A vela nelle isole grenadine
Ecco il nostro diario di bordo (siamo partiti in 4, due coppie. Abbiamo trovato la barca, il Sideral, su Internet www.Sideralcroisieres.Com): Finalmente il giorno x, il giorno della nostra partenza per la Martinica. Da li’ ci imbarcheremo sul Sideral, una barca a vela monoscafo di 17 metri per navigare verso le Grenadine. Abbiamo scelto un monoscafo perché amiamo molto la vela e le sensazioni che a nostro parere un catamarano non puo’ dare. La barca è un prototipo costruito per la crociera : privilegia gli spazi di convivialità, ha un ampio pozzetto centrale in cui al nostro arrivo ci sistemiamo per un ti punch, tipico aperitivo locale a base di rum, zucchero di canna e lime, il primo di una lunga serie. Arriviamo in Martinica nel pomeriggio, dopo un volo low cost da Milano, una notte a Parigi (che è sempre Parigi) e un volo su una compagnia francese che non mi sembra commercializzata in Italia ma dai prezzi interessanti.
All’aeroporto i nostri skipper, una coppia italo martinicana, ci attendevano. Lo so che non bisogna fare pubblicità, ma veramente dobbiamo ringraziare la gentilezza, ospitalità e esperienza dei nostri due skipper che ci hanno accompagnato con disponibilità e ci hanno dato sempre le « dritte » necessarie. Ci hanno imbarcato sulla loro auto e via, verso il porticciolo in cui la barca era attraccata. Per i dettagli organizzativi vi diciamo che abbiamo scelto una formula di crociera comprensiva di cambusa e servizio cucina, questo per approfittare al massimo dei nostri 11 giorni di vacanza, ma che è possibile occuparsi personalmente di spesa e cucina. Giorno 1. La nostra prima navigazione, da Martinica a ST Lucia, Rodney Bay, è durata quasi 4 ore. Il mare del canale, in cui Atlantico e Mar dei Caraibi si incontrano, dando luogo a volte a qualche intemperanza, era bello :onde di 1, 5 metri, vento forza 4/5, il giusto per far avanzare la nostra barca con una media di 9 nodi. La sera scendiamo a Rodney bay : vivace, piena di barettini e ristoranti di tutte le cucine del mondo. Scegliamo un ristorante indiano e mangiamo bene, ma piccante. Una buona notte di riposo ci aspetta nella quiete del porto canale, circondato da belle ville di stile coloniale.
Giorno 2. Dopo le dichiarazioni in dogana partiamo in taxi collettivo (pulmini da 8 passeggeri) alla volta di Castries, la capitale dell’isola. L’ambiente del taxi è fantastico : reggae a fondo e gente simpatica e sorridente. Il mercato di Castries e quello che si immagina di un mercato di un’isola dei caraibi : disordinato, rumoroso, colorato. Frutta esotica, artigianato di foglie di palme, odore di spezie. Di ritorno sul Sideral salpiamo alla volta di Marigot Bay, un ‘oasi di pace, baia incassata tra le montagne a strapiombo e circondata da mangrovie. La presenza degli investitori americani è evidente (un grande complesso fortunatamente ben armonizzato nel paesaggio), ma restano gli autentici ristorantini locali a bordo mare, che la sera si animano di gruppi live, per accompagnare la nostra cena in barca. Domani ci aspetta una lunga navigazione fino a Bequia.
Giorno 3 Partenza alle 7 dopo colazione per Bequia. Costeggiamo l’isola di St Lucia fino ai Pitoni, due coni di impressionante maestà, poi attacchiamo il canale di St Vincent, ancora clemente, costeggiamo st Vincent, incontriamo un branco di delfini che ci accompagnano per qualche minuto giocando con la prua della nave. Tutti passiamo al timone come ogni equipaggio che si rispetti e finalmente arriviamo, alle 3 del pomeriggio. Non tutti hanno picniccato con i buoni sandwich al tonno e al prosciutto forniti dalla nostra padrona di casa…Per Michela la traversata è stata lunga e .. Che dire…Fastidiosa per lo stomaco. Ma non ci lamentiamo: constatiamo la rapidità del Sideral quandi vediamo delle barche partite con noi da Marigot Bay arrivare alle 6 del pomeriggio In più confidiamo che il nostro piede diventi sempre più « marino « giorno dopo giorno !!! Incredibile, ma al nostro arrivo troviamo ancora forza e entusiasmo per un giro a terra. Bequia è un porto di ingresso alle Grenadine, e un luogo di passaggio importante per i navigatori del posto : ci sono banca, supermercati, acqua e carburanti, mercato della frutta, tanti luoghi carini dove cenare e la tipica atmosfera contrastante british/rasta delle isole. Facciamo un giro, mangiamo un gelato, torniamo in barca per una cena luculliana. Giorno 4 Bequia ha vissuto in passato, tra l’altro, della caccia alle balene e ci sono ancora le vestigia dell’antica tradizione. Ancora oggi si pratica l’attività regolamentata e con mezzi strettamente tradizionali (arpione, etc). Il nostro capitano si reca alla dogana per l’ingresso alle Grenadine. Noi affittiamo un pick up per il giro dell’isola : non vogliamo perderci niente/ cosi’ ci portano all’allevamento di tartarughe, a casa di un vecchio marinaio pescatore di balene stile « il vecchio e il mare », in un punto panoramico da cui si vede tutta la baia e le isole vicine, e su una bella spiaggia del versante opposto a dove abbiamo ancorato. Dopo pranzo partenza per Mustique, la cosidetta isola dei miliardari. Attracchiamo alla boa (obbligatoria, per proteggere il fondale) e partiamo per il primo snorkling della vacanza. Poi, la sera, aperitivo al Basil Bar, una palafitta sull’acqua, informal look, dove ci servono ottimi cocktail. Sembra che sia il punto di ritrovo dei vacanzieri dell’isola, sicuramente gente danarosa e amante della quiete. A tavola discutiamo : qualcuno trova Mustique troppo « perfettina » : erbetta tagliata alla perfezione, casette creole dai colori pastello, etc..E poi megaville da ricconi…Questo non ci impedisce, dopo cena, di tornare al Basil : questa sera è sabato e c’è musica dal vivo. Il nostro skipper ci dice che non dappertutto alle Grenadine è possibile uscire a ballare, e per questo non perdiamo l’occasione. Giorno 5 : Dopo un giro per l’isola con le automobiline stile golf partiamo alla volta delle mitiche Tobago Cays. Aspettiamo la si dice splendida laguna, ma anche le aragoste, che sembra non manchino mai, in stagione (da dicembre ad aprile) , dai pescatori locali, che ti abbordano senza neanche lasciarti il tempo di mettere l’ancora. Che dire ? veramente uno dei posti più belli che ho visto… e su questo punto, i miei compagni di viaggio sono d’accordo con me. Gettiamo l’ancora in due metri d’acqua e non possiamo far altro che tuffarci. Una miriade di pesci colorati ci accoglie: pesci scatola, piccoli sergenti maggiori, pesci pappagallo, perfino una tartaruga e una razza…E poi non siamo ancora andati alla barriera, ci dice il nostro skipper…
Per cena una mezza aragosta a testa, patate all’aglio, vino bianco e un dolce. Che vuoi di più dalla vita? Giorno 6 : Barriera di corallo. Seguiamo il nostro skipper, che finora non ha cessato di sorprenderci : ora lo confermiamo, è anche un uomo/pesce. Ci conduce a nuoto, attento alle difficoltà di tutti, perché c’è un po’ di corrente, fino allo strapiombo della barriera. Coralli, pesci di ogni dimesione e colore, perfino uno squaletto che, ci dice lo skipper, è uno squalo per turisti, innocuo, sembra…Dopo un’ora e mezza torniamo alla barca in tender, ma non ci decidiamo a uscire dall’acqua. Poco ci manca che sorseggiamo il tradizionale ti punch aperitivo direttamente in mare. Dopo pranzo salpiamo alla volta di Union Island, altro luogo di rifornimento e, l’isola preferita dalla nostra ospite. A Union island la musica è onnipresente. La cultura rasta qui è più marcante e gli abitanti sono estremamente gentili. L’isola è colorata, solare e offre dei bei punti panoramici da cui il mare sembra veramente contenere tutte le sfumature del verde e del blu. Passiamo la serata da Lambi’s, un simpatico ristoratore che peserà un quintale. Luogo di incontro degli equipaggi, è un tipico ristorante colorato, dal sapore locale, animato da una rumorosa steel band, che offre un self service ricco di specialità locali di cucina creola, non certo raffinata, ma autentica e abbondante : insalate di aragosta e lambis (un mollusco tipico del luogo) verdure, riso, carni (pollo, tacchino, montone, agnello…) e pesce. Abbiamo mangiato, abbiamo bevuto, abbiamo ballato, abbiamo avuto il mal di terra (sembra che la terra si muova sotto i piedi – è la sindrome del marinaio) e siamo tornati in barca col tender quando il ristorante ha chiuso. Siamo stati gli ultimi. Gli irriducibili.
Giorno 7 Partenza per Petit St Vincent, isola privata occupata da un resort stile luna di miele, dalle acqua belle come quelle di Tobago Cays. Tappa irrinunciabile a Morpion, atollo in mezzo al mare. Non vi dico niente. E’ una sorpresa. A Petit st Vincent continuiamo la nostra vacanza relax e non rinunciamo al rituale aperitivo, questa volta a terra, nel bar dell’albergo, che dicono faccia le migliori pina colada della zona.
Giorno 8 Salpiamo dopo colazione, a vela, di ritorno verso Union, poi Palm Island, dai colori eccezionali, verso Mayereau. Comincia la strada del ritorno. Dopo una sosta nella bella Salt Whistley bay, ci fermiano nella grande baia più a nord, e scesi a terra, ci incamminiamo verso il villaggio in cima alla collina, dove prendiamo un aperitivo accompagnato da gamberetti fritti e dalla immancabile musica reggae. Cena in barca, come sempre splendida e abbondante, e meritato riposo.
Giorno 9 Nella scelta proposta di tirare fino a St Vincent o ripassare per Bequia, scegliamo Bequia. Abbiamo voglia di cenare a terra, cosa che non abbiamo fatto spessissimo in questa vacanza, e ci sembra che Bequia possa offrire numerose opportunità. Il mare è vivace, e per una buona oretta, all’uscita di Mayereau, abbiamo il mare di prua, e ci divertiamo a cavalcare le onde, che non ci risparmiano una doccia costante. Poi, passata Canouan, il mare si tranquillizza, e finalmente, dopo tentativi su tentativi, peschiamo al traino un enorme king fish. Siamo fieri e soddisfatti della prestazione, e, una volta a Bequia, ci facciamo la foto di rito, sul ponte, con il nostro enorme e invidiato pesce. Dico invidiato perché la scena non sfugge a un gruppo di italiani presenti dul luogo, che sulla spiaggia ci abborda per sapere cosa come e quando. Ma non rinunciamo alla nostra serata al ristorante. Il pesce finirà al berbecue domani sera.
Giorno 10 Partenza all’alba per la lunga traversata di ritorno. Alle 12 siamo già in vista di st Lucia, dei Pitoni. Una traversata da alterne vicende: sole, pioggia, onde all’uscita da St Vincent (sembra il punto più « caldo » della crociera ), ma niente ci impressiona. Ci sembra di essere altre persone rispetto a quelle che sono partite 10 giorni fa : la barca per noi non ha più segreti e ci sentiamo veri marinai. A cena gustiamo la nostra preda, in parte cotta al barbecue, in parte al forno. Che soddisfazione !! Giorno 11 ritorno in Martinica. Domani abbiamo il volo di ritorno. Salpiamo la mattina di buon ora perche vogliamo approfittare di qualche bella baia della Martinica : il nostro skipper ancora ad Anse d’Arlet, un tipico villaggio della costa caraibica dell’isola, dalle acqua di un turchese intenso e ricche di coralli per lo snorkling. Una tartaruga nuota intorno alla barca. Che meraviglia ! Ultima sera in barca, aperitivo, cena, musica, digestivo. Andiamo a letto tardi e non vorremmo partire. E’ stata una crociera splendida. Per chi volesse indirizzi e informazioni supplementari, scrivetemi pure.
Beatrice (beatrice.Mo@hotmail.Com)