Africa del Sud

LA NOSTRA AFRICA DEL SUD di Luciana Lenci e Stefano Saccardi 31 Luglio / 21 Agosto 2002 Lo scorso anno avevamo studiato un itinerario per un viaggio in Sud Africa poi, di fronte alla profilassi antimalarica, indispensabile, preferimmo cambiare destinazione. Cosa è successo quest'anno per farci cambiare idea : mio fratello e mia...
Scritto da: Stefano Saccardi
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Viaggiatori: in coppia
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LA NOSTRA AFRICA DEL SUD di Luciana Lenci e Stefano Saccardi 31 Luglio / 21 Agosto 2002 Lo scorso anno avevamo studiato un itinerario per un viaggio in Sud Africa poi, di fronte alla profilassi antimalarica, indispensabile, preferimmo cambiare destinazione. Cosa è successo quest’anno per farci cambiare idea : mio fratello e mia cognata sono andati in Kenia ed hanno fatto la profilassi antimalarica senza nessun problema e/o complicanze. Ciò è servito a vincere le nostre ultima titubanze ed, all’ultimo minuto, abbiamo riesumato i nostri appunti e con il prezioso aiuto di Renza, preparato un viaggio di tre settimane in SUD AFRICA con uno sconfinamento in ZIMBABWE e BOTSWANA.

1° giorno MERCOLEDI’ 31 LUGLIO LIDO DI CAMAIORE – MILANO – JOHANNESBURG L’Alitalia non ha fatto l’accordo con la South African Airways e non potendo agganciare la tratta Pisa-Malpensa al nostro biglietto, abbiamo deciso di usare la macchina per il trasferimrnto, sia per il minor costo, sia per per non dar fastidio a nessuno per accompagnarci e riprenderci in un areoporto così lontano.

Partiamo con tutta calma alle 10:20, non c’è molto traffico, solo i soliti rallentamenti sulla Cisa per “lavori in corso”, ma non abbiamo fretta. Il cielo è coperto ed il caldo sopportabile.

Alle ore 14:00 siamo in vista dell’areoporto ed impieghiamo parecchio tempo a trovare il parcheggio prenotato. Abbiamo scelto l’International Parking per motivi di convenienza, ma è certamente un pò fuori mano e senza cartelli indicatori. Una navetta gratuita (inclusa nel prezzo del parcheggio) ci porta immediatamente in aerostazione, Terminal 1. Ci aspettavamo di trovare una bella “opera” mentre è una costruzione orrenda, mal pulita, mal tenuta e con scarsi servizi.

Siamo arrivati troppo presto e dobbiamo attendere l’apertura del “check-in”, ma abbiamo il vantaggio che essendo fra i primi possiamo scegliere il posto in aereo : due poltrone “isolate” in coda.

Ci trasferiamo nella zona “partenze” dove la situazione estetica e pratica non migliora, l’aria condizionata non funziona e le poltrone sono scomode e sporche.

Il tempo è notevolmente peggiorato e piove molto forte. Come conseguenza ritardiamo la partenza di due ore : il volo di linea South Afican Airways (SA) 243 diretto per Johannesburg alle ore 19:45 parte alle 22:00.(Aeromobile: Boeing 743 – Servizio a bordo: rinfreschi – cena e prima colazione – Tempo totale di volo: 9h50 minuti).

E’ la prima volta che voliamo con questa compagnia e siamo piacevolmente sorpresi per l’ottima qualità del cibo, il servizio è un pò folcloristico ma nel complesso buono.

Incontriamo parecchio maltempo e “balliamo” molto, talvolta in maniera veramente impressionante. Riusciamo a dormire solo saltuarimente e per brevi periodi.

2° giorno GIOVEDI’ 1° AGOSTO JOHANNESBURG – VICTORIA FALLS Arrivo a JOHANNESBURG alle ore 07:30 locali che corrispondono alle 07:30 in Italia in quanto avendo noi l’ora legale e loro no, si annulla il fuso orario di differenza esistente. Rapido disbrigo delle formalità di sbarco e ritiro bagagli. Ottima impressione per l’ambiente e l’efficenza. Splende il sole e l’aria è frizzante. Necessita un golf.

Ad attenderci troviamo Nathalie, una giovane francese incaricata dall’agenzia di farci da guida, sempre vissuta in varie nazioni africane, che parla un italiano perfetto. Depositiamo i bagagli e partiamo con la sua macchina per una visita alla città.

Johannesburg sorge ad un’altitudine di 1.753 metri ed è una moderna metropoli con oltre due milioni di abitanti, capitale del Gauteng. Essa nacque nel 1866 quando furono scoperti i ricchissimi giacimenti auriferi del Witwatersrand. Fu letteralmente costruita sull’oro: caratteristiche sono le gialle colline degli scarti della lavorazione dell’oro che punteggiano la città. Oggi il suo centro è prevalentemente occupato da uffici ed alla sua periferia sorgono eleganti quartieri residenziali, dove si trovano quasi tutti gli alberghi utilizzati dai turisti internazionali in transito in città. A sud di Johannesburg sorge l’enorme conglomerato urbano di Soweto, la più nota townsip sud africana, abitata da quasi due milioni di persone. Non l’abbiamo visitata ma siamo passati vicinissimi ad un’altra township di nuova costruzione : un insieme desolante di piccole costruzioni con strade sterrate ma con acqua corrente ed illuminazione, un balzo in avanti rispetto alle bidonville, ancora esistenti.

La nostra guida ci consegna i documenti di tutto il viaggio e ci accompagna in un centro commerciale a cambiare gli Euro in Rand ed a comprare un adattatore per le prese di corrente che, fortunatamente, hanno un voltaggio di standard occidentale. Successivamente andiamo, nota folcloristica, a vedere la villa di Mandela, rigorosamente circondata da alte mura con sopra filo spinato elettrificato, una strada panoramica costruita dai prigionieri italiani della seconda guerra mondiale (dice che stavano molto bene), ed un negozio di medicina africana (un posto da paura pieno di corna e di pelli di animali mal conciate ed emananti odori pestilenziali).

Al termine della visita, ore 12.00 circa, ci riporta in areoporto, ritiriamo i bagagli dal deposito e facciamo il check-in per il volo South African Airways (SA) 44 diretto per Victoria Falls alle ore 14.00. (Aeromobile: Boeing 737 Servizio a bordo: lunch – Tempo di volo: 1h40 minuti).

Arriviamo in perfetto orario alle ore 15:40. Siamo in Zimbabwe e l’areoporto è da “sesto mondo”. Ci derubano subito facendoci pagare USD. 90.00 per due visti d’ingresso. Clima caldo secco, piacevolissimo.

Ad attenderci una guida locale, efficentissima, che ci fa salire su un pulmino e, mentre guida a velocità pazzesca, ci spiega che non abbiamo tempo per andare in albergo e deve accompagnarci subito all’imbarcadero per la “Sunset cruise sullo Zambesi” facendosi personalmente garante che al rientro avremmo trovato sia lui, sia i nostri bagagli ad attenderci. Nonostante la folle velocità riusciamo a vedere che siamo nella savana e che appena arrivati in città si nota uno spiegamento di poliziotti notevole, praticamente una pattuglia ogni angolo.

Scendendo dal pulmino siamo accolti da un gruppetto di indigeni, vestiti da indigeni, che suonano tamburi, cantano e danzano. Saliamo su una imbarcazione con ampio ponte dove una ventina di turisti sono seduti su comode poltroncine intorno a tavolini e con i bicchieri in mano. Aspettavano solo noi e quindi partiamo subito. Ci offrono da bere e da mangiare, ma visto l’ambiente e prevenuti come siamo, rifiutiamo ringraziando. Più tardi mi lascerò tentare ed assaggerò alcuni stuzzichini rimanendo fortunatamente vivo. Risaliamo il fiume per circa trecento metri e vediamo molto da lontano le famosissime cascate, poi torniamo indietro e scendiamo il fiume per circa seicento metri osservando molte specie di uccelli e, da lontano, alcuni elefanti ed ippopotami.Dopo aver assistito al primo di tanti bellissimi tramonti, sbarchiamo. La gita in barca risulta inferiore alle aspettative.

Troviamo ad attenderci la nostra guida che ci conduce all’albergo The Kingdom dove abbiamo prenotato soggiorno e prima colazione. Durante il tragitto realizziamo che il programma prevede la visita alle cascate ma non abbiamo tale gita prenotata. Rimediamo seduta stante fissando per la mattina successiva alle 07:15, anche se ci spellano vivi : Usd. 70,00. Arrivati all’albergo rimaniamo letteralmente sbalorditi : sapevamo che era bello ma risulta da favola. Non crediamo che le foto che abbiamo fatte diano una idea realistica dell’ambiente. Tutto il complesso è circondato da giardini e recintato e sorvegliato per la sicurezza degli ospiti. La costruzione a due piani è tendenzialmente circolare con all’interno una laguna (dicono naturale) accessoriata anche di coccodrilli, con tanto di immissario, emissario e cascatella. Annesso all’albergo alcuni negozi ed un casinò con bar e ristoranti. Tutti gli ambienti sono arredati con sfarzo e con molto gusto.

Sfiniti da una nottata e da un giorno di emozioni decidiamo di andare immediatamente a dormire.

3° giorno VENERDI’ 2 AGOSTO VICTORIA FALLS – PARCO CHOBE Sveglia alle 06:15. Ricca prima colazione alle 07:00. Alle 07:15 passa a prenderci la guida e, saliti sul pulmino, partiamo per le Cascate Vittoria che sono……Dietro l’angolo. Infatti l’ingrasso si trova a non più di quattrocento metri dall’albergo e, se l’avessimo saputo, ci saremmo andati da soli risparmiando anche 30,00 Usd.

“Mosi oa tunya”, il nome dato alle Cascate dai Mokololo, significa “fumo tuonante”: ed è davvero questa l’impressione che si prova al primo impatto con le Cascate Victoria, per il boato assordante e per le nubi di vapore acqueo che generano. Vennero scoperte il 16 novembre 1855 dall’esploratore scozzese David Livingstone, che vi venne condotto in canoa dai Makololo lungo lo Zambesi fino all’isola di Kazerula, da dove poté ammirare lo spettacolo delle cascate che si infrangevano sulle rocce sottostanti. Egli le intitolò alla regina britannica e l’isola di Kazerula viene oggi chiamata Livingstone. La cascate, per metà in territorio dello Zambia, precipitano nella gola dello Zambesi da un’altezza di 110 m. Circa, sviluppandosi su un fronte di circa 1.700 metri; ma la colonna di vapore acqueo che sale dal precipizio raggiunge a volte un’altezza di 450 metri. E in particolari condizioni di visibilità è possibile scorgerla da una distanza di 80 km. Le cascate possono essere ammirate all’interno del parco da diversi punti panoramici, tra cui Cataract View e Ranger Point specialmente durante la stagione più secca, quando l’acqua si impoverisce dei suoi sedimenti colorati ed appare bianca e spumeggiante. Mentre durante la stagione piovosa è preferibile noleggiare piccoli aerei da turismo. Lo Zambesi, unico grande fiume dell’Africa australe, lungo 2.660 km., arriva a portare all’altezza delle cascate 545 milioni di litri di acqua al minuto.

Dal cancello d’ingresso parte un sentiero che costeggia, ovviamente dalla parte opposta, tutta la cascata. Lo percorriamo interamente ed è uno spettacolo unico. La nostra guida, previdente, aveva portato delle mantelle che in alcuni punti ci hanno evitato di bagnarci, ma nello zaino avevamo anche gli ombrelli.

Terminata la visita, sono circa le 09:30, partiamo in pulmino alla volta del Parco Chobe.

Il Parco Chobe sorge al confine tra Zimbabwe e Botswana, in una nazione che è passata dalla più profonda povertà ad una enorme ricchezza dopo la scoperta delle miniere di diamanti. Questà è un’area protetta di 12.000 kmq.: qui scorre, tra foresta e crinali rocciosi, il fiume Chobe, un affluente dello Zambesi, lungo il quale vivono circa 35.000 elefanti, centinaia di bufali e migliaia di animali, a ricreare un’atmosfera da ultimo paradiso. Allontanandosi dal fiume il paesaggio cambia progressivamente per passare dalla fitta foresta a vaste e verdeggianti pianure fino al deserto, permettendo così di vedere sia la vegetazione che gli animali delle diverse zone. Dopo un viaggio di circa due ore, compreso una fermata alla frontiera fra Zimbabwe e Botswana dove solerti doganieri riempiono moduli, registri (con il solo nome di battesimo!!) appongono timbri, arriviamo all’areoporto di Kasane dove troviamo ad attenderci una guida del resort Chobe Chilwero; cambiamo veicolo perchè per raggiungere il “campo” serve un veicolo 4×4. Lasciamo presto la strada asfaltata per addentrarci nella savana. Il tragitto è breve ma la sorpresa è grande. Raggiungiamo un cancello ed entriamo nel “campo” che è completamente recintato nel vano tentativo di non far entrare gli animali, infatti di notte, soprattutto gli elefanti, abbattono la recinzione e passeggiano tranquillamente dove desiderano. Ci fermiamo davanti ad un edificio dalle linee sobrie ed eleganti perfettamente mimetizzato tra gli alberi; è la costruzione principale che comprende uffici, biblioteca, soggiorno e sala da pranzo; l’arredamento è in stile affricano con mobili ed arredi bellissimi. Ad attenderci alcune indigene che catturano i bagagli( che troveremo poi nel nostro lodge) ed il direttore, camicia mezze maniche, pantaloni corti, scarponi, che ci da il benvenuto, ci presenta allo staff e ci fa accomodare in veranda dove, dopo averci offerto una spremuta d frutti tropicali, ci mette al corrente delle attività e degli orari del “campo”. Ci accompagna poi alla nostra “capanna” costituita da un gazebo con tavolo e poltrone, un corpo principale coperto, ed un cortile sul retro con doccia all’aperto; la parte coperta è divisa in due zone, una camera di circa cinquanta metriquadri ed un bagno di circa trenta metriquadri suddiviso in varii ambienti(vasca con idromassaggio, doccia, wc, lavandini, trucco). Il tutto magnificamente arredato e dotato di aria condizionata. Niente radio ne televisore ed un telefono connesso solo con il centralino per le emergenze; il “telefonino” non ha “copertura”. E’ assicurato un totale relax e possiamo concentrarci sulla natura. Complessivamente ci sono quindici bungalows ed una piscina scoperta Alle ore 12:00 si pranza con menù prefissato, composto da un piatto di carne con contorni e dolce. Mentre mangiamo abbiamo la piacevole sorpresa di veder sfilare vicinissimi, dinanzi a noi, un gruppo di elefanti. Alle ore 15:00 piccolo spuntino, a buffet, spizzichini salati, biscotti, dolci e bevande varie. Alle 15:30 partenza per la “River cruise”che si rivela una della più esaltanti esperienze di tutto il viaggio. Grazie ad una guida molto brava riusciamo a vedere, da molto vicino, sia ippopotami che coccodrilli oltre ad un numero impressionante di specie di uccelli e trampolieri. Sulle rive bisonti, elefanti, giraffe e vari tipi di ungulati (Impala, Kudu, etc.,etc.).

Dopo aver assistito ad un splendido tramonto rientriamo al campo ed, essendo notte, siamo accompagnati alla nostra “capanna”, dove una guida tornerà a prenderci alle 19:30 per scortarci ( cinquanta metri in linea d’aria) all’edificio principale per un aperitivo, due chiacchiere ed alle 20:00 ci viene servita la cena. La cucina è di tipo internazionale, ottima ed abbondante.

Quando desideriamo “ritirarci” una guida ci accompagna al nostro alloggio. La misura restrittiva dell’accompagnamento è dovuata a misure di sicurezza in quanto, mentre di giorno gli animali non entrano nel campo infastiditi dalla presenza umana, di notte, talvolta, scorrazzano liberamente; proprio la notte precedente il nostro arrivo un elefante aveva distrutto in più punti la recinzione e lasciato evidenti “traccie” del suo passaggio.

4° giorno SABATO 3 AGOSTO PARCO CHOBE Dopo una sontuosa colazione alle ore 08:00 partiamo per un safari in auto. Più che un auto è un veicolo 4×4 che può ospitare 8-10 persone, coperto da un telone, ma per il resto completamente aperto; data la temperatura, piuttosto rigida al mattino ed a sera,ci viene fornito un “poncio” , impermeabile all’esterno e di lana all’interno, che non scomoda affatto anche se abbiamo poullover e giacca a vento. Le guide sono tutte locali parlanti inglese.

Significativo incontro a distanza ravvicinata con leonessa accompagnata da due piccoli. Veniamo anche a contatto con elefanti, giraffe, bufali, facoceri, nyala, kudu, cobo, antilopi, manguste e scimmie(babbuini).

Rientriamo alle 11:30 ed alle 12:00 ci aspetta un simpatico pranzo. Abbiamo a disposizione la pasta pronta ed un sacco di ingredienti per scegliere il tipo di pizza desiderata che cuociono espressa nel forno a legna. A completamento ricchi contorni e dolce.

Non mancano all’appuntamento gli elefanti che transitano davanti a noi mentre mangiamo.

Relax fino alle 15:00, merendina ed altra “River cruise” che si rivela sempre interessante, ma la guida è meno brava di quella del giorno precedente e ci porta ad osservare gli abitanti del fiume più da lontano. Una bellissima scena che immortaliamo con la macchina fotografica è costituita dalla presenza in contemporanea di ippopotami, in acqua, e giraffe ed elefanti salla sponda.

Altro splendido tramonto.

Non sappiamo se dipenda dal fatto che oggi è sabato, ma hanno apparecchiato sotto gli alberri, anzichè sotto il portico, illuminando la zona con lumi a petrolio e torcie : molto suggestivo. Un sontuoso barbacue allieta i nostri palati, mentre occhi ed orecchi sono allietati (???) da canti e danze di indigeni.

5° giorno DOMENICA 4 AGOSTO PARCO CHOBE – VICTORIA FALLS – JOHANNESBURG Altro safari in auto interessantissimo. Facciamo un percorso diverso rispetto al giorno precedente e riusciamo a vedere tutti i tipi di animali osservati precedentemente ma in situazioni mutate. Notevole è la scena di una mamma ippopotamo completamente immersa nel fiume con un piccolo sulla schiena. Abbiamo anche una emozione fuori programma. Ci eravamo da poco fermati ad osservare un numeroso gruppo di elefanti che facevano il bagno in una pozza quando una elefantessa seguita da un giovane maschio, si è staccata dal gruppo e, passandoci davanti, è andata a fermarsi in posizione più elevata alla nostra destra, iniziando a barrire, dimenare le orecchie e battere ripetutamente con un piede sul terreno. Senza esitare la guida ha acceso il motore e si è allontanata dalla traiettoria fermandosi poco distante. L’elefantessa si è subito calmata, un gruppetto di elefanti è uscito dalla pozza, ed assieme si sono allontanati tranquillamente.

Rientriamo alle 11:30 e la guida ci da appuntamento alle 12:45 per il trasferimento all’areoporto.

I due giorni di pensione completa, bevande a volontà incluse, sono esauriti e quindi rimaniamo sorpresi nel ricevere una telefonata del direttore che ci informa che ci aspetta per il pranzo : un intero pollo arrosto farcito, insalata mista e dolce.

Staff schierato per i saluti, saliamo sul fuoristrada che ci porta sulla strada asfaltata dove troviamo ad attenderci un pulmino con autista che ci accompagna all’areoporto di Victoria Falls: lungo il tragitto possiamo vedere altri animali.

Arriviamo verso le ore 15:00 e ci derubano per la terza volta (non sarà l’ultima) facendoci pagare una tassa d’imbarco di Usd. 40,00.

Partiamo puntualissimi alle ore 16:35 con il volo di linea South African Airways (SA) 45 diretto per Johannesburg .(Aeromobile: Boeing 737 Servizio a bordo: lunch – Tempo di volo: 1h40 minuti).

Arrivo a Johannesburg alle ore 18:15. Sbarchiamo e dopo aver ritirato i bagagli cerchiamo lo shuttle bus gratuito dell’albergo in partenza dal Terminal 2 per l’ all’hotel The Emperor at Caesars dove abbiamo prenotato pernottamento e prima colazione. In pochi minuti arriviamo a destinazione ed abbiamo la piacevole sorpresa di trovarci di fronte ad un insieme fantasmagorico, al di fuori di ogni possibile immaginazione. Non è facile descrivere cosa è “CAESARS” anche se come prima impressione ci viene in mente Las Vegas. A cinque minuti dall’areoporto, il complesso, inserito in ampi giardini circondato da inferriate e sorvegliato, comprende due alberghi, un casinò, un centro congressi, un parco di divertimenti ed un centro commerciale. Gli architetti si sono sbizzarriti pescando a piene mani dall’antichità ricostruendo improbabili ambienti “romani”(Circus Maximus Theatre e Roman Bath in Octavia’s Sensorium), “egiziani”( Cleopatra’s Table, Pharaon’s Casino Bar), “rinascimentali”(Italian Courtyard Garden) aggiungendovi statue di gesso di “Marc Antony” (testuale) e “Cleopatra”. Il centro commerciale ha un soffitto con dipinto il cielo e le nuvole e le strade con nomi italiani; c’è anche “Piazza di Spagna” con una fontana al centro nella quale è sistemata una copia, sempre in gesso del David di Michelangelo. The Emperor, l’albergo più lussuoso, è collegato al casinò con una lunga galleria piena di copie di quadri famosi la cui caratteristica è quella di essere così diverse dagli originali da non lasciare il minimo dubbio circa la loro falsità.

Assolutamente imperdibile.

6° giorno LUNEDI’ 5 AGOSTO JOHANNESBURG – PILGRIMS REST Al mattino, ore 07:30, siamo a fare colazione ed alle 08:30 un incaricato della Budget ci porta l’auto che avevamo prenotato. Il noleggio include il chilometraggio illimitato e la Super Insurance, che prevede assicurazione Kasko (con franchigia di R2.500), assicurazione Furto (con franchigia di R2.500), assicurazione Personale per i passeggeri, IVA, tasse locali ed aeroportuali. Non è stato possibile stipulare assicurazioni per la riduzione della franchigia. Sbrigate abbastanza velocemente le formalità burocratiche partiamo. Sono le ore 09,10 ed il contachilometri segna 6.498 km.). Il tempo è bello e nonostante sia inverno pieno e che Johannesburg sia a circa 1600 metri di altitudine, la temperatura, durante il giorno è mediamente 25 gradi (centigradi).

Il portiere dell’albergo, fortunatamente di nazionalità indiana, ci da le informazioni per raggiungere la “N12” con direzione Witbank. Il traffico è scarso e ciò ci facilita nel prendere pratica con la guida a sinistra. Alle 12:40 siamo al bivio con la “R359” ed alle 13:30 passiamo da Sabie, raggiungendo Pilgrim’s Rest alle 14:10 (km. 6.888).

Alcune annotazioni sul traffico che valgono per tutto il viaggio. Tutti corrono come matti senza rispettare i limiti di velocità, ma è largamente diffuso un comportamento, in ambito extraurbano, che facilita molto la circolazione : i veicoli lenti viaggiano, o si spostano, sulla corsia di emergenza per facilitare il sorpasso e chi supera ringrazia accendendo per due volte le luci di emergenza e, chi è superato, a sua volta saluta lampeggiando. Da esportare. Il fondo stradale è generalmente molto buono su tutte le strade da noi percorse; c’è solo da fare molta attenzione alle buche che sono talvolta presenti sul bordo della carreggiata : micidiali.

Altra particolarità alla quale fare molta attenzione è costituita dal fatto che molti pedoni camminano sulla corsia di emergenza della strade nazionali ed anche delle autostrade.

L’albergo prenotato per una notte con trattamento di mezza pensione è il Royal Hotel, una vecchia costruzione in stile vittoriano, che si inserisce perfettamente nell’architettura di questo grazioso paesino di minatori che risale alla fine del 1800 e che è stato perfettamente restaurato ad uso turistico.

La camere sono graziosamente arredate, in stile, e dotate di ogni comfort compreso l’impianto di riscaldamento che risulta utilissimo vista la bassa temperatura notturna..

Dopo aver depositato i bagagli in camera decidiamo, data l’ora, di andare a vedere il panorama che si gode da Good’s Window e Wonder View; indubbiamente si tratta di bei luoghi, ma siamo soprattutto impressionati dalla splendida foresta situata al di sopra delle due postazioni e che si raggiunge facilmente con pochi minuti di cammino. Andiamo anche a vedere Lisbon Falls e Berlin Falls, quest’ultima è molto bella anche se trattandosi di stagione secca (qui piove d’estate) l’acqua è scarsa.

Rientriamo in albergo al tramonto(intorno alle 18:00 km. 6.970). La cena a buffet è ottima e l’atmosfera del ristorante è piacevole

7° giorno MARTEDI’ 6 AGOSTO PILGRIMS REST – KRUGER NATIONAL PARK (SKUKUZA) Dopo colazione, sono le 08:00 partiamo per una lunga tappa di trasferimento. Abbiamo deciso di visitare in modo completo lo spettacolare Blyde River Canyon ed entrare nel Kruger National Park da Orpen Gate.

Ci dirigiamo quindi a Graskop, prendiamo la “R532” ed alle 09:00 (km.7.025) ci fermiamo per una minuziosa visita a Bourke’s Luck Pot Holes che risulta un luogo stupendo. In tutti i posti turisticamente significativi sono presenti innumerevoli banchetti con venditori di souvenirs e questo non fa eccezione; Luciana adocchia una giraffa in legno, molto ben scolpita, ma alta 150 cm. Quale regalo per la nipote ed, a fatica, riesco, solo momentaneamente , a farla desistere dal suo proposito.

Proseguiamo fermandoci ad ammirare lo splendido paesaggio del Blyde River Canyon che si gode sia da Lowveld View Site che da Three Rondaweis View Site. In questa ultima località compriamo la giraffa per Chiara; è effettivamente molto bella, ma è sempre alta 150 cm. E la porteremo a spasso con noi per tutto il resto del viaggio.

Continuiamo a percorrere la “R532” fino a quando ci immettiamo nella “R36” girando a destra e proseguendo per circa 31 km.(bivio per Tzaneen) per prendere, sempre girando a destra, la “R351”. Dopo circa 30 km. C’è una deviazione sulla destra che conduce a Blydepoort Dam (Swadini Dam); bel paesaggio ma non speciale. Ritorniamo sulla “R351” e proseguimo per Klaserie e da qui ad Orpen Gate (ore 12:50 km. 7221). Un piccolo annedotto : un venditore di arancie al quale abbiamo chiesto una informazione stradale, prima ha esaudito la nostra richiesta e poi ha chiesto di essere ricompensato, a nostra discrezione, per il servizio.

Il biglietto d’ingrasso per due persone ed una auto costa circa Euro 8,50 !!! Nel parco non si può scendere di macchina, a meno di non essere in un “campo”, e la velocità massima consentita è di 50 km. Sulle strade asfaltate e di 40 km. Sulle strade sterrate. Un modesto consiglio : se volete vedere gli animali andate più piano. Siamo costretti ad acquistare una carta del parco stampata in lingua tedesca in quanto unica disponibile, al momento.

Il parco Kruger occupa un’area di 19.010 kmq. Lungo il confine con il Mozambico; è il grande dell’Africa e vi si trovano numerosissime specie di animali. Data la sua estensione (400 km da nord a sud e circa 100 km da est od ovest) presenta diversi habitat: la parte meridionale è caratterizzata da vegetazione mista, quella centrale da un altopiano di alberi di mopane, mentre la zona nord è sabbiosa e ricca di foreste di baobab. Conosciuto ed amato dai sudafricani come una semplice riserva, è in realtà un parco internazionalmente famoso, con una notevolissima varietà di specie animali. Nato per volere de Presidente Kruger nel 1895, l’omonimo parco fu ufficialmente aperto al pubblico nel 1927 ed in quell’anno solo tre macchine superarono i cancelli di entrata. Oggi i visitatori sono oltre cinquecentomila l’anno. Attualmente il parco si presenta come vero paradiso della fauna e della flora locale dove, armoniosamente, animali e uomini si incontrano durante i fotosafari. Raggiungiamo il campo di Satara e, strada facendo, vediamo molti animali. Dopo una breve sosta proseguiamo verso sud; imperdibile la deviazione a Baobab Tree un albero bellissimo e grandissimo.

Abbiamo la fortuna di ammirare, sia pur da lontano, due leoni ed un leopardo oltre ad un numero ragguardevole di gnu, zebre, giraffe, impala e simili.

Alle 17:30 (km. 7.386) raggiungiamo il campo di Skukuza, sulle rive del fiume Sabie, dove ci fermeremo per due notti avendo prenotato, il solo pernottamento al Skukuza Rest Camp. Il campo offre sistemazioni in bungalow immersi nel verde, semplici ma confortevoli, con servizi privati, barbacue frigorifero ed aria condizionata che francamente servirebbe durante il giorno mentre la notte è superfrua in questo periodo perchè la temperatura scende sotto i 10 gradi.

Niente radio ne televisore; alle 21:30 è previsto silenzio assoluto; il campo chiude alle 18:00; il supermecato alle 18:30; il ristorante alle 21:00; nell’anfiteatro trasmettono documentari, ovviamente sugli animali, fino alle 21:15. L’illuminazione è ridotta al minimo e per muoversi serve una torcia elettrica. Per chi vuol comunicare ci sono telefoni a schede vicino al’accettazione (è superfruo dire che i cellulari non hanno “copertura”). Dal nostro punto di vita rasenta la perfezione.

8° giorno MERCOLEDI’ 7 AGOSTO KRUGER NATIONAL PARK (SKUKUZA) Colazione con tea, pane e marmellata nella cucina del bungalow ed alle 07:00 siamo pronti a partire per il safari con la nostra auto. Abbiamo studiato un percorso circolare di circa 250 km. Da Skukuza a Lower Sabie a Crocodrile Bridge a Afsaal a Stevenson a Skukuza. Risulterà di 267 km. Ed impiegheremo 10 ore e 10 minuti. Rientriamo alle 17:10 (km. 7.653) stanchi ma contenti per il gran numero di animali incontrati.

Veloce spesa al supermercato e cena al ristorante del campo che dispone di ricco buffet a prezzi modici : ottimo.

Da segnalare vicino a Crocodile Bridge,: a) lo stagno Gezanffombi, visibile dalla strada, ma molto meglio andando all’inerno percorrendo poche centinaia di metri di strada non asfaltata, pieno di ippopotami, coccodrilli ed uccelli di ogni tipo, b) la Hippo Pool, così si chiama un tratto di fiume che si allarga quasi a formare una piscina dove albergano ippopotami e coccodrilli. In quest’ultimo posto un ranger (nutriamo seri dubbi circa la sua autenticità visto l’abbigliamento parzialmente informale ed il mezzo di locomozione costituito da una bicicletta scassata) armato di fucile ci ha detto che potevamo abbandonare l’auto e ci ha scortato fin sulle rive per meglio vedere gli animali e per …….Ricevere una mancia.

9° giorno GIOVEDI’ 8 AGOSTO KRUGER NATIONAL PARK (SKUKUZA) – THORNYBUSH GAME RESERVE Alle 07:00 lasciamo Skukuza ma facciamo un lungo giro prima di arrivare al Paul Kruger Gate ed abbiamo la fortuna di incontrare una simpatica famiglia di facoceri e due giganteschi elefanti maschi che stanno mangiando proprio ai lati della stada.

Alle 10:20 (km. 7731) lasciamo a malincuore il Parco Kruger e prendiamo la “S1” fino a Hazyview e da questa località giriamo a destra sulla “R40”, proseguendo per Bosbokrand e per Klaserie; dopo 9 km. Da quest’ultima località, un bivio sulla destra ci porta a Thornybush Private Game Reserve.

La riserva Thornybush racchiude tre Lodge ed è situata ai bordi della Riserva di Timbavati, a 30 km. Dal Parco Nazionale Kruger ed a cinque ore di auto da Johannesburg, con un’estensione di 11.500 ettari. L’atmosfera che regna è rilassante ed ospitale. Esperti ranger accompagnano gli ospiti nei fotosafari a piedi od a bordo di veicoli fuoristrada. Le camere del Main Lodge sono finemente arredate con mobili in stile coloniale, provviste di telefono, minibar, doccia esterna ed interna, splendidi bagni in marmo con vista mozzafiato sulla savana e dotate di aria condizionata. A disposizione degli ospiti, inoltre, piscina ed un’accogliente biblioteca.

Arriviamo al cancello della riserva alle 12:20 ed al MAIN LODGE, dove saremo alloggiati per due giorni con trattamento di pensione completa (inclusi safari), alle 12:35 (km. 7.901).

Ad attenderci il ranger che si prenderà cura di noi durante il soggiorno. Si chiama Clinton e ci invita ad abbandonare auto e bagagli e ci mostra l’edificio principale costituito da uffici, piccolo negozio, biblioteca e salone di soggiorno/pranzo in veranda dalla quale si gode il panorama della savana; ai piedi della costruzione l’alveo di un fiume in secca ma, di fronte sull’altra riva una pozza piena d’acqua dove si abbeverano gli animali. Ci offre una bibita per rinfrescarci e ci spiega le regole del “penitenziario” : sveglia alle 06:30, piccola colazione (si fa per dire) alle 07:00, safari in auto 4×4 dalle 07:30 alle 10:30, alle 11:00 brunch, alle 12:00 possibilità di fare un safari a piedi, alle 15:00 merenda, alle 15:30 safari in auto 4×4, alle 19:00 rientro ai dormitori sotto scorta armata, alle 20:00 la scorta,sempre armata, verrà a prelevarci per accompagnarci a cena intorno al “boma” e, per concludere la giornata, ci riaccompagnerà a dormire.

Gli facciamo presente che abbiamo un calo di zuccheri non avendo pranzato e prontamente ci dice che mentre disfiamo i bagagli ci farà preparare qualcosa.

Ci accompagna quindi alla nostra “cella”. E’ la numero 4 e misura circa 80 mq.. La camera è arredata con mobili in stile coloniale, il bagno rivestito di marmo ha vasca, doccia interna ed esterna, etc.,etc.. Una ampia terrazza si affaccia sulla savana e ci viene raccomandato di assicurarsi che le finestre siano chiuse quando lasciamo la stanza per evitare che le scimme facciano irruzione.

Ovviamente i bagagli sono li che ci aspettano. Appena sistemati torniamo in sala da pranzo dove un premuroso cameriere ci serve un vassoio di tramezzini che, nonostante la buona volontà, non riusciamo a finire.

Il successivo safari risulterà molto interessante e vedremo i “Big Five” così da vicino come non avremmo mai immaginato. Il Sudafrica è l’unico paese del mondo dove si possono spesso vedere i cosiddetti “Big Five”: l’elefante africano, il leone, il rinoceronte, il leopardo africano ed il bufalo africano. Il primo è il più grande mammifero sulla terra, e raggiunge un’altezza di quasi 4 metri ed un peso di 7 tonnellate. Il secondo è il più grande carnivoro dell’Africa: il suo ruggito si sente generalmente all’alba e al tramonto ed è udibile in un raggio di 5 miglia. Il rinoceronte si distingue invece in due specie: il bianco, più pesante e placido, ed il nero, dal labbro appuntito. Il leopardo africano è il più guardingo e furtivo dei felini, anche se a volte può essere incredibilmente audace. Il bufalo africano invece, malgrado il suo aspetto goffo e pesante, se ferito, si dimostra uno dei più formidabili “Big Five”. Partiamo puntuali alle 15:30 e sul veicolo oltre a Clinton (da noi soprannominato “Pota Pota”) che è al volante c’è una guida indigena che siede su un “trespolo” posizionato sopra il lato sinistro del paraurti anteriore : osserva le traccie ed indica la stada. Verso le 17:30 facciamo una breve sosta per sgranchirci le gambe e per fare un piccolo spuntino. Clinton e la guida attrezzano velocemente un tavolo con tovaglia ed apparecchiatura in metallo offrendo stuzzichini e bevande varie.

Ripartiamo e veniamo equipaggiati con pesanti coperte che saranno utilissime perchè il safari si conclude a notte fonda e fa molto freddo. Alla luce di un grosso faro, manovrato dalla guida, scorgiamo un branco di iene che si allontanano velocemente.

Al rientro troviamo ad attenderci camerieri che ci rifocillano con vino caldo.

La cena all’aperto intorno al “Boma” è molto suggestiva, tutto intorno i tavoli sontuosamente apparecchiati ed al centro dello spiazzo un gran fuoco che crea atmosfera e contemporaneamente riscalda. Il buffet offre una ampia scelta di piatti tali da soddisfare pienamente qualsiasi esigenza.

Alle 09:30 stanchi e felici andiamo a dormire.

10° giorno VENERDI’ 9 AGOSTO (in Sud Africa è la FESTA DELLA DONNA!!) THORNYBUSH GAME RESERVE Abbiamo svolto per intero il programma che prevedeva due safari in auto ed uno a piedi.

In auto abbiamo visto moltissimi animali sempre incredibilmente a distanza ravvicinata. Per il safari a piedi eravamo in otto oltre a Clinton; ci ha condotti a fare una passeggiata di oltre un’ora nella savana e ci siamo fatti una cultura sulle “orme” e sulle “traccie”. Data l’ora (12:00 – 13:15) era molto improbabile incontrare animali ed infatti non ne abbiamo visti. Abbiamo anche appreso molte notizie interessanti sulla vegetazione. Nel complesso è stata una esperienza piacevole oltre che l’unica uscita a piedi nella savana.

11° giorno SABATO 10 AGOSTO THORNYBUSH GAME RESERVE – SWAZILAND Dopo il safari mattutino durante il quale ci siamo trovati in mezzo ad un branco di una quindicina di leoni, tutti sporchi di sangue ed intenti a terminare il loro pasto, abbiamo salutato Clinton e siamo rientrati in possesso della nosta auto.

Partenza alle ore 11:00 (km. 7.901) ed alle 14:00 (km. 8.088) siamo transitati da Nelspruit, graziosa cittadina, proseguendo verso sud ignari di cosa ci aspettava più avanti sulla “R40”. La nostra guida (Lonely Planet) parla di una stada in mezzo ai boschi con panorami mozzafiato; tutto vero ma dimentica di dire che dopo Barbenton ( ore 14:30, km. 8.132),la strada non è più asfaltata ed ha un fondo orribile con pietre sporgenti e buche profonde da risultare a tratti quasi impraticabile. In un primo momento pensavamo di aver sbagliato strada e ci siamo fermati presso una azienda di legname dove ci hanno assicurato che era la strada giusta per lo Swaziland. Sono stati 43 km. D’inferno con la preoccupazione, fra l’altro, di arrivare al posto di frontiera prima delle 16:00 ora in cui la sbarra viene chiusa fino alle ore 08:00 del mattino successivo.

Siamo usciti dal Sud Africa alle 15:52 dopo aver subito un ennesimo furto di 50 Rand pretesi senza giustificato motivo al posto di polizia, e siamo entrati nello Swaziland a Balembu alle 15:57 !!!!!!!! La stada sterrata prosegue fino a Pigg’s Peak dove si incontra la “R570” finalmente asfaltata.

Alle 16:50 (km. 8.207) troviamo l’albergo che abbiamo prenotato per una notte con trattamento di pernottamento e prima colazione, è il Protea Hotel Piggs Peak & Casino. Si tratta di una megacostruzione eretta su un pianoro di montagna con vista sulla vallata, circondata da un bel parco fiorito, in mezzo ad una foresta di pini.

Abbiamo a disposizione una “suite” immensa con un balcone dal quale godiamo uno splendido tramonto ed un meraviglioso cielo pieno di stelle.

Lo Swaziland è un piccolo regno indipendente incuneato nel territorio sud africano a sud del Parco Kruger, la cui capitale è Mbabane, con una popolazione di circa 40.000 abitanti. Il suo territorio (un’estensione di ca. 17.000 kmq.) si suddivide in quattro aree distinte: la zona montuosa ad ovest dov’è situata la capitale, la zona collinare (a ca. 700 metri sul livello del mare) più popolata, dove si trova Mancini, il centro commerciale di maggior rilievo, la savana e la catena montuosa Lebombo, al confine con il Mozambico. Il paesaggio è estremamente piacevole e mosso, con colline verdeggianti ricche di coltivazioni di ananas e costellate da piccoli villaggi caratteristici. Sono evidenti i segni della grande povertà del paese.

12° giorno DOMENICA 11 AGOSTO SWAZILAND – KWAZULU NATAL Alle 06:30 siamo a far colazione, ottima ed abbondante, come al solito. Alle 07:00 partiamo e traversiamo Mbabane, Manzini, Hhelehhele (qui sbagliamo strada ma dopo pochi chilometri ce ne accorgiamo e torniamo indietro), Mapakane, Siphofaneni fino ad arrivare al posto di frontiera di Lavumisa alle ore 12:00, km. 8.492.

Un piccolo episodio : Durante il rifornimento di benzina a Mbabane ho chiesto alla ragazza in divisa e con cartellino sul quale spiccava il nome Monica, quanto distasse Manzini e mi ha risposto seria in volto “Molto lontano, quasi 40 km.”. Non stava scherzando ma probabilmente, come la maggioranza della popolazione di colore, è abituata a spostarsi a piedi…

Dieci chilometri dopo Lavumisa ci immettiamo nella “N2” con direzione Sud e, superati i paesi di Mkuze e Bayala, troviamo sulla sinistra il bivio per Phinda Resource Reserve nel cui comprensorio si trova lo Zulu Nyala Game Lodge dove abbiamo prenotato per due notti con trattamento di mezza pensione e dove arriviamo alle ore 13:00, km. 8.590. E’ una bella struttura anche se molto più modesta rispetto alle precedenti riserve private. Costruita su un cucuzzolo è circondata da un giardino nel quale sono state messe a dimora innumerevoli specie di piante.

Alle 15:30 partiamo per un safari in auto ma incontriamo pochi animali e fra i “Big Five” riusciamo a vedere solo, e da lontano, l’elefante. Sono presenti in gran numero le Helmeted Guineafowl, da noi ribattezzate Faraone, che sono un pò il filo conduttore di tutto il viaggio perchè sono animali che abbiamo trovato tutti i giorni in tutti i luoghi, grandi città comprese.

Ottima cena a lume di candela (buio pesto in sala) e gran cielo stellato.

13° giorno LUNEDI’ 12 AGOSTO KWAZULU NATAL Alle 07:50 lasciamo il lodge e proseguimo sulla strada sterrata fino a Hluhluwe da dove proseguiamo in direzione della “N2” che attraversiamo per raggiungere dopo 17 km. Il Memorial Gate, cancello principale per l’accesso alla Hluhluwe Game Reserve.

Terra di colline, valli e praterie, nessun’altra regione come lo Zululand offre un ambiente così adatto alla vita animale; prima dell’insediamento umano, infatti, lo Zululand era densamente popolato da uccelli, mammiferi, rettili ed insetti. Ancor oggi offre al visitatore una natura intatta, a tratti ancora inesplorata, dove la presenza umana si affianca a quella animale senza tuttavia condizionarla o reprimerla. Lo Zululand è conosciuto come la patria dei rinoceronti. Mentre i rinoceronti bianchi vivono in gruppo e nel momento del pericolo formano un cerchio attorno all’esemplare più giovane, il rinoceronte nero ama vivere in disparte e, in caso di pericolo, si rivela assai feroce.

Andiamo a spasso con la nostra auto alla ricerca degli animali. Il paesaggio è molto diverso rispetto alla savana, qui sono presenti molti fitti cespugli verdeggianti che rendono difficile gli avvistamenti.

Alle 11:30 (km. 8.682) passiamo nella Umfolozi Game Reserve dal Nyalazi Gate. Le due riserve sono praticamente una sola in quanto divise unicamente da una stada asfaltata.

Andiamo a fare acquisti al Centenary Centre che troviamo particolarmente ricco di artigianato e poi proseguiamo per Mpila Camp da dove torniamo indietro uscendo dal Nyalazi Gate (sono le 13:30 – km. 8.723) dirigendoci verso la “N2”. Siamo contenti perchè oltre a zebre, giraffe etc., etc., abbiamo avuto la fortuna di incontrare rinoceronte madre e figlio.

Decidiamo di andare a dare un’occhiata alla Riserva Marina di Santa Lucia, che dicono ricca di ippopotami, coccodrilli e centinaia di specie d’uccelli, tra cui ricordiamo pellicani, fenicotteri ed aironi. Arrivati alla “N2” la traversiamo e proseguiamo per Mtubatuba ed arriviamo alla simpatica e ricca cittadina di St. Lucia piena di turisti anche nel periodo invernale. Una bella stada panoramica ci conduce a Cape Vidal dove arriviamo alle 15:20 km. 8.820. Parcheggiamo ed andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia raccogliendo conchiglie. E’ piena di gente che pesca ed un pescatore mi chiama, mentre passo, e mi chiede se conosco il tipo di pesce che ha pescato : …L’importanza dell’abbigliamento!!!!!! (ovvero : è l’abito che fa il monaco).

Ritornati alla macchina abbiamo la spiacevole sorpresa di trovare una gomma completamente a terra. Momenti di vero panico. Sono talmente in confusione che non mi accorgo che il cerchione della ruota ha una copertura in plastica che simula la presenza dei bulloni che cerco inutilmente di svitare fino a quando non rompo la plastica…Montata la ruota di scorta andiamo alla ricerca di un posto dove riparare la ruota bucata. Fortuna vuole che troviamo un distributore/gommista a St. Lucia che sollecitamente, dato che sta per chiudere, provvede alla riparazione facendoci spendere meno di dieci Euro. Sono le 17:10 quando ci rimettiamo in strada; alle 18:00 è già notte fonda quando arriviamo a Hluhluwe e riusciamo a ritrovare la strada per il nostro lodge dove arriviamo alle 18:25 km. 8.960. Anche stavolta è andata bene.

14° giorno MARTEDI’ 13 AGOSTO KWAZULU NATAL – UMHLANGA ROCKS Alle 08:00 partenza per False Bay, una laguna che fa parte del Greater St. Lucia Wetland Park con la speranza di vedere un po di “pennuti”. Il luogo è ameno ma gli avvistamenti sono modesti.

Alle 10:00 traversiamo per l’ennesima volta da Hluhluwe e dopo aver raggiunto la “N2” procediamo in direzione sud. Operiamo una deviazione per vedere Richards Bay che risulta assolutamente insignificante, e procediamo fino a Mtunzini dove usciamo dalla superstrada per andare a vedere le famose Palme da Raffia; native della costa orientale dell’Africa queste palme arrivano ad un’altezza di 18 metri con foglie che raggiungono i 9 metri di lunghezza.

Alle 15:20 arriviamo a Umhlanga Rocks dove abbiamo prenotato l’Umhlanga Protea Hotel con trattamento di pernottamento e prima colazione. Stazione climatica molto nota, a due passi da Durban, famosa per il Natal Sharks Board, un istituto di ricerca che si occupa dello studio degli squali, in particolare in relazione al pericolo che essi costituiscono per l’uomo. Non poteva travarsi in un posto più adatto dato che la costa Kwa-Zulu-Natal è frequentata dallo squalo bianco. Il centro è aperto anche ai visitatori ma noi arriviamo fuori tempo massimo per le visite guidate e dobbiamo accontntarci di visitare l’atrio d’ingresso.

Umhlanga è un mix piacevole di città e campagna, con belle spiagge, talvolta deserte, ville lussuose, sempre circondate da alti muri e filo spinato, pensionati che camminano sulla “passeggiata” in riva al mare. Ci sentiamo nel nostro ambiente e ne approfittiamo per sgranchirci le gambe. Il centro è animato e pieno di gente.

Dopo una doccia ristoratrice ci cambiamo ed usciamo dall’albergo per cercare un ristorante : deserto. Per le strade non si vede anima viva e non ci sentiamo sicuri. Nelle vicinanze del nostro “meublè” c’è una pizzeria “take away”, ci vado da solo comprando pizza, gelato e cocacola. Sopravviveremo.

15° giorno MERCOLEDI’ 14 AGOSTO UMHLANGA ROCKS – DURBAN – PORT ELIZABETH – KNYSNA Alle 06:30 ricca colazione ed alle 07:10 siamo già in macchina per raggiungere l’areoporto di Durban dove arriviamo alle 07:40 km. 9370. Complessivamente abbiamo percorso in auto 2.872 km.

Rilascio dell’auto al garage Budget, situato presso l’areoporto e check-in per il volo di linea South African Airways (SA) 657 diretto per Port Elizabeth (Aeromobile: Boeing 737 Servizio a bordo: rinfreschi – Tempo di volo: 1h20 minuti).

Al momento dell’imbarco, come era prevedibile, ci sequestrano la giraffa e la riavremo all’arrivo assieme agli altri bagagli, ma con un orecchio rotto.

Arriviamo alle 11:20 godendoci dall’aereo una bella vista delle spiaggie di dune che caratterizzano questo tratto di costa.

Dopo aver sbrigato le formalità di rito all’arrivo individuiamo il banco dell’autonoleggio Budget per il ritiro di una nuova auto prenotata alle stesse condizioni della precedente.

Quindi partenza per Knysna (ore 11:50 km. 4105), percorrendo il primo tratto di costa che prende il nome di Garden Route (“la strada giardino”). Questa è una delle regioni più romantiche del paese, che si presenta con dense e mistiche foreste, vegetazione lussureggiante ed un susseguirsi di laghi, spiagge bianchissime e piccoli villaggi di pescatori. La strada corre per circa 400 km. Costeggiando l’Oceano Indiano da Port Elizabeth a Mossel Bay, per poi proseguire per altrettanti chilometri all’interno del territorio fino a raggiungere Cape Town.

Prima fermata a Jeffrey Bay a raccogliere conchiglie, per le quali è famosa. La costa prosegue con lagune interne e spiaggie sabbiose con rare eccezioni. Una di queste è la costa rocciosa del Tsitsikamma N.P, assolutamente da non saltare. Ma procediamo con ordine. Poco dopo aver traversato il ponte sullo Storms River, sempre sulla “N2” si entra nella foresta e vale la pena di fermarsi al Big Tree e fare una passeggiata di quindici minuti per vedere questo grande albero yellowood.(ore 14:30 km.4308). Qualche chilometro più avanti una strada sulla sinistra ci porta a Storms River Mouth Rest Camp.

Il tempo si è messo al brutto e, per la prima volta dal nostro arrivo in Sud Africa, pioviggina. Nonostante ciò decidiamo di fare una passeggiata di trenta minuti fino al ponte sospeso sullo Storms River; ne vale la pena.

Ritorniamo sulla “N2”, fotografando le prime Protee che crescono spontanee ai lati delle strade( un’alta pianta che cresce spontanea in gran numero è la Calla) e proseguiamo per qualche chilometro fino ad incontrare la strada alternativa della Nature’s Valley. Sta iniziando il periodo della fioritura e, nonostante la pioggia, il panorama è bellissimo.

Alle 17,15 km. 4.391 passiamo da Plettenberg Bay, altra bella località di villeggiatura, ed alle 18:00 km. 4.444 arriviamo a Knysna.

L’albergo che abbiamo prenotato per due notti con trattamento di pernottamento e prima colazione è il Protea Knysna Quays, arredato in stile nautico decisamente simpatico, e situato nel vivace quartiere del Waterfront pieno di negozi e ristoranti.

16° giorno GIOVEDI’ 15 AGOSTO KNYSNA – OUDTSHOORN – CANGO CAVES – KNYSNA Alle 07:00 siamo a far colazione nonostante piova molto forte e le nubi basse non facciano sperare niente di buono. Abbiamo deciso di andare a visitare le Cango Caves. Ci fermiamo a Oudtshoorn a vedere gli struzzi (che qui chiamano Ostrich) ed a fare altro shopping, ed alle 11:30 km. 4.598 arriviamo alle grotte mentre infuria una tempesta di neve. La visita (abbiamo scelto quella che dura 60 minuti perchè quella più lunga è per speologi avendo passaggi cosi angusti da dover strisciare al suolo) risulta molto interessante, le sale che visitiamo sono molto grandi e piene di stalattiti e stalagmiti gigantesche.

Quando usciamo il tempo è migliorato, le nuvole si sono alzate, e ciò ci induce a puntare verso la costa : Mossel Bay. Anche questa è una bella cittadina con edifici storici in pietra arenaria. Facciamo una breve sosta raccogliendo conchiglie e rientriamo a Knysna che vorremmo visitare prima che cali la notte ( ore 16:45 km. 4.849). Knysna è famosa per la grande laguna naturale chiusa fra due speroni di roccia che rendono il porto sicuro. Ci sono diversi “view point” sulla sommità del promontorio “The Heads” dai quali si gode un’ ottima vista delle scogliere ed un panorama spendido.

17° giorno VENERDI’ 16 AGOSTO KNYSNA – ARNISTON Alle 07:30 lasciamo Knysna sotto una pioggia intensa, ma prima di arrivare a Mossel Bay (ore 09:00 km. 4.968) è tornato il sereno (ed avremo tempo bello fino alla fine del viaggio). Ci fermiamo per una visita al museo e per inviare le cartoline da un ufficio postale abbastanza insolito : l’ Old Post Office Tree Manor. Si tratta di un grande albero del latte, vicino ad una sorgente, che veniva usato fin dal 1500 come punto di raccolta della posta; gli equipaggi delle spedizioni dirette ad est depositavano qui le lettere che venivano poi raccolte dalle navi che rientravano in patria. La sorgente e l’albero esistono ancora ed è possibile impostare lettere (che ricevono un timbro speciale) in una cassetta posta sotto l’albero.

Proseguiamo verso Sud sulla “N2” per Riversdale e Swellendam, superata la quale, dopo 13 km. Prendiamo la “R319” per Bredasdorp e Cape Agulhas dove arriviamo alle 14:20 km. 5.279.

Foto di rito nel punto più meridionale del continente africano ( 34° 49′ 58″ South), dove l’oceano indiano e quello atlantico si incontrano. La costa è piacevole, un’alternanza di scogli e sabbia, e ci rilassiamo passeggiando e raccogliendo ancora splendide conchiglie. C’è un faro caratteristico anche se mal ridotto. Indugiamo in loco non sapendo ancora cosa ci riserva il futuro.

Per oggi la nostra destinazione è la cittadina di Arniston che la guida indica come “…Un affascinante paese risparmiato dallo sviluppo, che giace in posizione spettacolare e battuta dal vento.” Torniamo indietro sulla “R319” ed a Bredasdorp (la città più grande della zona ma di una bruttezza impressinante) prendiamo la “R316” arrivando ad Arniston alle 16:30 km. 5.343 e rimaniamo letteralmente di sasso di fronte alla bellezza del luogo. Il paesino è formato da piccole case bianche con il tetto di paglia ed anche il nostro albergo (The Arniston Hotel prenotato per una notte con trattamento di pernottamento e prima colazione) , fronte mare, bellissimo si armonizza perfettamente con l’ambiente. Il mare ha un colore turchese nonostante che il sole sia velato da nuvole sparse. Siamo nel mezzo di una grande baia che verso nord ha una spiaggia sabbiosa giallo/dorato con dune verdeggianti e verso sud la costa è rocciosa con alla sommità sabbia e dune. La roccia è calcarea e l’azione del mare e dei venti ha creato, oltre a grotte praticabili con la bassa marea, anche rientranze e faraglioni dalle forme più bizzarre. Il luogo è semi-deserto ed al largo avvistiamo sia balene che delfini mentre la scogliera è piena di cormorani.

A nostro avviso è uno dei panorami più belli al mondo e, contrariamente alle nostre abitudini, ci farebbe piacere fermarci una intera giornata in contemplazione, ma purtroppo il programma non ce lo consente. Attendiamo il tramonto prima di andare nella nostra camera, con vista sul golfo, immensa e ben arredata in stile marinaresco. Più tardi ci aspetta, come giusto completamento, un ottima cena a prezzi modici.

Ovviamente non tutti abbiamo gli stessi gusti, ma ci sentiamo di raccomandare vivamente, sia il luogo che l’albergo per una giornata di paradiso.

Se proprio non potete star fermi (come noi) avrete la possibilità di visitare l’interessantissima, e poco frequentata, “ De Hope Nature Reserve” comprendente uno spettacolare litorale con tratti di sabbia, dune e scogli rocciosi oltre ad un lago di acqua dolce e la Potberg Mountain; è il posto ideale per osservare sia il fynbos di montagna sia quello di pianura e per vedere la zebra di montagna, il bontenbok, una ricca popolazione di uccelli e, forse, la balena australe fra maggio e novembre. L’albergo organizza inoltre, su richiesta, escursioni con una landrover sulle dune di sabbia.

18° giorno SABATO 17 AGOSTO ARNISTON – CAPE TOWN Sveglia alle 06:30 per vedere l’alba ma non si può avere tutto dalla vita ed infatti è nuvoloso. Alle 07:00 siamo a colazione e nonstante gli ospiti non arrivino a dieci il buffet è abbondantissimo e di qualità eccellente. Alle 07:50 riusciamo a partire.

Abbiamo deciso di seguire la costa, per quanto possibile, e quindi andiamo a Bredasdorp, riprendiamo la “R319” e dopo tre chilometri troviamo a destra la strada per Die Dam. E’ una strada sterrata di circa cinquanta chiklometri ma il fondo è buono anche se, la pioggia caduta in nottata, lo rende scivoloso.

Il tempo si sta mettendo al bello ed alle 09:00, poco prima di arrivare a Die Dam, prendiamo a destra sulla “R43” (asfaltata) verso Walker Bay. E’ questa baia uno dei santuari delle balene australi che da giugno ad novembre sono nella zona per la riproduzione. Ci fermiamo più volte lungo la strada per guardare l’oceano ed a Die Kelders abbiamo la fortuna di scorgere, a non più di ottanta metri dalla scogliera dove eravamo, due balene e più in lontananza altre balene e branchi di delfini. Rimaniamo in contemplazione; intorno a noi il silenzio più completo, a parte il passaggio di stormi di cormorani non c’è anima viva. Le balene australi sono cetacei immensi misurando oltre quindici metri di lunghezza; si muovono lentamente quasi in circolo emergendo ed immergendosi lentamente senza tirar fuori la coda come fanno normalmente quando sono in navigazione.

Dopo una lunga sosta proseguimo, passando per Stanford ed arrivando ad Hermanus alle 11:00 km. 5.513. Bella cittadina alla moda, piena zeppa di turisti, sorge su una costa rocciosa alta sul mare; ha varii punti panoramici per osservare l’oceano e noi ci fermiamo diligentemente a Castle Rock, Kraal Rock, Sievers Point ed al telescopio sopra il vecchio porto ma, per oggi abbiamo esaurito la fortuna. Da bravi turisti facciamo anche un giro nel vivace mercato che espone prodotti artigianali più o meno locali.

Ci rimettiamo in strada e nei pressi di Albertyn lasciamo la “R43” prendendo a sinistra la “R44” per fermarci a Stony Point nella Betty’s Bay per vedere la colonia di pinguini africani. Troviamo anche delle grossissime conchiglie chiamate Abalone.

Proseguiamo per Gordon’s Bay, Strand cercando di immetterci nella “N2” per raggiungere Cap Town. Sbagliamo ripetutamente strada e siamo convinti che ciò sia dovuto a carenza di segnaletica stradale, ma per chi facesse la nostra stessa strada sappia che dopo Strand deve seguire le indicazioni per Stellembosh e si troverà ad incrociare la “N2”.

Poco dopo che ci eravamo immessi in questa superstrada cominciamo a scorgere su ambedue i lati “bidonville” alternate a “township” che proseguiranno fino ai sobborghi di Cape Town; uno spettacolo allucinante che stringe il cuore.

Entrando in città seguimo le indicazioni per Waterfront e raggiungiamo, stavolta facilmente, il Commodore Hotel dove abbiamo prenotato per tre notti con trattamento di pernottamento e prima colazione. Un negro vestito da marinaio ci apre la portiera e si impossessa dell’auto mentre un suo collega cattura i bagagli. Alla reception ci informano che basterà una telefonata per trovare a qualsiasi ora del giorno e della notte la nostra auto davanti all’ingresso. Ci assegnano una camera non grande, ma lussuosamente arredata e con vista sulla Table Mountain che al nostro arrivo è priva di “tovaglia”. Il tempo è sereno e tira un fortissimo vento. Stavamo sistemando i bagagli quando sentiamo bussare alla porta. Una graziosa fanciulla ci porta un carrello di benvenuto apparecchiato con porcellane, bicchieri di cristallo e vaso di fiori; c’è anche un vassoio con salmone, formaggi varii, frutta fresca e secca, secchiello del ghiaccio e bottiglia di champagne sudafricano : se compriamo del pane il problema della cena è risolto. Dimenticavo di dire che al nostro ingresso in camera abbiamo trovato il letto cosparso di petali di fiori che formavano anche un disegno raffigurante un cuore; resta il dubbio se è un trattamento riservato a tutte le coppie o se pensavano che fossimo sposini in luna di miele. Poco importa l’effetto è stato estremamente piacevole così come il biglietto di benvenuto che abbiamo trovato sulla scrivania scritto a mano dal direttore dell’albergo ed accompagnato da alcuni biglietti da visita stampati con i nostri nomi e l’indirizzo dell’albero. Sono raffinatezze non comuni.

A cento metri dall’albergo c’è l’ingresso del “Victoria & Albert Waterfront”. Per i pochi che non lo conoscono trattasi di un grosso centro commerciale creato appositamente per sviluppare il turismo ristrutturando vecchi edifici portuali. Ci sono, oltre a tantissimi negozi con le più prestigiose “firme” internazionali, alcuni alberghi ed un numero impressinante di ristoranti di ogni tipo e di ogni razza. E’ un luogo sicuro, sempre pieno di gente, dove passeggiare, rilassarsi e fare acquisti. Se non fosse per la Table Mountain sullo sfondo, potrebbe esser situato in qualsiasi parte del mondo.

Trascorriamo qui il resto della giornata. Per cena “fishs and chips” (era tanto che ne avevo voglia).

Conosciuta con l’appellativo di “Perla d’Africa”, Cape Town è certamente una delle città più suggestive ed affascinanti di tutti il continente africano. Fondata nel 1652 dell’olandese Jan Van Riebeck, Cape Town fu per molti anni un’importante base di rifornimento per la Compagnia Olandese delle Indie, fungendo da approdo per le sue imbarcazioni dirette ad Oriente. Oggi Cape Town è una città cosmopolita con oltre 3 milioni di abitanti, affacciata sull’Oceano Atlantico, dominata dall’imponente paesaggio della Table Mountain e vicina alla romantica regione dei Vigneti del Capo. Quindi mare, montagna e campagna in un’unica città; non a capo Cape Town è anche chiamata la “città madre”. Cape Town offre numerosi spunti di interesse culturale quali: il Palazzo del Parlamento, il Castello, il celebre museo di storia naturale, il meno conosciuto Bo-Kaap Museum o la vecchia sinagoga ebraica.

19° giorno DOMENICA 18 AGOSTO CAPE TOWN: ESCURSIONE ALLA PENISOLA DEL CAPO Alle ore 08:00 lasciamo l’albergo e girando subito a destra ci immettiamo nella Beach Road dirigendoci a sud. Procediamo poi lungo Victoria Road (“M6”) fino a Hout Bay. Poco più avanti la strada è interrotta e quindi dobbiamo fare un lungo giro abbandonando la costa e prendendo la “M63”, poi la “M41” ed infine la “M3”. Rivediamo il mare nella parte opposta della Penisola del Capo e transitiamo da Fish Hoek e Simon’s Town arrivando a Smits Winkel Bay da dove si accede al “Cape of Good Hope Nature Reserve”. Qui possiamo ammirare la tipica vegetazione chiamata “fynbos” (significa “macchia minuta” ed è formata da eriche, protee e canne) in quasi tutta la sua bellezza in quanto la fioritura è già iniziata. La giornata è magnifica, anche se tira un forte vento, e la temperatura è gradevole. All’interno della riserva ci sono moltestrade asfaltate che conducono a punti panoramici; le percorriamo diligentemente tutte facendo anche passeggiate a piedi. Molto ,molto bello.

Sosta con foto al “Cape of Good Hope” spacciato, a torto da un cartello turistico, per il punto più a sud del Sud Africa (solo 34° 21′ 25″ South), e poi elettrizzante passeggiata fino a “Cape Point” dove c’è ancora il vecchio faro. Si cammina su uno stretto sentiero a strapiombo sull’oceano su una scogliera che piano piano si assottiglia e si abbassa fino a ridursi ad uno scoglio.

Ritorniamo sui nostri passi ed all’uscita della riserva giriamo a sinistra lungo la “M65” (chi mi conosce sa che odio ripercorrere la stessa stada se esistono alternative) ed il panorama è piacevole. Giunti a Sunnydale prendiamo la “M64” fino a raggiungere “Groot Constantia” (ore 14:10 km. 5.882) dove facciamo due passi per visitare un’azienda vinicola.

Dato che siamo da queste parti andiamo a visitare “Kirstenbosch” ovvero il giardino botanico il cui ingresso principale si trova su Rhodes Drive. Molto interessante anche se ha quasi esclusivamente piante del Sud Africa.

Terminata la visita torniamo al mare a Hout Bay per percorrere la famosa strada costiera ( Chapman’s Peak Drive) fino a Chapman’s Point dove è interrotta causa frana. Il percorso è breve ma bellissimo.

Sulla via del rientro ci fermiamo a vedere l’ennesimo splendido tramonto a Sea Point, ed arriviamo in albergo alle 18:30 km. 5.943.

20° giorno LUNEDI’ 19 AGOSTO CAPE TOWN Oggi abbiamo deciso di visitare la città; è una splendida giornata di sole senza vento. Cominciamo da Signal Hill per vedere il panorama e poi andiamo alla stazione di partenza della teleferica per la Table Mountain che risulta chiusa per lavori di manutenzione fino al giorno 27 Agosto. Ci tuffiamo verso City Bowl, il centro della città, e parcheggiamo in un garage lungo la Strand. Alle 10:00 siamo al Castle of Good Hope per il cambio della guardia che…Non c’è; ci invitano a ritornare domani. Camminiamo per una ventina di minuti per vedere City Hall, Grootte Kerk, Cultural Historic Museum ed altro ma l’ambiente non è per noi; ci sentiamo a disagio in mezzo a tanta povera gente che “ciondola” a destra ed a manca, in parte offrendo povere cose, in parte oziando appoggiata ai muri o seduta per terra. Riprendiamo la macchina ed andiamo al mare : a Hount Bay con l’intenzione di risalire la costa visitando tutte le spiaggie che incontreremo.

Alle 12:00, da Hount Bay, prendiamo un battello per una gita di un’ora alla Seal Island ( o Duiker Island, l’isola delle foche); l’oceano è apparentemente calmo ma usciti dalla baia troviamo onde lunghe che, in prossimità dell’isola, si infrangono rumorosamente. Nessun problema anzi è piacevole vedere le foche che, approfittando delle onde, passano dall’acqua alla scogliera con manovre perfette. Prendiamo la “M6” verso nord e dopo pochi chilometri troviamo la deviazione per Llandudno che risulterà un luogo favoloso con due bellissime spiaggie; a sud Sand Bay con scogli piatti ed a nord Sunset Rock un promontorio formato da massi granitici scolpiti dall’acqua e dal vento in varie foggie.

Prossima fermata Camps Bay che la nostra guida definisce una delle più belle spiaggie del mondo. A ragion veduta ci sembra esagerato anche se, non solo la spiaggia, ma tutto il complesso è molto, molto bello. Lasciamo la macchina all’inizio del paese e percorriamo tutta la baia lungo la stada; è un susseguirsi di negozi e caffè/ristoranti pieni di animazione. Passiamo sulla riva del mare e torniamo indietro; da questa prospettiva lo spettacolo è quasi impressionante : sabbia chiarissima, quasi bianca, una fila di palme, una fila di piccole case bianche dietro le quali si innalza quasi a perpendicolo una alta parete verdeggiante con al vertice una cresta rocciosa che incornicia, come un anfiteatro, tutta la baia.

Riprendiamo il viaggio fermandoci brevemente a Clifton, Bantry Bay, Sea Point, Green Point, tutte località piacevoli e famose ma senza particolari attrattive.

Alle 17:00 km. 6.025 siamo a Victoria & Alfred Waterfront.

21° giorno MARTEDI’ 20 AGOSTO CAPE TOWN – JOHANNESBURG – MILANO Abbiamo ancora una mattinata a disposizione e vogliamo vedere il panorama di Cape Town come… Fotografato sulle cartoline.

Chiudiamo i bagagli che lasciamo depositati in albergo e con l’auto usciamo dalla città in direzione nord prendendo la “N1”, poi la “M5”, poi la “M14” arrivando a Bloubergstrand, meta della gita. Le onde si infrangono su una scogliera a fior d’acqua, provocando alti spruzzi e sullo sfondo Cape Town con alle spalle la Table Mountain, anche oggi senza tovaglia perchè il tempo è bellissimo e non ci sono nuvole in cielo, non tira vento e la temperatura è perfetta per stare all’aperto.

Riportiamo la macchiana in albergo ed andiamo al Waterfront per una gita in battello (niente di eccezionale) e per una visita all’acquario chiamato pomposamente “Two Oceans Acquarium”, ben organizzato ed interessante.

Il tempo trascorre inesorabile e quello della vacanza sta per finire. Torniamo in albergo a prendere auto e bagagli ed andiamo all’areoporto dove arriviamo alle 14:40 km. 6.108.

Complessivamente, in questo secondo tratto, abbiamo percorso in auto 2.003 km.

Nel parcheggiare l’auto sul piazzale della Budget prendo in pieno un palo e questo è solo il primo di una serie di contrattempi che costelleranno il viaggio di ritorno.

Ci trasferiamo al terminal di partenza del volo di linea South African Airways (SA) 356 diretto per Johannesburg alle ore 17:00. (Aeromobile: Boeing 738, Servizio a bordo: rinfreschi, Tempo di volo: 2h00). Al momento dell’ imbarco, memori della precedente esperienza, Luciana si mette in fila dietro di me con la girazza in mano dietro alle mie spalle e riusciamo a portarla con noi in aereo.

Volo perfetto con arrivo puntuale a Johannesburg alle ore 19:00. Sbarco e trasferimento all’uscita di partenza del volo di proseguimento South African Airways (SA) 242 diretto per Milano Malpensa alle ore 21.10. (Aeromobile: Boeing 743, Servizio a bordo: rinfreschi, cena e prima colazione, Tempo totale di volo: 9h50 minuti).

Su questo volo la maggioranza dei passeggeri è di nazionalità italiana. Scopriamo che l’ora dell’imbarco di chi ha fatto il check-in a Johannesburg è le 21:30 anzichè le 20:30 come scritto sulla nostra carta d’imbarco. Partiremo con due ore di ritardo.

Riusciamo anche qui ad “imbucare” la giraffa, mentre non siamo riusciti ad ottenere i posti desiderati (due sole poltrone in fondo all’aereo) ma siamo fortunati ed il nostro compagno di fila è simpatico, tranquillo e di taglia piccola.

22° giorno MERCOLEDI’ 21 AGOSTO MILANO – LIDO DI CAMAIORE Il volo procede bene fino a Roma e pregustiamo già il momento dell’arrivo quando il comandante ci informa (rigorosamente in inglese) che per motivi tecnici faremo una brevissima sosta all’areoporto di Fiumicino, non scenderemo dall’aereo e ripartiremo subito. Molto titubanti attendiamo gli eventi. Atterraggio perfetto e parcheggio in un’area appartata dell’areoporto. A più riprese il comandante ci fornisce informazioni false (sempre rigorosamente solo in inglese) su ciò che sta accadendo. L’ultima versione è che l’aereo non ha fatto il pieno di carburante alla partenza ed, a causa di venti contrari e di forti perturbazioni, che sono state aggirate, il consumo di carburante è risultato maggiore del previsto e quindi, nel dubbio che non fosse sufficiente per arrivare a destino, ha preferito fermarsi a Roma a fare rifornimento!!!!. Per concludere siamo rimasti chiusi all’interno dell’aereo per quattro ore, poi siamo ripartiti arrivando alla Malpensa alle 13:00.

Telefoniamo all’ International Parking e vengono subito a prenderci informandoci che hanno montato sulla nostra auto, il ruotino di scorta, avendo trovato una ruota sgonfia (anteriore sinistra) che non è stato possibile riparare causa chiusura per ferie dei “gommisti” in zona.

Con un cuore piccolo piccolo ci mettiamo in viaggio verso casa cercando, strada facendo, una officina dove effettuare la riparazione. Dopo reiterati tentativi riusciamo nell’intento e ripartiamo più tranquilli. Siamo in autostrada e dopo circa trenta chilometri la stessa ruota si sgonfia. Consiglio a tutti gli amanti delle emozioni forti di cambiare una delle ruote di sinistra sulla corsia di emergenza della “A1” : molto megli del Jumping o del Rafting e per di più è gratis. Ricomincia la ricerca di un “gommista che troviamo dopo un paio di stazioni di servizio. Ci prospetta il fatto che ambedue le ruote anteriori non sono in buona salute e, senza esitare, prendiamo la drastica decisione di cambiarle entrambe.

Alle 19:50 siamo arrivati a casa, ci siamo inginocchiati ed abbiamo baciato la soglia del cancello.

Le conclusioni finali sono che è stato un bellissimo ed interessantissimo viaggio; particolarmente azzeccate sia la scelta di visitare prima il Parco Kruger e poi la riserva privata, sia la scelta di fare il giro in senso orario da Johannesburg a Cape Town.

S U D A F R I C A 31 Luglio / 21 Agosto 2002

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