agosto 2009 francia: in camper verso la bretagna
Costo totale gasolio euro 650, litri 615, media costo al litro 1,056, consumo 8 km con 1 litro.
La Francia è molto più aperta al plein air dell’Italia, viste le molteplici aree alberate riservate alla sosta.
La bellezza e la ricchezza dei fiori esposti in ogni dove fanno sembrare la Bretagna e l’ Alsazia un enorme giardino perfettamente curato.
Venerdì 31 luglio 2009 ore 21 Io (Paola) e Silvano partiamo in camper (Laika 8.1 su Ducato 2.800 t.D.), e moto al seguito (Gilera 180), da Pordenone verso la Francia. Abbiamo un’idea che ci frullava già da un po’ di giorni: vedere le colline viola di lavanda in Provenza, prima del taglio. L’avevo sempre in testa questa vista perché amici e conoscenti più volte ci erano andati per dipingere e fotografare. Io so solo fotografare e non vedo l’ora. Queste sono le vere vacanze estive, ma gli amici ci raggiungeranno in camper solo tra una settimana.
Arrivati sulla A4 il traffico è molto intenso, ma in senso contrario, per fortuna. Come ogni anno le file di formano al Lisert di Trieste. Noi, invece, percorriamo l’autostrada in modo scorrevole e ci fermiamo per la notte in un autogrill a Desenzano.
Sabato 1 agosto 2009 Non vorrei dirlo, ma oggi è il mio anniversario di matrimonio: sono 39! Mi spiace, ma non per i 39, ma per dire che gli anni inesorabilmente passano veloci. Proseguiamo per Cremona e Piacenza verso Torino. Tutto perfetto sino al Monginevro (km.605). La prima cosa che abbiamo fatto entrando in Francia, anche perché era mezzogiorno, comperare una baguette. Che pane straordinario ha la Francia! Abbiamo proseguito, senza fermarci a Briancon (città veramente bella!) sino al lago artificiale di Sevines le Lac e abbiamo girato a sinistra lungo lago per arrivare nel tardo pomeriggio a Digue les Bains. La strada da questa parte è troppo lunga, anche se in molti tratti molto panoramica. Avevamo fatto conto di arrivare più avanti, ma Silvano ha bisogno di riposo e ci siamo fermati ad un campeggio anonimo vicino al centro di Digue: la capitale della lavanda. Pasta per cena: ci vuole per rigenerare! Domenica 2 agosto 2009 Partiti alle 9, sentiamo in lontananza arrivare il temporale che ci raggiunge implacabile lungo le colline. Lampi e tuoni ma arrivano anche i primi campi di lavanda: il colore non è quello giusto perché non c’è contrasto di luce. Arriviamo a Moustieres St. Marie, in posizione panoramica sulla montagna, ma i due campeggi sono completi: peccato! Proseguiamo quindi e arriviamo a Riez: si sta svolgendo una festa paesana del grano, che qui è appena stato tagliato, ma sull’altopiano il taglio deve essere ancora fatto. Troviamo posto (con difficoltà) al campeggio ‘delle rose di Provenza’. Ci sistemiamo, prendiamo la moto e andiamo in centro (poco distante). Il paesino, di origine romana, è proprio carino e tra i viali caratteristici di platani secolari, ci sono bancherelle e rappresentazioni (in costume) di mestieri. L’insieme è molto credibile perché le fontane, i lavatoi, le piazzette si prestano al ritorno dei tempi andati: le lavandaie, l’arrotino, l’orologiaio, il venditore di campanotti delle mucche, vendita della lana, stoffe, animali da cortile e una ricostruzione di un’aula con una maestra.
A metà pomeriggio di nuovo in moto. Lungo il percorso verso Moustiers, abbiamo cambiato strada: c’è una segnalazione di ‘volo libero’ che ci ha incuriosito. Non lo abbiamo visto, ma in compenso ci siamo alzati su un pianoro con vista spettacolare. Lì c’è la lavanda ancora da tagliare ed il profumo è intenso. Il sole va e viene dietro le nuvole e non permette il giusto contrasto con il viola. Senza sole pieno il viola diventa blu, con sfumature grigie: una schifezza. Le foto non mi hanno soddisfatto. Poi verso Moustiers St Marie : è un paesino molto bello, arroccato, con le cascatelle d’acqua, case fiorite e negozietti di ‘poteries’: sono lavorazioni artigianali della ceramica molto originali e moderne.
Dopo aver girato un po’ tra le stradine, di nuovo in moto sino al Lac de la Croix. Hanno saputo organizzare il lungo lago e valorizzarlo.C’è anche un bel campeggio municipale. Non abbiamo avuto il tempo di andare alle Gole del Verdon, ma lo faremo sicuramente in una prossima occasione. Rientrati a Riez ci prepariamo per la cena. Torniamo in centro e… Colmo dei colmi, girando in moto scopriamo che a ridosso del paese c’è un parcheggio enorme per camper e c’è stato il mercatino dell’antiquariato per tutta la giornata in una grande area vicina. E pensare che lo avevo letto nel depliant! Lunedì 3 agosto 2009 Pensavamo di stare un’altra giornata, ma avremmo dovuto spostarci nel campeggio perché il posto era già prenotato. Abbiamo pensato di andare oltre. Sono dolci le colline, verdi, con viti, grano e file di platani. Lungo il percorso decidiamo di fermarci al camping municipale di Apt (punto centrale e strategico per girare la zona). Nel pomeriggio in moto andiamo verso nord e a pochi chilometri c’è il Colorado provenzale: colline rosse e gialle Non bisogna esitare ad inoltrarsi nei sentieri che partono in tutti i sensi nella foresta di pini, poiché vi sono fantastici paesaggi da scoprire a piedi. E’ l’ocra: una mescolanza di sabbia e di argilla colorata da ossidi di ferro che permettono questa sinfonia unica di colori (giallo chiaro, terra di siena, marrone avana…). Pigmento naturale e inalterabile, l’ocra è principalmente utilizzata nella fabbricazione di pitture e tinte per muri. Giriamo poi verso S. Saturnin e poi a Roussignol. E’ già troppo tardi per vedere questo paese ed i più importanti giacimenti d’ocra del mondo, ma le cartoline in vendita fanno presagire uno spettacolo per i ‘sentieri dell’ocra’. Ci torniamo domani.
Martedì 4 agosto 2009 Giornata stupenda: cielo azzurrissimo, ma alle 8 la temperatura è di 15°. Arriviamo a Roussillon al Conservatoire des ocres,ma scopriamo che lì c’è solo la vendita di libri e cartoline, ocra, pennelli e la vecchia Usine Mathieu, oltre alla scuola di pittura; mentre il sentiero dell’ocra è proprio in paese. L’entrata costa 2,5 euro a persona ed in effetti è uno spettacolo di colori: rosso, arancio, giallo, bianco: una tavolozza di guglie e pareti. Noi abbiamo fatto il percorso breve e poi abbiamo raggiunto il paesino, tutto dipinto d’ocra. Mi diverto a fotografare.
Al ritorno ci siamo fermati a S. Saturnin al mercato settimanale: allegro, colorato, vivace, con la vendita di saponi, ceramiche, formaggi e salami. Mercato vero per gli abitanti del luogo. Sono queste le cose che più mi piacciono. Che foto! Trovo che qui frutta e verdura siano molto più care che da noi. Un kg di nettarine qui costa tra i 2 e 3 euro. In compenso il pane e i croissant costano la metà che da noi.
Nel pomeriggio altri giro in moto: sono percorsi che in qualche modo conosco, perché tratti da diari di viaggio trovati in internet. Oggi è la volta di Fontane de Vaucluse. Il percorso è molto bello tra verdi colline: olivi e viti, ma soprattutto ciliegi. Non ho mai visto tanti alberi insieme come sui tratti fatti in questi tre giorni. Apt, infatti, ha importanti industrie conserviere. Qui la marmellata è la regina. Si arriva dunque a Fontaine lungo il fiume (ci sono due bei campeggi che mi fanno invidia, ma me li segno per la prossima volta). Il paesino, anche se ormai molto turisticizzato, vive sull’acqua della Sorgue ed è molto suggestivo. Qui il Petrarca visse, ad intervalli, dal 1337 al 1353 e cantò le più belle rime per Laura e qui è la famosa fonte da dove sgorgano ‘chiare, fresche, dolci acque…’ Laura, quindi, è francese! Tutto il paese richiama il poeta: una colonna, una targa, i ristoranti..
Lasciamo la cittadina (c’è anche un bel parcheggio per camper dall’altra parte del fiume), prendiamo appena fuori il paese una strada panoramica e andiamo a Gordes: bello. In una splendida posizione, su uno sperone dominato da un castello rinascimentale e dalla chiesa di St. Firmin, questo villaggio medioevale è inserito in un contesto paesaggistico di mandorli e ulivi. E’ classificato fra i “plus beaux villages de France” grazie al suo patrimonio ricco e vario: due abbazie, numerosi sobborghi antichi, mulini ad acqua e centinaia di capanne in pietra a secco, dette bories.
Giriamo per le stradine: ogni angolo ha un atelier di pittura e poi ci fermiamo a lato del castello ad ascoltare un gruppetto jazz che suona molto bene. Ritorniamo verso Apt lungo una strada panoramica e passiamo vicino all’Abbazia di Senanque, ma è già troppo tardi per la visita. Peccato, perché questa abbazia cistercense avrei avuto piacere di visitarla. Dalle segnalazioni e foto vedo che merita. Cena in campeggio con 5 euro: moules frittes (cozze e patate fritte).
Mercoledì 5 agosto 2009 Si riparte dopo aver pagato 27 euro per due notti. Apt non è un granchè come cittadina, ma è comoda per girare nei dintorni. La prossima volta, però voglio il campeggio sul fiume ‘chiare, fresche, dolci acque’ Autostrada trafficata sino a Lione (molte roulottes di danesi che tornano a casa) per poi girare verso S. Etienne e Clermont Ferrant. A metà pomeriggio, anche se pensavamo di arrivare ai castelli della Loira, abbiamo deciso di non correre più. Siamo usciti dopo 10 km. Da Montlucon (sulla carta segna strada verde lungo il fiume) a Vallon en Sully e dopo pochi km un camping comunale a Meaulne lungo il fiume, sotto un salice piangente: idilliaco. Siamo solo in tre in questo parco stupendo. Un incaricato ritira il corrispettivo due volte al giorno. Noi paghiamo ben 9 euro per una notte! Ci sono bagni e servizi pulitissimi con acqua calda: incredibile! Notte silenziosissima.
Giovedì 6 agosto 2009 Riprendiamo la strada verso Blois: i nostri amici sono partiti ieri sera da Pordenone e ci raggiungeranno in zona castelli della Loira. Guardando la carta cerco un campeggio vicino a Blois sul fiume. Lo trovo a Bracieux in un piccolo paese al Campeggio des chateaux: grande, spazioso, alberato, con piscina e fiume. Nel pomeriggio andiamo a Blois in moto e camminiamo per la città. L’avevo già visitata, ma non me la ricordavo. Bello invece il castello: quello sì me lo ricordo: uno dei più belli della zona. Fa molto caldo ed è umido. Al rientro cambiamo percorso e andiamo al Castello di Chambord. Ma lungo la Loira troviamo il nostro campeggio: Le lac de Loire. Questa è la posizione che cercavo! Domani veniamo qui. Arriviamo a Chambord: il castello è veramente principesco, simbolo del rinascimento francese, incarnazione del potere reale di Francesco I°, poi di Luigi XIV. Un’architettura incomparabile con 90 stanze, abbaini e tutto intorno il parco di ben 1.000 ettari. Non lo abbiamo visitato perché ci eravamo già stati nel 2000.
Venerdì 7 agosto 2009 Ci spostiamo dunque al Campeggio Le lac de Loire, di fronte a Blois sulla Loira (rif. Chambord). Il posto è bello, sul bordo fiume sotto gli alberi, ma i servizi sono indecenti! Aspettiamo qui gli amici che arrivano nel tardo pomeriggio. Lungo il bordo del campeggio, verso la Loira, ci sono decine di coniglietti selvatici che ogni tanto fanno capolino delle buche fatte sulla sabbia.
Sabato 8 agosto 2009 Anche oggi nuvolo,ma non pioggia. Prendiamo ora l’autostrada con tre camper e sei amici: Paola e Silvano, Graziella e Bruno, Licia e Francesco verso Nantes e Carnac. Un traffico in autostrada! Fila a Tours e ad Angers. Siamo in giornata da bollino nero e non arriviamo all’Atlantico. Pranziamo in mezzo alla campagna e decidiamo di visitare Angers: bella città di stile medioevale. Storica città che fu colonia romana e nel medioevo sede di una contea e in seguito ducato, oggi conosciuta per il famoso liquore Cointreau. Interessante è il castello, importante fortezza a forma di pentagono con le cortine rafforzate da 17 torrioni, la Cattedrale di S. Maurizio, l’antico ospedale di S. Giovanni con la sala dei malati che ospita gli arazzi dell’Apocalisse. Gira, gira per le stradine del centro storico e arriviamo al castello. Che peccato è appena stato chiuso: mi sarebbe piaciuto vedere gli arazzi dell’apocalisse: sono 70 splendidi arazzi che coprono una parete di oltre 100 metri. Lasciamo la città da un parcheggio stupendo lungo fiume sotto platani secolari a due passi dal centro storico. Sono così ben organizzati da avere un pulmino che fa attraversare il fiume gratuitamente per il centro. Andiamo verso Nantes. Abbiamo intenzione di seguire la Loira a sinistra, anche se non segnalata in verde sulla carta. Ci fermiamo in piazza di un piccolo paese St Lorent le Viel e ceniamo in un ristorante “La Gabelle” sul fiume. Il buio arriva solo alle 22.
Domenica 9 agosto 2009 Si riparte in autostrada verso Nantes e Vannes per andare a Carnac (famosa per i Megaliti: posto consigliato che si chiama gli allineamenti di Kermario: 1029 menhir sono disposti su 10 file). Il paese è in festa, tutto è bloccato, non si sa dove parcheggiare. Cambiamo strada, peccato! Andiamo verso la penisola del Quiberon dove ci sono molte aperture tra le dune e la brughiera che portano al mare. C’è bassa marea, c’è tanta gente, anche perché è domenica. I giovani si divertono con gli aquiloni e quelle vele con ruote per correre sul bagnasciuga.
L’Atlantico, anche se calmo, pur arrivando a terra sulla sabbia, fa un forte rumore di risacca. I segni della guerra sono visibili con bunker e fortificazioni su tutta la costa del Quiberon.
Proseguiamo e poco distante da Carnac, troviamo un piccolo sito con i dolmen (3500 a.C) : interessanti, con alcune iscrizioni! Arriviamo dopo poco più di un’ora e mezza a Pont Aven, pittoresco borgo sull’Aven, fiume che sfocia poco lontano sull’Atlantico. La cittadina è gioiosa: ha belle case fiorite, ponticelli e acqua corrente che scorre tra grossi massi. Abbiamo parcheggiato senza problemi lungo il fiume e abbiamo cenato in ristorante. “Non copiate troppo la natura, sognate piuttosto davanti ad essa… “, questa una delle regole di Paul Gauguin, che scelse questa cittadina come residenza e fonte di ispirazione, e proprio qui nasce la corrente pittorica dei primi del novecento, post-impressionista, definita dai critici come “sintetismo”. Anche qui abbondano le gallerie d’arte con dipinti veramente belli ed originali.
Lunedì 10 agosto 2009 Verso Concarneau: tempo incerto. La città è la prima per la pesca del tonno in Francia. E’ una splendida cittadina posta su un isolotto fortificato, con tanto di ponte levatoio. All’interno, le abitazioni sono le tipiche case bretoni a graticcio o in pietra. I negozietti e i ristoranti/creperie sono molteplici e come in tutta la Bretagna, tanti sono i fiori che abbelliscono ogni cosa. E’ affollata da turisti, anche se è una disneyland di souvenir di ogni sorta.
Poi si va verso Point du Raz. Arriviamo per l’ora di pranzo. La vista sarebbe bella se non ci fosse una ‘marea di camper’. E’ un’area protetta e vincolata da un’organizzazione molto precisa e vi si accede con € 6. Troviamo un posto/parcheggio con difficoltà e dopo pranzato prendiamo il pulman che porta alla punta: comincia a piovigginare ed è sempre più intensa, tanto che il faro è come se fosse nella nebbia. Giriamo ed ammiriamo il panorama e l’erica addolcisce l’asprezza delle rocce. C’è troppa gente. Pensiamo di cambiare e di andare in un’altra punta, ma il tempo peggiora e decidiamo di andare in una cittadina: Dounarnenez. Me la ricordavo diversa. Ora l’ho trovata morta. La cittadina è famosa come porto per la pesca e la conservazione delle sardine. Giriamo un po’ e poi, sempre con questa pioggerellina da novembre, andiamo a Locronan:bellissima cittadina medioevale in pietra a vista e mantenuta come all’epoca. La località è nota per la produzione della tela in canapa delle vele fin dal 1500 e la esporta in tutto il mondo fin da allora. La visitiamo sotto la pioggia: la piazza è circondata su tre lati da basse case del cinque/seicento con una chiesa del ‘400. Qui hanno girato molti film cavallereschi perché sembra che qui il tempo si sia fermato; non si vedono fili della luce o del telefono e solo qualche insegna, ma in ferro battuto o legno. Che serata da lupi con nebbia e pioggia! Martedì 11 agosto 2009 Oggi non piove, ma è grigio e c’è la nebbia.
Verso la penisola del Crozon, però il tempo migliora per fortuna. Ci fermiamo nel punto panoramico segnalato di Menez Hom e la vista è spettacolare. Il mare, il verde, il viola dell’erica: merita. Si prosegue per Crozon e si devia verso la punta di Pen Hir. Qui è bello, molto più bello di Point du Raz, innanzitutto perché c’è meno gente e poi la costa è più frastagliata, il viola più intenso, si vedono a destra e a sinistra della punta spiagge lunghissime e profonde. Che spettacolo! Andiamo per pranzo a Camaret: un bel paesotto di pescatori con una baia veramente armoniosa tra colori e forme. Finalmente un posto naturale. Poco prima di entrare c’è una fila di mehnir che fotografo, dato che ho perso quelli di Carnac.
Da Camaret, nel pomeriggio, ci spostiamo nella vicina punta di Toulinguet. Camminiamo a lungo e godiamo della vista. E’ un posto che dà serenità E ogni tanto esce il sole che illumina il viola e il verde. Ne godiamo sinceramente.
Tornando indietro ci fermiamo a Crozon perché c’è un piccolo mercato di ‘brocante’, ma nulla di particolare. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Landevennec che è una scoperta. Innanzitutto troviamo un campeggio aperto in una radura vicino alla nuova abbazia, che paghiamo con € 2 a persona e poi nel vicino paese una visita a pagamento di € 4 nella vecchia abbazia del ‘400 molto bella con vista sul mare ed un piccolo museo strepitoso per una così piccola realtà. Bella la passeggiata ed i pescatori. Cena all’aperto nella radura del campeggio. Che bella la luce sino alle 22! Mercoledì 12 agosto 2009 Verso Brest: grigio. Riprendiamo la superstrada usciamo per andare a Plougastel dove c’è un importante calvario del 1600 con 150 statue Proseguiamo e passiamo il lungo ponte moderno di Brest. Riprendiamo la superstrada per Morlaix e a metà strada deviamo verso il mare: Brignogan plage, che ha una punta faro veramente notevole: una spiaggia bellissima bianca e sabbia sottile come talco e pietre grandi come case disseminate sulla landa, anche una sopra l’altra. Lungo il bordo ci sono ville stupende costruite adattandosi ai massi. Foto, foto e foto, ma il sole non c’è: peccato.
A metà pomeriggio riprendiamo con l’idea di fermarci in un campeggio. Nel frattempo visitiamo S. Pol de Leon, cittadina austera con bei monumenti gotici, ma un po’ triste. Un giro e poi verso il mare: campeggi pieni o posizionati male: decidiamo di proseguire. Poi una pensata. Eravamo tutti un po’ depressi e Bruno non stava bene e quando lui non sta bene mangia parmigiano e patate lesse. Perché non aggiungere carciofi lessi? Qui è stagione e questo ortaggio è molto più grosso del nostro, ma meno saporito. Ad ogni modo dopo tanti campi, dico a Silvano: fermati! Io, la più temeraria, munita di un coltello, in una posizione deserta, taglio 4 carciofi. In quel momento, però, si ferma un’auto, scende una signora. Io butto a terra i carciofi tra l’erba alta e faccio finta di rimettere. Lei imperterrita ruba 3 carciofi, li mette in macchina e torna al campo per una nuova raccolta… Abbiamo riso tanto e…Siamo tornati di buon umore. Poco oltre ci fermiamo in un piccolo paese Penzè, lungo il fiume, e ceniamo tutti con patate, carciofi, parmigiano e uova. Perfetto! Impressionante la marea sul fiume. Arrivati quando le barche toccavano il fango del fondo, dopo 2 ore il livello si è alzato di 2,5 metri. Che forza! Abbiamo letto dei manifesti: in un paese qui vicino il pomeriggio c’era una gara a squadre per il lancio del carciofo! Non ho la minima idea del significato! Giovedì 13 agosto 2009 Pioviccica. Lungo la corniche arriviamo a Morlaix. La campagna è veramente bella con i suoi orti giganteschi: cavoli, verze, cipolla, carciofi, patate. Ci siamo poi fermati in una rivendita privata di sidro per acquisti/regali. Avendo richiesto un mercato per l’acquisto dei carciofi, la signora ci ha segnalato il mercato del giovedì a Lannion nella cote d’Armor. Bella questa cittadina lungo il fiume, bello il mercato, molto vario.
Abbiamo acquistato frutta e verdura e la paella già pronta (un profumino…) che abbiamo poi mangiato sulla punta di Bihit dalla quale si gode un panorama stupendo dall’alto di Trebeurden e della bianca spiaggia e godiamo dei voli pindarici dei deltaplani.
A metà pomeriggio proseguiamo e con fatica troviamo posto al campeggio West di Ploumanach. Alle 18 partiamo in spedizione a piedi per la costa del granito rosa. Qui un appunto lo faccio a mio marito scansafatiche: quando c’è da camminare tutte le scuse sono buone: faccio io la guardia ai camper, devo studiare teoria di volo, devo andare in bagno, devo andare a comperare le sigarette, sto finendo il libro, andate voi poi io vi raggiungo… Adesso avete capito perchè portiamo dietro la moto! Partiamo dunque appena sistemati i camper, perché il tempo cambia così spesso che devi approfittare non del bel tempo, ma del tempo senza pioggia. Abbiamo camminato per due ore lungo il ‘sentier des douaniers’ fra i grandi massi di granito rosa. A ragione è una delle maggiori attrattive della Bretagna: qui il vento ed il tempo hanno giocato con la roccia, erodendola nelle forme più strane e bizzarre, tanto che alle rocce più caratteristiche è stato attribuito un nome. I massi sono enormi e se ci fosse un tramonto più decente l’atmosfera sarebbe ancora più suggestiva, ma anche così le forme sono inverosimili! E’ uno spettacolo della natura veramente eccezionale. Il faro di Ploumanach è una delle più celebri cartoline della Bretagna: edificato in stile torre medievale, si erge imponente nel tratto migliore della costa di granito rosa.
Per me la Bretagna vuol dire tre cose: falesie, erica e oceano in tempesta! Venerdì 14 agosto 2009 Grigio anche oggi. Parcheggiamo nella spiaggia a ovest di Perros Guirec e andiamo a piedi in centro. Cammina Silvano, cammina…Anche qui troviamo il mercato settimanale, ma più piccolo di Lannion. Aperitivo con una bottiglia di sidro e proseguiamo.
Nella zona tutte le case hanno il tetto d’ardesia e sono costruite con il granito rosa a vista e come in tutta la Bretagna i fiori colorati addolciscono le finestre ed i giardini. Per pranzo ci fermiamo in un paesino, lungo la spiaggia, dove almeno un centinaio di bambini con gli istruttori fanno scuola di vela. Tutti con il loro giubbotto di salvataggio su barchette a vela piccolissime: sembrano pulcini dietro una chioccia. Port Blanc è fuori dal solito circuito turistico con una bella baia, spiaggia bianca e sperone roccioso.
Proseguiamo e si fermiamo a Treguier, segnalata come ville de caracter ,dove c’è una delle più belle cattedrali della Bretagna, in stile gotico dedicata a Saint Yves. Bello anche il chiostro. Molto bella anche la cittadina, a cominciare dalla piazza della chiesa per proseguire con il viale che la collega all’estuario del fiume (tante vecchie case a graticcio con splendidi fiori). E’ piacevole visitarla e mangiare il kouign amann, uno splendido dolce di pasta sfoglia che trasuda burro ( 10.000 calorie?).
Giriamo verso nord per un posto al mare. E’ già tardi ed i campeggi sono completi. D’altra parte domani è ferragosto. Percorriamo la costa e facciamo un percorso naturalistico di Tregor-Cote d’Ajoncs, non c’è nessuno in giro, ma non c’è possibilità di parcheggio per i camper: tutti divieti. In compenso abbiamo visto posti da cartolina: la famosa casa fra le rocce di Plougrescant è chiamata Castel Meur ed è stata costruita nel 1861. Abbiamo girato a lungo ma alle 20.30 abbiamo deciso di fermarci lungo il mare, lontano dalle case, nonostante il divieto.
Sabato 15 agosto 2009 Nessuno ci ha disturbato. Grigio come al solito, ma verso le 10 esce un sol splendido: finalmente! Ci fermiamo un attimo a Binic per pane e croissant, poi, entrati in superstrada a St. Brieuc troviamo subito un traffico intensissimo. Meglio, invece, lungo la strada che porta a Cap Frehel. Vista panoramica dell’oceano da Sables d’or e lungo tutto il percorso sono parcheggiate auto e camper. Bel campeggio, alto sul mare, tra gli alberi prima di arrivare. A Cap Frehel si accede con pagamento di € 3. La punta si visita con un percorso tra l’erica e la ginestra spinosa. La brughiera infatti è una distesa di colori viola e giallo mescolati con il verde dei cespugli che contrasta col colore del mare di un blu intenso che spumeggia infrangendosi contro le sottostanti rocce. Molto bello panorama e falesie. Pranzo con vista. Pur bello devo confessare che mi sono piaciute di più le punte della penisola del Crozon.
A metà pomeriggio siamo arrivato a S. Malò, ma alla periferia meridionale, sul fiume Rance, è in attività sin dagli anni 1960 la prima centrale elettrica ‘maremotrice’ che sfrutta il gioco delle maree (ci sono maree da 13 metri!) con una diga di qualche centinaio di metri che blocca l’imbocco del lungo fiordo della Rance. Dà energia pulita ad una città come Saint-Malo con 130.000 persone.E’ unica! Meno male che si siamo fidati delle segnalazioni lungo la strada che indicavano scarico per camper, perché siamo arrivati ad un grande parcheggio in periferia dove ci saranno stati almeno 100 camper parcheggiati a € 7 la notte, ma con la possibilità di arrivare comodamente in centro con l’autobus gratuito ogni quarto d’ora sino a mezzanotte. Doccia e.. Alla conquista di questa città ‘corsara’.
La parte vecchia di questa città è fortificata e zeppa di negozi, ristoranti, creperie, negozi di souvenir e tante, tante, tante gallerie d’arte (ah… dimenticavo, qui in Bretagna sono tutti pittori, rigattieri/antiquari, fornai e pasticceri). Oltre alle grigie costruzioni in rigido ordine architettonico, la città resta uno splendido esempio di costruzione militare: Nell’agosto 1944 una successione di scontri e bombardamenti, causò la distruzione dell’80% dei suoi edifici, ma l’aspetto, nel complesso, dà l’idea di forza. Saint-Malo fu interamente ricostruita con pietre autentiche seguendo i progetti originari. Da imponenti bastioni che circondano la città si gode una vista panoramica della città e del mare. E’ città viva, allegra, piena di turisti: anche troppo! Cena di cochillage e rientro con cielo striato di rosso (sarà bello domani?) in autobus al parcheggio.
Domenica 16 agosto 2009 E’ grigio: ora verso la Normandia. Del senno di poi… Abbiamo sbagliato perché dovevamo andare nella costa poco lontano, quella di Cancale e delle ostriche. L’avevamo già vista nel 2000, ma meritava rivederla…Pazienza, un’altra volta. Facciamo un pezzo di autostrada, poi usciamo andando verso S. Lo. La strada è bella, dritta, ma i paesaggi sono già cambiati: case più austere, pochi fiori. Trovo tutto più grigio. Siamo arrivati quasi a mezzogiorno a S. Mere Eglise, resa famosa dal film il ‘Giorno più lungo’ . Sainte Mere Eglise fu il punto in cui iniziò il vero e proprio sbarco in Normandia. Nella notte del 6 Giugno 1944, la 82° e la 101° divisione pacadutisti americane si lanciarono nei cieli di Sainte Mere Eglise e la cittadina fu una tra le prime ad essere liberata dai tedeschi. Qui alle 5 di mattina del 6 giugno oltre cento paracadutisti americani arrivarono su questa città e uno sfortunato di loro, anche a causa del buio e del forte vento, rimase appeso ad una guglia della chiesetta del paese fingendosi morto per due ore, finchè fu liberato. Ora a ricordare questo evento c’e’ un paracadute e un manichino che, dicono scherzosamente da queste parti, è uno dei più fotografati del mondo. Visitiamo il bel museo (€ 7) Airborne che raccontata la storia attraverso centinaia di oggetti e fotografie, ci sono due film, e gli originali di un aliante Waco e un aereo da trasporto C47. Di fuori: un carro armato Sherman.
Poi verso il mare, sulla spiaggia di Omaha beach. A 65 anni dallo sbarco tutto è ancora vivo nei memoriali, nei musei, ma anche lungo la strada. Poi verso il cimitero americano. Purtroppo arriviamo alle 6, ora di chiusura. Decidiamo di tornarci domani. Andiamo allora a Baieux, cittadina carina soprattutto per la cattedrale gotica con due grandi torri gemelle coronate da guglie. La città di Bayeux è famosa, però, per un’altra opera d’arte: “la Tapisserie”. Si tratta di un grande arazzo lungo circa 70 metri e che in 58 scene descrive le gesta di Guglielmo il Conquistatore. Sembra che a ricamarlo sia stata anche la Regina Matilde. E’ famosa anche per i merletti a tombolo e le porcellane. Per il resto Bayeux è una cittadina che ha conservato i tratti della sua storia medievale con case a graticcio e un bel mulino ad acqua sul canale. Un comodo parcheggio con scarico e carico acqua è posizionato alle porte del centro storico. In serata il tempo è bello naturalmente! Lunedì 17 agosto 2009 Grigio! La nostra compagnia si è momentaneamente divisa perché il camper di Bruno da ieri dà una segnalazione sul cruscotto di spia rossa accesa a intermittenza. Cercherà pertanto una officina Fiat per verificare il guasto. Silvano si è messo a disposizione di Bruno: un vero amico, perché so per certo che ha perso una cosa che gli interessava molto. Io, Licia e Francesco siamo tornati indietro verso Colleville sur Mere per vedere il cimitero americano. Si accede con controllo metal detector come in aeroporto, ma l’atmosfera è strana perchè c’è una musica soffusa sui viali, ma la struttura di accesso ed il piccolo museo sotterraneo sono di grande impatto con vista sul mare e sulla famosa spiaggia.
Qui sorge a strapiombo sul mare, su un area di 58 ettari, il più vasto cimitero americano di Francia. Il cimitero è di forma rettangolare, ha i viali disposti a forma di croce latina. Nei quadrati di prato che separano i viali sono disposte 9238 croci bianche e 149 stelle di David perfettamente allineate. Nel “giardino dei dispersi” sono scolpiti sulla pietra i nomi di 1557 soldati i cui corpi non sono mai stati trovati. Un asterisco indica quelli i cui corpi sono stati ritrovati ed identificati in seguito. E’ veramente suggestivo! Bruno, Graziella e Silvano sono andati invece a Caen ed hanno trovato, fortunatamente, una officina molto professionale. Ci è voluto solo una mezz’ora per scoprire una connessione elettrica allentata che provocava il mal funzionamento di un iniettore: salvi! Siamo arrivati alla svolta del nostro viaggio. Da questo momento cominciamo la via del ritorno. Autostrada Caen, Rouen, uscita Rouen est e poi verso Beauvais. Strada scorrevole su colline panoramiche tra grano appena tagliato e pannocchie. Veramente rilassante! Ed è arrivato il sole: meglio di così! L’aria è fresca e godiamo di questi panorami sino all’orizzonte fra il verde ed il giallo. Pensavamo di raggiungere Reims e invece ci fermiamo, data l’ora, a Compiegne in Piccardia. Bel parcheggio sul fiume a due passi dal centro storico: perfetto! La cittadina era la residenza più amata da Napoleone III e poi di Napoleone I che organizzavano battute di caccia. Noi non abbiamo visto il castello, ma siamo passati a lato dell’enorme parco. A 6 km. Dal centro viene segnalato che il maresciallo Foch, dentro un vagone ferroviario, dettò le condizioni di resa con l’armistizio della prima guerra mondiale ad un generale prussiano: la Germania aveva perso la guerra e il vagone divenne monumento nazionale. Per i tedeschi il posto si trasformò in un simbolo del crollo e una macchia da cancellare. Se ne ricordò Hitler che nel 1940 volle firmare l’armistizio con la Francia proprio qui, sempre nello stesso vagone.
Martedì 18 agosto 2009 Il sole! Ci mancava. Molto belle e panoramiche anche le strade che portano verso Soissons: colline, platani, fiume Aisne e laghetti. A mezzogiorno siamo a Reims. Parcheggio attaccato al centro sotto il ponte De Gaulle vicino al fiume. La Cattedrale di Reims è stata per lungo tempo il luogo dove venivano incoronati i Re di Francia e ancora oggi conserva la stessa maestosità di quel tempo. Questo gioiello dell’arte gotica risale al XIII secolo ed è stato eretto in ricordo del battesimo di Clodoveo. L’esterno è adornato da oltre 2300 sculture. L’interno lascia veramente stupiti per le altissime volte del soffitto. Costruita nel giro di un secolo a partire dal 1211, subì gravi danni durante la prima guerra mondiale, ma i restauri l’hanno restituita al primitivo splendore. Attualmente è in fase di pulizia esterna ed è evidente il cambio di colore.
Come sempre, pare impossibile, abbiamo difficoltà ad uscire dal centro: c’è poca segnaletica e spesso perdiamo molto tempo. Riprendiamo l’autostrada e andiamo verso Verdun, ma poi cambiamo percorso e ci troviamo a pranzare dopo le tre del pomeriggio, ma sotto gli alberi e in riva al fiume. Poi abbiamo deciso di utilizzare il navigatore. Il navigatore è una femmina ‘la Franca’ che non sempre si comporta bene, ma questa volta ci porta verso l’Alsazia attraverso strade secondarie, tra saliscendi e panorami dolcissimi e siamo giunti a Baccarat, la capitale della cristalleria. Una delle idee che avevamo nei giorni scorsi era quella di andare a Strasburgo e poi passare in Germania e poi a casa. Licia, che non ha visto l’Alsazia, propone questa alternativa: bella decisione! Si passerà poi in Germania. A Baccarat ci siamo sistemati in un bel campeggio comunale sotto gli alberi a 9,72 €, ma c’era un bel parcheggio sul fiume anche poco prima. Cena a base di pasta e champagne. Mi pare bene! Mercoledì 19 agosto 2009 Sole caldo. Bella notte in questo campeggio con 6 camper e 3 tende. Oggi è il compleanno di zia Giulietta: 97! Sta facendo il conto alla rovescia…Meno tre.
Verso S. Diè. Prima tappa Kaisersberg, pittoresco borgo con case a graticcio, tutte da fotografare.
E’ la cittadina di Albert Schweitzer medico, musicologo e missionario francese che gli ha dedicato un piccolo museo.
Proseguiamo per la strada del vino. E colline hanno vigneti a perdita d’occhio: questa è la terra del resling soprattutto, con il marchio Alsazia Grand Cru, vino che è in grado di invecchiare molti anni, nonostante sia bianco. La vendemmia qui è molto tardiva, ma anche fatta acino per acino e qualora l’uva venga intaccata da una particolare muffa, si ha un prodotto di altissimo pregio con denominazione ‘selection de grains nobles’. Ho visto una bottiglia, ma al supermercato, a 49€.
Ci siamo poi spostati a Riquewihr, forse più bella della precedente e ogni angolo e ogni casa sono una scoperta: case antiche a graticcio, cicogne e fiori, fiori, fiori…
Come la maggior parte dei paesi visitati, consta di una via principale sulla quale si affacciano i vari negozi più o meno turistici e dalla quale si diparte il dedalo di viuzze strette con le case a colombaia dai molteplici colori, affiancate l’una all’altra.
Lasciamo Riquewihr dopo la visita del negozio forse più famoso del paese, interamente dedicato al Natale e alle decorazioni natalizie: sicuramente una meraviglia per gli occhi ma un po’ meno per il portafoglio visto i prezzi esorbitanti dei vari oggetti! Terzo paese visitato Ribeauville, con un bel nucleo storico, più sottotono rispetto alle altre due, ma sempre gioiosa. I colori e gli scorci sarebbero tutti da dipingere, ma mi accontento di fotografare.
Arriviamo a Colmar; si gira senza trovare parcheggio, tranne una strada dedicata, ma siamo troppo esposti e alla fine decidiamo di andare al campeggio dell’Ill, lungo il fiume. Carino, ma € 18,20.
Giovedì 20 agosto 2009 Visitiamo Colmar: veramente una stupenda cittadina nell’Alsazia, famosa anche per alcuni prodotti da indossare per la neve. Colmar è un’antica città del Sacro Romano Impero, assolutamente da visitare per il suo folkloristico e tipico centro storico costituito da case colorate, asimmetriche, in legno e cemento, ma anche importanti palazzi. Ogni angolo è una scoperta. Percorriamo le stradine e fotografo ariosi archi, torricelle e angolari a sporto, case a graticcio anche lungo il piccolo e lento fiume Lauch. E’ anche denominata la Piccola Venezia per via dei suoi piccoli canali percorribili con canoe. Mea culpa: non abbiamo visto questa parte della citta!! Alle volte, ma non è mia abitudine, capita di perdere certe cicche perché non si è studiato a fondo il percorso, perché non si ha a portata di mano la guida, pazienza… altra cosa da vedere in altra occasione.
Ma all’amministrazione comunale non piacciono i camper. Vicino al centro abbiamo parcheggiato in posti riservati a € 2,4 all’ora! A mezzogiorno passiamo il Reno e siamo in Germania. Giornata molto calda, traffico intenso. Direzione lago di Costanza e arrivo, intorno alle 19 – a Ravensburg: solo due bei palazzi, torrentelli d’acqua, una banda paesana. Parcheggio riservato camper alle porte della città.
Venerdì 21 agosto 2009 Lasciata Ravensburg dopo aver fatto cambiare una lampadina del faro destro: Fiat non è possibile dover smontare la mascherina frontale ed il faro! Un po’ di autostrada e poi ci siamo fermati a Landsberg am Lech sul fiume: bella cittadina con palazzetti colorati. Il cielo oggi è misto e l’aria è più fresca d ieri. Abbiamo macinato un bel po’ di chilometri e a pranzo siamo usciti dall’autostrada e abbiamo mangiato sopra una collina verde con vista sulle montagne.
Nel tardo pomeriggio, entrati in Austria e passata Salisburgo, abbiamo deciso di fermarci in un paesino, prima delle gallerie, e abbiamo concluso per Werfen. Non è un granchè e piove. Dalla cittadina, però, si ammira un castello che domina la valle. La sua maggior attrazione sono, mi dicono, le più grandi grotte di ghiaccio del mondo, con una estensione interna di 42 km (dei quali solo un piccolo tratto viene percorso dai visitatori con visita guidata). L’ingresso delle grotte è posto a 1.640 m s.L.M. Di altezza, raggiungibile con seggiovia. Werfen è famosa per aver ospitato il set del film ‘Dove osano le aquile’. In un prossimo giro non mancheremo la visita.
Sabato 22 agosto 2009 Partiti da Werfen con nuvole basse, ma ci sono 20°. In autostrada, però, viene segnalato che ci sono 12 km. Di fila alle gallerie dei Tauri. Com’è possibile alle 8 del mattino? Decidiamo di cambiare il percorso lungo la parallela ai tunnel (Obertauner ben segnalato). E’ stata una scelta azzeccata: strada bella, panoramica, non trafficata. Riprendiamo a S. Michael e la fila la troviamo a Villacco, ma abbiamo perso solo 40 minuti. Rallentamenti anche da Pontebba a Carnia.
Fermi a S. Daniele per pranzo a base di prosciutto e…A casa nel primo pomeriggio.
ALLA PROSSIMA…