A zonzo per la grande Argentina

Abbiamo visitato l'Argentina in agosto durante la stagione invernale. Nonostante i timori iniziali relativi al tempo, possiamo dire adesso che siamo contenti di aver visitato l'Argentina in questo periodo dell'anno. Certo, non abbiamo visto la colonia di pinguini di Punta Tombo, ma le balene di Puerto Piramides, gli elefanti marini di Punta...
Scritto da: nique
a zonzo per la grande argentina
Partenza il: 10/08/2008
Ritorno il: 29/08/2008
Viaggiatori: in coppia
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Abbiamo visitato l’Argentina in agosto durante la stagione invernale. Nonostante i timori iniziali relativi al tempo, possiamo dire adesso che siamo contenti di aver visitato l’Argentina in questo periodo dell’anno. Certo, non abbiamo visto la colonia di pinguini di Punta Tombo, ma le balene di Puerto Piramides, gli elefanti marini di Punta Delgada e i paesaggi innevati del sud non sono stati da meno.

L’organizzazione del viaggio è iniziata a marzo con l’acquisto del volo per Buenos Aires. Ci dovevamo muovere un po’ prima perchè ormai il volo che preferivamo (Iberia via Madrid a meno di 1000 euro) era già esaurito. Abbiamo pertanto optato per il volo Lufthansa via Francoforte (Euro 1.100,00 a testa) che parte da Bologna la mattina e arriva a Buenos Aires la sera del giorno stesso.

Dopo aver letto tantissimi itinerari. Proviamo a buttare giù un programma di massima. Contattiamo Andrea di “Argentina con noi” che dietro nostra indicazione ci costruisce un itinerario su misura. Affidiamo a lui anche la prenotazione di alcune escursioni, degli hotel e dei voli interni. Tutto è stato organizzato benissimo e abbiamo sempre potuto contare su strutture e servizi collaudati (e soprattutto sui consigli di Andrea) senza rinunciare alla nostra autonomia. L’unico neo sono stati i voli interni. Ne abbiamo presi troppi (otto in totale) e alla fine del viaggio ne eravamo un po’ nauseati. Ma d’altronde il paese è così vasto e con l’auto o i pulmann non ci sarebbero bastati i nostri 20 giorni. A posteriori, si poteva spezzare il viaggio in due e fare o solo il nord o solo il sud per approfondire meglio le varie zone. Ma il nostro entusiamo per le meraviglie di questo paese era tanto che volevamo vedere tutto in una volta. Oltre alla ormai famosa guida Lonely Planet, abbiamo trovato molto interessante la guida Argentina di Pietro Tarallo (ed. Ulysse) pubblicata a ottobre 2007.

Partiamo il 10 agosto da Bologna e dopo 13 lunghissime ore di volo arriviamo a Buenos Aires (sono le 7 di sera). Dopo il controllo passaporti, decidiamo di cambiare un po’ di soldi. Vi consigliamo però di non fermarvi al primo ufficio cambio che trovate, ma andate oltre fino quasi all’uscita e cambiate gli euro al Banco de la Nacion aperto 24 ore su 24.

All’uscita troviamo un taxi remise (anche questo prenotato da Andrea) che ci porta in albergo, l’Ayres de Palermo. Abbiamo scelto un hotel nella zona di Palermo per essere defilati rispetto al caos del centro e vicino alla zona dello shopping e dei ristoranti. Siamo a due isolati dal grande centro commerciale Alto Palermo e dalla metropolitana che porta in centro. La struttura è nuova e la stanza è quasi più grande del nostro appartamento a Bologna. C’è un bellissimo terrazzo con tavolo e sedie (peccato che sia inverno!), un angolo cottura, soggiorno, due bagni e la camera da letto. Arredamento moderno e funzionale. Al piano terra ci sono due computer con accesso gratuito a internet. Ci sarebbe anche una piccola piscina… 11 agosto – primo giorno a Buenos Aires Colazione continentale con prodotti semplici, ma freschi, abbondanti e buoni! Verso le 10 arriva Andrea per consegnarci tutti i voucher del viaggio. Ci spiega tutto e ci riempie di informazioni utili e preziosissime su tutto quello che visiteremo.

A mezzogiorno siamo pronti e prendiamo la metropolitana verso il centro (0,90 pesos/corsa). La metropolitana è comoda e sicura, peccato che non copra tutte le zone di Buenos Aires. Noi l’abbiamo utilizzata molto insieme ai taxi che sono veramente economici. Il nostro itinerario oggi parte da Plaza de Mayo con la Catedral Metropolitana, la Casa Rosada, il Cabilto. Ci capiterà altre volte di attraversare questa piazza e in ogni momento c’è sempre una manifestazione, un corteo, qualcuno che protesta contro il governo o qualche altre ingiustizia e sembra il cuore pulsante della città. Ci dirigiamo verso Plaza del Congreso con sosta al Cafè Tortoni, locale storico di Buenos Aires. Pranziamo con due mega tostado (saranno un classico durante la nostra permanenza a Buenos Aires), bibita e caffè (36 pesos, circa 7-8 euro). Proseguiamo poi il nostro giro, rapida occhiata al Palacio del Congreso e ritorno con la Subte in Plaza de Mayo per dirigerci verso la via pedonale Calle Florida con i suoi negozi e centri commerciali e raggiungere Plaza San Martin che si trova su un promontorio. Peccato che stia incominciando a piovigginare perchè deve essere proprio una bella piazza, circondata com’è da bellissimi alberi e da bei edifici pubblici. Sono ormai le 6 e rientriamo in albergo prendendo la metropolitana dalla stazione Retiro.

Dietro ottimo consiglio di Andrea, cena al ristorante Miranda a Palermo Holliwood. Locale vivace, ottima cucina. Assaggiamo il nostro primo ottimo bife de chorizo con patate fritte (papas in argentina, e non batatas che sono invece le patate dolci). Conto 100 pesos compresa la mancia.

12 agosto – siamo sempre a Buenos Aires Giornata più soleggiata di ieri, ma freddina (5 gradi). Meta di oggi: il quartiere e il cimitero di Recoleta dove perdiamo un sacco di tempo a cercare la tomba di Evita fra tante statue e sarcofaghi di cittadini illustri (soprattutto militari). A fianco c’è la Chiesta di Nuestra Senora del Pilar, ma noi siamo curiosi di vedere la Floralis Generica difianco alla Facoltà di Diritto, un’enorme scultura floreale i cui petali si chiudono ogni sera per riaprirsi il mattino dopo. Non ci facciamo mancare una visita al bel Museo Nazionale di Belle Arti (ingresso libero) che possiede tantissime opere di pittori europei e di vari artisti argentini. Oggi pausa pranzo sempre con tostado al Cafè la Biela anche questo locale storico di Buenos Aires a Recoleta (56 pesos). Prossima tappa la grande Avenida 9 Julio con il suo obelisco e anche qui tanta gente che protesta… Linea D della metropolitana per Plaza Italia. Qui vicino c’è il Museo di Evita. Suggestivo, pieno di testimonianze, vecchi giornali e documentari che ne descrivono il mito e la forte personalità. Sembra che abbia fatto davvero molto per il paese e soprattutto per migliorare la vita delle donne e dei poveri. Sicuramente il museo mostra solo i lati migliori del personaggio, mi sarebbe piaciuto però averne una rappresentazione più critica.

Cena alla trattoria San Cayetano difronte all’hotel. Sembra una bettola, ma abbiamo mangiato davvero bene (60 pesos).

Avremmo valuto avere una giornata in più per visitare il Teatro Colon e il Museo de la Immigracion a Puerto Madero e magari prendere anche il traghetto per Colonia. Ma come già detto, abbiamo solo 20 venti giorni…

13 agosto – andiamo a Salta Ci svegliamo prestissimo, l’aereo per Salta parte alle 6,30. Alle 5 ci sta già aspettando un taxi remise che ci porta all’Aeroparque Newbery da dove partono tutti i voli nazionali. L’aereo parte con mezz’ora di ritardo ma arriviamo puntuali a Salta alle 8,45. Abbiamo tutta la giornata davanti. La nostra paura di passare tanto tempo negli aeroporti per oggi è scongiurata. Ritiriamo la macchina prenotata alla Alamo dopo una lunga spiegazione sui vari tipi di assicurazione. Noi abbiamo scelto di ridurre la franchigia in caso di incidente, ma questo non ci ha comunque evitato di pagare 480 pesos, al momento della riconsegna, per un graffio al parabrezza dovuto a un sasso. Abbiamo avuto l’impressione che, in tutti i modi, avrebbero trovato il modo di farci pagare qualcosa dalla solerzia mai riscontrata prima con cui hanno controllato la macchina. Grazie alle spiegazioni dell’impiegata dalla Alamo arriviamo facilmente in albergo. Abbiamo subito l’impressione di una città molto caotica. Le macchine in circolazione sono vecchissime e sfrecciano senza troppo rispetto del codice della strada. Nelle strade più stretto l’odore di smog è davvero forte. Alloggiamo all’hotel Wilson a pochi isolati dal centro storico. Alla reception non parlano inglese e noi proprio non capiamo quasi niente di spagnolo (pensavo fosse più facile!). A fatica facciamo capire che abbiamo la macchina e l’albergo dovrebbe avere il parcheggio. Infatti ci accompagnano ad un parcheggio custodito a due isolati dall’albergo. Non è molto comodo, pensavamo fosse sotto l’albergo. Ma sembra sicuro e due isolati in fondo sono proprio pochi. L’hotel è un tre stelle ristrutturato da poco, un po’ triste nell’arredamento ma con camere molto spaziose e pulite.

Partiamo subito per un giro della città. Il centro storico è bello, meno caotico del resto della città. Qui è già primavera, gli alberi sono tutti fioriti e c’è un mucchio di gente in giro (soprattutto giovani). Quasi tutti i posti interessanti si trovano attorno alla Piazza 9 de Julio: la chiesa, il Cabildo e il museo storico. Verso la teleferica si trova invece il Convento San Bernardo (chiuso al pubblico) e la chiesa di San Francisco. Noi abbiamo preso la teleferica (12 pesos a testa) per curiosità, ma arrivati in cima oltre a vedere Salta e i dintorni dall’alto non c’è un granchè. Ne approfittiamo per mangiare qualcosa al Bar del Cerro e prendere un po’ di sole sulla terrazza all’aperto. La temperatura è molto più gradevole che a Buenos Aires.

Torniamo poi verso il centro. Ci sono molto negozi caratteristici e anche un mercatino artigianale. Tenete presente però che sono aperti la mattina e poi chiudono fino alle 17 e restano aperti fino alle 21 circa quando i ristoranti incominciano a riempirsi.

14 agosto – Quebrada di Humahuaca Salta sarà la nostra base per visitare i dintorni. Anche qui avremmo voluto avere un giorno in più a disposizione per fare in macchina anche il percorso del Tren a las Nubes che arriva fino a San Antonio de los Cobres.

Partiamo verso le nove con destinazione Humahuaca. Il primo tratto di strada fino a Jujuy è molto tortuosa, c’è molta vegetazione e sembra di essere in montagna. A volte passiamo attraverso dei rivoli d’acqua che attraversano la strada e che durante l’estate sono dei veri e propri torrenti a volte difficili da attraversare con una macchina normale. Dopo la strada è più dritta ed inizia la “quebrada” piena di montagne multicolori prive di vegetazione a parte enormi cactus. Partite presto anche se è più fresco, perchè con il passare delle ore si alza sempre un vento forte che diventa fastidioso con tutta la polvere che alza.

La nostra prima tappa e Purmamarca. Il paesaggio che circonda questo villaggio è davvero bello, nel centro della piazza c’è un mercato con prodotti artigianali e una chiesa che però è in ristrutturazione. La seconda tappa è Maimarà. Non entrate nel paese, non c’è niente a parte un museo storico e antropologico. La vera attrattiva rimane sulla strada ed è un pittoresco cimitero circondato da montagne multicolori dette la Paleta del Pintor. La Posta de Hornillos invece sembra chiusa e quasi abbandonata (è bassa stagione e ci sono davvero pochi turisti in giro). Arriviamo a Humahuaca verso le 13,30. E’ un bel paese, le strade sono pedonali e acciottolate, le case sono fatte con mattoni cotti al sole, ci sono tanti negozi di artigianato. Vista l’ora, ci fermiamo a mangiare all’osteria Mikunayoc che propone specialità regionali. Mangiamo un’ottima tortilla con verdure e una tartas con formaggio e pomodori in un ambiente familiare e rustico (36 pesos). Nel centro storico c’è una chiesa che purtroppo è chiusa, e l’immancabile Cabildo. Dalla piazza una scala conduce fino all’orribile Monumento a la Independencia.

Vorremmo proseguire fino a Iruya, ma sono ormai le 16 ed è impensabile avventurarsi fino a là tanto più che la strada è sterrata. Nel caso, era meglio pernottare a Humahuaca.

Ritorniamo a Salta passando sempre per Jujuy, ma deviando poi per una strada più dritta e veloce che passa da General Guemes. 15 agosto – Parque Nacional Los Cardones Partiamo alle 8,30 ma perdiamo un sacco di tempo per uscire da Salta e prendere la strada giusta per Cachi. Seguite le indicazioni per Cafayate e non girate finchè non trovate l’indicazione per Cachi. Non disperate se non la vedete entro i tempi che avete previsto guardando la cartina (noi abbiamo fatto questo sbaglio!); le cartine non sono affidabili e non fate molto affidamento su come appaiono le distanze.

Lasciata la strada per Cafayate, comincia lo sterrato, ma il paesaggio è bello e si vedono i primi cactus tanto che pensavamo di essere già nel parco. Ma il Parque Los Cardones (ingresso gratuito) è ancora più avanti ed è enorme. Si estende per circa 65000 ettari lungo tutta la strada che porta a Cachi ed è pieno di cactus a candelabro (cardones) molto fotogenici. Il tempo è bellissimo, il cielo è azzurro intenso, il paesaggio lunare e i turisti davvero pochi in questo periodo dell’anno. Tenete conto che ci vogliono almeno quattro ore per arrivare fino a Cachi e altrettante per tornare. La strada è sterrata e si procede abbastanza lentamente. Il parco non dispone di servizi, non ci sono punti di ristoro o distributori di benzina. Arriviamo molto stanchi a Cachi. Sarà per questo che nonostante i commenti favorevoli di tutte le guide, noi non l’abbiamo molto apprezzata. Tutti le comitive di turisti erano qui con i loro pulmann parcheggiati nel mezzo della piazza storica accanto alla chiesa. Non abbiamo trovato tutta questa atmosfera, nonostante le strade acciottolate e le case tipiche in mattoni cotti. Un po’ delusi torniamo a Salta.

Ceniamo al Solar del Convento, l’atmosfera è un po’ troppo elegante per i nostri gusti, ma ceniamo davvero bene con empanadas e bife de lomo (70 pesos).

16 agosto – partenza per Puerto Iguazu Partiamo di buon ora dall’albergo, tanto che il parcheggio è ancora chiuso e dobbiamo tornare alla reception per farcelo aprire. Riconsegniamo la nostro VW Gol (con relativo addebito di 480 pesos per il vetro scheggiato) e partiamo in perfetto orario. Il volo non è diretto ma dobbiamo fare scalo a Buenos Aires e qui incominciano le attese. L’aereo per Iguazu è in ritardo di un’ora e arriviamo alle 17,15 invece che alle 16,05. Qui il clima è decisamente diverso. Abbiamo lasciato l’aria tersa di Salta, per un clima caldo e umidiccio. All’arrivo, ci attende già un ragazzo che ci porta in pulmino all’hotel Saint George e ci dà appuntamento per la mattina dopo alle 8,30 per la visita delle cascate. L’albergo è grande e un tempo doveva essere molto bello. Ora è un po’ decadente, ma la camera è grandissima con terrazzo e vista sulla bella piscina.

Iguazu è una classica città di frontiera, povera e un po’ squallida. Tutti i locali e i negozi si concentrano lungo la via principale che attraversa tutta la città. Sembra sicura da girare a piedi anche la sera, al contrario di quello che dicono della vicina Foz de Iguazu in Brasile. Ci sono molti turisti qui, soprattutto americani. Di italiani per ora non ne abbiamo incontrati, strano…

Ceniamo al ristorante dell’albergo, la cena è compresa nel prezzo della camera come in quasi tutti gli alberghi di questa zona.

17 agosto – Cascate di Iguazu Le cascate sono situate tra l’Argentina e il Brasile e come tutti decidiamo di vedere le cascate sia dal lato argentino che da quello brasiliano. Ed è giusto perchè si vedono in modo diverso: dal lato brasiliano si ha una veduta più panoramica, mentre dal lato argentino sembra di “esserci dentro” e il fronte è più ampio e articolato. Portatevi qualcosa per proteggervi dall’acqua che scende dalle cascate; se non l’avete comprate i leggeri impermeabili di plastica che vendono i bambini appostati fuori dall’albergo. Al centro visitatori e alle cascate costano molto di più.

Avremmo dovuto visitare oggi da soli il lato argentino delle cascate, mentre domani, prima della partenza, visitare il lato brasiliano (bastano un paio d’ore) con una guida che ci avrebbe permesso di passare più velocemente la frontiera brasiliana e ci avrebbe poi portato di corsa in aeroporto. A causa di un cambio di orario dell’aereo per Ushuaia (anticipato alle 10 della mattina) non riusciremmo a vedere il lato brasiliano. Andrea di “Argentina con noi” cambia il nostro programma per farci visitare tutto oggi, sia il lato argentino che quello brasiliano con una guida e un autista che ci faciliteranno e velocizzeranno il tutto.

Alle 8,30 ci attende così la nostra guida Vasquez e l’autista Carlos. Vasquez ha studiato italiano in Brasile finchè i prezzi dei corsi non sono diventati proibitivi e i turisti italiani troppo pochi da giustificare la spesa. Il suo italiano è così un po’ arrugginito, ma riusciamo a capire tutto benissimo. Parla anche portoghese e francese, ma adesso sta prendendo lezioni di inglese perchè dice che se non lo impara bene lo lasceranno a casa. Pensiamo che non sia facile a 50 anni ricominciare con una lingua nuova… Vasquez e Carlos decidono di visitare prima il lato brasiliano perchè oggi è un giorno festivo (San Martin) e sanno che ci sono molti turisti argentini in visita alle cascate questa mattina. In poco tempo arriviamo alla frontiera brasiliana dove non c’è fila e velocemente Vasquez sbriga le pratiche per il nostro passaggio. Arriviamo al centro visitatori dove Vasquez ci fa velocemente i biglietti saltando in modo misterioso la fila alla biglietteria. Dal centro visitatori prendiamo un pullman a due piani che attraversa la foresta e arriva all’Hotel Tropical das Cataratas. Imbocchiamo un sentiero lastricato (1,5 km) che offre belle vedute anche se il cielo è coperto e tutti i colori della rigogliosa foresta appaiono molto scuri. C’è poca gente e facciamo facilmente il sentiero che termina ad una passerella sul fiume quasi sotto la Garganta del Diablo e il fronte delle cascate. Il volume dell’acqua oggi è davvero elevato e dal centro della passerella sembra di essere proprio dentro la cascata. Prendiamo poi un ascensore che sale fino alle piattaforme situate sopra le cascate e da qui la veduta è davvero impressionante. Sul piazzale riprendiamo il pullman per tornare all’ingresso del parco. Carlos ci sta aspettando fuori per portarci al Parque Nacional Iguazù (lato argentino). Passiamo velocemente la frontiera ed entriamo al centro visitatori. I vialetti sono pieni di bambini indiani che una volta abitavano nel parco e ora vengono qui per vendere i loro oggetti di artigianato. Scolpiscono degli animali nel legno davvero carini (tucani, tigri, pappagalli, procioni, tigri, ecc.). Qui ci sono molto più turisti e decidiamo di fare il giro inverso. Intanto è uscito il sole e le cascate sono piene di arcobaleni. Partiamo dal Paseo Superior che offre belle vedute della cima di alcune cascate. Il Paseo Inferior discende invece verso il fiume costeggiando da vicino le cascate. Ci fermiamo a mangiare qualcosa poi riprendiamo il giro prendendo un trenino che porta al circuito della Gola del Diavolo. Scendiamo all’ultima fermata e prendiamo un sentiero pieno di farfalle bellissime. Arriviamo al punto di osservazione in alto proprio sul bordo delle cascate e anche qui la vista è davvero impressionante.

Stanchi ma soddisfattissimi torniamo in albergo.

18 agosto – destinazione Terra del Fuoco Partenza ritardata di un paio d’ore. Facendo scalo a Buenos Aires arriviamo a Ushuaia alle 18. Il paesaggio dall’aereo con le montagne innevate e la città sulla baia è molto suggestivo. Atterraggio perfetto nonostante il ghiaccio e il vento sulla pista. Ad attenderci in aeroporto c’è il pulmino dell’agenzia Tiempo Libre che ci accompagna in albergo e con cui faremo tutte le escursioni nei prossimi giorni. Alloggiamo all’hotel Lennox in ottima posizione sulla via principale di Ushuaia. L’albergo è bello, nuovo e accogliente anche se la stanza un po’ piccola. La vista sulla città innevata al tramonto è bellissima. Ceniamo al ristorante La Rueda, parrilla sulla via principale. Qui i prezzi sono più alti, mangiando a buffet e con carne alla griglia spendiamo 104 pesos. Abbiamo mangiato meglio da altre parti.

19 agosto – Lago Escondido e di Fagnano Ottima colazione all’ultimo piano dell’albergo con vista sulla baia di Ushuaia. Si parte con l’agenzia Tiempo Libre per l’escursione al Lago Escondido. La guida parla solo spagnolo, ma stavolta riusciamo a capire benissimo. La neve ricopre tutto e il tempo è bellissimo. Dicono che di giornate così belle in Terra del Fuoco ce ne sono a mala pena cinque in questa stagione. Ci fermiamo in un piccolo centro di sport invernali. Si possono noleggiare motoslitte, sci da fondo, ciaspole o fare un giro sulla slitta trainata dai cani. Vediamo anche la nazionale italiana di sci che si sta allenando sulle piste del Cerro Martial. Per la prima volta durante il nostro viaggio, incontriamo due coppie di italiani che sono appena arrivate da Buenos Aires. Proseguiamo il giro fra le montagne, passiamo il Passo Garibaldi e alla nostra sinistra si apre all’improvviso la splendida vista del Lago Escondido e di Fagnano che occupano un ampio avvallamento glaciale; in estate è un luogo molto frequentato per la pesca e la nautica da diporto. Sulla via del ritorno ci fermiamo al centro di sport invernali Terra Mayor dove ci fermiamo a pranzare con un ottimo cordero alla griglia. C’è anche una pista da fondo davvero invitante… Ma come al solito il tempo è poco.

A noi piace molto la neve e la montagna ed essere stati in Terra del Fuoco in questo periodo dell’anno è stato entusiasmante. I paesaggi qui sono molto suggestivi con le montagne innevate alte 1500 metri che si affacciano sul Canale di Beagle popolato da cormorani, leoni ed elefanti marini.

Ceniamo al Bodegon Fuegino: ottima cena, personale molto cortese (96 pesos).

20 agosto – Parco Nazionale Terra del Fuoco Anche oggi è una bellissima giornata.

Ci passano a prendere dall’albergo alle 9 con destinazione il Parque Nacional Tierra del Fuego che si trova a 12 Km da Ushuaia. La prima fermata è la Estacion del Fin de Mundo. Dopo molti dubbi, prendiamo il Treno che permette di accedere al parco. Il percorso è breve ma lento con anche una fermata intermedia, durante il viaggio viene narrata la storia dei carcerati che ogni giorno prendevano questo treno per raccogliere la legna che serviva per riscaldare la prigione e tutta la città di Ushuaia. Non l’abbiamo trovato nè suggestivo, nè interessante ma solo molto turistico. Proseguiamo poi il nostro tour verso il Lago Roca circondato da un paesaggio stupendo (sempre innevato!). In estate, deve essere molto piacevole, ci sono molto sentieri panoramici lungo fiumi e baie o attraverso le foreste. In inverno invece tutti i sentieri sono chiusi e si può percorrere solo la RN 3. Raggiungiamo poi la bella Bahia Lapataia fino al Mirador dove finisce la strada statale. Sembra che la zona sia ricca di fauna: condor, albatri, cormorani anatre, volpi e castori, ma noi abbiamo visto solo alcuni cavalli allo stato brado.

Rientriamo a Ushuaia per prendere il battello e fare un giro nel Canale Beagle. Avvistiamo la colonia di leoni marini e cormorani dell’Isla de los Lobos e Isla de Pajaros e raggiungiamo il faro Les Eclaireurs.

Cena a La Casa de Los Mariscos per assaggiare la famosa “centolla”. Cena buona, ma personale un po’ scostante (140 pesos).

21 agosto – trasferimento a El Calafate L’aereo parte nel pomeriggio. Ne approffitiamo per fare un giro per Ushuaia: la chiesa della Merced, la Legislatura Provincial e il Museo Maritimo e del Presidio (40 pesos). Il museo è diviso in due parti: al piano terra le celle dove furono rinchiusi criminali comuni e detenuti eccellenti, al primo piano è ricostruita la storia dell’esplorazione della Terra del Fuoco e dell’Antartide. Fra i primi abitanti di Ushuaia ci sarebbe anche una grossa colonia di bolognesi e friulani.

L’aeroporto di Ushuaia è molto piccolo, ma in fase di ampliamento. Per la prima volta, dopo il check in paghiamo una tassa di imbarco di 13 pesos a testa (l’aeroporto non è gestito direttamente dal paese ma tramite una società inglese). Stavolta non dobbiamo fare scalo a Buenos Aires. Voliamo direttamente a El Calafate con un ritardo di oltre un’ora e dopo una lunga attesa per il ritiro bagagli all’arrivo, ci attendono per portarci all’Hotel Esplendor. Bellissimo albergo in stile “boutique” alle spalle del paese. Le stanze sono arredate in modo originale e sono molto accoglienti. Il personale è giovane e parla benissimo inglese. Ormai è tardi e decidiamo di mangiare al ristorante dell’hotel. Tutto buono, servizio perfetto (122 pesos).

22 agosto – lunga attesa al Perito Moreno Partiamo alle 9 per l’escursione al famoso Perito Moreno! Attraversiamo un paesaggio bellissimo, avvistiamo condor, guanachi e fenicotteri, passando dalla steppa patagonica alla foresta di lenga del Parco Nazionale Los Glaciares (sud). Arrivati all’ingresso del parco, la strada è chiusa. Ieri è piovuto molto e durante la notte le strade che portano al ghiaccio si sono completamente ghiacciate. I guardaparco non lasciano passare nessuno. Ci lasciano qualche speranza per il mezzogiorno quando probabilmente il ghiaccio comincerà a sciogliere. Sembra che una cosa del genere sia successa solo un paio di volte da quando hanno aperto il parco… Ne approfittiamo per fare una passeggiata a piedi in questo splendido paesaggio lungo il Brazo Rico circondato da belle montagne. Dopo un sopralluogo lungo le strade, il guardaparco rende definitiva la chiusura del parco per tutta la giornata. Anche se a malincuore torniamo a El Calafate e affoghiamo in nostro dolore in una buonissima cioccolata calda con churros, frittelle a forma cilindrica e allungata spolverati di zucchero, e con alcuni acquisti nel bellissimo negozio di artiginato “Pueblo Indio” in Avenida Libertador.

Ceniamo a La Tablita, ottimo bife de lomo, personale molto cordiale (137 pesos).

23 agosto – crociera sul lago argentino Se è bel tempo vale la pena fare la crociera sul Lago Argentino che parte alle 8 da Puerto Bandiera. Fatevi preparare il pranzo al sacco (lunch box) in albergo perchè sul catamarano non c’è ristorante.

La crociera è piacevole, sembra quasi (e dico quasi) di essere in Antartide. Incontriamo iceberg di ogni dimensione e con colori dal bianco candido all’azzurro intenso fino a raggiungere il Ghiacciaio Spegazzini. Il fronte è molto alto e spettacolare. Procediamo poi verso il ghiacciaio Upsala che dicono essere più esteso del Perito Moreno ma meno spettacolare. Gli iceberg però bloccano completamente l’accesso al Brazo Upsala e non possiamo passare e neanche sbarcare alla baia Onelli. Un vero peccato. La crociera è stata però molto bella, forse perchè è il primo ghiacciaio che vediamo così da vicino e non abbiamo ancora visto neanche il Perito Moreno.

Cena al ristorante El Puesto con un discreto piatto di gnocchi in un ambiente piacevole e familiare (139 pesos) 24 agosto – finalmente il Perito Moreno Stasera dobbiamo partire per la Penisola Valdes ma abbiamo tutto il giorno per fare l’escursione al Perito Moreno.

Oggi l’entrata al parco è aperta, era la nostra ultima possibilità di vedere il Perito Moreno (40 pesos l’ingresso al parco). La gita in barca (35 pesos) che permette di avvicinarsi al fronte del ghiaccio è interessante, ma un po’ troppo lunga. Dopo la crociera di ieri, la gita in barca di oggi non ci entusiasma troppo forse anche perchè il tempo non è bello. Visto il poco tempo a disposizione, non riusciamo a fare il “mini trekking”, un’escursione con una camminata di un’ora e mezzo sul ghiaccio usando i ramponi. L’avrei preferita alla gita in barca.

Più spettacolare è invece la vista dalle passerelle e terrazze panoramiche disposte a più livelli. Andateci al mattino quando non si ha il sole contro. Non potevamo andare via senza vedere questo famosissimo muro di ghiaccio che continua ad avanzare “in barba” al surriscaldamento del pianeta. Periodicamente forma una muraglia di ghiaccio fino a sbarrare il Brazo Rico. Questa diga è crollata un mese fa circa sotto il peso dell’acqua come già successo altre sedici volte dal 1917 ad oggi. Deve essere stato spettacolare visto il vuoto che ha lasciato il crollo. Piano piano la diga di ghiaccio si sta però già riformando. Siamo stati ad ammirare il ghiaccio per circa due ore e abbiamo assistito a diverse cadute di masse di ghiaccio che, spezzandosi, cadono con grandi tonfi nelle acque del Lago Argentino. Queste masse diventano piccoli icerberg azzurrissimi che vagano sul lago fino a raggiungere anche El Calafate. Se avete tempo organizzatevi con il pranzo al sacco per rimanere di più e vedere il ghiaccio che cambia aspetto con il passare del giorno. In cima alle passerelle, c’è comunque un bar ristorante self service con tutti i servizi.

Alle 17,30 ritiriamo i bagagli in hotel e partiamo per l’aeroporto. Stavolta l’aereo parte puntuale alle 19,30 e alle 21 siamo a Trelew. Ci aspetta un simpatico rappresentante della Alamo che ci consegna la nostra Gol e ci dice subito di non avventurarci fino a Punta Tombo perchè i pinguini non ci sono ancora. Pernottiamo all’hotel Galicia di Trelew un po’ vecchietto, ma semplice e pulito. Parcheggiamo in strada e la mattina dopo troviamo il classico “foglietto giallo”. Non è però una multa, è semplicemente un avviso del vigile che ci ricorda che dobbiamo pagare il parcheggio (1 pesos) al posteggiatore in strada.

25 agosto – Faro Punta Delgada Di buon’ora partiamo per la Penisola Valdes. L’accesso al parco costa 45 pesos a testa più 3 pesos per la macchina. Appena oltre l’ingresso del parco avvistiamo un folto gruppo di guanachi al tempo stesso incuriosito e impaurito dalla nostra presenza. E’ una bella giornata e ne approffitiamo per fare sosta a Puerto Pyramides sul Golfo Nuevo per vedere le balene. Prima di entrare in paese, un sentiero indicatoci da Andrea sulla sinistra della baia arriva a Punta Piramide dove si possono vedere foche e leoni marini. Punta Ballena è la seconda discesa al mare di Puerto Piramides dove ci si imbarca per avvistare le balene. Noi abbiamo scelto di uscire con un gommone rigido per avvicinarle meglio (180 pesos a testa), ma anche con le barche normali si possono vedere bene e costa molto meno. Non credevamo ce ne fossero tante anche se sapevamo che era la stagione giusta (da giugno a dicembre). Non hanno paura e si avvicinano al gommone fino a urtarlo, si immergono e con la coda sembrano salutarci. Davvero una bella esperienza.

Ci fermiamo a pranzare al ristorante La Estacion (82 pesos) Procediamo verso Punta Delgada, stanotte pernotteremo all’hotel del faro. Il paesaggio che attraversiamo è spettacolare e desolato al tempo stesso. Vediamo tante pecore, cavalli, guanachi, armadilli, lepri patagoniche (davvero buffe), ibis. Nessuna macchina oltre a noi. Dopo 76 km di sterrato arriviamo al Faro Punta Delgada. Il sole è già basso e la luce su tutto il paesaggio è bellissima. Ci accoglie il guardaparco Martin che parla un buon italiano e ci invita subito ad una passeggiata alle scogliere per vedere gli elefanti marini. Non è ancora stagione piena, ma ci sono già alcuni bei esemplari che sonnecchiano sulla spiaggia. Martin è davvero bravo e cordiale, ci spiega un mucchio di cose e, visto che siamo ospiti del faro, ci porta fino in fondo alla scogliera per vedere meglio gli elefanti e leoni marini. Siamo davvero eccitati, sapevamo che qui la natura era bellissima ma è tutto oltre le nostre aspettative.

Ceniamo all’ottimo ristorante dell’hotel.

26 agosto – Penisola Valdes Stamattina abbiamo appuntamento all’alba con Martin giù alla spiaggia. Vediamo un’alba bellissima e facciamo una passeggiata lungo la spiaggia per vedere una femmina di elefante marino con il suo cucciolo. Ci avviciniamo molto, ma non possiamo trattenerci per non infastidire troppo la mamma. Sulla spiaggia c’è anche una carcassa di balena che si è arenata sulla spiaggia l’anno scorso. E’ davvero grande e fa una puzza infernale.

Rientriamo per la colazione, ma dobbiamo lasciare subito il faro per proseguire il nostro giro lungo la Penisola Valdes. Il complesso del faro è veramente bello e vorremo restarci di più. Partiamo a malincuore con la promessa di tornare in estate per vedere più elefanti marini e anche i pinguini.

Procediamo verso Punta Cantor e la Caleta Valdes fino all’Estancia Elvira. Ci fermiamo un attimo per fare un giro lungo il percorso segnalato che porta ad un punto di osservazione sulla spiaggia, ma ci sono pochissimi elefanti marini e si vedono da molto lontano. Decidiamo di tornare indietro verso Puerto Piramides e Puerto Madryn fino ad arrivare a Playa El Doradillo. Cercate di arrivarci quando c’è l’alta marea perchè le balene si avvicinano molto di più alla spiaggia. Il punto di osservazione migliore è quello dalla spiaggia di Las Canteras. Rimaniamo in adorazione delle balene per circa due ore, nonostante una leggera piogerellina, insieme ad altre persone che sono venute qui con le seggioline e tutto l’occorrente per il picnic. Le balene passano a circa cinquanta metri da noi, non credevamo si avvicinassero tanto alla spiaggia! Stasera passeremo la notte Puerto Madryn e visto la pioggia decidiamo di raggiungere l’albergo Los Tulipanes. E’ tornato il sole e usciamo per un giro lungo il molo di Puerto Madryn. E anche al porto è pieno di balene che girano tranquillamente tra le barchette dei pescatori e sotto il molo.

Ceniamo al ristorante Estrela con il solito buon bife di chorizo (123 pesos).

27 agosto – Punta Loma Lasciamo l’albergo Los Tulipanes, stasera dobbiamo rientrare a Buenos Aires. Abbiamo quasi tutto la giornata prima di riconsegnare l’auto in aeroporto e ne approfittiamo per visitare la Riserva Faunistica Punta Loma (ingresso 25 pesos) alla fine di uno sterrato di 14 km. Sono le 10 e siamo i primi ad entrare nella riserva, siamo soli sul belvedere a strapiombo sul mare da cui si possono vedere gruppi di foche e leoni marini sulla spiaggia ciottolosa, mentre sulla parete rocciosa nidificano i cormorani neri. Verso le 11, quando andiamo via, arrivano i primi turisti. Andrea ci ha consigliato di fare un “salto” anche a Punta Ninfas. La strada per arrivare è lunga (80 km) e completamente sterrata. Non fatela se ha piovuto di recente perchè potrebbe essere impraticabile soprattutto verso la fine. Arrivati, il paesaggio è bellissimo; proseguite oltre il faro fino al margine della scogliera. C’è un sentiero abbastanza difficile che scende fino alla spiaggia. Provatelo a fare perchè giù ci sono gruppi di leoni marini che dormono sulla spiaggia ciottolosa e si possono avvicinare facilmente.

Nostro malgrado rientriamo a Puerto Madryn e ci fermiamo a mangiare all’Havanna Cafè sul lungomare.

Abbiamo ancora un po’ di tempo e dobbiamo scegliere se visitare l’Ecocentro o la cittadina di Gaiman. Forse non abbiamo abbastanza tempo per visitare il museo e ci dirigiamo verso Gaiman. Mai scelta fu più sbagliata. Descritta dalle guide come “cittadina gallese con case di pietra e di mattoni rossi nelle cui tradizionali case da tè si possono gustare torte farcite”, noi l’abbiamo trovata solo molto desolata e squallida senza niente di gallese a parte alcune casa da tè che sembrano chiuse e non invitano ad entrare. Sarà che è bassa stagione e tutto sembra “addormentato”.

Riconsegniamo senza problemi la macchina in aeroporto e alle 10 partiamo per Buenos Aires. Fra una cosa e l’altra siamo in albergo alle 2 di notte. Questa volta l’hotel che abbiamo scelto è in pieno centro e si rivelerà molto comodo per visitare Buenos Aires.

28 agosto – Buenos Aires A piedi raggiungiamo il quartiere di San Telmo, molto piacevole con casa in stile liberty, strade acciottolate, botteghe di antiquari e di “cianfrusaglie”, negozi vintage, mercatini, antiquari. Non ci è piaciuta invece La Boca, o almeno non ci è piaciuto il famoso Caminito con le case dipinte e i negozi e ristoranti che ti invitano ad entrare. Girando invece fra le strade meno battute, si trovano vicoli molto più autentici anche se decadenti, case in stile italiano, murales, ex magazzini e mattatoi. Il Caminito porta allo stadio del Boca Junior, La Bombonera, letteralmente “affogato” tra le case. All’interno c’è un museo che offre visite guidate per entrare anche allo stadio. La sera prima il Boca aveva vinto La Recopa ed erano tutti in festa per l’evento.

Pausa pranzo al tipico Cafè Dorrego nella piazza omonima di San Telmo.

Risaliamo a piede fino a Plaza de Mayo e come ogni giovedì ci sono le Madres di Plaza de Mayo che protestano contro la “scomparsa” dei lori cari avvenuta durante la dittatura militare.

Ceniamo a La Caballeriza a Puerto Madero (119 pesos). In estate deve essere una zona piacevole in cui passeggiare la sera, ma in inverno non vale la pena venire fin qui.

29 agosto – fine della vacanza Stasera si parte, rientriamo in italia. Siamo curiosi di vedere il quartiere di Palermo. La zona di Palermo Hollywood e Palermo Viejo mi delude un po’. E’ molto dispersiva se non sai dove andare, le “boutique alla moda” sono chiuse fino a mezzogiorno e anche quelle che ci sono non mi sembrano così invitanti… A parte qualche negozietto meno pretenzioso come Metalisteria in Borges che vende gioielli contemporanei non convenzionali a prezzi contenuti.

Preferiamo quindi tornare a San Telmo per gli ultimi acquisti e souvenir. E’ una bella giornata e pranziamo all’aperto in Plaza Dorrego. Alle cinque rientriamo in albergo, ci passano a prendere per portarci in aeroporto… L’Argentina è stata per noi una terra magica, avremmo voluto avere più tempo per “capirla” fino in fondo, per vivere gli spazi infiniti, per girare senza meta nella natura spettacolare e nel fascino dei paesini più lontani. E’ stato come fare sei viaggi in uno solo, come aver visitato sei paesi lontanissimi uno dall’altro, i paesaggi del nord subtropicale, gli altopiani delle Ande, i ghiacciai della Patagonia, la splendida fauna della Penisola Valdes, i paesaggi della “fine del mondo”. Siamo stati nella grande Argentina e niente di quello che ci avevano raccontato o avevamo letto nelle guide ci ha tolto la sorpresa e la curiosità ogni volta che scendevamo dall’ennesimo aereo…

…E stiamo già pensando di tornare, magari solo per goderci con più calma la Penisola Valdes, o la Patagonia… Chissà!



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