A spasso per le città d’arte: Padova, Vicenza, Treviso
Martedì 09 ottobre
Partiamo per Padova con il Frecciarossa 9406 delle ore 07:50 da Roma Termini ed arriviamo in perfetto orario alle 11:07, accolti da una giornata primaverile. Approfittando dell’Ufficio Turistico presente in stazione, facciamo subito la Padova Card 48 h (il taglio minimo) che, al costo di € 17,00 a persona, ci permetterà l’ingresso gratuito alle maggiori attrazioni della città e l’uso dei mezzi pubblici. Imbocchiamo Via Roma e con una piacevole passeggiata siamo in breve in Via Porciglia, 18: ci sistemiamo nel B&B “Scrovegni”, proprio dietro la famosa Cappella, nella bella “Stanza azzurra”, dal soffitto interamente affrescato. Qualora necessitasse, il B&B è raggiungibile dalla stazione con due fermate di tram scendendo a “Eremitani”. La struttura si trova in un antico palazzetto del 1600, ristrutturato da poco accuratamente, in una posizione comoda per raggiungere a piedi il centro e i monumenti più importanti.
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Usciamo quasi subito alla scoperta della città e in un attimo siamo già a Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta e Piazza dei Signori, fulcro della vita cittadina fin dal Medioevo e ancora oggi occupate tutti i giorni, fino alle 13:30 circa, dai banchi dei mercati. E’ già ora di pranzo e, accogliendo il suggerimento della gentile proprietaria del B&B, ci accomodiamo ai tavolini del “Nazionale”, in Piazza delle Erbe, un locale famoso per i suoi tramezzini, sempre affollato ad ogni ora del giorno: Padova è una città universitaria e tanti sono i ragazzi che lo frequentano, attratti anche dai prezzi veramente abbordabili. Unica nota negativa, il sole che picchia sui tavoli e che non dà tregua.
Siamo nei pressi del famoso Caffè Pedrocchi, in Via VIII Febbraio, una vera e propria istituzione in città fin dal 1831: come non assaggiare allora il suo caffè alla menta? Una vera delizia, non si può passare per Padova e non fermarsi, oltretutto il locale è fantastico ed ospita un pezzo di storia, ma di questo parleremo in seguito.
Abbiamo prenotato, già da casa, una visita a Palazzo del Bo, la sede storica dell’Università, per le 15:30 ed avendo così parecchio tempo ancora a disposizione, ritorniamo in Piazza delle Erbe per visitare il Palazzo della Ragione, antica sede dei tribunali cittadini: già fantastico all’esterno con la sua caratteristica copertura a forma di carena di nave rovesciata, è veramente straordinario all’interno, a cui si accede attraverso la cosiddetta “Scala dei ferri”. L’interno, un unico immenso salone di 82 metri di lunghezza e 27 di larghezza, è interamente affrescato con uno dei rarissimi cicli astrologici medievali giunti fino a noi dopo che nel 1420 un incendio aveva distrutto la precedente opera di Giotto e della sua bottega. Contiene la “Pietra del Vituperio” (su cui i debitori insolventi erano costretti a battere tre volte le natiche, dopo essersi spogliati) e un enorme cavallo di legno, usato per le feste che si svolgevano in città e attribuito persino a Donatello.
Molto bella la loggia porticata che si affaccia sulla piazza. Il biglietto di ingresso al Palazzo è di € 6,00, gratuito con la Padova Card. Intanto si è fatta l’ora della visita a Palazzo del Bo, poco distante, in Via VIII Febbraio, sede storica della Università di Padova dal 1493. Avevamo prenotato la visita on line già da un po’, ma oggi ci sono le discussioni di laurea in medicina e quindi le due sale più importanti (Sala dei Quaranta e Aula Magna) non sono visitabili. Ci accontentiamo del bel cortile interno, ricco di stemmi e del famoso Teatro Anatomico, il più antico del mondo nel suo genere. Il costo del biglietto di ingresso è di € 10,00 che si riduce a € 5,00 con la Padova Card.
Ritorniamo nuovamente al Caffè Pedrocchi, perché la Card permette l’accesso gratuito al Piano Nobile di questo bell’edificio, dove nella successione di sale è allestito anche il Museo del Risorgimento. Siamo ancora a metà pomeriggio, tutto sembra veramente a portata di mano e dopo aver fatto una deviazione per Piazza Antenore, dedicata all’eroe troiano che secondo Virgilio fondò la città nel 1184 a.C., imbocchiamo dapprima Via Roma, poi Via Umberto I e sbuchiamo sulla scenografica piazza conosciuta come Prato della Valle. Una delle più grandi piazze d’Europa, sorta su un’area paludosa e malsana fatta bonificare nel 1775 da Andrea Memmo, provveditore della Serenissima e destinata a ospitare mercati e spettacoli: la sua pianta ellittica è adornata da 78 statue di personaggi famosi ed è veramente delizioso passeggiare lungo il corso d’acqua che delimita l’isola Memmia collegata da piccoli ponti alla piazza. Sullo sfondo la mole della Basilica di Santa Giustina che decidiamo di visitare più tardi perché è aperta fino alle 20:00.
Perciò, imbocchiamo Via Belludi che ci conduce dritti dritti in Piazza del Santo dove troneggia la famosa Basilica di Sant’Antonio, detta dai Padovani semplicemente “Il Santo”. L’interno presenta cappelle sontuose, come quella “delle Reliquie” e quella che ospita le spoglie di sant’Antonio. La basilica è molto articolata ed è affiancata da un Oratorio e una Scola che però non visitiamo perché chiudono alle 18:00.
Torniamo in Prato della Valle e visitiamo a questo punto la Basilica di Santa Giustina che ospita, tra le altre, la tomba di San Luca Evangelista. È ora di cena e scegliamo un locale consigliato, “Osteria dal Capo“, in Via degli Obizzi 2, un piccolo locale in cui gusto una ottima zuppa di funghi, rimanendo pienamente soddisfatti. La serata è piacevole e tranquillamente riattraversiamo il centro e ci ritroviamo in Piazza degli Eremitani, quindi nell’accogliente B&B.
Mercoledì 10 ottobre
Lasciamo in deposito i bagagli nel B&B: li riprenderemo nel tardo pomeriggio. Abbiamo prenotato la visita alla Cappella degli Scrovegni per le 09:30, ma siamo proprio dietro l’angolo e prima di raggiungere l’ingresso entriamo nella bella Chiesa degli Eremitani che si affaccia sulla piazza omonima. La chiesa, la cui costruzione risale al 1276 utilizzando precedenti antichissime strutture, è dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, ma è tradizionalmente conosciuta come degli Eremitani in quanto l’annesso convento con foresteria, che oggi ospita il Museo Civico agli Eremitani, era meta dei pellegrini di passaggio. L’interno, ad unica navata è veramente bello, scenografico nella sua immensità e semplicità, con alcuni sepolcri addossati alle pareti e la Cappella Ovetari affrescata in parte da un giovane Mantegna: purtroppo proprio questa cappella finì completamente distrutta dal bombardamento dell’11 marzo 1944 e di quegli affreschi, sulla parete destra, non rimane molto.
Usciti dalla chiesa, ci presentiamo alla biglietteria della Cappella degli Scrovegni presentando la Padova Card che ne permette l’ingresso gratuito (il biglietto costa altresì € 13,00) e dopo aver sostato in un ambiente dove viene proiettato un bel filmato sulla storia del monumento, possiamo accedere all’interno per quindici minuti (una campanella avverte che è ora di uscire). In compenso, a differenza di altri luoghi meno noti o delicati, qui si può anche fotografare. Avevamo già visto la Cappella anni fa, ma l’opera di Giotto è talmente straordinaria, soprattutto dopo l’ultimo restauro che ne ha restituito i colori, che è quasi d’obbligo ritornarci.
Visitiamo ora il complesso dei Musei Civici agli Eremitani, che comprendono il Museo Archeologico e il Museo d’arte medievale e moderna, sapientemente allestiti nei chiostri dell’ex convento. Di roba da vedere ce ne è tanta, soprattutto reperti archeologici, ma poi cerchiamo di accelerare perché abbiamo un programma intenso da rispettare. Il biglietto di ingresso di € 10,00 è compreso nella Card. La zona degli Eremitani ci piace veramente tanto, elegante e ben curata.
Ritorniamo in Piazza dei Signori e da lì seguiamo un itinerario che ci porta alla Chiesa di San Nicolò, un bell’edificio alto-medievale, considerato uno dei più antichi di Padova e che si affaccia sul cosiddetto Selciato di San Nicolò, un angolo della città molto particolare.
Visitiamo poi l’Oratorio di San Rocco, risalente alla metà del 1500 (ingresso compreso nella Card), con le pareti completamente affrescate con episodi della vita del Santo. Imboccando Via Accademia, nel percorso per arrivare al Duomo, ci imbattiamo casualmente nella Loggia dei Carraresi, ultima parte rimasta di quella che era la “Reggia dei Carraresi”, fatta costruire nel 1338 dalla potente famiglia dei Carraresi che acquisiscono con il capostipite Ubertino il potere assoluto sulla città. La residenza era immensa, occupava praticamente tutto l’attuale centro storico di Padova. Oggi ospita l’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti e se ne possono visitare due splendide sale: la Sala Tebana e la Sala dei Giganti. L’ingresso è curato dai volontari di Legambiente che richiedono una piccola offerta.
In fondo a Via Accademia è già visibile la mole del Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta che però non ci entusiasma, mentre imperdibile è l’attiguo Battistero, il cui interno è completamente ricoperto da uno dei più importanti cicli ad affresco del XIV secolo, capolavoro di Giusto de Menabuoi. Veramente notevole!! Il biglietto di ingresso è di € 3,00, gratuito con la Card.
Pausa pranzo: torniamo volentieri al “Nazionale”, sempre arrostiti dal sole, però.
Così rifocillati, approfittiamo del tram per raggiungere l’Orto Botanico (scendiamo alla fermata “il Santo”: pochi minuti a piedi e siamo all’interno di questo bellissimo giardino, fondato nel 1545 e dal 1997 dichiarato patrimonio UNESCO. Molto interessante la parte storica ma la chicca è il nuovo edificio che ospita il Giardino della Biodiversità con 1.300 specie che crescono negli ambienti ricreati per fascia climatica, il tutto arricchito da pannelli espositivi molto curati. Sicuramente da vedere. Il biglietto di ingresso di € 10,00 è ridotto a € 5,00 con la Card.
Riattraversiamo a piedi tutto il centro, ci concediamo anche oggi lo squisito caffè alla menta al Pedrocchi e infine ritiriamo i bagagli nel B&B per raggiungere la stazione, in quanto con il regionale delle 17:40 in soli 17 minuti di tragitto arriviamo a Vicenza.
Imbocchiamo Via Roma e per arrivare in Contrà San Rocco 28, dove si trova il nostro nuovo B&B, sottovalutiamo il fatto di dover trascinare i trolley per oltre un chilometro. Quando ci troviamo di fronte al Portico Rosso, ci pare un miraggio: veniamo però ripagati sia dalla bellezza della casa, sia dalla gentilezza e amabilità di Lucia, una persona veramente eccezionale. Un’accoglienza che non si può descrivere, va vissuta sul posto.
E’ ormai ora di cena e seguendo il suggerimento di Lucia, andiamo da Veneto’s in Corso Palladio 56. Ci troviamo così bene che ci torneremo per tutte e tre le sere del nostro soggiorno.
Cerchiamo di prendere un po’ di confidenza con la città, ma in giro non c’è anima viva (sono solo le 21:30), sembra sia scattato il coprifuoco e perciò decidiamo di andare a dormire, rendendoci conto che il B&B è a due passi dal centro, mentre all’arrivo ci era sembrato molto decentrato e periferico.
Giovedì 11 ottobre
Dopo una bella colazione e una piacevole chiacchierata con Lucia, siamo pronti per fare la conoscenza con la città del Palladio. Imbocchiamo Via Antonio Fogazzaro su cui si apre la Piazza San Lorenzo: il Tempio di San Lorenzo, con un interno piuttosto ampio, è caratterizzato da un imponente portale risalente al XIV secolo e da un bel chiostro rinascimentale.
Siamo in breve su Corso Palladio che percorre tutto l’asse del centro storico e su cui affacciano splendidi palazzi, parecchi con le caratteristiche logge in stile veneziano. Come in quasi tutte le città del Nord, gli edifici sono porticati per difendersi dall’inclemenza del tempo nella stagione invernale.
Al termine del Corso, siamo arrivati in Piazza Matteotti dove è ubicato l’Ufficio del Turismo per acquistare il cosiddetto “biglietto unico” (Card musei) che consente, al prezzo di € 15,00 a persona, di entrare gratuitamente in parecchi musei della città, valido sette giorni dal momento della prima validazione.
E la prima validazione la facciamo subito, perché usciti dall’Ufficio, subito a destra, entriamo, dopo aver attraversato un ampio giardino disseminato di statue e reperti antichi, nel Teatro Olimpico, il teatro coperto in muratura più antico del mondo, progettato dal Palladio che morì prima di vederlo terminato. L’interno è un’opera veramente eccezionale, decorato con novantacinque statue di personaggi mitologici e il suo gioco di prospettive lascia veramente interdetti. Sedetevi un po’ sulle sue gradinate e ammiratelo dall’alto. Il biglietto di ingresso è di € 11,00, gratuito con la Card, ma sappiate che al suo interno non è presente una biglietteria, bisogna comunque rivolgersi all’ufficio del turismo anzidetto.
Usciti dal teatro e attraversata la piazza, ci troviamo di fronte alla mole del Palazzo Chiericati, iniziato dal Palladio nel 1550, con una facciata meravigliosa: ospita oggi il Museo Civico di Vicenza dove ammirare i grandi maestri del Cinquecento, tra cui Tiepolo e Veronese. Il biglietto di ingresso è di € 7,00, gratuito con la Card.
Ritorniamo su Corso Palladio, decisamente animato rispetto alla sera precedente, e sulla destra svoltiamo in Contrà Santa Corona ed entriamo nell’antica Chiesa di Santa Corona, ricca anch’essa di opere d’arte e che ha ospitato fino alla metà dell’Ottocento le spoglie del Palladio prima che venissero trasferite al Cimitero Maggiore. Il biglietto di ingresso è di € 3,00, gratuito con la Card, ma anche qui non è presente la biglietteria.
Oltrepassata la Chiesa, nei cui chiostri è ospitato il Museo Naturalistico-Archeologico, che però non visitiamo (sempre compreso nella Card), troviamo sulla sinistra l’ingresso del Palazzo Leoni Montanari, risalente al 1687, in cui sono allestite le Gallerie d’Italia di Vicenza. Molto gradevole, e al di là delle opere esposte, vale la pena di girare un po’ nelle sue eleganti sale.
Siamo di nuovo su Corso Palladio e sempre con un occhio a quanto ci circonda lungo il percorso, giriamo a destra su Contrà Porti, una delle vie più belle di Vicenza, a mio avviso, dove prospettano uno dietro l’altro diversi palazzi importanti, tra cui Palazzo Barbaran di Porto occupato dal bellissimo Palladio Museum. Questo custodisce i modellini delle creazioni del grande architetto, i disegni originali e i suoi vari ritratti che ci mostrano come non sia possibile stabilire con certezza quali siano i suoi lineamenti, essendo le raffigurazioni differenti l’una dall’altra. Un allestimento veramente gradevole in una cornice patrimonio UNESCO. Del resto, Vicenza è stata riconosciuta essa stessa patrimonio UNESCO nel 1994. Il biglietto di ingresso al Museo è di € 8,00, gratuito con la Card.
Imboccando Via Cesare Battisti, ci dirigiamo verso il Duomo che troviamo però chiuso: aprirà alle 15:30. Ne ammiriamo nel frattempo l’imponente struttura esterna e la cupola di rame, opera del Palladio.
Necessita una pausa per il pranzo e accogliendo il suggerimento di Lucia, andiamo in Piazza delle Erbe in un posticino chiamato “Pane Quotidiano”, che aderisce ad un progetto di recupero, SOS Villaggio, offrendo opportunità di inserimento nel mondo del lavoro a ragazzi e donne ospiti della comunità. E’ alloggiato proprio sotto la Basilica Palladiana, ma la cosa più interessante è che sforna pane e pizza con farine particolari, permettendo così uno spuntino appetitoso a prezzi molto ragionevoli.
Prendendo poi Contrà della Catena, ci ritroviamo in un angolo di Vicenza molto suggestivo, quasi romantico, direi: il Ponte di San Michele che fronteggia il Ponte San Paolo sul fiume Retrone. Gironzoliamo un po’ e poi ritorniamo nel cuore di Vicenza, a Piazza dei Signori, il salotto buono della città, in origine foro romano e luogo di mercato, dove si adagia la bellissima Basilica Palladiana su uno dei lati lunghi, mentre di fronte prospetta la Loggia del Capitanato, anch’essa progettata dal Palladio, la Chiesa di San Vincenzo e il Palazzo del Monte di Pietà, chiusa a est da due colonne, quella di San Marco e quella del Redentore.
Vorremmo visitare la Basilica Palladiana ma poiché aprirà solo alle 17:00, ripercorriamo Corso Palladio fino a Piazza Castello e ci riposiamo un po’ nella quiete dei Giardini Salvi, una bella oasi verde dove si trova un altro capolavoro di scuola palladiana, la Loggia Valmarana che si affaccia sulle acque della Seriola ma che attualmente è in restauro.
Ritorniamo in Piazza Duomo, ma la visita della Cattedrale, intitolata a Santa Maria Annunciata, non ci entusiasma, mentre troviamo interessante il Museo Diocesano all’interno del Palazzo Vescovile che, in undici sale, raccoglie reperti archeologici paleocristiani di età romana, oggetti e paramenti sacri, arte sacra dal Quattrocento al Settecento e pregevoli opere di oreficeria. Il biglietto di ingresso è di € 5,00, gratuito con la Card. Inoltre, abbiamo la fortuna di essere accompagnati da un giovane archeologo a visitare il vicino Criptoportico Romano, risalente alla fine del I secolo a.C., appartenuto ad una ricca domus, che troviamo eccezionalmente aperto. Vi si accede con offerta libera.
Finalmente, si è fatta l’ora di ingresso alla Basilica Palladiana: purtroppo in questi giorni stanno smontando gli allestimenti di una mostra che occupava il famoso Salone lungo cinquantadue metri ed alto venticinque e che quindi non è accessibile. Siamo un po’ delusi, ci dovremo unicamente accontentare di salire sulla terrazza della Basilica, comunque di grande suggestione e da cui si gode, da un lato di uno splendido panorama sui tetti di Vicenza fino ai colli (da qui si vede il Santuario di Monte Berico), mentre dall’altro è fantastico l’affaccio su Piazza dei Signori. La Basilica è sicuramente un monumento da non perdere, andateci anche di sera per ammirarla nella sapiente illuminazione notturna.
Facciamo qualche acquisto da “Il Ceppo”, su Corso Palladio che offre prodotti tipici della zona e poi ci riposiamo un po’ nel B&B prima di ritornare a cena da Veneto’s.
La giornata è stata lunga, ma le cose da vedere sono tante e siamo contenti di aver organizzato al meglio il nostro itinerario.
Venerdì 12 ottobre
Oggi visiteremo Treviso, facilmente raggiungibile da Vicenza. Gentilmente Lucia ci prepara la colazione alle 07:30 e poi, a passo svelto, percorriamo tutta Via Roma fino alla stazione per prendere il regionale delle 08:14 per Treviso. Arriviamo puntuali alle 09:22 e ci dirigiamo direttamente verso la Porta Altinia e superato il ponte sul fiume Sile, ci troviamo fuori delle mura, apparentemente in periferia: in realtà, godendo di bei panorami proprio sul fiume e della sequenza dei ponti Dante e Margherita, vogliamo raggiungere subito la zona dell’Università lungo la riviera Garibaldi e iniziare il nostro tour da lì. Il quartiere universitario è stato recentemente riqualificato ad opera dell’architetto Paolo Portoghesi che ha ricreato un raffinato Caffè letterario, il Largo Umanesimo Latino e al di là dell’arco appartenuto all’antico Ospedale dei Battuti, Piazza della Dogana. Uno spazio veramente gradevole. In breve siamo alla isoletta della Pescheria dove si svolge, da sempre, il caratteristico mercato giornaliero del pesce. Da lì, percorrendo strette strade interne su cui si affacciano bei palazzetti, alcuni con facciate ancora dipinte, ci troviamo a Piazza dei Signori, cuore della Treviso storica, dove affaccia il maestoso Palazzo dei Trecento, eretto nei primi anni del Duecento come palazzo della Ragione per ospitare l’autorità giudiziaria. Ammiriamo il Palazzo della Prefettura, il Palazzo del Podestà e, su Piazza Indipendenza, la statua dedicata appunto all’Indipendenza e chiamata familiarmente dai Trevigiani la Teresona per le sue forme giunoniche. Percorriamo tutta Calmaggiore, il corso principale della città antica che collega Piazza dei Signori al Duomo, dedicato a San Pietro (il centro del potere civile con quello del potere spirituale). Del Duomo originale del XII secolo non rimane nulla, già rifatto tra Quattrocento e Cinquecento, fu definitivamente demolito alla metà del Settecento e ricostruito nelle forme attuali, simile all’esterno ad un moderno pantheon. Alle sue spalle, fa contrasto il Battistero di San Giovanni che conserva l’aspetto originario in mattoni rossi in stile romanico.
Ritornati in Piazza Indipendenza ammiriamo la Loggia dei Cavalieri, la cosiddetta “piazza coperta” che aveva lo scopo di accogliere, come un salotto all’aperto, i nobili che qui si incontravano per affari, per decisioni di pubblico interesse o anche per giocare a scacchi. Facciamo una pausa pranzo in un posticino simpatico, di fronte al mercato del pesce, Capatoast, gustando dei toast molto particolari a un prezzo decisamente invitante.
Poi non seguiamo più un itinerario preciso ma ci perdiamo tra i vicoli, i piccoli ponti sui corsi d’acqua, ci innamoriamo dei Buranelli, una delle zone più caratteristiche della città, fotografata e ritratta dagli artisti: il nome gli deriva dal fatto che qui vivevano i commercianti di pesce provenienti da Burano. E Treviso è proprio questo: un’affascinante scoperta continua di angoli nascosti e inaspettati, di balconcini fioriti che si affacciano a pelo d’acqua, di salici piangenti lungo i canali, di ruote di vecchi mulini. Che bellezze inaspettate!! Una visita sicuramente da consigliare a chi si trova in zona, non sfigura certamente al cospetto delle città d’arte più gettonate.
Ci fermiamo un po’ su una panchina lungo un canale e poi, con una breve passeggiata siamo nuovamente alla stazione per prendere il regionale delle 14:38 che arriva a Vicenza alle 15:46.
Abbiamo tutto il tempo per riposarci nel B&B prima di uscire per la nostra ultima sera a Vicenza: visitiamo la Chiesa del Carmine, passeggiamo fino alla Porta Santa Croce, ammiriamo ancora una volta le belle facciate dei palazzi nobiliari mentre cala la sera ed infine ceniamo nuovamente da Veneto’s.
Sabato 13 ottobre
Purtroppo siamo già alla fine di questa vacanza che si è rivelata comunque molto intensa, ma abbiamo ancora tutta la mattina a disposizione: lasciamo i bagagli in custodia a Lucia e ritorniamo su Via Roma al capolinea del bus 8 per andare a visitare due famose creazioni del Palladio: Villa La Rotonda e Villa Valmarana ai Nani.
Piccola informazione pratica: il bus 8 parte al minuto 12 di ogni ora e quindi è necessario pianificare bene per non perdere tempo. Noi prendiamo quello delle 10:12 anche perché le ville aprono alle 10:00 ed è inutile arrivare molto presto, essendo il percorso in bus di pochi minuti. Scendiamo alla fermata Riviera Berica e in breve siamo all’ingresso della Villa Almerico Capra detta “La Rotonda”, progettata e costruita dal Palladio su commissione del monsignor Paolo Almerico e passata successivamente alla famiglia Capra. Dal 1911 è proprietà della famiglia Valmarana: il costo del biglietto è di € 10,00 a persona tenendo presente che solo di mercoledì e di sabato mattina si possono visitare anche gli interni. Negli altri giorni, è consentito l’accesso al solo esterno al costo di € 5,00.
La villa non ha certamente bisogno di presentazione, effettivamente magnifica la sua invenzione architettonica, come stupendi sono gli interni imperniati attorno al salone centrale. A quattrocento metri dalla Rotonda, percorsa una stradicciola in salita, siamo di fronte alla Villa Valmarana ai Nani, così chiamata da 17 piccoli nani in pietra, un tempo disseminati nel giardino e ora disposti sul muro di cinta della proprietà. La villa, tuttora abitata dalla famiglia Valmarana, si compone di tre edifici, la Palazzina, la Foresteria e la Scuderia. Bello l’esterno, stupefacenti gli interni della Palazzina e della Foresteria affrescati da Giambattista Tiepolo e da suo figlio Giandomenico nel 1757. Bellissimo anche il roseto che circonda la villa.
Il biglietto di ingresso costa € 10,00 a persona.
Avendo tempo a disposizione, sarebbe stato piacevole ridiscendere a piedi: ma il percorso è stimato in circa mezz’ora e noi non ce lo possiamo permettere: perciò riprendiamo il bus 8 delle 12:24 (consiglio di memorizzare gli orari perché i passaggi del bus sono radi) e, ritornati in centro pranziamo nuovamente da Il Pane Quotidiano. E’ ora di ritirare i bagagli perché alle 15:00 abbiamo il regionale per Padova da dove il Frecciarossa 9439 delle 15:53 ci riporta a Roma Tiburtina in perfetto orario alle 19:00.
Che altro dire? Tre magnifiche città ricche di storia e di arte che meritano certamente una visita attenta, con un occhio ai monumenti più noti, ma con l’altro ai tanti angoli nascosti che si regalano a chi li sa cercare.