A Trieste per l’Unità d’Italia

Avendo disponibilità di tre giorni consecutivi di festa per il 25 aprile, ho sforzato le meningi per trovare il luogo migliore per festeggiare la Liberazione. Mumble mumble… Dove si trova Piazza Unità d’Italia? Ma certo, a Trieste!
Scritto da: marcodonna
a trieste per l’unità d’italia
Partenza il: 25/04/2014
Ritorno il: 27/04/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
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Primo giorno

Ho raggiunto il capoluogo del Friuli Venezia Giulia partendo con il treno delle 7:35 da Milano che impiega circa quattro ore e mezza ad arrivare a Trieste. Qualche giorno prima, con una rapida ricerca su Internet, avevo scelto l’hotel in una zona strategica: via Venezian angolo via Cavana. Non è vicino alla Stazione Centrale (circa quindici minuti a piedi) però si trova in pieno centro, comodo alle principali attrazioni. La struttura in un vecchio palazzo non sarebbe neanche male (sebbene un restauro non guasterebbe) ma, sorprendentemente, non rifanno le camere al mattino pur non essendo proprio low-cost (45 Euro a notte).

Lasciati i bagagli in albergo, mi incammino in salita tra le viuzze del centro per raggiungere, in cima al colle, la mia prima meta: la Cattedrale di San Giusto. La facciata della Chiesa mi compare all’improvviso dopo una faticosa salita sotto il sole ed un caldo umido. Attorno all’imponente rosone si notano statue romane. La zona è ricca di rovine e si tratta di oggetti che avevano trovato durante la costruzione della Cattedrale. Evito la salita al campanile ed entro nella Cattedrale che è un insieme di più stili data la ricostruzione avvenuta agli inizi del Ventesimo secolo. Spiccano i mosaici bizantini e la cappella del tesoro (vale la pena spendere un Euro per illuminarla).

Uscito dalla Cattedrale e fotografati i resti romani, entro nel Castello di San Giusto, fortezza voluta dagli austriaci per dare alloggio al Capitano imperiale la cui costruzione si protrasse dal 1468 al 1636. Il biglietto permette l’ingresso nel cortile da cui si ammira uno splendido panorama della città, nel meritevole lapidario tergestino (dove si scopre che, ogni volta che hanno provato a scavare qualcosa a Trieste, ne sono emersi innumerevoli oggetti di epoca romana) e nel museo dell’Armeria.

All’uscita dalla visita al Castello sono accolto dalla pioggia (ma come? Prima c’era il sole! Questa è Trieste, baby).

Indosso il mio k-way, attraverso il Giardino della Rimembranza e percorro la suggestiva via del Monte, simboli del lungo rapporto tra la comunità Ebraica e la città di Trieste. In fondo alla via del Muro ci accoglie una lapide che ricorda un verso di Umberto Saba: “A Trieste ove son tristezze molte, e bellezze di cielo e di contrada, c’è un’erta che si chiama via del Monte.”

Proseguo oltre ed ammiro i resti dell’imponente Teatro Romano, prima di sbucare in Piazza dell’Unità d’Italia enorme e romantica sotto la pioggia.

Piove troppo e urge un piano B. E mai piano d’emergenza fu più fortunato. Scopro lo splendido Civico Museo Revoltella che ospita un’enorme galleria d’Arte Moderna con moltissime opere tra cui dipinti di Cesare dell’Acqua (pittore molto importante per la città che rivedremo più avanti), Domenico Merelli, Gaetano Previati, Umberto Veruda, Carlo Wostry, Marcello Dudovich, Piero Marussig, Giuseppe de Nittis, Renato Guttuso e statue di Canova, Pietro Magni (stupenda la sua fontana), Donato Barcaglia e Arnaldo Pomodoro.

Ma il museo è ancora qualcosa di più. Si può visitare lo splendido palazzo dove viveva il barone Pasquale Revoltella, collezionista ed imprenditore che partecipò al progetto del canale di Suez. Il museo è infatti composto dal Palazzo Revoltella che mostra la dimora ottocentesca del barone e l’adiacente Palazzo Brunner, ristrutturato da Carlo Scarpa, con la Galleria d’Arte Moderna.

Uscito dal Revoltella, incrocio Italo Svevo… o meglio la sua statua.

Come chiudere meglio il giorno del 25 aprile? Godendosi le luci di una delle più belle piazze italiane che si specchia nel mare: Piazza Unità d’Italia.

Secondo giorno

Alle 9:05 parte l’autobus 42 da Piazza Oberdan, direzione Grotta gigante. Si tratta della più grande grotta visitabile al mondo ed è uno spettacolo naturale unico assolutamente consigliato. L’autobus impiega circa 35 minuti a raggiungere Borgo Grotta. Giusto in tempo per essere tra i primi all’apertura (primo gruppo alle 10:00). La visita non è pericolosa ma si tenga conto che si devono fare 500 scalini in discesa ed altrettanti in salita. Il premio è uno spettacolo di stalattiti e stalagmiti in un enorme anfratto: un vero e proprio teatro naturale lungo 167,70 m, largo 76 m ed alto 98,5 m per un volume complessivo di 365mila metri cubi. Ricordatevi che la temperatura si aggira attorno agli 11 gradi centigradi in qualunque periodo dell’anno andiate.

Essendo riuscito ad entrare con il primo gruppo, si riesce a prendere al volo il 42 del ritorno che passa (il sabato) alle 11:35.

Dopo un pranzo veloce in piazza Vittorio Veneto (il sabato i bar della zona danno solo panini e sono anche leggermente infastiditi di avere dei clienti) prendo l’autobus numero 6 alla stazione direzione Castello di Miramare.

Il parco ed il castello (celebrati da Carducci in una nota poesia) furono voluti e creati da Massimiliano d’Asburgo. I lavori iniziarono nel 1856 ed il fratello dell’Imperatore d’Austria (e quindi cognato della celebre principessa Sissi) ci andò a vivere con la sposa Carlotta nel Natale del 1860. I due non rimasero molto in quanto Massimiliano nel 1863 venne nominato Imperatore del Messico dove si trasferì l’anno successivo e dove venne fucilato dai Repubblichini a Queretaro nel 1867. Non vide perciò l’ampliamento del Castello pur avendo seguito costantemente il cantiere da lontano.

La visita al castello è consigliata e si nota l’alternarsi di uno stile più sobrio nel periodo in cui Massimiliano visse con la moglie ad uno decisamente imperiale per gli ampliamenti che non furono mai veduti dal committente.

La vita di Massimiliano e del Castello sono immortalate in alcune tele che furono commissionate a Cesare dell’Acqua che già avevamo incontrato a Palazzo Revoltella il giorno prima.

Attorno al castello fu creato un meraviglioso parco ricco di esperimenti botanici voluti dall’Imperatore ed oggi purtroppo non molto ben curato (penso sia in restauro dato che ho notato alcuni lavori in corso).

Con stupore del ragazzo alla reception, visito anche la sede della Riserva Marina di Miramare che, al modico prezzo di 2,5 Euro, offre un percorso tra una decina di acquari con le specie marine della riserva (ideale se avete dei bambini, non è eccezionale ma non c’era nessuno e non è così brutta).

Ritorno a Trieste dove in Piazza del Ponte Rosso si gioca una sfida di polo con canoe. Io ne approfitto per salutare James Joyce… o meglio, la sua statua.

Terzo giorno

Riprendo l’autobus 42, questa volta per fotografare il Faro della Vittoria, uno dei simboli della città. La foto è l’unica cosa da fare perché non si può entrare, quindi riprendo il 42 ed il 6 e vado a fare la passeggiata sul lungomare di via Miramare dove si trova la statua della Mula dedicata a tutte le donne Triestine.

Verso mezzogiorno scende un autentico temporale ed io trovo riparo con un ottimo fritto misto dalle signore dell’El Fritolin, una istituzione da veri triestini.

Riprendo il 6 per tornare in città, giusto il tempo per un caffè con un pezzo di cheese cake al Caffè Tommaseo, il bar degli intellettuali e le ultime foto in Piazza della Borsa.

Un treno mi aspetta per riportarmi a Milano pieno di ricordi.

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Piazza Unità d'Italia a Trieste



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