A zonzo per Lisbona

Cinque giorni nella capitale portoghese per rendere omaggio allo scrittore Antonio Tabucchi
Scritto da: anselmo.loni
a zonzo per lisbona
Partenza il: 15/12/2015
Ritorno il: 19/12/2015
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
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Viaggio a Lisbona per rendere omaggio allo scrittore Italiano Antonio Tabucchi, recentemente scomparso e sepolto in questa città

Abbiamo programmato questo viaggio in largo anticipo, riuscendo così ad acquistare un biglietto aereo a buon prezzo. Il volo low-cost della compagnia aerea RYANAIR in partenza da Pisa alle ore 12,45 è durato circa 2 ore e 50 minuti, e considerando che Lisbona è un’ora indietro rispetto a noi, siamo arrivati alle ore 15,30 ora locale.

L’aeroporto PORTELA di LISBONA ha due grandi terminal, collegati tra loro da autobus e Taxi. Il terminal 2 è comodamente collegato alla stazione della metropolitana (linea bleù) che abbiamo usato per recarci in albergo (Hotel Fenix ***) praça Marchese de Pombal. Sbrigate le operazioni di check-in e preso possesso della nostra stanza, siamo subito usciti alla conquista di Lisbona. La prima cosa che ci ha colpito è stata la temperatura (20/21°); più che un inoltrato Dicembre, sembrava una prematura primavera. Praça Marchese de Pombal, detta “La rotunda” è una grande rotonda dove convergono a raggiera 6 grandi arterie. Al centro si erge maestoso il monumento al Marchese de Pombal, il nobile illuminato che all’epoca del terremoto del 1755 che distrusse gran parte della città, era primo ministro e per la prima volta fece redigere un piano regolatore per la ricostruzione. Una di queste arterie, la più grande e le più bella di Lisbona, aperta nel 1882 è l’avenida da libertade (Viale della libertà), larga 90 m. e lunga 1500 m., piena di alberi dall’inizio alla fine, e comprende piccoli giardini, laghetti, fontane e statue, dicende con leggera pendenza e offre una prospettiva bellissima.

Percorrendo questo grande viale sul quale si affacciano bei palazzi, la prima sensazione che ti assale è quella di essere a Parigi su gli Champs-elysèes. L’avenida termina in praça de Restauradores che commemora la guerra di restaurazione, combattuta dal 1640 in avanti. Il monumento ottocentesco che ricorda queste pagine di storia, con la sua base, piedistallo e obelisco, è alto 30 m. ed è stato disegnato da Antònio Tomàs da Fonseca. Nella sua parte inferiore troviamo due figure simboleggianti gli spiriti della Vittoria e della Libertà,il monumento riporta le date delle principali battaglie. Sulla piazza si affaccia il bel palazzo settecentesco “Palazzo Foz”, costruito da un architetto italiano e oggi sede dell’ufficio del turismo di Lisbona. Ancora pochi passi e siamo nella parte più viva e bella della città: Praça Don Joao da Camara, Praça Rossio e Praça da Figueria. Ma adesso la nostra attenzione è catturata da un edificio veramente particolare, in stile neo-manuelino, di fine ottocento, con due archi moreschi a forma di cavallo collegati tra loro, come porta d’ingresso. E’ la stazione ferroviaria del Rossio, disegnata da Josè Luis Monteiro, che ci ripromettiamo di visitare con calma in un altro momento. Ed eccoci in Praça Rossio! Sul lato nord il bellissimo Teatro Nacional Donna Maria, in stile neoclassico, al centro della piazza la statua di Don Pedro quarto,il primo imperato re del Brasile indipendente; ai piedi della statua quattro figure che rappresentano la giustizia, la saggezza, la forza e la temperanza. Questa piazza è il centro vitale di Lisbona, dove nel corso degli anni si sono svolte coride, feste, parate militari e anche orribili auto da fè. Gli abitanti di Lisbona la chiamano “Piazza del movimento ondulare” soprannome che le deriva dalla sua pavimentazione in ciottoli tagliati a mano, bianchi e grigi, posati seguendo un disegno che ricorda le onde del mare. Percorrendola, si ha la sensazione del movimento ondulare che si ha guardando il mare. Praça de Figueira, dove abbiamo trovato un mercatino natalizio, è a poca distanza. Intorno alla piazza, gli edifici a quattro piani, ospitano alberghi e caffè. Domina la piazza, l’imponente statua equestre di Joao primo. Usciti da praça de Figueira, una serie di strade dritte e parallele, dal nome degli artigiani che le hanno abitate con i loro laboratori e negozi nei secoli passati, ci conducono verso praça do comercio: grande e scenografica , con i suoi palazzi giallo ocra, affacciata sul Tago.Questo reticolo di strade, alcune completamente pedonalizzate, sono state trasformate in vie dello shopping e in street-food. Data l’ora e la grande offerta di ristoranti e fast-food, decidiamo di fermarci per la cena.

La scelta cade su TABERNA 132 portughese cusine, in rua dos correiros 132. Naturalmente mangiamo baccalau, preceduto da un piccolo antipasto che viene portato senza essere ordinato, e si paga solo se viene consumato. La cameriera parla un poco di italiano ed è spiritosa, il clima del locale è conviviale, il cibo è ottimo e così trascorriamo una bella serata. Usciti dal locale,facendo la strada inversa, rientriamo in albergo:domani ci aspetta una giornata impegnativa; abbiamo deciso che visiteremo la zona di Belem. Quella che abbiamo visitato è LA BAIXA (la città bassa) la parte più vivace di Lisbona, interamente ricostruita dopo il catastrofico terremoto del 1755.

2° GIORNO (16 Dicembre)

Belem si trova alla foce del Tago, dove salpavano le caravelle nell’età dell’ oro delle scoperte, e i suoi monumenti, le sue piazze, la sua storia, tutto ci rimanda a quel periodo storico. Il mezzo più comodo per raggiungerla è il tram 434 che parte dalla stazione Cais do Sodrè e percorrendo la grande avenida che corre lungo il Tago, vi impiega una ventina di minuti. Per arrivare alla stazione di Cais do Sodrè acquistiamo una carta ricaricabile “VIVA VIAGEM” che al costo di 6 euro al giorno,ti permette di usare METRO- TRAM-ELEVADOR e TRAGHETTI della medesima compagnia: si rivelerà una alleata utilissima. La METRO di Lisbona è moderna, puntuale,pulita e sicura: alcune stazioni sono apprezzabili per le decorazioni in piastrelle di ceramica artistica. Nel tragitto che percorreremo per andare a Belem, passeremo sotto il grande ponte 25 DE ABRIL: una costruzione in acciaio, ispirata al più noto ponte di San Francisco, lunga 2 Km.

Quando giungiamo al capolinea, inconfondibile, alla nostra destra, vediamo il Mosteiro dos Jeronimos (monastero dei Gerolamiti). E’ uno dei monumenti più belli e più importanti di Lisbona: da non perdere! La sua costruzione fu iniziata nel 1502 da re Manuel I°, e il suo architetto fù Boyfac,autore di altre pregevoli opere in Portogallo. Il portale sud, di grande rigore geometrico (anche se a volte può essere offuscato dagli eccessivi decori ) cattura la nostra attenzione e l’insieme monumentale e di gradevole armonia. Ma quello che ci stupirà, sarà l’interno della chiesa ; le spettacolari volte, sorrette da esili colonne ottagonali che si allargano come palme verso il tetto, conferendo all’insieme una leggerezza ed una eleganza veramente sorprendenti. Ai due lati dell’ingresso le tombe monumentali di Vasco da Gama e Luis Vaz de Camòes, il navigatore e il poeta, emblemi del secolo d’oro delle scoperte. La sacrestia merita una visita accurata (ingresso a pagamento) per la bellezza architettonica di una unica colonna centrale che sorregge le grandi volte. Lasciamo a malincuore questo monumento, fuori ci sono molte altre cose che ci aspettano. Tralasciamo il bellissimo chiostro in puro stile manuelino, già visitato in un’altra occasione, e usciamo all’aperto dirigendoci verso praça do Imperio.La attraversiamo godendoci i suoi giardini e la sua grande fontana con giochi d’acqua. Usciti dalla piazza, attraversiamo l’Avenida da India e siamo sul Tago: l’aria è mite e non ci dispiace neppure essere spettinati da una leggera brezza atlantica. Massiccio ed imponente, sul lungofiume di Bélem, si erge il Padrào dos descombrimentos (monumento alle scoperte). Voluto dal dittatore Salazar nel 1960 per celebrare il cinquecentesimo della morte di Enrico il navigatore, è alto 52m. E la sua forma ricorda una caravella. All’interno del monumento un ascensore conduce velocemente al 6° piano; da qui, parte una scala per salire fino in cima, da dove si gode uno splendido panorama. Questo monumento, anche se può prestarsi a critiche, secondo noi, risulta fortemente evocativo e si inserisce abbastanza bene nel contesto in cui è stato posto. Nel tratto di lungofiume che ci separa dalla monumentale Torre di Bélem, verso la quale ci stiamo dirigendoci, saranno i numerosi gabbiani a tenerci compagnia. Fatta costruire da Manuel I° tra il 1515 e il 1521, originariamente si trovava in mezzo al Tago. Punto di partenza per i navigatori che si avventuravano sulle rotte delle scoperte, divenne il simbolo dell’era espansionistica del Portogallo. Di straordinaria bellezza la sua decorazione esterna, con le funi scolpiute nella pietra, le balconate aperte, le torrette moresche e gli originale merli a forma di stemma. Nel corso dei secoli è stata deposito di armi, prigionr, sede di dazio, ecc. ecc…. La visita richiede circa un’ora ed è a pagamento. All’uscita decidiamo di fare una sosta, abbiamo bisogno di rifocillarci e la nostra guida ci raccomanda la Antica Confetaria de Bèlem. Pur essendo affollatissima non abbiamo difficoltà a trovare un tavolo. La sosta sarà piacevole e le pasteis de nata (tortine di pastasfoglia ripiene di crema) ancora calde, saranno le più buone , fra tutte quelle che mangeremo qui a Lisbona.

Sono ormai le ore 16 passate, quando decidiamo di abbandonare Bélem per tornare al Cais do Sodrè. Proprio davanti a questa affollatissima stazione scopriamo il grande mercato da Ribeira. Come è accaduto in molte altre città europee, una parte del mercato è stata trasformata in una street-food, affollatissima di giovani. Grande varietà di cibi, musica diffusa e un clima rilassato, mi fanno sentire bene e per un po’ dimentico i miei 66 anni! Ci penserà Graziella a ricordarmelo, poco dopo… Rientrato nei panni del pensionato italiano in visita a Lisbona con moglie ed amici, usciamo dal mercato do Ribeira e percorrendo Rua do Arsenal ci troviamo in praça do Municipio. Anche qui c’è un mercatino natalizio pieno di luci e di bancarelle con dolciumi e artigianato. Rua do Arsenal termina, spalancandosi, in praça do Commercio, inondata di luce. Questo immenso spazio aperto , affacciato sul Tago, è sempre stato il miglior ingresso di Lisbona, dove reali e ambasciatori attraccavano e salivano alla piazza dalla scalinata di marmo che emerge dal fiume. Al centro della piazza si erge la statua equestre del Re José I° del 1755, opera di Machado de Castro, importante scultore portoghese del 18° secolo. La piazza è stata teatro di numerosi avvenimenti storici, tra i quali, la prima rivolta del movimento delle Forze Armate che diede vita alla rivoluzione dei garofani, spazzando via la dittatura fascista. Siamo seduti ai piedi della statua equestre, mangiamo delle caldarroste cotte nel sale e siamo stanchi: decidiamo di rientrare in albergo, fare una doccia e poi uscire di nuovo per la cena.

3° GIORNO: Oggi è il giorno dell’omaggio a Antonio Tabucchi

Scrittore conosciuto in tutto il mondo, vincitore dei più importanti premi letterari, sempre diviso tra Lisbona e la sua (la nostra) Vecchiano (Pisa). Un vecchianese diventato portoghese. Le sue ceneri sono custodite al Cimitério dos Prazeres nella tomba monumentale degli scrittori portoghesi. Per raggiungere il “cimitero dei piaceri” (questa è la traduzione letteraria), ci consigliano il tram N° 28 da praça Martin Montz che fa capolinea proprio nella piazzetta antistante l’ingresso del cimitero. Questo vecchio tram, consigliatissimo da tutte le guide, è riconoscibile per il suo colore giallo e per il gran affollamento di turisti. Sferragliando fra gli stretti vicoli del centro storico, rievoca una Lisbona di inizio ‘900 che non esiste più. All’ingresso del cimitero ci assalgono tanti ricordi e siamo emozionati. Chiediamo informazioni alla custode che gentile e disponibile, ci risponde:” Oh, si, Tabuccì” e aiutandosi con i gesti, ci indica dove dobbiamo andare. Questo cimitero è un museo a cielo aperto di architettura funeraria, scultura e araldica. Camminare per isuoi viali, ombreggiati dai numerosi cipressi, ci regala un grande senso di pace. Sostiamo una decina di minuti davanti alla tomba ricordando in nostro concittadino, lo scrittore e l’intellettuale battagliero. Leggendo un depliant illustrativo del cimitero che ci è stato dato all’ingresso, troviamo una bella frase dello scrittore portoghese Antero de Quental che dice: “quanto meglio comprenderemo la morte, meglio comprenderemo la vita”. Usciti dal Cimitério dos Prazeres ci dirigiamo verso il quartiere de Estrela, dove ci interessa visitare la basilica e il grande giardino che si trova di fronte.

In stile neoclassico, costruita sul finire del 18° secolo, ha una cupola grandissima che è uno dei segni distintivi del panorama di Lisbona. Ai lati della facciata sorgono le torri campanarie; statue di santi e figure allegoriche ne completano la decorazione. L’ampio interno in marmi grigio, giallo e rosa, è rischiarato dalla luce proveniente dalle grandi finestre della cupola. Nel transetto è collocata la tomba in stile impero della regina Maria prima, morta in Brasile.

Terminata la visita della basilica andiamo a passeggiare nel grande giardino che si trova di fronte.

C’è un mercatino natalizio, ma è ancora chiuso. Qui, in estate e alla domenica, si ritrovano le famiglie del quartiere, si siedono ai tavolini dei caffè vicino al laghetto, danno da mangiare alle oche e alle grandi carpe.

Il tram 28 che passa nella piazza davanti alla basilica, questa volta ci porterà in praça Luis Camoés: siamo nel Chiado, quartiere bohémienne di negozi eleganti e caffè vecchio stile. Qui si trova il Caffè A BRASILEIRA, visto per la prima volta nella foto di copertina di “SOSTIENE PEREIRA” di Antonio Tabucchi. Fuori, vicino ai tavolini del caffè, a grandezza naturale, la statua in bronzo di Pessoa, che del caffè A Brasileira era un assiduo frequentatore. Ordinatamente in fila , i numerosi turisti, che si vogliono ritrarre con il poeta. Percorriamo la bella Rua Garrett e poi svoltiamo a sinistra in Rua do Carmo dove si trova la omonima Igreja o meglio, ciò che ne resta, dopo il terremoto del 1755. Sulle antiche colonne, che una volta sorreggevano il soffitto, crollato sui fedeli, oggi crescono le rose e i piccioni sono appollaiati sulle rovine degli archi e i gatti vagano tra statue e capitelli.

Il coro, il cui tetto ha resistito al terremoto, ora ospita un piccolo museo archeologico. La Baixa è sotto di noi, e due elevador (da Gloria e de Santa Jiusta) facilitano gli spostamenti. Con la nostra Viva Viagem saliamo sull’elevador de Santa Jiusta e in pochi minuti siamo nella città bassa. Alto 32 m., costruito a fine ottocento da un architetto francese allievo dell’ingegnere Eiffel, ha due cabine rivestite in legno con decori in ottone, inserite in una torre di ferro decorata con filigrana. Qualcuno di noi suggerisce di attraversare velocemente la Baixa, che già conosciamo, per dirigerci alla cattedrale di Lisbona: La sé. Distrutta da almeno 3 terremoti, più volte rimaneggiata, oggi risulta un crogiuolo di stili architettonici. La facciata con le due torri campanarie merlate e lo splendido rosone , sono di un severo stile romanico. L’ interno, semplice e austero è pittosto cupo e non ha quasi più nulla delle decorazioni originarie. Sé, è una contrazione della parola latina che vuol dire SEDE; infatti la cattedrale è anche sede vescovile. Qui vicino, costruita sul luogo della sua casa natale, sorge la chiesa di S. Antonio a Sé. Conosciuto come S.Antonio da Padova, in realtà questo santo è nato e cresciuto a Lisbona , e in Italia visse solo i suoi ultimi mesi e morì appunto a PADOVA. Discendiamo per gli acciottolati vicoli, comincia a farsi sentire la fame. Sbirciamo i menù esposti all’esterno delle taverne e dei numerosi localini che affollano il quartiere. Anche questa sera mangeremo il baccalau che qui cucinano in più di 300 modi: Impossibile stancarsi!!

4° GIORNO

Lisbona ci regala ancora una giornata dalla temperatura primaverile. Oggi abbiamo in programma di visitare il Museo NAZIONALE DO AZULEJO e la nuova zona edificata in occasione dell’EXPO’ del 1989. Per raggiungere il Museo do Azulejo prendiamo la metro fino al Terreiro do Paço, e da qui, useremo l’autobus 728, direzione Portela. La sede del museo era un antico monastero del 1509, fondato dalla vedova di Joao II°, con due chiostri e una chiesa ricca di ori e pitture. Questa esposizione permanente di pannelli, piastrelle singole, fotografie, ecc. ecc., documenta e illustra la storia di questa arte in Portogallo dalla seconda metà del XV secolo fino ad oggi, dimostrando che questa arte continua ad essere una forma di espressione viva e identitaria della cultura portoghese.

La chiesa custodisce anche un pregevole presepe del XVIII secolo, che proprio in questo periodo, troviamo esposto. La visita di questo museo risulta una bella esperienza e ci lascia tutti soddisfatti.

Torniamo sui nostri passi e attendiamo di nuovo il 728 per recarci nella nuova zona dell’EXPO’. Basteranno 20 minuti di autobus e dalla Lisbona “antiqua” siamo catapultati in una Lisbona moderna sulle rive del Tago. Saliamo sulla teleferica e abbiamo una visione d’insieme interessante. Valutiamo l’idea di visitare l’oceanario, il più grande d’europa e il secondo al mondo, costruito su progetto dell’architetto americano Peter Chermayeff, ma poi vi rinunciamo. Passeggiamo ancora un po’, fino a quando scoperto il grande centro commerciale Vasco de Gama, Renzo reclama una sosta per mangiare. Per la prima volta mangeremo un caldo verde, la zuppa portoghese più famosa che deve il suo colore ad un cavolo della Galizia: Veramente buona! Sulla strada del ritorno, percorrendo l’avenida Infante Don Enrique, cicolpisce la grande cupola della chiesa di Santa Engracia (Pantheon Nazionale) e decidiamo di scendere alla prossima fermata. Riusciremo ad entrare proprio all’ultimo momento ed avremo il tempo per una visita veloce, ma che meritava fare. Si inizia, salendo con l’ascensore, alla base della cupola, dove si trova una terrazza esterna dalla quale si gode un meraviglioso panorama a 360°. Il pianoterra ospita i cenotafi di tutti coloro che hanno reso grande il Portogallo: sosteremo davanti a quello di Amalia Rodriguez, la indimenticabile cantante di fado e a quella di Eusebio, il leggendario calciatore del Benfica, deceduto recentemente. Ci chiudono il portone alle spalle; scendiamo per un vicolo sul quale si affacciano negozietti di souvenir e torniamo alla stazione di S. Apollonia. Rientriamo in albergo per una doccia, poi usciremo di nuovo per la cena.

5° GIORNO

Questo sarà il nostro ultimo giorno di permanenza a Lisbona. Considerando che l’aereo di ritorno partirà alle 15,30, avremo a nostra disposizione solo l’intera mattinata. Le cose che ci restano da vedere sono ancora molte, dunque , siamo costretti a fare una scelta. Decidiamo di dedicare queste ultime ore alla visita di Palàcio Fronteira. Da alcune guide appena accennato, non facilmente raggiungibile perchè si trova in una zona rurale nei dintorni della città; è stata una piacevole sorpresa.

Costruito come padiglionr di caccia per Joào de Mascarenas, primo marchese de Fronteira, nel 1640, il Palàcio è ancora abitato dal 12° Marchese de Fronteira, ma numerose stanze, la biblioteca e i giardini sono aperti al pubblico.

In casa e fuori ci sono splendidi azulejos. Con disegni esoterici 8 misteriosi cavalieri, animali fantastici, scimmie musicanti e gatti ieratici) che costituiscono uno dei tesori del Seicento portoghese.

La storia dice che sia stato lo stesso Marchese de Mascarenas a disegnare le bizzarre maioliche. Il giardino all’italiana, elegantissimo, merita una rilassante passeggiata.

Le visite sono guidate e durano circa un’ora. Il modo migliore per raggiungere Palàcio Fromteira è la metropolitana (linea azzurra-fermata Sete Rios-Jardim Zoologico )e poi un Taxi (10 minuti).

Conclusa questa visita, non ci resta che ritirare i nostri bagagli lasciati in custodia all’hotel e avviarci verso l’aereoporto “Portela”.

Partenza da Lisbona ed arrivo a Pisa in perfetto orario.Sul volo di rientro , dopo un primo bilancio della vacanza che si sta concludendo, parliamo della prossima che ci piacerebbe fare.

Loni Roberto Anselmo



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