Agosto e settembre 2006: Thailandia e Cambogia

DIARIO THAILANDIA/CAMBOGIA Daniele e Roberto PARTENZA 15 AGOSTO 2006, RITORNO 5 SETTEMBRE 2006 Partenza da Milano Malpensa il 15.08 con volo “Swiss” destinazione Zurigo, cambio terminal con trenino automatico e imbarco su altro volo “Swiss” notturno con destinazione Bangkok. BANGKOK Arrivo il primo pomeriggio all’aeroporto “Dong...
Scritto da: MelaDany 1
agosto e settembre 2006: thailandia e cambogia
Partenza il: 15/08/2006
Ritorno il: 05/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
DIARIO THAILANDIA/CAMBOGIA Daniele e Roberto PARTENZA 15 AGOSTO 2006, RITORNO 5 SETTEMBRE 2006 Partenza da Milano Malpensa il 15.08 con volo “Swiss” destinazione Zurigo, cambio terminal con trenino automatico e imbarco su altro volo “Swiss” notturno con destinazione Bangkok.

BANGKOK Arrivo il primo pomeriggio all’aeroporto “Dong Muang”, qualche chilometro a nord est di Bangkok.

Dopo le solite formalità (visto, recupero bagagli ecc.) cambiamo subito un po’ di euro in bath (1 euro circa 47 bath) ad uno sportello bancario. Il Cambio è molto più vantaggioso in aeroporto piuttosto che in città. Ci dirigiamo verso il banchetto dei taxi meter, subito fuori dall’area degli arrivi internazionali, e concordiamo con la ragazza addetta il prezzo per una corsa fino al nostro hotel (8 euro).

Abbiamo scelto e prenotato via internet su asiatravel.Com il ***NO PUBBLICITà***, non lontano dalla stazione dei treni “Hualampong” e a 10 min a piedi da un capolinea dello sky train (“national stadium”). Consigliamo vivamente di prenotare gli hotel su internet in quanto è più economico e paradossalmente c’è più probabilità di trovare posti liberi. Hotel confortevole, con piscina, camere pulite eleganti e spaziose e personale molto gentile. Buffet della colazione molto ricco e vario. Essendo tornati più volte a Bangkok abbiamo anche soggiornato al *** (via internet), altrettanto bello e comodo dal punto di vista degli spostamenti con i mezzi pubblici, in quanto a poche decine di metri dalla fermata del metrò “Phetchaburi”.

Il Traffico di Bangkok è intenso e caotico, consigliamo quindi, quando possibile, di usare la linea del metrò sotterraneo, le 2 linee dello sky train (il metrò sopraelevato) e il servizio di navigazione del fiume “Chao Phraya River Express”, quest’ultimo per la visita ai 3 templi principali (WAT ARUN, WAT PHRA KAEW o PALAZZO REALE E WAT PHO) disposti lungo il fiume in rapida successione.

Per spostamenti serali, notturni o comunque relativamente brev,i consigliamo l’utilizzo dei tuk tuk (sorta di ape car coperti che portano 2/3 persone), più economici rispetto ai taxi (da 1 a 2 euro ogni corsa, da contrattare tenacemente come qualsiasi altra cosa in Thailandia) e più agili nel destreggiarsi in mezzo al traffico. L’inconveniente principale è quando ci si ferma in coda dietro a qualche mezzo fumoso che ti spara in faccia tutto lo smog. Se vi accorgete di soffrire particolarmente il caldo e l’umidità sono consigliati i taxi meter che hanno l’aria condizionata (da 2 a 5 euro ogni corsa).

A Bangkok non si rischia certo di morire di fame, si mangia praticamente ovunque (innumerevoli i banchettini in mezzo alla strada) e a qualsiasi ora del giorno. I ristoranti sono di ogni genere: noi abbiamo provato un ristorante pakistano (*** in zona SILOM) e uno tailandese situato su un molo galleggiante sul fiume (TON PHO, vicino al palazzo reale).

Attenzione ai numerosissimi truffatori che si aggirano ovunque, principalmente nella zona dei 3 templi principali. Le tecniche variano: c’è chi si avvicina amichevole spacciandosi per guida turistica in pausa pranzo, con tanto di tesserino falso, avvertendovi che i templi sono chiusi o che c’è in corso una festa nazionale, al fine di portarvi (come guida turistica a pagamento) in qualche altro tempio più lontano, passando magari per negozi di souvenir o di gemme in cui ovviamente prendono una percentuale sulle vendite. Quasi tutti i principali siti turistici sono aperti orario continuato dal mattino fino al tardo pomeriggio. Oppure, dietro ad una corsa in tuk tuk contrattata ad un prezzo bassissimo, c’è il rischio di proposte di visite non volute a negozi di souvenir e gemme o sedute di massaggi non previsti. Per i “veri” massaggi tailandesi è consigliabile non rivolgersi a quei centri consigliati da taxisti o da sconosciuti per strada: ottima scelta per noi è stata la scuola nazionale all’interno del WAT PHO.

Un’altra scelta vincente è stata l’escursione in giornata ad Ayuttaya, l’antica capitale relativamente vicina a Bangkok (90 km), prenotata in un ottima agenzia in Silom road, 120: A&F TOUR, in cui lavora un gentilissimo tailandese di nome PONG.

SUKhOTHAI Partenza di mattina dal gigantesco terminal Mochit a Bangkok, dove partono tutti i bus diretti a nord. Si sceglie un pullman di prima classe con aria condizionata che in sette ore e al costo di 5 €, ci porta a Sukothai, l’antica capitale del Siam dove c’è un meraviglioso parco storico.

Si decide per una guesthouse di nome BAN THAI, che presenta camere in stile bungalow e un ottimo ristorante della casa, il tutto in un giardino molto bello. Il pernottamento costa 9-10 € per camere con aria condizionata.

Per la visita al Parco Storico di Sukhothai, consigliamo vivamente il noleggio di una bicicletta per tutta la giornata al costo ridicolo di meno di 1 €, visto che il parco è molto grande e ci vuole un giorno intero per vederlo bene.

Attenzione alla visita dei templi esterni al parco, in quanto la strada è molto lunga con pochissime segnalazioni ed è facile perdersi, proprio come è successo a noi.

CHIANG MAI Sveglia e partenza al mattino dal piccolo ma efficiente terminal di Sukothai, con un bus di seconda classe con aria condizionata, che in cinque/sei ore e al prezzo di 5 € a persona ci ha portato a Chiang Mai, altra capitale storica e importante centro dei commerci con la Cina.

L’ubicazione della guesthouse è scelta nel centro storico della città, un quadrato delimitato dai canali, e si chiama SMILE HOUSE. Risulta essere una scelta senza fronzoli, l’ambiente è familiare, le camere sono relativamente piccole, però c’è un bel cortile interno con una piccola piscina per rilassarsi. I prezzi sono decisamente abbordabili, 12 € al giorno per una camera con aria condizionata.

I servizi della guesthouse finiscono qui, per colazione e per le cene abbiamo preferito rivolgerci altrove.

Una buona scelta, se si ha voglia di mangiare una pizza è il ristorante italiano ***, un bell’ambientino con forno a legna, oppure il ristorante indiano ***, vicino al mercato notturno. Per la visita ai numerosissimi templi sparsi per la città, si può ragionevolmente pensare di camminare, in quanto sono abbastanza vicini l’uno all’altro e il centro storico non è poi così grande.

Altro discorso per il Doi Suthep, che dista 15 km dal centro e bisogna per forza prendere un taxi, contrattando un prezzo intorno ai 6 € andata e ritorno.

E’ molto bello e regala una splendida veduta della città.

L’unica escursione che abbiamo fatto a Chang Mai è stata una giornata passata nel Parco Nazionale del Doi Intanon, la montagna più alta della Thailandia.

Una gita che si immerge nella natura, con cascate e fiumi, passando per alcuni villaggi delle tribù di montagna Mong e Karen.

Una citazione per i massaggi Thai, notevolmente più economici qui che a Bangkok, e per il mercato notturno (Night Bazar), regno assoluto del falso griffato dove si possono trovare articoli, vestiti, borse, scarpe e altri oggetti di ogni tipo, a prezzi che definiremmo più che soddisfacenti, dopo feroci contrattazioni.

La visita allo zoo di Chang Mai è piacevole ma faticosa, vista la dimensione del parco, la scarsa segnaletica e i percorsi tortuosi. Per il rientro a BKK da Chang Mai, abbiamo preso un volo interno della NOK AIR, al prezzo di 35 € a persona.

CAMBOGIA –ANGKOR WAT- Avevamo in precedenza prenotato il viaggio andata/ritorno Bangkok-Siem Riep-Bangkok nella nostra agenzia di fiducia di ***(40 euro).

Partenza da Bangkok con un comodo minivan da 9/10 persone, aria condizionata, che in circa 3 ore ci porta nelle vicinanze del confine con la Cambogia. Ci eravamo muniti per fortuna fin dall’Italia di foto tessere, quindi, sbrigate le formalità al consolato (evitando la non gradita mediazione del solito furbacchione) si passa il confine a piedi! Sotto un sole cocente, trascinando i bagagli e rischiando di essere scippati dalle pericolosissime ed agili bambine che offrono uno spicchio di ombra con degli sgangherati ombrelli! Si arriva così a POIPET, un avamposto da “far west” asiatico dove circolano personaggi poco raccomandabili, mezzi di ogni tipo (carretti, bestiame, bici, moto e camion incredibilmente funzionanti) e stralunati turisti.

Ci ritroviamo così a sostare per ben 4 ore sotto la pensilina della fermata dei bus diretti a Siem Riep. La tentazione sarebbe quella di munirsi di un buon quantitativo di moneta locale (1 dollaro = 4.000 riel) ma è fortemente sconsigliato in quanto in questa zona della Cambogia si paga e si ragiona in dollari USA. Spesso capita che i riel non vengano in un primo momento accettati.

Durante la sosta si assiste al teatrino dell’avvicendamento di alcune persone che si qualificano come guide, spiegando che tra poco arriverà il nostro minivan.

Ovviamente, nulla di tutto ciò succede, e non ci resta altro che aspettare l’arrivo dei bus, con una buona scorta di pazienza.

Finalmente si parte a bordo di un fatiscente bus senza aria condizionata e con sedili rotti e scomodi, stipato al limite della capienza, percorrendo – esclusi i tratti iniziali e finali –alla velocità di una tartaruga, circa 120 chilometri di strada sterrata e piena di buche, nonché quasi allagata in quanto dopo un po’ ci coglie di sorpresa un violento acquazzone.

Ci troviamo in mezzo alla commedia del finto guasto, con lo scopo di farci arrivare il più tardi possibile in città e portarci quindi alla guest house “raccomandata”.

Ogni tentativo di voler cambiare aria è abilmente ostacolato da loro, ti porterebbero in posti stranamente al completo, oppure in hotel carissimi.

La manovra quindi gli riesce e ci troviamo a soggiornare alla D & D di Siem Reap, una specie di comune gestita da ragazzi, molto simpatici e intraprendenti…Un po’ troppo furbetti per la verità.

Le camere, a 5 $ al giorno, sono minimaliste (se vogliamo usare un eufemismo), però la cucina risulta una delle migliori mai provate in questo viaggio.

Inoltre con la loro intraprendenza ci organizzano il tuk tuk cambogiano privato per la visita ai templi di Angkor, al costo di 10 $ al giorno.

L’ingresso per il parco archeologico costa 20 $ al giorno, con 40 $ si può comprare un pass valido per tre giorni ma bisogna essere in possesso di una foto tessera.

Il sito si può visitare in diversi modi: è sconsigliabile farlo a piedi (come ipotizza irresponsabilmente la lonely planet!) o in bici (considerato il caldo pazzesco e gli improvvisi acquazzoni che possono verificarsi). Si consiglia di optare per tuk tuk (più suggestivo e affascinante) o macchina. Sono previsti due percorsi per visitare il complesso dei templi: il piccolo e il grande circuito, rispettivamente di 17 e 26 km. Se si hanno più giorni a disposizione, si consiglia di fare il grande circuito partendo al mattino presto, ammirando la magnifica alba di Angkor e avendo quindi una giornata lunga per fare il grande circuito e facendo il piccolo circuito un altro giorno, dedicando molto più tempo ai templi più belli e suggestivi.

Bisogna rassegnarsi ad avere una elevata dose di pazienza nel sopportare le orde di bambini, puntualmente in agguato ad ogni fermata lungo i 2 circuiti, che cercheranno di vendervi qualsiasi cosa, di convincervi a mangiare nel posto da loro indicato e infine vi imploreranno una piccola elemosina.

SIEM REAP La piccola cittadina di SIEM REAP è la località più vicina dove soggiornare e mangiare per raggiungere i templi di Angkor.

E’ un posto piuttosto movimentato, in continuo mutamento, ci sono tanti grandi alberghi e altri ne stanno nascendo. C’è un quartierino principale denominato PSAR CHAA, non lontano dalla strada nazionale, dove si possono trovare numerosi locali, ristoranti tipici, negozi, un mercato tradizionale e disco bar con musica dal vivo. RITORNO IN THAILANDIA, ISOLA DI KO SAMET Di ritorno a BKK, si prende un bus di seconda classe dalla stazione est chiamata Ekamai, direttamente per BAN PHE, il piccolo paese dove partono i collegamenti per KO SAMET.

Il viaggio è confortevole e la strada, una volta usciti dalla capitale, è scorrevole. Dura circa 3 ore, e costa 3 € a persona.

Una volta giunti sul posto, ci si rende conto che il “traghetto” è una specie di peschereccio adattato per l’occasione, dove ammassati a bordo ci sono turisti, bagagli, thailandesi, familiari del conducente e scorte di viveri per le strutture dell’isola.

Il tragitto dura 1 ora circa, il biglietto ha un costo irrisorio di 1 € a persona per tratta.

L’attracco risulta piuttosto avventuroso, in quanto alla piccola banchina non si accede direttamente, ma tramite un difficoltoso passaggio volante, con i bagagli alla mano, tra le altre imbarcazioni ormeggiate.

L’isola è parco nazionale, quindi bisogna necessariamente pagare una tassa di soggiorno di 4 € a persona.

Sulla piccola isola c’è una strada principale che scorre parallela al mare, e collega le varie baie da nord a sud. I posti per pernottare e i graziosi ristorantini, si snodano lungo questa strada, ad eccezione dell’esclusiva spiaggia di AO PHRAO, la più bella dell’isola, dove vi sono lussuosi resort e suggestivi ristoranti.

Per risolvere il problema degli spostamenti, abbiamo optato per il noleggio di uno scooter (consigliabile automatico, parecchi sono col cambio a pedale e acceleratore a sinistra), al prezzo di 8 € al giorno, benzina inclusa, e per il pernottamento abbiamo deciso di fermarci al ***, direttamente sulla spiaggia di AO HIN KHOK.

I bungalows sono graziosi e confortevoli, con aria condizionata, e un bellissimo ristorante sulla spiaggia, con cucina tailandese e internazionale di ottima qualità.

I prezzi sono nella media, per pernottamento si spendono circa 20 € a notte, colazione inclusa.

Si consigliano le fantastiche e abbondanti grigliate di pesce e carne, si può addirittura scegliere al banco il pesce preferito e sbizzarrirsi componendo belle combinazioni. Si sconsiglia il mediocre vino bianco locale.

Le serate risultano piuttosto tranquille e rilassanti, ci sono solo due posti in voga: uno è una specie di discobar sulla spiaggia di AO PHAI dall’aria decadente che trasmette musica retrò, l’altro ad HAT SAI KAEW è più movimentato con musica dal vivo e parecchia clientela locale. Lasciate perdere i cocktail, sono molto diluiti e hanno una base di superalcolici di qualità pessima.

PATTAYA Le manovre di riavvicinamento a BKK, per il volo di rientro, ci portano a fermarci un paio di giorni a PATTAYA, il tempio della vita notturna tailandese.

Non vogliano soffermarci troppo sulla natura della vita notturna, anche perché questo è un posto rinomato, dove ognuno può fare tutto e di tutto, a seconda del proprio stile e delle proprie esigenze.

L’unico consiglio è scegliere il pernottamento vicino alla WALKING STREET, un isola pedonale in stile Las Vegas, piena zeppa di insegne al neon, locali notturni, ristoranti, musica dal vivo, bar con spogliarelli.

Ci siamo fermati al ***, un ottima scelta di qualità al prezzo di 17 € per notte, colazione esclusa, ma c’è la possibilità di consumarla in hotel pagando un piccolo forfait di 2 €.

I ristoranti sono ovunque, per ogni gusto e per ogni tasca, quindi non ci sentiamo di consigliare un posto in particolare, lasciatevi guidare dall’istinto.

La spiaggia è diciamo piuttosto tradizionale romagnola, con una serie di servizi come ombrelloni, sdraio, acquascooter, venditori di cibarie, amuleti, massaggi, tatuaggi, il tutto in una striscia lunga qualche km e larga nemmeno dieci metri.

RIENTRO IN ITALIA Ricordarsi in aeroporto, subito dopo il check-in e prima di arrivare all’imbarco, di pagare la tassa di uscita di 10 € alle macchinette automatiche che rilasciano un cartellino.

Per i fumatori si consiglia la scorta al duty-free, i prezzi delle sigarette sono un terzo circa di quelli che si pagano in Italia.



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