ALASKA, regno di ghiacciai

Un breve viaggio in Alaska fra terra e mare, accompagnando i salmoni nella loro risalita tra scenari indimenticabili.
Scritto da: Labila
alaska, regno di ghiacciai
Partenza il: 12/08/2018
Ritorno il: 21/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €

12 AGOSTO

Partiamo da Fiumicino alle 10.30 con due ore di ritardo in direzione di Francoforte. Fortunatamente anche il volo per Anchorage non è puntuale, evitiamo così di perdere la coincidenza. Appena atterrati percepiamo fin da subito la tranquillità e il modo di vivere semplice ed estremamente sereno della gente del posto. Lungo il percorso abbiamo infatti incontrato tutte persone squisite, di una gentilezza tale da lasciarci stupiti in più di un’occasione. Ritiriamo, presso l’agenzia Alamo, la nostra autovettura: una Chevrlet Malibù nuova, comoda e spaziosa. Arrivati a d Anchorage ci dirigiamo subito verso lo Ship Creek, torrente nel quale nuotano i salmoni. All’inizio non sembra ce ne siano molti ma come si alza la marea aumentano inesorabilmente. Sono davvero enormi, per la gioia dei numerosi pescatori intenti a tirarne su il più possibile. Quel che lascia sorpresi è che a pochi passi dal centro di una grande città si possa assistere ad un simile scenario. Per cena andiamo da Bridge Sea Food ($92,50) dove attendiamo una mezz’oretta prima di entrare ma ne vale la pena: antipasto a buffet con moltissima scelta e a seguire due buonissimi king salmon con verdure. Dormiamo al Confort Inn ma la vicinanza della ferrovia comporta che il fischio del treno si senta benissimo e, ahimè, per tutta la notte.

13 AGOSTO

Dopo colazione ci avviamo di buon mattino sulla 4th Avenue per noleggiare le biciclette (Dowtown Bicycle Rental $37,00 in due per tre ore). Percorriamo il Tony Knowles Coastal Trail e ancora una volta rimaniamo colpiti dal fatto che svoltando l’angolo si possa percorrere una pista ciclabile che costeggia l’oceano da una parte addentrandosi in una fitta foresta dall’altra. Riconsegnate le bici e tonificati i muscoli saliamo in macchina alla volta del Matanuska Glacier. Per arrivare al parcheggio si pagano $30,00 a persona e con una passeggiata, facendo attenzione al ghiaccio presente, si arriva proprio a toccarlo. E’ il nostro primo impatto con questo tipo di paesaggio e la vista di una così notevole mole bianca non lascia certo indifferenti. Il sole riesce a spuntare tra le nuvole accompagnandoci per tutta la strada verso Glennallen, regalando scorci fantastici di cime imbiancate e multicolori. Pernottiamo in un appartamento molto accogliente proprio all’ingresso di un bosco (Snowshoe B&B € 97,00 compresa colazione).

14 AGOSTO

Tentiamo un tour con un piccolo aereo sul Wrangell-St. Elias N.P. ma purtroppo le condizioni meteo ne impediscono la partenza. Ci dirigiamo allora verso Valdez e la strada che attraversiamo è a dir poco stupefacente. In particolare nel tratto del Keystone Canyon dove dietro ad ogni angolo si nasconde una cascata, fino ad arrivare alle più grandi, Bridal Veil Falls che ci fermiamo ad ammirare. Ben visibile è anche il Worthington Glacier dai notevoli riflessi blu nonostante il grigiore del cielo. A pochi chilometri, prima della cittadina, c’è un luogo molto particolare: The Solomon Gulch Hatchery. Non capiamo bene cosa sia almeno fin quando non lo raggiungiamo. Veniamo così a diretto contatto con, quella che definiremmo, la triste vita del salmone: lo sfinimento per risalire la corrente, a volte impossibile, allo scopo di deporre le uova per poi morire. E’ il loro istinto che li guida e nulla riesce a fermarli. Un’impresa che ai nostri occhi sembra assurda ma in realtà è il volere della natura. In questo “vivaio” sono state ricreate le condizioni naturali per far deporre le uova. Si tratta infatti di un percorso composto da numerose vasche attraversate da una forte corrente che fungono da incubatrici, senza, così è scritto, che il pesce possa soffrirne. Vogliamo percorrere il trail, che parte qualche chilometro più avanti, al Solomon Lake ma solo dopo pochi passi due turisti scappano nella nostra direzione a gambe levate. Hanno visto un orso con cuccioli al seguito. Da un lato l’entusiasmo di poterli osservare anche noi ci porta a rimanere per qualche minuto in più ma razionalmente ci rendiamo conto di non avere difese per cui torniamo indietro. E’ chiaro che la massiccia presenza di pesce fa si che sia una zona molto battuta da questi animali per cui probabilmente non mancherà occasione per un incontro ma meglio in condizioni di maggior sicurezza. La sera dormiamo nel B&B House on the rock, che consigliamo vivamente ($421,88 due notti compresa colazione).

15 AGOSTO

Alle 11.00 parte la crociera per il Columbia Glacier ($264,00 in due). Il tempo peggiora inesorabilmente. Oltre alla pioggia, una fitta nebbia con visibilità minima. Iniziamo a pensare di essere stati particolarmente sfortunati con le condizioni meteo ma presto capiremo che qui è la normalità. Cerchiamo quindi di catturare con i nostri occhi quel che è possibile vedere e alla fine dei conti lo spettacolo sarà invece grandioso. Incontriamo per la prima volta la lontra di mare, simpaticissimo mammifero dall’aria molto pigra, comodamente adagiato sul pelo dell’acqua. Sembra che nulla possa scomporlo dalla sua oziosa posizione. Pigri anche i numerosissimi leoni marini: distesi su una piccola spiaggia non accennano il benché minimo movimento. Più dinamiche le aquile, almeno dallo sguardo, simbolo degli USA, alcune in vedetta sui rami degli alberi, altre pronte a spiccare il volo. Sempre di gran fascino e stupore l’incontro con le balene. Una particolarmente grande, al momento dell’immersione, mostra una coda a dir poco spettacolare. L’avvicinamento al ghiacciaio è annunciato dalla presenza di blocchi di ghiaccio via via più numerosi. La nebbia che tanto aveva infastidito qui invece crea un paesaggio surreale incorniciando questi iceberg galleggianti. Si sente solo il rumore del vento, sembra di essere su un altro pianeta. Con molta attenzione la barca riesce a farsi strada e arriva ai piedi del ghiacciaio: una barriera blu ci sovrasta con la sua maestosità. Uno spettacolo unico. Al ritorno è la volta delle orche, non le avevamo mai viste: hanno una pinna enorme sul dorso e il loro andamento , diverso da quello armonioso delle balene, è più fiero e deciso. Una volta rientrati al porto decidiamo di cenare in uno dei locali presenti. Prendiamo due filetti, uno di salmone e l’altro di halibut, altro pesce tipico dell’Alaska, squisiti (Mike’s Palace $73.90).

Verso l’imbrunire decidiamo di tornare dalle parti del fish hatchery perché avevamo scorto un paio di posti, a ridosso di due piccole cascate, dove si sarebbe potuta svolgere un’intensa pesca del salmone da parte degli orsi. Il primo incontro è stato abbastanza fugace. Ne vediamo uno sul ciglio della strada ma come nota la nostra presenza torna a nascondersi tra i folti alberi. Giunti invece li dove avevamo ipotizzato potesse esserci qualche movimento, rimaniamo a bocca aperta. Due orsi con al seguito un cucciolo sono intenti a pescare e consumare la cena. Uno dei due si avvicina verso di noi. Non sappiamo se sia il caso di allontanarci ma in realtà non si mostra affatto disturbato. Continua intento nella sua attività quasi a voler mostrare i suoi trofei. Ci sentiamo parte di un documentario, una serata che non scorderemo mai.

16 AGOSTO

Sveglia alle 4.30 per prendere il ferry che ci porterà verso Whittier ($308,00 compresa autovettura). Restiamo quasi tutto il tempo fuori perchè ci sono delle aree riscaldate. Questo permette di ammirare il paesaggio intorno a noi, oggi senza nebbia, e, nel caso, provare a scorgere ancora tutto ciò che queste acque hanno da offrire. Avvistiamo lontre e foche. A destinazione guidiamo verso Seward. Incredibilmente sembra quasi una bella giornata: quando illuminato il paesaggio si mostra ancora più speciale di quello che è, maestose verdissime vallate attraversate da mille torrenti. Prendiamo possesso della nostra stanza presso l’Historic Hotel (buona la posizione ma carente in tutto il resto. $340,20 due notti senza colazione) e subito dopo visitiamo il SeaLife Center($24.95 a testa): una completa panoramica sulla fauna marina dell’Alaska. Ceniamo in un locale molto grazioso con due ottimi fish and chips (Chattermark Restraunt $46,25).

17 AGOSTO

Sveglia alle 05.00 per la crociera che durerà 9 ore attraversando tutto il Kenai Fjords National Park ($358,00 in due). Siamo graziati dal tempo: finalmente sole fin dalla mattina. La traversata prevede diverse soste in punti panoramici che vanno dalle rocce che si ergono dal mare, contornate di stelle marine che hanno colori e dimensioni molto particolari, sembrano peluches, per poi passare a cascatelle e agli immancabili ghiacciai fino ad arrivare al più grande di tutti: l’Holgate Galcier. Anche qui una parete di roccia sommersa da un manto bianco e blu domina la nostra vista. Emozionante vedere i blocchi di ghiaccio che si staccano e precipitano in acqua. Il rumore che fanno è quello di un tuono. Sulla strada del ritorno, in una baia, ammiriamo il passaggio delle balene e adagiati su una scogliera leoni marini, simpaticamente rumorosi, oltre a numerosi puffins anche con il ciuffo biondo. Una volta rientrati torniamo verso il centro di Seward, pochi edifici ma molto caratteristici e facciamo il bis di fish and chips.

18 AGOSTO

Percorriamo il trail che porta vicinissimo all’Exit Gacier. Ormai di ghiacciai ne abbiamo raggiunti tanti ma ad essere sinceri è una vista che non stanca mai, forse perchè sono non siamo abituali a questo tipo di scenario, che rimane sempre molto affascinante. Guidiamo in direzione di Soldotna. Per colmare il languorino dell’ora di pranzo ci fermiamo a caso in un locale molto tipico , dove mangiamo filetto di maiale con salsa BBQ (Sackett’s Kenai Grill $46,35). Ci voleva proprio. Prendiamo una deviazione di 30 km per una strada sterrata che costeggia lo Skilak Lake, un enorme lago dalle acque scintillanti. A destinazione siamo attratti da un grande negozio di sport. La maggior parte degli articoli è dedicata alla pesca ma riusciamo a trovare ad un ottimo prezzo anche abbigliamento sfruttabile in altre occasioni. Ci dirigiamo poi verso il Kenai National Wildlife Refuge Visitor Center che però è in chiusura. I Rangers ci dicono che possiamo comunque parcheggiare e fare diversi trails, spiegandoci le varie alternative di percorso. Con estrema serenità fanno presente della reale possibilità di incontrare orsi (sia black che brown) ma basta camminare insieme e fare rumore per non cogliergli di sorpresa. Una volta partiti non abbiamo la loro stessa tranquillità. Non c’è nessuno oltre noi, un silenzio surreale. Percorriamo quindi quello più breve ripromettendoci di tornare domani sperando che il sito sia più frequentato. Ci sentiamo molto più sicuri nel percorrere il bel sentiero che corre lungo il Kenai River, fiume dalle acque verde smeraldo dove saltellano in continuazione i salmoni ancora nel pieno delle loro forze. Per cena non volendo esagerare acquistiamo qualcosa di leggero al supermercato entrando nella catena Fred Meyer. Lo segnaliamo perché si trova veramente di tutto anche prodotti base di farmacia.

19 AGOSTO

Oggi saremmo dovuti volare sul Lake Clark N.P. ma una mail ci avvisa della cancellazione del volo per il forte vento. Non nascondiamo di esserci rimasti male, oltretutto molto ingenuamente, pensando positivo, avevamo già prenotato anche per questa notte, per cui non possiamo andar via (Soldotna Inn $265,21 due notti compresa colazione,semplice, pulito e confortevole). Guida alla mano cerchiamo di organizzare la giornata. Ci dirigiamo verso Kenai, un paesino a pochi chilometri da noi. Facciamo una passeggiata che inizia dal parco municipale e sbuca direttamente sulla spiaggia. In lontananza possiamo apprezzare la vista di una parte del Coock Inlet con una luce speciale data dal sole che cerca di far capolino tra le nuvole. Facciamo un salto al Visitor Center dove viene proiettato un filmato molto bello sulle località più remote dell’Alaska. Rientrati a Soldotna proviamo a percorrere i trails rimasti al Kenai National Wildlife Refuge. Riusciamo a completare quello di media lunghezza ma sempre con un pò di agitazione perchè anche oggi non c’è molta gente. Durante il pomeriggio il tempo si rimette, riscendiamo verso Kenai River mescolandoci tra i pescatori. Alcuni un pò impacciati ci chiedono aiuto nel tenere il retino al momento di tirare su i salmoni, altri fanno finta di essere esperti ma nell’attimo clou si lasciano sfuggire le prede. Altri ancora mostrano invece tecnica e bravura. La maggior parte pratica la pesca sportiva, rigettando i pesci in mare, solo in pochi li portano a casa. Passiamo poi casualmente di fronte ad un altro parco dove vediamo parecchio movimento. Decidiamo quindi di curiosare. C’è un concerto all’aperto di musica Sacra dove si esibiscono vari membri di una comunità probabilmente russo ortodossa. Una donna in particolare ha una voce bellissima e ascoltarla trasmette molta pace. Si accorgono della nostra presenza e ci ringraziano per aver apprezzato la loro manifestazione. Per cena andiamo da Mykel’s Restaurant ($75,00) dove mangiamo un ottimo halibut. In conclusione della giornata possiamo affermare di essere contenti lo stesso, non avremmo volato ma è stata un’occasione per venire maggiormente a contatto con la gente del posto. In ogni viaggio bisognerebbe lasciare più spazio ai rapporti umani.

20 AGOSTO

Sulla strada di ritorno verso Anchorage siamo accompagnati da una pioggia battente. Ci inoltriamo a Potter Marsh, un’area nella quale è possibile avvistare la fauna locale, ma in pochi metri ne usciamo zuppi. Pensiamo quindi di tornare più tardi quando magari avrà smesso e in un orario che forse potrà permetterci di fare qualche incontro interessante. Arrivati al B&B prenotato (Anchorage Downtown B&B, $125,00 compresa colazione. Superconsigliato) lasciamo i bagagli e giriamo per l’allegro e colorato centro alla ricerca di ultimi acquisti da portare a casa. Ceniamo all’Hard Rock e abbiamo l’occasione di conoscere una ragazza italiana che vive in Alaska da qualche mese. Ci racconta di come è la vita nei mesi più freddi, dei luoghi più belli che ha visto e delle esperienze, alcune piuttosto estreme che ha fatto. In serata siamo pronti per ripartire per Potter Marsch. E’ quasi buio e c’è molto silenzio. Aspettiamo un pò ma gli unici che si fanno vedere planando sopra le nostre teste sono due magnifici esemplari di gufi reali. Di ritorno passeggiamo nei pressi della ferrovia e all’improvviso veniamo attratti da un versante nuvoloso molto particolare. I suoi colori spaziano dal verde al giallo con sfumature di rosa. E’ l’aurora boreale che cerca di farsi strada. In tutte queste notti non l’abbiamo mai cercata per via del cielo sempre coperto e probabilmente neanche questa sera l’avremmo fatto. E dunque è come se fosse stata lei a trovare noi, regalandoci questa magia nell’ultima notte da passare in Alaska.

21 AGOSTO

Tra poco si torna a casa ma prima di andar via ripercorriamo lo Ship Creek per un veloce saluto ai salmoni e facciamo una visita all’Ulu Factory. Qui è possibile osservare da vicino la lavorazione dell’ulu, tipico coltello utilizzato dalle tribù indigene ( Yupik e Inuit) più di 5000 anni fa, quale strumento di lavoro e sopravvivenza. Sicuramente interessante. Si chiude così il nostro breve viaggio in questa terra forse inospitale ma senza dubbio magnifica. Una natura che regna incontrastata in uno spazio senza fine, in parte ancora inesplorato. Le emozioni che regala sono uniche e anche se a volte impone di cambiare programma, resta sempre speciale, perchè qualunque sarà il percorso alternativo non permetterà mai che si possa restare delusi.

Piccoli dettagli in più:

Voli: Lufthansa e Condor. A parte il ritardo della prima tratta, per il resto nessun problema. E’ sempre consigliabile prenotare con anticipo perchè i prezzi aumentano piuttosto velocemente.

Auto: avevamo letto che in Alaska le macchine messe a disposizione da Alamo non erano il massimo ( spesso vecchie e sporche). Considerando che in passato è stato uno dei pochi autonoleggi con cui non c’erano stati problemi abbiamo voluto dargli fiducia. La scelta è stata giusta.

Hotel e B&B: a parte a Seward, dove consigliamo di evitare l’Historic Hotel soprattutto se ci sono allergie alla polvere e il Comfort Inn di Anchorage se non si vuole passare la notte in bianco, il resto delle strutture dove abbiamo alloggiato è sicuramente da raccomandare per pulizia, comodità e per l’estrema gentilezza dei proprietari che non fanno mancare veramente nulla.

Prezzi: l’Alaska è molto cara rispetto al resto degli Stati Uniti. Sicuramente il clima e la collocazione geografica rendono il costo della vita particolarmente elevato. Solo per la benzina la spesa è contenuta.

Clima: La pioggia è sempre presente, siamo stati solo un giorno senza vederla, ma, come descritto, ci si abitua e diventa presto la normalità. Le temperature sono fredde anche in estate ma con l’abbigliamento giusto non c’è problema. Vicino ai ghiacciai si arriva a 4-5 °.

Strade: tenute benissimo e in costante manutenzione per cui spesso si incontrano lavori in corso ma non essendoci traffico non si crea alcun disagio.

Navigatore: non abbiamo avuto problemi ad utilizzare il cellulare attraverso le mappe off-line.

Acqua: fresca e potabile praticamente ovunque, non vale la pena acquistarla.

Cibo: Salmone e Halibut, re incontrastati della cucina locale a cui segue il classico cibo americano ricco di calorie a cui però è difficile resistere.

Pompe di benzina: presenti nei centri un po’ più abitati ma non è che se ne incontrino molti. Per parecchi chilometri non capita di vedere nulla appartenente alla civiltà e ciò rappresenta una peculiarità di grande fascino da vivere con le opportune accortezze.

Buon viaggio!

Guarda la gallery
alaska-yussf

Glenn Hwy

alaska-a89f4

Glenn Hwy

alaska-2zn2s

Tony Knowles Coastal Trail

alaska-zwby5

Valdez

alaska-wtquy

Columbia Glacer

alaska-erckm

Columbia Glacer

alaska-fc3dr

Matanuska Glacier

alaska-d38ah

Kenay Fjords NP

alaska-n26jb

Orche

alaska-mec3f

Columbia Glacer

alaska-7w2t5

Holgate Glacer

alaska-kpe9h

Orso

alaska-rpty8

Ship Creek



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari