Al tropico del cancro con il camper

……………e così andiamo, per la terza volta, in Marocco vogliamo arrivare oltre Dakhla, fino a raggiungere il tropico del Cancro. 30/1/09 Il tempo è buono e non c’è molto traffico. Superiamo presto Genova e la costa Ligure, poi proseguiamo verso Aix-en provence. Finalmente verso le 17, lasciamo l’autostrada e percorriamo gli...
Scritto da: lampo
al tropico del cancro con il camper
Partenza il: 30/01/2009
Ritorno il: 26/04/2009
Viaggiatori: in coppia
……E così andiamo, per la terza volta, in Marocco vogliamo arrivare oltre Dakhla, fino a raggiungere il tropico del Cancro.

30/1/09 Il tempo è buono e non c’è molto traffico. Superiamo presto Genova e la costa Ligure, poi proseguiamo verso Aix-en provence. Finalmente verso le 17, lasciamo l’autostrada e percorriamo gli ultimi 7 km prima di arrivare a Greasque dove troviamo un’area di sosta presso la vecchia miniera. 31/1 Attraversiamo la Francia del sud dove, una settimana fa, un forte nubifragio ha allagato molte zone e un forte vento ha fatto cadere molte piante. Dopo aver superato Barcellona, usciamo dall’autostrada per andare a Sitges dove ci sono campeggi aperti; quando arriviamo, piove ancora forte. 1/2 Superiamo Valencia poi Alicante e andiamo a Benidorm; quando arriviamo, il sole è ancora alto, troviamo molti campeggi già completi, poi ne troviamo uno con un unico posto libero. 2/2 La mattina, arrivati a Murcia, lasciamo l’autostrada per dirigersi verso Granada e poi ridiscendere verso Algeciras. Poi, quando arriviamo nelle vicinanze di Granada, (siamo in piena Sierra Nevada) ecco che incomincia a nevicare poi andiamo verso Marbella , risaliamo la costa e arriviamo ad Algeciras, dove all’uscita 122 troviamo il supermercato Carrefour. 3/2 Imbarco per Tangeri, alle 9,30 la nave lascia il porto e si dirige verso l’Africa. La traversata è più lunga e difficile del previsto sono già le 10,30 e ancora siamo in alto mare intanto molta gente, dopo aver fatto timbrare il passaporto, si sente male, molti, forse troppi, incominciano a vomitare. Alla dogana ci aspettano i soliti impegni e cioè il visto e l’autorizzazione per noi e il camper. Facciamo velocemente, anche se, a causa di un guasto al computer abbiamo l’autorizzazione per soli due mesi e, se vogliamo prolungare la durata del permesso di soggiorno, dovremo andare in dogana ad Agadir, o Rabat .

4/2 Alle 7,30 lasciamo il campeggio di Cap Spartel per dirigersi verso il sud quando inizia a piovere veramente forte. Percorsi circa 80 km ci fermiamo ad Ashila, sapendo che nel porto si può sostare. Arriviamo e ci sistemiamo in una parte leggermente asfaltata: meno male ! la pioggia cade talmente violenta che allaga tutto il piazzale e così farà per tutta la notte. 5/2 Ci alziamo, convinti di poter partire ma vediamo che la strada è allagata, anzi in qualche punto addirittura è alta fin sopra le ruote…Quindi decidiamo di rimanere in attesa che si possa riprendere la strada per andare verso Salé. 6/2 Partiamo per El Jadida dove ci sistemiamo nel campeggio International; il tempo è migliorato e non piove. 7/2 Oggi sembra che la giornata prometta bene. Il sole fa capolino, non piove e la temperatura sale fino a diciotto gradi. Facciamo lunghissime passeggiate fino alla vecchia città portoghese. 8/2 Centinaia di ragazzi si sono riversati nella spiaggia, sulla sabbia hanno disegnato il loro campo di calcio e si sono messi a giocare. Facciamo una sosta in un bar in riva all’oceano e ci gustiamo un buon caffè , poi mentre siamo fermi a prendere il sole sentiamo parlare italiano: un piccolo gruppo di sei persone si è fermato al bar. Mary guarda attentamente una signora che le sta davanti e dice la conosco… la conosce? Ma siamo a 4000 chilometri da casa? . Si alza e va dalla signora la quale…Udite udite riconosce Mary. 9/2 Percorriamo velocemente i km che ci separano da Safì poi prendiamo la strada per Essaouira ma a un tratto la troviamo completamente allagata…Impossibile passare, siamo costretti a rientrare in città e prendere la strada costiera bellissima ma stretta e piena di curve. Ci godiamo il panorama dell’atlantico che costeggiamo fino ad arrivare a Essaouira. Percorriamo i viali che conducono al porto con la speranza di trovare un posto in uno dei tanti posteggi vicini al centro. Lo troviamo ma abbastanza lontano, gli altri sono tutti occupati…Ci sono veramente tantissimi camper posteggiati e la città è invasa dai turisti. 10/2 La mattina facciamo una bellissima passeggiata, visitiamo il mellha (che non avevamo visitato l’anno scorso), chiediamo il prezzo di alcune stoffe, ci soffermiamo presso i venditori di olive e infine facciamo spesa al mercato del pesce. 11/2 Partiamo presto perché vogliamo andare ad Agadir ovvero al mega campeggio che si trova 30 km prima di Agadir e dove c’è di tutto. La strada costiera ci riserva bei panorami, in alcune calette vediamo camper in sosta, vorremmo restare ma siamo “ pieni” e dobbiamo andare a scaricare, quindi proseguiamo fino ad arrivare a questo campeggio in “ stile europeo”. E’ pieno, no anzi. Stracolmo, possiamo andare al campeggio che si trova in riva all’oceano. Antero chiede a un ragazzo del bar dove e se è possibile scaricare; si possiamo ..Che fortuna !…Procediamo allo scarico e al ricarico dell’acqua e possiamo riprendere il niostro cammino verso Tiznit ma quando arriviamo troviamo tutto completo 12/2 La mattina andiamo a fare un giro nel suk di Tiznit e cerchiamo qualcuno che possa rimettere in sesto l’orologio di Antero. Nel frattempo andiamo a ritirare, in lavanderia, il bucato che ci viene consegnato pulito e profumato. La sera, dopo cena andiamo in centro a passeggio, nel nostro girovagare per i negozi, compriamo una piccola pentola a pressione così da poter cucinare velocemente le verdure. 13/2 Andiamo ad Aglou Plage a circa 15 chilometri da Tiznit e, poiché si trova in riva all’oceano, ci mettiamo subito in costume a prendere il sole. 14/2 Stamane il cielo è parzialmente coperto e fa un po’ fresco. Andiamo a piedi verso la nuova costruzione dentro il parco marino che qui hanno creato. Vediamo tantissime piccole case abitate dai pescatori , entriamo in una di queste che viene utilizzata come deposito di pesce e vediamo che i pesci, appena pescati, sono messi dentro una ghiacciaia scassatissima e vecchissima ma funzionante con il ghiaccio e senza elettricità. 15/2 E’ domenica e vediamo arrivare da Tiznit tanti pullman e taxi con i turisti locali. Tutti vanno lungomare a fare passeggiate e sorbire dei buoni caffè. La sera quando rientriamo al campeggio i turisti locali rientrano verso le loro case usufruendo dei pochi taxi presenti(vecchie grandi Mercedes a gasolio). Quanti saranno dentro ogni taxi? Noi li abbiamo contati 11+ l’autista!!!! 16/2 Partenza per Sidi Ifni che dista solo 60 km e dove ci fermeremo alcuni giorni.

17/2 Andiamo verso il centro per trovare i nostri amici che sono qui per 6 mesi all’anno. Non li troviamo al loro camper, lasciamo un biglietto e ci fermiamo in un bar, vicino al mercato, per prendere il consueto caffè olé . Mentre stiamo gustando la nostra colazione ecco che vediamo arrivare la nostra amica, baci, abbracci e fissiamo per ritrovarsi insieme il pomeriggio. La sera, quando andiamo in centro vediamo arrivare un bus che improvvisamente si ferma lungo la strada, forse ha un guasto, forse non ha il carburante. Non lo sappiamo, comunque dal bus scendono tutti e si mettono a spingere fino a farlo ripartire e poi, in corsa rimontano nel bus (qui è consueto vedere spingere le auto e i motorini ma i bus ancora non li avevamo mai visti). Ci ritroviamo con i nostri amici i quali hanno pensato e deciso di prendere in affitto, per un anno, un appartamento al costo di 950 dh al mese (89 euro mese)…Cioè molto meno del campeggio. 18/2 Il sole splende alto nel cielo,trascorriamo la giornata leggendo. 19/2 Partiamo presto perché ci sono 300 km da fare. Vediamo che in alcuni punti la strada è allagata e invasa dal fiume e tanta sabbia ai lati della strada. Arriviamo a Tan Tan Plage (El Quatia) e facciamo un giro panoramico del paese per vedere se è possibile sostare liberamente vicino all’oceano , quest’anno hanno messo i cartelli con il divieto di sosta ai camper e quindi andiamo nel campeggio. 20-21/2 Sosta a El Quatia. Colazione al bar lungo mare poi incomincia ad alzarsi un forte vento che ci consiglia di andare in centro del paese, al coperto. Prendiamo il sole, leggiamo i nostri libri , facciamo le parole incrociate.

22/2 Partiamo per andare a Layounne ci separano 370 chilometri di deserto di sassi. Improvvisamente un fortissimo vento alza la sabbia, il cielo diventa giallognolo, decidiamo di fare sosta al distributore perché non è il caso di camminare. Passano 15 minuti e la tempesta di sabbia si allontana e noi riprendiamo il nostro cammino.

Troviamo i primi posti di blocco, ci chiedono da dove veniamo e dove andiamo poi quando diciamo che è la terza volta che veniamo in Marocco ci lasciano passare senza chiederci né il passaporto e nemmeno la dichiarazione con tutti i nostri dati. Arriviamo a Layounne (siamo stati filtrati da almeno 6 posti di blocco) e andiamo nell’unico campeggio di questa enorme città, dove troviamo altri 4 camper. Tira un forte vento che alza la sabbia, poi, prima di sera vediamo arrivare un gruppo di fuoristrada con la scritta Amsterdam – Dakar e si fermano per la notte.

23/2 La nostra prossima meta è Cap-Boujdour a circa 180 km da Layounne. Non troviamo nessuno, solo alcuni camper che ritornano e camion frigoriferi. Il panorama è desolato, sassi e nient’altro che sassi. A fianco della strada pascolano dromedari che talvolta, fermi in mezzo alla strada ci impediscono il transito. Ancora posti di blocco per il controllo dei documenti ma ci fanno sempre segno di passare e solo quando arriviamo in prossimità di Cap Boujdour veniamo fermati da un civile che assieme ad un militare ci fa mille domande. Sono cortesi, devono svolgere il loro lavoro e poi ci fanno passare avvertendoci che non ci è consentito fare foto a militari e alle loro postazioni o riprendere le caserme, i camion..Insomma niente . Certo, trovare un campeggio come questo in un posto lontano dalle zone più turistiche ci meraviglia e visto che è dotato anche di lavatrici , laviamo tutta la biancheria, lenzuoli compresi. La temperatura è aumentata man mano che scendiamo verso il sud ma il vento, che tira abbastanza forte , rinfresca tutto. Pensiamo sempre al vento, sappiamo che qui è sempre così , anzi, talvolta è con tempesta di sabbia, ma noi vogliamo scendere ancora più a sud e, proseguire per altri 4/500 km in questo deserto di sabbia e sassi, ci scoraggia un po’. Sappiamo che da qui a Dakhla ci sono solo 2 distributori e 2 minuscoli paesetti e nient’altro: ancora non siamo sicuri se andare o ritornare verso il nord. Decidiamo di rimanere qui anche domani per poi prendere una decisione. 24/2 Abbiamo deciso: andremo fino a Dakhla e poi al Tropico del Cancro. Dopo pranzo una coppia di italiani , arrivati in mattinata con un fuoristrada, vengono a salutarci (siamo gli unici italiani presenti), loro sono di Magione (Pg) dove gestiscono un agriturismo e sono stati in Mauritania , in Senegal ed in Mali con il loro fuoristrada. 25/2 I 400 km che ci separano da Dakhla sono lunghi e monotoni, percorrere una strada sempre diritta senza alberi, senza niente da vedere all’orizzonte se non deserto di sassi e solo talvolta piccole dune di sabbia è molto faticoso. Nonostante l’assenza totale di vita, come noi la intendiamo, in mezzo al nulla ogni tanto c’è un posto di blocco. Dopo 170 km troviamo un distributore che fortunatamente ha il gasolio, vediamo anche alcuni raggruppamenti di case per militari. Altro distributore dopo ulteriori 120 km , poi la strada fa qualche curva , si passa in mezzo a piccole colline che alla base sono ricoperte, pensate un po’, da bellissimi fiori celesti e piante grasse fiorite.

Scendiamo per fotografare i fiori e prenderne qualcuno e con sorpresa vediamo che qui, in mezzo alla sabbia del deserto nascono i fiori che noi conosciamo come i “semprevivi”. Finalmente scorgiamo un cartello con l’indicazione: Dakhla 40 km. Ci troviamo al bivio, a destra entreremo nella strada che ci porta a Dakhla, in fondo alla penisola, a sinistra la strada prosegue per il Tropico del Cancro e per la Mauritania. Noi siamo in attesa che il poliziotto responsabile del posto di blocco ci consenta il passaggio, ci chiede dove andiamo cerchiamo di spiegargli che vogliamo arrivare al Tropico del Cancro e poi ritornare per andare a Dakhla; ci fa passare e proseguiamo verso la Mauritania. Adesso il panorama è bello, siamo sopra una falesia a destra l’oceano è blu intenso e isolotti che separano l’oceano dalla penisola di Dakhla formando una laguna. Lungo la strada ci sono alcuni minuscoli villaggi di pescatori mentre dalla parte sinistra sempre sassi e nient’altro che sassi, talvolta , scorgiamo case costruite per i militari che presidiano il territorio poi, la strada non scorre più lungo l’oceano e quando arriviamo ad El Argoub (che sappiamo essere un villaggio di soli militari), davanti a noi e intorno a noi solo sassi e deserto. Abbiamo già percorso 40 km e, stando alla carta stradale dovremmo essere nei pressi del Tropico del cancro ma le coordinate geografiche che Antero aveva memorizzato nel telefono ci fanno proseguire. Finalmente, esattamente 21 km dopo El Argoub, lungo la strada vediamo un cartello con la scritta “Tropico del Cancro”. Controllo veloce del GPS che conferma l’esatta posizione della linea immaginaria che rappresenta il tropico, superiamo il cartello, facciamo retromarcia e ci sistemiamo, con il camper proprio vicino al cartello per fare le foto ricordo di questo nostro viaggio. Antero scatta le foto ma non possiamo farne una assieme perché non ci sono punti di appoggio per la macchina fotografica. Come fosse uscito dal centro della terra ecco che un giovanotto viene verso di noi, ci saluta, ci da il benvenuto, noi cogliamo l’occasione al volo: gli diciamo se ci fa una fotografia a ricordo ; lui è contento e ci ritrae, anzi ci immortala sotto il cartello “tropico del Cancro”. Antero gli chiede se ha bisogno di qualcosa lui dice che ha fame , accetta una scatoletta di sardine, il vino lo rifiuta, ringrazia e sparisce in mezzo ai sassi…Da dove era venuto Ripartiamo, ora alle spalle abbiamo 300 km per arrivare in Mauritania e davanti a noi 60 km per arrivare al bivio che, dopo altri 40 km ci porterà a Dakhla. Superiamo il bivio dopo aver ri-salutato il militare al posto di blocco e ci troviamo, dopo 5 km, in un paesaggio lunare. A destra alte colline di sabbia bianca , alla sinistra la laguna che con le sue acque arriva al ciglio della strada tanto da farci credere che in qualche posto forse non sarebbe possibile passare. Arriviamo e, dietro ad una curva, c’è un grandissimo posteggio sulla laguna dove vediamo non meno di 30 camper in sosta.

Lasciamo la strada asfaltata, facciamo una breve pista e, anche noi ci fermiamo qui ancora stupiti da questo meraviglioso panorama. Il tramonto sulla laguna è di quelli che ricorderemo per il resto della nostra esistenza. Il cielo di notte, in assenza di qualsiasi luce e a questa latitudine è semplicemente meraviglioso e ci offre una visione delle stelle e dei pianeti che non avevamo mai visto.

26/2 La mattina assistiamo al prosciugarsi della laguna perché ogni 6 ore l’acqua dell’oceano , per effetto delle maree riempie la laguna. E scopriamo che tante persone, munite di stivaloni alti o addirittura vestiti di gomma vanno nel bagnasciuga della laguna per oltre 4 km chi a pescare le mormore , altri invece a catturare i cannolicchi da cui ricavare l’esca per pescare nella laguna. Nel grande parcheggio dove sostiamo hanno installato un grande tendone che serve per i surfisti che domani faranno una gara qui, in questa laguna in occasione della festa nazionale di Dakhla che si svolge negli ultimi 3 giorni di febbraio. Ci sono tanti campeggiatori italiani che vengono qua a svernare chi per tre mesi chi per sei, attratti da un bel sole sempre caldo, niente pioggia e tanto pesce che ciascuno può pescare ; questi sono i posti più pescosi del mondo.

Il posteggio è presidiato da un gruppo di militari quindi la sosta qui, anche se libera, è tranquilla e garantita dalla presenza dei militari. Stiamo facendo , quello che i Francesi chiamano “camping sauvage” senza acqua (bisogna andare a Dakhla, distante 25 km da qui) per scaricare, invece qui c’è una buca, oggi attrezzata. E’ gratis e il panorama compensa il sacrificio di non avere le comodità a cui siamo abituati. Ci arrangeremo sapendo che possiamo andare in città, fare la spesa, caricare acqua direttamente al serbatoio della città ed anche scaricare al campeggio che si trova a 6 km da Dakhla. Dopo pranzo facciamo la nostra prima passeggiata nella laguna e troviamo grosse conchiglie poi, mentre l’acqua si alza e riempie la laguna ,vediamo tantissimi campeggiatori e giovani marocchini che, muniti di surf o con il paracadute ed il surf , volteggiamo sulle acque dell’oceano spinti sempre da un generoso vento che qui non smette mai. Noi andiamo nella collinetta prospiciente il posteggio e da lassù godiamo di un bellissimo panorama: l’oceano è di un blu intenso, la laguna, mentre l’acqua entra diventa man mano verde, celeste e poi blu; bellissimo il contrasto delle falesie che sono a picco sulla laguna e ricoperte di sabbia bianca. Eccezionale la vista di tanti surfisti che volteggiano nell’acqua. E così arriviamo al tramonto, Antero intanto cerca di capire come pescano gli altri campeggiatori, quale esca e dove vanno; ci godiamo questo strano e bellissimo panorama. Siamo arrivati qua tranquillamente, per il momento, abbiamo trovato tanto vento ma niente di particolare; non ripartiremo subito restiamo un po’ per vedere il festival di Dakhla. 27/2 Stamane, di buona mattina, andiamo al di la della laguna verso l’oceano. C’è da attraversare una grande pianura di sabbia indurita dal sole è immensa e lunga oltre 3 chilometri prima che si possa raggiungere la spiaggia bagnata dalle acque dell’oceano. Il sole, anche se è mattina è sempre più caldo, siamo soli in questa immensità davanti e tutto intorno a noi solo sabbia, dietro, va scomparendo la macchia bianca dei camper in sosta. Troviamo alcune grosse conchiglie e tante impronte di dromedari. Finalmente, dopo oltre 1 ora arriviamo, le onde si infrangono con violenza nella sabbia creando vortici che ci consigliano solo il bagno dei piedi. Prendiamo il sole senza soffrire la calura in quanto il vento spira abbastanza forte. Rientriamo che è l’ora di pranzo, noi non siamo attrezzati per mangiare fuori dal camper, perché il vento non ci permette di tenere acceso il fuoco della bombola, non ci sono legni per attizzare il fuoco con il carbone e la sabbia ci sferza il volto. Mangiamo dentro il camper la verdura e la carne che abbiamo dietro. E facciamo l’elenco delle cose che sono necessarie per rimanere qui per un periodo lungo: per prima cosa occorre mettere una paratella (quella che noi vedevamo mettere ai tedeschi tanto, tanto tempo fa) intorno al camper ma non più alta di 1 Mt così da non far arrivare la sabbia dentro il camper e poter cucinare all’aperto. Mentre noi trascorriamo il tempo leggendo, il sole fa alzare la temperatura che alle 14 segna 38 gradi. La laguna è viva le basse maree permettono ai pescatori di andare vicino all’isolotto (che dista 4 km) a pescare, mentre le alte maree consentono ai surfisti di scivolare nelle onde spinti da un vento robusto.

Il tramonto del sole sull’oceano ci ricorda che è ora di preparare la cena e, dopo, godere del cielo illuminato dalla luna piena e da una miriade di stelle.

28/2 Lasciamo la laguna e ci dirigiamo verso Dakhla per andare a vedere il festival. La città è grande e si presenta subito come più importante avamposto militare. Lungo i viali di accesso alla città ci sono immensi edifici anche in stile fortezza , c’è anche una zona riservata alle N.U. che qui svolge un delicato compito e tanti, tantissimi anzi una moltitudine di militari. Il solito posto di blocco e arriviamo nel centro della città dopo aver attraversato la parte più nuova. Qui si respira, ancora più che in altri posti, qualcosa di europeo , anche le case, per lo meno quelle più moderne, alte anche 3 piani, ci ricordano che gli spagnoli hanno lasciato la città a metà del secolo scorso.

Arrivati nella piazza del mercato della città vecchia notiamo subito una grandissima confusione ci fermiamo per capire dove si trova il luogo dove si svolge il festival e facciamo la cosa più semplice, seguiamo la moltitudine di gente che si incammina per una strada cantando e ballando..E..Dopo 200 metri arriviamo in uno spiazzo. Proprio davanti a noi, in uno immenso spazio sterrato (abbiamo calcolato circa 3 km quadrati) si svolgono le varie attività del festival. Proprio oggi avrà luogo la corsa dei dromedari. Alle 12 assistiamo alla parata di 40 dromedari contrassegnati con i numeri e cavalcati da persone giunte qui da tutto il Marocco , dalla Mauritania e anche dal Senegal. Il palco d’onore si riempie di personalità arrivate qui con grosse auto, c’è un gran vociare, cantano tutti e…Tanta, tanta confusione.

Noi, in attesa che si svolga la corsa facciamo il giro della pista , tutto intorno tantissime tende , entriamo all’interno delle tende dove i sahrāwī (popolo locale costituito dai gruppi tribali tradizionalmente residenti nelle zone del Sahara Occidentale gravitanti sul Sāqiyat al-hamra e sul Wadi al-dhahab (Rio de Oro) e che avevano cominciato negli anni trenta a reclamare la loro indipendenza) hanno allestito l’esposizione dei loro prodotti, dei loro lavori artigianali. La maggior parte dei presenti ha una carnagione molto più scura di quella che abbiamo visto finora , tutti sono cordiali, ci salutano e ci danno il benvenuto mentre molti (ai quali chiediamo autorizzazione) evidenziano il loro piacere nel farsi fotografare.

E così ecco che Mary abbraccia un gruppo di ragazze che passeggiano e che si fanno fotografare, tutte hanno occhi bellissimi , poi scattiamo numerose fotografie in una tenda dove si svolge la rievocazione della cerimonia , nei vestiti tradizionali, del matrimonio di una ragazza Saharawiana (molto giovane!!!). Ci sono anche scuole di ragazze che , assieme alle loro insegnanti pubblicizzano i loro lavori, sia di studio che di artigianato e noi veniamo invitati a leggere i loro opuscoli (in francese), si fanno fotografare e ci chiedono di inviare loro, quando saremo ritornati in Italia, le foto fatte ed anche qualche foto della nostra città.

Così trascorriamo la prima parte del pomeriggio curiosando nelle varie tende, mangiando quello che cuociono loro. Alle 16 vediamo arrivare un gruppo di cavalieri con i loro cavalli riccamente addobbati che si preparano al gran finale della corsa dei cavalli berberi che si svolgerà domani. Bellissimo vedere i cavalieri con i fucili in mano che corrono velocissimamente urlano e sparano tutti insieme quando arrivano davanti alla tribuna d’onore; chi spara in ritardo…Viene eliminato…Dalla gara.

Non facciamo in tempo a vedere finire le corse dei cavalli che alle 18 iniziano le corse dei dromedari, mentre scende la sera, noi restiamo in questo spiazzo mentre tutti gli altri camperisti se ne vanno. Siamo soli, davanti, a noi ancora la confusione di questo immenso circo all’aperto, facciamo una passeggiata nel vicinissimo centro e mangiamo un prodotto locale: Mary un pane imbottito con pesce allo zenzero, salsa piccante e..Patatine fritte, Antero un pane imbottito con salsicce di dromedario cotte alla brace, salsa piccante e..Patatine fritte. Pesantucci… Ma buonissimi. Alle 21,30 sembra che tutta la confusione sia terminata ed il grande spiazzo del festival pare deserto e noi ci prepariamo per trascorrere la notte in tranquillità. Sicuri ? 1/3 Alle 23 quando già eravamo nelle mani di Morfeo sentiamo un gran vociare , ci alziamo e vediamo che il grande spiazzo si riempie di nuovo di tantissimi giovani che , nel palco delle autorità, accendono i microfoni ed incominciano a cantare…Si scatena il pandemonio… così faranno fino alle 3 di notte. Alle 4,30 e alle 6,40, mentre ci gustiamo il riposo ecco che l’Imam chiama alla preghiera i suoi fedeli, ma tutto questo fa parte della nostra avventura in queste terre lontane! Stamane andiamo a vedere la città, il mercato, e comperare le cartoline…Le cartoline? E che roba è…Qui non esistono! Durante la nostra passeggiata, Antero vede un barbiere e decide di farsi tagliare i capelli; il barbiere, gentilmente, cambia subito il canale della tv e ne mette uno Italiano. Facciamo alcune foto ricordo e poi, dopo aver comprato il pesce rientriamo. Oggi ci sono le finali della corsa dei cavalli. Ci mischiamo alla gente del posto Mary urla e incita i cavalieri nello stile arabo e le donne che ci sono attorno ridono e sono contente che una turista Italiana faccia come loro. La festa continua tra una moltitudine di persone, di venditori, insomma una grandissima confusione che dura fino alle 21,30 poi ..Tutti a casa. Noi restiamo a dormire, proprio qui davanti nella piazza.

2/3 Dopo aver fatto le compere al mercato usciamo dalla città per andare in una falesia sopra l’oceano, troviamo tanti altri camperisti che qui sono a fare camping sauvage e a pescare. Trascorriamo tutta la giornata sotto un caldo sole. La sera siamo solo 5 camper ed un furgoncino con 2 giovani surfisti spagnoli. Alle 20 arriva un fuoristrada con altri giovani , i 2 surfisti del furgoncino vengono da noi ci dicono che vorrebbero andare a cenare in centro e ci chiedono se possiamo controllare il loro mezzo stracarico di attrezzature per surf. E così facciamo i guardiani, alle 22,30 rientrano i due spagnoli, ci ringraziano e poi vanno a dormire.

3/3 Ci alziamo sotto un bel sole, durante la mattinata , il vento è aumentato e così, dopo colazione, decidiamo di andare al campeggio sia per scaricare che per ripararsi dal forte vento. Il campeggio non offre niente di particolare, dista oltre 5 km dalla città però ha alte mura che ci riparano dal vento e dalla sabbia. 4/3 Andiamo al mercato a Dakhla per fare acquisti. Compriamo fragole e arance, poi restiamo in mezzo al trambusto e la confusione dei venditori. Il mercato del pesce è al coperto in un grande unico locale con ai lati dello stanzone tanti piccoli box per la vendita . Nel centro della stanza, un’altra struttura di pietra e marmo dentro la quale ci sono i pulitori , cioè coloro ai quali, dopo l’acquisto, va consegnato il pesce da pulire. Dentro i box ciascun venditore urla per invitare la gente ad acquistare la propria merce, mentre il gruppo di “pulitori di pesce” li squama e li eviscera. Nel frattempo, mentre altri pescatori portano il loro pescato, altri puliscono per terra. La scelta è difficile per la grande varietà dei pesci , tutto è freschissimo. Facciamo fatica a rifiutare i continui inviti dei venditori, prima vogliamo vedere tutto e dopo fare i nostri acquisti. Per la sera compriamo sogliole giganti mentre per pranzo, una bella, agitata, aragosta. Andiamo nella falesia di solo sassi così che il forte vento non ci riempia di sabbia. Purtroppo nonostante il sole che ci invita a stare fuori non possiamo poiché il vento , che nel frattempo è aumentato, ci consiglia di rimanere dentro il camper. Comunque , mentre il camper traballa per il vento riusciamo a cuocere e gustarci la nostra bella aragosta .

Di pomeriggio il vento si calma un po’, rientriamo in città per andare a cenare nel più famoso ristorante di Dakhla il “ Casa Louis” dove ci gustiamo una cena tipica. Sono le 21,30, prima di andare al camper che abbiamo messo in una grande piazza vicino alla caserma delle N.U., facciamo una passeggiata e vediamo, in una piazza vicina, chi vende pesce fritto, chi invece cuoce la carne tipo arrosticini e tanta , tanta gente che frequenta bar , che passeggia. E’ molto tardi, ma qui ancora c’è un gran via-vai di gente, alle 24 rientriamo al camper.

5/3 Andiamo di nuovo in centro per cercare, se possibile, un parrucchiere per Mary. Ci sono tante tende dove vendono prodotti di artigianato locale, noi ci fermiamo in quella dove c’è una ragazza alla quale domandiamo se conosce un parrucchiere per signora. Si vede che è sorpresa per la richiesta fatta, ride e ci fa cenno di seguirla e così andiamo con lei dentro minuscoli vicoletti sterrati (e siamo in centro!), troviamo , caduta per terra, l’insegna del parrucchiere, entriamo in una casa spostando una tenda che serve come porta di accesso . Siamo stupiti, ci viene da ridere, oppure no forse ci viene da piangere, comunque riconosciamo che siamo un po’ incoscienti. Al di là della tenda a destra entrando c’è un piccolo locale con sedie scassate ..È la sala di attesa, più avanti in un’altra stanza c’è la televisione e qui viene consumato il rito del the, entrambi si affacciano in una stanza più grande dove il parrucchiere esercita la sua attività. L’arredamento è quello che avevamo 60/70 anni fa, mobili,specchi,attrezzatura tutto ci riporta indietro nel tempo, gli specchi sono tutti incorniciati con fiori di plastica; e solo alcuni prodotti ci ricordano l’attualità come le tinture per i capelli dell’Oreal.

Che fare? Mary desidera rimettere in sesto i capelli e decide di rimanere chiedendo al parrucchiere, se lava e mette la tintura nei capelli. Il parrucchiere è sorpreso quanto noi, ride, si fa in quattro per cercare di capire le richieste poi chiama una ragazza spagnola per fare da interprete e finalmente riusciamo ad intenderci. Il parrucchiere contento di aver lavorato per una Italiana, prepara una maschera rinfrescante con l’argilla di due tipi (prima bianca e dopo argilla rossa). Antero riprende con la telecamera i momenti più salienti ed è simpatico vedere il filmato fatto per l’occasione!!! Facciamo delle foto ricordo e promettiamo, se ritorniamo a Dakhla, di andare a trovarli. Saremo loro graditi ospiti.

Si avvicina l’ora di pranzo, decidiamo di andare in un locale caratteristico Saahriano che si trova proprio davanti alla grande moschea e vediamo tanti, tantissimi uomini che camminano svelti svelti (quasi corrono) ed entrano per la preghiera. Ritornando verso il camper ci fermiamo in un piccolo negozio di tappeti Sahariani, veramente belli e grandissimi (5,50 x 4 metri) . Vorremmo comprarne uno anche perché , essendo tappeti portati qui dalla vicina Mauritania per la vendita durante il festival di Dakhla e rimasti invenduti, il prezzo è veramente buono…Solo 280 euro!. Purtroppo decidiamo di soprassedere e non facciamo l’acquisto: sarà per il prossimo anno. 6/3 La mattina, prima di andare via da Dakhla passiamo in pasticceria per comperare le sfogliatine, che sono veramente buone. Facciamo la consueta spesa di pesce fresco e poi lasciamo la città per ritornare alla Laguna Rossa dove abbiamo intenzione di trascorrervi ancora qualche giorno e provare a pescare.

7-8-9-10 Marzo Prima di andare a pescare occorre catturare i cannolicchi, abbiamo visto come si fa e approfittiamo della conoscenza di una coppia di italiani per chiedere a loro , in prestito, il ferro che ci permetterà di prenderli e poi, dopo averli seccati al sole, si potranno utilizzare come esca per la pesca alle mormore.

E’ sabato, la mattina a cannolicchi e la sera , con la bassa marea, a pesca, Antero prende molti pesci, si puliscono, e subito si cuociono…Chi se le ricordava le grigliate di pesce fresco ! Domenica mattina arrivano bus stracolmi di giovani che vengono nella laguna muniti di surf, il vento forte gli permette di scivolare velocemente , noi aspettiamo le 16 che cali la marea e poi facciamo i nostri 3,4 chilometri sul bagnasciuga della laguna, per arrivare vicino all’isola e pescare. Se sabato Antero ha catturato 4 mormore , oggi nel carniere ce ne sono 8 e belle grosse. Facciamo filetti di mormora da mettere nel surgelatore.

Lunedì e martedì vediamo partire tanti camper, sono quelli che stazionano qui da circa 3 mesi e ora ritornano a nord , sotto un sole cocente, si legge, si cammina nel deserto dell’oceano, poi a pesca, a fare i filetti e poi a nanna.

11/3 Lasciamo la laguna per ritornare verso Layounne. Abbiamo preso tanti appunti, se vogliamo ritornare qui dobbiamo attrezzarci in modo diverso. E ripercorriamo a ritroso i 350 chilometri che ci separano da Cap Boujdour , non troviamo anima viva ed il panorama è completamente piatto, dopo 130 km troviamo il primo distributore che è senza gasolio, poi dopo altri 150 chilometri l’altro distributore che , fortunatamente ce l’ha. Il gestore prima di venire da noi va ad attaccare la corrente che mette in moto la pompa per la distribuzione del gasolio, facciamo il pieno e proseguiamo, lungo la strada vediamo una grande barca utilizzata come insegna per un paese di pescatori sappiamo che è possibile fermarsi a fare camping sauvage ma decidiamo di andare avanti. Arriviamo al campeggio di Cap Boujdour , facciamo una bella doccia, ri-laviamo con la lavatrice i nostri vestiti , ci colleghiamo in internet con nostro figlio e, per cena , ordiniamo una succulenta tajina.

12/3 Stanotte ha fatto veramente tanto caldo. Alle 12,30 vediamo arrivare una nuvola nera…È uno sciame di libellule che, spinte dal vento caldo del vicino deserto, sono venute a ripararsi vicino all’oceano. Giornata di riposo.

13/3 La strada che da Cap Boujdour porta a Layounne oltre che monotona è piena di buche provocate dalla pioggia che , in alcuni punti, ha fatto straripare i fiumi (oued) che corrono ai lati invadendo la strada in più parti. Unici attori di un panorama monotono sono i branchi di dromedari che pascolano liberamente in questo deserto di sassi. Finalmente arriviamo nella falesia sopra Oued Ma Fatma dove è possibile fare campeggio sauvage . C’è la possibilità di rifornirsi di acqua potabile pagando 15 dh al gestore di questo parcheggio e si possono scaricare le acque scure in buche profonde. Il posto è bello, da qui si domina l’oceano ed è un posto eccellente per la pesca dei famosi pesci courbine. La settimana prima qui si è scatenato un uragano, infatti verso le due di notte si è alzato un forte vento con pioggia,sabbia, tuoni e lampi , molti campeggiatori, impauriti da questo evento improvviso, sono scappati velocemente lasciando anche alcune parabole per terra.

La tempesta è durata mezz’ora ma molto intensa …Ecco..Ora si capisce perché la strada , in più punti, era coperta da uno strato di sabbia portata dai fiumi che avevano invaso la sede stradale ed anche piccoli laghetti che si sono formati ai lati della strada; tutto questo all’andata non c’era…Insomma il panorama ora è diverso. Nel pomeriggio vediamo arrivare i nostri amici italiani, conosciuti a Dakhla, che ripercorrono la strada del ritorno verso casa. 14/3 Mentre ci prepariamo il caffè vengono a salutarci i nostri amici perché entro il 21/3 devono essere fuori dal Marocco e quindi partono per Agadir, mentre prendiamo il caffè insieme vediamo arrivare dal deserto una nuvola gialla, si è alzato il vento e non promette niente di buono. Un camperista francese incomincia a urlare tempesta, tempesta , chiude tutte le finestre e si barrica dentro, altri fanno la stessa cosa. I pescatori fuggono via e rientrano nei loro camper e così facciamo anche noi. Arriva la sabbia però il vento cambia direzione e la nuvola si volge verso nord . Il cielo ritorna sereno e così rimane per tutta la giornata che trascorriamo in cima alla falesia leggendo un buon libro.

15/3 Partiamo presto per andare a Guelmine , anzi nell’oasi di Asrir dove l’anno scorso abbiamo conosciuto il pittore che ci ha dipinto gli specchietti del camper. Arriviamo e dalla casa escono tutti per salutarci. Lui, la moglie e i suoi quattro figli, baci, abbracci. Ci invitano a fermarsi da loro e ci accolgono nella loro modesta casa. Andiamo nella stanza con i tappeti e i cuscini, ci sediamo e incominciamo a discorrere. Il padrone di casa ci invita a condividere con loro il pasto mentre la moglie mette nel grande tavolo rotondo un enorme cuscus . Poi porta una brocca con del latte (quello che resta dopo averlo lavorato e cioè il siero che non ha più alcun valore energetico) Noi non partecipiamo al pranzo abbiamo già mangiato, loro ci capiscono e ci liberano dall’impegno e restiamo in loro compagnia. Il padrone di casa ci dice che si tratta di cuscus di dromedario (stomaco di dromedario), la parte più energetica e più saporita, Mary, come al solito, non resiste alla tentazione e chiede di poterlo assaggiare. Tutti, per finire, prendono una parte del cuscus avanzato ,quello senza carne, lo mettono in una tazza lo innaffiano con il siero di latte e poi lo mangiano come fosse un dessert. Nel frattempo arrivano tutti i vicini di casa che ci salutano; tutti sono contenti e orgogliosi della nostra visita e accettano volentieri le fotografie che anno scorso avevamo scattato sia al pittore che ai bambini. Ritorniamo verso Guelmin che superiamo per andare alle terme di Aybanou dove potremo trascorre la notte.

Arriviamo e restiamo sorpresi di trovare- oggi però è domenica- una grande folla dentro lo stabilimento delle terme. Ci sono 2 stabilimenti uno solo per gli uomini e uno solo per le donne. Nello stabilimento degli uomini, che rimane aperto 24 ore è possibile dalle 19 alle 6 di mattina, solo per gli europei entrare nella piscina termale e fare il bagno. L’albergo, con ristorante annesso, ha delle belle camere dove poter ospitare i turisti ad un prezzo ragionevole (250 dh per camera con 1 letto matrimoniale e un lettino piccolo), mentre all’ingresso delle terme c’è un piccolo bar che viene preso d’assalto dai tanti turisti domenicali e ce ne sono tanti (tutti uomini). Verso sera arrivano le donne che erano alle terme a loro riservate si mettono ai tavolini, prendono una bibita ed aspettano che i loro uomini escano dalle terme per fare ritorno a casa. 16/3 Decidiamo di trascorrere ancora un giorno qui in questo campeggio. Facciamo una bella doccia con acqua termale a 39 gradi. Oggi non c’è più la confusione della domenica comunque nel corso della giornata sono venuti tanti uomini per fare il bagno alle terme. Alcuni camperisti francesi vanno a farsi fare i massaggi. Chiediamo informazioni all’ingresso delle terme e veniamo a sapere che l’ingresso per i bagni costa 10 dh mentre i massaggi per la circolazione costano 100 dh. 17/3 – 24/3/09 Arriviamo a Sidi Ifni dove trascorriamo 8 giorni mangiando pesce e frutta a volontà. Le giornate scorrono lentamente, la mattina andiamo in città a comperare il pesce per il pranzo. Alle 17, dopo aver preso il sole ritorniamo in paese per comperare la frutta, il pane le paste per la colazione ed il pesce per la cena, ma prima di rientrare facciamo la solita merendina: ciambelle fritte fritte su piatto di plastica condite con zucchero. Ritorniamo al campeggio, ci colleghiamo in internet e parliamo con i nostri figli.

25-26/3 Andiamo a Tiznit sperando di trovare i nostri amici francesi con i quali per 2 anni ci siamo ritrovati in Marocco durante il nostro girovagare. Con una ultima e-mail (che leggiamo in Marocco) ci avvisano che partiranno il 3/3 fermandosi a Tiznit per almeno 20 giorni. Arrivati all’ingresso del campeggio, mentre consegniamo i documenti ecco che vediamo i nostri amici…Che fortuna, se avevamo fissato un appuntamento sicuramente non eravamo così precisi. 27/3 – 28 e 29/3 Volevamo andare verso Guelmine ma abbiamo visto che il tempo minaccia pioggia per 3 giorni, quindi decidiamo di andare ad Aglou Plage, in riva all’oceano sperando che il vento trasporti lontano le nuvole previste. Salutiamo i nostri amici che ci fanno le fotografie di rito e partiamo.

Il tempo è bello, il sole caldo ci permette di stare in costume.

28-29/3 Anche stamane c’è il sole ed è caldo; abbiamo fatto bene a cambiare itinerario e venire qui. Ci sentiamo con i nostri amici di Sidi Ifni e Tiznit i quali ci dicono che da loro sta piovendo, infatti vediamo all’orizzonte avvicinarsi tante nuvole che potrebbero far piovere anche da noi. Domani andremo verso la montagna . 30/3 Anno scorso quando siamo stati ad Amtoudi avevamo fatto alcune fotografie ad una ragazzina che ci aveva accompagnato nella nostra visita all’Agadir e alle sorgenti del fiume e le avevamo promesso che, se ritornavamo, le portavamo alcuni vestiti e le fotografie. Arrivati al campeggio chiediamo al gestore se riconosce nella foto la ragazza e ci dice che si trova nel primo villaggio oltre i fiume. Andiamo a cercarla, giunti in riva al fiume, ora asciutto, vediamo vicino ad un alberghetto alcuni ragazzi che stanno giocando. Facciamo vedere le loro foto e… pensate un po’! uno di quei bambini è il fratello di Malika la bambina che cercavamo, certo che ne abbiamo avuto di fortuna! Ci accompagna alla sua casa(casa è un eufemismo, non siamo nemmeno riusciti a scattare una fotografia vista la miseria dell’ambiente in cui vivono)..E troviamo Malika che, assieme alle sue tre sorelle di cui una piccolissima (il fratello più grande lavora a Marrakech), stanno sdraiate sui tappeti in una stanza completamente buia. Ci riconosce e ci fa tante feste, chiama la mamma che sta cuocendo il pane . Ci ringrazia per essere venuti a portare le foto e vuole contraccambiare , ci offre la metà del pane che ha cotto per loro ed un sacchetto di datteri.

Sono poveri, anzi miserevoli, ma sono di cuore, quello che possiedono lo dividono volentieri con chi è loro amico. Facciamo venire vicino al camper (dentro il campeggio per i bambini del posto è proibito) le due sorelle, gli diamo le fotografie, i vestiti, le scarpe e l’aspirina perché quella più grande ha la tosse ed il raffreddore e non hanno nemmeno la possibilità di comperare le medicine per stare meglio. 31/3 Prendiamo la strada che ci conduce a Tata, attraversiamo questa parte dell’anti Atlante siamo sempre sopra i mille metri. Il vento ha smesso di soffiare e fa molto caldo , entriamo nel campeggio che è pieno di camper francesi. 1-2/4 Stamane facciamo una lunghissima passeggiata fuori della città di Tata e notiamo che quasi tutti gli abitanti sono di carnagione scura (come abbiamo trovato a Dakhla) , le donne hanno gonne coloratissime, tramate con fili colore oro e argento e di vari colori come il celeste, il verde chiaro, il blu cobalto e tutte con il velo nero . Quando arriviamo alle mura che circondano la città di Tata vediamo , in fondo ad un vicolo sterrato, una grande porta di ferro tutta colorata. Ci avviciniamo e la troviamo aperta; chiediamo ad alta voce il permesso per entrare ma una donna che ci fa segno di no. Cerchiamo di far capire che vogliamo vedere solo il mosaico che circonda la fontana nel patio. Sbotta poi ci sorride e ci fa segno di entrare. Intorno al patio ci sono le stanze delle donne e sono tutte decorate di mosaici. Tutto è in ordine, le stanze , molto piccole, sono ricoperte di tappeti e sopra i divani cuscini di mille colori. Ci accompagna per i vari corridoi ed infine passiamo una porticina in ferro e ..Siamo sopra il fiume (quasi asciutto) da qui possiamo godere di un panorama particolare, davanti a noi la vecchia città di Tata. 3/4 Partiamo e da Tata entriamo in una meravigliosa valle che ci conduce fino a Igherm,proseguiamo poi per una strada di montagna per arrivare a Taliouline. Il panorama e bellissimo, valeva la pena essere passati di qua. A Taliouline, si trova un grande Agadir completamente restaurato , noi decidiamo di andare subito al campeggio in quanto nel 2008 abbiamo visitato accuratamente sia il sito storico che la città. La sera riguardiamo con attenzione la cartina perché domani vogliamo andare a Marrakech facendo il valico del Tizn-test (più basso del tizn.Ticha ma molto, molto più ripido, stretto e pericoloso) 4/4 Partiamo alle 9 , ci dirigiamo verso il valico che permette di raggiungere Marrakech in 170 km mentre passando da Taraoudant ne occorrono almeno 340 chilometri.

La strada inizialmente sembra bella e buona, poi invece diventa stretta, ripida e piena di buche. Speriamo, ad ogni curva, di non trovare veicoli che scendono perché saremmo in grosse difficoltà. La strada scorre senza guardrail (e cosa sono!!!!) su precipizi , curve,curve e curve . Arriviamo quasi in cima al passo e troviamo un cartello che indica una sporgenza di roccia con una altezza massima di 3 metri. Siamo angosciati, dopo tutta questa strada, ritornare indietro sarebbe il massimo. Ci avviciniamo piano piano nel punto dove la roccia incombe, ci spostiamo sul ciglio della strada proprio al bordo del precipizio; lentamente e con la massima attenzione, vuoi per non cascare di sotto, vuoi per non sbattere con il tetto del camper, riusciamo a passare. Scariche di adrenalina continue, però che panorami! Sopra di noi le montagne sono innevate, i grandi prati sono ricoperti di fiori gialli. Al valico, a 2100 metri , il piccolo ristorante offre la possibilità di sosta, noi lo superiamo perché vogliamo scendere velocemente. Ma la strada, anche se più larga e meno pericolosa, è ancora piena di curve. Quando arriviamo a quota 1200 e siamo nella valle che conduce a Ouirgane compare dalla montagna un torrente che man mano che scendiamo si ingrossa fino a diventare un lago (hanno fatto una diga). Alcuni chilometri dopo Ouirgane, facciamo una piccola deviazione per andare a vedere l’unica Moschea (dopo quella di Casablanca) che possiamo visitare.

Grandiosa e bellissima vale la pena di arrivare fino qui. La strada poi riprende a salire, superiamo Asni e vorremmo andare a vedere le piste da sci di Oukaimeden ma abbiamo davanti a noi circa 60 chilometri prima di arrivare a Marrakech; e qui arriviamo alle 17 (dopo circa 8 ore di viaggio per 170 km!!!.).Non c’è posto alla Koutoubia perché, con la settimana Santa, sono venuti tantissimi spagnoli. Ripieghiamo per un posteggio accanto ai giardini. E andiamo in centro, mamma mia che confusione; molta più degli anni passati, nella piazza gremita all’inverosimile si svolge anche un festival della canzone. Noi, al solito, ceniamo nei famosi banchi nella piazza Jemaa El Fna e facciamo notte con il frastuono dei venditori.

5/04 Lasciamo Marrakech e la sua confusione e andiamo verso Safì. La strada scorre in mezzo a campi di grano dove una moltitudine di donne provvedono, prima della mietitura, ad estirpare le erbacce. A Safì ci fermiamo al supermercato Marjane per ricostituire un po’ di scorte, poi proseguiamo per la strada costiera fino a raggiungere Oualidia, dove posteggiamo in riva alla laguna.

6/4 Proseguiamo verso il nord perché abbiamo deciso di trascorrere alcuni giorni in Portogallo e dopo in Spagna. Arriviamo presto a El Jadida, distante pochi chilometri, fa molto caldo e ne approfittiamo per pulire il camper e fare il bucato. 7/4 La mattina andiamo in centro e mentre attraversiamo la piazza principale ecco che ci viene incontro un giovanotto salutandoci con la mano…È il barbiere che anno scorso ha fatto i capelli ad Antero. Abbracci e saluti di benvenuti …Poi, anche se non ne ha bisogno Antero decide di approfittare per tagliare “a forbice” i capelli. Il barbiere contento si impegna al massimo e con cura lava,taglia e asciuga. Sono le , 12, andiamo nel mellah e notiamo, come abbiamo visto anche in altre città, che ci sono scrivani pubblici che seduti ad un piccolo tavolino aspettano chi vuole farsi leggere o chi vuole farsi scrivere una lettera. 8/4 Ancora tanto sole mentre invece la televisione spagnola annuncia vento, grandine e neve in gran parte della Spagna. Incominciamo a togliere la roba estiva. Via i costumi, i calzoncini corti, le ciabatte e teniamo pronto il vestiario più pesante.

9/4 Facciamo sosta nella laguna di Moulay Bousselham dove possiamo fare una bella doccia calda e cambiare i vestiti.

10/4 Oggi è il compleanno di Mary e lo festeggiamo ad Asilah. Ci sono tantissimi camper, molti sono di spagnoli che approfittano delle festività pasquali per venire in Marocco. Il tempo è bello, ma per noi la vacanza in Marocco volge al termine e…Siamo dispiaciuti. Si andremo in Portogallo e dopo in Spagna ma…. Insomma qui fa caldo , invece in tutta Europa non fa che piovere e fare freddo.

Prepariamo l’itinerario di visita del Portogallo e decidiamo di visitare attentamente tutto l’Alenteio, poi Lisbona, Fatima e su su fino ad arrivare a Santiago de Compostela (Spagna) e percorrere la strada del Cammino di Santiago facendo le soste nei vari monasteri e fino a raggiungere, via Pamplona i Pirenei e Lourdes e…Piano piano rientrare a casa in Italia.

11/4 Basta, abbiamo deciso! Andiamo a Tangeri a prendere il traghetto che ci porta in Spagna; lasciamo l’Africa alle 11,30. Dalla nave vediamo davanti a noi il cielo terso dell’Africa mentre nuvole nerastre formano una cappa sul porto di Algeciras. Il nostro viaggio fino al Tropico del Cancro è proprio finito….Per ritornare a casa passeremo dal Portogallo, dalla Spagna e dalla Francia ……..Ma questa è un’altra storia!!!!!

N.B. Il diario segue con il titolo: CASTELLI E MONASTERI -Con il camper in Portogallo e CAMMINO DI SANTIAGO DI COMPOSTELA con il Camper



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