A zonzo per Budapest 3

Visitare la capitale ungherese in quattro giorni... si può
Scritto da: ARMIC
a zonzo per budapest 3
Partenza il: 23/09/2014
Ritorno il: 27/09/2014
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
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Premessa

Come si fa a dire di no, a due eterni amici che vogliono andare a Budapest per quattro giorni! Ed ecco che il quartetto composto da Me, Menica (moglie) ed Enzo e Grazia (moglie) parte da Bari con un volo diretto a Budapest. Alloggio in centro e via al lungo week –end alla scoperta della capitale Ungherese che ti accoglie in un mite settembre, con il Suo “Danubiano scenario ”. Perché Grazia ed Enzo scelgono Budapest, anziché, un’altra capitale europea? Semplice, il volo da Bari a Budapest, è diretto ed ha un costo conveniente, basta scegliere con anticipo le date A/R, non solo, i miei due figli con le rispettive mogli sono già stati l’anno scorso e ne sono rimasti entusiasti, per l’atmosfera e la bellezza della città.

Giorno 23 (partenza)

Bari – Budapest, costo biglietto A/R euro 140. Partenza dall’aeroporto di Bari ore 21, 45…volo diretto con la compagnia WIZZ- AIR in meno di due ore ti trovi a Budapest. Un Taxi con 25 euro ti porta a VACI utca nel centro di Budapest, dove alloggeremo al secondo piano di un antico stabile. L’appartamento e i voli li ha prenotati Enzo via internet, Lui è l’esperto informatico, Io L’Artista, Menica la Manager Problem -solving, Grazia l’eterna viaggiatrice che è testé nominata Capo tour perché ha la piantina della città, ha studiato, e conosce meglio degli altri l’inglese. Pagato anticipatamente l’alloggio all’addetto della A.C. Holidey Appartament euro 282 per quattro notti, (doppia camera, cucina tinello e doppi servizi), ci sistemiamo nelle stanze e scendiamo subito alla scoperta della città e di un Ristorante prima di andare a letto. Fa freschetto, ci saranno circa tredici gradi… Vaci è una delle più belle e frequentate vie di Buda, ma a quest’ora tutte le saracinesche sono abbassate (sono circa le 0,30) e non passa un’anima viva. Il Bar “Anna” dell’angolo sta ritirando i tavolini e sedie e ci fa capire cortesemente che è tardi. Un po’ delusi dall’impatto iniziale, rientriamo e ripieghiamo per gli ultimi pezzi di focaccia Barese.

Giorno 24 (primo)

L’Appartamento via Vaci

Al mattino esploriamo meglio l’appartamento “datato” ma che ha tutto il necessario, dal forno a microonde alla lavatrice, al ferro da stiro ai tegami e stoviglie, wi-fi compreso; tutto per rinfrancare il mio amico Enzo, che caparbiamente, si è portato da Bari un pacco di spaghetti che cucinerà domani per far fronte alla sua crisi ipoglicemica. Non scherziamo troppo su quest’argomento, perché se va in astinenza, è irriconoscibile. La posizione centralissima dell’alloggio, ci offre tante opportunità di fronte il ponte della libertà -Szabaddsag hid, a ridosso sulla sinistra il mercato coperto- Market halla) a circa 500 metri il Museo Nazionale. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. Grazia, che da buon capo-tour ha”studiato”, ci indica la prima meta mattutina: il castello di Buda o più comunemente detto il palazzo reale uno dei più grandi d’Europa.

La passeggiata danubiana

Arrivarci al Castello a piedi è stato molto semplice ma anche un po’ faticoso. Abbiamo attraversato il ponte della libertà lungo poco più di 300 metri, passando da Pest a Buda e proseguendo a destra costeggiando il Danubio abbiamo incrociato un secondo ponte (hersebet hild) infine il ponte delle Catene (Szecheneyi Lanchind) di fronte all’ingresso della funicolare che ti porta su al Castello. Qui la sorpresa! Il quartetto già frastornato dalla bellezza del Danubio, è subito avvicinato dai promotori turistici che ti propongono pacchetti per visitare la città in bus. Proprio quello che ci voleva, pensavamo già di prendere un taxi o la metro per la prossima tappa.

Il pacchetto del tour “Budapest Sightsseeing” Full Extra

C’è una coda abbastanza lunga per la funicolare, uno dei “promotori” con una palandrana verde, ci viene incontro e con un italiano “traballante”, ci chiede se vogliamo il gran tour Green Route Hop on- hop off (linea verde) e il panoramic tour PinkRoute (linea Rosa), più due passeggiate mattino e sera sul Blue Danubio (attraversata con battello) e per finire Budapest-night tour (Budapest di notte) e altre agevolazioni varie. Il pacchetto Full extra dura settantadue ore e costa Euro venticinque a testa. Il tiket per ognuno di noi, prevede la possibilità di scendere e salire a proprio piacimento, su un Bus verde, o Rosa: sono caratteristici per il loro colore, possono essere, chiusi, a due piani, completamente aperti o semiaperti. La trattativa è condotta con successo da Grazia e Menica, che sembrano sempre più e le nostre tutrici ovvero le nostre “Badanti Ungheresi”, senza nulla togliere alla professionalità della categoria. Con il pacchetto abbiamo gratis i biglietti “privilegiati” per salire al Castello con la funicolare senza fare la coda, più un gulasch a testa da degustare presso ristoranti esclusivi di Budapest, e altre agevolazioni che purtroppo non usufruiremo per mancanza di tempo. Questa imprevista trattativa, ci ha risolto non pochi problemi, specie dopo la “passeggiata”.

Il Castello di Buda o il palazzo Reale

Dopo la Salita di circa 150 metri con la funicolare “datata”, piacevolissima per fare le prime riprese del panorama di Budapest, si arriva sullo spiazzo antistante alla Reggia; attendiamo come due bimbi al primo giorno d’asilo le indicazioni dalle due” tutrici” (Grazia e Menica), la prima: venite, da qui si entra-l’altra andiamo per di là, vi lascio immaginare i nostri volti inebetiti. Pazienti, seguiamo tutte e due, con la speranza che si decidano a dare un’unica indicazione. E’ chiaro che ogni occasione di sfottò è buona, è il nostro sport preferito. Il Castello di Buda è situato su una rocca di 170 metri la sua origine è del XII secolo, è stato modificato, ampliato, ricostruito molte volte, fino ad arrivare ai tempi nostri. La Reggia o il Castello (come lo vogliamo chiamare) che adesso ammiriamo, è per opera di Re Carlo II d’Asburgo, lo ricostruì nel settecento sulle rovine subite nei secoli precedenti per opera degli Ottomani. Il complesso molto ampio è completato da palazzi medioevali e barocchi, chiese e edifici pubblici, in pratica sulla rocca, ci si può trascorrere tutta una giornata. Per gli amanti dell’arte c’è da visitare l’interno della Reggia, dove si trovano il Museo della Storia e la Galleria Nazionale Ungherese.

Chiesa di Mattia

Terminato il giro esterno della Reggia, prendiamo un buon caffè espresso al ristorante omonimo e subito ci inoltriamo verso la chiesa di Mattia (recensita come la migliore chiesa di Budapest nei diari sfogliati da me frettolosamente prima di partire). L’ingresso è di euro sei a testa, (comprensivo della visita ai Bastioni dei Pescatori). Un consiglio: la visita dei Bastioni non necessità obbligatoriamente del biglietto d’ingresso -tranne che per un pezzo di Bastione che non è tanto diverso dagli altri. La Chiesa di Mattia ti colpisce per il suo candido biancore, il suo stile è neogotico e romanico, più volte rimaneggiato, ha due torri la prima ricoperta da piastrelle policrome dedicata a Bèla IV, mentre l’altra torre quella campanaria, è di tre piani con pinnacoli e una guglia dentellata, dedicata a Mattia Corvino che fu re d’Ungheria tra il 1458 e il 1490, considerato, un eroe nazionale. La chiesa, sotto il dominio turco nel 1541 è stata trasformata in moschea, a mio avviso ricorda molto quel periodo, vedi i decori interni e la torre mozza di Beal IV che fu un filosofo turco che nella leggenda portava sempre una rosa nel capello. La sua tomba, che non abbiamo visto, è un santuario meta di fedeli mussulmani. All’interno della chiesa, tre navate ricoperte di affreschi dell’ottocento, spiccano gli altari e sarcofagi del re Bela III e sua moglie; nella cripta si trova la copia della corona d’Ungheria, l’originale si trova nel Parlamento. Qui furono incoronati Francesco Giuseppe (Regno Austro-Ungarico) e Carlo IV ultimo Imperatore Asburgico.

Bastioni dei pescatori

Uscendo dalla chiesa ci si trova a ridosso dei Bastioni dei Pescatori da cui si può ammirare il panorama di Budapest nella sua interezza. La struttura è ideale per una passeggiata e per fotografare e riprendere il Danubio; ha strutture a guglie neo-gotiche- romaniche costruite nei primi del novecento, in tutto sono sette le torrette che vogliono rappresentare le sette tribù che hanno dato origine al paese nel IX secolo. Il Sito censito come patrimonio dell’umanità dall’Unesco, prende il nome dai pescatori del Danubio, cui era riservata nel medioevo la difesa della città in quel tratto. Consiglio di visitarlo, specie per chi ama fotografare panorami e paesaggi lagunari.

Dopo aver ripreso tutto con due telecamere e quattro telefonini, abbiamo già il materiale per sviluppare il primo film su Budapest , la corsa continuerà senza sosta, ma non prima di finire in un self –service affollatissimo dove ognuno di noi darà libero sfogo alla sua fame.

Il labirinto

Dopo aver preso il solito caffè, ci dirigiamo verso la fermata, chiediamo informazioni sul Bus verde, i vigili ci dicono che la strada è stata chiusa al traffico e che pertanto bisognerà scendere a piedi. Rassegnati, incominciamo a dubitare del pacchetto turistico. Sulla strada intravediamo l’ingresso del Labirinto, si trova nel sottosuolo di Buda. Grazia ha letto che in queste grotte sotterranee fu tenuto prigioniero Dracula, e per dieci anni il re D’Ungheria, comunque entrano solo Lei e Menica. I cunicoli e le grotte si estendono per diversi km, (aperto al pubblico – 1 km e mezzo), attendiamo fuori oltre mezz’ora, le due “tutrici” escono sconvolte. L’atmosfera da brivido che hanno respirato e le musiche inquietanti con le statue di cera nell’oscurità, le hanno turbate e forse divertite. Al rientro a Bari mi sono soffermato su questo “Labirinto di Budapest” ed ho scoperto tramite un filmato su you-tube cose interessanti a riguardo. Per incominciare è stato chiuso non si sa per quali motivi nel 2011 riaperto di recente al pubblico è stato addobbato scenograficamente con effetti discutibili che rasentano una rappresentazione colorita della misteriosità del luogo. Il labirinto, che ha rappresentato nel tempo le vie di fuga dagli attacchi al Castello, è stato utilizzato come rifugio durante le guerre, e serviva in tempo di pace anche per cantine e ricoveri di viveri.

Il giro turistico di giorno

Come prima giornata non ci stiamo facendo mancare nulla. Scendiamo con la funicolare che ci porta alla piazza antistante al Ponte delle Catene di cui racconterò in seguito i particolari, aspettiamo finalmente il bus verde che ci farà fare il giro della città. E’ bello sedersi e con un auricolare ascoltare una voce in italiano, che ti racconta la storia di Budapest, ed ad ogni fermata ti dice dove stiamo. Giriamo per Buda, passando dalla Cittadella dove si erge la statua della Libertà, poi attraversiamo il ponte Erzebet per poi arrivare al capolinea a Pest in piazza Elisabetta (Sissi).

La Ruota panoramica

Non era nelle nostre intenzioni salirci, né tantomeno l’avevamo prevista nel nostro giro turistico, ho letto che dovrebbe essere rimossa per poi rimontarla sull’isola Margherita sul Danubio. Per ora si trova in piazza Elisabetta, proprio difronte al capolinea e non ce la potevamo scansare. Tre giri panoramici a 60 metri, per soffermarci a fotografare lo stupendo panorama di Budapest che si illumina splendidamente di sera.

Il giro Turistico di sera

Dopo la “panoramica”, bisogna proseguire con il tour de force; il programma prevede ancora il giro di due ore “ Budapest di sera”. Sto pensando: e se non l’avessimo trovato il “promotore turistico!”. Risaliamo sul Bus verde, ci troviamo nel centro di Pest, ed ecco il Palazzo dell’Opera, Hotel Astoria, il viale dei Musicisti, il caffè New York, la Sinagoga… poi ci fermiamo per dieci minuti in piazza degli Eroi per le foto di rito e poi a Buda; altra breve sosta alla Cittadella per poi fermarsi di fronte alle terme Gellert a ridosso del ponte Sanislao (della Libertà), che illuminato è un vero spettacolo. Scendiamo, siamo a 500 metri dal nostro alloggio, ma ci manca un ristorante. Saranno le ventidue ce ne sono ancora di aperti, preferiamo quello distante una decina di metri dall’alloggio. Ci sediamo ai tavoli sulla strada, l’aria è frizzante, altri clienti seduti accanto, usano mettere sulle spalle dei plaid rossi (qui si usa molto) li forniscono gli stessi ristoratori; nel frattempo due camerieri ungheresi che parlano bene l’Italiano ci propongono i loro piatti tipici, solo Menica accetterà, noi comuni mortali, ordiniamo delle pizze margherita ,il dolce per le donne e poi non ricordo altro. Comunque abbiamo pagato abbastanza rispetto a quello che abbiamo ordinato, pertanto il solito Enzo, prendendo la palla al balzo, ci propone per domani sera la sua spaghettata con pomodorini e tonno, molto più economica e salutare, a suo dire.

Giorno 25 (secondo)

Stamane alle dieci ho appuntamento con la direttrice dell’Istituto di Cultura italiano a Budapest. L’istituto non dista molto, ci arriviamo a piedi. Enzo ed io siamo in anticipo e ci fermiamo a un bar a degustare un ottimo caffè espresso. Il motivo della visita è di concordare una mia mostra di quadri a Budapest. Dopo questa parentesi “artistica” riprendiamo la Via del rientro, sulla strada acquistiamo da un supermercato tutti gli ingredienti per la spaghettata di stasera.

Via Vàci

È una delle strade pedonali più frequentate di Budapest (noi alloggiamo al n.85), qui trovi Ristoranti caratteristici, Bar particolarissimi, negozi di antiquariato e artigianato locale, vetrine e boutique con le greeff più famose; incrociamo la chiesa di San Michele che in questi giorni ospita concerti di Mozart, Listz e Vivaldi. Questa strada è ideale per lo shopping, non a caso Menica e Grazia ci aspettano proprio alla fine della stessa. Riunitosi il gruppo, si va in direzione Danubio Blu.

Blue Danubio-RiverCruise- Ponte delle catene-Ponte Margherita, Isola di Margherita Sono circa le 12, siamo in partenza dal River-Crouse n.10. Ci sediamo sul ponte aperto del battello anche se la giornata è un po’ rigida e non promette molto di buono. Durante il tragitto il commento registrato della guida in perfetto inglese e tedesco (manca l’Italiano). E’ facile immaginare cosa ti raccontano degli edifici che costeggiano il fiume con i suoi ponti che caratterizzano tutta Budapest. Il primo, in ordine di passaggio, è il ponte delle Catene costruito nel 1873. E’ il più antico di Budapest. Il progetto affidato a due ingegneri inglesi adotta la soluzione di un ponte sospeso la cui campata centrale, è sostenuta tra due piloni. Il ponte unì per la prima volta le due città “Buda e Pest”. Prima della sua costruzione le due città erano indipendenti l’una dall’altra, per raggiungerle d’estate erano montate delle chiatte, poi smontate d’inverno lasciando le due città isolate tra loro in questo periodo. Costeggiamo il Parlamento il più bell’edificio di Pest, oltrepassiamo il ponte Margherita che oltre a collegare le due sponde ha una terza diramazione che porta all’isola omonima Lunga 2,5Km dove si trovano in un bel parco, molte aree ricreative. Il Battello fa il giro dell’isola e ritorna dal lato di Buda, dove troneggia la Reggia. Nel frattempo qualche goccia di pioggia ci raggiunge e decidiamo di andare sottocoperta.

Il Nike-Ristorant- Café New York

Scesi dal traghetto l’obiettivo è un ristorante. Grazia ci ricorda che nel pacchetto oltre che a girare sui bus e sui traghetti, c’è pure per ognuno di noi una degustazione gratis dei fatidici Gulasch ungheresi perciò ci dirigiamo presso il NIKA restaurante. E’ tardo pomeriggio, i tavoli sono vuoti e due camerieri a nostra disposizione fanno fatica a convincere Enzo della bontà della loro specialità. Limitiamo il pranzo al solo gulasch, perché intendiamo prendere un caffè e il dolce, al New York Caffè. Raggiungiamo a piedi il Local-caffè più bello del mondo, di proprietà dell’imprenditore italiano Boscolo. Prima di entrare, un elegante cameriere ti lascia in attesa che si liberi un tavolo. Poco dopo veniamo fatti accomodare. E’ inutile descrivere la scenografica e l’aria che si respira: affreschi, decori, broccati, lampadari di cristallo, il tutto ti riporta indietro nella bella epoque. L’edificio che comprende oltre al caffè l’albergo omonimo, fu costruito a fini ottocento da un industriale ungherese del caffè e ha rappresentato uno dei ritrovi più in voga all’epoca, perché frequentato da artisti e uomini di cultura. Ciò premesso, possiamo con orgoglio dire: è un luogo degno a noi, dove le due nostre principesse “SISSI” con i loro telefonini supermoderni inviano foto a valanga per scatenare la bile delle loro amiche. Dopo il primo impatto ti accorgi che comunque non è proprio tutto oro quel che luccica. Il caffè che ci hanno servito non è nulla di eccezionale, come anche il dolce di Menica e Grazia. Non mi convince l’abbinamento dei tavolini di acciaio, voluti dagli architetti e restauratori che nel 2006 hanno riportato in auge questo caffè, purtroppo era decaduto nei tempi delle due guerre. Terminata la parentesi “reale”, raggiungiamo sempre a piedi la Sinagoga di via Dohany.

La Sinagoga di via DOGHANY

Appena arrivati, due “gorilla” ci bloccano negli entusiasmi, è troppo tardi sono quasi le 18.00 la cassa è chiusa (si paga anche qui il tiket) bisogna ritornare domani mattina. A nulla valgono le implorazioni, “Graziane”, ci dobbiamo accontentare di vederla dall’esterno. Un monumento importante, non solo perché ritenuta la Sinagoga più grande d’Europa, ma per quello che ha rappresentato nella storia dove assieme al quartiere ebraico faceva parte del ghetto. A un tratto siamo bloccati dal suono dell’allarme, e vediamo uno dei “gorilla” correre all’angolo della Sinagoga per prelevare con cautela un sacchetto di plastica che si trovava sospettosamente dietro la recinzione. Il clima è un po’ teso e senz’altro questo è un punto sensibile che va sorvegliato costantemente. Dietro la recinzione scorgiamo l’albero della vita. Ritorneremo domani.

La spaghettata

Riprendiamo il bus e scendiamo nelle vicinanze di via Vaci, Enzo ed Io saliamo, per accendere i fornelli, Menica e Grazia ci raggiungeranno più tardi. Abbiamo trovato oltre al tonno, un buon salame ungherese, e addirittura l’olio extravergine Italiano,e via con gli spaghetti al tonno con i al pomodorini.

Giorno 26 (terzo)

Al mattino Tutti al mercato centrale coperto Market Hall, sta proprio a due passi dall’alloggio e pensare che Grazia e Menica si erano tanto affaticate a trovarlo sulle mappe. Loro impegnate tra le infinite bancarelle,io ed Enzo alla ricerca della cipolla, del pacco di pasta rigorosamente italiana , perché si vuole ripetere il felice esperimento della sera prima. A questo punto capisco benissimo le critiche di chi legge: ma è mai possibile che per quattro giorni non si possa fare almeno della pasta ? purtroppo certe abitudini anche all’estero, sono dure a morire. E’ pur vero che abbiamo trovato infiniti ristoranti che pubblicizzano molto la cucina italiana ma tutto ciò non giustifica quello che stiamo per fare: io ed Enzo ci fermiamo davanti al chiosco dell’ortofrutta e con molto imbarazzo chiediamo “ Una Cipolla” devo subito recuperare acquistando delle pere e delle banane . Dopo il Mercato si riparte diritto verso la Sinagoga, il bus verde è all’angolo, tutto a portata di mano che fortuna! Anche questa volta all’ingresso non ci fanno entrare: non voglio sapere i loro motivi, ma rimango deluso; mi consola aver letto di visitatori che non hanno pienamente apprezzato la bellezza del luogo, oltretutto ti chiedono 10 euro a testa per entrare. Ci fermiamo per il solito caffè mentre si visita il quartiere ebraico e poi continuiamo a piedi verso il Palazzo dell’Opera, ci limitiamo ad ammirare la Hall rigorosamente decorata arte barocca, per poi proseguire per la basilica di Santo Stefano.

Chiesa di Santo Stefano

È la chiesa più grande d’Ungheria, fu costruita nel 1851 in stile neoclassico rinascimentale. All’interno tre navate affrescate nell’ottocento e le sue belle vetrate policrome. Mi faccio sussurrare da Grazia seduta sullo scanno della chiesa, un po’ di storia: legge un opuscolo da dove si racconta della grande cupola alta… crollata tre volte, durante la costruzione (perché sbagliano i calcoli…), durante un bombardamento della seconda guerra mondiale, la terza volta è caduta durante un’alluvione. Devo ammettere che la guardavo con un po’ di apprensione. Sull’altare destro e sinistro primeggiano due grandi quadri, uno in particolare mi ha colpito: un crocifisso con una luce caravaggesca. Una fattura pittorica molto calibrata nei toni e tecnicamente impeccabile. Non conosco l’autore, ma senz’altro sarà fine ottocento-primo novecento. Un po’ deludente la cripta, dove è conservata la mano del Santo Stefano primo re d’Ungheria, poi fatto santo per la sua… cristianità. Terminata la visita alla Basilica, la chiesa più grande d’Ungheria, arriviamo a piedi al Parlamento, c’è molto vento, sulla mappa sembra vicino, invece cammineremo un bel po’. L’orario del pranzo si fa sentire prima di arrivare nella zona critica ipoglicemica entriamo in una trattoria a ridosso del Parlamento, per coincidenza fortuita, Enzo prende un piatto di pennette al tonno e spinaci tanto per cambiare.

Il Parlamento

È il simbolo per eccellenza di Budapest. Lo abbiamo più volte ammirato dai Bastioni dei pescatori e dal barcone Danubio blu. E’ immenso. Le sue scale al suo interno hanno una lunghezza di circa 20km. Con 691 stanze ci vogliono circa due o tre ore per visitarlo. Al suo interno è custodita la sacra corona che la tradizione attribuisce al re Santo Stefano primo e ai suoi successori. Abbiamo appena terminato il nostro spuntino attendiamo un po’ appesantiti, nella sala d’attesa quando ci informano che per la guida Italiana bisogna attendere oltre mezz’ora. Decidiamo di soprassedere alla visita, per andare al parco di Budapest.

Parco di Varosliget

Stavolta con il bus arriviamo proprio a ridosso del parco dove si trovano Le Terme più grandi della città (bagni termali di Szchenyi), lo zoo, il laghetto, la pista di pattinaggio invernale e il castello. Ci fermiamo alle terme. Una bella “fanciulla”incanta Enzo, prendiamo informazioni per i bagni e massaggi, ma le nostre donne ci hanno programmato per domani il “bagno” alle terme di Vollaint. Di fronte alle terme, il giardino zoologico, alle spalle la piazza degli eroi e il castello di Varosiliget, le cui sembianze medioevali ingannano perché costruito agli inizi de novecento. Lo stile misto, tra il gotico, il barocco, rinascimentale e romanico, l’hanno voluto gli architetti del tempo che vollero esprimere in occasione del millenario stato Ungarico l’avvicendamento delle epoche e degli stili. Un laghetto con il suo ponte e una pista da pattinaggio invernale completano il parco. Terminata la visita, rientriamo con il taxi (euro…30): abbiamo fatto tardi perché ci siamo fermati al Museo degli Orrori, anche qui siamo sfortunati come per la Sinagoga il museo chiude alle 18.00. Menica ed io ritorniamo e incominciamo a preparare il sugo, Enzo e Grazia continuano con il taxi per fare delle compere, ci raggiungeranno presto. Per la cena c’è di tutto: penne al pomodoro, salame e formaggi ungheresi e frutta con dolce e una grappa ungherese.

Giorno 27 (quarto)

Siamo all’ultimo giorno della breve vacanza ungherese. Oggi pomeriggio prenderemo il taxi per ritornare all’aeroporto di Budapest per fare ritorno a Bari entro le 21,30. Dopo la solita colazione in camera a base di caffè italiano e cornetti ungheresi, attraversiamo a piedi il ponte della libertà, quello che più mi ha impressionato.

Ponte della Libertà (Szabadsag)

Lungo 333 metri in stile Art Nowean, fu costruito nel fine ottocento in occasione del millennio ungherese su progetto di Janos. Bullonato con le sue traverse in ferro “verde antico”, ha alla sua estremità verso Buda lo stemma reale ungherese… Francesco Giuseppe piantò l’ultimo chiodo d’argento. Anche questo ponte venne distrutto dai tedeschi nel 45 poi ricostruito con il nome di ponte della libertà.

Terme di Gellert

Prendono nome dalla collina, dove sorgono. L’ingresso è elegante, in stile liberty, e ha nel suo interno tre piscine coperte (più due all’esterno), saune, stanze massaggi, spogliatoi, docce, ristorante. Siamo attrezzati con costumi da bagno e accappatoio al seguito e ci indirizziamo agli spogliatoi. Ci ritroviamo subito immersi nella rilassante piscina coperta di trentasei gradi, poi in quella più fredda, dove facciamo un po’ di ginnastica. Io provo di tutto anche quelle all’aperto ed infine rientriamo tutti insieme in quelle calde e coperte a trentotto gradi. Una piacevolissima esperienza quella delle terme che ha caratterizzato piacevolmente il viaggio.

Mercato centrale Market-Hall

Appena ritornati dalle Terme, rilassati al massimo andiamo al mercato centrale per pranzare su uno dei tavolini caratteristici che si addensano di fronte agli innumerevoli ristorantini del Market Hall dove preparano di tutto. Enzo andrà di fronte al nostro abituale” panificio”… a prendersi una dose di pizza. Il mercato è vastissimo, si trova in un capannone a due piani. Costruito sempre nella fine ottocento, subì un incendio e fu presto ricostruito. La vista è impressionante, bancarelle che vendono ordinatamente di tutto, dalla frutta ai salami, ai formaggi ai souvenir, ai liquori, alle borse, alle tovaglie ungheresi ricamate a mano ecc. Al primo piano si accede con le scale o l’ascensore e si riceve olfattivamente un “crogiuolo di odori” che contagiano il visitatore che affolla questi tavolini in tutte le ore. Terminiamo il nostro spuntino per fare le ultime compere-regalini vari. Siamo ormai arrivati alle 16,30 tra poco verso le 18 ci muoveremo con il taxi che ferma sotto il nostro alloggio. Prima però un caffè con gelato al bar ristorante “Anna” ricordate quello che la prima sera chiuse al nostro arrivo. Attendiamo di ritornare in camera per prelevare i bagagli e per lasciare le chiavi e ripartire. Ci aspettano in camera quelli delle pulizie,tutto puntuale.

Taxi. Aeroporto Budapest

Prendiamo il Taxi dopo aver contrattato la corsa per 35 euro. Ritorniamo all’aeroporto per l’imbarco. A proposito dell’imbarco per Bari, è l’ultimo in fondo, non servito da navetta, pertanto bisogna fare un po’ di strada a piedi condizioni meteo permettendo.

Conclusioni: Budapest in quattro giorni… si può! Magari con qualche chilo in meno e con le bici

Sicuramente non abbiamo visto tutto di Budapest, mancano le visite agli innumerevoli Musei specializzati e le molteplici attrazioni culturali che la capitale ungherese offre di giorno e di sera. Non abbiamo potuto vivere la sua periferia, i suoi dintorni, per avere un’idea compiuta e meno turistica e magari conoscerne più da vicino il Suo vero aspetto con e le sue abitudini. Ci accontentiamo per ora dell’impatto favorevole dei “quattro giorni“. La città è ben organizzata, è a misura di turista, coreograficamente allestita per suscitare molteplici interessi. Il clima è stato ottimo per il periodo scelto così come l’organizzazione di tutto il viaggio grazie ad Enzo e a Grazia. Si ritorna a casa in attesa di fare la prossima fugace visita alle capitali europee camminando un po’ meno, salute e nipoti permettendo.

Un cordiale saluto.

Da Michele, Menica, Enzo e Grazia

Costi in euro per persona

Viaggio: 140 (con bagaglio imbarco+ assicur)

Appartamento: 70 x quattro notti

Ristoranti: 70

Taxi: 20

Ingressi vari: 25

Pacchetto Turistico: 25

TOTALE: 350

Pro:

1) l’alloggio per due motivi, il prezzo e la sua posizione centralissima;

2) Servizio Bus turistico funzionale;

3) Le terme: esperienza rilassante;

4) Volo diretto e prezzo aereo conveniente.

Contro:

Distante l’imbarco per il volo diretto Da Budapest a Bari, si esce a piedi sulla pista senza bus navetta, se piove è un problema.



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