Abbiamo scoperto la Costa Azzurra, Provenza..
Alle ore 9 siamo già a Cagnes sur mer, una cittadina molto graziosa con una parte vecchia (Haute Cagnes) e una zona sul mare. Passeggiamo per la città fino a riprendere l’auto alla volta di Cannes.
Nel percorso chiamiamo alcuni numeri trovati sulla Lonely Planet, la nostra bibbia, e troviamo miracolosamente un appartamento a 65 euro nel centro di Cannes, a cinque minuti dalla Croisette (bd de la République, 55 – tel. 04 93 38 48 11).
Arrivati a Cannes ci concediamo un pomeriggio di sonno per poi buttarci nel lusso sfrenato di Cannes.
Cenetta a base di cozze al ristorante Au Riche-Lieu (rue Meynadier 66) e passeggiata sul lungomare con sosta obbligata davanti agli yacht dei ricconi in bella mostra sul molo della città.
13 agosto CANNES – GRASSE – CANNES Decidiamo di fermarci una notte in più a Cannes e dopo, esserci svegliati con calma, ci rechiamo nella zona a ovest della città (località La Bocca) dove troviamo una spiaggia affollata ma piacevole con un mare limpido e non troppo freddo. Tra un bagno ed un panino attendiamo l’arrivo della nostra amica Camilla che ci raggiunge in spiaggia con una collega. Entrambe lavorano alla ristrutturazione di una mega villa nei pressi di Grasse, sul sentiero per Santiago de Compostela, dove ci invitano a cenare con il loro “capo” Patrick, la sua famiglia e i suoi amici. Non senza alcune difficoltà, dovute al nostro spiccato senso dell’orientamento, troviamo la villa dove ci attende una visita al cantiere ed una cena succulenta a base di orate, vino rosso della Borgogna, patate e dolci.
14 agosto CANNES – FREJUS – LE LAVANDOU – TOULON Lasciato il nostro appartamento di Cannes, commettiamo (o meglio, secondo Silvia commetto!!!) un grave errore: ci dirigiamo verso Saint Tropez e Le Lavandou senza avere prenotato nulla. Bello viaggiare liberi e selvaggi… ma il 14 di agosto questa zona della Francia è presa d’assalto da migliaia e migliaia di turisti. Alla fine troveremo una squallida stanza in un Ibis alle porte di Toulon, con vista sulla superstrada! Ma andiamo con ordine: dopo aver lasciato Cannes percorriamo la strada che costeggia il Massif dell’Esterel: uno splendido susseguirsi di calette rossicce contornate da un mare smeraldo. Inutile parlare poi delle ville con piscina a picco sul mare.
Intorno all’ora di pranzo ci fermiamo a visitare Frejus (la parte non sul mare), una bella cittadina con chiesetta romanica, anfiteatro romano e tutto quanto può bastare per una sosta di mezza giornata. Compriamo un po’ di pane e di verdura e continuiamo in direzione ovest per raggiungere mia sorella Paola ed il suo ragazzo a Le Lavandou.
Graziosa, con il centro colonizzato dagli appassionati di bocce (numerosissimi i campi dedicati a questo sport nazionale proprio nel mezzo della passeggiata!), Le Lavandou è davvero congestionata sotto Ferragosto. Trovare una stanza per dormire è un’impresa impossibile. C’è giusto il tempo per prendere un gelato e per proseguire verso ovest… direzione Ibis!! Pernottamento in camera doppia (senza colazione) 65 euro.
15 agosto LA VALLETTE – HYERES – TOULON Il Ferragosto non ci regala una giornata di sole e così dobbiamo rinunciare non solo al bagno di mezzanotte, ma anche a quello diurno. Al mattino, con cielo coperto, ci troviamo quasi per caso a La Vallette, paese molto grazioso alla periferia di Toulon, a fare colazione.
Sentiti Paola e Piernicola decidiamo di incontrarci a Hyeres dove passeggiamo per la città: un crocevia di viuzze carine e stracolme di negozietti con la merce esposta in bella vista.
Dopo poco più di un’ora, tuttavia, la cittadina esaurisce il nostro interesse e così tentiamo una sortita al mare. L’aria però è troppo fredda, in perfetta sintonia con l’acqua del mare, davvero gelida da queste parti, e decidiamo di ripiegare su una visita a Toulon.
Il Ferragosto sembra però destinato a non regalarci emozioni: Toulon, cittadina dal nome tutto sommato divertente (“Toulòn Toulòn, Toulòn Toulòn”), non è all’altezza del suo musicale epiteto. Con le saracinesche abbassate, il cielo plumbeo e le strade semivuote, eccezion fatta per coloro che in Francia non vorrebbero nemmeno starci a vivere ma non hanno la possibilità di tornare nella loro terra d’origine, Toulon appare davvero desolata. Passeggiamo per le vie del centro e lungo il molo pieno di brasserie e di negozi di souvenir. Alle ore 16 un boato squarcia il pomeriggio: le acrobazie aree delle frecce tricolori (quelle bianche, rosse e blu in questo caso!) piombano sulle nostre crêpes come un fulmine a ciel sereno. Uno spettacolo inatteso e mozzafiato: gli aerei sfrecciano sopra le nostre teste producendosi in coreografie straordinarie, specie se si pensa alla velocità a cui vengono eseguite. Magnifique! Dopo la passeggiata raggiungiamo il Grand Hotel Dauphinè, accogliente albergo nel cuore di Tolone (rue Bertholet, 10 – tel. 04 94 92 20 28 – fax 04 94 62 16 69). Una doppia costa da 50 a 58 euro, senza colazione.
Per cena raggiungiamo Paola e Piernicola a Le Lavandou dove assistiamo ad uno spettacolo pirotecnico, prima di rifugiarci dentro al ristorante per il freddo: l’aria non è gelida ma il vento dal mare è costante. Salutiamo Paola e Pierni al campeggio Ravel alle porte di Le Lavandou (essenziale ma carino, a due passi dal mare per soli 15 euro al giorno a piazzola) e ce ne ritorniamo a Toulon per la nanna! 16 agosto TOULON – CASSIS – AIX EN PROVENCE Dopo una passeggiata per il centro di Toulon, che in una giornata feriale e con un po’ di sole, acquista qualche punto nella nostra classifica delle città francesi, partiamo alla volta di Cassis.
In realtà avevamo in programma di recarci ad Aix en Provence (dove avevamo già prenotato una stanza all’hotel Cardinale), ma la bella giornata di sole e la voglia di fare un bagno ci fa dirottare sul ridente porticciolo stracolmo di turisti e di negozi. Cassis è molto ben curata, numerosi poliziotti e vigili dirigono il traffico e chiedono ai turisti meno pudichi di mettersi la maglietta. Accanto al porticciolo c’è una spiaggia di piccoli sassi, di dimensioni ridotte e ricolma di bagnanti. L’acqua è intorno ai 16 gradi, non molti a dire la verità, ma nel complesso il paesello meritava una sosta.
Lasciata la spiaggia proseguiamo in direzione di Aix (ormai siamo in confidenza e la chiamiamo così!) dove ci attende il Cardinale, polveroso hotel vecchio stile con immancabile moquette bordeaux per terra e claustrofobica toilette: il tutto per la modica cifra di 68 euro a notte per una doppia (rue Cardinale, 24 – tel. 04 42 38 32 30 – fax 04 42 26 39 05). L’anziana locataria, uscita da un film di Almodovar, ci consiglia di non lasciare l’auto all’aperto e così per la notte parcheggiamo la nostra inseparabile Colt in un parcheggio a pagamento (12 euro per 24 ore). Per cena decidiamo di tuffarci nella vita notturna di Aix, un brulicare di bancarelle, tavolini, artisti di strada ma anche, purtroppo, di sbandati. La città vecchia offre davvero moltissimi locali di tutte le nazionalità e di tutti gusti e numerosi scorci da fotografare, grazie ad una illuminazione notturna ben curata. Torniamo in albergo e ci addormentiamo scegliendo che cosa visitare il giorno dopo. Immancabile, anche per noi che non siamo intenditori, una tappa davanti alle tele di Cezanne.
17 agosto AIX EN PROVENCE – ARLES Al mattino, appena usciti dal nostro hotel (non proprio all’alba!) capiamo che a dividerci dalle tele di Cezanne ci sono alcune ore di coda e, per quanto colpiti dalla figura del pittore francese, decidiamo di rinunciare al museo Granet. Tuttavia ci rechiamo all’ufficio turistico e ci facciamo consegnare la mappa del “sentiero di mattoni gialli”… Di che si tratta? Quello che nel nostro immaginario è diventata la favola del mago di Oz non è altro che un itinerario turistico contrassegnato da dischetti in bronzo posizionati sui marciapiedi che permette di ripercorrere le tappe della vita dell’artista provenzale. Vale la pena di seguirlo: permette di visitare i punti salienti della città in un paio d’ore. Finito il nostro tour di Aix riprendiamo la macchina alla volta di Arles. Sono circa 60 km. Parcheggiata l’auto fuori dalle mura ci mettiamo a cercare a piedi la sistemazione migliore. Molti sono gli hotel presenti nella città vecchia, ma alle fine ci toccherà dormire al di fuori della cinta muraria poiché gli alberghi all’interno o sono troppo cari o sono troppo brutti (alcuni davvero fatiscenti!).
Concludiamo la serata con una cenetta al ristorante l’Escaladou, a due passi dall’anfiteatro romano. Con 32 euro in due mangiamo a sazietà prima di riprendere la via dell’albergo in un’Arles bagnata dalla pioggia e desolata. Non c’è in giro anima viva e l’imponente teatro romano così come il lento scorrere del rodano turbato soltanto dal sibilo del vento mettono una certa inquietudine. Ci rifugiamo nell’hotel Port du Camargue (65 euro una tripla che utilizziamo come doppia), accogliente e pulito (rue Noguier, 15 – tel. 04 90 96 17 32 – fax 04 90 18 97 92 – www.Portecamargue.Com – porte.Camargue@liberty7surf.Fr). Diventerà per qualche giorno la nostra base d’appoggio per gite ad Avignone, Nimes, Port du Gard e (come dice il nome stesso) la Camargue.
18 agosto ARLES – AVIGNONE – LES BAUX – ARLES Oggi, dopo un risveglio lento e faticoso (9,30 ma è pur sempre una vacanza!) decidiamo di puntare dritti su Avignone. E ne vale davvero la pena perché la città appare da subito ricca di attrattiva con i suoi 4 km di mura ancora perfettamente conservate. Parcheggiamo la macchina appena fuori dalle mura e ci dirigiamo a piedi lungo l’arteria principale (rue de la Republique) fino ad arrivare al Palazzo dei Papi. Inizialmente guardo con un certo distacco questo palazzo, mentre Silvia da subito mostra un vivo interesse per questa fortezza che sorge sul lato nord della città e si compone di diversi livelli e rifacimenti. Entrati nel palazzo acquistiamo le audioguide e ci immergiamo in questo labirinto di stanze, passaggi, cortili e nelle trame di corte: tra papi, camerlenghi, legati, ciambellani, cubicolari e sovrani. Il tour nel palazzo, che ribadisco, di per sé non offrirebbe granché dato che le stanze sono tutte semivuote ed architettonicamente è la sovrapposizione di numerosissime e diverse costruzioni, acquista un fascino particolare grazie ad un allestimento molto ben congegnato.
Usciamo dal palazzo nel pomeriggio e passeggiamo amabilmente per questa bella città, concedendoci anche una breve e gratuita gita in battello, una passeggiata lungo il Rodano ed una escursione al Rocher des Doms, grazioso parco posto sopra ad un baluardo dal quale si può godere una bellissima vista sul fiume e sulla campagna circostante. All’orizzonte intravediamo anche Villeneuve, una cittadina posta al di là del Rodano ma storicamente collegata ad Avignone e decidiamo di farci un salto in macchina.
Prima di tornare verso Arles ad un rondò intravediamo la scritta Les Baux, una cittadella segnalata come sito archeologico … la nostra guida lo segnala come un luogo interessante (specie la sera, quando i pullman turistici hanno abbandonato la caratteristica cresta montagnosa su cui sorga il paesino). E in effetti una visita la meritava proprio: il paesello, abbarbicato sulle rocce e lastricato di pietra bianca, è un luogo molto grazioso. Peccato non aver potuto visitare il castello ma non c’era scelta: o l’antico maniero con le orde di turisti o il bel villaggio all’imbrunire con le strade vuote e i negozi di souvenir chiusi (ma niente castello!).
Torniamo sulla strada per Arles e ci imbattiamo in località Fontvielle: un paesello ricco di ristorantini, nati evidentemente grazie alla vicinanza con la turistica Les Baux. Alla fine, dopo aver valutato tre o quattro menu, la nostra scelta ricadrà su di un’economica, ma non per questo meno appagante, creperia! Da provare…(La Cigaliere (Fontvieille) – Cours Alphonse Daudet, 6 – Tel. 04 90 54 78 20)
19 agosto CAMARGUE – SAINT MARIE DE LA MER – AIGUES MORTES Ci svegliamo presto pronti a scoprire l’affascinante territorio della Camargue, area depressa e bruciata dal sole, ricca di vegetazione e povera di abitanti. Come i gitani, così anche noi compiamo il nostro pellegrinaggio verso Saint Marie de la Mer: ad accoglierci lungo la strada centinaia di cavalli bianchi già sellati e pronti per lunghe cavalcate tra il mare e la campagna. Giunti nella cittadella effettuiamo una breve ricognizione nel centro cittadino (piuttosto turistico) ed una lunga visita sul tetto del santuario zingaro (accessibile e meritevole di sosta al prezzo di 2 euro), siamo indecisi sul da fare: immergerci tra le sterpaglie e gli allevamenti della campagna a bordo di una jeep oppure addentrarci nella laguna formata dalla foce del Rodano con il battello? Alla fine la scelta ricadrà su questa seconda ipotesi e il nostro mezzo di trasporto sarà Tiki III, un vecchio battello a vapore riadattato ad uso turistico. La gitarella ha un non so che di finto: anche il toro che casualmente si abbevera al fiume proprio al nostro passaggio sembra quasi messo lì dall’azienda di promozione turistica locale, così come la mandria di cavalli e tori che con cow girl francese al seguito vengono a farsi fotografare sulla sponda del Piccolo Rodano. Ma in fondo è quello che cerchiamo: ciascuno di noi si porta a casa una bella foto ricordo e nel frattempo respira per un’ora e mezza un po’ di quell’atmosfera camarghese che ha ispirato pittori e poeti fin dai secoli scorsi. Senza contare i numerosissimi uccelli (questi presumo selvaggi!) che possiamo ammirare e immortalare lungo il fiume: aironi, fenicotteri e gabbiani.
Scesi a terra abbiamo quasi due ore per gironzolare per le stradine del paludoso territorio d’oltralpe prima di lanciarci in un’avventura senza pari: la gita a cavallo! Naturalmente né io né Silvia siamo due cavallerizzi esperti, anzi, per dirla tutta non sappiamo nemmeno da che parte si cominci. Bene: per farla breve diciamo che su un’ora di passeggiata Silvia avrà gradito sì e no gli ultimi dieci minuti ed io mi sono divertito per sessanta! Quella che doveva essere una romantica passeggiata sulla spiaggia (principessa Sissi + principe azzurro sul cavallo bianco) si è trasformata in una tragicomica avventura di cui un breve filmato porta chiarissima testimonianza! Dopo la passeggiata posiamo le nostre stanche membra in auto e proseguiamo in direzione di Aigues Mortes, una suggestiva cittadina cinta da mura quadrangolari perfettamente conservate e con un centro storico ben curato. La piazza principale è una selva di tavolini e di turisti. Dopo lunghe peregrinazioni, nonostante il fondoschiena a pezzi, scegliamo “Casa Toro Luna” (place St Louis, 30 – tel. 04 66 53 68 75) che, oltre ad un buon servizio, ci offre un ottimo stufato di toro e una dose abbondante di cozze gratinate fresche e profumate. Arriviamo in hotel distrutti da una giornata intensissima, ma molto divertente.
20 agosto UZES – PONT DU GARD Le nostre energie “turistiche” stanno per esaurirsi, ma dalla base di Arles c’è ancora una meta che vale la pena di raggiungere prima di dedicarsi allo svacco marittimo: si tratta del sontuoso Pont du Gard, quel che rimane di un acquedotto romano che trasportava acqua da Uzes a Nimes. Costruito secondo precise regole architettoniche ed ingegneristiche, l’opera permetteva all’acqua di mantenere una pendenza costante in modo da scorrere inesorabilmente in direzione di Nimes.
Prima di arrivare al cosiddetto ponte (così infatti appare ad un primo sguardo l’immane reperto romano) ci dirigiamo a Uzes che si rivela una ridente cittadina ricca di negozi di antiquariato e chincaglieria provenzale. Successivamente cerchiamo di raggiungere il Pont senza pagare il biglietto attraverso strade alternative… ma ben presto ci dobbiamo arrendere. Ci sono soltanto due modi per vedere l’acquedotto da vicino: affittare una canoa qualche chilometro più a monte del Pont du Gard (i proprietari dei kayak, organizzatissimi, arriveranno a prendervi più tardi con i pulmini caricando anche le imbarcazioni) oppure piazzare l’automobile nel grande parcheggio “ufficiale” a pagamento segnalato lungo la strada. Un consiglio: al Pont du Gard, sia che scegliate l’automobile, sia che optiate per la canoa, vale la pena di portare il costume. Il fiume sovrastato dal reperto romano si presta ai tuffi e alle nuotate.
21 – 24 agosto FREJUS Sono giorni di… “riflessione”! Dopo tanto peregrinare decidiamo che è arrivato il momento di concedersi qualche giornata di relax totale e scegliamo come meta le fresche acque di Saint Aygulf. Qualche giorno prima infatti, avevamo fatto qualche ora di spiaggia dopo aver visitato Frejus e ci eravamo trovati bene. Decidiamo così di cercare una sistemazione nei paraggi e di tornare nella nostra spiaggia preferita che si trova appunto qualche tornante dopo il paese di Saint Aygulf (che a sua volta si trova a pochissimi km da Frejus). La scelta ci sembra azzeccata, tanto più che alcuni vicini resti archeologici sottomarini ci fanno capire che già diversi secoli fa, prima di noi, i romani apprezzarono molto queste coste!!! Ci sistemiamo nel grazioso hotel Flore, un due stelle situato nel centro di Frejus alta (€ 71,60 una doppia a notte; rue Grisolle, 35 – tel. 04 94 51 38 35 – fax 04 94 55 59 89), lontano dal fracasso di Saint Raphael e Frejus plage dove la sera le bancarelle, i ristopub e la folla di turisti inferociti rendono il lungomare un centro commerciale a cielo aperto.
Trascorriamo così quattro giornate davvero rilassanti dedicate alla cura dello spirito e del corpo e… del palato! 25 agosto FREJUS – NIZZA Dopo quattro giorni di relax totale dobbiamo a malincuore abbandonare la nostra spiaggia preferita, ma ancora non sappiamo che il nostro sacrificio sarà ripagato da una grande sorpresa di nome Nizza! Questa città ci appare molto più bella di quanto avevamo immaginato: più elegante di Genova, meno modaiola di Cannes e meno ostentatrice di Saint Tropez, Nizza non è soltanto una città di mare. E’ un luogo ricco di arte, con i musei di Chagall e di Matisse, di storia e di cultura. Bella da visitare alla luce del giorno la città natale di Garibaldi acquista uno charme particolare di notte quando si illumina di mille luci diventando un caleidoscopio di colori, suoni e profumi. Alloggiamo all’hotel Petit Louvre, una buona soluzione in rue Emma Tiranty 10 (tel. 04 93 80 15 54 – petitlouvr@wanadoo.Fr) a due passi dal centro (alla modica cifra di 55 euro a notte). Appena arrivati ci dirigiamo al museo di Matisse e successivamente al Parc du Chateau e nella zona di Nizza vecchia. La sera, dopo una passeggiata sul lungomare, decidiamo di cenare al Nissa Socca a base di specialità nizzarde. La città avrebbe meritato una sosta ben più lunga, ma abbiamo già deciso che ci torneremo! 26 agosto NIZZA – MONTECARLO – CERVO – BERGAMO E’ il momento di tornare, ahinoi! Una breve sosta a Montecarlo, giusto per la curiosità di vedere qualche vip davanti al casinò e alcuni tratti del circuito di Formula 1, non rende meno amara l’idea di dover abbandonare il territorio francese (anche se la città monegasca non ha proprio nulla di straordinario).
A renderla meno amara ci pensa però il bel paesino di Cervo, a pochi chilometri dal confine con la Francia. Una breve sosta nello splendido borgo in provincia di Imperia appollaiato su un poggio che dà sul mare e, non dimentichiamolo, alcuni tranci di pizza consumati sulla terrazza del ristorante Serafino insieme con un buon caffè espresso italiano ci fanno rimpiangere un po’ meno la bella vacanza d’oltralpe.
Costo totale a testa tutto compreso (alloggio, benzina, autostrada, escursioni e visite, pranzi e cene, spese personali): € 900,00