Albania, il paese dell’assurdo

Un viaggio da scoprire. Una famiglia di tre persone (piu' un mezzo), accompagnata da un'altra famiglia di tre persone.
Scritto da: elena ardissone
albania, il paese dell'assurdo
Partenza il: 21/08/2011
Ritorno il: 08/09/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Ore 10.45, si parte dall’aeroporto di Cuneo Levaldigi.

Siamo in 4 adulti piu’ due bambini.

Il volo dura poco, “il tempo di un caffè” con la compagnia Belle Air.

Ottima compagnia, puntuale sia alla partenza che all’arrivo.

Arrivo a Tirana intorno alle 12.30.

Iniziano le contrattazioni con i taxi. All’aeroporto non si possono pretendere grandi sconti così, per 1500 lek (10 € circa), troviamo una mercedes (marca di auto piu’ usata in questo paese), che ci porta nella zona dei Block dove abbiamo prenotato, il giorno prima via inernet, una notte nel Backpachers Hostel.

Tirana è per noi solo un punto di arrivo per il viaggio che vogliamo intraprendere.

Il mattino seguente, infatti, un taxi ci viene a prendere per portarci nel sud dell’Albania, ovvero nella costa ionica.

Paghiamo il nostro autista, Mario, 70 € per un viaggio della durata di 10 ore con pause di un’ora per il pranzo e altre pause sparse di un quarto d’ora per relativi spuntini.

Il viaggio è piacevole, a parte il clima molto caldo che ci accompagna.

Attraversiamo il parco di Llogara e ci fermiamo per un bagno sotto il tramonto, in una spiaggetta di Dhermi.

Arriviamo ad Himara intorno alle 19.30 dove degli amici albanesi di mio marito, ci aspettano,

Trovandoci subito una sistemazione comoda vicino al mare. La cena della sera ci dà il benvenuto nel paese di mare: pesce a volontà.

Nella settimana che passiamo ad Himara, decidiamo di non affittare auto. Con 3000 lek al giorno, senza aver contrattato, troviamo un taxista di nome Milton, che ci viene a prendere tutte le mattine, ci porta nella spiaggia dove ogni giorno scegliamo di andare, e ci viene a riprendere in serata.

Il prezzo è calcolato su 4 adulti e due bambini.

Le spiagge, naturalmente parlando, hanno un mare limpido, tiepido con panorami pittoreschi.

L’assurdo è che la tranquillità che potrebbe darti un posto così, è ottenebrata dalla musica assordante delle numerose casse audio che ogni locale della spiaggia sprigiona dai propri apparecchi acustici.

Alle 18, nostra ora solita per congedarci dalla spiaggia, la testa e le orecchie sono piene di suoni assordanti.

Altro punto negativo, sono i rifiuti. In alcune spiagge eleganti, tutto sembra perfetto ma capita che nella spiaggia a fianco, quella chiamiamola più popolare, i cestini dei rifiuti non esistano e a pochi metri più in là, ti appaia una discarica abusiva!

La seconda settimana, ci organizziamo con altri mezzi perciò, ci facciamo caricare valige, bimbi e noi, su un “furgon”. Per chi non li conoscesse, i furgon sono mezzi molto piu’ economici di un taxi perché caricano molte piu’ persone.

Sono fatti come un Ducato a 8/9 posti.

Con il furgon arriviamo fino a Saranda.

Grande città molto affollata, che ci serve per arrivare, a questo punto con un pullman o un taxi, a Ksamil.

Noi abbiamo la fortuna di trovare il pullman che, per 80 lek, ci porta a destinazione.

A Ksamil, troviamo una specie di residence molto comodo per essere vicino al mare.

Costo di 6 giorni e 7 notti per la stanza con tre letti, 140€.

Ksamil è un paradiso e un posto geograficamente comodo, per chi vuole visitare Butrint e il Blue Eye.

L’assurdo qui è che c’è molto abusivismo.

Se fai una passeggiata nel paese, puoi trovarti davanti a scheletri di palazzi a due, tre piani, con una parte di pilastri portanti distrutti, buttati giù dai bulldozer che il governo albanese, un anno fa, fece decapitare. Questo perché anche molte case sono state costruite senza permessi.

Un’altra cosa negativa, che però non abbiamo visto solo in questa parte, sono i marciapiedi impraticabili perché non finiti o occupati da auto posteggiatevi sopra.

Una notte, alle 2.30 mi sveglio, trovandomi circondata da un buio pesto. Non una luce in strada e senza il rumore del frigo. La luce era sparita. Il cielo, fuori dalla finestra, si presenta con un’immensità di stelle.

Il mattino seguente, ancora senza luce, andiamo come di solito in spiaggia. Gli stabilimenti, abituati a eventi di questa natura, hanno già attivato i loro generatori e servono, senza preoccupazione, i pranzi.

Il primo giorno non ci fidiamo a mangiare pesce ma il secondo giorno, quando ancora la luce non è tornata, veniamo a sapere che il pesce è fresco e quindi, ritorniamo alle nostre abitudini. Ma come mai la luce ci ha messo quasi 2 giorni a tornare?

Alcuni albanesi parlano di mafia. Ci raccontano che sono stati tagliati centinaia di filo di rame che qualcuno recupererà andandolo a comprare nella capitale.

Tra l’andata e il ritorno per Tirana, sicuramente 2 giorni ci stanno. Per il resto, Ksamil è il posto piu’ tranquillo dove ci si possa coccolare con il cibo e rilassarsi con il mare e una gita in barca. La gente del posto è cordiale e simpatica.

Le nostre cene e i pranzi a base di pesce e verdure, non superano mai i 2000lek.

A distanza di una settimana, lasciamo con nostalgia il residence di Janis e con lui la bella Ksamil. La nostra destinazione, adesso, è l’entroterra e iniziamo con Gjirokastra. Città ottomana molto bella, con le case dai tetti in pietra di losa e un castello che si staglia sulle colline.

Per la sistemazione in albergo ci affidiamo, per la prima volta, alla Lonely Planet e scegliamo l’albergo Kalemi che si trova a pochi metri di una casa ottomana famosa. L’albergo è, come descrive bene la guida, una sorta di “casa-museo”. Gli arredi sono in stile ottomano con soffitti intarsiati nel legno. Bellissimo e lussuoso con un panorama che si affaccia sulle montagne. Costo per notte, con tre letti e colazione inclusa, 30 €. Diciamo pure che è la spesa piu’ alta che abbiamo fatto in tutta la vacanza.

Rimaniamo in questa città solo due notti e conosciamo diversi turisti italiani, due dei quali, ci danno una dritta per una sistemazione nella bella Berat, altra città dell’entroterra.

Raggiungiamo Berat con un furgon che ci porta fino a Fier per 800lek e poi da Fier, a Berat per altri 300 lek circa.

Quando arriviamo a Berat raggiungiamo l’hotel Nasho Vruho dove l’albergatrice, che poi mio figlio chiamerà la “Nonna Bia”, ci accoglie con un sorriso e una gentilezza indimenticabile.

Passiamo le ultime due notti del nostro viaggio in questo bell’alberghetto situato nella tranquilla zona di Mangalemi.

Visitiamo il centro e il castello che si innalza nella parte piu’ alta della città.

Quando arriva il giorno di partire, il marito della nostra albergatrice, ci trova un furgon che, con 600lek, ci porta diretto all’aeroporto di Tirana.

Arriviamo con un po’ di ore di anticipo dalla partenza del nostro volo così, ne approfittiamo per consumare quei pochi e ultimi lek che ci rimangono d’avanzo.

Partenza intorno alle 18.

Il volo è come sempre puntuale ma il viaggio, ahimè, è finito!!!!



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