ALAGNA VALSESIA e la cultura Walser
Dal contenuto del pieghevole distribuito presso il museo Walser di Alagna (frazione Pedemonte): BREVE STORIA DELL’INSEDIAMENTO WALSER A SUD DEL MONTE ROSA In epoca medioevale si produssero in Europa spostamenti di popolazioni sotto la spinta di un notevole incremento demografico. La conquista di nuove terre da coltivare, unitamente alla garanzia di possedere un proprio fondo, fu alla base di questo flusso migratorio: l’allargamento dei diritti civili diede la possibilità a gruppi di coloni di passare da una condizione di asservimento alla gleba, retaggio del mondo feudale, ad una nuova condizione di libertà e autonomia.
In questo quadro di rinato interesse per l’agricoltura, con libertà di decidere e programmare il miglior utilizzo del proprio territorio, va inserita anche la migrazione dei “Walser”, popolo di lingua alemanna, che già prima del X secolo si era stabilito nell’alto Vallese (da cui probabilmente trasse il nome). La loro colonizzazione avvenne in concomitanza al profondo rivolgimento durante il quale i Valsesiani riuscirono a liberarsi dalla tirannia dei Conti di Biandrate, svincolandosi così dagli ultimi legami col sistema feudale; furono gli stessi signori che avevano in feudo gli altri territori a promuovere lo sfruttamento dei pascoli di alta quota, affidandolo a questo popolo di lavoratori della terra, che per primo riuscì a sopravvivere con le sole risorse della montagna. Dal primitivo stanziamento, il gruppo etnico si mosse in direzione del versante italiano delle Alpi, dela zona dei Grigioni, del Liechtenstein, del Voralberg e del Tirolo. Quando le testate delle valli di queste aree furono stabilmente occupate dai Walser, cessarono anche le continue scorrerie da parte dei predoni della Valle Anzasca, soliti a razziare le greggi, soprattutto in alta Val Grande e nella vale di Gressoney.
All’inizio del XIII secolo risalgono i primi insediamenti Walser oltre i confini del Vallese; in quest’epoca furono fondate, tra le altre, le colonie di Gressoney in Valle d’Aosta, di Rimella, Rima e Alagna in Valsesia, di Macugnaga in Val d’Ossola. L’occupazione avvenne in modo graduale e poco avvertibile, anche per il ato che i nuovi venuti non instaurarono subito rapporti di scambio con la popolazione locale.
All’inizio essi si rifornivano direttamente dal Vallese per i generi di prima necessità, acquistando via via sempre maggiore autosufficienza, fino ad approvvigionarsi al mercato locale, scambiando i prodotti della loro economia.
Le comunità composte da pastori, si organizzarono in casolari sparsi sulla montagna, trasformando i boschi in pascoli produttivi, dissodando e coltivando i terreni fino sui versanti più alti, costruendo acquedotti per il recupero delle acque del disgelo, perfezionando tecniche e strumenti di lavoro fino allora sconosciuti, diffondendoli di valle in valle e tramandandoli di padre in figlio. Da questa economia, fondata sul duro lavoro della terra, i Walser trassero nuove ragioni di libertà personale e di autonomia comunitaria – un benessere non comune, inusitato per i contadini del tempo – uomini affrancati dalle imposte e dal peso della servitù: ne sono uno specchio fedele gli statuti di quelle antiche comunità di “Freie Walser” (Liberi Walser), come furono chiamati già nel XIV secolo).
Straordinaria è l’architettura delle loro case, predominante è l’uso del legno, come in tute le regioni boscose, ma a differenza che altrove, le abitazioni sono tutte contornate da un loggiato di notevole ampiezza, che conferisce all’insieme un’estrema eleganza: l’equilibrio delle forme e l’originalità delle soluzioni richiama, più che l’opera di pastori montanari, quella di sapienti costruttori. Molti discendenti degli antichi coloni, infatti emigrando dalla Valsesia in tutta Europa, diventarono famosi come architetti di chiese ed edifici civili, pittori e scultori in legno.
Le donne, da parte loro, durante le pause dei lavori di campagna, impegnate nella tessitura e nel ricamo, seppero produrre opere raffinatissime, come mostra la ricchezza dei costumi femminili.
Fra le testimonianze ancora vive della loro civiltà è rimasta la lingua, un tedesco arcaico che quasi ovunque ha resistito, nell’isolamento delle montagne, ad ogni influenza delle parlate circostanti e all’evoluzione del tedesco moderno.
Nel museo Walser di Alagna si può ammirare una grande varietà di oggetti del loro artigianato, frutto di una sorprendente arte popolare: ogni manufatto ha dietro di sé secoli di storia ed è la testimonianza preziosa dell’epoca in cui fu realizzato.
Lunedì 23 luglio (Santena – Alagna Valsesia) Dopo una settimana di sosta rieccoci in cammino per trascorrere qualche giorno in montagna. Questa volta abbiamo scelto come meta la Val Sesia ai piedi del massiccio del Monte Rosa, zona che non abbiamo ancora avuto modo di conoscere.
Alle 9 siamo partiti da casa per raggiungere Alagna Val Sesia centro turistico e di villeggiatura estiva ed invernale situata a 1.200 metri di altezza s.L.M. Dopo poco più di tre ore, percorrendo autostrada fino a Romagnano Sesia e poi una bella strada comoda siamo giunti a destinazione e ci siamo agevolmente sistemati nel campeggio “ALAGNA” situato proprio all’ingresso della piccola cittadina e a pochi minuti dal centro.
Questa volta abbiamo scelto la sistemazione in campeggio perché sarebbe nostra intenzione effettuare alcune escursioni nei dintorni di Alagna che ci costringeranno a lasciare il camper anche per delle mezze giornate, per cui ci sentiamo più tranquilli se la nostra casa viaggiante è in un luogo protetto e custodito.
Purtroppo il tempo non è dei migliori e grossi nuvoloni neri consigliano di non allontanarsi troppo. Per questa sera è prevista pioggia e poi nuovamente bel tempo. Così dopo pranzo, come nostra consuetudine, siamo partiti per un giro di perlustrazione del paese e per assumere alcune informazioni circa le possibili escursioni da effettuare. All’Ufficio del turismo abbiamo trovato gentilezza ed un sacco di materiale come anche alla stazione della cabinovia. Alcune gocce di pioggia ci hanno poi indotto a far ritorno al camper dove abbiamo visionato il materiale raccolto e stilato un piccolo programma. Ora speriamo veramente che la perturbazione sia realmente passeggera perché posti da vedere ce ne sono molti soprattutto quelli ove è possibile ancora vedere villaggi Walser originali, di cui questa zona è molto ricca.
Certamente ci sembra impossibile sentire che in certi luoghi del centro e sud Italia ci sono più di 40 gradi di calore e noi abbiamo dovuto abbandonare gli abiti estivi per indossare le nostre calde e comode tute. Dopo cena, piccola passeggiata con Charlie, che naturalmente è più vispo e felice che mai e poi serata relax nel tepore della nostra piccola casa.
Martedì 24 luglio (Alagna Valsesia – Pedemonte – Ronco Superiore – San Nicolao-Uterio – Rifugio Pastore – Alagna Valsesia) Come anticipato dai gestori del campeggio, ieri sera c’è stato un bel temporale che ha rinfrescato ulteriormente l’aria. Questa mattina infatti ci siamo svegliati con 13° gradi esterni e 20° all’interno del camper e con grossi nuvoloni bianchi che intervallavano ampi spazi di azzurro. Verso le 9 si è poi alzato un bel vento che ha provveduto a spazzare via le nuvole per lasciare il posto ad un bel cielo azzurro.
Così alle 9,30 siamo partiti per la nostra prima escursione per visitare alcuni villaggi Walser vicini ad Alagna: Pedemonte, Ronco Superiore e San Nicolao-Uterio.
I villaggi si raggiungono in poco più di mezz’ora a piedi. Il percorso è vario e piacevole: dopo aver attraversato il centro di Alagna si prosegue ancora un po’ per la strada asfaltata che costeggia il fiume Sesia e poi si attraversa un bel ponticello sul fiume e si inizia la salita verso il primo villaggio: Pedemonte. Il villaggio è completamente formato da case Walser, e cioè costruzioni caratteristiche con la base in pietra, i due piani superiori completamente in legno ed il tetto in lastre di pietra: il piano terra era adibito a stalla, cucina e ambienti di lavoro come la lavorazione della canapa, la filatura della lana od il ricamo nonché alla lavorazione del latte, il primo piano veniva utilizzato per le camere da letto e l’ultimo a fienile e dispensa per le granaglie, il pane e gli insaccati. Le case sono state costruite molto vicine e sono separate da stretti viottoli di pietra ed acciottolato. L’atmosfera che si respira è di vera pace tanto che viene anche spontaneo parlare a bassa voce. A Pedemonte c’è anche il museo Walser, che purtroppo non abbiamo potuto visitare perché nel mese di luglio è aperto solo il pomeriggio. Se ci avanza tempo torneremo prima di ripartire.
Ronco Superiore. Abbiamo proseguito poi la nostra camminata attraverso un sentiero ripido che ci ha condotti a Ronco Superiore altro bel villaggio ben conservato e dal quale si può vedere tutta la vallata sottostante e l’abitato di Alagna. Abbiamo notato che molte case sono abitate ed altre sono state o sono in corso di restauro, naturalmente rispettando l’architettura originale. Pedemonte può essere raggiunta anche in macchina lasciando poi l’auto nell’adiacente parcheggio, mentre per quanto riguarda Ronco Sup. È necessario lasciare l’auto sulla strada sottostante e poi inerpicarsi a piedi al villaggio. San Nicolao-Uterio Questa borgata è formata da poche case che ci sono parse tutte abitate, per cui abbiamo deciso di non addentrarci perché avevamo l’impressione di violare la privacy degli abitanti e così le abbiamo superate passando lungo la strada sterrata che le costeggia e che riporta alla statale. Siamo rientrati al campeggio verso mezzogiorno e pranzato quasi subito visto che è nostra intenzione raggiungere nel pomeriggio il Rifugio Pastore a oltre 1500 mt.
Rifugio Pastore.
Così alle 14 eravamo nella piazzetta dove partono le navette che portano ogni ora al Piazzale dell’Acqua Bianca (mt. 1.497) che si trova nei pressi del sentiero che poi conduce al rifugio. In circa 10 minuti siamo arrivati a destinazione e qui abbiamo subito potuto notare l’omonima cascata dell’Acqua Bianca. L’autista dell’autobus ci ha riferito che la cascata è solitamente molto più ricca di acqua, ma considerata la scarsa piovosità degli ultimi mesi e le scarse nevicate dei mesi invernali, ora è meno abbondante ma comunque molto bella. Ci siamo quindi inoltrati per il sentiero con le indicazioni per il rifugio. Ci ha immediatamente colpito la bellezza del sentiero magistralmente allargato e creato interamente in pietra agevolando la salita con ampi scalini. Dopo pochi minuti di salita ci siamo trovati ad un bivio dove c’erano due indicazioni per il rifugio: una con indicazioni di 20 minuti e l’altra di 30 minuti di camminata. Abbiamo optato per quella più breve anche se più ripida e meno agevole e siamo stati quasi subito premiati perché ci siamo trovati di fronte allo spettacolo offerto dalle “Caldaie del Sesia”, un’imponente cascata che si tuffa dentro una grande e profonda cavità scavata nella roccia proprio dalla potenza dell’acqua, per poi gettarsi in un’altra buca meno profonda e quindi ripartire lungo il corso del torrente. L’acqua cadendo crea una nebbiolina tutto intorno e la schiuma bianca quando arriva in fondo al precipizio tanto da sembrare proprio una bella pentolona in ebollizione; il frastuono che produce è veramente assordante. Lasciato questo luogo veramente soddisfatti ci siamo nuovamente incamminati per raggiungere il rifugio, facendo una bella sosta nei pressi del giardino botanico situato quasi in cima al colle, in quanto da quella posizione si poteva ammirare il ghiacciaio del Monte Rosa, le cui vette purtroppo erano coperte da grandi nuvole bianche. Lo spettacolo comunque era garantito. Abbiamo ripreso il cammino percorrendo un bel ponte coperto che attraversava il torrente ed in pochi minuti siamo giunti al Rifugio Pastore presso l’ampia distesa di prati dell’Alpe Pile a 1.575 mt. Di altezza. Anche qui si può godere della spettacolare vista della parete Sud del Monte Rosa.
Ci siamo concessi una sosta al sole gustando un gelato seduti sulle panche del bar del Rifugio. Abbiamo quindi intrapreso la strada del ritorno, ripreso la navetta e tornati ad Alagna dove siamo giunti verso le 17,30.
E’ doveroso spendere due parole anche per il nostro cagnolino, che dopo aver scorrazzato per tutto il pomeriggio su e giù da rocce, prati e sentieri, come ci siamo seduti sull’autobus ha voluto venire in braccio e si è comodamente ed immediatamente abbandonato ad un sonno ristoratore: era veramente stravolto dalla stanchezza!! Tornati al campeggio piuttosto stanchi ma molto soddisfatti, ci siamo riassestati e concessi un po’ di relax in attesa della cena.
Dopo cena ha avuto seguito il relax tenuto conto che domani ci attende un’altra giornata piuttosto impegnativa, visto che è nostra intenzione prendere la cabinovia per raggiungere il Passo Salati a 2.971 metri di altezza.
Mercoledì 25 luglio (Alagna ValSesia – Passo Salati – Alagna Valsesia) Sveglia alle 8, cielo senza nubi ed azzurrissimo, temperatura esterna 8°, interna 18°: sicuramente non si direbbe che siamo a fine luglio e che nel centro e sud Italia stanno boccheggiando dal caldo. Noi abbiamo acceso per qualche minuto la stufa.
La giornata promette bene pertanto senza ombra di dubbio ci siamo preparati per raggiungere in cabinovia il Passo Salati. Preparati i panini per il pranzo al sacco e gli zaini con alcuni capi di abbigliamento un pochino più pesanti siamo partiti per la stazione della cabinovia. Alle 9,30 abbiamo iniziato la salita verso il passo attraversando strapiombi, torrenti, alpeggi con vecchie baite. Dopo circa 10 minuti di salita siamo giunti alla prima stazione Pianalunga a 2.050 mt. Qui siamo scesi perché per raggiungere il passo è necessario cambiare cabinovia. Così ci siamo diretti alla seconda stazione dove abbiamo trovato un altro tipo di mezzo; mentre per il primo tratto di risalita vengono utilizzate cabinovie a 6 posti, per il secondo tratto si sale su una grande cabina che può trasportare fino a 100 persone.
Così è iniziato il secondo tratto che si è subito presentato molto diverso dal primo perché il panorama sottostante era completamente diverso: pietre e roccia e quasi niente vegetazione. La salita è molto ripida e dall’alto della cabina si possono notare facilmente sentieri e le tracce delle piste da sci, considerato che questa zona è molto frequentata per gli sport invernali.
Giunti a destinazione lo spettacolo del massiccio del Monte Rosa con il suo ghiacciaio ti accoglie immediatamente: te lo trovi di fronte con tutta la sua imponenza e maestosità tanto da sembrare un gran gigante che accoglie i suoi ospiti a braccia aperte e si incensa della propria bellezza. Ci siamo quindi fermati subito ad ammirare lo spettacolo incredibilmente bello anche per la fortuna di aver trovato un tempo spettacolare senza nubi che solitamente coprono la punta del massiccio.
La limpidezza del tempo ci ha permesso di poter vedere ad occhio nudo la sagoma del Rifugio Margherita, che è il più alto d’Europa, e le figure di alcuni alpinisti che attraversavano il ghiacciaio.
Per fortuna non c’era molta gente per cui abbiamo avuto modo di starcene tranquilli per goderci i caldi raggi del sole, farci accarezzare dal venticello piuttosto freddo e poter vedere una bella famigliola di stambecchi che si sono avvicinati moltissimo alla nostra postazione.
Ci siamo quindi incamminati verso l’altro versante dove un sentiero piuttosto comodo e largo ci ha portati al rifugio Vigevano ed al Rifugio Guglielmina. Strada facendo abbiamo avuto modo di vedere alcuni mucchi di neve superstiti dall’inverno appena passato ed un piccolo laghetto alimentato dalla neve in scioglimento.
Giunti al Rifugio Vigevano ci siamo sistemati su un bel prato adiacente l’edificio ed abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco per poi raggiungere nuovamente il rifugio e sederci al sole sulle panchine poste in modo che si poteva godere del bel panorama della vallata sottostante. Vedendo poi sopraggiungere le nuvole, ci siamo nuovamente incamminati verso la stazione della cabinovia, ma prima di far ritorno, ci siamo ancora concessi un’oretta di ispezione nei dintorni della stazione e di un po’ di relax ancora davanti al Massiccio del Rosa che ne frattempo era già piuttosto coperto dalle nuvole.
Alle 17 eravamo di ritorno in campeggio piuttosto stanchi ma come al solito molto soddisfatti.
Dopo una bella doccia ristoratrice ci siamo rilassati in poltrona ed abbiamo iniziato a progettare la giornata di domani che ci dovrebbe condurre nella Vallata di Otro che dalle informazioni assunte si dovrebbe raggiungere in poco più di un’ora di cammino. Abbiamo poi trascorso una piacevole serata insieme ad una coppia di coniugi di Vigevano, con nipotina al seguito, che abbiamo conosciuto questa mattina in cabinovia e che ha condiviso con noi la bellissima giornata a quota 3.000 metri e che alloggiano all’Hotel Genzianella nel centro di Alagna.
Alle 23 abbiamo salutato i nostri nuovi conoscenti e siamo ritornati al camper per un sano e giusto riposo. La giornata come al solito è stata molto piena e piuttosto faticosa ma molto appagante. Charlie dal canto suo pare aver gradito la nuova esperienza in cabinovia e la passeggiatina sulla neve che ha pensato bene di assaggiare. Alle 21 però dormiva comodamente appallottolato sulle ginocchia di Franco mentre noi si chiacchierava tranquillamente e dopo aver trascorso il tragitto di ritorno non ha esitato a ricadere nuovamente nelle braccia di Morfeo.
Giovedì 26 luglio (Alagna ValSesia – Valle d’Otro – Alagna Valsesia) Come al solito sveglia alle 8, temperatura esterna 12° ed interna 20° e cielo non terso come ieri ma con qualche nuvola già in arrivo. Non ci siamo fatti influenzare dalle nuvole ed abbiamo deciso di seguire l’itinerario per la Valle d’Otro. Alagna, infatti è posizionata proprio nel bel mezzo di due corsi d’acqua: il Sesia e l’Otro.
Alle 9,30 con zaino in spalla e pranzo al sacco al seguito ci siamo incamminati facendo però una piccola deviazione sul piazzale dove al giovedì si svolge il mercato settimanale di Alagna. Dopo un breve giro fra le bancarelle, non trovando nulla di eccessivamente interessante, ci siamo diretti verso il sentiero che porta nella vallata di Otro. Il percorso inizia nei pressi dell’Unione Alagnese, attraversa la Frazione Reale Superiore dopo la quale inizia il vero e proprio sentiero segnalato col n° 3.
La mulattiera, inizialmente leggermente sconnessa, prosegue poi con una bella scalinata piuttosto irta che conduce ad una bella fontana in legno dalla quale sgorga un’acqua reddissima e molto buona. L’itinerario prosegue salendo a destra della fontana con numerosi zig zag e sentiero sconnesso ed in continua salita, a volte molto difficoltoso , fino a raggiungere l’incantevole piana d’Otro a 1.664 metri. Giunti a destinazione stanchissimi per l’arrampicata che abbiamo più volte pensato che fosse interminabile, abbiamo lasciato spaziare lo sguardo nella vallata davanti a noi e la bellezza del luogo ci ha fatto dimenticare per un attimo la fatica appena fatta. Fra i prati vellutati e macchie di pini spunta una bella chiesetta con il campanile bianchissimo, un punto di ristoro ricavato dentro una baita, e sui promontori a ridosso dei prati alcuni villaggi Walser fanno bella mostra di sé. Infatti questa zona è famosa proprio per la presenza di molti insediamenti Walser con le stupende tipiche frazioni di: Feglierec, Follu, Ciucche, Dorf, Scarpia e Weng. Ogni frazione possiede la propria fontana dalla quale sgorga acqua buonissima ed in passato il forno a legna per la cottura del pane, forno ancora esistente in alcune frazioni. Così abbiamo iniziato a spostarci da una frazione all’altra e ci siamo resi conto che nello spostamento si sale di quota, Infatti l’ultima frazione da noi visitata Scarpia era a 1.726 mt. Dove abbiamo avuto modo di poter vedere il vecchio forno, creato sotto una capanna di pietra, con focolare a piano terra e piano di cottura sovrastante. Sulle pareti laterali alcuni spuntoni di roccia servivano per appoggiare le assi dove venivano posizionati i pani appena sfornati. Considerata la stanchezza e vedendo che le nuvole erano in continuo aumento, abbiamo deciso di non proseguire per l’ultima frazione e di ritornare sui nostri passi per trovare un luogo comodo dove poter consumare il nostro pranzo al sacco.
Trovata una bella roccia accogliente, ci siamo accomodati e messe le nostre magliette ad asciugare, vista la bella e copiosa sudata durante la salita. Purtroppo i pochi sprazzi di azzurro sono stati ben presto ricoperti di nuvole e così dopo mangiato ci siamo recati a Follu, dove c’era il punto di ristoro per prendere un buon caffé. Abbiamo così scoperto che era possibile consumare qui anche il pasto a base di polenta e a prezzo modico. Se l’avessimo saputo non portavamo i panini. Parlando con i gestori del ristoro abbiamo scoperto che il sentiero da noi percorso è l’unica via di accesso alla vallata e che per loro è normale percorrerla come è assolutamente normale anche per gli abitanti di Alagna. Per il trasporto dei carichi pesanti e delle derrate alimentari viene invece utilizzato l’elicottero oppure la teleferica che parte da Alagna. Abbiamo inoltre saputo che nella cultura Walser il teatro era una attrattiva assai rilevante e sentita tanto che gli abitanti della vallata di Otro non esitavano a scendere ad Alagna ogni qual volta c’erano le prove per poi risalire alla vallata ad attività terminata. C’è da tenere presente che la via non era e non è illuminata per cui la passione doveva essere veramente tanta tenuto conto anche dell’asperità del percorso. Sicuramente erano più allenati di noi ed il progresso non era ancora riuscito ad indebolire i muscoli delle gambe. Ci siamo ancora soffermati per qualche decina di minuti sui prati con la speranza che il sole riuscisse a bucare la coltre di nubi, ma vedendo che così non era, ci siamo incamminati per la strada del ritorno.
Naturalmente in discesa abbiamo sudato meno e la fatica è stata inferiore, però le nostre povere gambe sono state comunque mese a dura prova. Tornati in campeggio, dopo una bella doccia calda, ci siamo comodamente sistemati in poltrona per un meritato relax che è poi continuato dopo cena.
Domani è venerdì e la nostra vacanza è giunta quasi al suo epilogo, così dopo una settimana vissuta all’insegna delle camminate e del movimento continuo, siamo ambedue convinti che passeremo il nostro ultimo giorno in panciolle sotto i raggi del sole o alla frescura dell’ombra dei pini del campeggio.
Venerdì 27 luglio (Alagna Valsesia) Alle 8 solita sveglia e colazione. Contrariamente a quanto fatto per tutta la settimana, questa mattina ce la prendiamo comoda perché non abbiamo in programma nessuna escursione. Il tempo sembra promettere una bella giornata, così dopo aver aperto per la prima volta in una settimana, la veranda del camper, aver sistemato tavolo e sedie sotto di essa, ci siamo sistemati sulle nostre comode dondoline sotto i caldi raggi del sole. Verso le 10,30 però il sole ha iniziato a bruciare troppo così abbiamo sistemato le poltroncine all’ombra e mentre io ho iniziato a leggere un libro, Franco con Charlie sono andati in paese per acquistare un quotidiano. Devo dire che dopo tanto camminare quei momenti di assoluto relax mi sembravano irreali ed il fatto di non avere niente da fare e gustarmi così in tutta tranquillità la mia lettura era quasi inverosimile. Forse non ho ancora realizzato totalmente la mia condizione di pensionata e non mi sembra ancora vero che ora posso concedermi dei momenti tutti per me dopo una vita fatta di corsa e dedicata principalmente alla famiglia ed al lavoro.
Poco dopo i miei due partner sono tornati e Franco mi ha riferito di aver letto una locandina che promuoveva un’escursione guidata al museo Walser di Pedemonte ed alcuni altri luoghi caratteristici di Alagna. La partenza era prevista per le ore 14,30 dall’Ufficio del Turismo.
Visto che il museo Walser di Pedemonte non eravamo riusciti a vederlo e che ci eravamo comunque ripromessi di visitarlo prima di ripartire, non abbiamo esitato nel decidere di aderire all’iniziativa. Così alle 14,30 eravamo nella piazzetta dove c’è l’Ufficio del Turismo e qui ci siamo uniti ad altre persone che già attendevano la partenza per l’escursione. Poco dopo ci ha raggiunti una Signora che si è presentata come la nostra guida e così la nuova avventura ha avuto inizio. E’ doveroso pronunciare immediatamente un plauso per la nostra accompagnatrice che, dopo le prime battute e spiegazioni ha svelato istantaneamente la sua competenza e preparazione sugli argomenti e sui luoghi che ci illustrava. Abbiamo così avuto modo di approfondire molto la vita, gli usi e costumi dell’etnia Walser, di conoscere posti incredibilmente ingegnosi come la vecchia segheria ancora funzionante utilizzando le acque dell’Otro in Frazione Resiga dove è possibile vedere anche la “Caldaia dell’Otro”, oppure i mulini che utilizzando la forza motrice dell’acqua del Sesia fanno girare in orizzontale una grossa ruota di pietra presso il villaggio San Nicolao – Uterio, il vecchio forno per il pane presso la borgata Reale Superiore o il forno della calce in Frazione Merletti ed infine il bellissimo ed interessante Museo Walser presso Pedemonte. La nostra accompagnatrice si è dimostrata inoltre molto disponibile e così abbiamo intavolato con lei una bel dialogo toccando argomenti diversi e confrontando la vita di un tempo con quella di oggi. Abbiamo così scoperto che è figlia di una mamma Walser e di un papà guida alpina e che è super occupata in tutte le attività culturali e sportive che riguardano Alagna e paesi limitrofi ma soprattutto interessatissima al mantenimento delle tradizioni Walser.
E così ci siamo ritrovati a camminare per 5 ore su e giù per stradine, viottoli, borgate e a far ritorno al camper verso le 20: per fortuna che oggi doveva essere una giornata di riposo!!!! Sicuramente non rimpiangeremo il fatto di non aver fatto vita sedentaria perché l’escursione è stata veramente interessante e grazie alle argomentazioni della nostra accompagnatrice non ci siamo assolutamente accorti del trascorrere del tempo e non abbiamo affatto trovato lungo e stancante il percorso: se l’insegnate è brava ed accattivante riesce a rendere interessanti qualsiasi materia od argomento. La cosa che ha ulteriormente colpito la mia attenzione è stato il rapporto cordiale ed amichevole che è emerso ogni qual volta la nostra accompagnatrice ha incontrato, strada facendo, qualche conoscente o residente del luogo.
Con quanta enfasi la nostra cicerone ha apostrofato un vecchietto incontrato per strada e con quale orgoglio ci ha poi svelato che quella persona, dal cui viso attempato e rugoso trapelava tanta serenità, era stato per tanti anni il vice sindaco di Alagna. La sensazione che ho immediatamente provato è un certo senso di complicità e di intesa: il modo sereno di apostrofarsi, il sorriso naturale e spontaneo, la gentilezza reciproca e sincera, l’amore e la passione concreta per le proprie usanze e per il proprio habitat, l’orgoglio mal celato per la propria terra e le proprie tradizioni, mi hanno indotto a provare vero e proprio stupore. Era molto tempo infatti che non provavo più questa sensazione di pace e di complicità fra esseri umani tanto da pensare che tali valori fossero scomparsi ed inghiottiti dalla vita frenetica e dal nuovo modus vivendi freddo ed egoistico che ci impedisce di sorridere ai nostri simili e lo stress derivante ci rende ostici e collerici con tutto il mondo. Poi arriva il giorno che casualmente decidi di effettuare un’escursione guidata per conoscere meglio il luogo di villeggiatura prescelto e scopri che esiste una realtà incredibilmente bella dove vige ancora la regola del “Tutti per uno, uno per tutti” e ne rimani veramente colpita e coinvolta. La serata è poi trascorsa all’insegna del relax e la sensazione di pace assimilata durante la giornata hanno maggiormente favorito il meritato riposo.
Sabato 28 luglio (Alagna Valsesia – Santena) Oggi ci siamo svegliati prima del solito perché leviamo le tende e torniamo a casa. Così un po’ prima delle 9 abbiamo varcato la soglia del campeggio dopo aver regolato i conti e aver salutato e ringraziato gestori del campeggio. Prima di intraprendere la strada del ritorno, abbiamo deciso di fare una puntatina ancora a Pedemonte per fare scorta di acqua presso quella bellissima fontana che dona acqua gelida. Così dopo aver parcheggiato il camper nel parcheggio privato dell’Hotel Ristorante “Montagna di Luce” ed aver spiegato al ristoratore che avremmo usufruito di quella sosta esclusivamente per fare scorta di acqua, ci siamo inoltrati nella borgata con le nostre taniche che solitamente ci portiamo dietro ogni qual volta andiamo in montagna. Ben presto avevamo fatto il pieno e dopo aver sistemato il nostro prezioso carico nel garage del camper, siamo partiti definitivamente da Alagna. Nonostante fosse il primo giorno di esodo per le ferie estive non abbiamo trovato tanto traffico e così alle 12,30 facevamo ingresso nel cortile di casa. Il sole bollente ed il gran caldo trovato ci hanno immediatamente fatto rimpiangere la frescura lasciata da poche ore. Purtroppo anche questa volta la vacanza è finita e l’abbaiare gioioso di Charlie che scorrazzava all’impazzata tra cortile e giardino ci ha fatto dimenticare la tristezza e ci ha fatto apprezzare il fatto di essere a casa.
CONCLUSIONI Non c’è più un gran che da dire su questa breve vacanza perché il diario che precede è già ampiamente ricco di particolari ed argomentazioni.
Nel diario però è stato volutamente tralasciato l’argomento “Campeggio” perché merita un capitolo a sé.
Nel nostro girovagare di questi ultimi quattro anni e più precisamente da quando siamo camperisti a tutti gli effetti, abbiamo avuto modo di conoscere diversi campeggi e quindi ci sentiamo di poter emettere alcuni giudizi e trarre le nostre determinazioni.
Il campeggio Alagna è situato fra il fiume Sesia ed il fiume Otro, a poca distanza dal centro abitato di Alagna Valsesia (10 minuti a piedi). Il campeggio è diviso in posti fissi e piazzole riservate ai campeggiatori di passaggio. I bagni sono riscaldati e dotati di acqua calda per lavare i piatti, i panni e fare la doccia. A pagamento c’è inoltre la possibilità di usufruire di una pratica lavatrice dotata di asciugatore. E’ presente un mini-market con servizio di pane fresco e brioches calde tutte le mattine, dietro prenotazione, ed un caratteristico bar che diventa un punto di ritrovo abituale per i campeggiatori che amano chiacchierare e socializzare sorseggiando qualche bevanda della casa. Regolarmente vengono organizzate serate di festa e nel bar è presente una TV da cui possibile assistere agli avvenimenti sportivi più importanti. Per i bambini fino a 5 anni c’é un parco giochi recintato mentre quelli più grandi possono svagarsi presso la loro area giochi oppure al fiume dove è possibile giocare o sdraiarsi al sole con una vista mozzafiato sulle vette circostanti. Dal 2001 il campeggio è gestito da Andy e Corina Jaggi. Andy è svizzero e Corina olandese. Arianna nata nell’agosto 2002 è la loro bambina biondissima. Andy e Corina hanno fatto si che il campeggio abbia un’atmosfera familiare e tranquilla dove lo stress non è conosciuto. Ogni villeggiante si sente in piena armonia con la natura e può scegliere l’attività che più gli aggrada. Gli ospiti del campeggio provengono da diversi paesi europei, ognuno con abitudini diverse ed è sempre molto facile socializzare. L’impatto immediato che si ha è di piena libertà in un luogo dove il rigore e l’organizzazione la fanno da padroni. L’ordine e la pulizia si percepiscono immediatamente; ogni area è dotata di barbecue a disposizione dei campeggiatori e nelle zone lontane dai bagni è possibile trovare una fontanella dedicata. Alcuni particolari ci hanno realmente colpito: • I bagni sono divisi nei due soliti settori: maschi e femmine. La particolarità è che in ambedue i settori c’è l’area adibita a lavaggio stoviglie in modo che anche durante l’inverno sia possibile effettuare il lavaggio al caldo e che ogni individuo abbia la possibilità di entrare nel proprio ambito senza sentirsi a disagio. • I bagni sono dotati di asciugacapelli a disposizione dei campeggiatori. La particolarità è che non sono fissati al muro ma sono liberi e sistemati dentro un’apposita borsa di stoffa appesa all’attaccapanni. • Nel settore femminile sono presenti l’asse da stiro, le bacinelle per il bucato, i fasciatoi per i neonati. • I lavandini per il lavaggio delle stoviglie sono dotati di tappetini rossi sia all’interno che sullo sgocciolatoio e su ognuno è presente lo scolapiatti. Possiamo comprendere che tutti questi particolari non siano notati ed apprezzati da tutti. Per noi sono stati indice di organizzazione e rispetto nei confronti dei campeggiatori tanto da trasmetterci il medesimo rispetto nei confronti dei gestori. E’ naturale che dove trovi considerazione viene spontaneo rispondere con la medesima condotta. Naturalmente i trasgressori ci sono e ci saranno sempre però siamo convinti che il rigore, il rispetto e la disponibilità offerti da Andy e Corina siano un ottimo deterrente per i malintenzionati ed una sicurezza per tutti gli altri. Questa forse è la loro arma vincente che sicuramente li farà apprezzare da tutti coloro che hanno avuto ed avranno modo di conoscerli. A voler essere severi, un piccolo aspetto negativo è rappresentato dallo scarico delle acque grigie. A nostro parere, per i mezzi di una certa lunghezza, è un po’ scomodo. Speriamo che Andy provveda al miglioramento e lo renda più accessibile. Ultima considerazione da aggiungere è la nostra incomprensione nei confronti dei Torinesi che a quanto pare non amano molto soggiornare ad Alagna Valsesia. Infatti siamo stati oggetto di stupore ed il medesimo sentimento l’abbiamo provato noi nel venire a conoscenza di questa realtà. E’ vero che come rammenta un noto proverbio “Non tutti i gusti sono alla menta” però ciò non ci impedisce di non comprendere la non frequentazione di un luogo così bello ed accogliente.
Carla, Franco e Charlie.