Agosto a Cracovia

A zonzo per la città... poi un salto ad Auschwitz
Scritto da: minele
agosto a cracovia
Partenza il: 26/08/2011
Ritorno il: 29/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

26/8/2011 (VENERDÌ)

Dopo due ore e mezzo con il volo Ryanair (puntualissimo) siamo arrivati a Cracovia. Il volo non è stato proprio low cost, poiché è costato €.180,00 a persona, ma avendo prenotato all’ultimo momento, non potevamo pretendere di più. Tra l’altro ho notato che, in questa tratta, la compagnia non ha fatto mai prezzi veramente bassi (al minimo 70€. A/r) Comunque siamo soddisfatti perché con questa compagnia abbiamo fatto molti viaggi spendendo poco.

Dal nostro arrivo in aeroporto notiamo subito che, se un tempo, i soggetti fastidiosi erano i bambini e qualche inevitabile maleducato, ora sono i gruppi di anziani. Rumorosi e grossolani si distinguono immediatamente. Inoltre notiamo che se un tempo, gli assistenti di volo erano selezionatissimi, e la bella presenza (oltre che la forma fisica) un requisito essenziale, ora si tratta evidentemente di un optional. Sederotto, pancia e bassa statura sono la regola. Una hostess ci appare addirittura obesa e simpaticamente, nel volo di ritorno ho beccato la stessa hostess che mangiava una mega porzione di lasagne (ecco perché è in carne).

Al nostro arrivo l’aeroporto Balice si presenta bene, piccolo ma funzionale. L’unico problema è: il polacco!

La lingua del posto è per noi incomprensibile. Non riusciamo neanche a pronunciare qualche parola. E’ difficile persino fare il biglietto per il treno verso la città, perché nelle istruzioni non vi è traccia di altra lingua che non sia il polacco. Cambiamo subito 50 euro nell’introvabile valuta locale lo zloty (indicato PNL), in un Kantor (uffici di cambio delle valute) scoprendo che se invece si preleva dal bancomat, e ce ne sono molti, si spende molto meno in commissioni (circa 2,50€ in luogo dei 7/8€).

Ma la sorpresa maggiore deve ancora arrivare. Su internet abbiamo letto che a 200 metri dal terminal ci sarebbe un treno diretto per la città. Ci avviamo verso questa presunta stazione seguendo le indicazioni, questa volta in Inglese. In realtà non vi è nessuna stazione e dopo che si percorrono i famosi 200mt, si sbuca in aperta campagna, con galline e altri simpatici animali dappertutto. Si nota anche la povertà del posto osservando le automobili (la più recente ha almeno dieci anni) e le case rurali, abbastanza malconce.

In pratica la stazioncina sarebbe una semplice pensilina dell’autobus, dove un simpatico ragazzo straniero dall’ottimo inglese, ci spiega che di li passa il trenino e che i biglietti (per fortuna si fanno a bordo (10 zloty p.p. circa €2,50). Nel tempo che attendiamo scommettendo con altri passeggeri sulla puntualità del mezzo, un tassista cerca di convincerci a prendere la sua auto per circa sedici zloty a testa. Siamo in cinque perché nel frattempo abbiamo legato con altri viaggiatori, una simpatica signora (che scopriamo essere un medico Cagliaritano) con figliola al seguito e un logorroico e puzzolente signore diretto a Danzica (a suo dire da un amico , ma mi sa che la vecchia volpe mentiva e andava invece a spassarsela con qualche donzella locale).

A un certo punto arriva spuntato dalla campagna un vecchio pullman e una simpatica bigliettaia che sembra uscita da un manifesto degli anni 30. La tipa, molto cordiale in una pseudo lingua tra il polacco e l’inglese, ci spiega, riuscendo a farsi comprendere benissimo, che a causa di un impedimento il treno non si ferma là e che il pulmino ci porterà da lui. A bordo facciamo anche il biglietto (10 zloty a testa contro i sedici del tassista). Dopo dieci minuti di viaggio in aperta campagna, dove ammiriamo case rurali e bestiame vario, s’intravede il famoso trenino. Scendiamo e proseguiamo il tragitto a bordo dello stesso. Alla fine nell’arco di mezz’ora arriviamo alla stazione centrale di Cracovia Krakow Glony. E’ molto vecchia, sicuramente sembra di ritornare indietro nel tempo agli anni 60’. Dal sotterraneo sbuchiamo nella piazza, dove di fronte alla stazione si trova collocato il nostro hotel (Andels). L’hotel appare subito molto bello. L’ho scelto io su booking. com, su consiglio di una mia collega ed anche dopo aver letto le ottime recensioni su internet. Ci siamo trovati benissimo, coccolati e assistiti in tutto. C’era anche la piscina e il centro benessere a nostra disposizione gratuitamente, ma noi non ne abbiamo usufruito perché il tempo di soggiorno era breve ed era nostro obiettivo visitare la città a fondo. La colazione era ottima e abbondante, e questo è un particolare molto importante per noi che scarpiniamo molto e abbiamo bisogno di energie.

Di fronte all’hotel c’è anche un elegante centro commerciale tipo la nostra Rinascente, molto comodo per ogni esigenza.

Dopo una doccia veloce, scendiamo subito per visitare la città. Ci avviamo verso piazza Matejko dalla quale sappiamo che sabato partirà l’escursione in lingua italiana prenotata su internet a circa 28 € per persona. La piazza è molto vicina all’hotel, circa tre minuti di strada.

Poi andiamo verso la piazza del mercato attraversando il Barbacane (un antico bastione) e la porta Floriana, in altre parole l’unica porta sopravvissuta della cinta muraria originale. La via Florianska è piena di negozi di tutti i tipi e locali fuori dai quali tante belle ragazze promuovono gli stessi dandoci un volantino.

Spiccano le gioiellerie con la famosa ambra del Baltico che è molto bella. Infatti, decido di acquistare degli orecchini e Francesco mi regala un delizioso ciondolo a cuore (io adoro i cuori).

La piazza del mercato detta Rynek Glowny, è davvero grande e piena di locali all’aperto (una marea) dove si può mangiare e bere spendendo poco (un pasto bevande comprese costa intorno ai 15 € e anche meno). Al centro il cosiddetto mercato dei tessuti, oggi pieno di bancarelle dove acquistare souvenir (vetro, legno, ambra ecc.) noi abbiamo acquistato qualche oggetto in vetro, mentre in un negozietto lungo la Florianska abbiamo preso un angioletto in ceramica da appendere al caminetto. Purtroppo con Ryanair non si possono portare molti oggetti, pena supplementi molto costosi. Tra le cose che ho acquistato (in via sienna) ci sono i pelouche del bellissimo “galeria Bukowski”. Non pensate che sia un luogo solo per bambini. Va visto! Peluche fatti a mano , di tutti i tipi e grandezze.

Dopo una bella passeggiata di esplorazione scegliamo un locale per la cena. Decidiamo di ordinare carne, ma diversa, in modo da assaggiare varie pietanze, con contorno di patate e verdure accompagnata da birra eccellente (è piaciuta anche a me che non amo questa bevanda) e un aranciata che sa di arancia, e non di zucchero come quella italiana. Il cibo è buonissimo. Decidiamo di non prendere il dolce perché vogliamo assaggiare il gelato. Discreto ed economico (con 2 € ne compriamo due). Nei locali lavorano tantissimi giovani, ragazzi e ragazze sui 20/25anni.

Sono tutti gentilissimi e parlano ottimo inglese. In ogni caso, anche se non si conosce l’inglese, loro cercano di farsi capire in ogni modo.

Dopo cena facciamo una passeggiata nei dintorni. La città appare tranquilla, abbiamo visto solo qualche ubriaco qua e la e molti turisti. Secondo Francesco è molto malinconica. Io credo che, almeno nel centro, dove ci sono i locali e molti turisti ci sia molta tranquillità. Chissà come saranno le periferie!

27/08/2011 (SABATO)

Il giorno dopo, non prima di aver fatto un’abbondante colazione (dolce e salata, mica non assaggiamo!), ci mettiamo in marcia all’esplorazione del centro. Ho dimenticato di raccontare che già ieri, come oggi, c’era molto caldo, più che a Cagliari, contrariamente a ciò che ci aspettavamo. In realtà io prima di partire consulto sempre il sito “Weather on line” con le previsioni per i prossimi 5 gg. E’ molto attendibile, lo abbiamo constatato in tutti i viaggi, anche in America, e, infatti, segnalava caldo con notevole umidità i primi due gg e più fresco il terzo giorno. Noi siamo però equipaggiati per diversi climi.

Per pranzo decidiamo di mangiare qualcosa di veloce, anche perché a colazione abbiamo mangiato molto. Scegliamo delle paste e due bibite in una sorta di panetteria. Dopo aver fatto lo spuntino, ci rechiamo sul luogo dell’appuntamento col gruppo per l’escursione che ci porterà Aushwitz-Birkenau. Un luogo di triste memoria che però non si può non visitare. E’ un dovere morale per non dimenticare ciò che è accaduto.

L’escursione dura tutto il pomeriggio. La guida, un insegnante di professione che nei periodi estivi fa la guida turistica, è molto brava. Parla un buon italiano, ma si vede subito che è molto emotiva e coinvolta e si lascia prendere dai racconti in maniera sofferta. Ci fa vedere molte cose scioccanti, ma uno dei padiglioni, quello delle torture ed esperimenti sulle donne non è aperto al pubblico e in ogni caso ci dice che ciò che lei ha visto l’ha talmente scioccata da rifiutarsi di vederlo ancora. Alcuni dei nostri compagni di viaggio appaiono sconvolti dalle visioni (capelli, valigie, scarpe, vestiti ecc), e alla guida fanno molte domande. Io stessa, che ho letto tanto sull’Olocausto, ancora oggi m’interrogo su come tutto ciò possa essere accaduto. Ma poi penso che ancora oggi, molte di queste cose succedano in diversi paesi del mondo. E noi non facciamo nulla per fermare le violenze, esattamente come accadeva allora. Al ritorno rientriamo in hotel, ci facciamo la doccia e ri-usciamo per la cena. Oggi ho deciso di assaggiare qualcosa di diverso ad esempio i famosi “pierogi”. Si tratta di una specie di ravioli ripieni in modo vario (funghi, verdure, carne o pesce). Decido di ordinare quelli al salmone e un contorno di patate arrosto, mentre Francesco prende la solita carne. Il tutto annaffiato da un boccale di birra buonissima. Sono buoni se non fosse che il tutto è accompagnato da una salsa all’aglio ed erba cipollina troppo pesante per noi. Dopo cena facciamo ancora una passeggiata nella piazza e rientriamo. Domani sarà domenica e vorremmo visitare bene il resto della città.

28/08/2011 (DOMENICA)

Oggi il clima è cambiato. Fa fresco e la cosa ci piace molto giacché così possiamo scarpinare assai. Una delle caratteristiche della Polonia sono gli sbalzi di temperatura. Si va dal freddo al caldo e viceversa con relativa velocità. Per fortuna che siamo equipaggiati. Decidiamo di costeggiare il Planty (la parte verde) per arrivare al castello del Wavel. E’ molto bello vedere la città che si sveglia lentamente (oggi è domenica). Da subito notiamo che le strade sono molto pulite. Non un pezzo di carta o una cicca di sigaretta per terra. Arriviamo alla chiesa di San Francesco (molto grande con interno barocco e l’esterno di tre stili diversi). Di fronte alla chiesa si vede la finestra, dove secondo tradizione si affacciava il Papa Giovanni Paolo II. Ci sono diverse statue in suo ricordo. I polacchi lo amavano molto, ma in realtà secondo noi è stato il papa più amato da tutti negli ultimi cinquanta anni.Dopo una camminata di circa venti minuti, arriviamo ai piedi del castello, che sta in una collinetta dalla cui cima si vedono la città e il fiume Vistola. Non riusciamo ad entrare a vedere la cattedrale perché una guardia che è antipaticissima e sembra piuttosto una tedesca (dai modi). Molto bruscamente ci dice che non è visitabile durante le funzioni. In pratica fingendoci fedeli saremmo potuti entrare. Decidiamo di lasciar perdere e proseguire la marcia. Guardiamo il complesso dall’esterno e ammiriamo il panorama della città. Dopo la discesa percorriamo il lungofiume per recarci al quartiere ebraico che è molto carino. Ciondolando per le vie senza un preciso itinerario, capitiamo in una sorta di festa patronale che si tiene in una piazza dove sono stati allestiti dei chioschi di legno tipo quelli che si vedono ai mercatini di Natale. Dovunque vendono prelibatezze e le fanno anche assaggiare: salse, miele, pane zuppe e dolci fatti in casa. Compriamo del pane scuro. Poi la nostra attenzione è attirata da una bancarella, dove sono esposti dolci caserecci dall’aspetto assai invitante. Una serie di torte esposte e vendute a fette. In pratica acquistiamo un vassoio con dieci fette di torte ad appena €.2,50. Raggiungiamo i tavoli di legno e ci mescoliamo ai polacchi per mangiare i nostri deliziosi dolcetti, che ricordano le torte della nonna. Dopo lo spuntino (in realtà bastava come pranzo e cena, ma si sa, noi siamo dei buongustai) continuiamo ad andare in giro per il quartiere. Curiosiamo nelle vetrine dei negozi ma è tutto chiuso (è domenica). Incredibile è l’antiquariato. Oggetti bellissimi venduti a prezzi che, confrontati con quelli Italiani, sono quasi regalati. Purtroppo, come scopriremo il giorno dopo, non sono per niente organizzati per le spedizioni da un paese all’altro. Peccato!

Attraversando il ponte che ci porta oltre la Vistola, raggiungiamo il quartiere, dove un tempo sorgeva il campo di concentramento e il ghetto. Dovrebbe esserci la famosa fabbrica di Schindler. Il quartiere dov’è collocata appare un po’ misero e deserto (ma è domenica), e si vedono turisti che avanzano, probabilmente anche loro diretti alla famosa fabbrica Schindlera. Ci sono alcuni palazzi di recente costruzione che si affiancano a tipiche spoglie costruzioni del regime comunista. All’arrivo scopriamo che in realtà la fabbrica non esiste più, ma è stata interamente ricostruita. All’interno vi è una mostra fotografica. Delusi, dopo aver pagato il biglietto per vedere niente, decidiamo di rientrare verso il centro. Poiché siamo stanchi di camminare, proviamo a contrattare con un giovane autista di una delle tante macchine elettriche che portano in giro i turisti. Gli spieghiamo che vorremmo rientrare al centro città. Prima ci dice un prezzo, ma poi ci dice di attendere e parlotta con un altro autista. Alla fine aumenta il prezzo iniziale e così, siccome ci sentiamo presi in giro (del resto abbiamo i napoletani… non è che saranno i polacchi a insegnarci l’arte dell’imbroglio!) decidiamo di lasciar perdere e proseguire a piedi. Sulla via del rientro decidiamo di provare a pranzare nel quartiere ebraico. Entriamo in un ristorante (i prezzi esposti sembrano convenienti). Il locale è delizioso, sembra una casa arredata con gusto. Siccome non fa freddo, ci fanno accomodare nella terrazza coperta. Il cibo è molto buono e abbondante. E come al solito spendiamo poco. Prima di andar via diamo un’ occhiata al piano interrato dove i clienti polacchi vengono fatti accomodare se inverno (visto che qui fa freddissimo). E’ davvero carino, con le tovaglie in pizzo e i candelabri. Continuiamo a visitare la città. Il centro è sempre pieno, e, strada facendo, acquistiamo qualche souvenir per la nostra casetta.Di sera, dopo essere stati in stazione a vedere da dove parte il treno per l’aeroporto, decidiamo di cenare al centro commerciale di fronte all’albergo. Siccome abbiamo mangiato tanto a pranzo, scegliamo un gelato. Il mio è ricoperto di frutta fresca. Ovviamente non potevamo immaginare un formato Big Size. Il nostro gelato in realtà è una torta gelato immensa. Ed è ovviamente buonissimo. Altro che mangiare leggero. Dopo cena solita passeggiatina e poi a nanna. Domani si ritornerà a casa.

29/08/2011 LUNEDÌ

L’ultimo giorno a Cracovia decidiamo di ritornare in centro e fare una tranquilla passeggiata. Andiamo in stazione a comperare i biglietti per il treno e alle 13 partiamo alla volta dell’aeroporto. In treno incontriamo le nostre compagne di viaggio dell’andata. Alla fine sbagliamo terminal (fortuna che siamo sempre molto in anticipo) e dopo aver mangiato, ci rechiamo in quello giusto. Spendiamo gli ultimi zloty in aeroporto. Il volo è puntualissimo. Alle 19:30 spaccate siamo a Cagliari.

Cracovia è carina ma … “Che bello ritornare a casa!”



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