A zonzo per l’Europa dell’Est

Due settimane alla scoperta di angoli poco conosciuti dell'Europa Orientale
Scritto da: lucia59
a zonzo per l'europa dell'est
Partenza il: 09/08/2013
Ritorno il: 22/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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PROLOGO – In realtà, se tutto fosse andato per il verso giusto, avremmo dovuto descrivere tutt’altro viaggio, dall’Italia a Samarcanda (e oltre) sulla Via della Seta. Purtroppo il giorno della partenza la moto ci ha lasciati a piedi, causa guasto non riparabile in tempi brevi. Una settimana dopo, smaltita (in parte) la delusione, siamo quindi partiti in auto verso l’Est Europa, con itinerario da stabilire giorno per giorno.

9 agosto – Bologna/St. Valentin (A)

Partiti da Bologna, abbiamo imboccato l’A1 e poi l’A22 direzione Brennero. Viaggio tranquillo, sotto il sole in Italia, in Austria man mano il tempo è peggiorato. E mentre ci dirigevamo verso Vienna, ha cominciato a piovere insistentemente. Per non farci mancare nulla, anche l’auto ci ha creato una certa apprensione, in quanto all’improvviso i tergicristalli hanno smesso di funzionare. Ci siamo fermati a un’area di servizio, già col morale a terra, e mio marito dopo avere tolto e messo dei fusibili (a caso) a un certo punto evidentemente ha fatto la cosa giusta, perché tutto si è messo a funzionare perfettamente. Tirato un sospiro di sollievo, abbiamo proseguito ancora un po’, poi visto che il tempo peggiorava sempre, abbiamo deciso di fermarci in una cittadina chiamata St. Valentin, non lontana dalla capitale austriaca. Questa cittadina non ha nulla di particolare, ma deve essere abbastanza importante perché sulla via principale, accanto alla stazione ferroviaria, c’è un numero notevole di alberghi. A caso abbiamo scelto l’Hotel Zur Post (sembravano tutti più o meno uguali), dove abbiamo speso € 73.00 per la stanza e un prezzo onesto (non ricordo esattamente) per la cena, costituita dal solito piattone di carne (cotoletta) con verdure.

10 agosto – St. Valentin/Levoca (SK)

Il mattino dopo il tempo era migliorato, quindi dopo aver fatto gasolio siamo ripartiti col morale più alto. Passata Vienna abbiamo puntato verso Est, e precisamente in Slovacchia, la cui capitale è abbastanza vicina all’Austria. Anche qui occorre acquistare il bollino autostradale (una decina di €). In Slovacchia si viaggia bene, non c’è molto traffico e le autostrade (ma anche le statali) sono tenute ottimamente. Consultando la fida LP abbiamo deciso di fermarci a Levoca, ma prima di arrivare abbiamo fatto una sosta in una cittadina chiamata Trencin, graziosa e dominata da un castello (in cui non siamo entrati) su una collina. Qui ci siamo mangiati un panino e poi abbiamo proseguito per Levoca, il cui monumento principale è una chiesa, purtroppo chiusa alle visite a causa di lavori di ristrutturazione. Pazienza!! In ogni caso la cittadina è graziosa (e piccola, si gira il centro in mezz’ora, con calma). Per dormire e mangiare, ci siamo fermati in un albergo sulla piazza principale chiamato Stela, un 4 stelle che per € 95,00 complessive ci ha fatto dormire bene e mangiare con una certa raffinatezza (a base di pesce).

11 agosto – Levoca/Poprad (SK)

Lasciata Levoca, ci siamo diretti verso il castello di Spis, poco lontano, sicuramente uno dei monumenti principali della Slovacchia. In effetti è molto bello e grande, di pietra bianca, in cima a una collina. Parcheggiata l’auto (a pagamento) abbiamo cominciato a inerpicarci su per un sentiero abbastanza ripido, sotto il sole che si faceva sempre più caldo. Arrivati quasi in cima, ci siamo accorti che dall’altra parte della collina, un’altra strada arrivava quasi all’ingresso del castello. Ci siamo messi a ridere, poi abbiamo considerato che in fondo andava bene così, si fa così poco moto, in generale!! Il castello all’interno è abbastanza spoglio, anche perché conserva soprattutto le mura e qualche torre. Nel complesso è comunque grandioso. Lasciata Spis, abbiamo proseguito verso est, perché abbiamo letto che meritava una visita la cittadina di Bardejov. Prima di giungere alla nostra nuova meta, abbiamo visto che nei dintorni si potevano trovare anche diverse chiese lignee, fra l’altro patrimonio Unesco. Dopo un paio di giri a vuoto, siamo giunti al borgo di Hervatov, dove appunto si sarebbe potuta ammirate una di queste chiese. La chiesa c’era, ahimè chiusa. Sulla porta c’era un biglietto scritto ovviamente in slovacco, non sembrava fosse presente un numero di telefono (e anche se avessimo telefonato, non credo che dall’altra parte potesse esserci qualcuno che parlava inglese), per cui dopo aver girato attorno all’edificio e cercato di sbirciare attraverso le finestre, alla fine siamo andati a Bardejov, la quale praticamente si riassume in una grande piazza in leggera discesa, con chiesa e casette graziose e colorate che circondano la piazza stessa. Siamo entrati in chiesa, dove troneggia a mezza altezza un’enorme impalcatura lignea che sostiene Gesù in croce coi ladroni ai suoi fianchi, e altre statue ai loro piedi. Il tutto di grandezza notevole. Usciti dalla chiesa, ci siamo fermati presso uno dei caffè della piazza per rifocillarci un po’, e anche per decidere cosa fare, se fermarci o proseguire. Visto che era ancora presto, abbiamo deciso di tornare verso ovest, perché avevamo pensato il giorno dopo di attraversare i Monti Tatra. Ci siamo quindi fermati a Poprad, all’inizio della strada che prosegue per la Polonia, e abbiamo trovato da dormire in una delle tante pensioni che per 40-50 € al massimo ti danno una stanza e da mangiare. Abbiamo girato anche un po’ per il centro della cittadina, tenuta molto bene ma senza attrattive eclatanti.

12 agosto – Poprad/Polonia (on the road)

La mattina dopo abbiamo imboccato la strada che, attraverso i Tatra, giunge in Polonia. E’ una bella zona ma, intendiamoci, venendo da un paese con Alpi e Dolomiti soprattutto, certamente non è che si rimane a bocca aperta. La strada era molto buona e quasi deserta. Non sapevamo ancora quello che ci aspettava! Appena superato il confine in direzione di Zakopane (dove pensavamo di fermarci) il traffico a poco a poco si è intensificato, fino a trasformarsi in un orrendo serpentone di mezzi meccanici. Ero sbalordita, solo una volta a Cortina mi era capitato di vedere una cosa analoga (solo che eravamo in moto e siamo riusciti a “svicolare”, qui in auto dovevamo rassegnarci). Quindi, dopo esserci fermati un attimo per prelevare a un Bancomat (in Polonia non si usa l’euro) abbiamo cercato di fuggire. Però Zakopane era intasata di traffico sia in entrata sia in uscita, e prima di poter viaggiare in modo decente abbiamo dovuto fare parecchi km di fila. Non è la prima volta che attraversiamo la Polonia, e ci siamo resi conto che mentre il numero delle auto nel corso degli anni si è moltiplicato all’ennesima potenza, le autostrade sono pochissime e le statali sono in genere a una corsia per senso di marcia, piene di TIR che creano quei fantastici solchi sull’asfalto, la gioia di ogni motociclista (in auto ovviamente danno meno fastidio). Nel frattempo, avevamo deciso di andare verso l’Ucraina, e quindi abbiamo puntato verso est. Verso sera, ci siamo fermati in uno dei tanti motel presenti sulle principali strade polacche (questo era della catena Polonez, nuovo e tenuto bene). Spendendo l’equivalente di 60 € scarsi abbiamo dormito e mangiato veramente bene, due spiedoni (uno a testa) di carne mista con verdure che potevano in realtà sfamare quattro persone.

13 agosto – Polonia/Lviv (UKR)

Volendo attraversare il confine fra Polonia e Ucraina, siamo partiti abbastanza presto e dopo un paio d’ore siamo arrivati. Come era da immaginare, ci sono poi volute circa due ore e mezza per passare la frontiera. La procedura era incomprensibile, subito un milite segna su un foglietto il nostro numero di targa, poi ci consegna il tagliandino che si rivelerà di un’importanza capitale: ogni tanto passava qualcuno che ci diceva qualcosa in ucraino, noi porgevamo il passaporto e quello lo sdegnava, voleva il foglietto!! Poi dovevamo andare presso qualche sportello … e intanto passava il tempo!! Fortunatamente a un certo punto è arrivata una ragazza (militare anche lei) che in un ottimo inglese ci ha spiegato cosa dovevamo fare e forse ci ha fatto anche risparmiare un po’ di tempo. Arrivare poi a Lviv (in italiano Leopoli) è stato abbastanza rapido, sono circa 60 km dal confine. Anche qui, un traffico allucinante, fortunatamente col navigatore siamo riusciti ad arrivare all’albergo Wien (abbastanza centrale) che avevamo identificato sulla guida. L’albergo è molto carino, una stanza standard costa l’equivalente di ca € 66,00. Preso possesso della stanza e parcheggiata l’auto (garage a pagamento), ci siamo incamminati verso il centro, che si è rivelato interessante, anche se c’erano molti edifici in ristrutturazione. La città ha un’aria mitteleuropea (infatti ha fatto parte dell’impero austro ungarico) e non c’era nulla che ricordasse l’architettura russa. C’erano moltissimi turisti (soprattutto dell’est) e per rifocillarci ci siamo seduti in uno dei tanti locali per mangiare un dolce e un caffè (che era decisamente buono, anche se non era certo un espresso). La guida consigliava la visita alla cattedrale armena, ma ovviamente era chiusa. La sera siamo andati a cena al ristorante adiacente all’hotel (non avevamo voglia di girare, anche perché si era messo a piovere) pasteggiando a base di pesce (non ricordo il costo, ma non era certo alto).

14 agosto – Lviv/Kutno (PL)

Partiti da Leopoli, abbiamo poi attraversato il confine (solo 1 ora o poco più!!), puntando verso Varsavia. Avevamo deciso di andare a Torun, e passare da Varsavia ci sembrava la cosa migliore (tanto, pensavamo, la vigilia di Ferragosto la città sarà semideserta). Poveri illusi!! Ci siamo trovati nella versione monstre del traffico già beccato a Zakopane!! Anche perché pare che in queste città il concetto di tangenziale non sia ancora giunto. Finalmente passata Varsavia (che già conoscevamo) ci siamo fermati a mangiare qualcosa lungo la strada (per la prima volta abbiamo assaggiato i pierogi, sorta di ravioloni ripieni) e poi abbiamo proseguito, pensando come qualche giorno prima di fermarci in un motel lungo la strada. Solo che lungo questa strada non c’erano motel decenti, o stamberghe paurose o il nulla. Ci siamo diretti speranzosi verso la città di Kutno, dove miracolosamente abbiamo trovato da dormire in un albergo modesto ma comodo (di cui ho perso tutti i riferimenti), però senza servizio di ristorante. Pensavamo di digiunare (anche perché attorno c’era il vuoto pneumatico), invece mio marito è uscito e, mentre io facevo la doccia, ha trovato un negozio di “delicatessen” dove ha preso un po’ di quello che era rimasto, un filone di pane (tipo baguette), una scatolona contenente una sorta di patè di carne e una bottiglia d’acqua da 1,5 lt, il tutto per circa 2/3 euro!! Meglio che niente.

15 agosto – Kutno/Torun (e oltre)

La strada verso Torun era buona e abbastanza trafficata, ma tutto sommato scorrevole. Arrivati in città, abbiamo parcheggiato a pagamento in centro, poi l’abbiamo girata in lungo e in largo. A noi è piaciuta molto, forse è stato il centro storico più bello visto in questo viaggio. L’unica controindicazione è che è una città molto turistica, con tutto quello che ne consegue. In effetti c’era una gran confusione, ma bisogna considerare che era Ferragosto. Dopo essere saliti su una torre per ammirare Torun dall’alto e aver fotografato doverosamente la statua di Copernico (nativo di qui), ci siamo fermati in un locale a mangiare qualcosa, riposarci un po’ e decidere come proseguire il viaggio. Alla fine abbiamo deciso di andare verso sud, per visitare la Repubblica Ceca (non Praga, che conosciamo). Abbiamo quindi puntato verso Wroclaw, ma non l’abbiamo raggiunta, perché cominciavamo a essere stanchi, quindi ci siamo fermati in un hotel in un paesino a pochi km dalla città. Ovviamente anche qui abbiamo speso poco, sia per dormire sia per mangiare, l’unico problema è che si parlava solo polacco o tedesco, e quindi come ci è successo altre volte siamo ricorsi un po’ alla gestualità e un po’ alle poche parole tedesche che conosciamo.

16 agosto – Polonia/Hradec Kralove (CZ)

Alla mattina abbastanza presto siamo giunti a Wroclaw, e parcheggiata l’auto ci siamo inoltrati nel centro religioso della città, lungo il fiume. Passato un ponticello di ferro ricolmo di lucchetti, ci siamo aggirati per un po’, nella calma del mattino, fra i vari monumenti (fra cui la Cattedrale). Era veramente rilassante!! Avvistati i primi grupponi di turisti all’orizzonte, ci siamo allontanati. Siamo stati un po’ indecisi se andare a visitare anche la piazza principale della città, ma abbiamo deciso di soprassedere. Era da tempo che ero curiosa di visitare la Chiesa Lignea della Pace di Swidnica, per cui seguendo il navigatore siamo arrivati, imbrogliandoci un po’ alla fine nelle vie della cittadina. La Chiesa all’esterno si presenta a graticcio, all’interno è uno splendore, veramente bellissima. Attorno alla chiesa vi è un cimitero, un poco tenebroso a dir la verità, e il tutto è circondato da un muro abbastanza alto. La cosa curiosa di tale chiesa è che non è cattolica come ci si potrebbe aspettare, ma protestante. Appena fuori, c’è un localino molto carino coi tavolini sotto gli alberi, presso cui ci siamo fermati per mangiare qualcosa. Proseguendo, abbiamo finalmente attraversato il confine con la Rep. Ceca (acquisto bollino abbastanza caro, se non ricordo male oltre 15 €), e ci siamo fermati presso la prima cittadina importante, Hradek Kralove. Abbiamo trovato una stanza in un albergo praticamente in centro città, dove con l’equivalente di circa € 70 abbiamo dormito e mangiato. La piazza principale della cittadina è molto bella, ed è dominata da una chiesa che in piccolo ricorda molto la chiesa di Tyn di Praga.

17 agosto – Hradek Kralove/Ceske Budejovice (CZ)

Meta del mattino Kutna Hora, vicino a Praga, ed infatti ci sono molti turisti. L’edificio più rappresentativo è la Cattedrale di Santa Barbara a cui si giunge con un percorso pedonale dominato da una serie continua di statue. Al di là, vigne sui fianchi della collina, e oltre un bel panorama della città. Questa cittadina mi fa venire in mente due cose curiose: una è l’insegna di un fantomatico atelier, che ostenta un Kalasnikov (!!), l’altra è l’Ossario di Sedlec, poco fuori Kutna Hora. So che ci sono altri siti macabri di questo genere, rivestiti di tibie e teschi (anche in Italia, uno credo sia a Roma), ma visto che è il primo che vedo mi ha sorpresa abbastanza. Lasciata questa località, ci siamo diretti verso Cesky Krumlov, altro sito molto visitato. E’ una graziosa cittadina dominata da un castello imponente, che non abbiamo potuto visitare perché era già tardi. Ci siamo aggirati per un po’ per le stradine del borgo, poi visto che il tutto era veramente molto turistico (e abbastanza caro), per dormire abbiamo preferito andare verso Ceske Budejovice, dove abbiamo trovato da dormire in centro, presso la Pensione Centrum (appunto) al prezzo di circa 50 €. In realtà non era una normale stanza, ma un appartamento, composto da un lunghissimo corridoio ingombro di quadri appoggiati ad una parete, un salotto con TV, camera da letto e ampio bagno. Veramente comodo!! Per cenare, siamo andati nell’adiacente piazza principale (molto grande) e volendo cambiare sapori, per una sera siamo andati al ristorante giapponese (però non è stata una grande esperienza).

18 agostoCeske Budejovice/Telc (CZ)

Prima destinazione di giornata, il borgo agricolo di Holasovice, trovato con difficoltà nonostante il navigatore. E’ formato da un grande spiazzo erboso circondato da edifici rustici (dipinti con motivi vegetali o di fantasia), molto particolare. Ci siamo poi diretti verso la cittadina di Telc, posta in pianura. La parte antica è circondata parzialmente da un laghetto ed è composta da una grande piazza circondata da begli edifici caratteristici, e un castello che abbiamo girato con una visita guidata. Purtroppo la guida parlava solo in ceco per cui noi e una coppia di tedeschi abbiamo potuto parzialmente capire leggendo una dispensa nella nostra lingua. Ci siamo fermati a dormire all’Hotel Anton (stanza € 48 circa), appena fuori dal centro, non male ma la stanza piccola e soffocante, mentre per mangiare siamo stati sia a pranzo sia a cena in un locale sito sulla piazza principale.

19 agosto – Telc/Znojmo (CZ)

Partiti da Telc, ci siamo diretti verso due siti, abbastanza vicini fra loro, e consigliati dalla guida, cioè Trebic e Slavonice. Trebic è una cittadina con due punti di interesse, e cioè la Basilica di San Procopio, posta su una collina che domina il paese, e il ghetto ebraico. Il complesso della chiesa abbiamo potuto visitarlo solo all’esterno, in quanto era lunedì ed era chiuso (ci è capitato spesso in questo viaggio). Avremmo potuto entrare solamente in concomitanza con la messa, ma non è molto bello fare i turisti nel corso di una funzione. Ci siamo quindi recati a vedere il ghetto ebraico, che sorge su un’altura poco lontano; perfettamente restaurato, è formato da casine basse e colorate, molto suggestivo. Abbiamo poi proseguito il giro recandoci verso Slavonice, un paesino a due km dal confine austriaco. Il centro del paese è formato da due piazze contigue, la più grande carina ma niente di più, la seconda ci è piaciuta molto, in quanto quasi interamente circondata da case storiche decorate esternamente con la tecnica del graffito. Per la sera, abbiamo deciso di rimanere ancora nella Rep. Ceca e ci siamo diretti verso Znojmo, una cittadina abbastanza grande al centro di un’ampia zona vinicola. Abbiamo avuto qualche difficoltà a raccapezzarci (nonostante il navigatore), ma alla fine siamo riusciti a trovare un B&B molto carino, in cima ad una collina. Ahimè anche di questo ho perso i riferimenti, avendo pagato in contanti e non con carta di credito (volevamo finire le corone ceche). Il posto era tenuto molto bene, l’auto è stata parcheggiata in un cortile poco lontano (ma essendo le strade molto piccole e intricate, abbastanza difficile da ritrovare), a un costo tutto sommato non economicissimo (mi sembra di ricordare attorno agli € 70-75). Comunque mentre stavamo decidendo dove andare per cenare, il cielo ha cominciato a rabbuiarsi sempre di più, e la città è stata investita da un temporalone estivo in piena regola. Visto che non avevamo voglia di bagnarci e la fame in fondo non era molta, abbiamo quindi preferito restare in camera mangiando qualche biscotto e bevendo succo di frutta (che abbiamo spesso proprio per questi casi di emergenza).

20 agosto – Znojmo- Kraniska Gora (SLO)

Nel nostro itinerario sommariamente delineato, avevamo deciso di rientrare in Italia passando dalla Germania, magari fermandoci a visitare qualche graziosa cittadina bavarese. Invece siamo stati raggiunti telefonicamente da nostri amici (i quali avevano saputo della nostra disavventura motociclistica) i quali ci hanno chiesto se volevamo trovarci con loro a Bled, dove stavano passando qualche giorno di vacanza. Ci siamo accordati per ritrovarci il giorno dopo, per cui ci siamo diretti verso l’Austria, dove pensavamo di pernottare. In realtà abbiamo fatto più strada del previsto, anche perché sinceramente abbiamo attraversato zone di confine assai poco attraenti, per cui ripassata Vienna come all’andata, ci siamo diretti subito verso la Slovenia. Arrivati a Kraniska Gora, abbiamo pensato di fermarci lì. Abbiamo girato un po’, poi ci siamo fermati all’hotel Miklic (un po’ fuori dal centro), dove abbiamo trovato una camera (l’ultima che avevano), pagando circa € 145 per la camera e la cena (buona). Siamo quindi andati un po’ in giro a piedi per il centro della cittadina, entrando in tutti i negozi di articoli sportivi, e constatando che nonostante i saldi i prezzi erano come in Italia.

21 agosto – Kraniska Gora/Bled (SLO)

Da Kr. Gora ci siamo diretti verso Bled, qui arrivati ci siamo diretti un po’fuori della cittadina, al Lago di Bohinj, dove avevamo appuntamento coi nostri amici (e il loro cane, un bellissimo golden retriver). Conoscevamo Bled, ma non avevamo mai fatto l’escursione a questo lago, che ci è piaciuto molto (anche perché la giornata era stupenda). Abbiamo quindi passato la giornata in compagnia, passeggiando, guardando il cane che nuotava nel lago e insomma rilassandoci. Tornati a Bled, abbiamo trovato da dormire in un residence all’ingresso del paese, pagando € 62,00 per un monolocale con uso cucina, nuovissimo (c’erano ancora dei muratori che terminavano i lavori in un’altra ala dell’edificio). La cucina non l’abbiamo usata in quanto a cena ci siamo trovati con i nostri amici, e siamo andati in un ristorante a mangiare pesce di lago (trota).

22 agosto – Bled/Bologna

La mattina, prima di tornare verso casa, siamo andati a fare un’escursione alle gole di Vintgar, un percorso pedonale che segue il torrente all’interno appunto di queste gole. Quando siamo arrivati non erano ancora le 9, c’era pochissima gente ed in effetti si stava benissimo, si poteva anche lasciare il cane libero di andarsene a scorazzare. Al ritorno, invece, la situazione era totalmente cambiata, lunghe colonne di persone procedevano in senso inverso al nostro, per cui ci siamo affrettati ad andarcene. A questo punto, ripresa l’auto, è iniziata la strada del ritorno, attraverso la Valle dell’isonzo (in sloveno Soca), poi il tratto autostradale da Tarvisio a Bologna.



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