A Venezia… prima e dopo
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Così ho fatto, ho abbandonato tutto il gruppo e sono salita sul ponte alla mia destra “Ponte degli Scalzi”, un ponte costruito dagli Austriaci, oltrepasso il Canal Grande, per poi proseguire e trovare altre indicazioni per la medesima destinazione. Mi ritrovo immersa nei piccoli viali chiamati ‘Calli’ seguendo e percorrendo i vicoli e i ponticelli presenti, mi immergo a osservare i vari negozi di maschere artigianali, la fantasia è assai ricca nelle creazioni e nei colori. Su alcune maschere sono raffigurati pentagrammi musicali, altre sono completamente dedicate alla musica; gialle, verdi, grandi e piccole… con e senza piume o foglie. Ce n’è per tutti i gusti e rimango incantata a osservarne i colori. Mi soffermo davanti alla vetrina di un negozio, una signora è intenta a decorare una maschera, sta spalmando uno strato di vernice protettiva su un fondo già dipinto, proseguo e trovo, oltre a vari artisti di strada, vetrine con merletti strani e, a parer mio, insignificanti. Intanto osservo la città. La trovo tristemente trascurata. Certo è che il muschio e le case scrostate creano un effetto romanticamente antico e incanta i turisti, ma come ho potuto osservare e ascoltare da persone del luogo, Venezia è ormai completamente turistica.
Dopo aver percorso diversi ponti e piccole piazze ed aver iniziato a riempire la macchina fotografica eccomi arrivata al “Mercato di Rialto”. Compro tre mandarini e due banane per mangiarle con tranquillità sul Ponte… lo so, è vietato farlo… durante il mio soggiorno ho trasgredito ad alcune regole che sarebbero vietate nella città: oltre ad aver mangiato sul ponte, mi sono soffermata sui ponti per fare le fotografie (e sono stata ripresa da un’abitante del luogo), non ho sempre camminato sulla destra per lasciare libero il passaggio, però non ho dato cibo ai piccioni!
E’ lunedì e la città è deserta, mi prendo tutto il tempo per osservare il ponte da ogni angolazione, mi piace la parte centrale ma anche il lato esterno ha un certo fascino, il passaggio è libero e si riesce a fotografare e a sostare senza alcun problema.
Proseguo e mi ritrovo a “Piazza San Marco” ampia e bella da vedere ma nulla di più. Non mi ha affascinato e non mi ha trasmesso nulla, stessa cosa per la Basilica e per il Palazzo Ducale. Tutt’altra storia i giardini al lato e le rive che costeggiano il Canale di San Marco.
Salgo sul vaporetto per raggiungere Murano ma, intenta ad ascoltare dei Francesi che interpretano i nomi dati alle fermate, perdo la mia perché intenta a scrivere un promemoria, arrivo così all’aeroporto per poi tornare indietro dopo una sosta caffè.
Scendo a Colonna (pensavo di trovare scritto “Murano”) e trascorro un’oretta o poco più ad osservare i vari oggetti decorati per poi salire sul traghetto nonostante la biglietteria ormai chiusa.
Scendo a “Fondamenta nuove” per poter girare nella zona più a Nord della città, passo il ponte dei tre archi e mi fermo in un giardino pubblico a mangiare una pizza arrotolata: una via di mezzo tra una pizza e un rotolo di piadina farcita… molto buona!
Torno al B&b per una doccia e mi sdraio nel letto ripensando alla giornata trascorsa quando sento bussare alla porta: Dario, il ragazzo che gestisce il tutto, mi invita a cenare con lui e degli amici, alcuni ospiti nel B&b, serata piacevole.
SECONDA GIORNATA A VENEZIA
Sveglia a tarda mattinata e assonnata dopo l’intenso percorso del giorno precedente, faccio veramente fatica a rendere la mia mente attiva. La casa è quasi deserta, si protrae la sensazione di pace assaporata già nel giorno precedente. Mi fermo ad osservare il B&b: Villa Emma è una vecchia casa, ora gestita dal figlio del’antica proprietaria, situata a Mestre ma veramente molto vicina a Piazzale Roma, solo sette km separano la mia meta dal luogo in cui soggiorno. In ogni caso torno a Venezia, l’appuntamento all’aeroporto è ancora lontano così ne approfitto per fare un giro nei dintorni di Piazzale Roma.
Osservo la città dal Giardino di Papadopoli, il rumore delle navi e il chiacchierare di Veneziani e turisti si confonde con il rumore dell’acqua e degli uccelli. Un giro tra i viali confinanti e mi ritrovo in un susseguirsi di viali realmente abitati da Veneziani, In una vetrina trovo una maschera Veneziana nello stile “Made in Posta”.. Eh eh eh… anche l’ufficio postale quì, si caratterizza.
Una domanda avrei voluto farla però ai veneziani: qualcuno mi sa dire a cosa servono i garage in questo luogo? Ok.. come deposito, ma è alquanto scontata come risposta.
Recupero la valigia e via… in partenza per l’aeroporto di San Marco… verso Amburgo.
Ho quindi trascorso qualche giorno ad Amburgo (ecco il mio diario di viaggio: http://turistipercaso.it/amburgo-di-germania/71362/tre-giorni-ad-amburgo-curiosando-nella-city.html) e al ritorno ho fatto di nuovo tappa a Venezia…
PRIMO GIORNO A VENEZIA DOPO L’ARRIVO DA HAMBURG!
Arrivo ma sono veramente cotta, vorrei andare alla Fenice, il teatro come promesso a chi mi ha invitato solo che non ne ho avuto la forza, dovevo prendermi un poco di tempo per ricaricare le energie e sistemarmi.
Non mi sono però ricordata dei mezzi pubblici, in sciopero il giorno 4 Aprile e i viaggi sono garantiti entro le 19.30.. scelta errata.. mi rendo conto… ma proprio non ce la facevo.
Sono così andata a Mestre e mi sono soffermata ad ascoltare un barista che cantava per poi tornare per la notte al B&b.
SECONDO O TERZO GIORNO? Decidete voi…
Arrivo in piazzale Roma e mi dirigo verso Piazza San Marco da un’altra strada non ancora percorsa, sono varie le indicazioni e tutte ti portano nel medesimo luogo…
E’ sabato e la folla di visitatori si è centuplicata rispetto all’inizio della settimana, nonostante la pioggia la città è invasa da turisti, prevalentemente Cinesi o Giapponesi che prendono d’assalto le gondole per rendere memorabile il loro soggiorno.
Il Ponte di Rialto è talmente pieno di visitatori che è impossibile fare fotografie decenti, fortunatamente non ne ho bisogno il soggetto è già impresso nella mia scheda SD, osservo comunque il ponte e il mercato invasi dai visitatori, come dicevo una leggera pioggia cade sui capi senza ombrello. Centinaia di stoffe colorate decorano maggiormente i monumenti e la città solo i più temerari si liberano dell’ingombro per evitare scontri involontari!
Oltrepasso Piazza San Marco e il suo campanile, noto che la fila per entrare è eterna come quella per l’ingresso in Palazzo Ducale.. non fa per me, proseguo lungo la “Riva degli Schiavoni” e ammiro il panorama delle isole; San Giorgio Maggiore la trovo interessante ma non ho il tempo per poterla visitare, manca anche “la Giudecca” nel mio itinerario. Avrò altre occasioni ormai, purtroppo, il tempo a disposizione si sta esaurendo.
Proseguo sulla riva e oltrepasso quella dei Sette Martiri e il museo storico Navale, per raggiungere La Biennale, ovviamente è chiusa ma faccio ugualmente un giro nei giardini, poco distante una statua Commemorativa a Garibaldi.
Ho girato nuovamente per tutta la città, la Darsena mi ha affascinato, per poi proseguire incessantemente immergendomi in un susseguirsi costante di Ponti, piazze, Calle e Fondamenta.. Fino a giungere, stremata, in stazione: Destinazione casa!