A zonzo per il Brasile

L’occasione era di quelle che non ci si possono lasciare scappare, per motivi veramente fortunati, che non sto qui a spiegare, mi ritrovo a 12000 Km dall’Italia, sotto il Pan di Zucchero, a passeggiare per Copacabana o a fare il bagno ad Ipanema alla ricerca della “garota”.... Ma non è nè di San Paolo, nè di Rio de Janeiro che vi voglio...
Scritto da: Davide Martinelli
a zonzo per il brasile
Partenza il: 05/05/2001
Ritorno il: 27/05/2001
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
L’occasione era di quelle che non ci si possono lasciare scappare, per motivi veramente fortunati, che non sto qui a spiegare, mi ritrovo a 12000 Km dall’Italia, sotto il Pan di Zucchero, a passeggiare per Copacabana o a fare il bagno ad Ipanema alla ricerca della “garota”… Ma non è nè di San Paolo, nè di Rio de Janeiro che vi voglio parlare, se non dicendovi che sono tutte e due da visitare perchè tolgono il fiato: San Paolo per l’immensità che è, mai vista una città così grande, e per la vita notturna che propone, Rio perchè è Rio ed esserci è un flash e basta. Vi voglio invece raccontare di 18 giorni in giro solitario per le regioni del MinasGeràs, del Goiàs, del Mato Grosso do Sul, del Pantanal e del Paranà, zaino in spalla, con pallone a seguito.

Dopo avere passato 3 giorni a San Paolo e 3 a Rio in maniera molto divertente, ero pronto per partire per girarmi il Brasile inedito, il Brasile degli spazi enormi, il Brasile delle città coloniali, della capitale Brasilia, degli splendidi scorci paessaggistici, del Pantanal, delle cascate di Iguazu…

Sono partito dalla stazione dei pulmann di Rio alle 23.30 diretto a OURO PRETO, la città dell’oro nero, che ricco fece i colonizzatori ottocenteschi. Con me uno zaino, un pallone e nient’altro.

Perchè il pallone, perchè pensavo, se qualcosa va storto posso sempre sfidarli a una partita, un pallone fa sempre simpatia!! Comunque, salgo sul mio primo pulmann, titubante e un pò teso e subito vengo messo a mio agio:”i signori possono scendere, partiremo con ritardo per problemi al pulmann”, “si comincia bene!!” penso, ritardo di 30 min e poi su verso la città dell’oro.

Viaggiare in pulmann I pulmann in Brasile sono il mezzo più utilizzato dalla popolazione per spostarsi ovunque, perchè hanno una distribuzione capillare, perchè costano davvero poco rispetto ai viaggi chilometrici che fanno e poi perchè sono puntualissimi.

Eh, sì tutte le mie ipotesi su ritardi da mettere in conto, su viaggi che non finiscono mai e su prezzi elevati sono state tutte fortunatamente disattese. Ho viaggiato per 6000 Km, forse 7000 Km sempre in pulmann e non sono mai stato tradito: prezzi “popolari” come d’altronde è popolare la maggior parte gente che li usa, sempre in orario (li chiamavo gli svizzeri) e cascasse il mondo se il viaggio era anche di 1700 Km, quasi 2 giorni, se l’orario di arrivo era quello, a quell’ora arrivavano.

Una volta ci siamo fermati verso le 3 di notte in un punto non ben precisato della pianura per un guasto al motore e per cambiare una ruota, niente panico: un’officina aperta (quando mai in Italia!!!) cambio gomme e via. Tempo di sosta circa 2 ore, ma arrivo in orario…

La gente è troppo simpatica, intere famiglie che si spostano , che traslocano, cumuli di pacchi e pacchetti davanti al pulmann che ingurguita tutto senza scomporsi, a volte pensavo “ma dove la mettono tutta questa roba?”, eppure centrava tutto, poi tutta la famiglia in carrozza senza far rumore. Eh sì, è vero anche che la notte la gente dormiva, non rumori noiosi, solo il lento e monotono andare del pulmann, che facilitava il torpore. I seggiolini sono abbastanza comodi per dormirci, certo bisogna un pochino abituarcisi, se hai fortuna il posto accanto a te è vuoto e allora hai più spazio, e comunque ho trovato pulmann più comodi e altri meno comodi, ma devo dire in generale il livello è proprio buono.

Ogni 2 ore i guidatori si fermano (è obbligatorio), che sia giorno o notte la fermata è a una stazione di servizio, dove per una ventina di minuti ci si riposa, si mangia e ci si sgranchisce (se si vuole) e poi si riparte. Insomma tutto è fatto molto bene, certo non sei al Grand Hotel, ma per viaggiare e guadagnar tempo viaggiando di notte, il pulmann è la soluzione migliore: conosci persone , anche se non sapendo il portoghese non è facile a volte farsi intendere, vedi i paesaggi che cambiano con i chilometri, osservi il vero Brasile.

Dormire a zonzo e mangiare bene Ho dormito ovunque durante questo viaggio, il pulmann è stato il posto più economico, forse un pò scomodo ma divertente e autentico. Ovunque non ho mai speso più di 20000/25000 lire (10 euro di ora) dormendo sempre benissimo in posti splendidi, puliti e con ottime colazioni, ricorderò tra tutti la posada di Goias Velho o l’agriturismo in Pantanal. Anche gli ostelli sono sempre stati una scelta felice, in particolare quello di Iguazu immerso nel verde e veramente famigliare.

Per mangiare: il giorno se ero in viaggio un pò alla fortuna, agli “autogrill” sulle strade, sopratutto le polpettine di carne, la sera nelle locande, ottimi piatti di carne, ricordate che la carne in Brasile è tra le migliori del mondo, e contorni abondanti tutto a prezzi ridicoli per le nostre tasche italiane. Non vi fate mai problemi, è tutto genuino, io non ho mai avuto nessun problema intestinale o di altra natura. Ecco magari l’acqua compratela in bottiglia o sennò bevete il guranà, la bevanda nazionale, tipo spuma al cedro, buona e dissentante. La spesa Premetto che il viaggio non l’ho pagato, quindi il prezzo non prevede il trasferimento aereo tra Firenze e San Paolo e il ritorno da Rio. La prima settimana l’ho fatta a San Paolo e a Rio “tutta gratis”, in due città che sicuramente costucchiano, anche se per mangiare le Churrascarie sono la soluzione più economica, paghi una cifra fissa e poi mangi carne fino ad esplodere, ma decidi tu quando non ne puoi più!!! Gli altri 18 giorni a zonzo me li sono invece pagati, ma ho speso veramente poco. Il percorso è stato poco turistico a parte qualche zona, e i luoghi toccati sono genuini ed economici come economica è la vita di queste persone.

I trasferimenti in pulmann, di gran lunga il mezzo più economico (i voli interni cosatno tanto), anche se lunghi costano niente: 1200 Km per 80/100mila lire, a seconda della zona dove ero compreso il pernottamento…Le posade o le pensioncine sono economiche, pulite con colazione compresa a prezzi spesso imbarazzanti, mangiare è ottimo e costa poco.

Per i quattro giorni nel Pantanal ho speso 500mila lire, la spesa migliore mai fatta.

In tutto avrò speso 1milione e 300mila (ho riportato 600 dollari di traveller cheque a casa), fatto 7000 Km, viaggiato per 18 giorni, no problem…E ora un pò di avventura Le città coloniali del MINAS GERAS e Brasilia Arrivato a Ouro Preto la mattina alle 7.30 ho fatto subito amicizia con un ragazzo che scopro essere una guida locale e che quindi mi indica sia dove poter andare a dormire sia cosa vedere.

Ouro Preto è proprio una bella città, i palazzi sono in stile coloniale, le chiese barocche, le case caratteristiche e diverse tra loro, il paesaggio verdissimo. Ho dormito in una pensioncina proprio nella piazza principale, pulita e decisamente economica. La sera sono stato a giro e c’erano un sacco di ragazzi. Il giorno dopo ho fatto un salto in un’altra bella città ho passato il pomeriggio a Oiro Preto e la sera son opartito alla volta di Brasilia.

Viaggio lungo e arrivo a Brasilia un pò difficoltoso per via del traffico in ingresso alla città. Un caldo soffoncante mi accoglie rispetto al fresco di Ouro Preto, la città è un enorme aeroplano dove sulle ali c’è la zona residenziale, sulla fusoliera si trovano tutti gli uffici governativi. Quel giorno c’era lo sciopero degli autobus, per cui ho fatto tutta la camminata dalla stazione dei pulmann al palazzo del parlamento (diversi Km) a piedi.

La fusoliera è costituita da due enormi viali uno corre in un senso, poi gira intorno al palazzo del Parlamento (per intendersi la cabina di pilotaggio dell’aereo) e torna indietro dall’altra parte. Nel mezzo ai due viali un enorme prato.

Ai lati dei due viali tutti i palazzi governativi, tutti identici tra loro e tutti nella stessa posizione..Impressionante nella sua monotonia.Il palazzo del Parlamento è il più famoso formato dai due parallelepipedi centrali e dalla due pedelle laterali. Ah, Le Corbusier che cosa hai fatto!!! Brasilia non merita più di un giorno meglio addentrarsi nella regione del GOIAS VELHO.

La regione del GOIAS VELHO In pulmann verso Goiana ho anche la fortuna di vedermi un film (Erin Bronkovitch con J. Roberts), anche se in portoghese non capisco quasi nulla, il cambio a Goiana non è fortunato e il pulmann che mi porterà alla città di Goias è più scalcagnato. Il viaggi è più lungo di quanto pensassi e arrivo a Goias in tarda serata verso le 22.00, affamato e un pò preoccupato di non trovare da dormire. Ma ancora l’ospitalità del posto mi viene in auito, un ragazzo mi si avvicina e mi offre i suoi servigi di moto-taxi, dopo un attimo di titubanza accetto e mi faccio portare in una posada che conoscevo dalla guida ROUTARD. Posto splendido, la cittadina di sera è veramente caratteristica, con le sue ombre, la poca gente, la luce soffusa dei lampioni. La posada è bellissima, su un cortile tropicale con pappagalli e gechi si affacciano una decina di camere pulite e con bagno , c’ero solo io per cui ho scelto la migliore per un prezzo ridicolo di 15000 lire, ma avrei pagato molto di più.

A mangiare mi sono trovato un’ottima locanda, con colonna sonora di Fagner e Ze’ Ramalho i “Baglioni” del centroAmerica (alla fine del viaggio mi sono comprato anche il cd).

Il giorno dopo ho visitato questo tranquillo e caratteristico paesino in mezzo al nulla, e la sera ho deciso di ripartire per una tappa molto lunga che mia avrebbbe portato a Curitiba, porta di accesso al Pantanal nel Mato Grosso do Sul.

Il MATO GROSSO DO SUL e il PANTANAL Viaggio lunghissimo, arrivo a Cuiabà due mattine dopo la partenza da Goias, abbastanza stanco. Prima tappa, dopo avere lasciato lo zaino alla stazione dei pulmann, ricerca dell’ostello della gioventù.

Cuiabà è una città abbastanza grande (un milione e più di abitanti), siamo nel Mato Grosso vicini al confine con la Bolivia. Siamo nel mezzo dell’America tanto che qui vicino la Chapade de Guimares è considerato l’ombelico dell’America Latina, un posto bellissimo fatto di canyon, cascatelle in cui si può fare il bagno, profili rocciosi che assomigliano ad indiani e distese che si perdono a vista d’occhio.

Ma il motivo della mia venuta in un così lontano posto è principalmente il Pantanal.

Il Pantanal si potrebbe definire come un enorme zoo a cielo aperto, è infatti un’enorme riserva naturale paludosa in cui vivono uccelli di ogni specie e dimensione, quadrupedi strani e a noi sconosciuti come i Capivara, i temuti Jacarè, i coccodrilli brasiliani che ti guardano dalla riva e se ti avvicini ti sibilano innervositi, o come mi è successo ti attraversano il sentiero e devi fare attenzione a non incrociarli perchè chissà chi avrebbe la peggio, i cavalli “gauchi” che si trovano a loro agio nella paludi della zona e che ti scorazzano incuranti di affondare nel fango fino al collo.

Ci ho passato 4 spelndidi giorni, tra i più belli della mia vita, con una guida ecoturistica e un suo amico francese.

Abbiamo dormito in un agriturismo sul fiume a centinaia di Km dalla civiltà, abbiamo mangiato gli ottimi frutti della cucina locale, abbiamo girato in barca sui tanti fiumi della regione incontrando una popolazione animale e vegetale variopinta, divertente e anche temibile. Abbiamo fatto passeggiate a cavallo, io come un esperto “gaucho”, cappello di paglia in testa e tabacco locale in bocca. La mattina quando mi svegliavo davo da mangiare ai tucani e agli ara che si trovavano sugli alberi vicini ed stavo a distanza dei jacarè che sonnecchiavano a bordo fiume. La mia guida e il suo amico sono stati simpatici, competenti e ospitali, le poche persone che abbiamo incontrato le ho trovate genuine e alla mano, si vede che gli fa bene stare così tanto a contatto con la natura. Insomma quando sono venuto via nel Pantanal ci ho lasciato il cuore.

LE CASCATE DI IGUAZU E dopo tanta natura selvaggia, mi rimetto in viaggio, rinfrancatodai giorni passati nel Pantanal. Dopo avere passato un’altra splendida giornata nella Chapada de Guimares con la guida dell’ostello, decido di lasciare Cuiabà, per attraversare tutto il Mato Grosso do Sul e arrivare alle cascate delle tre nazioni, Le Foz di Iguazu, condivise tra Brasile, Argentina e Paraguay Inutile dire che il viaggio è decisamente lungo (circa 2 giorni), ma lo affronto rilassato e quindi passa abbastanza bene. A Iguazu ho appuntamento con il mio amico francese conosciuto nel Pantanal, lui alle cascate ci arriva in aereo…

Iguazu è un crocevia di culture e gente da tutto il mondo, eh si se il Pantanal era il paradiso della tranquillità, qui, Iguazu è il paradiso del turista e del merchandising a lui legato. Migliaia di baracchini, di baracchette, di hotel, locali, mercatini più o meno autentici fanno da sfondo a quest’altro paradiso naturalistico che sono le cascate con la portata di acqua maggiore del mondo. Dormo all’ostello locale, molto carcino lontano dalla città e vicina alle cascate, c’è anche il pulmann che ti porta nel parco delle cascate. Il turismo la fa da padrone e anche i locali, che non sono stupidi lo sfruttano, biglietto per entrare ovunque e fare qualsiasi cosa, dalla ingresso al parco, alla visita in barca alle cascate del diavolo dall’alto e per avvicinarsi ali gorghi in basso. I giapponesi, finora inesistenti, spuntano “in ogni dove”, però tant’è, le cascate sono veramente splendide, l’acqua ti avvolge con infiniti spruzzi, le gitarelle sotto le cascate sono proprio divertenti, (chiudete qualsiasi cosa in sacchetti impermeabili pena l’annaquamento assicurato), passeggiare per i tanti sentieri del parco e scoprire scorci nuovi e mozzafiato è da fare con calma cercando di scansare le comitive lunghissime che ti bloccano le scalette. E dopo qualche giorno a Iguazu la partenza è verso l’ultima tappa del viaggio, la regione del Paranà, direzione Curitiba.

IL PARANA’ Naturalmente non mi fermo a Curitiba, grande capoluogo del Paranà, ma mi inoltro nella foresta tropicale che fa da conorno alla regiono, e avado a soggiornare a Morretes paesino sperduto tra gli alberi di banano e tutto ciò che la vegetazione può produrre, in un incanto tropicale, che nemmeno il bruttto tempo che mi accoglie riesce a rendere meno affascinanate. Mi può andare bene sono anche un pò stanco e due giorni tranquilli in questa silenziosissima regione mi fanno bene. Il paesino è tranquillo come lo sono gli altri paesotti intorno facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici.

La natura la fa da padrone con le sue foreste vergini, i sinuosi ruscelli e gli animali che ti passeggiano accanto incuranti, sei tu l’eccezione non loro…

La sera ho anche la fortuna di partecipare alla festa del paese con tanta gente venuta anche da fuori, balli, bancarelle, cibo e musica…Un modo forse per dirsi arrivederci, sì perchè tornerò in questo paese perchè non ne posso fare a meno.

IL RITORNO A CASA Da Curitiba a San Paolo e poi a Rio, viaggio di nostalgia, il cerchio si chiude e ora sono all’aeroporto internazionale di Rio, città dove era iniziata la mia avventura in giro per il Brasile del centro-sud e dove si conclude dopo 18 giorni fantastici, divertenti, stancanti, ma quasi mai difficili, diversi sempre e uguali mai!!! Partenza in orario del volo XYZ per Francoforte dove la coincidenza per Firenze mi avrebbe aspettato il giorno dopo.

Arrivedorci Brasile, alla prossima…

Davide PS: se volete informazioni più dettagliate su guide da leggere e di cui fidarsi, dei posti dove ho dormito e mangiato, di cosa ho visitato e come ci sono riuscito, scrivetemi una mail.



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