A spasso per l’Isla grande!
Qualcuno dice che la gentilezza e la disponibilità nei confronti degli stranieri è solo per averne un tornaconto personale, io direi invece che questo è secondario, ovvero loro sono così : positivi, sereni, aperti e se poi riescono anche a ricavarne qualcosa per poter vivere un po’ meglio di come sono costretti a fare, tanto meglio.
Hanno voglia di chiacchierare, ti chiedono del tuo paese e raccontano molto del loro, spesso in maniera positiva anche se poi l’amarezza di vivere sotto un regime che li priva della libertà traspare dalle loro espressioni! Dichiararlo apertamente non si può, il delatore può essere chiunque! E così non potremo dimenticare quei ragazzi che si sono fatti in quattro per aggiustarci lo scooter preso a noleggio e che ci ha abbandonato in mezzo ai campi a 35 km. Da Baracoa, il tassista dell’Avana che ci ha tenuto le valigie a casa sua durante la giornata del rientro in Italia perché l’aeroporto internazionale Josè Marti è sprovvisto del deposito bagagli e il nostro volo era alle 23.50, il simpaticissimo Orlando che nella sua parlata intercalava continuamente “claro che sì “ o “claro che no” secondo i casi e che ci ha regalato una bambolina ed un ventaglio senza aver voluto assolutamente nulla, quel signore di Baracoa che ci ha ospitato a casa sua per quasi due ore offrendoci anche il caffè aspettando che fuori smettesse di diluviare o Luis incontrato sul sentiero che porta a Playa Blanca da Baracoa e che ci ha fatto compagnia per più di un’ora e alla fine ha anche regalato a Sonia la sua collanina.
Alla fine tutto quel che si legge e si dice sui jineteros c’è ed esiste, ma con un minimo di esperienza si riesce subito a distinguere chi vuole venderti qualcosa o chiederti soldi da chi invece ha solo voglia di parlarti e comunque non sono più assillanti che i negozianti di Naama Bay in Mar Rosso o i procacciatori di stanze d’albergo del Perù o del Guatemala.
Purtroppo tutto questo non è possibile fotografarlo, ma è sicuramente quello che rimarrà di più nei nostri cuori assieme alla gentilezza delle famiglie che ci hanno ospitato nelle case particular in cui siamo stati: -Julio Padilla Martin nel quartiere del Vedado all’Avana, con i suoi preziosi consigli e le sue belle camere con vista panoramica, ma che purtroppo non serve la colazione.
-Teresa Martinez a Vinales con le sue ottime cene e colazioni servite all’aperto ed i cocktail che ci offriva mentre ci riposavamo sulle sedie a dondolo.
-Efrain Alba Delgado a Baracoa che ci hanno deliziato con delle cene squisite e la loro cordialità.
-Casa Arandia di Trinidad con le sue bellissime stanze e il patio ricco di piante dove far colazione e gustare dello squisito pesce, ma soprattutto i preziosissimi consigli e dritte su Trinidad e dintorni della Signora Luisa.
Il nostro giro dell’isola è partito con la visita dell’Avana che nonostante la decadenza delle case e i molti palazzi fatiscenti rimane affascinante e assolutamente da vedere.
La seconda tappa ci ha portato a Vinales, grazioso paese della verdissima vallata omonima ricca di palme reali, piantagioni di tabacco e banane, da girare con gli scooter che vengono noleggiati di fronte alla chiesa del paese. Da Vinales abbiamo visitato in giornata Cayo Levisa dove abbiamo fatto il bagno sulla splendida spiaggia dell’unico albergo dell’isola costituito da bungalow con tetti in paglia e dotati di tutti i comfort e Playa Maria la Gorda rinomato centro di sub tra il mar dei Carabi e il Golfo del Messico.
Tornati all’Avana con un volo interno prenotato gia dall’Italia siamo arrivati a Baracoa situata all’estremità orientale dell’isola nella provincia di Guantanamo famosa per la base navale americana, ma di cui non si riesce a vedere nulla. Baracoa è una cittadina coloniale molto carina ma come tutte le città cubane rimaste ferme agli anni ’60 e perciò si trovano marciapiedi con buchi enormi, case pericolanti, asfalto dissestato ecc. Quattro giorni stupendi a zonzo con lo scooter, noleggiato all’albergo El Castillo, per le varie spiagge orlate da palme da cocco dove di turisti se ne vedono veramente pochi. La sera si trascorreva alla casa della musica o alla bella discoteca El Ranchon raggiungibile da una buia scalinata ad ascoltare salsa o son.
Da Baracoa un estenuante viaggio di 17 ore, con un autobus Viazul, ci ha portato a Trinidad. Se mai un giorno queste città coloniali riusciranno a restaurarle saranno qualcosa di stupefacente, nonostante già cosi siano di una straordinaria bellezza.
Le giornate a Trinidad le abbiamo trascorse a rosolarci al sole sulla spiaggia di Playa Ancon o su quella più tranquilla del “El Caribe”. Spiaggia bianca, mare azzurro e bellezze cubane mozzafiato che alla sera si rincontravano sulla scalinata di Plaza Mayor dove vari gruppi musicali e gruppi di ballerini si alternavano e dove si poteva gustare la Canchanchara, l’ottimo cocktail a base di rum e miele.
Per raggiungere le spiagge andateci con i coco-taxi, i folclorici taxi di Trinidad e dell’Avana, molto piu convenienti di quelli “normali”, nonostante ogni tanto abbiano dei guasti ma che i solerti taxista sanno come riparare.
Purtroppo qui a Trinidad si può dire che è terminato anche il nostro viaggio, non c’è rimasto, infatti, che rientrare all’Avana con un taxi non ufficiale in sole tre ore e mezzo allo stesso prezzo dell’autobus Viazul ma che c’impiega cinque ore, dopo 15 meravigliosi giorni e con la promessa di tornare.