A un passo da Bin Laden

Sono un giornalista e mi occupo di turismo. Nel 2001, prima che il vento dei terroristi si abbattesse violentemente sul mondo, ho avuto la fortuna di andare a fare un servizio giornalistico nel nord dell'India insieme a un fotografo. Superato il primo impatto con la drammatica ma affascinante città di Delhi - 12 o forse 14 milioni di abitanti,...
a un passo da bin laden
Partenza il: 01/06/2001
Ritorno il: 07/06/2001
Viaggiatori: da solo
Spesa: 3500 €
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Sono un giornalista e mi occupo di turismo. Nel 2001, prima che il vento dei terroristi si abbattesse violentemente sul mondo, ho avuto la fortuna di andare a fare un servizio giornalistico nel nord dell’India insieme a un fotografo. Superato il primo impatto con la drammatica ma affascinante città di Delhi – 12 o forse 14 milioni di abitanti, di cui almeno 7-8 milioni senza tetto – siamo partiti per la regione del Kashmir, ai piedi del Karakoram, la catena montuosa che ha la sua massima vetta nel k2. Nel giro di 2 ore sono atterrato nella cittadina di Leh, in una valle sperduta non lontano dall’Afghanistan e dal Tibet, nei cui dintorni si era fatta l’ipotesi si trovasse il signor Bin Laden. A 4000 m di quota ero circondato da montagne innevate alte più di 6-7000 m. La popolazione è fantastica: a maggioranza buddista, vive di agricoltura e di commercio di capi di abbigliamento coloratissimi. C’è anche una folta comunità indù, composta soprattutto da persone che lavorano nell’esercito che in questi territori è da anni in guerra con il vicino Pakistan. Che c’è da fare? Lunghe passeggiate in quota (ogni 5 passi, una sosta di 20 secondi per prender fiato),magari per raggiungere isolitissimi monasteri buddisti abitati da monaci dai 3 ai 60 anni di età, che non hanno mai visto l’uomo bianco, che non sanno niente di niente del mondo, che vivono senza tv e senza energia elettrica. Rimanere per alcune ore vicino a queste persone fa capire tante cose sulla vita di oggi e sui suoi problemi.

Se mi posso permettere un suggerimento, vorrei dire che le vacanze non devono essere solo spiagge tropicali e azzurro mare d’agosto con villaggi incantati, raggiunti con voli charter sui quali ci si arrabbia se le olive non sono state snocciolate. Le vacanze sono anche luoghi come questo, sperduti dal mondo, dove Dio si manifesta con nomi diversi, dove si scoprono modi di fare differenti da noi. Andare fra le montagne del Kashmir implica un briciolo di adattamento ma arricchiesce sicuramente. Come giornalista ho visto tanti posti al mondo, in tutte le stagioni. Se oggi, dopo più di 3 anni, mi trovo a raccontare di un’esperienza vissuta nel nord dell’India, vuol dir eche qualche cosa di positivo mi è rimasto nel cuore.

Un’ultima cosa: preferibilmente è meglio andare quassù durante la tarda primavera, datoche d’inverno fa molto freddo e c’è la neve. Qui non ci sono i gatti delle nevi che battono le piste ed è facile affondare. Per altre informazioni, contattate l’ente del turismo indiano di Milano.



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