A Londra, nel regno della Regina
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Allora come oggi Londra era al centro del commercio europeo e non solo; sede di grandi istituti bancari e di università prestigiose, rappresentava un importante crocevia per artisti e industriali dando vita a una vivace espansione edilizia. Certo, a quei tempi costruivano palazzi mentre adesso fioriscono grattacieli però l’impulso innovativo rimane lo stesso; basti pensare che la prima linea della metropolitana (ora ce ne sono ben 12) fu inaugurata nel lontano 1863 e rivoluzionò il settore dei trasporti. Qui neppure il tempo è cambiato, bizzarro e incerto come sempre, descritto perfettamente dalla frase di un signore londinese conosciuto sull’autobus: ‘in London there are four seasons in a day’, ovvero a Londra ci sono quattro stagioni in un giorno.
Perciò sono convinta che Sir Samuel Johnson si adeguerebbe subito agli aspetti dell’odierna vita cittadina a parte, forse, le spese per l’alloggio e i divertimenti, a causa delle quali potrebbe rimanere letteralmente in mutande.
CONSIGLI PER RISPARMIARE UN PO’
La low cost Rayanair vola sull’aeroporto di Stansted, il terzo più trafficato della capitale e situato a circa 60 chilometri a nord dal centro. Tenete d’occhio il sito della compagnia per cogliere le numerose offerte per questa gettonatissima tratta. Il bus della compagnia Terravision (sito internet: http://www.terravision.eu/italiano/airport_transfer/bus-aeroporto-di-stansted-londra/) raggiunge in 90 minuti la Stazione Vittoria, nel cuore di Londra, al costo di 15 sterline andata e ritorno.
Per il pernottamento Booking.com offre ai clienti abituali sconti davvero interessanti soprattutto se si prenota pochi giorni prima di partire scegliendo l’opzione senza cancellazione. Noi abbiamo alloggiato al ‘The Paramount hotel’ a Kensington, un quartiere pulito, tranquillo e signorile dove non mancano negozi, ristoranti di ogni genere, fast food e pub caratteristici in cui gustare fish&chips con una Guinness alla spina. A tal proposito per trascorrere una vera serata all’inglese consiglio il pub ‘Earls Court Tavern’ a 5 minuti dall’hotel in Earls Court Road. Se invece non potete rinunciare alla cucina italiana, poco più avanti c’è il bel locale della nota catena Zizzi, un’ancora di salvezza in caso di overdose da panini, patatine e salse ipercaloriche.
Spostarsi a Londra è davvero semplice grazie alla capillare rete di trasporti pubblici tuttavia noi non abbiamo mai preso la famosa ‘Tube’ (metropolitana) in quanto, avendo l’hotel nel quartiere centrale di Kensington ed essendo abituati a camminare, siamo riusciti a visitare le principali attrazioni vagabondando a piedi, che è poi il modo migliore per apprezzare la città. Solo per un giorno si è rivelato utilissimo l’abbonamento all’autobus al costo di 5£ e valido per 24 ore (acquistabile alle macchinette poste all’ingresso della metro), con il quale ci è stato possibile organizzare un vero e proprio tour di Londra spingendoci sino alle mete più decentrate come il British Museum e il Tower Bridge. Questa è un’ottima ed economica alternativa al costoso ‘Hop on Hop off’; basta scaricare la mappa dei bus sullo smartphone o il tablet (per esempio dal sito: e salire/scendere alle fermate accanto ai punti d’interesse.
IL CASTELLO DI WINDSOR, LA RESIDENZA PREDILETTA DELLA REGINA: CONSIGLI PER RAGGIUNGERLO
Il Castello di Windsor si trova nel villaggio omonimo a circa un’ora e un quarto di pullman dal centro di Londra; noi l’abbiamo raggiunto usufruendo degli autobus ‘Green Line’ dei quali trovate orari, prezzi e tragitto sul sito: http://www.greenline.co.uk/. Se partite da Londra dopo le 12:00 risparmiate il 40% sul prezzo del biglietto (andata/ritorno da 15£ passa a 9£); in alternativa ci sono i treni dalle stazione di Paddington o Waterloo ma sono più costosi.
Alla scoperta del castello
Migliaia di pietre rettangolari delle tonalità del grigio sfumano al bianco e quindi all’ocra e s’incastonano perfettamente le une sopra le altre per formare torrioni e torrette, portali e mura merlate di una delle residenze officiali della Regina, o meglio la sua preferita.
Fu William il Conquistatore a iniziarne la costruzione nel 1070, inizialmente voluta per la vicinanza alla foresta reale di caccia e per proteggere l’ingresso a Londra da ovest. Nei secoli a seguire la struttura andò ampliata, distrutta, ricostruita e via via convertita in un castello adatto ad accogliere i 39 regnanti che vi abitarono.
Da lontano pare una cittadella fortificata su un basso promontorio, splendida sì, eppure simile a molte altre sparse per tutta Europa e circondate dalle pittoresche casette color pastello e in mattoncini rossi dei ristorantini e dei negozi di souvenir. Tuttavia avvicinandosi si comprende l’unicità di questo luogo e le guardie in uniforma iniziano a farci respirare la regalità della monarchia inglese.
L’imponenza dell’esterno addolcita da prati curatissimi, fontane, ruscelletti, fiori e alberelli si tramuta all’interno in uno sfarzo elegante e gli Appartamenti di Stato, spesso utilizzati dai membri della famiglia reale per gli eventi pubblici, interpretano appieno tale raffinatezza. Stupende le scalinate, il mobilio e le sale che accolgono alcuni tra i più bei tesori della Royal Collection; colossale la Waterloo Chamber, voluta da Giorgio IV per celebrare la sconfitta di Napoleone Bonaparte nel 1815, e splendida la St. George’s Hall con il soffitto intervallato da costoloni in legno e gli stemmi delle famiglie nobili. Da inizio ottobre a fine marzo è possibile visitare anche le Semi-State Rooms riccamente decorate e utilizzate dalla regina per eventi ufficiali.
Nel castello è conservata qualcosa in grado di far tornare bambina qualsiasi donna; sto parlando della Queen Mary’s Dolls’ House, la casa delle bambole più grande e famosa al mondo. Costruita per la regina Mary dal famoso architetto inglese Sir Edwin Lutyens intorno al 1920, rappresenta la perfetta miniatura di un’abitazione aristocratica con tanto di acqua, elettricità e ascensori funzionanti. Aprite bene gli occhi mentre ammirate la biblioteca, la cantina e il giardino perché la precisione dei dettagli vi toglierà il fiato.
La visita alla fortezza di Windsor si conclude nella Cappella di St. George, meraviglioso esempio di architettura gotica con la magnifica volta, sostenuta da nervature che si dipanano dalle colonne come i rami di una palma, sotto cui giacciono le tombe di dieci sovrani. Curioso sapere che la Cappella è la casa spirituale dell’Ordine della Giarrettiera, l’ordine più antico della Cavalleria britannica fondato nel 1348 da Edoardo III. Per le info su orari, prezzi e molto altro, consultate il sito del castello di Windsor: www.royalcollection.org.uk/visit/windsorcastle
CULTURA A COSTO ZERO
In una metropoli così affollata di turisti, culturalmente vivace e ben nota per i suoi tesori artistici è strano pensare che l’accesso ai principali musei possa essere gratuito, fatta eccezione per eventuali mostre temporanee accolte in ristrette aree museali predisposte a tale scopo. Avete capito bene: la cultura qui a Londra ha costo zero nonostante l’altissimo livello delle collezioni esposte.
Essendo il nostro primo viaggio nella capitale britannica abbiamo scelto di usufruire di questo notevole vantaggio rinviando a una successiva vacanza le attrazioni a pagamento. In soli quattro giorni è impossibile vedere tutto e il costo degli ingressi è elevato, quindi bisogna scegliere con attenzione cosa si vuole davvero visitare.
CONSIGLI PER LA VISITA AI MUSEI GRATUITI
È meglio munirsi della cartina distribuita all’ingresso e scegliere le sale in base ai gusti personali in modo da prediligerne la visita. Per avere preventivamente un’idea della disposizione, sul sito internet di ciascun museo potete visionare le piante dei diversi piani con le accurate descrizioni.
Solitamente all’orario di apertura si accalcano lunghe file (prevalentemente di scolaresche) davanti all’entrata principale ma basta ripassare mezz’ora/un’ora dopo per accedere senza problemi inoltre, se non siete in gruppo, è più intelligente optare per gli ingressi secondari.
Infine, al venerdì alcuni musei adottano un orario prolungato, informatevi sul sito per usufruire di questo vantaggio.
Iniziamo dalla National Gallery in Trafalgar Square, una delle più grandi pinacoteche del mondo, dall’ingresso monumentale ispirato al pronao di un tempo greco con tanto di colonne, capitelli decorati e frontone. La Galleria vanta oltre 2300 dipinti raccolti in ordine cronologico a partire dal 1250 fino al XX secolo e organizzati in splendide sale dagli spazi ampi ed eleganti. Per darvi un’idea delle opere basti pensare ai pittori del calibro di Leonardo Da Vinci e Botticelli, Michelangelo e Caravaggio, Raffaello, Tiziano, Tintoretto e, passando per Canaletto, arrivare fino a Rembrandt, Vincent van Gogh, Monet e Cézanne. In poche parole, qui chiunque troverà esposto il proprio artista preferito (www.nationalgallery.org.uk)
Lungo Exhibition Road affacciano tre vere e proprie perle museali. Si parte dal Victoria e Albert Museum, vasta galleria di arti decorative e applicate voluta dal principe Alberto, marito della famosa regina Vittoria, in seguito al successo dell’Esposizione Universale di Londra del 1851. L’imponente facciata neorinascimentale prepara alle bellezze e all’estrema varietà dei reperti raccolti e nella corte interna è possibile rilassarsi sul bordo della fontana a pavimento nella quale si specchiano le basse e lunghe facciate rossastre del V&A Museum. Nell’atrio dovete alzare gli occhi per ammirare l’eclettico e colorato Chihuly Chandelier, quindi potrete perdervi nell’intricato museo fra ceramiche, gessi, statue, vetri, oggetti provenienti dall’estremo oriente, gioielli e molto altro (www.vam.ac.uk)
Per apprezzare al meglio la maestosità del Natural History Museum bisogna passeggiare in Cromwell Road lungo tutta la facciata principale senza dubitare si tratti del museo di storia naturale. In effetti il complesso neogotico potrebbe far pensare a una cattedrale dal grandioso portone aperto sotto una serie di archi a tutto sesto concentrici e fiancheggiato da due alte torri abbellite da guglie. Anche il salone principale simile alla navata di una chiesa rende diffidenti, nonostante lo scheletro di un dinosauro (ovviamente una copia) inizi a insospettire il visitatore. Per fugare ogni dubbio ci si deve addentrare nelle diverse gallerie dove sono esposti minerali, mammiferi e quello che c’è da sapere sulla storia del nostro pianeta. Se avete bambini preparatevi a trascorrerci l’intero pomeriggio, se invece questo genere di argomenti non v’interessa granché, vale comunque la pena perdere qualche minuto per ammirare l’esterno e il salone d’ingresso.(http://www.nhm.ac.uk)
In città non poteva certo mancare il Science Museum la cui esplorazione inizia nell’Energy Hall con l’enorme macchina a vapore, per procedere nell’elettrizzante area dedicata all’Exploring Space piena di razzi, satelliti e sonde spaziali. Nella Making the Modern World si percorrono 250 anni di storia della scienza e della tecnologia grazie ai mezzi e alle scoperte divenute fondamentali per l’umanità, quindi si vola nella Flight Gallery dove sono conservati i modelli di molti velivoli aerei. Questi sono gli spazi a mio parere più interessanti però al Science Museum c’è molto di più e per scoprirlo consultate il sito www.sciencemuseum.org.uk.
Concludo la carrellata di attrazioni culturali presentandovi il British Museum, ultimo non certo per importanza o interesse ma semplicemente per ordine di visita. Come alla National Gallery il pronao della facciata principale richiama l’architettura greca perciò, una volta varcato l’ingresso, si può rimanere spiazzati dalle linee moderne dell’enorme cortile chiamato Great Court. Qui la copertura in vetro e acciaio progettata dal designer britannico Lord Norman Foster converge nella possente torre cilindrica della celebre Reading Room quasi accecante nel suo candore e abbracciata da due rampe di scale. Essendo il British uno dei musei più vasti al mondo non tentate di visitarlo tutto in un’unica volta piuttosto, a meno che siate interessati a un particolare argomento, districatevi con l’aiuto di una cartina solo nelle prime sale delle decine di gallerie in modo d’avere così una visione complessiva delle raccolte.
Per la quantità e la varietà di pezzi collezionati provenienti da svariate epoche, civiltà e aree geografiche mi piace paragonare il British Museum a ‘un prezioso scrigno nel quale sono custoditi i tesori del mondo’; iniziate a scoprirlo sul sito www.britishmuseum.org.
ITINERARI A PIEDI PER UNA ‘LONDON SLOW’
ITINERARIO 1: WESTMINSTER, ST. JAMES E COVENT GARDEN
Girovagare a piedi per le città è una delle nostre più grandi passioni e una metropoli come Londra si presta benissimo a questo tipo di approccio visto il susseguirsi di luoghi interessanti.
Si parte da Victoria Station per raggiungere in pochi minuti il simbolo della monarchia inglese ovvero Buckingham Palace. Il palazzo costruito nei primi anni del 1700 non spicca tanto per la bellezza quanto per la sua vastità; nella visitabile Queen’s Gallery sono esposti i tesori della collezione reale mentre nelle Royal Mews, le scuderie, i pezzi più interessanti sono certamente le carrozze della famiglia reale. Il centro della piazza di fronte a Buckingham Palace è occupato dal Queen Victoria Memorial, un gruppo scultoreo in marmo bianco dove spiccano la statua della regina Vittoria seduta sul trono e quella dorata della Vittoria che svetta come una guglia in cima al monumento.
Il prospiciente St. James Park, oltre a offrire splendidi scorci dal ponticello sul lago, concede piacevoli momenti di riposo e dopo una breve sosta si è pronti a superare la scalinata fino a Waterloo Place e quindi a gettarsi nella baraonda di auto, bus e insegne luminose di Piccadilly Circus. Sull’angolo con Haymarket c’è una bella fontana chiamata ‘The horses of Helios’ con le statue in bronzo di quattro destrieri dai dettagli sorprendenti; sono i cavalli di Helios, dio della luce, che dall’alba al tramonto guida il carro solare per il cielo.
La tappa successiva è la grandiosa Trafalgar Square distesa sotto il controllo della Nelson’s Column, l’alta colonna in granito sormontata dalla statua dell’ammiraglio Nelson e protetta alla base da quattro leoni accovacciati dall’espressione fiera. La National Gallery con l’adiacente National Portrait Gallery, la chiesa di St. Martin in the Fields e a sud l’Admiralty Arch sono gli edifici più famosi della celebre piazza da cui inizia Whitehall, la strada dei palazzi governativi. Prima di percorrerla deviamo per Covent Garden occupata quasi totalmente dalla struttura coperta dell’antico Covent Garden Market all’interno del quale gli spazi una volta occupati dal mercato di fiori, frutta e verdura oggi sono la sede di negozi. Uno sguardo alla Royal Opera House, famoso teatro d’opera, e poi giù lungo la Strand e quindi in Whitehall. Alla Horse Guards le sempre affascinanti guardie a cavallo ‘costringono’ i turisti a una foto ricordo mentre più avanti Downing street, nota per essere la sede del Primo Ministro e del Governo di Sua Maestà, appare abbastanza anonimo con un semplice cancello nero (e qualche agente) a impedirne l’accesso.
Finalmente eccoci al cospetto di uno dei simboli di Londra la celebre Torre dell’Orologio meglio conosciuta come Big Ben, dal nome della grande campana al suo interno soprannominata Ben diminutivo di Sir Benjamin Hall dirigente dei lavori di costruzione. Dal Big Ben inizia il meraviglioso complesso dell’House of Parliament, o Palace of Westminster, trionfo neogotico di guglie, statue, decori, bifore e trifore nella caratteristica colorazione giallo pallido. Il Palazzo è chiuso all’estremità opposta dalla possente Victoria Tower sulla cui cima sventola la bandiera inglese quando il parlamento è riunito. Nei giardinetti adiacenti all’House of Parliament fra le varie statue di personaggi illustri la più curiosa, a mio parere, è quella paffuta del due volte Primo Ministro del Regno Unito Winston Churchill, chiuso in un cappotto e appoggiato al bastone.
Le due alte torri della Westminster Abbey protese verso il cielo ai lati del portale principale non passano certo inosservate, così come l’imponenza dell’intera costruzione d’espressione gotica. Eppure ciò che rende unica l’Abbazia non è tanto l’architettura quanto il legame indissolubile con la monarchia, qui infatti sono stati incoronati e poi sepolti quasi tutti i sovrani inglesi. Avendo già visitato numerose cattedrali in giro per l’Inghilterra, e visto l’elevato prezzo del biglietto pari a 20£, ci siamo limitati ad ammirarne l’esterno ma consiglio comunque l’ingresso a chi non conosce questo tipo d’architettura.
Per concludere l’itinerario della giornata percorriamo Victoria Street fino all’omonima stazione regalando uno sguardo alla particolare costruzione neo-bizantina a strisce bianche e rosse della Westminster Cathedreal, con torrette sormontate da cupole e lo slanciato campanile.
ITINERARIO 2: BELGRAVIA, KENSINGTON E HYDE PARK
Una nuova giornata ci porta a scoprire altre bellezza di Londra a partire dall’elegante quartiere Belgravia, a ovest della stazione Victoria, dove si respira un’aria aristocratica grazie alle eleganti abitazioni in stile classico con colonne, portici e facciate rigorosamente di colore bianco. Le auto di lusso parcheggiate lungo la strada non smentiscono la ricchezza del quartiere e i negozi dei limitrofi grandi magazzini Harrods esibiscono il proprio sfarzo in un ambiente ispirato all’antico Egitto. Fra vestiti, gioielli, orologi e scarpe accessibili a pochi vi è anche un grande reparto gastronomico pieno di leccornie per tutti e spazi riservati ai souvenirs. Non manca neppure l’arte con una galleria dedicata alle creazioni moderne fra le quali spiccano le opere dell’artista Lorenzo Quinn, figlio del famoso attore americano Anthony Quinn.
Scendendo lungo la Brompton Road ricca di negozi e boutique finiamo per incrociare la Cromwell Road su cui affacciano due dei principali Musei londinesi precedentemente descritti, ovvero il Victoria e Albert Museum e il Natural History Museum (con l’adiacente Science Museum). Dopo la scorpacciata di cultura si sente il bisogno di rilassarsi in uno dei tanti parchi londinesi, quindi perché non gettarsi nel vicino Kensington Garden?
Percorsa Queens Gate fino a Kensington Road, il Memoriale dedicato al Principe Alberto sistemato dirimpetto alla sala da concerti Royal Albert Hall sembra dare il benvenuto nei giardini. Qui il laghetto Round Pound è la casa di stupendi cigni e il Kensington Palace, abitato anche dalla compianta Lady Diana, ospita una collezione di abiti da cerimonia. Volendo si può allungare fino a Notting Hill per rivivere le scene dell’omonima commedia del 1999 con Julia Roberts e Hugh Grant ma noi preferiamo esplorare il parco e ci dirigiamo verso l’estremità settentrionale del lago The Serpentine che divide Kensington Garden da Hyde Park. Fra i tanti angoli suggestivi dei due parchi segnalo i Giardini all’italiana creati dal Principe Alberto per l’amata Regina Vittoria, la statua di Peter Pan, la Fontana in memoria della Principessa Diana e il Wellington Arch dedicato alle vittorie inglesi nelle guerre napoleoniche ed eretto in Hyde park corner, da dove è possibile prendere l’autobus o la metro per tornare in hotel.
UNA CARTOLINA TRA PASSATO E FUTURO
L’impressionante contrasto tra ‘vecchio e nuovo’ si staglia prepotente nell’orizzonte di chi attraversa il Tower Bridge verso la City of London. Accanto alle torri medievali della Tower of London, costruite con pietre dai colori sfumati e forme irregolari, s’arrampicano verso il cielo lucidi edifici in vetro e acciaio la cui imponenza è messa in discussione da simpatici nomignoli. C’è il Swiss Re Building progettato da Lord Norman Foster che con i suoi 180 metri di sagoma bislunga somiglia a un cetriolo gigante e infatti è detto ‘Gherkin’. Il vicino ‘The cheese grater’ ovvero la grattugia, è un palazzo dal profilo obliquo simile a un parallelepipedo tagliato a metà mentre il grattacielo Walkie Talkie si allarga salendo verso l’alto e curva leggermente sembrando un vecchio ricetrasmettitore. Infine sull’altra sponda del Tamigi a Southwork spicca ‘The Shard’, la scheggia, creazione di 310 metri dalla forma piramidale ideata da Renzo Piano. Grazie a essi il panorama assume suggestioni moderne però siamo a Londra, non a New York, un luogo con 2000 anni di storia ed è normale essere attratti da simboli cittadini più antichi.
Nel mezzo del complesso fortificato della Tower of London spicca la White Tower circondata da due cinte murarie e una striscia di prato verde, una volta profondo fossato. Iniziata nell’XI secolo da Guglielmo il Conquistatore, la Torre di Londra passò da fortezza a caserma e quindi a residenza reale ma la sua principale funzione fu quella di prigione. Qui furono incarcerati e giustiziati diversi personaggi d’importanza storica e oggi è divenuto uno dei simboli della città, inespugnabile contenitore dei gioielli della corona.
Il Tower Bridge sembra congiungersi alla Tower of London ed è entusiasmante percorrerlo così come fermarsi esattamente nel centro dove le due campate si sollevano per consentire il transito alle navi. Ancora più sorprendente è osservare le due torri neogotiche del ponte stando ai loro piedi e vedere sfilare sopra le nostre teste i grossi cavi bianchi e azzurri come fossero decorazioni natalizi.
L’ultima attrazione del giorno ci viene regalata uscendo dalla City of London per tornare in centro a bordo di un autobus rosso a due piani; si tratta della strabiliante Cattedrale di St. Paul nella quale il principe Carlo sposò Lady Diana e gli inglesi diedero l’ultimo addio a Winston Churchill. E’ d’obbligo fare un giro completo dell’imponente edificio per contemplare la cupola più grande della città e la bella facciata col doppio colonnato. Se poi si ha già nostalgia del Tamigi basta raggiungere la vicina passerella pedonale chiamata Millenium Bridge progettata dall’architetto Norman Foster e magari recarsi sull’altra sponda alla Tate Modern, una delle più celebri gallerie d’arte moderna al mondo.
PER CONCLUDERE
Quattro giorni sono bastati a eleggere Londra vincitrice della nostra ‘top ten’ delle città europee. Giovane e antica, caotica e tranquilla, vivace e romantica, multietnica a tal punto da non farci sentire stranieri. Si è rivelata un ottimo antidoto alla sfiducia e alla rassegnazione percepite di questi tempi nel Bel Paese. Negli ultimi anni molti giovani hanno lasciato l’Italia per lavorare nella capitale del Regno Unito perché pare che lì meritocrazia e serietà contino ancora qualcosa. Sperando in una svolta continuiamo a viaggiare per conoscere mondi e storie diverse e soprattutto per non smettere mai di sognare.