Affascinante Antigua

Ritrovare Africa e Inghilterra ai Caraibi
Scritto da: valentina81
affascinante antigua
Partenza il: 20/04/2010
Ritorno il: 27/04/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Dopo una settimana tra NY e Miami, finalmente un po’ di mare. La voglia di andare al caldo a riposare un po’ è tanta: non vediamo l’ora di atterrare! Sorvoliamo il Jolly Harbour, la zona dove staremo noi per la prossima settimana: prima di partire ho visto parecchie foto ed è difficile non riconoscerlo! In aeroporto notiamo alcune stravaganze: dalla maglietta per entrambi i neosposini con la scritta “just married”, alla maglietta di lustrini solo per lei o una ragazza con un velo in testa e una felpa con stampato sul dorso “i’m the new miss XXX” … Eh si, questi americani non esitano ad esibire che sono in viaggio di nozze, ops …in honeymoon! 🙂 Appena arrivati ci rendiamo subito conto che è un posto meraviglioso. L’aeroporto è dall’altra parte dell’isola, a nord, a circa un’oretta di auto..e da subito notiamo l’evidente impronta africana! Se pensiamo che il 90% degli antiguani sono africani (sono tantissimi gli schiavi importati in quest’isola parecchi anni fa), non c’è da stupirsi se quasi tutti hanno la pelle nera! Altra impronta evidente: è un’ex colonia inglese. Lo vedi dai bambini in divisa che vanno a scuola, lo vedi dalla guida che è a destra, nella semplicità e nei sorriso della gente e dall’architettura delle case, basse e di legno. A proposito di case, ma sapete che moltissime sono sollevate dal terreno da mattoni? Certo, per via dell’umidità e perché spesso, ci diranno in seguito, il proprietario della casa non è proprietario anche del terreno…e cosi, quando vengono sfrattati, prendono la casa e la spostano altrove, come se fosse una roulotte. E’ quasi scontato dire che questo tipo di case sono tutte di un unico livello e sono spesso semplici e piccoline. Arriviamo al nostro villaggio, il Jolly Beach Resort: notiamo subito che è semplice ma piacevole, cosi come volevamo noi. E’ piuttosto vasto e dà modo di avere spazi di tranquillità e allo stesso tempo spazi di gioco e animazione. Passiamo il nostro primo pomeriggio a esplorare il villaggio. Nel dopo cena ci fermiamo in spiaggia ad ascoltare un gruppo di percussionisti locali e poi ad ammirare un gruppo di ballerini africani. Che meraviglia, mi ricorda molto la “mia africa”… Alla tv, i telegiornali, e nella hall alcuni cartelli, ci rammentano che il vulcano islandese con quel nome impronunciabile sta eruttando e sta creando disagi per i voli aerei sui cieli europei. Noi partiremo tra una settimana, ma capiremo presto che in qualche modo influirà anche la nostra vacanza. I giorni seguenti volano: spiaggia, sole, mare… il cielo è azzurro intenso e con la spiaggia più bianca della neve. Sembra di essere in una cartolina! Attenzione: qui il sole picchia forte! Armatevi di crema con la massima protezione. Consigliamo di fare una passeggiata al Jolly Harbour, vicinissimo al resort, per fare acquisti al supermercato, servirsi della banca ma anche solo e soltanto per godersi il tramonto osservando le barche ormeggiate. Tra qualche giorno inizierà la famosa settimana della vela e le barche sono già numerose. Il tanto aspettato giorno “della gita” finalmente arriva. h 9: Siamo solo 4 persone e con un minivan e la mitica guida cubana, si parte! La mattinata si snoderà in diverse tappe, in cui sarà necessario scendere dal pulmino diverse volte: ovviamente, visto che siamo in 4, sarà un’operazione abbastanza veloce! Facciamo subito amicizia con i ns compagni di gita: due signori di Firenze. Ci fermiamo subito dopo la partenza in un posto meraviglioso con vista sull’isola di Montserrat e sulla Darkwood bay (anch’essa fa parte della nazione di Antigua e Barbuda, con le due omonime isole) in cui la guida ci spiega bene quale sarà il percorso e il programma di oggi. Poco dopo ci fermiamo in una piantagione di “black pineapple” (che in realtà non è ananas nero, ma una dolcissima e piccola varietà di ananas, con la polpa più scura). Qui osserviamo anche piante di mango, papaia, lime, l’albero del pane (usato dagli schiavi come la patata) e le tre diverse varietà di banane (platano, le banane normali, e le “finger” – chiamate cosi perché sono lunghe quanto delle dita). Abbiamo attraversato la foresta pluviale salendo sull’ex betty’s hope ora obama collin, in onore del recente e famosissimo presidente americano nero. Vediamo dall’alto il famoso porto di English Arbour e visitiamo l’unica parte storica dell’isola con alcune rovine di fortezze. Siamo passati da Shirley Heigths, un posto molto carino, famoso per le sue feste domenicali al tramonto, ma che negli altri giorni della settimana è solamente un locale con una bella vista sull’oceano. Lungo una strada piena di curve scendiamo al porto, English Arbour: tutti stanno preparando la propria barca per la famosa “sail week” che inizierà proprio domani. Visitiamo la zona del porto ristrutturata in memoria dell’ammiraglio Nelson e andiamo a mangiare in un ristorante italiano poco distante da li “Abracadabra”: gamberi e salmone in un letto di insalata e couscous…finalmente qualcosa di non pasticciato, senza inutili salsine! Dopo aver fatto acquisti in un piccolo negozio gestito da una milanese che passa 8 mesi all’anno qui ad Antigua (beata lei!), riprendiamo il nostro minivan in direzione Halfmoon Bay! Un vero paradiso, quello che ho sempre sognato per il mio viaggio di nozze: eccolo qui, davanti a me! Mi emoziono davanti a questo spettacolo della natura…e non è la sola Halfmoon Bay, è tutta Antigua che è una meraviglia… Fa davvero caldo e ci sediamo in una piccola ombra a fare due chiacchiere con i nostri compagni di avventura. Prima di tornare a casa, andiamo a vedere il Devil Bridge: una roccia erosa dalla forza delle onde dell’oceano che assomiglia a un ponte, dove si narra venissero gli schiavi per suicidarsi o portassero gli schiavi “bisognosi” di una punizione. Forse ci colpiscono di più le legende legate a questo posto che la forza dell’oceano che oggi pare molto tranquillo. La strada del ritorno a casa attraversa l’isola nel centro, da est a ovest e cosi abbiamo modo di osservare meglio questa isola, i suoi abitanti…e diventare sempre più consapevoli che è molto “africaneggiante”: l’abbiamo scelta tra molte altre e siamo sempre più felici di essere qui! Tirando le somme della giornata, siamo consapevoli che siamo stati proprio fortunati con questo vulcano. La nostra gita è stata molto piacevole anche perché eravamo solo in quattro, il programma è ampio e aiuta a conoscere un po’ di più l’isola. La consigliamo vivamente! Il giorno dopo approfittando della presenza di un’altra coppia italiana, decidiamo di andare a Saint .John’s, la capitale con il taxi organizzato dal resort. La capitale si è rivelata molto confusionaria, senza tante pretese, con un dutyfree vicino al porto, naturalmente dedicato ai numerosi turisti che ogni settimana sbarcano sull’isola dalle navi da crociera. Il mercato della frutta, che il sabato raggiunge la sua forma migliore, è molto africano: bancarelle con frutta pulita e ben allineata o bancarelle improvvisate, sul ciglio della strada, che vendono qualsiasi cosa, Mamy circondate da numerosi bambini o bambini trasportati sulla schiena, cosi come solo gli africani sanno fare. E qui rivedo un po’ di Nairobi… Ci godiamo questi ultimi momenti di ozio, consapevoli che il giorno della nostra partenza si sta avvicinando sempre di più. Se penso alle zanzare che mi hanno riempito le gambe di morsicate, non mi dispiace tornare a casa, ma per il resto vorrei rimanere qui! Nel frattempo ci raggiunge la notizia che da alcuni giorni hanno riaperto molti aeroporti europei: non ci dovrebbero essere problemi per i nostri voli di rientro. Il ritorno a casa è stato un po’ lungo, ma purtroppo non esiste un volo di linea diretto da Antigua a Malpensa. Lo scambio di aeroporto a Londra è stato più semplice del previsto e il breve tragitto tra Gatwick e Heathrow è stato piacevole (ci siamo addormentati praticamente subito sul pulman!). La nostra vacanza ad Antigua è stata semplicemente meravigliosa! Siamo davvero entusiasti!


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