Abbuffata di Slovenia

Full immersion tra natura, buon cibo e storia
Scritto da: Giacomo Ferrari
abbuffata di slovenia
Partenza il: 23/02/2015
Ritorno il: 27/02/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Quest’anno, per il mio compleanno, la mia ragazza ha pensato bene di regalarmi un soggiorno di 5 giorni in Slovenia, un paese a me sconosciuto ma che mi ha piacevolmente sorpreso.

Come al solito ci siamo affidati alla sapiente guida Lonely Planet, e alle conoscenze di Rachele che c’era già stata sei volte. Vista la media durata del soggiorno abbiamo pianificato un itinerario che unisse la visita alla capitale Lubiana e ad altri luoghi d’interesse con le meravigliose attrattive naturalistiche che questo piccolo paese riserva.

Giorno 1

Sveglia ad ore 6.00 e partenza in direzione Rateče, a poche centinaia di metri dal confine con l’Italia, dove avevamo prenotato un appartamento tramite Booking nella struttura “ Apartments and rooms Tempfer” alla modica cifra di 240 euro per 4 notti.

Dopo un viaggio in auto di circa 5 ore (unica pecca il tratto appenninico dell’Autostrada del Sole) siamo arrivati a destinazione, dove abbiamo immediatamente acquistato la Vinieta settimanale (15 euro) , un adesivo da applicare al parabrezza che consente di circolare liberamente sulle autostrade slovene.

Giunti a Rateče ci siamo ricordati di non essere più in Italia (sob) e che quindi non potevamo usare il navigatore, né avevamo l’indirizzo della struttura… colti dal panico ci siamo fermati nella piazza del paese cercando un modo per connettersi furtivamente a una qualche wifi libera. Provvidenzialmente si è accostato alla nostra macchina lo stesso proprietario dell’appartamento, il quale avendo visto la targa italiana dell’auto e due giovani apparentemente persi all’interno, ha pensato che si trattasse dei suoi misteriosi ospiti. Il proprietario ci ha quindi mostrato dove si trovava la struttura consigliandoci, visto che si era fatta l’ora di pranzo, una Gostilna (trattoria) vicinissima in cui andare a pranzo.

L’argomento cibo merita un capitolo a parte in questo nostro racconto: la premessa principale da fare è che le porzioni slovene sono, in genere, estremamente abbondanti per noi italiani. Conoscendo questa semplice regola si può evitare di passare la vacanza a letto con un’indigestione in corso. In questa prima gostilna abbiamo trovato un ambiente ospitale e casalingo ( comune a quasi tutte le gostilne del paese) con cucina semplice e tradizionale. Abbiamo ordinato alcune delle specialità del luogo: zuppa di aglio o funghi servita all’interno di pagnotte svuotate, e un secondo piatto costituito da ćevapčići (piccole salsicce di manzo speziate) servite con abbondante (e quando dico abbondante intendo abbondante) contorno di patate o crauti.

Come seconda regola per quanto riguarda il cibo in Slovenia è importante sapere che i ristoranti sono, solitamente, molto più economici rispetto all’Italia.

Finito di pranzare abbiamo fatto ritorno alla struttura dove il proprietario, sempre gentilissimo e molto disponibile, ci ha mostrato il nostro appartamento. La casa era pulitissima, ai limiti del maniacale, con un bel balcone vista paese e valle, e funzionale. Dopo aver sistemato le valigie, stanchi dal viaggio, ci siamo riposati un po’ e verso sera ci siamo avviati in quella che d’inverno rappresenta il fulcro dell’attività sciistica: Kranjska Gora, a pochi chilometri da Rateče. Il paese d’inverno è molto movimentato (per quanto lo possa essere un piccolo paese Sloveno ai piedi del Triglav) e la vita ruota intorno agli impianti sciistici aperti , per altro, anche in notturna. In paese abbiamo fatto una passeggiata lungo le piste illuminate, dove abbiamo potuto scattare qualche foto vicino al villaggio igloo e alla pista di pattinaggio sul ghiaccio. Le temperature in questo periodo sono abbastanza basse e soprattutto molto umide, per cui, infreddoliti, abbiamo deciso di attendere l’ora di cena al Vopa Pub, il più grande di Kranjska Gora, dove abbiamo preso una cioccolata calda ed una birra Union. Il ristorante dove abbiamo cenato, Gostinstvo Kotnik, è senza dubbio il più grande e centrale di tutto il paesello, ospitando al suo interno una pizzeria e una pensione. Qui abbiamo gustato un piatto di salumi misti locali e un ottimo gulash di selvaggina alla modica cifra di 34 euro totali.

Post cena abbiamo fatto una passeggiata digestiva per il paese e siamo tornati a casa.

Giorno 2

Per questa giornata abbiamo deciso di visitare i dintorni di Kranjska Gora, ci siamo quindi svegliati di buon’ora e ci siamo diretti al laghetto poco distante dal centro, per fare qualche foto con lo stambecco di bronzo che domina il panorama. Abbiamo prima fatto il giro del lago completamente ghiacciato e poi, come due bambini ci siamo divertiti a salire in groppa allo stambecco.

Dopo le 12.000 foto di routine, ci siamo diretti nuovamente a Kranjska Gora, per andare a visitare Casa Liznjek (www.gornjesavskimuzej.si) che, al prezzo di 5,00 euro, consente di visitare un’interessante mostra di oggetti di uso quotidiano e mobili tradizionali, tra cui meravigliose cassapanche e culle dipinte che, a detta della nostra guida, venivano portate in dote dalle spose. La visita a questo museo è stata molto suggestiva, abbiamo potuto assaporare il modo in cui vivevano le famiglie contadine del 700/800 sempre alla ricerca della massima praticità al minimo costo. Degna di nota la cucina nera, così chiamata a causa del fumo scaturito dal forno interno che aveva il triplice uso di scaldare la casa, cuocere il pane ed affumicare la carne che pendevano dal soffitto reso nero dal catrame.

Dopo la visita abbiamo deciso che era ora di pranzo e ci siamo recati nella gostilna Pri Martinu, vicina al museo, per noi una delle migliori di Kranjska Gora, con cameriere vestite in abiti tradizionali e piatti tipici contadini serviti in quantità esagerate. Colti da fame immane, abbiamo ordinato come antipasto una salsiccia conservata nel lardo (che si è rivelata essere un intero salame affettato con un mattone di lardo aromatizzato e ciccioli) e un piatto contadino per due, modesto nel nome ma ricco nella quantità e qualità. Questo buonissimo piatto è composto da 2 salsicce, 2 sanguinacci, 2 grandi pezzi di brasato e tre tipi di contorno: il grano saraceno (tipico di Pri Martinu), le patate con cipolle e i crauti (il tutto a 31 euro totali!)

Dopo pranzo, sazi e assonnati, abbiamo deciso di passare a far visita ai vecchi albergatori che avevano ospitato Rachele e la sua famiglia negli anni precedenti: Irena e Franc. Ancora una volta abbiamo incontrato la grande ospitalità slovena in questa coppia, che ci ha offerto dell’ottimo succo di mela accompagnato con kiwi del loro giardino.

Dopo questa parentesi aperta sui ricordi d’infanzia, e immancabile foto commemorativa, ci siamo recati al meraviglioso lago di Bled, a circa mezz’ora da Kranjska Gora. D’estate è una delle stazioni di villeggiatura più rinomate della Slovenia, con il suo verde smeraldo, la suggestiva chiesa sull’isolotto centrale e il castello medievale che domina il lago dall’alto. D’inverno tutto questo si perde un po’ e il lago acquista un’ atmosfera più tetra ma, a tratti, più affascinante. Dopo un primo giro intorno al lago, ammirando le sue bellezze naturalistiche, siamo saliti fino al castello dove con 9 euro abbiamo potuto visitare l’interno. All’interno del castello la vista è suggestiva, abbiamo trovato un’antica tipografia ricostruita per i turisti, dove ci siamo cimentati nella stampa vecchio stampo con tanto di sigillo e bandierina (costo 8 euro). Abbiamo poi visitato le cantine e l’interno della struttura in cui è allestita una piccola mostra della storia locale.

Fattasi sera, siamo ridiscesi lungo il lago e, dopo un ultima passeggiata tra i negozietti e le ville che circondano Bled, siamo tornati verso casa.

La sera a cena siamo tornati a Kotnik ma abbiamo optato, ancora sazi dal pranzo, per una semplice insalata mista.

Giorno 3

Vista la foschia e la nevicata della notte precedente abbiamo abbandonato i precedenti progetti di passeggiare tra i monti come Heidi, per recarci nella capitale Lubiana. Unica pecca della città, che mi ha fatto perdere la pazienza, è il traffico e il parcheggio, assai difficile da trovare se si vuol sostare in città per l’intera giornata. Alla fine siamo saliti fino al castello, che domina la città da una collina retrostante, e abbiamo scoperto che in realtà lì i parcheggi abbondano e sono gratuiti. All’interno del castello abbiamo acquistato un biglietto cumulativo comprensivo di visita alle varie mostre e funicolare per il centro andata e ritorno (8 euro).

Presa la funicolare siamo scesi nella zona dei mercati, che purtroppo erano in parte chiusi, ma che solitamente ospita il grande mercato all’aperto, che vende un po’ di tutto, il vicino mercato coperto e il mercato del pesce sotto il loggiato lungo fiume. Visitati i mercati abbiamo attraversato il Ponte dei Draghi (Zmajski Most) simboli di Lubiana a partire dal 1800, abbiamo visitato parte della città vecchia con il suo Municipio di fine XV secolo, la Stari Trg ( Piazza vecchia) fiancheggiata da palazzi antichi con negozietti allestiti al piano terra.

Arrivata l’ora di pranzo abbiamo seguito le indicazioni della guida optando per un ristorante di pesce accanto al mercato ittico. Il ristorante Ribca offre un vasto menù di pesce a prezzi modici, noi abbiamo optato per un ottimo gulasch di pesce (una sorta di cacciucco alla livornese con pesci da lisca), un piatto di salmone in crosta di semi misti su letto di spinaci ed un piatto di calamari fritti, alla griglia e ripieni di spek e formaggio. Anche questa volta il pranzo è stato ottimo e ad una cifra assai bassa, soltanto 27 euro totali.

Dopo pranzo abbiamo terminato la visita a Lubiana, passeggiando per le sue viuzze, entrando nei suoi negozietti tipici, visitando la biblioteca nazionale ( purtroppo interdetta al pubblico nelle zone lettura), il palazzo del congresso e la filarmonica di Lubiana. Per riposarci un attimo abbiamo deciso di salire i 266 gradini che portano in cima al palazzo Nebotičnik, un edificio art déco, progettato nel 1933 da Vladimir Šubič, che ospita all’ultimo piano un bellissimo bar/ristorante con terrazza da cui si gode di un’ ottima vista della capitale a 360°.

Terminata la visita alla parte bassa di Lubiana abbiamo attraversato il Triplice Ponte e siamo tornati con la funicolare verso il castello. Il castello, molto ben curato, ospita un interessante museo della storia slovena a partire dalle origini fino all’epoca moderna. Chiaramente io e Rachele ci siamo divertiti anche con gli intrattenimenti da bambini, giochi interattivi basati sulla storia del paese, fatti per insegnare giocando agli ospiti più giovani( consigliamo vivamente il gioco in cui Tito deve raccogliere le bandierine che cadono).

Salutata Lubiana siamo tornati verso casa e, stanchi per la lunga giornata, abbiamo optato per una cenetta veloce a Pri Martinu. Questa volta ad accoglierci sono stati tutti camerieri uomini, probabilmente mariti delle prime anfitrione, ugualmente pittoreschi ma non altrettanto celeri! Ci hanno comunque servito un ottimo risotto ai funghi ed una trota contadina con patate, arrostita e ricoperta da un cascata di spek e cipolla (veramente deliziosa).

Giorno 4

Finalmente il sole! Quindi, questa mattina, passeggiata verso il rifugio di Tamar (4 km di cammino). Si parte dalla località di Planica, famosa anche per le piste di salto con gli sci, si lascia la macchina nel parcheggio (2 euro) e si intraprende il cammino scegliendo uno dei due sentieri che si snodano nella foresta fino ai piedi delle montagne. Il rifugio d’inverno è molto caratteristico, e assai frequentato da famiglie con slittini e sciatori di fondo pronti a dirvi un “Doberdan” affannato salendo o scendendo dal rifugio. Al rifugio volendo si può anche pranzare, ma noi abbiamo deciso per una bella fetta di strudel di mele con cappuccino.

Tornati alla macchina e belli rifocillati siamo immediatamente partiti in direzione lago di Bohinj. Abbiamo prima pranzato nel centro di Bohinska Bistrica, al ristorante Strud’l, molto turistico ma carino ed accogliente, recandoci poi sul lungo lago. Bohinj è un bellissimo lago, molto autentico, alle pendici dei monti e circondato da una natura incontaminata e silenziosa. Sul lungolago si possono scattare delle foto insieme al camoscio dalle corna d’oro protagonista della leggenda legata alle origini della vallata e della rosa del Triglav: Zlatorog.

Partiti a malincuore da Bohinj, dove il tempo sembra non scorrere e da cui non si vorrebbe partire mai, ci dirigiamo verso la cittadina di Škofja Loka, dove abbiamo avuto la brutta sorpresa di trovare il castello chiuso un’ora prima del previsto segnalato dalla guida. Abbiamo quindi visitato la piccola cittadella, estesa lungo il fiume Selščica, con i suoi negozietti di prodotti artigianali locali, il convento dei cappuccini ed il ponte dei cappuccini costruito nel XIV secolo ed ottimo per ammirare la città.

Di ritorno da Škofja Loka abbiamo deciso di andare a cena nel miglior ristorante di Kranjska Gora, dove abbiamo speso di più rispetto al solito, ma abbiamo gustato piatti veramente unici: una tartare di manzo servita con pane caldo e burro, bistecca di cervo con gnocchi ( che non assomigliano per niente a quelli italiani) ripieni di ricotta su letto di purea di carote e chips di melanzane, e costolette di agnello con purè ai porcini.

Dopo cena, vogliosi di sfidare la sorte ci siamo recati al Casinò Korona, presso l’omonimo hotel dove la sorte, per niente felice della sfida che le avevamo lanciato, ci ha rifilato una solenne batosta esaurendo il nostro se pur limitato budget, in un tempo tragicamente breve, circa 10 minuti.

Quinto e ultimo giorno

Ahimè il tempo è agli sgoccioli e non ci resta che incamminarci verso casa, lasciare la nostra amata dimora slovena e salutare il cordiale proprietario. Salutato tutti ci fermiamo per un ultimo saluto a Kranjska Gora, dove facciamo colazione presso lo Sport Point Cafè e poi, a malincuore, ci dirigiamo verso l’ultima meta del nostro viaggio: Postojna e le sue grotte. Dopo circa 1 ora e mezzo arriviamo a destinazione, notiamo subito che ci troviamo in bassa stagione perché le grotte, di solito affollatissime, sono mezze vuote. Parcheggiamo la macchina (3,50 euro) paghiamo il biglietto cumulativo (grotte + castello di Predjiama+ Proteus vivarium), circa 30 euro, ed entriamo nella prima parte della visita: il Proteus Vivarium. Si entra in una piccola grotta illuminata, all’interno della quale possiamo ammirare i vari esseri viventi che popolano le grotte. Questa visita è stata molto emozionante e ci ha permesso di osservare uno degli animali più rari e insoliti del mondo nel suo ambiente naturale: il proteo, l’anfibio umano, che vive più di 100 anni e si nutre ogni 10/15 anni.

Terminata la visita al vivarium abbiamo atteso l’orario di inizio di quella alle grotte. Al momento di entrare siamo stati immediatamente accolti dalla nostra guida in lingua italiana, che ci ha accompagnato durante tutta la visita. Si inizia su di un trenino, che ricorda molto un parco divertimenti, che ci accompagna per 2 km attraverso sale meravigliose, nelle viscere della grotta, dopodiché si scende e si prosegue per altri 2 km circa a piedi, scendendo da 70 a 120 metri sotto terra. All’interno della grotta la guida si è divertita a farci notare le forme più strane delle meravigliose stalattiti e stalagmiti presenti: babbo natale, il pappagallo, il dromedario, il presepe, la gallina…

Terminata la visita, arrivati nella grande sala concerti che può ospitare fino a 10.000 persone, si riprende il trenino che per altri 2 km ci accompagna fino all’uscita. Lasciata Postojna ci dirigiamo verso Predjama dove si trova il pittoresco castello costruito all’imboccatura di una grotta. La visita al castello è abbastanza breve ma carina, permette di osservare le varie sale costruite tra le pareti della grotta e di divertirsi ad immedesimarsi negli abitanti del castello con i suoi ponti levatoi, latrine piombanti sulla valle sottostante, caditoie per colpire i nemici e grotte anguste in cui nascondersi.

Salutata anche Predjama ci fermiamo per il pranzo alla Gostilna Čuk, al campo sportivo di Postojna paese e ci dirigiamo, tristi e cupi, verso il confine italiano, sicuri di un nostro futuro ritorno in questa terra del buon cibo, dell’ospitalità e delle grandi bellezze.



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