A spasso per Kusadasi e Istambul !
Il nome Kusadasi, letteralmente isola degli uccelli, si riferiva all’antico villaggio, coincidente con la fortezza, che nel XVI secolo era usata come base dai pirati.
In origine tale nome indicava una piccola isoletta vicina alla costa, che ora, di fatto, non esiste più; é stata infatti collegata al paese da una strada costruita su di un terrapieno.
Qui é prevista l’escursione guidata a Efeso, ma dato che sono un pò stanco delle guide che mi costringono a vedere quello che rientra nel loro giro, senza poter godere liberamente del luogo in cui mi trovo, ho deciso di non parteciparvi e di farmi un giro in piena libertà in questo piccolo centro, che anche se ormai é snaturato dai moltissimi negozi che sorgono nella zona adiacente al porto, conserva al suo interno i caratteri tipici del borgo marinaro.
Tra l’attracco e lo sbarco, stranamente, passa poco tempo e mi ritrovo col mio zainetto a spalle sulla banchina del piccolo porto locale.
La cittadina é veramente piccola e appena uscito dalla zona del porto, mi dirigo verso l’unico centro di attrazione : il bazar.
Come sempre vengo chiamato da moltissime persone che mi invitano a entrare nei loro negozietti, a comprare dalla loro bancherella, a provare i loro vestiti e resistere a tale pressione é veramente arduo, soprattutto per un caratterino come il mio, che si scalda velocemente, in queste situazioni…
Questa mattina però mi sembra di reggere più del solito e ripensandoci adesso, non mi so spiegare il motivo.
Comunque proseguo il mio cammino e guardo con molta attenzione la merce messa in mostra; ci sono gli immancabili capi di pelle, le spezie, magliette contraffatte di qualsivoglia marca e soprattutto della Lacoste, ma che al tatto mostrano tutta la loro “falsità”.
Finalmente trovo quello che cercavo, un “narghilè”, e con disinvoltura comincio ad avvicinarmi e a guardarlo per bene.
Non passano neanche cinque secondi dal momento in cui ci poso gli occhi, che ecco arrivare l’avventore, che mi comincia a elencare le straordinarie qualità dell’oggetto, che ho scelto.
Taglio corto e chiedo quanto costa; la risposta é un’altra domanda : “sei italiano ?”. Rispondo affermativamente ed eccomi ricoperto di mille complimenti nazionalistici, su quanto siamo simpatici, bravi, buoni e belli e l’immancabile menzione sul calcio ! Ci riprovo e domando nuovamente quanto costa; risposta : “cinquantamila lire !”, ma non turche, italiane !!! “Non se ne parla nemmeno, é uno scippo…”; allora mi capovolgono la domanda : “quanto mi vuoi dare ?”. Chiaramente ne approfitto e sparo un prezzo molto basso : “ventimila”. “No, no, no, troppo poco, almeno quaranta” e così via sino ad arrivare al prezzo giusto per me, vantaggiosissimo, sicuramente per il venditore di venticinque mila lire.
Prendo il mio souvenire e continuo il mio giro; sono piacevolmente soddisfatto, anche se la contrattazione mi ha portato via una buona mezz’ora.
Improvvisamente vengo attratto da un negozio che vende borse di pelle; non faccio a tempo a fermarmi un attimo, che mi invitano o meglio sarebbe dire, mi costringono, anche se molto garbatamente ad entrare.
Appena dentro cominciano a mostrarmi un’infinità di borse, anche molto carine e ad occhio ben fatte e per mettermi a mio agio, mi offrono una tazza di tè alla menta.
Lo accetto volentieri ed é una delle cose migliori che mi ricordo di questo paese.
Per quanto riguarda le borse, anche se ne trovo una che mi piace, pur contrattando e tirando sul prezzo all’inverosimile, simulando di andarmene, non riesco a scendere sotto le cinquantamila lire; oggettivamente è un pò troppo caro… E poi in tasca mi sono rimaste solo ventimila lire, quindi rinuncio e lascio il negozio.
Attraverso a ritroso il bazar e torno sulla nave; é quasi ora di pranzo e poco prima che mi sieda al tavolo, lasciamo il porto di Kusadasi; prossima tappa Istambul.ISTAMBUL Dopo una notte di navigazione tranquilla, attracchiamo al porto di Istambul, città cosmopolita, che erroneamente molti pensano essere la capitale della Turchia (anche tra l’equipaggio, visto che avvisano tramite autoparlante, che siamo giunti nella capitale turca !); ma non é Ankara ? La città, fondata dai Greci nel lontano 600 avanti Cristo con il nome di Bisanzio, divenne Costantinopoli dopo la conquista da parte di Costantino, assumendo il ruolo di capitale dell’impero romano in Oriente.
Solo nel 1453, con l’invasione turco ottomana, assunse il nome attuale di Istanbul.
Oggi con i suoi 12 milioni di abitanti é una delle metropoli europee più vaste e vanta un particolare record : é l’unica città al mondo che sorge su due continenti, Europa e Asia.
La parte europea é divisa da quella asiatica dallo stretto del Bosforo, che mette in comunicazione il Mar Nero con il Mar di Marmara.
A sua volta la parte europea é divisa in due dal Corno d’Oro, un piccolo estuario di acqua dolce.
A differenza delle precedenti soste, qui non ho acquistato il tour guidato completo, ma solo quello di mezza giornata, con la visita del museo del Topkapi; dopo la bella esperienza di Kusadasi, mi sono convinto che é molto meglio arrangiarsi da solo, visto e considerato, che il pomeriggio é previsto solo il giro della città e per questo posso tranquillamente organizzarmi da solo.
Operazioni di sbarco veloci e senza alcun problema di documenti e dogana; si sale sui pullman e via verso il museo del Topkapi.
Canonica sosta presso un grande negozio di abbigliamento in pelle, dove la guida avrà sicuramente la provvigione sugli eventuali acquisti e arrivo al museo.
Il palazzo del Topkapi si trova all’estremità del corno d’Oro e un tempo era la residenza dei sultani, che continuarono ad ampliarlo per oltre tre secoli.
Ciò lo rende oggi uno dei musei più grandi al mondo, in cui sono conservati innumerevoli opere d’arte e oggetti preziosi, che venivano offerti ai sultani, dagli ambasciatori in visita di tutto il mondo.
Non vorrei apparire poco acculturato, ma questa mattinata era meglio che la spendevo per il giro della città; il museo infatti mi annoia rapidamente e forse, anzi sicuramente, sarebbe stato meglio girellare per le vie, le moschee e il bazar di Istambul.
Fortunatamente la visita si conclude abbastanza velocemente; lasciamo il palazzo del Topkapi e ci dirigiamo alla Moschea di Solimano, la più grande e famosa di Istambul.
Costruita nel 1500 dal sultano Solimano, detto il magnifico, é visibile da ogni luogo della città, visto che sorge su uno dei colli, che la circondano.
E’ veramente molto bella e raffinata e si viene di fatto sopraffatti dalla sua imponente vastità e attratti dalle splendide decorazioni delle piastrelle di Iznik.
Rimango colpito dai rubinetti che si trovano all’esterno lungo il lato della moschea, dove i mussulmani si lavano i piedi prima di accedere alla moschea.
Rimaniamo per mezz’ora all’interno della Moschea di Solimano, quindi ci spostiamo nuovamente per visitare la Chiesa di Santa Sofia.
Quest’ultima sorge vicina all’ampio piazzale chiamato Ippodromo al centro del Corno d’Oro. La chiesa é dedicata alla Divina Sapienza e non ad una santa, come erroneamente molti sono portati a pensare; in greco infatti “sofia” significa appunto Sapienza.
Costruita dall’imperatore Giustiniano nel 500 dopo Cristo, rappresentò la più grande chiesa della cristianità fino al 1453 quando Costantinopoli cadde in mano ai Turchi-Ottomani che la trasformarono in una moschea aggiungendo i minareti ed altri elementi necessari al culto musulmano.
Entrando nella chiesa rimango colpiti in particolare dalla successione di semicupole rivestite da mosaici dorati che circondano la maestosa cupola centrale, che con i suoi 55 metri di altezza e un diametro di 32 ha dell’eccezionale, soprattutto per e tecniche di costruzione del 6° secolo. Impressionante ! Gran parte delle pareti sono ricoperte da affreschi e mosaici raffiguranti motivi floreali e geometrici, mentre ai lati, quattro enormi medaglioni in tela cerata riportano in grafia araba i nomi di Allah e Maometto. Al centro della cupola, inoltre, un enorme lampadario giunge fino a pochi metri dal pavimento.
E’ veramente molto bella e imponente, forse più dall’interno, che dall’esterno ! Con la visita alla chiesa di Santa Sofia termina il tour organizzato di mezza giornata e comincia il mio, personale e improvvisato…
Prima meta la Moschea Blu, che si trova proprio vicino alla chiesa di Santa Sofia; costruita dal sultano Ahmet nel 1600, è un piccolo capolavoro architettonico.
Il suo nome deriva dal fatto che le pareti sono quasi interamente rivestite da maioliche dipinte con motivi floreali in cui il colore predominante è il blu; il colpo d’occhio al mio ingresso é stupefacente…, la poca luce che filtra all’interno si riflette nelle maioliche e tutto acquista un’atmosfera surreale in cui il mio colore preferito si impone come protagonista.
Queste antiche maioliche provengono dalla città di Iznik che tra il 1600 e 1700 divenne famosa nell’arte della produzione di piastrelle smaltate grazie ai suoi straordinari artigiani. Ancora oggi le migliori ceramiche che si acquistano nei negozi provengono da questa città.
La moschea possiede 6 minareti, superata in questo solo dalla moschea della Mecca che ne ha 7; l’eleganza e l’armonia che contraddistinguono l’accostamento e la proporzione delle varie cupole, é forse il carattere meno appariscente, ma sicuramente più importante di questa fantastica opera.
Sull’ampia cupola centrale si appoggiano 4 semicupole e ad esse altre semicupole più piccole tutte adornate di finestre i cui vetri colorati, anche se si tratta di copie degli originali, producono all’interno suggestivi giochi di luce. La cupola al centro è alta 43 metri, con un diametro di 23.
Dopo questo “bagno” di blu esco dalla moschea e con soddisfazione ritrovo le mie scarpe al loro posto, subito prima dell’entrata; devo dire che il timore di non rivederle più mi ha attanagliato diverse volte in questa giornata ! Ripresi i miei calzari coinvolgo altri tre ragazzi che mi hanno seguito nella scelta del tour di mezza giornata e poi alla moschea blu, ad andare a vedere la parte di città che sorge in Asia, ovvero, quella che si trova all’altra estremità del ponte che collega lo stretto del Bosforo.
Ci accordiamo, non senza fatica, con un tassista, per farci portare nella parte asiatica della città; il costo é irrilevante diviso per cinque persone, solo 2 dollari a testa ! Dopo aver superato il congestionato e caotico traffico cittadino, imbocchiamo il ponte, alla fine del quale ci troveremo in Asia ! Quest’ultimo é lungo circa un chilometro e trafficatissimo.
Ci facciamo lasciare nel bazar, dove “scorraziamo” per poco meno di un’ora.
Usciamo e ritroviamo il nostro tassista, che furbamente ha atteso il nostro ritorno per poter guadagnare ancora qualcosa.
Ripercorriamo il ponte e torniamo in Europa; questa volta ci facciamo lasciare al Bazar coperto di Istambul, che alcuni studiosi fanno risalire al periodo bizantino. E’ una vera e propria città nella città, meta obbligata per chi ama fare shopping ! Si tratta infatti di un gigantesco labirinto di strade lungo le quali si allineano oltre 4000 negozi sfolgoranti di luci e colori aperti tutti i giorni, esclusa la domenica, dove è possibile trovare una varietà incredibile di merci.
Passo qui le ultime ore a mia disposizione, divertendomi a contrattare sul prezzo di tutto quello che mi stuzzica e comprando alla fine diversi oggetti caratteristici, che rinverdiranno i miei ricordi nei prossimi anni.
Alle 18 faccio ritorno a piedi verso il porto e ritorno a bordo, dove aspetto sul ponte che la nave salpi.
Verso le 19.00, mentre il sole si spegne dietro i colli, ponendo fine al tramonto cittadino, lasciamo gli ormeggi : addio Istambul o forse solo arrivederci…
Se vuoi vedere le foto di Kusadasi e Istambul, vai sul mio sito NO PROFIT : http://members.Xoom.Virgilio.It/mfwebsite le troverai tutte.