abbiamo le pedule!) e circumnavighiamo una penisola di rocce e sabbia che è completamente selvaggia! Siamo soli ed immersi nelle forze della natura! Com’è strano per noi abituati al traffico, alla confusione ed all’alta densità abitativa stare in un posto così! Sono ormai le 6 e la fame comincia a sentirsi così ritorniamo verso Tofino, per vedere qualche negozio e cenare in uno dei tanti localini all’aperto dove si mangiano hamburger o pesce con le immancabili patatine; facciamo un po’ di spesa alla cooperativa di Tofino dove si riversano tutti i turisti e dove si trova di tutto.
Tornati al B&B proviamo la vasca idromassaggio che si trova in giardino e dalla quale s gode uno splendido panorama sull’oceano e sull’albero della “nostra” aquila! Il bagno è super rilassante e dopo esserci cambiati ci sistemiamo in terrazzo e sull’amaca riempiendo una scheda della macchinetta digitale di fotografie del tramonto! Questo luogo, nonostante la nebbia che si dirada solo verso le 17 è veramente splendido e la posizione del B&B ne sfrutta tutte le potenzialità! 22/08 Tofino – Seattle Questa mattina dopo l’ennesima mega colazione con altri due nuovi ospiti (due americani di Boston) salutiamo con affetto Steve e Crystal e poi partiamo per Nanaimo dove ad attenderci c’è la nostra ferry boat che ci riporterà a Tsawwassen da dove proseguiremo per Seattle.
Arriviamo giusti per l’imbarco e ci gustiamo un’altra traversata verso la terra ferma; da qui in poche ore di strada saremo negli Stati Uniti e in modo particolare a Seattle dove saremo ospiti di Heather e Luk dell’hospitality club. Dopo aver passato la frontiera e pagato gli 11 $ per entrare negli USA con il nostro GPS arriviamo fino davanti alla casa dei nostri nuovi amici; la casa è la tipica americana: di legno con una veranda davanti e senza troppe pretese. Bussiamo e ad accoglierci ci sono sia Heather che Luk che ci danno subito il benvenuto e ci mostrano la nostra stanza (una matrimoniale al piano seminterrato) con tanto di bagno privato, ma quanto siamo fortunati! Ci accomodiamo in salotto con loro e parliamo un po’ di tutto dal loro viaggio di 6 mesi in Europa in bicicletta (che pazzi) al nostro viaggio in corso, ai nostri rispettivi lavori ed ai diversi stili di vita, abitudini e realtà dei nostri paesi! Heather ci prepara la cena e nel frattempo ci raggiunge una coppia di loro amici che abita lì di fronte e formata da una ragazza austriaca e da un ragazzo dell’Ohio che si sono conosciuti all’università del Nebraska! La serata trascorre benissimo tra mille chiacchiere e risate! Poi dopo cena i ragazzi si offrono di portarci a fare un giro in centro per farci vedere la città ed il suo famoso skyline! Ci portano nel quartiere magnolia con abitazioni molto importanti e sfarzose, da dove si gode una meravigliosa vista sulla città. Rimaniamo lì seduti su una panchina per diversi minuti ed io vedo anche la più grande stella cadente di tutta la mia vita! Poi i ragazzi, sempre gentilissimi, ci portano a fare un giro in macchina attraverso i quartieri più interessanti della città, che dato l’orario, non sono caotici. Luk, che fa l’insegnate e ricercatore presso l’università dello stato di Washington, ci porta all’interno del campus facendoci vedere i vari edifici e soprattutto i palazzi delle confraternite! Albi è al settimo cielo perché avrebbe voluto far parte di una delle mitiche confraternite che si vedono nei telefilm ed ora vede i palazzi con le insegne greche che identificano i vari gruppi! Luk ci spiega che le confraternite sono utili soprattutto per chi viene da fuori perché consentono di avere un appoggio logistico ed un sostegno e che comunque sono l’occasione per stare insieme e per conoscere nuove persone. Ormai è piuttosto tardi ed io sto prendendo sonno in macchina quindi torniamo a casa e salutiamo Luk che l’indomani va al lavoro presto, mentre con Heather ci diamo appuntamento alla mattina successiva per i saluti di rito.
23/08 Seattle – Vancouver Questa mattina, dopo aver ringraziato Heather per la sua gentilezza ed ospitalità, ci aspetta una breve visita alla città, soprattutto al Pike place market, il mercato coperto di Seattle, che beneficia del fatto che si trova sulla rotta di commercio del pesce che arriva dall’Alaska e che quindi qui è più fresco che mai! Facciamo colazione con una buonissima ciambella stile Homer Simpson e poi ci muoviamo un po’ per il centro sia a piede che in macchina. La nostra tappa successiva prima di tornare in Canada è il museo dell’aria di Seattle costruito dalla Boeing che ha sede proprio in questa città. Il museo che si trova un po’ fuori da centro è facilmente raggiungibile in auto ed è enorme e può annoverare al suo interno tantissimi aerei compresi un concorde e l’air force one di Kennedy! Visitiamo il museo in circa 3 ore, anche se Albi avrebbe voluto passare lì i successivi quattro giorni e poi al negozio dei souvenir facciamo incetta di targhe di latta per la nostra parete! Partiamo alla volta di Toronto e come all’andata c’è molto traffico, ma essendo in due in auto approfittiamo della corsia diamond che è una corsia privilegiata solo per chi è in macchina in 2 o più persone. Prima di lasciare gli USA ci fermiamo in un mega outlet per comprare ancora qualcosa da vestire e poi arriviamo a Vancouver nel tardo pomeriggio. L’hotel scelto per il soggiorno, e suggeritoci dalla mia amica Karina, e l’Howard Johnson (www.Hojovancouver.Com) che si trova in un ottima posizione in centro città, anche se non era la nostra prima scelta dato che volevamo soggiornare vicino allo Stanley park (all’hotel Sylvia dove non abbiamo trovato posto!). L’hotel comunque è molto carino e pulito ed ha il parcheggio privato. Questa sera data la presenza massiccia di immigrati giapponesi in città vogliamo assolutamente mangiare giapponese, ci facciamo consigliare un ristorante dai dipendenti dell’hotel ma quando arriviamo c’è la coda fuori allora, mentre io mi metto in coda Albi va a vedere se ne trova un altro che possa andare bene e così è. Il ristorante si chiama Kisha Poppo e si mangia benissimo e passiamo una deliziosa serata! 24/08 Vancouver Oggi, dopo una colazione da Blenz, decidiamo di fare un giro perlustrativo della città per vedere le principali attrattive, quindi prendiamo l’auto e grazie ad una cartina fornitaci in hotel partiamo alla volta di chinatown, gastown, yaletown, il Canada place e poi ci dirigiamo verso lo Stanley park dove facciamo visita al famoso acquario (37 $ in due) dove tra gli altri animali vi sono anche i simpaticissimo beluga! Passiamo delle belle ore all’interno dell’acquario, anche se c’è moltissima gente. Una volta usciti ci godiamo un po’ il parco, anche se chiamarlo parco è un po’ riduttivo dato che è veramente enorme e ci sono alberi grandissimi stile foresta! La giornata è splendida e ci piace approfittare del caldo sole stando straiati sull’erba osservando i ciclisti passare veloci. Una visita del parco richiede necessariamente una sosta ai totem (che noi faremo domani) ed al punto panoramico dove si vede il lions gate bridge e dove vediamo i “ferocissimi” ma simpaticissimi procioni. Tornando verso l’hotel passiamo di fianco alla second beach dove molte persone si stanno godendo gli ultimi raggi di sole. Questa sera abbiamo appuntamento nella hall dell’albergo con la mia pen-pal Karina che conosco “epistolarmente” da circa 10 anni ma che non ho mai visto…Sono un po’ agitata all’idea! Io e albi stiamo seduti nella hall che l’aspettiamo quando ecco che entra lei un po’ intimidita e ci saluta! Sono attimi molto emozionanti in cui non sai che cosa dire né tanto meno cosa fare ed in cui la barriera linguistica si fa sentire in maniera prepotente. Stiamo lì a chiacchierare un po’ e poi usciamo per andare a mangiare da qualche parte, noi la supplichiamo si portarci a mangiare giapponese dato che non ci sembra vero di poter apprezzare la cucina nipponica con soli 20 euro a testa! Karina ci porta in un ristorante non troppo distante e nel frattempo lungo la strada ci spiega un po’ di usanze relative ai locali di intrattenimento notturno. Arriviamo al ristorante che si chiama Kitto (somiglia un po’ la nome del mio gatto: Kitty n.D.R.!) e ci fa veramente un’ottima impressione. La prima impressione sarà ripagata con dell’ottimo cibo giapponese e nonostante la timidezza di karina anche una piacevole chiacchierata sulle differenze tra i nostri due paesi. Purtroppo karina deve alzarsi presto il giorno successivo così noi l’accompagniamo all’auto salutandola e dandoci appuntamento in Italia! Tornando in hotel vediamo numerosi locali notturni ed anche quello che la lonely definisce i luogo migliore di Toronto dove fare colazione: il Templeton che è proprio vicino al nostro hotel e dove andremo sicuramente domani mattina! Adesso dobbiamo andare a letto perché domani nel tardo pomeriggio ci aspetta il nostro volo di rientro Vancouver Amsterdam Venezia.
25/08 Vancouver – Amsterdam Questa mattina approfittiamo della colazione del Templeton che dobbiamo confermare essere ottima e resa ancora più particolare dall’atmosfera anni 50 evocata dal locale. A questo punto non ci resta che liberare la stanza prendere l’auto fare un ultimo giro allo Stanley (perché io devo assolutamente vedere i totem) e poi dirigerci all’aeroporto internazionale di Vancouver dove prenderemo il volo per Amsterdam. La visita allo Stanley si rivela molto interessante anche perché oggi come ieri il tempo è splendido e mentre io guardo i totem ed il negozio di souvenir lì vicino Albi osserva una partita di cricket disputata da alcuni giocatori pachistani. Ma oramai è l’ora di andare, salutiamo la splendida Vancouver e l’entusiasmante Canada con i suoi coloratissimi laghi e la sua natura strepitosa, con la sua quiete ed i suoi romantici tramonti, con la disponibilità delle persone e gli spazi sterminati…Grazie Canada per questi splendidi giorni!!!!!