A spasso “fai da date” a BOAVISTA!

Da alcuni anni avevo l’intenzione di fare una vacanza nell’arcipelago di Capoverde ed in particolare a Boavista, ma mi ha sempre fatto desistere il fatto che sino a poco tempo fa bisognava fare scalo a Sal per poi prendere (a volte il giorno dopo) un volo interno. Ora il volo diretto facilita tutto, decido quindi di evitare i pacchetti...
Scritto da: GIOVANNINI ALDO
Partenza il: 15/04/2009
Ritorno il: 22/04/2009
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Da alcuni anni avevo l’intenzione di fare una vacanza nell’arcipelago di Capoverde ed in particolare a Boavista, ma mi ha sempre fatto desistere il fatto che sino a poco tempo fa bisognava fare scalo a Sal per poi prendere (a volte il giorno dopo) un volo interno.

Ora il volo diretto facilita tutto, decido quindi di evitare i pacchetti offerti dai grandi tour operator per organizzarmi da solo la “vacanza”. Prenoto un volo diretto il 15 aprile Verona-Boavista, poi con internet contatto svariate pousadas, pensioni e B&B ubicate a Sal Rei quella che è la capitale dell’isola (2000 abitanti!), tra le varie proposte ricevute per una singola decido di optare per il “B&B criola” non solo perché direttamente situato sulla spiaggia a 20 m. Dal mare o perché a 200 m. Dal centro del paese, ma anche e soprattutto perché a gestirlo è Pier Giorgio Scaramelli un grande corridore di maratone nel deserto che si tengono in tutto il mondo e ora da 9 anni organizzatore e presidente della ultramarathon (www.Boavistaultramarathon.Com) di Boavista di 150 km. Che si tiene a dicembre di ogni anno, tutto ciò mi sarebbe potuto tornare utile nel caso avessi deciso di far trekking per l’isola.

Il 15 aprile dopo 6 ore e mezzo di volo con Livingstone arrivo a Boavista ora locale 12,30, sbrigo le pratiche in poco tempo e fuori dall’aeroporto trovo Pier ad attendermi. Durante il breve tragitto gli spiego che mi piacerebbe vedere parte dell’isola a piedi e parte in macchina, Pier si dimostra subito entusiasta della cosa. Arrivo al suo B&B e trovo esattamente quello che mi attendevo, una bella casetta in riva ad un mare azzurro turchese, dove Pier ha sistemato due camere con bagno per i turisti e un arredamento stile etnico. Il posto è carino e adatto a chi non ha pretese esagerate e ama una vacanza come in famiglia e soprattutto a contatto con la vita del paese di Sal Rei.

Il Pomeriggio del 1° giorno dopo essermi sistemato al bagno “Tortuga” gestito da un italiano (leo) al prezzo di 4 euro (1 euro = 110 ecv), lo dedico in particolare ad una bella camminata sulla spiaggia bianca “de Carlota” che costeggia un mare turchese dove amanti del wind e kite surf si divertono praticandolo, e delimitata da dune di sabbia. Al ritorno mi reco in paese a fare un giro per vedere la vita e usanze locali soffermandomi nella piazza centrale davanti alla chiesa di Santa Isabel. La sera cotto dalla fatica vado a mangiare al Bar Cocoa gestito da italiani e poi a letto vinto dalla stanchezza.

Il secondo giorno inizia a colazione con Pier che mi bandisce una tavola di marmellate, pane, burro, formaggio, dolci, banana, latte e caffè, ne approfitto per pianificare con lui 2 camminate trekking per l’isola per il 3° e 4° giorno, lui mi farà da guida e andremo sui percorsi della ultramarathon! Poi esco a fare un giro per il paese a vedere sul molo a lungo la spiaggetta “Salinas” l’arrivo dei pescatori col pesce che verrà poi dato ai ristoranti o venduto dalle donne che qui sostano tutto il giorno. Cammino lentamente tra le viuzze del paese osservando senza infastidire come scorre la loro vita quotidiana, scatto diverse foto e poi torno in spiaggia al bagno “Tortuga”, dove mi diletto in bagni (anche se l’acqua è freddina) e in camminate sulla spiaggia de Carlota di 5 km., poi nel pomeriggio mi viene a trovare Claudia una donna fiorentina che lavora nel sociale a Boavista e che attraverso l’associazione Boavista Dreams cerca di dare una mano ai più bisognosi del luogo, specie i bimbi. Verso le 19,00 mi porta con sua figlia adottiva Ludmilla a vedere la scuola e il luogo di raccolta delle donazioni, perché venendo dall’Italia anche io ho pensato di portate una borsa di materiale scolastico per i bimbi, un gesto che a noi costa poco ma che a loro serve molto. Alla fine anche Claudia decide di aggregarsi con me e Pier per il trekking che abbiamo programmato per il giorno successivo. Salutata, mi reco al ristorante “Blu Marlin” che si trova giusto nella piazzetta centrale di Sal Rei dove c’è Santinha ad accogliermi, una ragazza bubbista (di Boavista) che ha sposato Luca un ragazzo italiano amante della pesca, e nel ristorante la sera viene cucinato il pesce pescato durante il giorno proprio da Luca. L’offerta è molto varia, da antipasti di carpaccio di pesce serra e tonno, al mitico “busio”, un antipasto fatto con dei conchiglioni a cui viene tolto il mollusco all’interno…Da non perdere! Come primi vi sono svariate paste all’aragosta, tonno, granchio etc, e come secondi pesce spada, tonno, serra, aragosta etc. Ma la cosa sorprendente per noi che veniamo dall’Italia è che con 15 euro fai un pasto completo a base di pesce! Dalla seconda sera sino alla fine opterò per cene a base di solo pesce visto i prezzi irrisori.

Il terzo giorno dopo una abbondante colazione prepariamo lo zainetto e via a prendere Claudia per iniziare finalmente un po’ di trekking nell’isola. Ci affidiamo alle mani (o meglio piedi) esperti di Pier, intraprendiamo una strada che esce dal Sal Rei e costeggia il mare sino al “Marine Club”, qui vediamo per prima cosa le tombe dei componenti della famiglia Ben Oliel, famiglia ebrea di origine marocchina che scacciata dal Marocco nella metà dell’ottocento si è stabilità a Boavista dove ne è diventata la più ricca e influente. Proseguiamo costeggiando un mare con insenature bellissime sino alla chiesa di Fatima, per poi proseguire in direzione della spiaggia di “Boa Esperanca” dove si trova il relitto della Santa Maria, un mercantile arenatosi nel 1968 e sempre più “eroso” dal mare, ma che offre una vista decisamente suggestiva. Tale mercantile portava pure dei giornali (specie fotoromanzi) che tutt’oggi potrete vedere e leggere perché ancora conservati sulla spiaggia! La spiaggia è praticamente deserta, un gran senso di libertà ci attraversa. Proseguiamo all’interno di un canyon per poi dirigerci verso la foresta Clotilde o ciò che rimane di quello che una volta era una rigogliosa foresta di acacie e palme. Finiamo con lo sbucare sulla via “pittoresca”, che ci conduce nuovamente a Sal Rei, si tratta della prima strada di circa 8-9 km. Costruita a Boavista in una specie di sampietrini e costruita tutta dalle donne. Alle 18 circa facciamo rientro a casa dopo 25 km a piedi, la stanchezza è tanta ma anche la soddisfazione di avere visto paesaggi sempre diversi tra loro. La sera decido di andare a mangiare da “Naida”, un ristorantino sempre nella piazza di Sal Rei gestito da bubbisti dove con una decina di euro potrete mangiare pesce spada, garopa, tonno o serra accompagnato da patate fritte, riso, salse e una bella birra. Il 4° giorno siamo solo io e Pier a partire per la camminata, preparati di tutto punto ci incamminiamo prima sulla strada asfaltata che esce dal paese, poi prendiamo la pittoresca e quindi ci inoltriamo nella “Ribeira”, dove sono presenti palme, acacie, coltivazioni varie e uno dei 7 baoab presenti sull’isola, saliamo una scalinata che costeggia il paese di Estancia de Baixo e intraprendiamo l’attraversamento del deserto autoctono di “Viana”, lo attraversiamo per la larghezza e poi lo circumnavighiamo per svariati km, sfidando un vento fortissimo, ma il paesaggio vale veramente la pena. Passiamo poi dal centro del paese di Estancia de Baixo con le sue case basse di vari colori pastello e una calma che pare quasi il tempo si sia fermato e poi da Rabil il secondo paese per grandezza dell’isola dove facciamo una breve sosta per rifiatare. Riprendiamo poi da Rabil fino alla spiaggia “Chave” dove si trova una vecchia fabbrica per la produzione di mattoni oramai in disuso di cui è visibile ancora la ciminiera e una spiaggia tra le più belle dell’isola. Facciamo rientro a casa lungo tutta la spiaggia decisamente affaticati dopo circa 30 km. A piedi. La sera resta solo la voglia di una bella mangiata di pesce al Blu Marlin chiacchierando con Santinha dell’isola di Boavista.

Per il 5° e 6° giorno decidiamo di prendere a noleggio una suzuki jimmy al costo di 46 euro al giorno, che Pier si offre di guidare per farmi conoscere ciò che di Boavista che non ho ancora visto, unendo macchina e trekking.

Partiamo attraversando l’interno e alcune montagne (Rocha Estancia) alla volta del paese di “Provacao velha” dove si trova una bella chiesetta bianca e verde ai piedi una montagna rocciosa, da qui andiamo prima alla spiaggia di “Varandinha” (bellissima e deserta) e “Ponta Preta”, poi a quella più famosa e considerata una delle più belle al mondo di “Santa Monica” o Curralinho, qui sostiamo un poco a vedere la spiaggia di sabbia bianca bagnata da un mare turchese e verde. Poi via nuovamente passando dal paesino di pescatori oramai abbandonato di “Curral Velho” e relativa spiaggia, costeggiando “Praia de Joao Barrosa” sino alla destinazione “Pico Estancia” la montagna più alta dell’isola (400 m.) che decidiamo di salire a piedi per vedere il panorama dell’isola dall’alto. Posizionata la macchina ai piedi del monte in una quarantina di minuti resi faticosi dalla pietraglia (non ci sono sentieri) siamo in cima a godere dello spettacolo, e poi in altrettanto tempo scendiamo a valle e riprendiamo la macchina alla volta nuovamente del deserto di Viana dove faccio alcune foto al tramonto. Verso le 18,30 siamo a casa, un breve riposo e poi a cena nuovamente da “Naida” a sperimentare altri piatti pesce a costi irrisori e giretto per il paese dove la tranquillità regna anche nel weekend. Il 6° giorno ripartiamo con la macchina alla volta del paese di Bofareira e Espinguera (un vecchio paese di pescatori ora ristrutturato e trasformato in Ecolodge, poi visitiamo i paesini del nord “Joao Galero”, “Fundo das Figueras”, e “Cabeco dos Tafares”, tutti è tre molto carini, dove a casette basse ordinate e colorate con vari colori pastello, si unisce una discreta presenza di verde, di fiori coloratissimi e di una quiete che da un’idea di serenità. A Cabeco dos Tafares lasciamo la macchina e percorriamo a piedi per circa 40 minuti un canyon dove è possibile vedere il falco pellegrino, le libellule rosse e azzurre nei ristagni di acqua che rimangono dalla stagione delle pioggie (Agosto) e alla fine di questo uno stagno di acqua dolce chiamato Olhindo do Mar. Ritorniamo alla macchina e via nuovamente in direzione del faro oramai in disuso di Morro Negro, qui lasciamo la macchina ai piedi del monte e su per la scalinata sino al faro da dove si gode di una vista spettacolare della parte est dell’isola, quella verso l’Africa. Scendiamo e via nuovamente verso la piaggia di Ervatao, il luogo dove a ottobre vanno a deporre le uova le tartarughe, qui sostiamo una oretta a prendere il sole, e poi intraprendiamo la strada di casa attraversando parti dell’isola non ancora viste. La sera stanco ma soddisfatto non rimane che mangiarsi un bel pesce da Naida e poi a casa per il meritato riposo.

Il settimo è ultimo giorno di sole lo dedico tutto ad una bella camminata di una decina di chilometri lungo la spiaggia sino ai grandi complessi turistici, poi ad un meritato riposo al bagno Tortuga e ad un giro per il paese per gli ultimi acquisti prima del ritorno. La sera con Pier andiamo a cena al “Blu Marlin” dove il minimo che posso fare è offrire una bella cena di pesce per l’ospitalità ricevuta e soprattutto per la disponibilità nel condurmi in ogni angolo dell’isola di Boavista, per la gioia di aver potuto vedere tutti i vari paesaggi che questa bellissima isola offre a chi la vuol veramente conoscere senza chiudersi tutto il tempo in un grande complesso turistico. Grazie a Pier per tutto e grazie a Boavista e alla sua gente timida, cordiale e disponibile. Per tutti coloro che volessero informazioni dettagliate sull’isola e su ciò che offre oltre alla possibilità di visionare le foto fatte non esitate a contattarmi.

aldo



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