Absolute Budapest
E’ impossibile resistere alla tentazione di gustarsi un assaggio dei piatti tipici ungheresi, dal tanto celebrato gulash al pollo alla paprika alle buonissime torte (ottima quella alla carota), tanto più che i prezzi sono quasi irrisori se confrontati ai nostri. La passeggiata termina in piazza Vorosmarty, regno dei giovani, dove non a caso troviamo un Hard Rock Cafè. Viale Andrassy non è trafficata né animata come via Vaci ma è pur sempre la strada principale di Budapest, gli Champs-Elysées della Parigi dell’Est. Con i suoi 2,5 km collega Piazza Deak (centro focale della rete metro) direttamente a piazza degli Eroi, la piazza principale con il suo monumento del millennio che ne caratterizza l’aspetto. E’ proprio in questa piazza che si trova il museo delle Belle Arti con la sua grandiosa collezione di dipinti di artisti come Gauguin, Renoir, Cezanne, Manet, Raffaello e Leonardo, ma che io ricorderò sempre per avermi offerto una possibilità più unica che rara, toccare con le mie mani antichi reperti egizi. Su viale Andrassy si affaccia l’Opera, uno dei teatri più belli al mondo di cui è possibile visitare gli elegantissimi interni e al contempo godere di circa mezzora di concerto per poco meno di 20 €, ed il palazzo del Terrore, vecchio carcere e centro di tortura comunista trasformato in museo (caldamente consigliata l’audioguida). Alle spalle di piazza degli Eroi si estende il grande parco Varosliget dove è possibile affittare una bici d’epoca o meglio ancora una barca a remi, oppure visitare il castello di Vajdahunjad con all’interno palazzi, chiese e una delle più amate (anche per via della sua leggenda) tra le tante statue in bronzo di cui è piena la capitale ungherese,quella dell’anonimo scrittore. Il weekend, oltre allo zoo e ad un parco dei divertimenti, è possibile trovare qui anche un caratteristico mercatino delle pulci, posto da sogno per qualsiasi collezionista. Torniamo da Godollo dopo aver visitato lo splendido castello, il preferito di Sissi, che custodisce tanti oggetti, vestiti e memorabilie appartenuti alla celebre principessa (ne consiglio vivamente la visita nonostante il viaggio in treno), e ci rimettiamo in marcia per le vie di Budapest, sono ancora tanti i luoghi da vedere e da vivere. Attraversiamo il ponte della libertà in direzione Buda e ci ritroviamo subito alle pendici della collina Gellert, aspettiamo un eventuale autobus che ci porti in cima dove ci attende la cittadella, un’antica fortezza degli Asburgo su cui troneggia il monumento della liberazione eretto dopo la fuga dei nazisti dalla città, ma dopo cinque minuti di vana attesa decidiamo di salire a piedi, per fortuna aggiungerei. La salita è abbastanza ripida, lunga e faticosa, ma è piacevole, sembra quasi un labirinto con tutti quei bivi da cui prendono vita tante diverse stradine, il paesaggio è fantastico e per strada ci imbattiamo anche in un’antica chiesetta costruita dentro la roccia. La sera decidiamo di ricompensarci delle fatiche concedendoci un giro in battello lungo il Danubio, immaginate soltanto di solcare per un’ora uno storico fiume, passare sotto il ponte delle catene lasciandovi a sinistra il castello per avvicinarvi al parlamento illuminato sotto un cielo stellato… sapreste spendere meglio di così appena 6 euro?
La mattina dopo si riparte, per chi ama la letteratura Pal utca è un must. Giusto il tempo di sfidare Nemecsek con le biglie un attimo prima che i fratelli Pasztor ne faccino razzia e si riprende il cammino. Il museo nazionale non è visitabile all’interno, stanno girando un film sull’antica Roma proprio all’ingresso, ma lo è la Sinagoga Grande, la seconda del mondo per dimensioni. Il costo del biglietto, un po’ elevato per gli standard del luogo, dà accesso non solo alla sinagoga ma anche al cimitero degli eroi, con le tombe degli ebrei di Budapest uccisi dai nazisti, e all’albero della vita, un monumento all’olocausto rappresentante un salice piangente sulle cui foglie è impresso il nome di quei martiri. La basilica di Santo Stefano con la sua altezza è il punto di riferimento per la città. Abbiamo attraversato tante volte la sua splendida piazza dal pavimento decorato gustando un buon gelato a forma di fiore e procedendo verso piazza Deak, altro punto di ritrovo per i giovani col suo parco, la piscina ed i particolari pub all’aperto, ma questa volta entriamo e non ne rimaniamo delusi anche se non ci mettiamo in fila per vedere il Santo Destro né per salire fin su in cima alle due torri. Prossima meta, tra una statua e l’altra (Reagan e Imre Nagy su tutti ma come non ricordare le Scarpe sul Danubio, altro memoriale all’olocausto), il bellissimo parlamento. La fila per il biglietto gratuito è lunga e la visita dedicata agli italiani è alle 17:30. L’interno è lussuoso, la guida è una ragazza bruna che parla bene l’italiano, ci spiega tutto il necessario, curiosità comprese, e ci fa ammirare la sacra corona ungherese, passata da re in re (o regine) e custodita in una teca piantonata da due soldati. L’ isola Margherita è a due passi e si raggiunge percorrendo l’omonimo ponte, è un tripudio di fiori, alberi, parchi, sentieri, bambini e genitori, ragazzi e ragazze che prendono il sole o si bagnano ai piedi delle fontane o ancora passeggiano in bici, attività quest’ultima a cui ci dedichiamo anche noi. E’ ormai sera, giusto il tempo di un ultimo piatto di gulash, un’ultima passeggiata lungo il Danubio osservando ma soprattutto ascoltando un artista di strada che suona dei bicchieri come se avesse davanti un pianoforte e scattare un’ ultima foto abbracciato alla statua della principessina (sembra più un elfo in verità, chissà perché) con il castello sullo sfondo.
Si lo so, ho dimenticato qualcosa. Vi chiederete “E le terme per le quali Budapest è rinomata nel mondo?” Noi ci siamo limitati a guardarle dall’esterno nonostante la convinzione che anche quella sarebbe stata una fantastica esperienza (davvero molto bello poi il complesso Szechenyi all’interno del parco Varosliget), troppo smaniosi di gustarci la città attraversando le sue vie, troppo incantati dalla bellezza dei suoi paesaggi per pensare di privarcene anche se per solo un paio d’ore… in due parole, Absolute Budapest.