Albania tutta da scoprire

Emozioni tra terre uniche e pezzi di storia indelebili
Scritto da: Giulia Stumpo
albania tutta da scoprire
Partenza il: 26/07/2012
Ritorno il: 29/07/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Il nostro viaggio inizia a Tirana, fra le strade affollate e animate della capitale.

Città caotica e disordinata è anche casa di grandi patrimoni artistici e culturali. È una citta che si affaccia sul futuro e che abbraccia realtà molto diverse tra loro e al contempo, molto diverse dai tipici concetti europei. La città, come altre parti del Paese, ha subito molti cambiamenti negli ultimi anni, in particolare dopo il crollo del regime comunista che ha segnato la sua storia fino al 1990. Dal punto di vista urbanistico la città è stata completamente reinventata e la forte crescita e volontà innovativa della popolazione, la sta rendendo una capitale degna di quest’importante titolo.

La nostra attenzione ricade su piazza Skanderberg, grande spazio dedicato al celebre eroe albanese, nella quale spicca una moschea del 1700 decorata con motivi poco ricorrenti nell’arte islamica.

Questa famosa piazza, funge da centro per quello che è il più importante viale di Tirana: il Buleverdi, spazioso e ombreggiato viale, che ai tempi del regime fascista, portava il nome di Mussolini.

Dal Bulevardi, imbocchiamo il lungolana, strada che costeggia il fiume artificiale che bagna la città, vicino al quale possiamo osservare un antico ponte risalente al 1500. Da qui, prendiamo la funivia, che ci porta a 800 metri circa, sulla montagna che sovrasta Tirana: il Dajiti.

Le colline che riempiono lo spazio sottostante la montagna, ci portano con lo sguardo fino ad arrivare a vedere il mare, quando il cielo è limpido e privo di foschia.

Imbocchiamo ora, la strada che porta a Durazzo, seconda città albanese per grandezza e importanza.

Tappa d’obbligo sono la Chiesa cristiano-ortodossa, nei pressi del porto, e l’anfiteatro romano, all’interno di quello che resta delle mura di fortificazione della citta; su tutto, sovrasta la villa di Ciano, ancora proprietà dello Stato Italiano.

Lungo il viaggio che ci porta verso il Sud, sostiamo a Berat, città patrimonio dell’Unesco, detta anche “città dei cento occhi” o “città delle cento finestre”. Il centro storico della città, costruito in epoca ottomana, non ha subito cambiamenti di nessun tipo, né a livello urbanistico, né a livello di costruzioni. La storia si può respirare tra le mura e tra i vicoli in pietra bianca che segnano l’importanza di una tradizione che, nonostante il tempo, non viene dimenticata. Da visitare sono il castello, la casa del sultano e l’annesso harem, che segnano la storia del Paese e sono un’enorme patrimonio artistico e culturale.

Particolare da non tralasciare, nonché peculiarità di queste terre, sono la semplicità e l’arretratezza della vita, che ricorda in molti suoi punti, un’Italia dei primi del novecento.

Proseguiamo il nostro viaggio, percorrendo la strada che porta a Valona. È una città con un importante porto, con conseguente importanza di attività legate ad esso, e un notevole lungomare che costeggia l’ultimo tratto del mar adriatico, diviso dallo Ionio, dai confini naturali del Karaburun.

Le spiagge sono le tipiche spiagge adriatiche. Sabbiose e basse, rocciose e frastagliate a tratti che terminano nella baia di Orikum dalla quale si staglia il Karaburun; l’acqua verde del mare, splende dei suoi naturali riflessi che fungono da specchio a quest’imponente promontorio.

Proseguendo, bisogna attraversare il valico del Llogarà per le sue strade tortuose e per i suoi folti boschi, riuscendo a respirare la semplicità e la rudimentalità della vita contadina stanziale nei villaggi persi nel verde che costeggiano questa natura pura e intatta.

Dalle strade a strapiombo, il panorama è assolutamente splendido. In lontananza, quando il sole inizia a calare, i profili delle montagne sembrano fondersi nel mare che le circonda.

Non è raro, durante il tragitto, incontrare svariati animali che pascolano liberi nelle vicinanze; scenario che dai noi cittadini è archiviato da tempo, ci riporta ad assaporare la natura da vicino, cogliendone i lati più crudi ma reali.

Oltrepassiamo il versante adriatico e ci fermiamo sul litorale ionico.

Il mare abbraccia le spiagge fino alla riva, dove le onde terminano spumeggianti e poi si ritirano scoprendo piccole dune bianche composte da sassi di varie dimensioni. Il mare comprende tra le più diverse tonalità intense e brillanti dell’azzurro, variando in turchese e blu a seconda dell’intensità della luce. Il fondale chiaro non fa che aumentare il contrasto con le fantastiche sfumature dell’acqua.

Forse una delle cose più belle è che, essendo lontano dalla frenesia e dall’inquinamento cittadino il silenzio si rafforza lasciando spazio alla melodia delle onde che cullano i fondali antistanti la spiaggia di Drimade.

Si respira il vero odore del mare.

Al tramonto, i raggi rossastri del sole che pian piano si celano dietro al profilo del Parco Nazionale del Karaburun, si riflettono sulla superficie del mare sfumandolo con i suoi colori vivi e intensi. Il cielo, lontano dall’illuminazione cittadina, gode di un’incredibile autenticità. Di notte, si scorgono milioni di stelle che tappezzano il cielo come diamanti e che lo scandiscono in ogni suo angolo definendone limiti e confini che si perdono, come risucchiati all’orizzonte, nell’intensità del mare che riporta a terra una natura pura e incontaminata.

I bungalow nei quali alloggiamo, avvolti dal silenzio e dal fervore della notte, immersi tra il verde e gli ulivi ci regalano un’atmosfera che, per noi cittadini, è quasi surreale.

Il sole a Dhermi si sveglia presto e, dopo aver sbadigliato dietro i profili della montagna, conseguentemente, sveglia anche noi. Dopo una bella colazione ipercalorica, come d’abitudine locale, proseguiamo il nostro viaggio dirigendoci verso Sud.

Percorrendo la montagna, possiamo osservare la spiaggia dall’alto, notando inevitabilmente, meravigliosi ed eleganti pennellate d’azzurro che si frappongono tra la trasparenza del mare alla riva e il blu intenso del mare che risplende di tutta la sua profondità.

Ci fermiamo a Jal, un’insenatura abbracciata, ai lati, da alti scogli dove finiscono per infrangersi le onde che tentano di arrivare a riva; protetto dalle rocce, il mare quindi, resta piatto.

Misti alla sabbia, sassi di varie forme e dimensioni levigati dai continui movimenti delle correnti.

Particolarità di questi fondali, a differenza di quelli adriatici, è l’acqua che cade subito in profondità.

A differenza di Drimade, spiaggia generosa di semplicità, Jal offre molti comfort e servizi, oltre ai numerosi sport acquatici praticabili nelle aree vicino agli scogli.

La pace che si assapora in queste terre è un qualcosa di unico.

Il nostro viaggio è iniziato a Tirana e finisce qui, tra questi silenzi, tra questi ulivi, tra queste acque, tra queste terre che l’informazione e la pubblicità dimenticano e che invece noi, dovremmo ricordare più spesso.

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