Agosto a Barcellona
Tra cultura e mare
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L’obiettivo è trovare una città vivibile, piena di cose da vedere, vicina a noi e possibilmente sul mare, visto che siamo in piena estate. La scelta cade facilmente sulla Spagna, la meta è Barcellona, una delle poche città europee che abbia tutti questi requisiti. Voliamo con Easyjet, appena arrivati acquistiamo un abbonamento di cinque giorni per l’uso di metro e bus (24 € a persona) e ci dirigiamo verso il nostro albergo a lasciare i bagagli. Alloggiamo all’Ayre Hotel Casp, molto moderno, pulito, in una posizione strategica e comoda per girare la città (Carrer de Casp, fermata metro ‘Arc de triomf’). 1° giorno: Per iniziare la nostra vacanza non possiamo che partire dalla Rambla (metro ‘Catalunya’), arteria pulsante di questa città. Parte da Plaza Catalunya e arriva direttamente al mare, sotto il monumento di Colombo. Decine di chioschi e di simpatici artisti di strada fanno da contorno rendendo ancora più piacevole la passeggiata. Inizia a far caldo, così decidiamo di entrare al mercato della Boquerìa (fermata ‘Liceu’), un trionfo di colori e sapori da non perdere. Lì trovi di tutto, è molto difficile rimanere a bocca asciutta: io scelgo un frullato di papaya, ottimo. Proprio di fronte al mercato comincia il Barri Gotic, quartiere composto da svariate viuzze, una più caratteristica dell’altra (Carrer del Bisbe una delle migliori, secondo me). Girando a caso scopriamo una delle piazze principali di Barcellona, Plaza Reial, piena di panchine e palme dove trovare un po’ di relax. Noi però non siamo ancora stanchi, così andiamo verso la Cattedrale, simbolo gotico del quartiere. Peccato per la facciata principale coperta da ponteggi, mentre all’interno c’è il chiosco, sicuramente da vedere. Continuiamo il nostro cammino facendo un rapido giro nel mercato di Santa Caterina, dalla strana copertura ad onde colorate. Sta chiudendo, quindi per il pranzo scegliamo uno dei numerosi tapas-bar del Barri Gotic. Nel pomeriggio visitiamo il Palazzo della Musica catalana. All’esterno ci si sbizzarrisce con le foto, all’interno è ancora più bello e coinvolgente. La visita (che è solo guidata) costa 12 € a persona, ma sono spesi bene, l’atmosfera che si respira è unica. La nostra giornata prosegue con il quartiere del Born (metro ‘Jaume I’), uno dei più tipici della città: questa è la Barcellona più vera. Il simbolo di questo quartiere è la chiesa di Santa Maria del Mar, incastonata tra le case, così spoglia e semplice da essere la preferita dei catalani. Adesso la stanchezza si fa sentire, torniamo in albergo poi torniamo in Plaza Reial per cena, al ristorante “Les quinze nits”, dove gustiamo un’ottima paella. Siccome lì ci va tantissima gente, consiglio di arrivarci entro le 20.30, così da evitare lunghe code. 2° giorno: Oggi è dedicato totalmente alle opere di Gaudì, disseminate in molti punti di Barcellona. La costruzione più celebre è ovviamente la Sagrada Familia, noi partiamo da lì. Da altri punti della città la si nota poco, mentre trovarsela di fronte all’uscita della metro fa capire quanto sia maestosa. Per visitarla è opportuno munirsi dell’audioguida, in modo da capire tutto di questa meravigliosa opera progettata negli ultimi anni di vita dell’artista catalano. La fine dei lavori è prevista intorno al 2025 (!), forse il bello della Sagrada Familia è proprio il fatto di essere un cantiere perenne, io sono felice di contribuire alla sua costruzione, nel mio piccolo (il biglietto d’entrata costa 12 €). Gaudì ha detto che Dio non ha fretta, forse ha ragione… Riprendiamo la metro e scendiamo a ‘Passeig de Gracia’; Casa Batllò e la Pedrera sono costruzioni da non perdere, si resta ammirati a vedere fin dove si è spinto quel geniaccio di Gaudì. Vediamo Casa Batllò solo dall’esterno (ha dei colori straordinari), mentre visitiamo la Pedrera anche all’interno, facendoci prendere dalla curiosità di salire all’ultimo piano, quello dei famosi comignoli che sembrano guerrieri. Non contiamo neppure le foto, da ogni angolazione. Per chiudere il pomeriggio l’ideale è avventurarsi al Parc Güell (fermata metro ‘Vallcarca’ o ‘Lesseps’, poi dieci minuti a piedi). In leggera collina e immerso nel verde, domina la città. All’ingresso danno il benvenuto due casette che sembrano fatte di panna, mentre il drago e la terrazza panoramica piastrellata sono presi d’assalto dai turisti, a qualunque ora. L’ideale è perdersi nei boschi veri o creati da Gaudì, le stradine che percorriamo all’interno del parco portano refrigerio nella calura estiva. La cena questa sera è fantastica, andiamo a “La paradeta”, risto-pescheria situata dero il mercato del Born (metro ‘Jaume I’). Sul bancone ci sono tanti ottimi pesci fraeschi, si tratta di scegliere quello che si vuole, pagare secondo il peso, accomodarsi e aspettare la chiamata del proprio numero di prenotazione dallo speaker. Ottimo il rapporto qualità-prezzo. 3° giorno: Oggi il mare ci chiama (del resto è agosto), così scegliamo Sitges, una simpatica località a mezz’ora di treno da Barcellona (noi l’abbiamo preso alla stazione di Passeig de Gracia, ma parte anche da altri punti). Scesi dal treno, ci lasciamo guidare dagli altri turisti in infradito e salviettone, cinque minuti a piedi per arrivare alla spiaggia di San Sebastian, molto ben attrezzata, con un mare decisamente azzurro. Abbiamo scelto bene. Dopo un paio di meritati bagni abbiamo fame, così scegliamo, a caso, il bar “La Guineu”, in una delle deliziose viuzze lastricate del centro storico. Anche qui siamo fortunati, perché la serie di tapas che ci propone il proprietario del locale è da ricordare. Sitges ci è piaciuta tanto, la vicinanza a Barcellona permette una piacevole parentesi di mare. Tornati nel pomeriggio andiamo a visitare il museo di arte moderna, il MACBA (fermata ‘Universitat’, entrata 8€), situato nella parte nord dell’ex quartiere malfamato del Raval. Adesso non è più così, anche se questo quartiere conserva ancora il fascino vagamente sinistro di una volta. Dopo una giusta pausa in hotel, per cena andiamo a “La fonda”, nel Barri Gotic, a due minuti da Plaza Reial. Ne usciamo meno soddisfatti, rispetto alle sere precedenti, ad un buon prezzo non corrisponde un altrettanto buona qualità. 4° giorno: La giornata è un po’ grigia, sicchè di mattina ci dedichiamo alla “Fundaciò Mirò”(Montjuic, tram 25 da Plaza Espanya), mostra permanente dedicata al figlio più famoso di Barcellona. Mirò è un artista molto particolare, trascorriamo due piacevoli ore a vedere le sue opere. Usciti da lì risaliamo sul tram (ottimo mezzo per girare la collina del Montjuic) che ci porterà al Poble Espanyol, una sorta di villaggio che racchiude tutto l’artigianato spagnolo, dove poter fare compere e fermarsi in uno dei suoi bar per un pranzo veloce. Occorrono circa due ore per poter visitare il villaggio. Ora non resta che arrivare al Castello del Montjuic, in sé una struttura piuttosto spoglia ma dalla quale si può ammirare tutta la città dall’alto. Qui si possono fare ottime foto. Dal Castello si può scendere in città prendendo la funicolare fino a Paral-lel, oppure di nuovo il tram 25 fino a Plaza Espanya, dove da giovedì a domenica, di sera, c’è la spettacolare fontana magica. Noi purtroppo la perdiamo, a causa di un temporale. A cena optiamo per lo storico ristorante “7 portes” (metro ‘Barceloneta’), ottime portate ma prezzi mica tanto modici. E’ la nostra ultima sera così ci trattiamo bene, la paella è davvero buona. 5° giorno: Non si può lasciare la città senza visitare il museo del Barcellona (fermata ‘Collblanc‘, poi dieci minuti a piedi), l’entrata costa 18€, dentro c’è tutto il mondo blaugrana, qualcosa più di una squadra di calcio, come è scritto sulle tribune del Camp Nou, lo stadio che contiene al suo interno il museo. Reliquie, maglie, coppe, filmati, per gli appassionati di calcio un paradiso. Torniamo in centro e passiamo per l’ultima volta al mercato della Boquerìa (i frullati ci mancheranno, già lo sappiamo), prima di puntare verso la Barceloneta, quartiere completamente ricostruito vent’anni fa. Camminiamo sotto il sole passando per i due vistosi grattacieli che dominano le spiagge della città. Questa zona non mi è piaciuta granchè, mi è sembrata artefatta, non vera, sembra un’aggiunta poco riuscita, anche se va molto di moda bere un drink in uno dei bar che affacciano sulla spiaggia. Insomma, secondo me la bellezza della città sta in altre strade, in altri quartieri. Ci accomodiamo comunque in spiaggia per prendere il nostro ultimo sole. L’ora del ritorno è ormai arrivata, il tempo di riprendere in albergo i nostri bagagli e chiamare un taxi (che risulterà molto economico) per l’aeroporto. Ho visto Barcellona altre volte, ma ogni volta mi regala ottime sensazioni, oltre che la voglia di tornarci. Ci torneremo. Adéu Barcelona.